RELOADER Magazine N.88 maggio 2015

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Sommario

In Primo Piano

RAPPORTO RAEE 2014 - Raccolta in crescita del 2,56%

3

RAEE nel mondo. Livelli record nel 2014, ma solo un sesto è riciclato

5

“TENDENZE E INNOVAZIONI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI”

L’ENEA brevetta un nuovo sistema a raggi X per migliorare il riciclo della plastica scura dei RAEE

6

Smaltimento pannelli fotovoltaici. In consultazione da GSE le Istruzioni Operative. Osservazioni entro il 22 maggio

6

n. 88 - Maggio 2015

RAEE

Convegno 21‐22/05/2015

E n e r g i e r i n n ova b i l i Una formula di Sharing Economy: il solare condiviso di A. Bianchini

7

Storie di riciclo La memoria delle tante cose conservate AlbaChiara I LOVE VINTAGE

di Susi Sposito

9

Ambiente e Società Smart mobility per Smart business di Giambattista Gruosso La Vertical farm di ENEA a EXPO 2015 Clima, l’Italia ospiterà la Pre-Cop21 per spianare la strada verso Parigi Le città a misura di ciclista di Mirko Turchetti Londra e Roma: progetti “multilivello” per agevolare il traffico a pedali

Consumo del suolo: ISPRA mette on line tutti i numeri Apprendere da ciò che accade mentre accade di Fabio Cortese

11 13 14 15 17 18

Gli Speciali Caro SISTRI ti scrivo ... Vito la Forgia ‐ Ambiente & Rifiuti Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti

Politecnico di Milano, Polo Territoriale di Piacenza Aula A Via Scalabrini 76 –Piacenza

I rifiuti sono comunemente perce‐ piti in modo negativo, e il loro trat‐ tamento genera preoccupazione sotto svariati punti di vista: sanita‐ rio, sociale, etico, energetico, am‐ bientale, economico. È però es‐ senziale che anch’essi ‐ al pari de‐ gli altri prodotti del sistema eco‐ nomico ‐ possano essere gestiti in modo sostenibile. Il Convegno MatER 2015 è stato realizzato alla luce del successo della prima edizione del 2013, e vuole essere un’occasione di ag‐ giornamento e confronto tra uni‐ versità, associazioni e aziende che effettuano ricerche e operano nel campo della prevenzione e gestio‐ ne dei rifiuti. Il convegno si artico‐ la in quattro sessioni più una ses‐ sione introduttiva, ciascuna delle quali sarà aperta da un keynote speaker di rilievo internazionale. Nella Sessione introduttiva rappre‐ sentanti istituzionali regionali di‐ scuteranno le strategie e le pro‐ spettive per la gestione dei rifiuti nelle rispettive realtà. Sessione 1 Prevenzione dei rifiuti e recupero di materia: saranno pre‐

sentati due progetti sulla preven‐ zione dei rifiuti e sul ruolo del trat‐ tamento meccanico biologico dei rifiuti e l’innovativa esperienza di simbiosi industriale per dare nuo‐ va vita agli scarti dei processi indu‐ striali in Emilia Romagna . Sessione 2 Aspetti ambientali: sa‐ ranno presentati esempi di impatti ambientali legati all’evoluzione tecnologica e monitoraggi delle emissioni condotti su alcuni ter‐ moutilizzatori italiani. Sessione 3 Recupero di energia: sarà approfondita la misura dell’efficienza del recupero di energia da rifiuti, come anche il controllo delle e‐ missioni e la determinazione della frazione biogenica presente nei rifiuti destinati a recupero energe‐ tico. Sessione 4 Aspetti economici: sa‐ ranno analizzati i costi legati alla raccolta differenziata, dal punto di vista dell’impatto sociale e del warm‐glow utility, e i costi relati‐ vi alle tariffe d’accesso agli im‐ pianti, la concorrenza nel merca‐ to dello smaltimento e gli incentivi al riciclo in Italia.

19 RELOADER Magazine n. 88 - Maggio 2015 Via di San Giovanni in Laterano 84 - 00184 Roma Fax: +39 06 62.27.05.44

www.reloaderitalia.it info@reloaderitalia.it Tel: +39 06 7049.5320


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Sommario

In Primo Piano

RAPPORTO RAEE 2014 - Raccolta in crescita del 2,56%

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RAEE nel mondo. Livelli record nel 2014, ma solo un sesto è riciclato

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“TENDENZE E INNOVAZIONI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI”

L’ENEA brevetta un nuovo sistema a raggi X per migliorare il riciclo della plastica scura dei RAEE

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Smaltimento pannelli fotovoltaici. In consultazione da GSE le Istruzioni Operative. Osservazioni entro il 22 maggio

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n. 88 - Maggio 2015

RAEE

Convegno 21‐22/05/2015

E n e r g i e r i n n ova b i l i Una formula di Sharing Economy: il solare condiviso di A. Bianchini

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Storie di riciclo La memoria delle tante cose conservate AlbaChiara I LOVE VINTAGE

di Susi Sposito

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Ambiente e Società Smart mobility per Smart business di Giambattista Gruosso La Vertical farm di ENEA a EXPO 2015 Clima, l’Italia ospiterà la Pre-Cop21 per spianare la strada verso Parigi Le città a misura di ciclista di Mirko Turchetti Londra e Roma: progetti “multilivello” per agevolare il traffico a pedali

Consumo del suolo: ISPRA mette on line tutti i numeri Apprendere da ciò che accade mentre accade di Fabio Cortese

11 13 14 15 17 18

Gli Speciali Caro SISTRI ti scrivo ... Vito la Forgia ‐ Ambiente & Rifiuti Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti

Politecnico di Milano, Polo Territoriale di Piacenza Aula A Via Scalabrini 76 –Piacenza

I rifiuti sono comunemente perce‐ piti in modo negativo, e il loro trat‐ tamento genera preoccupazione sotto svariati punti di vista: sanita‐ rio, sociale, etico, energetico, am‐ bientale, economico. È però es‐ senziale che anch’essi ‐ al pari de‐ gli altri prodotti del sistema eco‐ nomico ‐ possano essere gestiti in modo sostenibile. Il Convegno MatER 2015 è stato realizzato alla luce del successo della prima edizione del 2013, e vuole essere un’occasione di ag‐ giornamento e confronto tra uni‐ versità, associazioni e aziende che effettuano ricerche e operano nel campo della prevenzione e gestio‐ ne dei rifiuti. Il convegno si artico‐ la in quattro sessioni più una ses‐ sione introduttiva, ciascuna delle quali sarà aperta da un keynote speaker di rilievo internazionale. Nella Sessione introduttiva rappre‐ sentanti istituzionali regionali di‐ scuteranno le strategie e le pro‐ spettive per la gestione dei rifiuti nelle rispettive realtà. Sessione 1 Prevenzione dei rifiuti e recupero di materia: saranno pre‐

sentati due progetti sulla preven‐ zione dei rifiuti e sul ruolo del trat‐ tamento meccanico biologico dei rifiuti e l’innovativa esperienza di simbiosi industriale per dare nuo‐ va vita agli scarti dei processi indu‐ striali in Emilia Romagna . Sessione 2 Aspetti ambientali: sa‐ ranno presentati esempi di impatti ambientali legati all’evoluzione tecnologica e monitoraggi delle emissioni condotti su alcuni ter‐ moutilizzatori italiani. Sessione 3 Recupero di energia: sarà approfondita la misura dell’efficienza del recupero di energia da rifiuti, come anche il controllo delle e‐ missioni e la determinazione della frazione biogenica presente nei rifiuti destinati a recupero energe‐ tico. Sessione 4 Aspetti economici: sa‐ ranno analizzati i costi legati alla raccolta differenziata, dal punto di vista dell’impatto sociale e del warm‐glow utility, e i costi relati‐ vi alle tariffe d’accesso agli im‐ pianti, la concorrenza nel merca‐ to dello smaltimento e gli incentivi al riciclo in Italia.

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RAEE RAPPORTO RAEE 2014 Raccolta in crescita del 2,56% La crescita più significativa (oltre il 6%) si registra per la raccolta di lampade e sorgenti luminose

T

apparecchiature obsolete o rotte con appa‐ recchiature nuove. All'interno dei centri di raccolta, i RAEE sono stoccati in modo diffe‐ renziato sulla base di cinque raggruppamenti, che corrispondono alle diverse esigenze di trattamento e riciclo dei materiali contenuti nei rifiuti. Nella classifica dei 5 raggruppamen‐ ti, per il 2014 il più cospicuo continua a essere il raggruppamento 3 (composto da Tv e Moni‐ tor), con 68.512.035 Kg. La raccolta complessi‐ va di R3 diminuisce dello 0,53% rispetto al 2013, dato comunque superiore rispetto alle previsioni di raccolta, che consideravano in dettaglio l'andamento del mercato degli ulti‐ mi anni. E’ normale che il valore di questo rag‐ gruppamento scenda mano a mano che ci si allontana dall’anno in cui si è passati alle tra‐ smissioni televisive digitali in alta definizione, che richiedevano l’uso di nuovi tipi di televiso‐ ri. Seguono nella classifica R1 (frigoriferi e ap‐ parecchiature refrigeranti) con 64.024.226 Kg raccolti e R2 (grandi elettrodomestici) con 57.949.079 Kg, entrambi in crescita di circa il 3% rispetto al 2013. Al quarto posto si confer‐ ma R4 (piccoli elettrodomestici) che segna un incremento della raccolta pari al 6,21% con 39.957.152 Kg, mentre il Raggruppamento 5 (sorgenti luminose) registra la performance migliore in assoluto, con un incremento della raccolta del 14% rispetto al 2013. M. M.

Nord e Centro trainano la ripresa della rac‐ colta complessiva, mentre Sud e Isole regi‐ strano ancora un segno negativo. Stessa situazione per quanto riguarda la raccolta pro capite, in crescita al Nord e al Centro, ma che registra un ‐3,79% nel Sud e Isole. Nella classifica delle Regioni, la Valle d'Ao‐ sta si conferma anche quest'anno la più virtuosa d'Italia ‐ nonostante il calo regi‐ strato nella raccolta complessiva ‐ con una media pro capite di 7,8 kg/ab. Andando a guardare i valori assoluti, al primo posto in Italia troviamo la Lombardia, con oltre 49 milioni di kg di RAEE raccolti, dato in cre‐ scita del 5,42% rispetto allo scorso anno. Mentre per la diffusione dei Centri di Rac‐ colta, al primo posto troviamo il Trentino Alto Adige, con 21 CdR ogni 100.000 abi‐ tanti, mentre la Lombardia vanta il mag‐ gior numero di Centri di Conferimento, con 826 Centri di Raccolta e 50 Altri Centri.

“I dati 2014 mettono in luce ancora una volta come la rac‐ colta pro capite sia più eleva‐ ta ‐ commenta il presidente del Centro di Coordinamento RAEE Fabrizio D'Amico ‐ lad‐ dove i cittadini hanno a di‐ sposizione un maggior nume‐ ro di strutture in cui conferire i propri RAEE. Per rag‐ giungere gli ambiziosi obiettivi di raccolta stabiliti dal‐ la normativa, sarà quindi necessario nei prossimi anni investire nella sensibilizzazione dei cittadini, nello smantellamento delle piccole e grandi barriere buro‐ cratiche alla raccolta, ma anche nell'apertura di nuovi centri di conferimento in tutto il territorio nazionale e in particolare nell'area Sud e Isole. Per tanti traguardi già raggiunti, ve ne sono ancora altrettanti per i quali il lavoro non è ancora cominciato, o procede a rilento, a partire da quel sistema di raccolta 'Uno contro Zero', per il quale si attende, da un anno esatto, un decreto attuativo che potrebbe far emergere i giacimenti di piccoli elettrodomestici non funzionanti che da anni gli italiani accumulano nelle proprie case.”

ANDAMENTO DELLA RACCOLTA NEL CORSO DEL 2014 E CONFRONTO CON IL 2013 E IL 2012

Fonte: CdC RAEE Rapporto 2014

imidi segnali positivi giungono dal setti‐ mo rapporto annuale sul sistema di ritiro e trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche per il 2014: in cresci‐ ta seppure modesta sia la raccolta (+2,56%) sia i centri di conferimento (+1%). Dopo la flessio‐ ne dell'anno precedente, nel 2014 si è ottenu‐ to un valore di raccolta dei RAEE domestici, gestita dai Sistemi Collettivi, pari a 231.717.031 kg con un incremento di quasi 6 milioni di chi‐ logrammi rispetto all'anno precedente e un dato medio pro capite pari a 3,8 Kg di rifiuti tecnologici raccolti per abitante. Siamo tutta‐ via, come nel 2013, ancora lievemente al di sotto del limite minimo previsto dalla vecchia normativa europea che è di 4 kg/pro capite ed ancora ben lontani, purtroppo, dall’obiettivo UE fissato per il 2016, corrispondente al 45% del nuovo immesso sul mercato. In crescita dell'1% anche i Centri di Conferimento attivi sul territorio nazionale, che arrivano a quota 3.801, con un miglioramento del servizio a di‐ sposizione dei cittadini. Si tratta comunque di risultati che sembrerebbero indicare una timi‐ da ripresa dalla crisi economica, che negli scorsi anni aveva condizionato fortemente il mercato delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infatti, la riduzione degli acquisti ha comportato una diminuzione dei rifiuti pro‐ dotti, a causa della mancata sostituzione delle

La Raccolta in Italia ancora a 3 velocità


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RAEE RAPPORTO RAEE 2014 Raccolta in crescita del 2,56% La crescita più significativa (oltre il 6%) si registra per la raccolta di lampade e sorgenti luminose

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apparecchiature obsolete o rotte con appa‐ recchiature nuove. All'interno dei centri di raccolta, i RAEE sono stoccati in modo diffe‐ renziato sulla base di cinque raggruppamenti, che corrispondono alle diverse esigenze di trattamento e riciclo dei materiali contenuti nei rifiuti. Nella classifica dei 5 raggruppamen‐ ti, per il 2014 il più cospicuo continua a essere il raggruppamento 3 (composto da Tv e Moni‐ tor), con 68.512.035 Kg. La raccolta complessi‐ va di R3 diminuisce dello 0,53% rispetto al 2013, dato comunque superiore rispetto alle previsioni di raccolta, che consideravano in dettaglio l'andamento del mercato degli ulti‐ mi anni. E’ normale che il valore di questo rag‐ gruppamento scenda mano a mano che ci si allontana dall’anno in cui si è passati alle tra‐ smissioni televisive digitali in alta definizione, che richiedevano l’uso di nuovi tipi di televiso‐ ri. Seguono nella classifica R1 (frigoriferi e ap‐ parecchiature refrigeranti) con 64.024.226 Kg raccolti e R2 (grandi elettrodomestici) con 57.949.079 Kg, entrambi in crescita di circa il 3% rispetto al 2013. Al quarto posto si confer‐ ma R4 (piccoli elettrodomestici) che segna un incremento della raccolta pari al 6,21% con 39.957.152 Kg, mentre il Raggruppamento 5 (sorgenti luminose) registra la performance migliore in assoluto, con un incremento della raccolta del 14% rispetto al 2013. M. M.

