RELOADER Magazine N.89 giugno 2015

Page 1


2

In Primo Piano

Sommario n. 89 - Giugno 2015

RAEE LA RICERCA - I Raggi ultravioletti per facilitare l’estrazione delle terre rare dai RAEE

3

19 miliardi di dollari all’anno perduti per traffici illegali di rifiuti elettronici di M.P.

4

RAPPORTO COBAT 2014 - Un anno di crescita di Mirko Turchetti

5

E n e r g i e r i n n ova b i l i Fotovoltaico: quali incentivi?

di A. Bianchini

7

Storie di riciclo Maria che decora i mobili facendoli rivivere … di Maria Siricio

9

Ambiente e Società Innovation Union Scoreboard 2015. La misura dell’innovazione in Europa di M.P.

11

Estate, Mare, Spiagge … e Rifiuti e Plastica . E la Biodiversità? di Marina Melissari

13

Quale tipo di intelligenza sviluppare per il futuro? di Fabio Cortese

16

Fabbrica Digitale, Logistica e e-Mobility di Giambattista Gruosso

17

Aprile 2015: salgono del + 6% le emissioni di CO2 dal Trasporto

18

‘Share the Space’: così papere e anatre hanno una corsia tutta per loro in UK

19

Economia Circolare. La Commissione chiede ai cittadini europei di presentare nuove idee

20

Gli Speciali Filosofia e Neuroscienze Quid cogitas? Roberto Vacca

21

Dalle rinnovabili 7,7 milioni di posti di lavoro nel mondo nel 2014 Più di un milione di posti di lavoro nel settore dell’industria per le energie rinnovabili solo nell’ultimo anno. Il dato è fornito da un recen‐ te report dell’IRENA, l’Agenzia In‐ ternazionale per le Energie Rinno‐ vabili. Gli analisti hanno registrato un aumento del tasso di occupa‐ zione nel settore delle rinnovabili del 18% rispetto allo scorso anno, quando si contavano 6,5 milioni di lavoratori. Dal 2010 a oggi i posti di lavoro nella green energy sono raddoppiati. Oggi 5 dei 10 Paesi con i tassi di occupazione più alti del settore si trovano in Asia: Cina, India, Indonesia, Giappone e Ban‐ gladesh. Nel 2014, a causa della riduzione degli incentivi, l’Europa ha invece perso 165 mila posti di lavoro nelle rinnovabili. Nei Paesi dell’Unione Europea e negli Stati Uniti si concentra ora appena il 25% dei posti di lavoro nelle rinno‐ vabili, con un calo del 6% rispetto al 2012. Il primato mondiale spet‐ ta alla Cina con 3,4 milioni di posti di lavoro. In Europa il tasso d’occupazione più alto nelle rinno‐ vabili è quello della Germania che

conta 371.400 posti di lavoro nelle energie pulite. A livello globale a impiegare il maggior numero di persone è l’industria del solare fotovoltaico che conta 2,5 milioni di posti di lavoro. Seguono i bio‐ carburanti a quota 1,8 milioni e l’eolico che quest’anno ha supera‐ to per la prima volta un milione di addetti. Secondo Adnan Z. Amin, direttore generale dell’IRENA, il mercato delle rinnovabili è tra i settori che creano più occupazio‐ ne nel mondo. Anno dopo anno, i posti di lavoro nelle energie pulite aumentano, grazie al calo dei costi delle tecnologie rinnovabili che incrementa la richiesta di persona‐ le qualificato, addetto alla installa‐ zione, alla gestione e alla manu‐ tenzione degli impianti. L’IRENA per i prossimi anni si aspetta un ulteriore incremento di occupazio‐ ne nelle rinnovabili dovuto alla e‐ spansione dei mercati asiatici. Co‐ me spiega Amin: “Se la fetta di energia rinnovabile prodotta nel mondo dovesse raddoppiare, en‐ tro il 2030 si creerebbero oltre 16 milioni di posti di lavoro”.

RELOADER Magazine n. 89 - Giugno 2015 Via di San Giovanni in Laterano 84 - 00184 Roma Fax: +39 06 62.27.05.44

www.reloaderitalia.it info@reloaderitalia.it Tel: +39 06 7049.5320


2

In Primo Piano

Sommario n. 89 - Giugno 2015

RAEE LA RICERCA - I Raggi ultravioletti per facilitare l’estrazione delle terre rare dai RAEE

3

19 miliardi di dollari all’anno perduti per traffici illegali di rifiuti elettronici di M.P.

4

RAPPORTO COBAT 2014 - Un anno di crescita di Mirko Turchetti

5

E n e r g i e r i n n ova b i l i Fotovoltaico: quali incentivi?

di A. Bianchini

7

Storie di riciclo Maria che decora i mobili facendoli rivivere … di Maria Siricio

9

Ambiente e Società Innovation Union Scoreboard 2015. La misura dell’innovazione in Europa di M.P.

11

Estate, Mare, Spiagge … e Rifiuti e Plastica . E la Biodiversità? di Marina Melissari

13

Quale tipo di intelligenza sviluppare per il futuro? di Fabio Cortese

16

Fabbrica Digitale, Logistica e e-Mobility di Giambattista Gruosso

17

Aprile 2015: salgono del + 6% le emissioni di CO2 dal Trasporto

18

‘Share the Space’: così papere e anatre hanno una corsia tutta per loro in UK

19

Economia Circolare. La Commissione chiede ai cittadini europei di presentare nuove idee

20

Gli Speciali Filosofia e Neuroscienze Quid cogitas? Roberto Vacca

21

Dalle rinnovabili 7,7 milioni di posti di lavoro nel mondo nel 2014 Più di un milione di posti di lavoro nel settore dell’industria per le energie rinnovabili solo nell’ultimo anno. Il dato è fornito da un recen‐ te report dell’IRENA, l’Agenzia In‐ ternazionale per le Energie Rinno‐ vabili. Gli analisti hanno registrato un aumento del tasso di occupa‐ zione nel settore delle rinnovabili del 18% rispetto allo scorso anno, quando si contavano 6,5 milioni di lavoratori. Dal 2010 a oggi i posti di lavoro nella green energy sono raddoppiati. Oggi 5 dei 10 Paesi con i tassi di occupazione più alti del settore si trovano in Asia: Cina, India, Indonesia, Giappone e Ban‐ gladesh. Nel 2014, a causa della riduzione degli incentivi, l’Europa ha invece perso 165 mila posti di lavoro nelle rinnovabili. Nei Paesi dell’Unione Europea e negli Stati Uniti si concentra ora appena il 25% dei posti di lavoro nelle rinno‐ vabili, con un calo del 6% rispetto al 2012. Il primato mondiale spet‐ ta alla Cina con 3,4 milioni di posti di lavoro. In Europa il tasso d’occupazione più alto nelle rinno‐ vabili è quello della Germania che

conta 371.400 posti di lavoro nelle energie pulite. A livello globale a impiegare il maggior numero di persone è l’industria del solare fotovoltaico che conta 2,5 milioni di posti di lavoro. Seguono i bio‐ carburanti a quota 1,8 milioni e l’eolico che quest’anno ha supera‐ to per la prima volta un milione di addetti. Secondo Adnan Z. Amin, direttore generale dell’IRENA, il mercato delle rinnovabili è tra i settori che creano più occupazio‐ ne nel mondo. Anno dopo anno, i posti di lavoro nelle energie pulite aumentano, grazie al calo dei costi delle tecnologie rinnovabili che incrementa la richiesta di persona‐ le qualificato, addetto alla installa‐ zione, alla gestione e alla manu‐ tenzione degli impianti. L’IRENA per i prossimi anni si aspetta un ulteriore incremento di occupazio‐ ne nelle rinnovabili dovuto alla e‐ spansione dei mercati asiatici. Co‐ me spiega Amin: “Se la fetta di energia rinnovabile prodotta nel mondo dovesse raddoppiare, en‐ tro il 2030 si creerebbero oltre 16 milioni di posti di lavoro”.

RELOADER Magazine n. 89 - Giugno 2015 Via di San Giovanni in Laterano 84 - 00184 Roma Fax: +39 06 62.27.05.44

www.reloaderitalia.it info@reloaderitalia.it Tel: +39 06 7049.5320


RELOADER Magazine - Giugno 2015

LA RICERCA I Raggi ultravioletti per facilitare l’estrazione delle terre rare dai RAEE Le terre rare sono una serie di elementi della tavola periodica, chiamati così perché i primi furono isolati da ossidi non comuni. In realtà, sulla crosta terreste sono presenti in concen‐ trazioni relativamente elevate, ma sono diffi‐ cili da estrarre. Si tratta di sostanze che ven‐ gono utilizzate nei settori dell’alta tecnologia,

spesso come superconduttori, magneti e ca‐ talizzatori. Proprio per la difficoltà di reperirli si sta cercando sempre di più di recuperarli dagli apparecchi che vengono dismessi per poterli poi riciclare. Finora i metodi utilizzati, soprattutto per l’estrazione di alcuni elemen‐ ti, sono stati complicati, costosi e poco effi‐ cienti. Ora i ricercatori del KU Leuven Depar‐ tment of Chemical Engineering (in Belgio) hanno scoperto un nuovo metodo per l’estrazione di due di questi elementi, europio e ittrio, che usa i raggi ultravioletti invece dei normali solventi. Un metodo più semplice e “pulito”, spiegato in una pubblicazione uscita recentemente sulla rivista Green Chemistry.

4

3

Europio e ittrio possono infatti essere recupe‐ rati dal fosforo rosso, una polvere che viene utilizzata nelle lampade fluorescenti come i tubi al neon. Questo metodo potrebbe allora rappresentare una buona prospettiva per mi‐ gliorare e aumentare il riciclo di lampade fluo‐ rescenti e delle lampadine a basso consumo energetico. Prima di questa scoperta quello che veniva fatto era sciogliere europio ed it‐ trio in una soluzione acida acquosa, alla quale venivano aggiunti un estraente e un solvente. Questo portava alla formazione di due fasi: una acquosa contenente le terre rare, l’altra composta da uno strato di solvente, con l’estraente. Quando le due fasi venivano a

contatto, uno dei due elementi era estratto dal solvente mentre l’altro rimaneva in solu‐ zione. Un processo che doveva essere ripetu‐ to più e più volte per risultare efficiente e che prevedeva l’utilizzo della chimica. Questo nuovo metodo sfrutta invece i raggi UV, come ha spiegato Bart Van den Bogaert, dottoran‐ do presso il KU Leuven: “La luce UV influenza le particelle caricate elettricamente note come ioni. Sia europio che ittrio hanno tre cariche positive per ione. Quando illuminiamo con luce UV la soluzione di europio e ittrio aggiungiamo energia al sistema. Come risultato, una carica positiva per lo ione europio viene neutralizzata. Quando si aggiunge solfato, solo l’europio rea‐

RAEE 19 miliardi di dollari all’anno perduti per traffici illegali di rifiuti elettronici Nel mondo si ricicla solo un sesto dei RAEE: finite in discarica 300 tonn d'oro Nel 2014, nel mondo si sono generati 41,8 mi‐ lioni di tonnellate di rifiuti hi‐tech (rispetto ai 39,8 milioni di tonnellate del 2013), di cui circa 35 sono commerciati illegalmente o conferiti in discariche non a norma. E il problema è de‐ stinato a divenire ancor più consistente, stan‐ do alle stime che proiettano l’e‐waste a 50 mi‐ lioni di tonnellate già entro il 2017. Questo è lo scenario di una gestione sbagliata dei RAEE descritto dal programma ambientale delle Na‐ zioni Unite UNEP nel documento “Waste Cri‐ mes, Waste Risks: Gaps and Challenges In the Waste Sector”. La relazione è stata presentata in anteprima a Ginevra ad aprile in occasione della Conferenza della Parti delle tre principali

gisce con esso. Il risultato è un precipitato che può essere facilmente filtrato, mentre l’ittrio rimane nella soluzione. In tal modo si arriva ad un estrazione di europio al 95%, mentre alla fine del processo si riesce ad estrarre anche un’elevata percentuale di ittrio dal precipitato: ne rimane solo l’1,5%. Tutto questo senza utiliz‐ zare sostanze chimiche nocive.” La ricerca pro‐ segue e il team che ha condotto lo studio pre‐ vede ulteriori miglioramenti nell’efficienza del processo. (Fonte: Green Style) M. P.