Nord e Centro trainano la ripresa della rac‐ colta complessiva, mentre Sud e Isole regi‐ strano ancora un segno negativo. Stessa situazione per quanto riguarda la raccolta pro capite, in crescita al Nord e al Centro, ma che registra un ‐3,79% nel Sud e Isole. Nella classifica delle Regioni, la Valle d'Ao‐ sta si conferma anche quest'anno la più virtuosa d'Italia ‐ nonostante il calo regi‐ strato nella raccolta complessiva ‐ con una media pro capite di 7,8 kg/ab. Andando a guardare i valori assoluti, al primo posto in Italia troviamo la Lombardia, con oltre 49 milioni di kg di RAEE raccolti, dato in cre‐ scita del 5,42% rispetto allo scorso anno. Mentre per la diffusione dei Centri di Rac‐ colta, al primo posto troviamo il Trentino Alto Adige, con 21 CdR ogni 100.000 abi‐ tanti, mentre la Lombardia vanta il mag‐ gior numero di Centri di Conferimento, con 826 Centri di Raccolta e 50 Altri Centri.

“I dati 2014 mettono in luce ancora una volta come la rac‐ colta pro capite sia più eleva‐ ta ‐ commenta il presidente del Centro di Coordinamento RAEE Fabrizio D'Amico ‐ lad‐ dove i cittadini hanno a di‐ sposizione un maggior nume‐ ro di strutture in cui conferire i propri RAEE. Per rag‐ giungere gli ambiziosi obiettivi di raccolta stabiliti dal‐ la normativa, sarà quindi necessario nei prossimi anni investire nella sensibilizzazione dei cittadini, nello smantellamento delle piccole e grandi barriere buro‐ cratiche alla raccolta, ma anche nell'apertura di nuovi centri di conferimento in tutto il territorio nazionale e in particolare nell'area Sud e Isole. Per tanti traguardi già raggiunti, ve ne sono ancora altrettanti per i quali il lavoro non è ancora cominciato, o procede a rilento, a partire da quel sistema di raccolta 'Uno contro Zero', per il quale si attende, da un anno esatto, un decreto attuativo che potrebbe far emergere i giacimenti di piccoli elettrodomestici non funzionanti che da anni gli italiani accumulano nelle proprie case.”

ANDAMENTO DELLA RACCOLTA NEL CORSO DEL 2014 E CONFRONTO CON IL 2013 E IL 2012

Fonte: CdC RAEE Rapporto 2014

imidi segnali positivi giungono dal setti‐ mo rapporto annuale sul sistema di ritiro e trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche per il 2014: in cresci‐ ta seppure modesta sia la raccolta (+2,56%) sia i centri di conferimento (+1%). Dopo la flessio‐ ne dell'anno precedente, nel 2014 si è ottenu‐ to un valore di raccolta dei RAEE domestici, gestita dai Sistemi Collettivi, pari a 231.717.031 kg con un incremento di quasi 6 milioni di chi‐ logrammi rispetto all'anno precedente e un dato medio pro capite pari a 3,8 Kg di rifiuti tecnologici raccolti per abitante. Siamo tutta‐ via, come nel 2013, ancora lievemente al di sotto del limite minimo previsto dalla vecchia normativa europea che è di 4 kg/pro capite ed ancora ben lontani, purtroppo, dall’obiettivo UE fissato per il 2016, corrispondente al 45% del nuovo immesso sul mercato. In crescita dell'1% anche i Centri di Conferimento attivi sul territorio nazionale, che arrivano a quota 3.801, con un miglioramento del servizio a di‐ sposizione dei cittadini. Si tratta comunque di risultati che sembrerebbero indicare una timi‐ da ripresa dalla crisi economica, che negli scorsi anni aveva condizionato fortemente il mercato delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infatti, la riduzione degli acquisti ha comportato una diminuzione dei rifiuti pro‐ dotti, a causa della mancata sostituzione delle

La Raccolta in Italia ancora a 3 velocità


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ONU: Se tutti i RAEE nel mondo fossero recuperati e riciclati produrrebbero una ricchezza che supera i 52 miliardi di dollari

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Oltre 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti elettroni‐ ci: è il nuovo record rilevato dall’Università delle Nazioni Unite, che ha stimato la quantità di RA‐ EE prodotta nel mondo al 2014. In questo scena‐ rio, i ricercatori avvertono: entro il 2018 l’e‐ waste potrebbe superare le 50 milioni di tonnel‐ late. Secondo i dati dell’Università delle Nazioni Unite sono proprio i Paesi con una più spiccata coscienza ambientalista a generare la maggior quantità di RAEE: in particolare Stati Uniti e Ci‐ na, che insieme producono il 32% del totale. Uno degli elementi più allarmanti, oltre alla cre‐ scita della produzione di RAEE, è il dato sul rici‐ clo di questi rifiuti: solo un sesto del totale viene smaltito e riciclato correttamente. La ricerca, che considera i RAEE in termini di risorse e non solo come problema, mette l’accento sulla ne‐ cessità di avviare una filiera mondiale del riciclo efficiente e funzionale.

La classifica di raccolta EU/Mondo Per quanto riguarda la produzione pro‐capite è la Norvegia ad avere il primo posto nella lista dei Paesi produttori di RAEE, con 28,4 kg di rifiuti a persona, seguita dalla Svizzera con 26,3 kg, dall’Islanda con 26,1 kg e dalla Danimarca con 24 kg, mentre Francia e Stati Uniti occupano la par‐ te bassa di questa classifica con, rispettivamen‐ te, 22,2 kg e 22,1 kg di RAEE pro‐capite. In fondo alla lista c’è l’Africa, con 1,7 kg a persona.

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L’ENEA brevetta un nuovo sistema a raggi X per migliorare il riciclo della plastica scura dei RAEE I ricercatori dell’ENEA hanno brevettato un metodo a raggi X che consente di selezionare gli scarti di plastica, soprattutto quelli scuri presenti in massima parte nei cosiddetti RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettro‐ niche (PC, telefoni cellulari, piccoli elettrodo‐ mestici). Infatti nelle operazioni di raccolta e riciclo della plastica è necessario separare i di‐ versi tipi di materiale in quanto i trattamenti sono diversi; oggi però le tecniche di separa‐ zione differenziano efficacemente plastiche di colore chiaro, ma non riconoscono le plastiche scure. “Il dispositivo è un sistema compatto e trasportabile, che utilizza un tubo a raggi X di piccole dimensioni e di bassa potenza ‐ spiega il ricercatore ENEA Danilo Pacella. Il metodo con‐ siste nell’irraggiare il campione di plastica con raggi X a bassa intensità per selezionare le pla‐ stiche, in particolare quelle scure, come per e‐ sempio PP, PC, PC‐ABS e PS, con l’obiettivo di riciclare il materiale.”

Oltre ad una maggiore accuratezza nelle ope‐ razioni di riciclo, questo nuovo sistema presen‐ ta il vantaggio di tempi di analisi rapidi, nell’ordine del secondo o della frazione. Inol‐ tre, le sue caratteristiche di economicità, mo‐ dularità, facilità di utilizzo e automazione lo rendono proponibile per l’installazione in un ambiente industriale. Le attività di raccolta e riciclo in questo set‐ tore desteranno sempre più l’interesse dell’industria, soprattutto a seguito della direttiva europea che alza al 65% nel 2019 l’obiettivo minimo di raccolta delle apparec‐ chiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato. Per maggiori informazioni: Danilo Pacella, Laboratorio ENEA “Fisica della Fusione a Confinamento Magnetico”, Centro Ricerche Frascati, danilo.pacella@enea.it Brevetto numero RM2015A000071, depositato il 16 febbraio 2015, disponibile per licensing.

Smaltimento pannelli fotovoltaici. In consultazione da GSE le Istruzioni Operative. Osservazioni entro il 22 maggio (consultazioneRAEE@gse.it) Il Gestore dei Servizi Energetici ha posto in consultazione le “Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovol‐ taici incentivati”, che descrivono l’iter che il Soggetto Responsabile dovrà seguire per re‐ cuperare e smaltire i RAEE fotovoltaici e la do‐ cumentazione che dovrà essere presentata al GSE al fine di consentire la verifica degli adem‐ pimenti imposti dalla legge. Ai sensi della nor‐ mativa, inoltre, le Istruzioni operative illustra‐ no le modalità in base alle quali il GSE stabili‐ sce il valore della quota trattenuta dalle tariffe incentivanti e le procedure necessarie a garan‐ tire la gestione dei RAEE fotovoltaici, qualora il Soggetto Responsabile sia inadempiente e ri‐

chieda l’intervento del GSE per la completa gestione dei processi. Il documento ricorda che il finanziamento delle operazioni di gestio‐ ne e riciclo dei pannelli fotovoltaici è a carico del detentore del RAEE nel caso i moduli in questione siano stati immessi nel mercato pri‐ ma del 12 aprile 2014. Per gli altri il finanzia‐ mento delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, è a carico del produt‐ tore. In ogni caso il soggetto responsabile de‐ ve procedere, autonomamente oppure trami‐ te un Sistema individuale o collettivo o tramite un’impresa che svolge attività di raccolta, al trasferimento del RAEE ad un impianto di trat‐ tamento.


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ONU: Se tutti i RAEE nel mondo fossero recuperati e riciclati produrrebbero una ricchezza che supera i 52 miliardi di dollari

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Oltre 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti elettroni‐ ci: è il nuovo record rilevato dall’Università delle Nazioni Unite, che ha stimato la quantità di RA‐ EE prodotta nel mondo al 2014. In questo scena‐ rio, i ricercatori avvertono: entro il 2018 l’e‐ waste potrebbe superare le 50 milioni di tonnel‐ late. Secondo i dati dell’Università delle Nazioni Unite sono proprio i Paesi con una più spiccata coscienza ambientalista a generare la maggior quantità di RAEE: in particolare Stati Uniti e Ci‐ na, che insieme producono il 32% del totale. Uno degli elementi più allarmanti, oltre alla cre‐ scita della produzione di RAEE, è il dato sul rici‐ clo di questi rifiuti: solo un sesto del totale viene smaltito e riciclato correttamente. La ricerca, che considera i RAEE in termini di risorse e non solo come problema, mette l’accento sulla ne‐ cessità di avviare una filiera mondiale del riciclo efficiente e funzionale.

La classifica di raccolta EU/Mondo Per quanto riguarda la produzione pro‐capite è la Norvegia ad avere il primo posto nella lista dei Paesi produttori di RAEE, con 28,4 kg di rifiuti a persona, seguita dalla Svizzera con 26,3 kg, dall’Islanda con 26,1 kg e dalla Danimarca con 24 kg, mentre Francia e Stati Uniti occupano la par‐ te bassa di questa classifica con, rispettivamen‐ te, 22,2 kg e 22,1 kg di RAEE pro‐capite. In fondo alla lista c’è l’Africa, con 1,7 kg a persona.

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L’ENEA brevetta un nuovo sistema a raggi X per migliorare il riciclo della plastica scura dei RAEE I ricercatori dell’ENEA hanno brevettato un metodo a raggi X che consente di selezionare gli scarti di plastica, soprattutto quelli scuri presenti in massima parte nei cosiddetti RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettro‐ niche (PC, telefoni cellulari, piccoli elettrodo‐ mestici). Infatti nelle operazioni di raccolta e riciclo della plastica è necessario separare i di‐ versi tipi di materiale in quanto i trattamenti sono diversi; oggi però le tecniche di separa‐ zione differenziano efficacemente plastiche di colore chiaro, ma non riconoscono le plastiche scure. “Il dispositivo è un sistema compatto e trasportabile, che utilizza un tubo a raggi X di piccole dimensioni e di bassa potenza ‐ spiega il ricercatore ENEA Danilo Pacella. Il metodo con‐ siste nell’irraggiare il campione di plastica con raggi X a bassa intensità per selezionare le pla‐ stiche, in particolare quelle scure, come per e‐ sempio PP, PC, PC‐ABS e PS, con l’obiettivo di riciclare il materiale.”

Oltre ad una maggiore accuratezza nelle ope‐ razioni di riciclo, questo nuovo sistema presen‐ ta il vantaggio di tempi di analisi rapidi, nell’ordine del secondo o della frazione. Inol‐ tre, le sue caratteristiche di economicità, mo‐ dularità, facilità di utilizzo e automazione lo rendono proponibile per l’installazione in un ambiente industriale. Le attività di raccolta e riciclo in questo set‐ tore desteranno sempre più l’interesse dell’industria, soprattutto a seguito della direttiva europea che alza al 65% nel 2019 l’obiettivo minimo di raccolta delle apparec‐ chiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato. Per maggiori informazioni: Danilo Pacella, Laboratorio ENEA “Fisica della Fusione a Confinamento Magnetico”, Centro Ricerche Frascati, danilo.pacella@enea.it Brevetto numero RM2015A000071, depositato il 16 febbraio 2015, disponibile per licensing.

Smaltimento pannelli fotovoltaici. In consultazione da GSE le Istruzioni Operative. Osservazioni entro il 22 maggio (consultazioneRAEE@gse.it) Il Gestore dei Servizi Energetici ha posto in consultazione le “Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovol‐ taici incentivati”, che descrivono l’iter che il Soggetto Responsabile dovrà seguire per re‐ cuperare e smaltire i RAEE fotovoltaici e la do‐ cumentazione che dovrà essere presentata al GSE al fine di consentire la verifica degli adem‐ pimenti imposti dalla legge. Ai sensi della nor‐ mativa, inoltre, le Istruzioni operative illustra‐ no le modalità in base alle quali il GSE stabili‐ sce il valore della quota trattenuta dalle tariffe incentivanti e le procedure necessarie a garan‐ tire la gestione dei RAEE fotovoltaici, qualora il Soggetto Responsabile sia inadempiente e ri‐

chieda l’intervento del GSE per la completa gestione dei processi. Il documento ricorda che il finanziamento delle operazioni di gestio‐ ne e riciclo dei pannelli fotovoltaici è a carico del detentore del RAEE nel caso i moduli in questione siano stati immessi nel mercato pri‐ ma del 12 aprile 2014. Per gli altri il finanzia‐ mento delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, è a carico del produt‐ tore. In ogni caso il soggetto responsabile de‐ ve procedere, autonomamente oppure trami‐ te un Sistema individuale o collettivo o tramite un’impresa che svolge attività di raccolta, al trasferimento del RAEE ad un impianto di trat‐ tamento.


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Energie rinnovabili

di Alessandro Bianchini

Come funziona in USA e in Italia I pannelli solari stanno diventando argomento di conversazione sempre più frequente ed è ormai comune vederne su case e altri edifici. A fronte dei numerosi benefici di questa tecno‐ logia, vi è tuttavia l'ostacolo economico dell'in‐ vestimento iniziale che può rivelarsi ostativo, nonostante gli incentivi e le agevolazioni fiscali in un periodo di crisi economica mondiale. Oltre a ciò l'installazione dei pannelli non è sempre possibile a causa della mancanza di spazio, di luoghi adatti o per la normativa a volte insufficiente, altre volte vincolante. L'ini‐ zio di questo 2015 ha visto l'introduzione e l'at‐ tivazione di diversi progetti atti a superare questi ostacoli e a offrire la possibilità a chiun‐ que di usufruire dell'energia del sole.