Convenzioni mondiali stipulate sul fronte rifiuti: Basilea, Rotterdam e Stoccolma. Dalle pagine emergono dati sconcertanti, tanto dal punto di vista del rischio ambien‐ tale quanto da quello economico: secondo le valutazione dell’INTERPOL, il valore di una tonnellata di rifiuti elettronici si aggira tra i 350 e i 500 dollari, il che vuol dire che la quantità di RAEE gestito illegalmente pos‐ siede un valore tra i 12,5 e i 18,8 miliardi di dollari all’anno. Lo studio sottolinea come la quantità di RAEE finiti in discarica siano l'equivalente di 1 milione e 150mila Tir pieni di ‘e‐waste’ che, messi in fila, formerebbero una coda lunga 23.000 chilometri. In termi‐ ni di volume, i maggiori produttori sono sta‐ ti USA e Cina (entrambi con il 32% della quo‐ ta globale), seguiti da Giappone, Germania e India. Paradossalmente, i valori più alti di rifiuti pro‐capite sono stati registrati nei Pa‐ esi che vantano di avere a cuore l'ambiente: maglia nera alla Norvegia con 28,4 kg di Ra‐ ee per abitante, seguita da Svizzera (26,3 kg) e Islanda (26,1 kg). Il nostro Paese ne ha prodotti 17,6 kg per abitante, mentre il con‐ tinente con la minore quantità di spazzatu‐ ra elettronica pro‐capite è l'Africa, con 1,7 kg per abitante. Nelle discariche dunque finiscono oggetti che contengono metalli preziosi, come ferro, rame, oro e terre rare. Secondo l'Università dell'Onu, se questi materiali fossero stati riciclati, avrebbero prodotto una ricchezza superiore a 52 mi‐ liardi di dollari: nella spazzatura sono finite anche 300 tonnellate d'oro, pari all'11% della produzione mondiale di questo metallo. Senza contare che il mancato riciclo ha inol‐ tre messo a rischio l'ambiente perché nelle discariche sono state gettate 2,2 milioni di tonnellate di materiali pericolosi, tra cui piombo, mercurio, cadmio e cromo. M. P.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

LA RICERCA I Raggi ultravioletti per facilitare l’estrazione delle terre rare dai RAEE Le terre rare sono una serie di elementi della tavola periodica, chiamati così perché i primi furono isolati da ossidi non comuni. In realtà, sulla crosta terreste sono presenti in concen‐ trazioni relativamente elevate, ma sono diffi‐ cili da estrarre. Si tratta di sostanze che ven‐ gono utilizzate nei settori dell’alta tecnologia,

spesso come superconduttori, magneti e ca‐ talizzatori. Proprio per la difficoltà di reperirli si sta cercando sempre di più di recuperarli dagli apparecchi che vengono dismessi per poterli poi riciclare. Finora i metodi utilizzati, soprattutto per l’estrazione di alcuni elemen‐ ti, sono stati complicati, costosi e poco effi‐ cienti. Ora i ricercatori del KU Leuven Depar‐ tment of Chemical Engineering (in Belgio) hanno scoperto un nuovo metodo per l’estrazione di due di questi elementi, europio e ittrio, che usa i raggi ultravioletti invece dei normali solventi. Un metodo più semplice e “pulito”, spiegato in una pubblicazione uscita recentemente sulla rivista Green Chemistry.

4

3

Europio e ittrio possono infatti essere recupe‐ rati dal fosforo rosso, una polvere che viene utilizzata nelle lampade fluorescenti come i tubi al neon. Questo metodo potrebbe allora rappresentare una buona prospettiva per mi‐ gliorare e aumentare il riciclo di lampade fluo‐ rescenti e delle lampadine a basso consumo energetico. Prima di questa scoperta quello che veniva fatto era sciogliere europio ed it‐ trio in una soluzione acida acquosa, alla quale venivano aggiunti un estraente e un solvente. Questo portava alla formazione di due fasi: una acquosa contenente le terre rare, l’altra composta da uno strato di solvente, con l’estraente. Quando le due fasi venivano a

contatto, uno dei due elementi era estratto dal solvente mentre l’altro rimaneva in solu‐ zione. Un processo che doveva essere ripetu‐ to più e più volte per risultare efficiente e che prevedeva l’utilizzo della chimica. Questo nuovo metodo sfrutta invece i raggi UV, come ha spiegato Bart Van den Bogaert, dottoran‐ do presso il KU Leuven: “La luce UV influenza le particelle caricate elettricamente note come ioni. Sia europio che ittrio hanno tre cariche positive per ione. Quando illuminiamo con luce UV la soluzione di europio e ittrio aggiungiamo energia al sistema. Come risultato, una carica positiva per lo ione europio viene neutralizzata. Quando si aggiunge solfato, solo l’europio rea‐

RAEE 19 miliardi di dollari all’anno perduti per traffici illegali di rifiuti elettronici Nel mondo si ricicla solo un sesto dei RAEE: finite in discarica 300 tonn d'oro Nel 2014, nel mondo si sono generati 41,8 mi‐ lioni di tonnellate di rifiuti hi‐tech (rispetto ai 39,8 milioni di tonnellate del 2013), di cui circa 35 sono commerciati illegalmente o conferiti in discariche non a norma. E il problema è de‐ stinato a divenire ancor più consistente, stan‐ do alle stime che proiettano l’e‐waste a 50 mi‐ lioni di tonnellate già entro il 2017. Questo è lo scenario di una gestione sbagliata dei RAEE descritto dal programma ambientale delle Na‐ zioni Unite UNEP nel documento “Waste Cri‐ mes, Waste Risks: Gaps and Challenges In the Waste Sector”. La relazione è stata presentata in anteprima a Ginevra ad aprile in occasione della Conferenza della Parti delle tre principali

gisce con esso. Il risultato è un precipitato che può essere facilmente filtrato, mentre l’ittrio rimane nella soluzione. In tal modo si arriva ad un estrazione di europio al 95%, mentre alla fine del processo si riesce ad estrarre anche un’elevata percentuale di ittrio dal precipitato: ne rimane solo l’1,5%. Tutto questo senza utiliz‐ zare sostanze chimiche nocive.” La ricerca pro‐ segue e il team che ha condotto lo studio pre‐ vede ulteriori miglioramenti nell’efficienza del processo. (Fonte: Green Style) M. P.

Convenzioni mondiali stipulate sul fronte rifiuti: Basilea, Rotterdam e Stoccolma. Dalle pagine emergono dati sconcertanti, tanto dal punto di vista del rischio ambien‐ tale quanto da quello economico: secondo le valutazione dell’INTERPOL, il valore di una tonnellata di rifiuti elettronici si aggira tra i 350 e i 500 dollari, il che vuol dire che la quantità di RAEE gestito illegalmente pos‐ siede un valore tra i 12,5 e i 18,8 miliardi di dollari all’anno. Lo studio sottolinea come la quantità di RAEE finiti in discarica siano l'equivalente di 1 milione e 150mila Tir pieni di ‘e‐waste’ che, messi in fila, formerebbero una coda lunga 23.000 chilometri. In termi‐ ni di volume, i maggiori produttori sono sta‐ ti USA e Cina (entrambi con il 32% della quo‐ ta globale), seguiti da Giappone, Germania e India. Paradossalmente, i valori più alti di rifiuti pro‐capite sono stati registrati nei Pa‐ esi che vantano di avere a cuore l'ambiente: maglia nera alla Norvegia con 28,4 kg di Ra‐ ee per abitante, seguita da Svizzera (26,3 kg) e Islanda (26,1 kg). Il nostro Paese ne ha prodotti 17,6 kg per abitante, mentre il con‐ tinente con la minore quantità di spazzatu‐ ra elettronica pro‐capite è l'Africa, con 1,7 kg per abitante. Nelle discariche dunque finiscono oggetti che contengono metalli preziosi, come ferro, rame, oro e terre rare. Secondo l'Università dell'Onu, se questi materiali fossero stati riciclati, avrebbero prodotto una ricchezza superiore a 52 mi‐ liardi di dollari: nella spazzatura sono finite anche 300 tonnellate d'oro, pari all'11% della produzione mondiale di questo metallo. Senza contare che il mancato riciclo ha inol‐ tre messo a rischio l'ambiente perché nelle discariche sono state gettate 2,2 milioni di tonnellate di materiali pericolosi, tra cui piombo, mercurio, cadmio e cromo. M. P.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