L'Italia e lo Stato americano del Massachusetts possono vantarsi di aver attuato nuove moda‐ lità di condivisione dell'energia prodotta da pannelli solari, siano essi di proprietà o meno dei singoli cittadini, indipendentemente dalla distanza del luogo di produzione dell'energia dagli utenti finali. Le innovazioni portate dalla Yeloha Inc. negli USA e da LifeGate in Italia prevedono l'utilizzo di metodologie di scambio del tutto simili al peer‐to‐peer già noto agli u‐ tenti della rete web e allo sharing che ha già interessato, tra gli altri, auto ed elettrodome‐ stici. La politica della Yeloha prevede la crea‐ zione di una vera e propria rete costituita da host e utenti. Chi ha la possibilità fisica di in‐ stallare i pannelli solari (host) genera l'energia

che viene poi immessa nella rete e messa a disposizione, a costo inferiore rispetto alla normale distribuzione, ai clienti che hanno aderito al progetto. La società, attiva al mo‐ mento nel solo Massachusetts, ha ricevuto dal governo consistenti finanziamenti che fanno pensare a una rapida espansione anche nel resto degli Stati Uniti. Applicazione sensibilmente differente è quella italiana della LifeGate che prevede, al momen‐ to, un unico impianto di proprietà della socie‐ tà stessa; gli associati possono acquistare quote della produzione di questo impianto, contribuendo effettivamente alla creazione di nuove strutture, e rivendere l'energia even‐ tualmente ricevuta e non utilizzata, o acqui‐ stare quella ulteriormente necessaria alle pro‐ prie esigenze. Altra proposta ancora è quella del noleggio degli impianti garantita dall'italia‐ na Conergy e dedicata alle aziende. In questo caso l'obiettivo è rendere autosufficiente l'a‐ zienda cliente e inserirla in una rete di “scambio sul posto” in caso di produzione di eccedenze, anche qui garantendo sgravi fisca‐ li e risparmi in bolletta. La presenza di questi sistemi, in grado di sfrut‐ tare i luoghi adatti alla produzione di energia solare senza la necessità di creare grandi im‐

pianti ad altrettanto grande impatto ambien‐ tale, avvalora la teoria sostenuta e pubblicata dall'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), secondo cui lo stoccaggio dell'energia diverrà entro il 2050 esigenza secondaria e subordina‐ ta alla creazione di una rete intelligente in gra‐ do, non solo di spostare l'energia dove è ri‐ chiesta, ma anche di crearla localmente sfrut‐ tando la trasformazione dei cittadini in piccoli produttori di energia. In un (nemmeno troppo) ipotetico futuro, la rete elettrica sarà quindi costellata di una miri‐ ade di piccole ‘centrali’ sparse nel tessuto ur‐ bano e non, ottimizzando l'utilizzo degli im‐ pianti più adatti alle condizioni del territorio e facilitando così l'aumento della produzione da energie rinnovabili. Sharing e noleggio sono tecniche sempre più usate e applicate a campi molto diversi. Per certi aspetti ancora rudi‐ mentali e poco sfruttate, promettono di porre un freno a inquinamento, congestione strada‐ le, dipendenza dai combustibili fossili, produ‐ zione di rifiuti, costi per i cittadini; riducono, dove presenti, i forti oneri iniziali per l'installa‐ zione di impianti costosi o difficilmente realiz‐ zabili. Le potenzialità sono enormi, con ampi margini di miglioramento e diffusione. Ieri le auto, oggi l'energia... e domani? A. B.


RELOADER Magazine - Maggio 2015

RELOADER Magazine - Maggio 2015

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Energie rinnovabili

di Alessandro Bianchini

Come funziona in USA e in Italia I pannelli solari stanno diventando argomento di conversazione sempre più frequente ed è ormai comune vederne su case e altri edifici. A fronte dei numerosi benefici di questa tecno‐ logia, vi è tuttavia l'ostacolo economico dell'in‐ vestimento iniziale che può rivelarsi ostativo, nonostante gli incentivi e le agevolazioni fiscali in un periodo di crisi economica mondiale. Oltre a ciò l'installazione dei pannelli non è sempre possibile a causa della mancanza di spazio, di luoghi adatti o per la normativa a volte insufficiente, altre volte vincolante. L'ini‐ zio di questo 2015 ha visto l'introduzione e l'at‐ tivazione di diversi progetti atti a superare questi ostacoli e a offrire la possibilità a chiun‐ que di usufruire dell'energia del sole.

L'Italia e lo Stato americano del Massachusetts possono vantarsi di aver attuato nuove moda‐ lità di condivisione dell'energia prodotta da pannelli solari, siano essi di proprietà o meno dei singoli cittadini, indipendentemente dalla distanza del luogo di produzione dell'energia dagli utenti finali. Le innovazioni portate dalla Yeloha Inc. negli USA e da LifeGate in Italia prevedono l'utilizzo di metodologie di scambio del tutto simili al peer‐to‐peer già noto agli u‐ tenti della rete web e allo sharing che ha già interessato, tra gli altri, auto ed elettrodome‐ stici. La politica della Yeloha prevede la crea‐ zione di una vera e propria rete costituita da host e utenti. Chi ha la possibilità fisica di in‐ stallare i pannelli solari (host) genera l'energia

che viene poi immessa nella rete e messa a disposizione, a costo inferiore rispetto alla normale distribuzione, ai clienti che hanno aderito al progetto. La società, attiva al mo‐ mento nel solo Massachusetts, ha ricevuto dal governo consistenti finanziamenti che fanno pensare a una rapida espansione anche nel resto degli Stati Uniti. Applicazione sensibilmente differente è quella italiana della LifeGate che prevede, al momen‐ to, un unico impianto di proprietà della socie‐ tà stessa; gli associati possono acquistare quote della produzione di questo impianto, contribuendo effettivamente alla creazione di nuove strutture, e rivendere l'energia even‐ tualmente ricevuta e non utilizzata, o acqui‐ stare quella ulteriormente necessaria alle pro‐ prie esigenze. Altra proposta ancora è quella del noleggio degli impianti garantita dall'italia‐ na Conergy e dedicata alle aziende. In questo caso l'obiettivo è rendere autosufficiente l'a‐ zienda cliente e inserirla in una rete di “scambio sul posto” in caso di produzione di eccedenze, anche qui garantendo sgravi fisca‐ li e risparmi in bolletta. La presenza di questi sistemi, in grado di sfrut‐ tare i luoghi adatti alla produzione di energia solare senza la necessità di creare grandi im‐

pianti ad altrettanto grande impatto ambien‐ tale, avvalora la teoria sostenuta e pubblicata dall'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), secondo cui lo stoccaggio dell'energia diverrà entro il 2050 esigenza secondaria e subordina‐ ta alla creazione di una rete intelligente in gra‐ do, non solo di spostare l'energia dove è ri‐ chiesta, ma anche di crearla localmente sfrut‐ tando la trasformazione dei cittadini in piccoli produttori di energia. In un (nemmeno troppo) ipotetico futuro, la rete elettrica sarà quindi costellata di una miri‐ ade di piccole ‘centrali’ sparse nel tessuto ur‐ bano e non, ottimizzando l'utilizzo degli im‐ pianti più adatti alle condizioni del territorio e facilitando così l'aumento della produzione da energie rinnovabili. Sharing e noleggio sono tecniche sempre più usate e applicate a campi molto diversi. Per certi aspetti ancora rudi‐ mentali e poco sfruttate, promettono di porre un freno a inquinamento, congestione strada‐ le, dipendenza dai combustibili fossili, produ‐ zione di rifiuti, costi per i cittadini; riducono, dove presenti, i forti oneri iniziali per l'installa‐ zione di impianti costosi o difficilmente realiz‐ zabili. Le potenzialità sono enormi, con ampi margini di miglioramento e diffusione. Ieri le auto, oggi l'energia... e domani? A. B.


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Storie di Riciclo

RELOADER Magazine - Maggio 2015

10

mai via nulla. Mi sono sempre rifiutata di pensare ad un abito come ad un oggetto da usare e mettere nell’immondizia. Ce ne sono Sarà che sono nata sotto un segno d’aria,

alcuni

che ci appartengono tal-

ma per me ogni esperienza comincia col

mente tanto da non potersene se-

respiro e poi prosegue con il tatto. Ricor-

parare, hanno regalato emozioni o

do gli odori delle cose antiche, della mia

semplicemente ci hanno fatto sen-

casa, delle stoffe nella fabbrica di famiglia

tire belle. Allora perché non farli

e dei bottoni. Sì, i bottoni della scatole di

rivivere regalandogli un respiro

latta di mia zia. Lei era sarta e conservava

nuovo? Non ho mai pensato al

ogni cosa: vecchi bottoni, pezzi di nastro e

mondo della moda come ad un

ritagli di tessuto di ogni forma e dimensio-

palcoscenico su cui attori in costu-

ne. Io li respiravo e poi passavo ore a toc-

mi sempre nuovi entrano ed esco-

carli, tutti, uno ad uno. E’ dai ricordi di

no frettolosamente, perché

bambina che nascono le idee che animano

creatività non si imprigiona in un

AlbaChiara, il mio atelier napoletano in un

banale alternarsi di collezioni

palazzo d’epoca di Via Toledo. In un sa-

ma è vitalità, carattere, stati

lotto accogliente vivo e respiro forme e

d’animo e si rinnova attraverso

colori che custodisco gelosamente insieme

un’interpretazione ricca di signi-

la

ficati. La moda può essere aggregazione, condivisione, innovazione e al tempo stesso rispetto per la

La memoria delle tante cose conservate AlbaChiara I LOVE VINTAGE di Susi Sposito

tradizione. Può essere e nel mio atelier è: “I love Vintage”. In pomeriggi laboriosi e pieni di allegria ragazze

di un significato tutto nuovo. E’ stato subito

di ogni età si incontrano per scoprire il riu-

un successo, tante le prenotazioni e tante le

so creativo. Si telefona, ci si prenota e ci si

nuove creazioni nate da vecchi abiti tirati

ai ricordi d’infanzia in un continuo fluire,

AlbaChiara. Non solo un marchio, ma un

presenta con vecchi abiti amati a cui dare

fuori dal baule delle rimembranze.

mutare

trent’anni

luogo dove le idee sarebbero nate, na-

una ventata di freschezza. E’ stata un’idea

A Giugno una novità, la creazione di una

designer di moda, nell’86 ho fondato il

scono e avrebbero trovato nutrimento

vivace, immediata, ho ripensato ai pomerig-

collezione AlbaChiara con dettagli antichi

marchio ‘kira Emanuelli’ che mi ha dato

per diventare realtà.

gi d’estate passati a casa della zia, la guar-

rivisitati. E da settembre “I love Vintage” per

grandi soddisfazioni anche all’estero: i

Così è stato per I LOVE VINTAGE. La me-

davo cucire e in me cresceva la passione per

le spose, abiti unici prenderanno forma gra-

disegni, le mie visioni, erano apprezzate

moria delle tante cose conservate, del loro

un lavoro fatto di bellezza: le stoffe, i ricami

zie al vecchio pizzo della nonna, all’abito

in Russia e Medio Oriente. Dopo una bre-

valore, del loro potenziale da interpretare,

e le mille sfumature. Ho pensato a quanto

della prozia oppure si impreziosiranno con

ve pausa in Oriente, in cui tanto ho insegna-

pezzetti di stoffe,

ogni

mi piaccia trasferire ad altre persone la mia

un tocco personale trovato in un vecchio

to e tanto imparato, lavorando all’ interna-

piccola cosa poteva essere riutilizzata

competenza facendo comprendere fino in

negozio di antiquariato. E se nulla di tutto

zionalizzazione di un marchio Cinese, presi

cambiando pelle e conquistando una nuo-

fondo la ricchezza del lavoro artigianale.

questo dovesse essere conservato in un baule,

una decisione: sarei tornata da dove ero

va anima. E’ un po’ come le esperienze

I love Vintage racchiude in sé i ricordi di

niente paura provvederemo noi! S. S.

partita per iniziare una nuova avventura,

della vita, le vivi, le reinventi e non butti

quei tempi e la voglia di farli rivivere colmi

e

reinventare.

Da

vecchi bottoni,

Susi Sposito è socia di EnterprisinGirls


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9

Storie di Riciclo

RELOADER Magazine - Maggio 2015

10

mai via nulla. Mi sono sempre rifiutata di pensare ad un abito come ad un oggetto da usare e mettere nell’immondizia. Ce ne sono Sarà che sono nata sotto un segno d’aria,

alcuni

che ci appartengono tal-

ma per me ogni esperienza comincia col

mente tanto da non potersene se-

respiro e poi prosegue con il tatto. Ricor-

parare, hanno regalato emozioni o

do gli odori delle cose antiche, della mia

semplicemente ci hanno fatto sen-

casa, delle stoffe nella fabbrica di famiglia

tire belle. Allora perché non farli

e dei bottoni. Sì, i bottoni della scatole di

rivivere regalandogli un respiro

latta di mia zia. Lei era sarta e conservava

nuovo? Non ho mai pensato al

ogni cosa: vecchi bottoni, pezzi di nastro e

mondo della moda come ad un

ritagli di tessuto di ogni forma e dimensio-

palcoscenico su cui attori in costu-

ne. Io li respiravo e poi passavo ore a toc-

mi sempre nuovi entrano ed esco-

carli, tutti, uno ad uno. E’ dai ricordi di

no frettolosamente, perché

bambina che nascono le idee che animano

creatività non si imprigiona in un

AlbaChiara, il mio atelier napoletano in un

banale alternarsi di collezioni

palazzo d’epoca di Via Toledo. In un sa-

ma è vitalità, carattere, stati

lotto accogliente vivo e respiro forme e

d’animo e si rinnova attraverso

colori che custodisco gelosamente insieme

un’interpretazione ricca di signi-

la

ficati. La moda può essere aggregazione, condivisione, innovazione e al tempo stesso rispetto per la

La memoria delle tante cose conservate AlbaChiara I LOVE VINTAGE di Susi Sposito

tradizione. Può essere e nel mio atelier è: “I love Vintage”. In pomeriggi laboriosi e pieni di allegria ragazze

di un significato tutto nuovo. E’ stato subito

di ogni età si incontrano per scoprire il riu-

un successo, tante le prenotazioni e tante le

so creativo. Si telefona, ci si prenota e ci si

nuove creazioni nate da vecchi abiti tirati

ai ricordi d’infanzia in un continuo fluire,

AlbaChiara. Non solo un marchio, ma un

presenta con vecchi abiti amati a cui dare

fuori dal baule delle rimembranze.

mutare

trent’anni

luogo dove le idee sarebbero nate, na-

una ventata di freschezza. E’ stata un’idea

A Giugno una novità, la creazione di una

designer di moda, nell’86 ho fondato il

scono e avrebbero trovato nutrimento

vivace, immediata, ho ripensato ai pomerig-

collezione AlbaChiara con dettagli antichi

marchio ‘kira Emanuelli’ che mi ha dato

per diventare realtà.

gi d’estate passati a casa della zia, la guar-

rivisitati. E da settembre “I love Vintage” per

grandi soddisfazioni anche all’estero: i

Così è stato per I LOVE VINTAGE. La me-

davo cucire e in me cresceva la passione per

le spose, abiti unici prenderanno forma gra-

disegni, le mie visioni, erano apprezzate

moria delle tante cose conservate, del loro

un lavoro fatto di bellezza: le stoffe, i ricami

zie al vecchio pizzo della nonna, all’abito

in Russia e Medio Oriente. Dopo una bre-

valore, del loro potenziale da interpretare,

e le mille sfumature. Ho pensato a quanto

della prozia oppure si impreziosiranno con

ve pausa in Oriente, in cui tanto ho insegna-

pezzetti di stoffe,

ogni

mi piaccia trasferire ad altre persone la mia

un tocco personale trovato in un vecchio

to e tanto imparato, lavorando all’ interna-

piccola cosa poteva essere riutilizzata

competenza facendo comprendere fino in

negozio di antiquariato. E se nulla di tutto

zionalizzazione di un marchio Cinese, presi

cambiando pelle e conquistando una nuo-

fondo la ricchezza del lavoro artigianale.

questo dovesse essere conservato in un baule,

una decisione: sarei tornata da dove ero

va anima. E’ un po’ come le esperienze

I love Vintage racchiude in sé i ricordi di

niente paura provvederemo noi! S. S.

partita per iniziare una nuova avventura,

della vita, le vivi, le reinventi e non butti

quei tempi e la voglia di farli rivivere colmi

e

reinventare.