5

RAPPORTO COBAT 2014 - Un anno di crescita

Q

uest’anno COBAT, Consorzio Nazionale Raccolta e Recupero, ha voluto impe‐ gnarsi nella redazione del suo Rapporto di at‐ tività con l’intento di comunicare I risultati raggiunti nelle filiere degli accumulatori e del‐ le pile esausti, dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ‐ tra cui i moduli fo‐ tovoltaici giunti a fine vita ‐ e degli pneumatici fuori uso e, al tempo stesso, fissare i traguardi futuri. Il settore di forza del consorzio rimane quello delle pile, batterie ed accumulatori che lo scorso hanno ha registrato la raccolta di 127,5 milioni di kg di accumulatori in piombo. Significativo è stato l'incremento della quanti‐ tà di RAEE gestiti: si è passati dai modesti 105.983 kg del 2013 agli attuali 7.519.568 kg. Questa crescita è dovuta all'aumento delle adesioni di Produttori e Importatori di Appa‐ recchiature Elettriche ed Elettroniche, che ha permesso al Consorzio di aumentare anche il numero di centri di raccolta serviti, passando da 44 a 777. In salute, seppur con quantità an‐ cora poco significative (soltanto 70.000 kg), è la filiera della raccolta dei pannelli fotovoltaici che ha registrato un +211%. Nonostante il quantitativo sia ancora basso, il consorzio punta molto su questo settore per‐ ché il numero di impianti fotovoltaici che giun‐ geranno a fine vita è destinato ad aumentare, a causa dell’obsolescenza dei moduli derivanti da installazioni di venti anni fa. Più lento, se paragonato alle altre filiere, è l'incremento della raccolta dei PFU che nel 2014 si attesta a 7mila kg, con un +40% rispetto all'anno prece‐ dente. Il basso quantitativo tuttavia non sem‐ bra intaccare l'ottimismo degli operatori del consorzio che, dopo aver ottenuto dal Comi‐ tato ACI l’autorizzazione a operare nella ge‐ stione dei PFU, si dicono fiduciosi della cresci‐ ta di questo settore. Il rapporto si chiude con i dati riguardanti il risparmio in termini di emis‐

sioni e impatti ambientali. E' curioso, quanto positivo, notare che una fonte di risparmio di emissioni (‐6%) è rappresentata dalla sensibi‐ lizzazione del personale del consorzio che, a quanto si legge, utilizza sempre più spesso mezzi di trasporto alternativi agli autoveicoli (ad esempio il treno). Altresì importante è sta‐ to l'efficientamento apportato alla logistica

(troppo spesso non curata o sottovalutata) che ha concesso di ridurre i chilometri percor‐ si dagli automezzi e, di conseguenza, ha por‐ tato ad una riduzione del 7,5% di emissioni di gas climalteranti per ogni singola tonnellata di accumulatori al piombo raccolti. A conclusione dell'evento è stato annunciato l'avvio nel 2014 di uno studio di fattibilità in collaborazione con l’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici (ICCOM) del CNR ‐ Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha co‐ me finalità la sperimentazione di una tecnolo‐ gia per il trattamento degli accumulatori al litio esausti e il recupero dei loro componenti metallici. Mirko Turchetti

RELOADER Magazine - Giugno 2015

Più della metà delle batterie vendute in Italia e oltre 7,5 milioni di chili di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche gestiti, una crescita del 211% nel‐ la raccolta dei moduli fotovoltaici

6


RELOADER Magazine - Giugno 2015

5

RAPPORTO COBAT 2014 - Un anno di crescita

Q

uest’anno COBAT, Consorzio Nazionale Raccolta e Recupero, ha voluto impe‐ gnarsi nella redazione del suo Rapporto di at‐ tività con l’intento di comunicare I risultati raggiunti nelle filiere degli accumulatori e del‐ le pile esausti, dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ‐ tra cui i moduli fo‐ tovoltaici giunti a fine vita ‐ e degli pneumatici fuori uso e, al tempo stesso, fissare i traguardi futuri. Il settore di forza del consorzio rimane quello delle pile, batterie ed accumulatori che lo scorso hanno ha registrato la raccolta di 127,5 milioni di kg di accumulatori in piombo. Significativo è stato l'incremento della quanti‐ tà di RAEE gestiti: si è passati dai modesti 105.983 kg del 2013 agli attuali 7.519.568 kg. Questa crescita è dovuta all'aumento delle adesioni di Produttori e Importatori di Appa‐ recchiature Elettriche ed Elettroniche, che ha permesso al Consorzio di aumentare anche il numero di centri di raccolta serviti, passando da 44 a 777. In salute, seppur con quantità an‐ cora poco significative (soltanto 70.000 kg), è la filiera della raccolta dei pannelli fotovoltaici che ha registrato un +211%. Nonostante il quantitativo sia ancora basso, il consorzio punta molto su questo settore per‐ ché il numero di impianti fotovoltaici che giun‐ geranno a fine vita è destinato ad aumentare, a causa dell’obsolescenza dei moduli derivanti da installazioni di venti anni fa. Più lento, se paragonato alle altre filiere, è l'incremento della raccolta dei PFU che nel 2014 si attesta a 7mila kg, con un +40% rispetto all'anno prece‐ dente. Il basso quantitativo tuttavia non sem‐ bra intaccare l'ottimismo degli operatori del consorzio che, dopo aver ottenuto dal Comi‐ tato ACI l’autorizzazione a operare nella ge‐ stione dei PFU, si dicono fiduciosi della cresci‐ ta di questo settore. Il rapporto si chiude con i dati riguardanti il risparmio in termini di emis‐

sioni e impatti ambientali. E' curioso, quanto positivo, notare che una fonte di risparmio di emissioni (‐6%) è rappresentata dalla sensibi‐ lizzazione del personale del consorzio che, a quanto si legge, utilizza sempre più spesso mezzi di trasporto alternativi agli autoveicoli (ad esempio il treno). Altresì importante è sta‐ to l'efficientamento apportato alla logistica

(troppo spesso non curata o sottovalutata) che ha concesso di ridurre i chilometri percor‐ si dagli automezzi e, di conseguenza, ha por‐ tato ad una riduzione del 7,5% di emissioni di gas climalteranti per ogni singola tonnellata di accumulatori al piombo raccolti. A conclusione dell'evento è stato annunciato l'avvio nel 2014 di uno studio di fattibilità in collaborazione con l’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici (ICCOM) del CNR ‐ Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha co‐ me finalità la sperimentazione di una tecnolo‐ gia per il trattamento degli accumulatori al litio esausti e il recupero dei loro componenti metallici. Mirko Turchetti

RELOADER Magazine - Giugno 2015

Più della metà delle batterie vendute in Italia e oltre 7,5 milioni di chili di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche gestiti, una crescita del 211% nel‐ la raccolta dei moduli fotovoltaici

6


RELOADER Magazine - Giugno 2015

7

Fotovoltaico: quali incentivi?

Quanto costa e come fare per rendere energicamente sostenibile la propria casa Conti termici, incentivi, detrazioni fiscali; pan‐ nelli fotovoltaici e termici; permessi di installa‐ zione, allaccio alla rete, comunicazione al Ge‐ store servizi energetici. Tra il desiderio di risparmiare sulla bolletta e l'effettivo ritorno economico si frappongono questi ed altri quesiti. Come orientarsi nella normativa e riuscire facilmente ed economica‐ mente a raggiungere il proprio obiettivo? Anzitutto una notizia positiva: la vasta diffusio‐ ne dei pannelli fotovoltaici ha fatto scendere i costi di produzione e quindi di acquisto, por‐ tando il prezzo per l'utente finale, a circa 2.000€ per kilowatt, variabile a seconda della marca scelta. Il calo dei prezzi ha portato però al ritiro degli incentivi propriamente detti, che

di Alessandro Bianchini

si riducono a un seppur sostanzioso sgravo fiscale pari al 50% dell'investimento iniziale, da ripartire in 10 anni. Cosa vuol dire questo? Che, ad esempio, a fronte di una spesa di 6.000€ (che garantisce pannelli in grado di produrre 3kw e quindi di rendere autonoma una normale abitazione) si riavrà indietro la metà di tale somma ripartita in 300€ per anno, sotto forma di detrazione dai contributi Irpef. Poco? Non bisogna dimenticare che quello dei pannelli solari è un investimento, non un costo a sè stante. Anche senza raggiungere la totale autonomia energetica, si andrà infatti a intac‐ care in maniera tangibile la bolletta, generan‐ do a tutti gli effetti un risparmio per tutta la vita utile dell'impianto che raggiunge attual‐ mente i 25 anni e che richiede costi di manu‐ tenzione minimi. Bene, questo è quanto pago. Chi devo contattare per adempimenti e allac‐ cio? Le varie procedure burocratiche sono sta‐ te accorpate e sintetizzate con un decreto del Ministero per lo sviluppo economico che ren‐

RELOADER Magazine - Giugno 2015

8

Energie rinnovabili de l'operazione eseguibile in "due click". La facilitazione riguarda gli impianti che rispet‐ tano determinate caratteristiche:  realizzazione presso cliente finale giù dota‐ to di punti di prelievo attivi in bassa tensio‐ ne;  potenza non superiore a quella già disponi‐ bile in prelievo;  potenza nominale non superiore a 20 kW;  contestualmente richiesto l’accesso a regi‐ me dello scambio sul posto;  l’impianto deve essere sul tetto di un edifi‐ cio (in base all’articolo 7‐bis, comma 5, del DLgs 28/2011 convertito in legge 116/2015);  non ci devono essere ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto di prelievo. Avendo questi requisiti è possibile compilare il modulo, disponibile sul sito web del MiSE, che garantirà l'autorizzazione per l'inizio dei lavori e, al termine degli stessi, compilarne un secon‐ do che prevede l'invio delle comunicazioni e fatture necessarie sia all'utente sia agli altri enti. Da notare che sia gli incentivi sia il decre‐ to del MiSE si applicano solo nel caso di poten‐

ze limitate a 20kw; oltre tale limite l'impianto viene definito come commerciale e non gode di nessuna delle due agevolazioni, limitandosi a ridurre il costo dell'energia. Discorso a parte meritano i pannelli termici, dispostivi simili nell'aspetto ai pannelli fotovol‐ taici ma dalla funzione totalmente diversa; si limitano infatti a fornire acqua calda e richie‐ dono spazi molto ridotti a confronto del foto‐ voltaico. Questi pannelli rientrano, come altri interventi di riqualificazione energetica quali caldaie a condensazione, rinnovo di infissi e serramenti, coibentazione, acquisto di elettro‐ domestici di classe alta ecc., negli incentivi per l'efficientamento energetico che sono quanti‐ ficabili in una detrazione del 65%, ripartita anch'essa sui contributi Irpef per la durata di 10 anni. Gli sgravi fiscali, siano essi del 50% o del 65%, sono impostati per tutta la durata del 2015. Trascorso l'anno corrente i rimborsi sul fotovoltaico scenderanno al 36%, mentre quelli sulla riqualificazione energetica si prevede ri‐ mangano in vigore, almeno fino al prossimo piano energetico. A. B.

Solarmill, l'ibrido domestico di fotovoltaico ed eolico USA. È stata definita come la prima tecnologia ibrida integrata del mondo che unisce il fotovoltaico e l'eo‐ lico in un singolo dispositivo modulare. Il sistema So‐ larMill, prodotto dalla Windstream Technologies e già in vendita, è formato da tre moduli fotovoltaici da 300W e da tre micro turbine eoliche ad asse verti‐ cale, che forniscono altri 300W di capacità aggiunti‐ va, per una potenza complessiva di 1,2 kW. La versio‐ ne base permette di produrre circa 135 kWh al mese occupando uno spazio tutto sommato limitato: il di‐ spositivo è largo 3 metri e alto 2. Il sistema è stato implementato con un moderno micro‐inverter che massimizza la tenuta in potenza per le turbine e per i pannelli. Così è garantita la massima efficienza sen‐ za sistemi hardware o software aggiuntivi.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

7

Fotovoltaico: quali incentivi?