Da

vecchi bottoni,

Susi Sposito è socia di EnterprisinGirls


RELOADER Magazine - Maggio 2015

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RELOADER Magazine - Maggio 2015

12

Ambiente e società

Smart mobility per Smart business di Giambattista Gruosso

anche più redditizie sia in termini di economie che di guadagni. La connotazione di questo nuovo modo di fare mobilità avviene attraver‐ so alcune parole chiave. La prima è elettrifica‐ zione del trasporto: che non significa sola‐ mente (anche se soprattutto) elettrificazione delle propulsioni, ma anche elettrificazione di ausili e di intelligenze a bordo dei veicoli. Il pri‐ mo beneficio è sicuramente legato alla riduzio‐ ne delle emissioni e all'incremento dell'effi‐ cienza, accompagnato dalla possibilità di crea‐ re e definire nuovi servizi in grado di rendere l'esperienza della mobilità fonte di serenità sociale ma anche di essere perfettamente in‐ tegrato nella Fabbrica 4.0 e nella Logistica 4.0.

Giambattista Gruosso è Professore Asso‐ ciato di Elettrotecnica – Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. Da molti anni opera sulla simulazione e sull’analisi dei sistemi elettrici ed elettroni‐ ci, con particolare attenzione alla mecca‐ tronica, alla smart factory e allo sviluppo di software per la simulazione. Negli ultimi anni si è occupato di modelli di previsione e di analisi dei consumi e dei guasti nei sistemi elettromeccanici con l’estensione verso i sistemi embedded e l’Internet of Things e la mobilità elettrica ed Intelligente. Giambattista Gruosso è senior member IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) ed è autore di numerose pubblicazioni nel settore.

La seconda parola chiave è riduzione della “proprietà”: i nuovi modelli di mobilità vedo‐ no sempre di più la condivisione dei mezzi al

trare nel mercato e devono generare ricadute.

fine di creare economie di scala, ma anche per

La sfida nel contesto della smart mobility è

rendere lo spostarsi per lavoro diverso dal pia‐

pensare nuovi modelli di business. In questo

cere di guidare. La terza è sicuramente servizi:

settore è indubbiamente molto stimolante

Se guardiamo al settore della Smart Mobi‐

la mobilità è resa intelligente da nuovi servizi

poiché è tutto da inventare e soprattutto è un

lity possiamo notare che è forse quello in

ad alto valore aggiunto, che rappresentano il

settore che offre spazio per fare impresa non

cui lo sviluppo e la diffusione delle nuove

filo comune che lega lo spostarsi al piacere di

solo nelle modalità classiche, ma anche in for‐

tecnologie, sia nella componentistica che

guidare un mezzo. Nuove tecnologie abilitanti

me di impresa sociale. Smart City, Smart

nei servizi ad alto valore aggiunto, sta

permettono una digitalizzazione sempre più

Factory e Smart Mobility rappresentano oggi il

prendendo piede in modo vertiginoso met‐

spinta dei mezzi di trasporto e degli utenti,

terreno fertile per una nuova competitività

tendo le basi per una forte competitività.

che costituisce il substrato ide‐

per settori propensi al cambiamento. G. G.

In questo ultimo decennio si sono consoli‐

ale su cui costruire una nuova

date nuove modalità di concepire il tra‐

stanno creando nuove forme di trasporto, imple‐

offerta di servizi. Quarta anche

sporto, abbinate a cambi di mentalità lega‐

mentando nuovi servizi e soprattutto creando

se non ultima parola chiave è

ti agli utenti. Tutto questo ha portato novi‐

“utenti nuovi” in grado di recepire e utilizzare al

Business: la mobilità intelligen‐

tà al trasporto delle persone sia collettivo

meglio quanto sviluppato. Si tratta sempre di più

te, e tutto quello che ne sta al

che individuale, soprattutto in ambito ur‐

di un processo congiunto di “Demand Pull e Te‐

contorno, può e deve essere

bano, ma sta velocemente trasformando e

chnology push”, dove le due componenti con‐

confermato e tradotto in alta

penetrando nel contesto del trasporto dei

corrono al raggiungimento del risultato: pensare

redditività. I nuovi servizi o i

beni e della logistica. Quasi di pari passo, si

a forme di trasporto più intelligenti, efficienti ma

nuovi componenti devono en‐


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Ambiente e società

Smart mobility per Smart business di Giambattista Gruosso

anche più redditizie sia in termini di economie che di guadagni. La connotazione di questo nuovo modo di fare mobilità avviene attraver‐ so alcune parole chiave. La prima è elettrifica‐ zione del trasporto: che non significa sola‐ mente (anche se soprattutto) elettrificazione delle propulsioni, ma anche elettrificazione di ausili e di intelligenze a bordo dei veicoli. Il pri‐ mo beneficio è sicuramente legato alla riduzio‐ ne delle emissioni e all'incremento dell'effi‐ cienza, accompagnato dalla possibilità di crea‐ re e definire nuovi servizi in grado di rendere l'esperienza della mobilità fonte di serenità sociale ma anche di essere perfettamente in‐ tegrato nella Fabbrica 4.0 e nella Logistica 4.0.

Giambattista Gruosso è Professore Asso‐ ciato di Elettrotecnica – Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. Da molti anni opera sulla simulazione e sull’analisi dei sistemi elettrici ed elettroni‐ ci, con particolare attenzione alla mecca‐ tronica, alla smart factory e allo sviluppo di software per la simulazione. Negli ultimi anni si è occupato di modelli di previsione e di analisi dei consumi e dei guasti nei sistemi elettromeccanici con l’estensione verso i sistemi embedded e l’Internet of Things e la mobilità elettrica ed Intelligente. Giambattista Gruosso è senior member IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) ed è autore di numerose pubblicazioni nel settore.

La seconda parola chiave è riduzione della “proprietà”: i nuovi modelli di mobilità vedo‐ no sempre di più la condivisione dei mezzi al

trare nel mercato e devono generare ricadute.

fine di creare economie di scala, ma anche per

La sfida nel contesto della smart mobility è

rendere lo spostarsi per lavoro diverso dal pia‐

pensare nuovi modelli di business. In questo

cere di guidare. La terza è sicuramente servizi:

settore è indubbiamente molto stimolante

Se guardiamo al settore della Smart Mobi‐

la mobilità è resa intelligente da nuovi servizi

poiché è tutto da inventare e soprattutto è un

lity possiamo notare che è forse quello in

ad alto valore aggiunto, che rappresentano il

settore che offre spazio per fare impresa non

cui lo sviluppo e la diffusione delle nuove

filo comune che lega lo spostarsi al piacere di

solo nelle modalità classiche, ma anche in for‐

tecnologie, sia nella componentistica che

guidare un mezzo. Nuove tecnologie abilitanti

me di impresa sociale. Smart City, Smart

nei servizi ad alto valore aggiunto, sta

permettono una digitalizzazione sempre più

Factory e Smart Mobility rappresentano oggi il

prendendo piede in modo vertiginoso met‐

spinta dei mezzi di trasporto e degli utenti,

terreno fertile per una nuova competitività

tendo le basi per una forte competitività.

che costituisce il substrato ide‐

per settori propensi al cambiamento. G. G.

In questo ultimo decennio si sono consoli‐

ale su cui costruire una nuova

date nuove modalità di concepire il tra‐

stanno creando nuove forme di trasporto, imple‐

offerta di servizi. Quarta anche

sporto, abbinate a cambi di mentalità lega‐

mentando nuovi servizi e soprattutto creando

se non ultima parola chiave è

ti agli utenti. Tutto questo ha portato novi‐

“utenti nuovi” in grado di recepire e utilizzare al

Business: la mobilità intelligen‐

tà al trasporto delle persone sia collettivo

meglio quanto sviluppato. Si tratta sempre di più

te, e tutto quello che ne sta al

che individuale, soprattutto in ambito ur‐

di un processo congiunto di “Demand Pull e Te‐

contorno, può e deve essere

bano, ma sta velocemente trasformando e

chnology push”, dove le due componenti con‐

confermato e tradotto in alta

penetrando nel contesto del trasporto dei

corrono al raggiungimento del risultato: pensare

redditività. I nuovi servizi o i

beni e della logistica. Quasi di pari passo, si

a forme di trasporto più intelligenti, efficienti ma

nuovi componenti devono en‐


RELOADER Magazine - Maggio 2015

13

RELOADER Magazine - Maggio 2015

14

MinAmbiente: Comunicato del Ministro Gianluca Galletti

Clima, l’Italia ospiterà la Pre-Cop21 per spianare la strada verso Parigi L’evento si svolgerà nel semestre dell’EXPO L’Italia ospiterà in ottobre la Pre‐COP 21. La Francia, presidente della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici che si svolgerà a di‐ cembre a Parigi, ha infatti aderito alla pro‐ posta del nostro Paese di organizzare una pre‐conferenza che serva a spianare la stra‐ da all’accordo globale sul clima, che tutti

La Vertical farm di ENEA a EXPO 2015

auspichiamo verga firmato a fine anno nella capitale francese. Perché abbiamo voluto la Pre‐Cop in Italia e perché la svolgeremo nel semestre dell’EXPO? Perché intendiamo, anche in questo campo,

Una fattoria verde che si svi‐

rivendicare il ruolo che il nostro Paese può

luppa in verticale, simbolo di

svolgere in campo ambientale come player

una agricoltura green, a im‐

mondiale di un nuovo modello di sviluppo. Perché abbiamo cultura, conoscenze, profes‐

patto zero. Tutto questo è la

sionalità, competenza tecnologica per porci

‘Vertical Farm’ realizzata da

come modello di sviluppo sostenibile a livello

la terra, ma anche capacità di ascolto ed inter‐

globale. L’intesa vincolante per tutti i Paesi del

locuzione con i Paesi poveri che da questa in‐

mondo ‐ che indicherà da un lato la riduzione

tesa si attendono una strategia di sviluppo so‐

pool di aziende specializzate

delle emissioni di gas serra che ciascuno Stato

stenibile che consenta loro di uscire da una

del settore, all’interno del Fu‐

si impegna a raggiungere e dall’altro i progetti

antica carenza di risorse e spesso di cibo. Pen‐

per affrontare le conseguenze del climate

so che l’Italia al termine del semestre EXPO,

change nelle aree più vulnerabili e le relative

che è la più grande vetrina mondiale sui temi

‘Supermercato del Futuro’ del‐

risorse – è infatti possibile, vicina, ma non an‐

dell’alimentazione e dell’energia, possa e deb‐

la Coop. Nella Vertical Farm è

cora certa. Molti restano i nodi da sciogliere,

ba dare un contributo decisivo per il consegui‐

molte le divergenze da appianare. Crediamo

mento di un accordo storico. Anche in questo

quindi che sia utile incontrarsi prima di Parigi e

caso abbiamo deciso di metterci la faccia. E ci

co e lattughe in cubetti di tor‐

sgombrare il campo in anticipo da tutti gli o‐

metteremo tutto il nostro impegno e la nostra

ba pressata, tramite concima‐

stacoli possibili in vista dell’accordo.

capacità di “moral suasion”, perché siamo

ENEA con il contributo di un

ture food district, di fronte al

prevista la coltivazione di basili‐

zione a flusso e riflusso a ciclo

L’Italia si è candidata a questo ruolo di

convinti che la terra con i suoi 7 miliardi di abi‐

“facilitatrice” perché abbiamo credito interna‐

tanti non possa più rinviare una decisione stra‐

chiuso, con ricircolo continuo.

zionale per essere interlocutori dei grandi del‐

tegica per il futuro di tutti.


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MinAmbiente: Comunicato del Ministro Gianluca Galletti

Clima, l’Italia ospiterà la Pre-Cop21 per spianare la strada verso Parigi L’evento si svolgerà nel semestre dell’EXPO L’Italia ospiterà in ottobre la Pre‐COP 21. La Francia, presidente della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici che si svolgerà a di‐ cembre a Parigi, ha infatti aderito alla pro‐ posta del nostro Paese di organizzare una pre‐conferenza che serva a spianare la stra‐ da all’accordo globale sul clima, che tutti

La Vertical farm di ENEA a EXPO 2015

auspichiamo verga firmato a fine anno nella capitale francese. Perché abbiamo voluto la Pre‐Cop in Italia e perché la svolgeremo nel semestre dell’EXPO? Perché intendiamo, anche in questo campo,

Una fattoria verde che si svi‐

rivendicare il ruolo che il nostro Paese può

luppa in verticale, simbolo di

svolgere in campo ambientale come player

una agricoltura green, a im‐

mondiale di un nuovo modello di sviluppo. Perché abbiamo cultura, conoscenze, profes‐

patto zero. Tutto questo è la

sionalità, competenza tecnologica per porci

‘Vertical Farm’ realizzata da

come modello di sviluppo sostenibile a livello

la terra, ma anche capacità di ascolto ed inter‐

globale. L’intesa vincolante per tutti i Paesi del

locuzione con i Paesi poveri che da questa in‐

mondo ‐ che indicherà da un lato la riduzione

tesa si attendono una strategia di sviluppo so‐

pool di aziende specializzate

delle emissioni di gas serra che ciascuno Stato

stenibile che consenta loro di uscire da una

del settore, all’interno del Fu‐

si impegna a raggiungere e dall’altro i progetti

antica carenza di risorse e spesso di cibo. Pen‐

per affrontare le conseguenze del climate

so che l’Italia al termine del semestre EXPO,

change nelle aree più vulnerabili e le relative

che è la più grande vetrina mondiale sui temi

‘Supermercato del Futuro’ del‐

risorse – è infatti possibile, vicina, ma non an‐

dell’alimentazione e dell’energia, possa e deb‐

la Coop. Nella Vertical Farm è

cora certa. Molti restano i nodi da sciogliere,

ba dare un contributo decisivo per il consegui‐

molte le divergenze da appianare. Crediamo

mento di un accordo storico. Anche in questo

quindi che sia utile incontrarsi prima di Parigi e

caso abbiamo deciso di metterci la faccia. E ci

co e lattughe in cubetti di tor‐

sgombrare il campo in anticipo da tutti gli o‐

metteremo tutto il nostro impegno e la nostra

ba pressata, tramite concima‐

stacoli possibili in vista dell’accordo.

capacità di “moral suasion”, perché siamo

ENEA con il contributo di un

ture food district, di fronte al

prevista la coltivazione di basili‐

zione a flusso e riflusso a ciclo

L’Italia si è candidata a questo ruolo di

convinti che la terra con i suoi 7 miliardi di abi‐

“facilitatrice” perché abbiamo credito interna‐

tanti non possa più rinviare una decisione stra‐

chiuso, con ricircolo continuo.

zionale per essere interlocutori dei grandi del‐

tegica per il futuro di tutti.