Quanto costa e come fare per rendere energicamente sostenibile la propria casa Conti termici, incentivi, detrazioni fiscali; pan‐ nelli fotovoltaici e termici; permessi di installa‐ zione, allaccio alla rete, comunicazione al Ge‐ store servizi energetici. Tra il desiderio di risparmiare sulla bolletta e l'effettivo ritorno economico si frappongono questi ed altri quesiti. Come orientarsi nella normativa e riuscire facilmente ed economica‐ mente a raggiungere il proprio obiettivo? Anzitutto una notizia positiva: la vasta diffusio‐ ne dei pannelli fotovoltaici ha fatto scendere i costi di produzione e quindi di acquisto, por‐ tando il prezzo per l'utente finale, a circa 2.000€ per kilowatt, variabile a seconda della marca scelta. Il calo dei prezzi ha portato però al ritiro degli incentivi propriamente detti, che

di Alessandro Bianchini

si riducono a un seppur sostanzioso sgravo fiscale pari al 50% dell'investimento iniziale, da ripartire in 10 anni. Cosa vuol dire questo? Che, ad esempio, a fronte di una spesa di 6.000€ (che garantisce pannelli in grado di produrre 3kw e quindi di rendere autonoma una normale abitazione) si riavrà indietro la metà di tale somma ripartita in 300€ per anno, sotto forma di detrazione dai contributi Irpef. Poco? Non bisogna dimenticare che quello dei pannelli solari è un investimento, non un costo a sè stante. Anche senza raggiungere la totale autonomia energetica, si andrà infatti a intac‐ care in maniera tangibile la bolletta, generan‐ do a tutti gli effetti un risparmio per tutta la vita utile dell'impianto che raggiunge attual‐ mente i 25 anni e che richiede costi di manu‐ tenzione minimi. Bene, questo è quanto pago. Chi devo contattare per adempimenti e allac‐ cio? Le varie procedure burocratiche sono sta‐ te accorpate e sintetizzate con un decreto del Ministero per lo sviluppo economico che ren‐

RELOADER Magazine - Giugno 2015

8

Energie rinnovabili de l'operazione eseguibile in "due click". La facilitazione riguarda gli impianti che rispet‐ tano determinate caratteristiche:  realizzazione presso cliente finale giù dota‐ to di punti di prelievo attivi in bassa tensio‐ ne;  potenza non superiore a quella già disponi‐ bile in prelievo;  potenza nominale non superiore a 20 kW;  contestualmente richiesto l’accesso a regi‐ me dello scambio sul posto;  l’impianto deve essere sul tetto di un edifi‐ cio (in base all’articolo 7‐bis, comma 5, del DLgs 28/2011 convertito in legge 116/2015);  non ci devono essere ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto di prelievo. Avendo questi requisiti è possibile compilare il modulo, disponibile sul sito web del MiSE, che garantirà l'autorizzazione per l'inizio dei lavori e, al termine degli stessi, compilarne un secon‐ do che prevede l'invio delle comunicazioni e fatture necessarie sia all'utente sia agli altri enti. Da notare che sia gli incentivi sia il decre‐ to del MiSE si applicano solo nel caso di poten‐

ze limitate a 20kw; oltre tale limite l'impianto viene definito come commerciale e non gode di nessuna delle due agevolazioni, limitandosi a ridurre il costo dell'energia. Discorso a parte meritano i pannelli termici, dispostivi simili nell'aspetto ai pannelli fotovol‐ taici ma dalla funzione totalmente diversa; si limitano infatti a fornire acqua calda e richie‐ dono spazi molto ridotti a confronto del foto‐ voltaico. Questi pannelli rientrano, come altri interventi di riqualificazione energetica quali caldaie a condensazione, rinnovo di infissi e serramenti, coibentazione, acquisto di elettro‐ domestici di classe alta ecc., negli incentivi per l'efficientamento energetico che sono quanti‐ ficabili in una detrazione del 65%, ripartita anch'essa sui contributi Irpef per la durata di 10 anni. Gli sgravi fiscali, siano essi del 50% o del 65%, sono impostati per tutta la durata del 2015. Trascorso l'anno corrente i rimborsi sul fotovoltaico scenderanno al 36%, mentre quelli sulla riqualificazione energetica si prevede ri‐ mangano in vigore, almeno fino al prossimo piano energetico. A. B.

Solarmill, l'ibrido domestico di fotovoltaico ed eolico USA. È stata definita come la prima tecnologia ibrida integrata del mondo che unisce il fotovoltaico e l'eo‐ lico in un singolo dispositivo modulare. Il sistema So‐ larMill, prodotto dalla Windstream Technologies e già in vendita, è formato da tre moduli fotovoltaici da 300W e da tre micro turbine eoliche ad asse verti‐ cale, che forniscono altri 300W di capacità aggiunti‐ va, per una potenza complessiva di 1,2 kW. La versio‐ ne base permette di produrre circa 135 kWh al mese occupando uno spazio tutto sommato limitato: il di‐ spositivo è largo 3 metri e alto 2. Il sistema è stato implementato con un moderno micro‐inverter che massimizza la tenuta in potenza per le turbine e per i pannelli. Così è garantita la massima efficienza sen‐ za sistemi hardware o software aggiuntivi.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

9

RELOADER Magazine - Giugno 2015

10

Dipingere è la mia passione. L’Istituto d’arte

Storie di Riciclo

e l’Accademia di Belle Arti, insieme

con

l’apprendistato in bottega, sono stati la mia palestra. Osservo la natura e gli animali per farli vivere in decori per interni, mobili, piccoli oggetti e tele. Tra le tante tecniche apprese quella che amo e che mi consente di esprimermi al meglio è la pittura con colori acrilici. Quando le persone mi chiedono di realizzare, nelle loro case, immagini che talvolta si portano dentro fin dall’infanzia mi capita di sentirmi un po’ come il genio della lampada. Entro nel loro mondo per dar forma e colore a sogni, pensieri e desideri con decori, grisaille, arabeschi, volute e ramages e quando le persone sono più inclini all'essenziale, propongo decori minimal dove protagonista è il colore. Nel laboratorio con Adriano, mio socio e compagno d’avventura nel lavoro, trovano nuova vita molti oggetti, c’è chi porta la testiera del letto dove ha dormito per anni, chi una cassettiera che a

Maria che decora i mobili facendoli rivivere ... di Maria Siricio

Prima ...

… e Dopo www.artedicreare.com

lungo ha custodito maglioni e cd, qualcuno

per il design mi porta a rigirarmi tra le mani

un divano che proprio si è stufato di guar-

pezzi di legno grezzo vedendo in loro qual-

dare, qualcun altro un mobiletto venuto a

cosa di originale, nascono così appendiabiti,

noia e talvolta si vede anche un pianoforte.

cornici, specchi e tavolini. Tra gli ultimi rea-

Quando arrivano, testimoni muti della vita

lizzati quello che preferisco è uno specchio a

della persone, questi oggetti sono in cerca

forma di foglia realizzato in foglia oro con

di cura. Dopo aver ascoltato la voglia di rin-

sopra appollaiato un gufo portafortuna. Le

novare, vivacizzare e cambiare di chi non

mie giornate trascorrono, così, disegnando

vuol distruggere ma riutilizzare, mi metto

nuovi ‘vestiti’ per mobili in cerca di cambia-

all’opera. Su un pianoforte e un tavolinetto

mento e creando pezzi unici ed originali. Al

scuri nascono piccoli fiori lilla su fondo bian-

laboratorio napoletano “l’arte di creare” a-

co, su testiere di letto sbocciano rose dove

miamo offrire un caffè e una conversazione

si posano piccoli uccelli e su molte altre co-

intorno all’arte cercando il pezzo giusto e il

se compaiono i gatti, a loro con cui condivi-

nuovo abito per ognuno.

do la vita di tutti i giorni dedico attenzione e creatività. Già da un po' di tempo, l'amore

Maria Siricio è socia di EnterprisinGirls


RELOADER Magazine - Giugno 2015

9

RELOADER Magazine - Giugno 2015

10

Dipingere è la mia passione. L’Istituto d’arte

Storie di Riciclo

e l’Accademia di Belle Arti, insieme

con

l’apprendistato in bottega, sono stati la mia palestra. Osservo la natura e gli animali per farli vivere in decori per interni, mobili, piccoli oggetti e tele. Tra le tante tecniche apprese quella che amo e che mi consente di esprimermi al meglio è la pittura con colori acrilici. Quando le persone mi chiedono di realizzare, nelle loro case, immagini che talvolta si portano dentro fin dall’infanzia mi capita di sentirmi un po’ come il genio della lampada. Entro nel loro mondo per dar forma e colore a sogni, pensieri e desideri con decori, grisaille, arabeschi, volute e ramages e quando le persone sono più inclini all'essenziale, propongo decori minimal dove protagonista è il colore. Nel laboratorio con Adriano, mio socio e compagno d’avventura nel lavoro, trovano nuova vita molti oggetti, c’è chi porta la testiera del letto dove ha dormito per anni, chi una cassettiera che a

Maria che decora i mobili facendoli rivivere ... di Maria Siricio

Prima ...

… e Dopo www.artedicreare.com

lungo ha custodito maglioni e cd, qualcuno

per il design mi porta a rigirarmi tra le mani

un divano che proprio si è stufato di guar-

pezzi di legno grezzo vedendo in loro qual-

dare, qualcun altro un mobiletto venuto a

cosa di originale, nascono così appendiabiti,

noia e talvolta si vede anche un pianoforte.

cornici, specchi e tavolini. Tra gli ultimi rea-

Quando arrivano, testimoni muti della vita

lizzati quello che preferisco è uno specchio a

della persone, questi oggetti sono in cerca

forma di foglia realizzato in foglia oro con

di cura. Dopo aver ascoltato la voglia di rin-

sopra appollaiato un gufo portafortuna. Le

novare, vivacizzare e cambiare di chi non

mie giornate trascorrono, così, disegnando

vuol distruggere ma riutilizzare, mi metto

nuovi ‘vestiti’ per mobili in cerca di cambia-

all’opera. Su un pianoforte e un tavolinetto

mento e creando pezzi unici ed originali. Al

scuri nascono piccoli fiori lilla su fondo bian-

laboratorio napoletano “l’arte di creare” a-

co, su testiere di letto sbocciano rose dove

miamo offrire un caffè e una conversazione

si posano piccoli uccelli e su molte altre co-

intorno all’arte cercando il pezzo giusto e il

se compaiono i gatti, a loro con cui condivi-

nuovo abito per ognuno.

do la vita di tutti i giorni dedico attenzione e creatività. Già da un po' di tempo, l'amore