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Le città a misura di ciclista Londra e Roma: progetti “multilivello” per agevolare il traffico a pedali di Mirko Turchetti

LONDRA Lo spirito innovativo che ha caratterizzato la città di Londra dal 2012, anno dei Giochi Olim‐ pici, sembra non conoscere freno. Gli architet‐ ti inglesi, infatti, continuano a presentare idee per riqualificare in chiave green e sostenibile la 'City'. Tra queste spiccano due progetti che mirano a potenziare le infrastrutture dedicate alla ciclomobilità: si tratta di 'London Under‐ line' e 'Cycle Super Highway'. Come spiegato dal suo nome, 'London Underline' è un pro‐ getto che mira a recuperare le gallerie della metropolitana ormai in disuso per trasformar‐ le in piste ciclabili, aperte anche ai pedoni, si‐ cure perché separate dal traffico. La realizza‐ zione delle piste ciclabili sotterranee non è il solo obiettivo: è prevista, infatti, l'apertura di negozi e centri culturali secondo il concept che prevede la creazione di una vera e propria città nella città. Trattandosi di strutture rigo‐ rosamente sotterranee, sono necessarie una fonte di illuminazione alternativa a quella so‐

lare e un efficiente sistema di ricambio dell'a‐ ria. Ciò comporta un significativo dispendio energetico che la società di architettura Gen‐ sler, fautrice dell'opera, in collaborazione con PaveGen Systems e Momentum, ha pensato di risolvere attraverso una speciale pavimen‐ tazione che recupera l'energia prodotta dal camminare dei pedoni e dal passaggio delle biciclette. L'idea si è già aggiudicata il premio come 'Best Conceptual Project' e le aree di sviluppo individuate sono le gallerie che si snodano da Green Park a Charing Cross Road e quelle tra Holborn e Aldwych. 'Cycle Super Highway' invece si focalizza sulla viabilità di superficie. Il progetto prevede la realizzazione non di una pista ciclabile, come siamo abituati a pensarla, ma di un vero e pro‐ prio percorso capillare isolato che permetta ai ciclisti di spostarsi in sicurezza per tutta la cit‐ tà. Nel dettaglio si tratta di una corsia stradale che costeggia le arterie principali della 'City', rimanendo tuttavia separa‐ ta da queste, al fine di evi‐ tare incidenti tra ciclisti e automobilisti. Le aree inte‐ ressate dal progetto sono molteplici: si prevede di iniziare con le zone com‐ prese tra Commercial Road e Cambridge Heath Road e quelle tra Harford Street e Harley Grove. Nella sola area del centro di Londra

RELOADER Magazine - Maggio 2015

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sarà realizzato un totale di 18 miglia (circa 30 km) di percorsi ciclabili. La conclusione dei lavori è prevista per l'anno 2016. Come sottolineato da Peter Hendy del Tran‐ sport for London, i due progetti sono di impor‐ tanza strategica perché “la bicicletta è chiara‐ mente un'opzione di tra‐ sporto importante a Lon‐ dra, con più di 170.000 viaggi effettuati attra‐ verso il centro di Londra ogni giorno”.

ROMA In quanto a progetti di 'autostrade' ciclabili Londra non è la sola capitale europea attiva. Da Roma, infatti, nasce l'idea del GRAB, omo‐ nimo del famigerato Grande Raccordo anula‐ re (GRA), ma dedicato esclusivamente a cicli‐ sti e pedoni. Si tratta di un percorso di 44,2 chilometri, sviluppato interamente all'interno della città eterna, che ha l'obiettivo di colle‐ gare tra di loro siti e vie storiche. Altresì con

la bici si potranno ammirare parchi e paesag‐ gi agrari, nonché i percorsi fluviali del Tevere, dell'Aniene e dell'Almone ed alcune ville sto‐ riche, come Villa Ada, Villa Borghese e Villa Gordiani. Inoltre, per favorire sia i cittadini sia i turisti, è stato pensato di far intersecare il GRAB con diverse stazioni ferroviarie e della metropolitana, con riferimento tanto alla li‐ nea A quanto alla B ed alla futura C. Infine il progetto mira a riunire e raccor‐ dare le piste ciclabili e gli spazi ciclopedonali già esistenti, in modo da creare un percorso continuo e facile da attraversare senza pericoli. Lo scopo è quel‐ lo di realizzare un percorso da vivere con sicurezza e all'inse‐ gna della sostenibilità. Secon‐ do quanto indicato da Legam‐ biente, che lo scorso 8 maggio insieme a VeloLove ha presenta‐ to il progetto, l'80,3% del GRAB è già percorribile. M. T.


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Le città a misura di ciclista Londra e Roma: progetti “multilivello” per agevolare il traffico a pedali di Mirko Turchetti

LONDRA Lo spirito innovativo che ha caratterizzato la città di Londra dal 2012, anno dei Giochi Olim‐ pici, sembra non conoscere freno. Gli architet‐ ti inglesi, infatti, continuano a presentare idee per riqualificare in chiave green e sostenibile la 'City'. Tra queste spiccano due progetti che mirano a potenziare le infrastrutture dedicate alla ciclomobilità: si tratta di 'London Under‐ line' e 'Cycle Super Highway'. Come spiegato dal suo nome, 'London Underline' è un pro‐ getto che mira a recuperare le gallerie della metropolitana ormai in disuso per trasformar‐ le in piste ciclabili, aperte anche ai pedoni, si‐ cure perché separate dal traffico. La realizza‐ zione delle piste ciclabili sotterranee non è il solo obiettivo: è prevista, infatti, l'apertura di negozi e centri culturali secondo il concept che prevede la creazione di una vera e propria città nella città. Trattandosi di strutture rigo‐ rosamente sotterranee, sono necessarie una fonte di illuminazione alternativa a quella so‐

lare e un efficiente sistema di ricambio dell'a‐ ria. Ciò comporta un significativo dispendio energetico che la società di architettura Gen‐ sler, fautrice dell'opera, in collaborazione con PaveGen Systems e Momentum, ha pensato di risolvere attraverso una speciale pavimen‐ tazione che recupera l'energia prodotta dal camminare dei pedoni e dal passaggio delle biciclette. L'idea si è già aggiudicata il premio come 'Best Conceptual Project' e le aree di sviluppo individuate sono le gallerie che si snodano da Green Park a Charing Cross Road e quelle tra Holborn e Aldwych. 'Cycle Super Highway' invece si focalizza sulla viabilità di superficie. Il progetto prevede la realizzazione non di una pista ciclabile, come siamo abituati a pensarla, ma di un vero e pro‐ prio percorso capillare isolato che permetta ai ciclisti di spostarsi in sicurezza per tutta la cit‐ tà. Nel dettaglio si tratta di una corsia stradale che costeggia le arterie principali della 'City', rimanendo tuttavia separa‐ ta da queste, al fine di evi‐ tare incidenti tra ciclisti e automobilisti. Le aree inte‐ ressate dal progetto sono molteplici: si prevede di iniziare con le zone com‐ prese tra Commercial Road e Cambridge Heath Road e quelle tra Harford Street e Harley Grove. Nella sola area del centro di Londra

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sarà realizzato un totale di 18 miglia (circa 30 km) di percorsi ciclabili. La conclusione dei lavori è prevista per l'anno 2016. Come sottolineato da Peter Hendy del Tran‐ sport for London, i due progetti sono di impor‐ tanza strategica perché “la bicicletta è chiara‐ mente un'opzione di tra‐ sporto importante a Lon‐ dra, con più di 170.000 viaggi effettuati attra‐ verso il centro di Londra ogni giorno”.

ROMA In quanto a progetti di 'autostrade' ciclabili Londra non è la sola capitale europea attiva. Da Roma, infatti, nasce l'idea del GRAB, omo‐ nimo del famigerato Grande Raccordo anula‐ re (GRA), ma dedicato esclusivamente a cicli‐ sti e pedoni. Si tratta di un percorso di 44,2 chilometri, sviluppato interamente all'interno della città eterna, che ha l'obiettivo di colle‐ gare tra di loro siti e vie storiche. Altresì con

la bici si potranno ammirare parchi e paesag‐ gi agrari, nonché i percorsi fluviali del Tevere, dell'Aniene e dell'Almone ed alcune ville sto‐ riche, come Villa Ada, Villa Borghese e Villa Gordiani. Inoltre, per favorire sia i cittadini sia i turisti, è stato pensato di far intersecare il GRAB con diverse stazioni ferroviarie e della metropolitana, con riferimento tanto alla li‐ nea A quanto alla B ed alla futura C. Infine il progetto mira a riunire e raccor‐ dare le piste ciclabili e gli spazi ciclopedonali già esistenti, in modo da creare un percorso continuo e facile da attraversare senza pericoli. Lo scopo è quel‐ lo di realizzare un percorso da vivere con sicurezza e all'inse‐ gna della sostenibilità. Secon‐ do quanto indicato da Legam‐ biente, che lo scorso 8 maggio insieme a VeloLove ha presenta‐ to il progetto, l'80,3% del GRAB è già percorribile. M. T.


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Q

uasi il 20% della fascia costiera italiana ‐ oltre 500km2 cioè l'equivalente dell'in‐ tera costa sarda, è perso ormai irrimediabil‐ mente. E’stato impermeabilizzato il 19,4% di suolo compreso tra 0‐300 metri di distanza dalla costa e quasi e il 16% compreso tra i 300‐ 1000 metri. Spazzati via anche 34.000 ettari all'interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Il cemento è davvero andato oltre, inva‐ dendo persino il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza ele‐ vata, zone umide). A mappare lo stivale della “copertura artificia‐ le” è l'ISPRA che, grazie alla cartografia ad al‐ tissima risoluzione, nel suo Rapporto sul Con‐ sumo di Suolo 2015 ‐ presentato a Milano, nel corso del convegno collaterale all'EXPO2015 “Recuperiamo Terreno” ‐ utilizza nuovi dati, aggiorna i precedenti e completa il quadro nazionale con quelli di regioni, province e comuni, senza trascurare coste, suolo lungo laghi e fiumi e aree a pericolosità idraulica. L'Italia del 2014 perde ancora terreno, anche se più len‐ tamente: le stime portano al 7% la per‐ centuale di suolo direttamente imper‐ meabilizzato (il 158% in più rispetto agli anni '50) e oltre il 50% il territorio che, anche se non direttamente coinvolto, ne subisce gli impatti devastanti. Rallen‐ ta la velocità di consumo tra il 2008 e il 2013 e viaggia ad una media di 6 ‐ 7 m2 al secondo. Le nuove stime confermano la perdita prevalente di aree agricole colti‐ vate (60%), urbane (22%) e di terre natu‐ rali vegetali e non (19%). Stiamo cemen‐ tificando anche alcuni tra i terreni più produttivi al mondo, come la Pianura Padana, dove il consumo è salito al 12%. Ancora, in un solo anno, oltre 100.000 persone hanno perso la possibilità di alimentarsi con prodotti di qualità italia‐ ni. Sono le periferie e le aree a bassa densità le zone in cui il consumo è cre‐ sciuto più velocemente. Le città conti‐ nuano ad espandersi disordinatamente

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Consumo del suolo: ISPRA mette on line tutti i numeri (sprawl urbano), esponendosi sempre di più al rischio idrogeologico. Nella classifica delle re‐ gioni ‘più consumate’ si confermano al primo posto Lombardia e Veneto (intorno al 10%), mentre alla Liguria vanno le maglie nere della copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%), della percentuale di suolo consu‐ mato entro i 150 metri dai corpi idrici e quella delle aree a pericolosità idraulica, ormai imper‐ meabilizzate (il 30%).

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RELOADER Magazine - Maggio 2015

Percorsi Evolutivi per le Persone e le Organizzazioni

Apprendere da ciò che accade mentre accade di Fabio Cortese Perché l'approccio integrale? La realtà si tra‐ sforma così velocemente che le distanze tra passato, presente e futuro tendono ad azze‐ rarsi. In questa situazione ogni soluzione appe‐ na collaudata potrebbe rivelarsi inadeguata al nuovo che avanza. Sapevamo già che non esi‐ ste alternativa al cambiamento, e ora abbiamo anche la consapevolezza che non lo possiamo governare ma bensì solo assecondare. Diventa quindi indispensabile comprendere come rein‐ terpretare continuativamente la realtà e, so‐ prattutto, come “cavalcarla” efficacemente in tempo reale. Le abilità necessarie per questa sfida sono già a nostra disposizione, e sono nascoste negli interstizi della nostra vita, all’interno delle nostre esperienze. Si tratta di un Sapere implicito, sottile, che appartiene alla nostra “essenza originaria”, spesso invisibile al nostro pensiero logico, che possiamo ricono‐ scere e valorizzare tramite il nostro lato intuiti‐ vo, emozionale, in quanto opera per immagini, impulsi, simboli. L’approccio integrale “lavora” contemporaneamente sui tre livelli di coscien‐ za razionale‐fisico‐emozionale, e questo ci per‐

zen-stone_pomodorozen

www.fabiocortese.it mette di recuperare senso, verità, risorse e ta‐ lenti nativi e per questo molto potenti. Questa Esperienza, generata attraverso meto‐ dologie interattive, ci aiuta a “fare nostro” il nuovo comportamento e ci orienta verso o‐ biettivi sostenibili e armonici con il nostro mi‐ gliore futuro possibile. In questo spazio ripren‐ diamo confidenza con quell’intelligenza siste‐ mica, intuitiva ed adattiva capace di farci guar‐ dare la realtà attraverso “nuovi occhi” e di ela‐ borare visioni inedite e generative. Anche le organizzazioni, in quanto organismi viventi, possono sviluppare il proprio potenziale mi‐ gliorando le proprie abilità di riconoscere, valo‐ rizzare e integrare le proprie bio‐diversità (i diversi talenti/risorse di ciascun singolo mem‐ bro di cui sono composte). Queste abilità sono quelle “sottili”, chiamate anche trasversali o intangibles, e sono quelle che rendono possibi‐ le l’armonizzazione, e lo sviluppo, dei processi relazionali (interno‐esterno). Quando c’è inte‐ grazione tra i diversi intenti, e le diverse modalità di agirli, nasce un più forte senso di appartenenza, una migliore Visione del futuro ed una più poten‐ te motivazione a “vivere” la propria Missione nel mondo. A queste condi‐ zioni le singole persone, e le organiz‐ zazioni stesse di cui fanno parte, accre‐ scono la propria intelligenza sistemica e, al contempo, la propria plasticità e resilienza.


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uasi il 20% della fascia costiera italiana ‐ oltre 500km2 cioè l'equivalente dell'in‐ tera costa sarda, è perso ormai irrimediabil‐ mente. E’stato impermeabilizzato il 19,4% di suolo compreso tra 0‐300 metri di distanza dalla costa e quasi e il 16% compreso tra i 300‐ 1000 metri. Spazzati via anche 34.000 ettari all'interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Il cemento è davvero andato oltre, inva‐ dendo persino il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza ele‐ vata, zone umide). A mappare lo stivale della “copertura artificia‐ le” è l'ISPRA che, grazie alla cartografia ad al‐ tissima risoluzione, nel suo Rapporto sul Con‐ sumo di Suolo 2015 ‐ presentato a Milano, nel corso del convegno collaterale all'EXPO2015 “Recuperiamo Terreno” ‐ utilizza nuovi dati, aggiorna i precedenti e completa il quadro nazionale con quelli di regioni, province e comuni, senza trascurare coste, suolo lungo laghi e fiumi e aree a pericolosità idraulica. L'Italia del 2014 perde ancora terreno, anche se più len‐ tamente: le stime portano al 7% la per‐ centuale di suolo direttamente imper‐ meabilizzato (il 158% in più rispetto agli anni '50) e oltre il 50% il territorio che, anche se non direttamente coinvolto, ne subisce gli impatti devastanti. Rallen‐ ta la velocità di consumo tra il 2008 e il 2013 e viaggia ad una media di 6 ‐ 7 m2 al secondo. Le nuove stime confermano la perdita prevalente di aree agricole colti‐ vate (60%), urbane (22%) e di terre natu‐ rali vegetali e non (19%). Stiamo cemen‐ tificando anche alcuni tra i terreni più produttivi al mondo, come la Pianura Padana, dove il consumo è salito al 12%. Ancora, in un solo anno, oltre 100.000 persone hanno perso la possibilità di alimentarsi con prodotti di qualità italia‐ ni. Sono le periferie e le aree a bassa densità le zone in cui il consumo è cre‐ sciuto più velocemente. Le città conti‐ nuano ad espandersi disordinatamente

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Consumo del suolo: ISPRA mette on line tutti i numeri (sprawl urbano), esponendosi sempre di più al rischio idrogeologico. Nella classifica delle re‐ gioni ‘più consumate’ si confermano al primo posto Lombardia e Veneto (intorno al 10%), mentre alla Liguria vanno le maglie nere della copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%), della percentuale di suolo consu‐ mato entro i 150 metri dai corpi idrici e quella delle aree a pericolosità idraulica, ormai imper‐ meabilizzate (il 30%).

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Percorsi Evolutivi per le Persone e le Organizzazioni

Apprendere da ciò che accade mentre accade di Fabio Cortese Perché l'approccio integrale? La realtà si tra‐ sforma così velocemente che le distanze tra passato, presente e futuro tendono ad azze‐ rarsi. In questa situazione ogni soluzione appe‐ na collaudata potrebbe rivelarsi inadeguata al nuovo che avanza. Sapevamo già che non esi‐ ste alternativa al cambiamento, e ora abbiamo anche la consapevolezza che non lo possiamo governare ma bensì solo assecondare. Diventa quindi indispensabile comprendere come rein‐ terpretare continuativamente la realtà e, so‐ prattutto, come “cavalcarla” efficacemente in tempo reale. Le abilità necessarie per questa sfida sono già a nostra disposizione, e sono nascoste negli interstizi della nostra vita, all’interno delle nostre esperienze. Si tratta di un Sapere implicito, sottile, che appartiene alla nostra “essenza originaria”, spesso invisibile al nostro pensiero logico, che possiamo ricono‐ scere e valorizzare tramite il nostro lato intuiti‐ vo, emozionale, in quanto opera per immagini, impulsi, simboli. L’approccio integrale “lavora” contemporaneamente sui tre livelli di coscien‐ za razionale‐fisico‐emozionale, e questo ci per‐

zen-stone_pomodorozen

www.fabiocortese.it mette di recuperare senso, verità, risorse e ta‐ lenti nativi e per questo molto potenti. Questa Esperienza, generata attraverso meto‐ dologie interattive, ci aiuta a “fare nostro” il nuovo comportamento e ci orienta verso o‐ biettivi sostenibili e armonici con il nostro mi‐ gliore futuro possibile. In questo spazio ripren‐ diamo confidenza con quell’intelligenza siste‐ mica, intuitiva ed adattiva capace di farci guar‐ dare la realtà attraverso “nuovi occhi” e di ela‐ borare visioni inedite e generative. Anche le organizzazioni, in quanto organismi viventi, possono sviluppare il proprio potenziale mi‐ gliorando le proprie abilità di riconoscere, valo‐ rizzare e integrare le proprie bio‐diversità (i diversi talenti/risorse di ciascun singolo mem‐ bro di cui sono composte). Queste abilità sono quelle “sottili”, chiamate anche trasversali o intangibles, e sono quelle che rendono possibi‐ le l’armonizzazione, e lo sviluppo, dei processi relazionali (interno‐esterno). Quando c’è inte‐ grazione tra i diversi intenti, e le diverse modalità di agirli, nasce un più forte senso di appartenenza, una migliore Visione del futuro ed una più poten‐ te motivazione a “vivere” la propria Missione nel mondo. A queste condi‐ zioni le singole persone, e le organiz‐ zazioni stesse di cui fanno parte, accre‐ scono la propria intelligenza sistemica e, al contempo, la propria plasticità e resilienza.


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Maggio 2015

Vito la Forgia ‐ ambiente‐rifiuti.com Ambiente & Rifiuti – Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti

Quale modo migliore per iniziare a scri‐ vere un articolo basato su quello che il SISTRI ci porterà nel futuro? A quanti siano al passo con la vicenda SISTRI non sarà sfuggita la notizia abba‐ stanza recente secondo la quale il 15 A‐ prile 2015 si è tenuto un tavolo tecnico tra Ministero dell’Ambiente, Consip, e i rappresentanti del tavolo tecnico di concertazione e monitoraggio del SI‐ STRI per decidere cosa fare del Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti. Sul sito Consip è possibile ritrovare una presentazione in power point che racchiude le propo‐

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ste evolutive del sistema. Prima di ad‐ dentrarci nei meandri delle proposte evolutive e della consultazione pubbli‐ ca, che ricordiamo è scaduta il 4 Maggio 2015, rivediamo un attimo cosa sta ac‐ cadendo in questo momento nel mon‐ do degli operatori dei rifiuti. Attualmente sul fronte delle sanzioni sappiamo che sono in vigore quelle per omessa iscrizione e mancato pagamen‐ to del contributo SISTRI, ciò vuol dire che quanti siano obbligati ad iscriversi al SISTRI e non lo facciano sono esposti a sanzione in caso di controllo, ed idem

dicasi per quanti sono iscritti e non versano il contributo annuale. Ricordiamo inoltre che nel corso del 2015 i soggetti obbligati si son trovati di fronte a dover versare nell’arco di pochissimo tempo, 4 mesi, sia gli oneri di iscrizione per l’anno 2014 che quelli per l’anno 2015 (30 aprile 2015). Ciò vuol dire che il mostro informatico, che un gestionale non è (e non lo potreb‐ be essere per come è stato pro‐ grammato e per quelle che sono le intenzioni del legislatore) pre‐ tende dalle imprese e dagli enti il versamento della quota di iscrizio‐ ne, meglio conosciuto come con‐ tributo, per il solo fatto di esiste‐ re. Ed è così perché le sanzioni per scorretta gestione, o meglio per mancata gestione del SISTRI, sono sospese fino al 31 dicembre 2015 periodo durante il quale vige il già meglio conosciuto “doppio bina‐ rio” ossia la tenuta contempora‐ nea del registro di carico e scarico, formulari di identificazione rifiuti, registro cronologico SISTRI, sche‐ de di movimentazione SISTRI. Doppio binario che ad oggi rap‐ presenta sostanzialmente si un periodo di sperimentazione, ma anche una notevole perdita di tempo per gli operatori del setto‐ re che movimentano ogni giorno decine e decina di formulari (e quindi anche di schede di movi‐ mentazione SISTRI). Certamente è

RELOADER Magazine Inserto n.5/2015

stato interessante e ben accolto il ridimensionamento del SISTRI ai soli rifiuti pericolosi ma pare ridi‐ colo voler continuare a mantene‐ re in piedi un sistema informatico fallace che di fatto, grazie a tutte le eccezioni introdotte, non trac‐ cia praticamente nulla. Inoltre è doveroso ricordare a tutti che le sanzioni attualmente vigenti sono quelle relative alla corretta tenuta del registro di carico e scarico e dei formulari di identificazione ri‐ fiuti. Sicuramente manca una pre‐ sa di coscienza su cosa si intende per tracciabilità dei rifiuti e che co‐ sa si intende per sistema efficiente ed a basso costo di tenuta dei do‐ cumenti. Ad oggi ciò che ravviso sul SISTRI è solo un incremento della documentazione cartacea,


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Vito la Forgia ‐ ambiente‐rifiuti.com Ambiente & Rifiuti – Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti

Quale modo migliore per iniziare a scri‐ vere un articolo basato su quello che il SISTRI ci porterà nel futuro? A quanti siano al passo con la vicenda SISTRI non sarà sfuggita la notizia abba‐ stanza recente secondo la quale il 15 A‐ prile 2015 si è tenuto un tavolo tecnico tra Ministero dell’Ambiente, Consip, e i rappresentanti del tavolo tecnico di concertazione e monitoraggio del SI‐ STRI per decidere cosa fare del Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti. Sul sito Consip è possibile ritrovare una presentazione in power point che racchiude le propo‐

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ste evolutive del sistema. Prima di ad‐ dentrarci nei meandri delle proposte evolutive e della consultazione pubbli‐ ca, che ricordiamo è scaduta il 4 Maggio 2015, rivediamo un attimo cosa sta ac‐ cadendo in questo momento nel mon‐ do degli operatori dei rifiuti. Attualmente sul fronte delle sanzioni sappiamo che sono in vigore quelle per omessa iscrizione e mancato pagamen‐ to del contributo SISTRI, ciò vuol dire che quanti siano obbligati ad iscriversi al SISTRI e non lo facciano sono esposti a sanzione in caso di controllo, ed idem

dicasi per quanti sono iscritti e non versano il contributo annuale. Ricordiamo inoltre che nel corso del 2015 i soggetti obbligati si son trovati di fronte a dover versare nell’arco di pochissimo tempo, 4 mesi, sia gli oneri di iscrizione per l’anno 2014 che quelli per l’anno 2015 (30 aprile 2015). Ciò vuol dire che il mostro informatico, che un gestionale non è (e non lo potreb‐ be essere per come è stato pro‐ grammato e per quelle che sono le intenzioni del legislatore) pre‐ tende dalle imprese e dagli enti il versamento della quota di iscrizio‐ ne, meglio conosciuto come con‐ tributo, per il solo fatto di esiste‐ re. Ed è così perché le sanzioni per scorretta gestione, o meglio per mancata gestione del SISTRI, sono sospese fino al 31 dicembre 2015 periodo durante il quale vige il già meglio conosciuto “doppio bina‐ rio” ossia la tenuta contempora‐ nea del registro di carico e scarico, formulari di identificazione rifiuti, registro cronologico SISTRI, sche‐ de di movimentazione SISTRI. Doppio binario che ad oggi rap‐ presenta sostanzialmente si un periodo di sperimentazione, ma anche una notevole perdita di tempo per gli operatori del setto‐ re che movimentano ogni giorno decine e decina di formulari (e quindi anche di schede di movi‐ mentazione SISTRI). Certamente è

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stato interessante e ben accolto il ridimensionamento del SISTRI ai soli rifiuti pericolosi ma pare ridi‐ colo voler continuare a mantene‐ re in piedi un sistema informatico fallace che di fatto, grazie a tutte le eccezioni introdotte, non trac‐ cia praticamente nulla. Inoltre è doveroso ricordare a tutti che le sanzioni attualmente vigenti sono quelle relative alla corretta tenuta del registro di carico e scarico e dei formulari di identificazione ri‐ fiuti. Sicuramente manca una pre‐ sa di coscienza su cosa si intende per tracciabilità dei rifiuti e che co‐ sa si intende per sistema efficiente ed a basso costo di tenuta dei do‐ cumenti. Ad oggi ciò che ravviso sul SISTRI è solo un incremento della documentazione cartacea,


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un allungamento dei tempi di gestione dei rifiuti e dei trasporti, un incremen‐ to dei costi, e tutto ciò va contro quelli che sono da sempre i principi ispiratori del SISTRI che mirava all’eliminazione della documentazione cartacea (oggi i rifiuti viaggiano con 4 copie del formu‐

lario e 2/3 copie della scheda SISTRI), una riduzione dei tempi di gestione dei rifiuti (oggi occorre non solo pre‐ parare formulari, registrare rifiuti sul registro di carico e scarico, ma occorre anche redigere le schede di movimen‐ tazione SISTRI e le schede del registro cronologico), un maggior coinvolgi‐ mento dei produttori di rifiuti che a‐ vrebbero dovuto prendersi le proprie responsabilità in materia (le schede di

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movimentazione SISTRI sono al 90% emesse dai trasportatori di rifiuti che allungano così i loro tempi di gestione ed incrementano i propri costi senza alcuna remunerazione), tracciabilità dei rifiuti pericolosi (ad oggi sono coinvolti solo enti ed imprese con più di 10 dipendenti partendo dall’assunto che chi ha meno di 10 dipendenti pro‐ duca meno rifiuti di altre aziende con più dipendenti). E’ chiaro che qualcosa non ha funzionato ed ancora non fun‐ ziona. Rinviando ad altri articoli sul SI‐ STRI (ritrovabili sul sito ambienterifiu‐ ti.wordpress.com), per tutti gli aspetti non funzionanti di questo sistema, ad‐ dentriamoci ora nella parte propositi‐ va del tavolo tecnico che sembra aver finalmente accolto le richieste degli operatori del settore per rilanciare u‐ na vera tracciabilità dei rifiuti. L’obiettivo del tavolo tecnico era quel‐ lo di individuare la nuova strada da percorrere per ridare vita ad un siste‐ ma di tracciabilità dei rifiuti più evolu‐ to, più in linea con le nuove tecnologie e speriamo meno oneroso per gli ope‐ ratori del settore. Dal documento, li‐ beramente scaricabile dal sito Consip, emerge che entro il 30 giugno 2015, quest’ultimo provvederà a pubblicare una iniziativa di gara europea che avrà come oggetto i seguenti punti:  Presa in carico dell’attuale servizio (al posto di Selex che esce di sce‐ na);  Analisi di dettaglio delle nuove fun‐

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zionalità, tenuto conto anche dei re‐ quisiti proposti dagli stakeholder;  Progettazione e realizzazione del nuovo sistema;  Gestione dei servizi. Tutte queste attività saranno svolte sot‐ to la supervisione del MATTM. Facciamo subito una prima considera‐ zione su quanto appena riportato: 1. Il sistema attualmente vigente verrà completamente demolito? E se si per‐ ché oggi i soggetti obbligati pagano un contributo per un sistema non efficien‐ te e di fatto non utile alla tracciabilità dei rifiuti? 2. Si terranno seriamente in considera‐ zione le proposte degli operatori del settore che tutti i giorni hanno a che fa‐ re con i rifiuti speciali? O ancora una vol‐ ta, come già avvenuto in passato, si farà orecchio da mercante di fronte a tali ri‐ chieste sviluppando un sistema che ha poco a che fare con la realtà quotidia‐ na? 3. Il Ministero dell’Ambiente supervisio‐ nerà l’intero svolgimento delle attività, ma saranno previste delle modifiche all’attuale impianto normativo SISTRI che di fatto richiede una profonda revi‐ sione ed una adesione più coerente con la normativa ambientale più generale? 4.Il Ministero dell’Ambiente ha previsto una totale sostituzione della tracciabili‐ tà dei rifiuti cartacea con quella infor‐ matica? Ad oggi volendo tracciare solo i rifiuti pericolosi attraverso un sistema digitale (quando si andrà a regime do‐