Maria Siricio è socia di EnterprisinGirls


RELOADER Magazine - Giugno 2015

11

RELOADER Magazine - Giugno 2015

12

Ambiente e società nell'innovazione, seguita da Danimarca, Fin‐ landia e Germania. I Paesi dove l'innovazione avanza più rapidamente sono Malta, Lettonia, Bulgaria, Irlanda, Regno Unito e Polonia. In un confronto a livello mondiale l'UE continua ad essere superata dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Corea del Sud. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici sarà fondamentale per la ricerca e l'innovazione, in primo luogo per riportare gli investimenti in capitali di rischio ai livelli precedenti la crisi. Inoltre, attraverso l'Unione dei mercati dei capitali, la Commis‐ sione punta a migliorare ancora l'accesso ai finanziamenti per le imprese, in particolare per le PMI. Anche rafforzare le sinergie tra il

Per migliorare la capacità dell'Europa di innovare ed essere competitiva a livello mondiale occorrono ulteriori sforzi per incoraggiare le idee rivoluzionarie e promuoverne lo sfruttamento commerciale. Queste sono alcune delle conclusioni che si possono trarre dalla più recente classifica dei risultati in materia di innovazione in tutta Europa. Il quadro di valutazione 2015 dell'Unione indi‐ ca che il livello complessivo di innovazione dell'UE è rimasto stabile. Tuttavia, la crisi ha intaccato l'attività innovativa del settore pri‐ vato e il numero di imprese innovative è in calo, così come gli investimenti in capitali di rischio, le innovazioni delle PMI, le domande di brevetto, le esportazioni di prodotti ad alta

tecnologia e le vendite di prodotti innovativi. I miglioramenti per quanto riguarda le risorse umane, gli investimenti delle imprese in ricer‐ ca e sviluppo e la qualità delle innovazioni scientifiche, che pure ci sono stati, non basta‐ no per riportare risultati più brillanti in mate‐ ria di innovazione. Nella classifica generale, la Svezia si conferma ancora una volta leader

Il quadro di valutazione UE dell'innovazione for‐ nisce una valutazione comparativa dei risulta‐ ti in termini di ricerca e innovazione degli Stati membri dell'UE e illu‐ stra le capacità di inno‐ vazione dei settori pub‐ blico e privato nel suo insieme. La valutazione comprende in totale 25 indicatori, che tengono conto delle condizioni esterne, del livello di attività di innovazione delle imprese e di come ciò si traduca in vantag‐ gi per l'economia nel suo complesso.

programma di finanziamento dell'UE per la ricerca Orizzonte 2020 e i Fondi strutturali sa‐ rà essenziale per incoraggiare gli investimenti. Attraverso il nuovo strumento di sostegno delle politiche, la Commissione aiuterà gli Sta‐ ti membri a riformare i loro sistemi nazionali di ricerca e innovazione e a produrre un effet‐ to leva sull'innovazione delle imprese. Più tar‐ di nel corso di quest'anno, nell'ambito della strategia del mercato unico, saranno presen‐ tate le prossime tappe per la creazione di un ambiente imprenditoriale più propizio all'in‐ novazione. Inoltre, ci si adopererà per mette‐ re in funzione il brevetto unitario e rendere le norme più favorevoli all'innovazione. M. P.

Fonte: Commissione UE


RELOADER Magazine - Giugno 2015

11

RELOADER Magazine - Giugno 2015

12

Ambiente e società nell'innovazione, seguita da Danimarca, Fin‐ landia e Germania. I Paesi dove l'innovazione avanza più rapidamente sono Malta, Lettonia, Bulgaria, Irlanda, Regno Unito e Polonia. In un confronto a livello mondiale l'UE continua ad essere superata dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Corea del Sud. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici sarà fondamentale per la ricerca e l'innovazione, in primo luogo per riportare gli investimenti in capitali di rischio ai livelli precedenti la crisi. Inoltre, attraverso l'Unione dei mercati dei capitali, la Commis‐ sione punta a migliorare ancora l'accesso ai finanziamenti per le imprese, in particolare per le PMI. Anche rafforzare le sinergie tra il

Per migliorare la capacità dell'Europa di innovare ed essere competitiva a livello mondiale occorrono ulteriori sforzi per incoraggiare le idee rivoluzionarie e promuoverne lo sfruttamento commerciale. Queste sono alcune delle conclusioni che si possono trarre dalla più recente classifica dei risultati in materia di innovazione in tutta Europa. Il quadro di valutazione 2015 dell'Unione indi‐ ca che il livello complessivo di innovazione dell'UE è rimasto stabile. Tuttavia, la crisi ha intaccato l'attività innovativa del settore pri‐ vato e il numero di imprese innovative è in calo, così come gli investimenti in capitali di rischio, le innovazioni delle PMI, le domande di brevetto, le esportazioni di prodotti ad alta

tecnologia e le vendite di prodotti innovativi. I miglioramenti per quanto riguarda le risorse umane, gli investimenti delle imprese in ricer‐ ca e sviluppo e la qualità delle innovazioni scientifiche, che pure ci sono stati, non basta‐ no per riportare risultati più brillanti in mate‐ ria di innovazione. Nella classifica generale, la Svezia si conferma ancora una volta leader

Il quadro di valutazione UE dell'innovazione for‐ nisce una valutazione comparativa dei risulta‐ ti in termini di ricerca e innovazione degli Stati membri dell'UE e illu‐ stra le capacità di inno‐ vazione dei settori pub‐ blico e privato nel suo insieme. La valutazione comprende in totale 25 indicatori, che tengono conto delle condizioni esterne, del livello di attività di innovazione delle imprese e di come ciò si traduca in vantag‐ gi per l'economia nel suo complesso.

programma di finanziamento dell'UE per la ricerca Orizzonte 2020 e i Fondi strutturali sa‐ rà essenziale per incoraggiare gli investimenti. Attraverso il nuovo strumento di sostegno delle politiche, la Commissione aiuterà gli Sta‐ ti membri a riformare i loro sistemi nazionali di ricerca e innovazione e a produrre un effet‐ to leva sull'innovazione delle imprese. Più tar‐ di nel corso di quest'anno, nell'ambito della strategia del mercato unico, saranno presen‐ tate le prossime tappe per la creazione di un ambiente imprenditoriale più propizio all'in‐ novazione. Inoltre, ci si adopererà per mette‐ re in funzione il brevetto unitario e rendere le norme più favorevoli all'innovazione. M. P.

Fonte: Commissione UE


RELOADER Magazine - Giugno 2015

13

RELOADER Magazine - Giugno 2015

“Spiagge a rischio” A giugno il mare comincia ad esercitare su tutti coloro che lo amano quel magico richiamo fatto di acqua e di sole e di morbide spiagge. Ma qui fini‐ sce bruscamente il sogno, per‐ ché le spiagge italiane (e quelle del Mediterraneo) sono sem‐ pre più invase dai rifiuti in pla‐ stica. Non è una novità, certo, ma invece di diminuire sembra‐

14

“Che l’Uomo Salvi La Biodiversità” comune come “bottiglie di plastica” destina‐ te alle bevande (10,3%), seguiti da “tappi e coperchi in plastica e metallo” (6,9%), “strumenti per la pesca” (6,5%) e gli imman‐ cabili “mozziconi di sigaretta” (5,4%). Scor‐ rendo la classifica si trovano poi rifiuti da mancata depurazione come “cotton fioc, as‐ sorbenti, preservativi, deodoranti per WC e similari” (4,9%). Chiudono la classifica “stoviglie usa e getta in plastica” (4,8%), “materiali edili” (4%), “contenitori per deter‐

La giornata mondiale di quest’anno, che si è svolta il 22 maggio, è stata dedicata in parti‐ colare proprio alle isole e al loro tesoro natu‐ rale, dove esistono ecosistemi sensibili e fra‐ gili. Basti pensare alle barriere coralline mes‐ se in pericolo da plastica, pesca e turismo, alla riduzione delle mangrovie che non pro‐ teggono più dai disastri naturali, alla perdita di zone umide, all’inquinamento e al sovra sfruttamento ittico. Secondo Legambiente in Europa sono il 60% le specie in cattivo sta‐

Estate, Mare, Spiagge … e Rifiuti e Plastica. E la Biodiversità? no aumentare. A pochi giorni di distanza dalla giornata mondia‐ le della biodiversità, Legam‐ biente pubblica i risultati di ‘Beach litter’, indagine condot‐ ta nell’ambito della campagna “Spiagge e Fondali puliti – Cle‐ an‐up the Med 2015?”, in colla‐ borazione con la Novamont, CIAL, Mareblu e Virosac. Centi‐ naia di volontari si sono affac‐ cendati nelle 29 spiagge nazio‐ nali, che insieme alle 25 del Me‐ diterraneo sono state monito‐ rate nello studio, per raccoglie‐ re e catalogare i rifiuti valutan‐ done composizione, quantità e grandezza (maggiore o minore di 25 cm). I rifiuti più comuni sulle spiagge italiane sono i “frammenti o resti” di plastica o polistirolo di dimensioni infe‐ riori ai 50 cm, che rappresenta‐ no il 23% del totale. Subito die‐ tro si trovano oggetti di uso

genti” (3,8%), “bottiglie di vetro” (3,3%) e “confezioni di patatine e stecchetti per gelati e dolciumi” (1,9%). A questi dati si aggiungo‐ no due ulteriori voci incluse nei dati relativi agli altri Paesi del Mediterraneo, con il 7,3% di rifiuti composto da shopper in plastica e l’1,6% relativo al ritrovamento di siringhe. Il dato di ritrovamento per l’Italia è stato di 17 rifiuti ogni 100 mq, con il nostro Paese posi‐ zionato all’incirca a metà nella classifica dei Paesi coinvolti. Maglia nera assegnata alla Turchia (33 rifiuti ogni 100 mq), seguita da Algeria (28) e Croazia (21). Migliori invece i risultati ottenuti da Tunisia (8), Grecia (4), Portogallo (3), Spagna (2). I rifiuti ‘spiaggiati’ non sono solo un orrore dal punto di vista igienico ed estetico, ma causano crescenti danni agli ecosistemi, alla flora e alla fauna, come al turismo ed all’economia. L’ingestione di rifiuti plastici è indicata come causa di morte per il 79,6% delle tartarughe marine, mentre a costante rischio sono an‐ che uccelli e mammiferi marini. Alla faccia della salvaguardia della biodiversità. E allora:

to di conservazione e il 77% degli habitat che si trova nelle stesse condizioni. Nel nostro Paese, su un campione di 2.807 specie italia‐ ne di spugne, coralli, squali, razze e coleotte‐ ri, ben 596 sono a rischio di estinzione. Anche gli uccelli marini non se la passano tan‐ to bene, mentre quelli che vivono nelle fore‐ ste godono di condizioni migliori rispetto a quelli che si trovano negli ambienti agricoli, dal momento che l’intensificazione delle atti‐ vità agricole comporta la sparizione della ve‐ getazione naturale, necessaria per la loro vi‐ ta. Citando il WWF, nelle foreste si concentra l’80% della biodiversità: gli ecosistemi fore‐ stali coprono il 31% della superficie delle terre emerse, dove il 47% di questi sistemi è costi‐ tuito da foreste tropicali, il 9% da foreste su‐ btropicali, l’11% da foreste temperate e il 33% da foreste boreali settentrionali. Le persone che vivono grazie alla presenza delle foreste sono 1,6 miliardi in tutto il mondo. I dati sono della FAO, pubblicati nel rapporto “Global Forest Resources Assessment”. Salvare le foreste dunque è anche un investimento che facciamo per il nostro futuro: The Economics