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vrebbero sparire registro di carico e sca‐ rico e formulari per i rifiuti pericolosi) si avrebbe comunque una sorta di doppia gestione in quanto avremmo i rifiuti non pericolosi che saranno tracciati con registro di carico e scarico e formulari di identificazione rifiuti e rifiuti pericolosi che viaggeranno con un sistema digita‐ le. Ciò a parere di chi scrive rende abba‐ stanza confusionaria la gestione poiché non è ipotizzabile che i produttori di ri‐ fiuti si riducano a produrre solo rifiuti non pericolosi o solo rifiuti pericolosi. Vediamo ora quali sono le “linee guida” necessarie per identificare i requisiti funzionali del sistema e proposte mi‐ gliorative. ‐ Sistema orientato alla “tracciabilità dei rifiuti” – ma nulla si dice su come e cosa debba essere tracciato; ‐ Indipendenza del sistema di tracciabi‐ lità dalla verificabilità dei percorsi – pro‐ babilmente è un po’ eccessiva come semplificazione poiché dovendo contra‐ stare le Eco‐mafie è proprio lungo la strada che si verificano i peggiori delitti ambientali; ‐ Semplificazione del modello – sicura‐ mente è necessaria una semplificazione della documentazione da compilare e magari renderla più aderente all’ormai noto formulario di identificazione rifiuti. Le attuali schede SISTRI sono abbastan‐ za confusionarie; ‐ Razionalizzazione del sistema median‐ te l’abbandono delle attuali tecnologie: su questo punto ritengo che tutti gli o‐


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un allungamento dei tempi di gestione dei rifiuti e dei trasporti, un incremen‐ to dei costi, e tutto ciò va contro quelli che sono da sempre i principi ispiratori del SISTRI che mirava all’eliminazione della documentazione cartacea (oggi i rifiuti viaggiano con 4 copie del formu‐

lario e 2/3 copie della scheda SISTRI), una riduzione dei tempi di gestione dei rifiuti (oggi occorre non solo pre‐ parare formulari, registrare rifiuti sul registro di carico e scarico, ma occorre anche redigere le schede di movimen‐ tazione SISTRI e le schede del registro cronologico), un maggior coinvolgi‐ mento dei produttori di rifiuti che a‐ vrebbero dovuto prendersi le proprie responsabilità in materia (le schede di

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movimentazione SISTRI sono al 90% emesse dai trasportatori di rifiuti che allungano così i loro tempi di gestione ed incrementano i propri costi senza alcuna remunerazione), tracciabilità dei rifiuti pericolosi (ad oggi sono coinvolti solo enti ed imprese con più di 10 dipendenti partendo dall’assunto che chi ha meno di 10 dipendenti pro‐ duca meno rifiuti di altre aziende con più dipendenti). E’ chiaro che qualcosa non ha funzionato ed ancora non fun‐ ziona. Rinviando ad altri articoli sul SI‐ STRI (ritrovabili sul sito ambienterifiu‐ ti.wordpress.com), per tutti gli aspetti non funzionanti di questo sistema, ad‐ dentriamoci ora nella parte propositi‐ va del tavolo tecnico che sembra aver finalmente accolto le richieste degli operatori del settore per rilanciare u‐ na vera tracciabilità dei rifiuti. L’obiettivo del tavolo tecnico era quel‐ lo di individuare la nuova strada da percorrere per ridare vita ad un siste‐ ma di tracciabilità dei rifiuti più evolu‐ to, più in linea con le nuove tecnologie e speriamo meno oneroso per gli ope‐ ratori del settore. Dal documento, li‐ beramente scaricabile dal sito Consip, emerge che entro il 30 giugno 2015, quest’ultimo provvederà a pubblicare una iniziativa di gara europea che avrà come oggetto i seguenti punti:  Presa in carico dell’attuale servizio (al posto di Selex che esce di sce‐ na);  Analisi di dettaglio delle nuove fun‐

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zionalità, tenuto conto anche dei re‐ quisiti proposti dagli stakeholder;  Progettazione e realizzazione del nuovo sistema;  Gestione dei servizi. Tutte queste attività saranno svolte sot‐ to la supervisione del MATTM. Facciamo subito una prima considera‐ zione su quanto appena riportato: 1. Il sistema attualmente vigente verrà completamente demolito? E se si per‐ ché oggi i soggetti obbligati pagano un contributo per un sistema non efficien‐ te e di fatto non utile alla tracciabilità dei rifiuti? 2. Si terranno seriamente in considera‐ zione le proposte degli operatori del settore che tutti i giorni hanno a che fa‐ re con i rifiuti speciali? O ancora una vol‐ ta, come già avvenuto in passato, si farà orecchio da mercante di fronte a tali ri‐ chieste sviluppando un sistema che ha poco a che fare con la realtà quotidia‐ na? 3. Il Ministero dell’Ambiente supervisio‐ nerà l’intero svolgimento delle attività, ma saranno previste delle modifiche all’attuale impianto normativo SISTRI che di fatto richiede una profonda revi‐ sione ed una adesione più coerente con la normativa ambientale più generale? 4.Il Ministero dell’Ambiente ha previsto una totale sostituzione della tracciabili‐ tà dei rifiuti cartacea con quella infor‐ matica? Ad oggi volendo tracciare solo i rifiuti pericolosi attraverso un sistema digitale (quando si andrà a regime do‐

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vrebbero sparire registro di carico e sca‐ rico e formulari per i rifiuti pericolosi) si avrebbe comunque una sorta di doppia gestione in quanto avremmo i rifiuti non pericolosi che saranno tracciati con registro di carico e scarico e formulari di identificazione rifiuti e rifiuti pericolosi che viaggeranno con un sistema digita‐ le. Ciò a parere di chi scrive rende abba‐ stanza confusionaria la gestione poiché non è ipotizzabile che i produttori di ri‐ fiuti si riducano a produrre solo rifiuti non pericolosi o solo rifiuti pericolosi. Vediamo ora quali sono le “linee guida” necessarie per identificare i requisiti funzionali del sistema e proposte mi‐ gliorative. ‐ Sistema orientato alla “tracciabilità dei rifiuti” – ma nulla si dice su come e cosa debba essere tracciato; ‐ Indipendenza del sistema di tracciabi‐ lità dalla verificabilità dei percorsi – pro‐ babilmente è un po’ eccessiva come semplificazione poiché dovendo contra‐ stare le Eco‐mafie è proprio lungo la strada che si verificano i peggiori delitti ambientali; ‐ Semplificazione del modello – sicura‐ mente è necessaria una semplificazione della documentazione da compilare e magari renderla più aderente all’ormai noto formulario di identificazione rifiuti. Le attuali schede SISTRI sono abbastan‐ za confusionarie; ‐ Razionalizzazione del sistema median‐ te l’abbandono delle attuali tecnologie: su questo punto ritengo che tutti gli o‐


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peratori siano d’accordo essendoci sul mercato tecnologie migliori a costo più basso e notevolmente più efficaci. ‐ Utilizzo più flessibile ed efficiente an‐ che attraverso l’adozione di tecnologie innovative – non si può non essere d’accordo. Attualmente è necessario essere al passo con la tecnologia e sfruttarla a proprio vantaggio nella quo‐ tidianità. ‐ Introduzione di strumenti di analisi e monitoraggio delle informazioni, anche per rispondere in modo rapido e certo alla Comunità Europea – appare chiaro sotto molti aspetti come il nostro paese sia ancora indietro su come trasmettere determinate informazioni alla Comunità Europea ed il problema non è legato so‐ lo al mondo dei rifiuti. Un monitoraggio in tempo reale o quasi renderebbe tut‐ to più semplice e permetterebbe di in‐ traprendere azioni rapide per contrasta‐ re illeciti. IL MACRO SCHEMA DI FLUSSO DEL PROCESSO Il tavolo tecnico ha elaborato un Macro schema di flusso di quello che dovrebbe rappresentare il nuovo processo. Ana‐ lizziamolo insieme verificando pro e contro: 1. Il produttore e/o il trasporta‐ tore e l’intermediario generano i docu‐ menti relativi al trasporto dei rifiuti ver‐ so gli impianti di destino. Le schede di movimentazione vengono associate ad un ID univoco rilasciato dal SISTRI: sap‐ piamo tutti che oggi il trasportatore e‐ mette formulari e schede SISTRI per conto del produttore, il quale scarica

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“irresponsabilmente” le proprie respon‐ sabilità sugli altri attori della filiera sen‐ za rendersi conto di quali siano le reali conseguenze di questo gesto. Pertanto sarebbe auspicabile far comprendere ai produttori che anche la gestione dei ri‐ fiuti all’interno delle proprie attività quotidiane, al pari della sicurezza sul la‐ voro è importante e obbligatoria e non facoltativa. Attribuire all’intermediario il potere di emettere documenti di trac‐ ciabilità dei rifiuti appare, a parere di chi scrive, fuori luogo in quanto ad oggi l’intermediario normalmente è solo un commerciante che pone in comunica‐ zione produttore con trasportatore ed impianto e molto spesso non partecipa attivamente alla gestione dei rifiuti. 2. La generazione dei documenti di tra‐ sporto può avvenire attraverso sistemi gestionali privati: non si può non essere d’accordo con ciò in quanto, non essen‐ do il SISTRI un “sistema gestionale di rifiuti”, verrebbe a mancare la possibili‐ tà di controllo delle movimentazioni e delle giacenze da parte dei produttori, di trasportatori e di impianti. 3. A chiu‐ sura del ciclo di movimentazione, i dati a consuntivo sono trasmessi al Sistema e sono subito disponibili: sicuramente la trasmissione in tempi reali dei dati rela‐ tivi ai rifiuti accettati in impianto di de‐ stino è una cosa opportuna, che da così a tutti i soggetti coinvolti nella movi‐ mentazione dei rifiuti la certezza della chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. 4. Il destinatario dovrà comunicare i dati

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aggregati per ciascuna tipologia di rifiu‐ to, identificato nel rispetto di una tempi‐ stica definita. Sarà così semplice traccia‐ re l’intero flusso di movimentazione del rifiuto fino all’effettivo smaltimento/ trattamento: si riprende quanto detto poc’anzi, ma sarebbe opportuno anche in questo caso prevedere la tracciabilità dei rifiuti completa e non solo per i peri‐ colosi o magari aggiungendo delle ecce‐ zioni stravaganti. SISTRI Innanzitutto viene proposta una com‐ pleta integrazione SISTRI e sistema ge‐ stionale che, come già detto in prece‐ denza, non è solo auspicabile ma neces‐ LE PRINCIPALI IPOTESI EVOLUTIVE DEL

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saria per una gestione coerente dei rifiu‐ ti. Ricordiamo che ad oggi il SISTRI è ca‐ rente in questo e non è possibile avere a disposizione a video una situazione com‐ pleta dei rifiuti in carico, caricati, scarica‐ ti ecc., ma solo delle videate abbastanza confusionarie. Ad esempio non è possi‐ bile avere a disposizione una situazione aggiornata di tutti i rifiuti con un deter‐ minato codice CER e la loro giacenza no‐ nostante siano presenti dei filtri i quali molto spesso sembrano non funzionare a dovere. Sarebbe inoltre opportuno in‐ trodurre una anagrafica completa degli impianti di stoccaggio e trattamento presenti in Italia con le relative autoriz‐


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peratori siano d’accordo essendoci sul mercato tecnologie migliori a costo più basso e notevolmente più efficaci. ‐ Utilizzo più flessibile ed efficiente an‐ che attraverso l’adozione di tecnologie innovative – non si può non essere d’accordo. Attualmente è necessario essere al passo con la tecnologia e sfruttarla a proprio vantaggio nella quo‐ tidianità. ‐ Introduzione di strumenti di analisi e monitoraggio delle informazioni, anche per rispondere in modo rapido e certo alla Comunità Europea – appare chiaro sotto molti aspetti come il nostro paese sia ancora indietro su come trasmettere determinate informazioni alla Comunità Europea ed il problema non è legato so‐ lo al mondo dei rifiuti. Un monitoraggio in tempo reale o quasi renderebbe tut‐ to più semplice e permetterebbe di in‐ traprendere azioni rapide per contrasta‐ re illeciti. IL MACRO SCHEMA DI FLUSSO DEL PROCESSO Il tavolo tecnico ha elaborato un Macro schema di flusso di quello che dovrebbe rappresentare il nuovo processo. Ana‐ lizziamolo insieme verificando pro e contro: 1. Il produttore e/o il trasporta‐ tore e l’intermediario generano i docu‐ menti relativi al trasporto dei rifiuti ver‐ so gli impianti di destino. Le schede di movimentazione vengono associate ad un ID univoco rilasciato dal SISTRI: sap‐ piamo tutti che oggi il trasportatore e‐ mette formulari e schede SISTRI per conto del produttore, il quale scarica

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“irresponsabilmente” le proprie respon‐ sabilità sugli altri attori della filiera sen‐ za rendersi conto di quali siano le reali conseguenze di questo gesto. Pertanto sarebbe auspicabile far comprendere ai produttori che anche la gestione dei ri‐ fiuti all’interno delle proprie attività quotidiane, al pari della sicurezza sul la‐ voro è importante e obbligatoria e non facoltativa. Attribuire all’intermediario il potere di emettere documenti di trac‐ ciabilità dei rifiuti appare, a parere di chi scrive, fuori luogo in quanto ad oggi l’intermediario normalmente è solo un commerciante che pone in comunica‐ zione produttore con trasportatore ed impianto e molto spesso non partecipa attivamente alla gestione dei rifiuti. 2. La generazione dei documenti di tra‐ sporto può avvenire attraverso sistemi gestionali privati: non si può non essere d’accordo con ciò in quanto, non essen‐ do il SISTRI un “sistema gestionale di rifiuti”, verrebbe a mancare la possibili‐ tà di controllo delle movimentazioni e delle giacenze da parte dei produttori, di trasportatori e di impianti. 3. A chiu‐ sura del ciclo di movimentazione, i dati a consuntivo sono trasmessi al Sistema e sono subito disponibili: sicuramente la trasmissione in tempi reali dei dati rela‐ tivi ai rifiuti accettati in impianto di de‐ stino è una cosa opportuna, che da così a tutti i soggetti coinvolti nella movi‐ mentazione dei rifiuti la certezza della chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. 4. Il destinatario dovrà comunicare i dati

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aggregati per ciascuna tipologia di rifiu‐ to, identificato nel rispetto di una tempi‐ stica definita. Sarà così semplice traccia‐ re l’intero flusso di movimentazione del rifiuto fino all’effettivo smaltimento/ trattamento: si riprende quanto detto poc’anzi, ma sarebbe opportuno anche in questo caso prevedere la tracciabilità dei rifiuti completa e non solo per i peri‐ colosi o magari aggiungendo delle ecce‐ zioni stravaganti. SISTRI Innanzitutto viene proposta una com‐ pleta integrazione SISTRI e sistema ge‐ stionale che, come già detto in prece‐ denza, non è solo auspicabile ma neces‐ LE PRINCIPALI IPOTESI EVOLUTIVE DEL

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saria per una gestione coerente dei rifiu‐ ti. Ricordiamo che ad oggi il SISTRI è ca‐ rente in questo e non è possibile avere a disposizione a video una situazione com‐ pleta dei rifiuti in carico, caricati, scarica‐ ti ecc., ma solo delle videate abbastanza confusionarie. Ad esempio non è possi‐ bile avere a disposizione una situazione aggiornata di tutti i rifiuti con un deter‐ minato codice CER e la loro giacenza no‐ nostante siano presenti dei filtri i quali molto spesso sembrano non funzionare a dovere. Sarebbe inoltre opportuno in‐ trodurre una anagrafica completa degli impianti di stoccaggio e trattamento presenti in Italia con le relative autoriz‐


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zazioni. Ad oggi sappiamo che i traspor‐ tatori sono tutti indicizzati grazie all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che ha svolto un profondo lavoro di re‐ visione dei propri sistemi divenendo, a parere di chi scrive, uno dei pochi siti internet istituzionali funzionanti ed ag‐ giornati, ma per quanto riguarda gli im‐ pianti non c’è nulla del genere e sicura‐ mente poter avere a disposizione una banca dati con tutte le anagrafiche e le relative autorizzazioni degli impianti sa‐ rebbe cosa molto gradita a tutti gli atto‐ ri della filiera dei rifiuti. Tra le altre pro‐ poste evolutive del sistema ritroviamo la possibilità di compilare il registro cro‐

nologico e le schede di movimentazione SISTRI in modalità off‐line, il che dareb‐ be la possibilità di poter lavorare anche quando non si ha a disposizione un ac‐ cesso internet. Sono inoltre previste delle semplificazioni, alcune delle quali già accennate in precedenza e che si ri‐ portano qui di seguito:  Riproduzione della struttura di un formulario;  Introduzione di template precompila‐ ti: sarebbe necessario comprendere che cosa si intende di preciso;  Semplificazione delle maschere uten‐ te: assolutamente necessarie;  Possibilità di compilazione della sche‐





da di movimentazione del produttore da parte del trasportatore: ad oggi già presente ma con una serie di bug di non poco conto; Possibilità di unificazione del registro cronologico per unità locale: sarebbe opportuno spiegare meglio cosa si intende di preciso; Implementazione della funzione di collegamento tra targa del mezzo di trasporto e le schede di movimenta‐ zione associate: sarebbe opportuno spiegare meglio cosa si intende dato che, ad oggi, è già possibile seleziona‐ re la targa del mezzo di trasporto in fase di compilazione di una scheda SISTRI; Sostituzione delle black box con stru‐ menti di mercato ad esempio i nuovi tachigrafi digitali: ciò renderebbe in‐ nanzitutto superato il problema lega‐

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

to alle USIM da inserire all’interno delle black box (costo per i trasporta‐ tori) le quali sono anche datate come tecnologie e soggette a facili danneg‐ giamenti nel corso della loro vita uti‐ le. Chi scrive però proporrebbe dei semplici rilevatori GPS che permetta‐ no di comprendere quale percorso seguano gli automezzi, così da poter ricostruire sempre un viaggio di rifiu‐ ti. Oggi sul mercato sono già presenti soluzioni di questo tipo e molte a‐ ziende di trasporto ne sono già dota‐ te. Sostituzione delle chiavette USB e valutazione dell’utilizzo, ove necessa‐ rio dei certificati virtuali/one time password per la firma: non si com‐ prende come mai non si opti per un semplice sistema di credenziali da in‐ serire nel sistema anziché ricorrere


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zazioni. Ad oggi sappiamo che i traspor‐ tatori sono tutti indicizzati grazie all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che ha svolto un profondo lavoro di re‐ visione dei propri sistemi divenendo, a parere di chi scrive, uno dei pochi siti internet istituzionali funzionanti ed ag‐ giornati, ma per quanto riguarda gli im‐ pianti non c’è nulla del genere e sicura‐ mente poter avere a disposizione una banca dati con tutte le anagrafiche e le relative autorizzazioni degli impianti sa‐ rebbe cosa molto gradita a tutti gli atto‐ ri della filiera dei rifiuti. Tra le altre pro‐ poste evolutive del sistema ritroviamo la possibilità di compilare il registro cro‐

nologico e le schede di movimentazione SISTRI in modalità off‐line, il che dareb‐ be la possibilità di poter lavorare anche quando non si ha a disposizione un ac‐ cesso internet. Sono inoltre previste delle semplificazioni, alcune delle quali già accennate in precedenza e che si ri‐ portano qui di seguito:  Riproduzione della struttura di un formulario;  Introduzione di template precompila‐ ti: sarebbe necessario comprendere che cosa si intende di preciso;  Semplificazione delle maschere uten‐ te: assolutamente necessarie;  Possibilità di compilazione della sche‐

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da di movimentazione del produttore da parte del trasportatore: ad oggi già presente ma con una serie di bug di non poco conto; Possibilità di unificazione del registro cronologico per unità locale: sarebbe opportuno spiegare meglio cosa si intende di preciso; Implementazione della funzione di collegamento tra targa del mezzo di trasporto e le schede di movimenta‐ zione associate: sarebbe opportuno spiegare meglio cosa si intende dato che, ad oggi, è già possibile seleziona‐ re la targa del mezzo di trasporto in fase di compilazione di una scheda SISTRI; Sostituzione delle black box con stru‐ menti di mercato ad esempio i nuovi tachigrafi digitali: ciò renderebbe in‐ nanzitutto superato il problema lega‐

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to alle USIM da inserire all’interno delle black box (costo per i trasporta‐ tori) le quali sono anche datate come tecnologie e soggette a facili danneg‐ giamenti nel corso della loro vita uti‐ le. Chi scrive però proporrebbe dei semplici rilevatori GPS che permetta‐ no di comprendere quale percorso seguano gli automezzi, così da poter ricostruire sempre un viaggio di rifiu‐ ti. Oggi sul mercato sono già presenti soluzioni di questo tipo e molte a‐ ziende di trasporto ne sono già dota‐ te. Sostituzione delle chiavette USB e valutazione dell’utilizzo, ove necessa‐ rio dei certificati virtuali/one time password per la firma: non si com‐ prende come mai non si opti per un semplice sistema di credenziali da in‐ serire nel sistema anziché ricorrere


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continuamente a strumenti di questo tipo, che sono soggetti a danneggia‐ menti o malfunzionamenti e che re‐ cherebbero danni di non poco conto ai soggetti coinvolti. Inoltre la forni‐ tura di questi dispositivi rappresenta un ulteriore onere per i suddetti sog‐ getti i quali sono già gravati da altri oneri;  Compatibilità del sistema con i princi‐ pali sistemi operativi e browser: si po‐ trebbe pensare fosse inutile sottoli‐ nearlo dato che oggi qualsiasi siste‐ ma digitale si voglia implementare deve essere compatibile con tutti i sistemi operativi e browser o non a‐ vrebbe mercato;  Possibilità di implementare una App che permetterà di accedere al siste‐ ma ed inserire informazioni ed anno‐ tazioni: ciò sarebbe di notevole aiuto in fase di trasporto quando i condu‐ centi non hanno fisicamente accesso ad un PC. Che fosse necessaria una profonda revi‐ sione del sistema SISTRI era ormai noto a tutti gli operatori del settore, visto che quotidianamente devono accedere al sistema per poter gestire i rifiuti peri‐ colosi. Ciò che però andrebbe sottoline‐ ato nelle future innovazioni di questo sistema è la possibilità di poter realmen‐ te trasferire su un sistema interamente digitale l’intera gestione dei rifiuti, siano essi pericolosi, non pericolosi, speciali ed urbani. Continuare a pensare di po‐ ter avere a disposizione un sistema che

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adotti delle eccezioni per particolari soggetti potrebbe essere deleterio in quanto si andrebbe ad eliminare la trac‐ ciabilità di rifiuti per questi soggetti par‐ ticolari. D’altro canto però sarebbe op‐ portuno pensare ad un nuovo sistema di tracciabilità che non aggiunga compli‐ cazioni per nessuno e che magari renda più snella la gestione dei rifiuti. Ciò a cui abbiamo assistito in questi anni di continue mutazioni del SISTRI è la prova della non comprensione da parte di chi avrebbe dovuto di quali siano le reali modalità con le quali i rifiuti vengo‐ no gestiti ogni giorno, e ciò che ne è di‐ sceso è un sistema pachidermico che ha subito notevoli ridimensionamenti a di‐ scapito però della tracciabilità stessa dei rifiuti. Se da un lato infatti alcuni

soggetti hanno potuto beneficiare dell’esclusione dal SISTRI, dall’altra si è ottenuta una crescente confusione per tutti gli altri. Infatti molti rifiuti pericolo‐ si ad oggi non sono tracciati in quanto si è pensato di usare come metro di misu‐ ra per l’esclusione, il numero di dipen‐

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denti anziché le quantità prodotte di rifiuti pericolosi; produttori, impianti e trasportatori sono oggi costretti a te‐ nere una doppia documentazione con incremento dei tempi di registrazione della documentazione e se il SISTRI continuerà ad evolversi per i soli rifiuti pericolosi ciò che si avrà è un continuo doppio binario dove la parte cartacea sarà dedicata ai rifiuti non pericolosi e quella digitale ai rifiuti pericolosi. Inuti‐ le sottolineare quali saranno le conse‐ guenze di tutto ciò a livello gestionale nelle imprese. Ciò che andrebbe fatto è pensare in termini più semplici alla trac‐ ciabilità dei rifiuti verificando sul campo cosa fanno tutti i giorni le imprese coin‐ volte nella gestione dei rifiuti, così da poter sviluppare un sistema davvero innovativo, a basso costo, ma che sia in grado di combaciare con le quotidiane azioni che tutti i soggetti coinvolti dal‐ la filiera dei rifiuti compiono. Proba‐ bilmente all’inizio si è pensato di realiz‐ zare un sistema al quale fossero gli at‐ tori a doversi adattare anziché il con‐ trario, senza tener conto che le azioni

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compiute dagli attori della filiera sono dettate dalle attuali normative ambien‐ tali. Ciò che si è ottenuto in questa pri‐ ma fase di vita del SISTRI è stato invece un voler adattare la normativa ambien‐ tale e le azioni dei soggetti coinvolti al‐ la struttura informatica, rendendo ad‐ dirittura necessarie delle modifiche all’impianto normativo affinché fosse possibile procedere. Sicuramente un’analisi più approfondi‐ ta di quelle che sono le reali prospetti‐ ve della futura evoluzione del SISTRI potremo farla tra qualche tempo, quando qualche altro aspetto verrà de‐ lineato meglio e si avrà una visione più chiara della situazione. Per il momento, possiamo solo auspicare che gli anni vissuti fino ad oggi in compagnia del SISTRI siano di insegnamento per rea‐ lizzare un vero sistema digitale di trac‐ ciabilità dei rifiuti, che sia non solo in grado di contrastare i traffici illeciti, ma che non rappresenti un onere per le im‐ prese, le quali ad oggi pagano per un sistema che di funzionale e di significa‐ tivo ha ben poco.

Vito la Forgia


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continuamente a strumenti di questo tipo, che sono soggetti a danneggia‐ menti o malfunzionamenti e che re‐ cherebbero danni di non poco conto ai soggetti coinvolti. Inoltre la forni‐ tura di questi dispositivi rappresenta un ulteriore onere per i suddetti sog‐ getti i quali sono già gravati da altri oneri;  Compatibilità del sistema con i princi‐ pali sistemi operativi e browser: si po‐ trebbe pensare fosse inutile sottoli‐ nearlo dato che oggi qualsiasi siste‐ ma digitale si voglia implementare deve essere compatibile con tutti i sistemi operativi e browser o non a‐ vrebbe mercato;  Possibilità di implementare una App che permetterà di accedere al siste‐ ma ed inserire informazioni ed anno‐ tazioni: ciò sarebbe di notevole aiuto in fase di trasporto quando i condu‐ centi non hanno fisicamente accesso ad un PC. Che fosse necessaria una profonda revi‐ sione del sistema SISTRI era ormai noto a tutti gli operatori del settore, visto che quotidianamente devono accedere al sistema per poter gestire i rifiuti peri‐ colosi. Ciò che però andrebbe sottoline‐ ato nelle future innovazioni di questo sistema è la possibilità di poter realmen‐ te trasferire su un sistema interamente digitale l’intera gestione dei rifiuti, siano essi pericolosi, non pericolosi, speciali ed urbani. Continuare a pensare di po‐ ter avere a disposizione un sistema che

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adotti delle eccezioni per particolari soggetti potrebbe essere deleterio in quanto si andrebbe ad eliminare la trac‐ ciabilità di rifiuti per questi soggetti par‐ ticolari. D’altro canto però sarebbe op‐ portuno pensare ad un nuovo sistema di tracciabilità che non aggiunga compli‐ cazioni per nessuno e che magari renda più snella la gestione dei rifiuti. Ciò a cui abbiamo assistito in questi anni di continue mutazioni del SISTRI è la prova della non comprensione da parte di chi avrebbe dovuto di quali siano le reali modalità con le quali i rifiuti vengo‐ no gestiti ogni giorno, e ciò che ne è di‐ sceso è un sistema pachidermico che ha subito notevoli ridimensionamenti a di‐ scapito però della tracciabilità stessa dei rifiuti. Se da un lato infatti alcuni

soggetti hanno potuto beneficiare dell’esclusione dal SISTRI, dall’altra si è ottenuta una crescente confusione per tutti gli altri. Infatti molti rifiuti pericolo‐ si ad oggi non sono tracciati in quanto si è pensato di usare come metro di misu‐ ra per l’esclusione, il numero di dipen‐

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denti anziché le quantità prodotte di rifiuti pericolosi; produttori, impianti e trasportatori sono oggi costretti a te‐ nere una doppia documentazione con incremento dei tempi di registrazione della documentazione e se il SISTRI continuerà ad evolversi per i soli rifiuti pericolosi ciò che si avrà è un continuo doppio binario dove la parte cartacea sarà dedicata ai rifiuti non pericolosi e quella digitale ai rifiuti pericolosi. Inuti‐ le sottolineare quali saranno le conse‐ guenze di tutto ciò a livello gestionale nelle imprese. Ciò che andrebbe fatto è pensare in termini più semplici alla trac‐ ciabilità dei rifiuti verificando sul campo cosa fanno tutti i giorni le imprese coin‐ volte nella gestione dei rifiuti, così da poter sviluppare un sistema davvero innovativo, a basso costo, ma che sia in grado di combaciare con le quotidiane azioni che tutti i soggetti coinvolti dal‐ la filiera dei rifiuti compiono. Proba‐ bilmente all’inizio si è pensato di realiz‐ zare un sistema al quale fossero gli at‐ tori a doversi adattare anziché il con‐ trario, senza tener conto che le azioni

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compiute dagli attori della filiera sono dettate dalle attuali normative ambien‐ tali. Ciò che si è ottenuto in questa pri‐ ma fase di vita del SISTRI è stato invece un voler adattare la normativa ambien‐ tale e le azioni dei soggetti coinvolti al‐ la struttura informatica, rendendo ad‐ dirittura necessarie delle modifiche all’impianto normativo affinché fosse possibile procedere. Sicuramente un’analisi più approfondi‐ ta di quelle che sono le reali prospetti‐ ve della futura evoluzione del SISTRI potremo farla tra qualche tempo, quando qualche altro aspetto verrà de‐ lineato meglio e si avrà una visione più chiara della situazione. Per il momento, possiamo solo auspicare che gli anni vissuti fino ad oggi in compagnia del SISTRI siano di insegnamento per rea‐ lizzare un vero sistema digitale di trac‐ ciabilità dei rifiuti, che sia non solo in grado di contrastare i traffici illeciti, ma che non rappresenti un onere per le im‐ prese, le quali ad oggi pagano per un sistema che di funzionale e di significa‐ tivo ha ben poco.

Vito la Forgia



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