RELOADER Magazine - Giugno 2015

13

RELOADER Magazine - Giugno 2015

“Spiagge a rischio” A giugno il mare comincia ad esercitare su tutti coloro che lo amano quel magico richiamo fatto di acqua e di sole e di morbide spiagge. Ma qui fini‐ sce bruscamente il sogno, per‐ ché le spiagge italiane (e quelle del Mediterraneo) sono sem‐ pre più invase dai rifiuti in pla‐ stica. Non è una novità, certo, ma invece di diminuire sembra‐

14

“Che l’Uomo Salvi La Biodiversità” comune come “bottiglie di plastica” destina‐ te alle bevande (10,3%), seguiti da “tappi e coperchi in plastica e metallo” (6,9%), “strumenti per la pesca” (6,5%) e gli imman‐ cabili “mozziconi di sigaretta” (5,4%). Scor‐ rendo la classifica si trovano poi rifiuti da mancata depurazione come “cotton fioc, as‐ sorbenti, preservativi, deodoranti per WC e similari” (4,9%). Chiudono la classifica “stoviglie usa e getta in plastica” (4,8%), “materiali edili” (4%), “contenitori per deter‐

La giornata mondiale di quest’anno, che si è svolta il 22 maggio, è stata dedicata in parti‐ colare proprio alle isole e al loro tesoro natu‐ rale, dove esistono ecosistemi sensibili e fra‐ gili. Basti pensare alle barriere coralline mes‐ se in pericolo da plastica, pesca e turismo, alla riduzione delle mangrovie che non pro‐ teggono più dai disastri naturali, alla perdita di zone umide, all’inquinamento e al sovra sfruttamento ittico. Secondo Legambiente in Europa sono il 60% le specie in cattivo sta‐

Estate, Mare, Spiagge … e Rifiuti e Plastica. E la Biodiversità? no aumentare. A pochi giorni di distanza dalla giornata mondia‐ le della biodiversità, Legam‐ biente pubblica i risultati di ‘Beach litter’, indagine condot‐ ta nell’ambito della campagna “Spiagge e Fondali puliti – Cle‐ an‐up the Med 2015?”, in colla‐ borazione con la Novamont, CIAL, Mareblu e Virosac. Centi‐ naia di volontari si sono affac‐ cendati nelle 29 spiagge nazio‐ nali, che insieme alle 25 del Me‐ diterraneo sono state monito‐ rate nello studio, per raccoglie‐ re e catalogare i rifiuti valutan‐ done composizione, quantità e grandezza (maggiore o minore di 25 cm). I rifiuti più comuni sulle spiagge italiane sono i “frammenti o resti” di plastica o polistirolo di dimensioni infe‐ riori ai 50 cm, che rappresenta‐ no il 23% del totale. Subito die‐ tro si trovano oggetti di uso

genti” (3,8%), “bottiglie di vetro” (3,3%) e “confezioni di patatine e stecchetti per gelati e dolciumi” (1,9%). A questi dati si aggiungo‐ no due ulteriori voci incluse nei dati relativi agli altri Paesi del Mediterraneo, con il 7,3% di rifiuti composto da shopper in plastica e l’1,6% relativo al ritrovamento di siringhe. Il dato di ritrovamento per l’Italia è stato di 17 rifiuti ogni 100 mq, con il nostro Paese posi‐ zionato all’incirca a metà nella classifica dei Paesi coinvolti. Maglia nera assegnata alla Turchia (33 rifiuti ogni 100 mq), seguita da Algeria (28) e Croazia (21). Migliori invece i risultati ottenuti da Tunisia (8), Grecia (4), Portogallo (3), Spagna (2). I rifiuti ‘spiaggiati’ non sono solo un orrore dal punto di vista igienico ed estetico, ma causano crescenti danni agli ecosistemi, alla flora e alla fauna, come al turismo ed all’economia. L’ingestione di rifiuti plastici è indicata come causa di morte per il 79,6% delle tartarughe marine, mentre a costante rischio sono an‐ che uccelli e mammiferi marini. Alla faccia della salvaguardia della biodiversità. E allora:

to di conservazione e il 77% degli habitat che si trova nelle stesse condizioni. Nel nostro Paese, su un campione di 2.807 specie italia‐ ne di spugne, coralli, squali, razze e coleotte‐ ri, ben 596 sono a rischio di estinzione. Anche gli uccelli marini non se la passano tan‐ to bene, mentre quelli che vivono nelle fore‐ ste godono di condizioni migliori rispetto a quelli che si trovano negli ambienti agricoli, dal momento che l’intensificazione delle atti‐ vità agricole comporta la sparizione della ve‐ getazione naturale, necessaria per la loro vi‐ ta. Citando il WWF, nelle foreste si concentra l’80% della biodiversità: gli ecosistemi fore‐ stali coprono il 31% della superficie delle terre emerse, dove il 47% di questi sistemi è costi‐ tuito da foreste tropicali, il 9% da foreste su‐ btropicali, l’11% da foreste temperate e il 33% da foreste boreali settentrionali. Le persone che vivono grazie alla presenza delle foreste sono 1,6 miliardi in tutto il mondo. I dati sono della FAO, pubblicati nel rapporto “Global Forest Resources Assessment”. Salvare le foreste dunque è anche un investimento che facciamo per il nostro futuro: The Economics


RELOADER Magazine - Giugno 2015

of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) ha sti‐ mato, per difetto, che la perdita globale di bio‐ diversità può essere calcolata con un valore annuo di oltre 50 miliardi di euro; la previsione per il 2050 è che si arrivi ad una perdita di 14.000 miliardi di euro. Questo triste risulta‐ to è dovuto anche alla perdita dei cosid‐ detti ‘servizi eco‐sistemici’, vale a dire di quei veri e propri “valori naturali” offerti dalle foreste che garantiscono la regolazione del clima globale e dei cicli bio‐geo‐chimici globali, stabilizzano e arricchiscono il suolo, creano ri‐ sorse primarie come legno e altri prodotti di largo consumo, generano sicurezza vitale e alimentare per le popolazioni in via di sviluppo che riescono a trarre beneficio dalle foreste senza dover fuggire dal proprio Paese. Ma torniamo ai rifiuti di plastica: oltre a quelli che inquinano mari, spiagge e persino foreste, ci sono anche quelli che sono oggetto di rac‐ colta differenziata e di riciclo. A questo punto è lecito chiedersi:

“Quanto vale riciclare la plastica ?” 234 milioni di euro è il valore del riciclo della plastica in Italia per il 2014 e oltre 338 mila ton‐ nellate di emissioni di CO2 risparmiate all’atmosfera. Lo ha dichiarato COREPLA, il consorzio nazionale che gestisce la raccolta differenziata delle plastiche: sono stati 7.306 i Comuni attivi nel servizio di raccolta differen‐ ziata, 450mila le tonnellate di imballaggi in pla‐ stica riciclati e 349mila quelle avviate a recupe‐ ro. A queste 450mila, vanno aggiunte le 323mila tonnellate riciclate da operatori indu‐ striali indipendenti e provenienti dalle attività commerciali e industriali, per un riciclo com‐ plessivo di circa 780.000 tonnellate. Il dato me‐ dio nazionale di raccolta pro capite è passato da 12,9 a 13,9 kg annui per abitante e, altro ri‐ sultato tangibile, oggi è possibile realizzare bottiglie in PET con il 50% di materiale riciclato. Dunque con questi numeri, anche i meno sensi‐ bili ai temi ambientali dovrebbero pensarci due volte a disfarsi in maniera cosi leggera e irre‐ sponsabile dei loro rifiuti. M. Melissari

15

16

RELOADER Magazine - Giugno 2015

PERCORSI EVOLUTIVI PER LE PERSONE E LE ORGANIZZAZIONI

Quale tipo di intelligenza sviluppare per il futuro? di Fabio Cortese

www.fabiocortese.it

I tempi con cui la realtà si trasforma si stanno costantemente comprimendo. Il passato, il presente e il futuro delle cose, dei nostri pen‐ sieri, delle nostre convinzioni si avvicinano fino a diventare quasi un unico momento. Sempre più spesso è indispensabile costruire soluzioni cogliendo, nel momento presente, i segnali deboli che arrivano dal futuro preferendoli alle esperienze acquisite, seppur vincenti, del pas‐ sato. Come se non ci fosse alternativa all'evolu‐ zione tutto ci sta spingendo verso lo sviluppo di un tipo di intelligenza "integrale", dove tut‐ to il nostro potenziale, mente‐corpo‐spirito, è coinvolto nell'interpretare la realtà e ad intera‐ gire in tempo reale con essa. Nulla è più pro‐ grammabile o prevedibile e, a maggior ragione, ciò che accade va approcciato in modo che in‐ neschi un ciclo virtuoso. Generare un ciclo vir‐ tuoso, però, dipende sempre meno da ciò che abbiamo in mente noi e sempre più da regole spesso sottili se non invisibili, da leggi e legami sistemici molto più potenti delle nostre convin‐ zioni che non possiamo controllare ma solo, ed eventualmente, provare ‘a cavalcare’. Per riu‐ scire in questa impresa va fatto un check sul mix di abilità da sviluppare e quelle da dismet‐ tere. Per esempio l'osservazione neutrale, sen‐

za pregiudizi, diventa una qualità fondamenta‐ le per intercettare tutti i segnali deboli nonché quelli un po' dissonanti rispetto al passato, quel passato che spesso ci occupa la mente e ci ostruisce la ‘vista’. Proprio l'osservazione, a‐ perta, libera da zavorre e generativa ci aiuta a scoprire e interpretare nuovi mondi dentro e fuori di noi, alla portata delle Nostre Risorse e dei Nostri Talenti. Per aumentare il potenziale intellettivo dell'os‐ servazione si deve fare esperienza e poi anche pratica. In questo ci vengono in aiuto metodo‐ logie consolidate in grado di far emergere, in‐ grandire e focalizzare tutti i nodi delle dinami‐ che relazionali tra persone, organizzazioni, in

zen-stone_pomodorozen

ambito personale, familiare e professionale. Si tratta di tecnologie dialogiche, oppure parteci‐ pative o quelle in grado di rappresentare i siste‐ mi viventi secondo modalità sceniche tridimen‐ sionali, etc, etc. Osservare per riconoscere, connettere e posi‐ zionare alla giusta vicinanza/distanza in base alle sensazioni, le emozioni, la ragione e addirit‐ tura le percezioni corporee. Anche le neuro‐ scienze ci confermano, con le ultime scoperte, che il cervello non è l'unico organo deputato all'apprendimento. Migliaia sono le fibre neuro‐ nali scoperte nell'area del cuore e dello stoma‐ co, e sono molto attive. Osservare per com‐ prendere (prendere dentro) prima ancora di capire, per intuire e agire prima ancora di de‐ scrivere, analizzare, etichettare, bla, bla. Un'intelligenza rivolta al futuro che attinge da tutti i sensi, i Talenti e le Risorse di cui disponiamo, an‐ che quelli che non conosciamo. L'osservazione neutrale per ac‐ cogliere e valorizzare le biodi‐ versità e potenziare ulteriormen‐ te l'intelligenza Integrale metten‐ dola in rete senza filtri, catene, e libe‐ randone tutto il potenziale evolutivo.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) ha sti‐ mato, per difetto, che la perdita globale di bio‐ diversità può essere calcolata con un valore annuo di oltre 50 miliardi di euro; la previsione per il 2050 è che si arrivi ad una perdita di 14.000 miliardi di euro. Questo triste risulta‐ to è dovuto anche alla perdita dei cosid‐ detti ‘servizi eco‐sistemici’, vale a dire di quei veri e propri “valori naturali” offerti dalle foreste che garantiscono la regolazione del clima globale e dei cicli bio‐geo‐chimici globali, stabilizzano e arricchiscono il suolo, creano ri‐ sorse primarie come legno e altri prodotti di largo consumo, generano sicurezza vitale e alimentare per le popolazioni in via di sviluppo che riescono a trarre beneficio dalle foreste senza dover fuggire dal proprio Paese. Ma torniamo ai rifiuti di plastica: oltre a quelli che inquinano mari, spiagge e persino foreste, ci sono anche quelli che sono oggetto di rac‐ colta differenziata e di riciclo. A questo punto è lecito chiedersi:

“Quanto vale riciclare la plastica ?” 234 milioni di euro è il valore del riciclo della plastica in Italia per il 2014 e oltre 338 mila ton‐ nellate di emissioni di CO2 risparmiate all’atmosfera. Lo ha dichiarato COREPLA, il consorzio nazionale che gestisce la raccolta differenziata delle plastiche: sono stati 7.306 i Comuni attivi nel servizio di raccolta differen‐ ziata, 450mila le tonnellate di imballaggi in pla‐ stica riciclati e 349mila quelle avviate a recupe‐ ro. A queste 450mila, vanno aggiunte le 323mila tonnellate riciclate da operatori indu‐ striali indipendenti e provenienti dalle attività commerciali e industriali, per un riciclo com‐ plessivo di circa 780.000 tonnellate. Il dato me‐ dio nazionale di raccolta pro capite è passato da 12,9 a 13,9 kg annui per abitante e, altro ri‐ sultato tangibile, oggi è possibile realizzare bottiglie in PET con il 50% di materiale riciclato. Dunque con questi numeri, anche i meno sensi‐ bili ai temi ambientali dovrebbero pensarci due volte a disfarsi in maniera cosi leggera e irre‐ sponsabile dei loro rifiuti. M. Melissari

15

16

RELOADER Magazine - Giugno 2015

PERCORSI EVOLUTIVI PER LE PERSONE E LE ORGANIZZAZIONI

Quale tipo di intelligenza sviluppare per il futuro? di Fabio Cortese

www.fabiocortese.it

I tempi con cui la realtà si trasforma si stanno costantemente comprimendo. Il passato, il presente e il futuro delle cose, dei nostri pen‐ sieri, delle nostre convinzioni si avvicinano fino a diventare quasi un unico momento. Sempre più spesso è indispensabile costruire soluzioni cogliendo, nel momento presente, i segnali deboli che arrivano dal futuro preferendoli alle esperienze acquisite, seppur vincenti, del pas‐ sato. Come se non ci fosse alternativa all'evolu‐ zione tutto ci sta spingendo verso lo sviluppo di un tipo di intelligenza "integrale", dove tut‐ to il nostro potenziale, mente‐corpo‐spirito, è coinvolto nell'interpretare la realtà e ad intera‐ gire in tempo reale con essa. Nulla è più pro‐ grammabile o prevedibile e, a maggior ragione, ciò che accade va approcciato in modo che in‐ neschi un ciclo virtuoso. Generare un ciclo vir‐ tuoso, però, dipende sempre meno da ciò che abbiamo in mente noi e sempre più da regole spesso sottili se non invisibili, da leggi e legami sistemici molto più potenti delle nostre convin‐ zioni che non possiamo controllare ma solo, ed eventualmente, provare ‘a cavalcare’. Per riu‐ scire in questa impresa va fatto un check sul mix di abilità da sviluppare e quelle da dismet‐ tere. Per esempio l'osservazione neutrale, sen‐

za pregiudizi, diventa una qualità fondamenta‐ le per intercettare tutti i segnali deboli nonché quelli un po' dissonanti rispetto al passato, quel passato che spesso ci occupa la mente e ci ostruisce la ‘vista’. Proprio l'osservazione, a‐ perta, libera da zavorre e generativa ci aiuta a scoprire e interpretare nuovi mondi dentro e fuori di noi, alla portata delle Nostre Risorse e dei Nostri Talenti. Per aumentare il potenziale intellettivo dell'os‐ servazione si deve fare esperienza e poi anche pratica. In questo ci vengono in aiuto metodo‐ logie consolidate in grado di far emergere, in‐ grandire e focalizzare tutti i nodi delle dinami‐ che relazionali tra persone, organizzazioni, in

zen-stone_pomodorozen

ambito personale, familiare e professionale. Si tratta di tecnologie dialogiche, oppure parteci‐ pative o quelle in grado di rappresentare i siste‐ mi viventi secondo modalità sceniche tridimen‐ sionali, etc, etc. Osservare per riconoscere, connettere e posi‐ zionare alla giusta vicinanza/distanza in base alle sensazioni, le emozioni, la ragione e addirit‐ tura le percezioni corporee. Anche le neuro‐ scienze ci confermano, con le ultime scoperte, che il cervello non è l'unico organo deputato all'apprendimento. Migliaia sono le fibre neuro‐ nali scoperte nell'area del cuore e dello stoma‐ co, e sono molto attive. Osservare per com‐ prendere (prendere dentro) prima ancora di capire, per intuire e agire prima ancora di de‐ scrivere, analizzare, etichettare, bla, bla. Un'intelligenza rivolta al futuro che attinge da tutti i sensi, i Talenti e le Risorse di cui disponiamo, an‐ che quelli che non conosciamo. L'osservazione neutrale per ac‐ cogliere e valorizzare le biodi‐ versità e potenziare ulteriormen‐ te l'intelligenza Integrale metten‐ dola in rete senza filtri, catene, e libe‐ randone tutto il potenziale evolutivo.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

Il

mondo dell’impresa sta vivendo un nuovo rinascimento grazie alle temati‐ che della smart Factory. In questo contesto l’industria non è solamente il luogo dove appli‐ care nuove automazioni sempre più spinte, ma il terreno dove far crescere infrastrutture di rete sempre più capillari ed adatte a raccoglie‐ re dati e gestire informazioni e in grado di svi‐ luppare nuovi servizi e nuovi modi di relazio‐

17

stica ed al suo smaltimento. In questo conte‐ sto il tema della logistica è quello che di più si presta alla progettazione di nuovi servizi, fino a qualche anno fa inimmaginabili per il mondo dell’industria, in grado di rendere questo set‐ tore sostenibile e fortemente competitivo. La fabbrica digitale è lo spazio dove rilanciare la logistica intelligente abbinata al tema della mobilità elettrica e del riciclo: la tracciabilità

Fabbrica Digitale, Logistica e e-Mobility di Giambattista Gruosso

narsi con il territorio. Ma il vero punto di rottu‐ ra consiste nel fatto che sarà il prodotto a di‐ ventare il centro di questo processo di trasfor‐ mazione, e di conseguenza sarà lui a contene‐ re tutte le informazioni necessarie alla sua logi‐

digitale permette di fare economie di sistema sia riguardo al prodotto, ma anche e sopratut‐ to al vettore ed all’imballaggio stesso. Parten‐ do da queste considerazioni mi piace pensare a due modelli di servizio che possono benissi‐

RELOADER Magazine - Giugno 2015

mo intersecarsi tra di loro per dare origine a nuove opportunità. Il primo è legato alla traccia‐ bilità digitale del prodotto e del rifiuto, che co‐ me anticipato, sono le due facce della stessa medaglia. Sovrapporre informazioni sulla loca‐ lizzazione dell’asset abbinata alla disponibilità dei magazzini o dei centri di smaltimento per‐ mette di verificare in modo preciso il ciclo vita del prodotto, una volta uscito dagli impianti di produzione. Le tecnologie abilitanti dell’Internet of Things rendono tutto questo molto realistico e la raccolta dei dati connessi a questo processo ha l’opportunità di diventare una fonte molto redditizia soprattutto se abbinata ad un servizio innovativo, come quello di pianificazione. Il se‐ condo modello è quello delle flotte di veicoli elettrici in campo commerciale che inevitabil‐ mente prenderanno piede all’interno dei centri abitati e nelle aree densamente popolate. Que‐ sto tipo di mobilità ha tutte le potenzialità di svilupparsi non solo per un motivo meramente ecologico di riduzione di emissioni, ma anche perché le caratteristiche tecnologiche che que‐ sti mezzi stanno assumendo sono una grande opportunità, soprattutto per il mondo della logi‐ stica: prima fra tutti la disponibilità di energia elettrica a bordo del veicolo permette delle au‐ tomazioni non indifferenti di tutti gli accessori presenti a bordo, riducendo significativamente la pneumatica che oggi la fa da padrona. I due modelli sovrapposti hanno l’opportunità di rilanciare il modo di concepire il trasporto delle merci e dei rifiuti all’interno dei nostri centri abi‐ tati e soprattutto rendono fattibili nuovi modi d’uso delle flotte, tra cui quello di una condivi‐ sione dei mezzi che si abbina bene alla pianifica‐ zione e alla localizzazione degli asset. La ricerca spinge molto su questi scenari cercando di ana‐ lizzarne le potenzialità ed i benefici: è ora che qualche esempio virtuoso di servizio venga rea‐ lizzato diventando il primo passo di un nuovo modo di far coesistere fabbrica digitale e mobili‐ tà sostenibile. G. G.

18

Aprile 2015: salgono del + 6% le emissioni di CO2 dal Trasporto Continental Italia ha reso noto che ad aprile le emissioni di CO2 derivate dall’uso di gasolio per autotrazione sono aumentate di 359.605 tonnellate, e cioè del 6,1% rispetto allo stesso mese del 2014. Le emissioni provenienti dall’uso di benzina, invece, si sono conferma‐ te più o meno sullo stesso livello del 2014, con un calo di sole 3.192 tonnellate, che corrispon‐ dono allo 0,1% in meno. Il dato complessivo relativo al mese di aprile vede un aumento delle emissioni di CO2 di 356.413 tonnellate (+4,4%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Nei primi quattro mesi del 2015 le emissioni di CO2 da benzina sono in calo (‐2,4%), mentre quelle da gasolio sono aumentate del 3,8%. Il dato totale relativo al periodo gennaio‐aprile vede un aumento delle emissioni di 668.405 tonnellate, che corrispondono al 2,2%.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

Il

mondo dell’impresa sta vivendo un nuovo rinascimento grazie alle temati‐ che della smart Factory. In questo contesto l’industria non è solamente il luogo dove appli‐ care nuove automazioni sempre più spinte, ma il terreno dove far crescere infrastrutture di rete sempre più capillari ed adatte a raccoglie‐ re dati e gestire informazioni e in grado di svi‐ luppare nuovi servizi e nuovi modi di relazio‐

17

stica ed al suo smaltimento. In questo conte‐ sto il tema della logistica è quello che di più si presta alla progettazione di nuovi servizi, fino a qualche anno fa inimmaginabili per il mondo dell’industria, in grado di rendere questo set‐ tore sostenibile e fortemente competitivo. La fabbrica digitale è lo spazio dove rilanciare la logistica intelligente abbinata al tema della mobilità elettrica e del riciclo: la tracciabilità

Fabbrica Digitale, Logistica e e-Mobility di Giambattista Gruosso

narsi con il territorio. Ma il vero punto di rottu‐ ra consiste nel fatto che sarà il prodotto a di‐ ventare il centro di questo processo di trasfor‐ mazione, e di conseguenza sarà lui a contene‐ re tutte le informazioni necessarie alla sua logi‐

digitale permette di fare economie di sistema sia riguardo al prodotto, ma anche e sopratut‐ to al vettore ed all’imballaggio stesso. Parten‐ do da queste considerazioni mi piace pensare a due modelli di servizio che possono benissi‐

RELOADER Magazine - Giugno 2015

mo intersecarsi tra di loro per dare origine a nuove opportunità. Il primo è legato alla traccia‐ bilità digitale del prodotto e del rifiuto, che co‐ me anticipato, sono le due facce della stessa medaglia. Sovrapporre informazioni sulla loca‐ lizzazione dell’asset abbinata alla disponibilità dei magazzini o dei centri di smaltimento per‐ mette di verificare in modo preciso il ciclo vita del prodotto, una volta uscito dagli impianti di produzione. Le tecnologie abilitanti dell’Internet of Things rendono tutto questo molto realistico e la raccolta dei dati connessi a questo processo ha l’opportunità di diventare una fonte molto redditizia soprattutto se abbinata ad un servizio innovativo, come quello di pianificazione. Il se‐ condo modello è quello delle flotte di veicoli elettrici in campo commerciale che inevitabil‐ mente prenderanno piede all’interno dei centri abitati e nelle aree densamente popolate. Que‐ sto tipo di mobilità ha tutte le potenzialità di svilupparsi non solo per un motivo meramente ecologico di riduzione di emissioni, ma anche perché le caratteristiche tecnologiche che que‐ sti mezzi stanno assumendo sono una grande opportunità, soprattutto per il mondo della logi‐ stica: prima fra tutti la disponibilità di energia elettrica a bordo del veicolo permette delle au‐ tomazioni non indifferenti di tutti gli accessori presenti a bordo, riducendo significativamente la pneumatica che oggi la fa da padrona. I due modelli sovrapposti hanno l’opportunità di rilanciare il modo di concepire il trasporto delle merci e dei rifiuti all’interno dei nostri centri abi‐ tati e soprattutto rendono fattibili nuovi modi d’uso delle flotte, tra cui quello di una condivi‐ sione dei mezzi che si abbina bene alla pianifica‐ zione e alla localizzazione degli asset. La ricerca spinge molto su questi scenari cercando di ana‐ lizzarne le potenzialità ed i benefici: è ora che qualche esempio virtuoso di servizio venga rea‐ lizzato diventando il primo passo di un nuovo modo di far coesistere fabbrica digitale e mobili‐ tà sostenibile. G. G.

18

Aprile 2015: salgono del + 6% le emissioni di CO2 dal Trasporto Continental Italia ha reso noto che ad aprile le emissioni di CO2 derivate dall’uso di gasolio per autotrazione sono aumentate di 359.605 tonnellate, e cioè del 6,1% rispetto allo stesso mese del 2014. Le emissioni provenienti dall’uso di benzina, invece, si sono conferma‐ te più o meno sullo stesso livello del 2014, con un calo di sole 3.192 tonnellate, che corrispon‐ dono allo 0,1% in meno. Il dato complessivo relativo al mese di aprile vede un aumento delle emissioni di CO2 di 356.413 tonnellate (+4,4%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Nei primi quattro mesi del 2015 le emissioni di CO2 da benzina sono in calo (‐2,4%), mentre quelle da gasolio sono aumentate del 3,8%. Il dato totale relativo al periodo gennaio‐aprile vede un aumento delle emissioni di 668.405 tonnellate, che corrispondono al 2,2%.


RELOADER Magazine - Giugno 2015

19

RELOADER Magazine - Giugno 2015

20

Economia Circolare. La Commissione chiede ai cittadini europei di presentare nuove idee

Dopo le piste ciclabili a Londra, Birmingham, Manchester e in altre città si realizzano anche corsie speciali dedicate ai pennuti cittadini: le già ribattezzate “duck lanes” riservano loro una porzione di strade e viadotti , con un per‐ corso tratteggiato in vernice bianca con im‐ pressa l’inconfondibile sagoma di una papera. L’idea è nata al Canal & River Trust, per sensi‐ bilizzare passanti e turisti al rispetto degli spazi urbani, anche in relazione agli animali.

‘Share the Space’: così papere e anatre hanno una corsia tutta per loro in UK

Il Canal & River Trust, che si occu‐ pa della gestione di oltre 2.000 miglia di alzaie e di percorsi adia‐ centi ai corsi d’acqua inglesi, ha gestito la campagna tramite cro‐ wdfunding, con il motto “Share the Space, Drop Your Pace”.

La Commissione Europea ha avviato una con‐ sultazione pubblica per raccogliere pareri sulla strategia da adottare per impostare in modo nuovo e ambizioso la transizione verso l'eco‐ nomia circolare. I contributi dei portatori d'in‐ teresse serviranno per preparare il nuovo pia‐ no d'azione, che dovrà essere presentato en‐ tro la fine del 2015. Le strategie che porteran‐ no l'Europa a sviluppare un'economia circolare competitiva non dovranno limitarsi solo ai ri‐ fiuti, ma contemplare l'intero ciclo di vita dei prodotti, tenendo conto della situazione di ciascuno Stato membro; oltre ad azioni sul fronte dei rifiuti, si dovranno quindi prevedere interventi in materia di progettazione intelli‐ gente dei prodotti, riutilizzo e riparazione, rici‐ claggio, consumo sostenibile, uso intelligente delle materie prime, rafforzamento dei merca‐

A differenza del modello economico improntato al "prendi, produci e getta", nei sistemi a economia circo‐ lare i materiali e l'energia utilizzati per fabbricare i pro‐ dotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante me‐ no risorse possibili. La transizione verso un'economia più circolare in Europa oltre a promuovere la competiti‐ vità, favorire la crescita e l'occupazione e proteggere l'ambiente, ci offrirà prodotti innovativi e più duraturi grazie ai quali risparmieremo soldi e miglioreremo la nostra qualità di vita. La dimensione economica è stret‐ tamente legata a quella ambientale e sociale. Il futuro pacchetto di misure dovrà adottare un approc‐ cio coerente che tenga pienamente conto delle intera‐ zioni e dell'interdipendenza delle attività lungo la cate‐ na del valore. Esso consterà di una proposta legislativa riveduta in materia di rifiuti e una comunicazione che delinea un piano d'azione sull'economia circolare.

ti delle materie prime secondarie e misure set‐ toriali specifiche. I cittadini, le autorità pubbli‐ che, le imprese e tutti gli altri soggetti gover‐ nativi e non governativi interessati sono invita‐ ti a rispondere alle domande riguardanti i vari segmenti del ciclo economico e il loro ruolo nella transizione verso un'economia circolare. Un'altra consultazione pubblica sulle distorsio‐ ni del mercato dei rifiuti è già in corso ed è a‐ perta a tutti i portatori d'interesse. LINK Il 25 giugno 2015 la Commissione terrà a Bru‐ xelles una conferenza dei portatori di interes‐ se, i cui esiti confluiranno nel processo di con‐ sultazione. La conferenza è aperta a tutti colo‐ ro che desiderano contribuire a dare forma alla politica europea in questo settore. La con‐ sultazione resterà aperta fino al 20 agosto 2015. (Fonte: http://europa.eu)


RELOADER Magazine - Giugno 2015

19

RELOADER Magazine - Giugno 2015

20

Economia Circolare. La Commissione chiede ai cittadini europei di presentare nuove idee

Dopo le piste ciclabili a Londra, Birmingham, Manchester e in altre città si realizzano anche corsie speciali dedicate ai pennuti cittadini: le già ribattezzate “duck lanes” riservano loro una porzione di strade e viadotti , con un per‐ corso tratteggiato in vernice bianca con im‐ pressa l’inconfondibile sagoma di una papera. L’idea è nata al Canal & River Trust, per sensi‐ bilizzare passanti e turisti al rispetto degli spazi urbani, anche in relazione agli animali.

‘Share the Space’: così papere e anatre hanno una corsia tutta per loro in UK

Il Canal & River Trust, che si occu‐ pa della gestione di oltre 2.000 miglia di alzaie e di percorsi adia‐ centi ai corsi d’acqua inglesi, ha gestito la campagna tramite cro‐ wdfunding, con il motto “Share the Space, Drop Your Pace”.

La Commissione Europea ha avviato una con‐ sultazione pubblica per raccogliere pareri sulla strategia da adottare per impostare in modo nuovo e ambizioso la transizione verso l'eco‐ nomia circolare. I contributi dei portatori d'in‐ teresse serviranno per preparare il nuovo pia‐ no d'azione, che dovrà essere presentato en‐ tro la fine del 2015. Le strategie che porteran‐ no l'Europa a sviluppare un'economia circolare competitiva non dovranno limitarsi solo ai ri‐ fiuti, ma contemplare l'intero ciclo di vita dei prodotti, tenendo conto della situazione di ciascuno Stato membro; oltre ad azioni sul fronte dei rifiuti, si dovranno quindi prevedere interventi in materia di progettazione intelli‐ gente dei prodotti, riutilizzo e riparazione, rici‐ claggio, consumo sostenibile, uso intelligente delle materie prime, rafforzamento dei merca‐

A differenza del modello economico improntato al "prendi, produci e getta", nei sistemi a economia circo‐ lare i materiali e l'energia utilizzati per fabbricare i pro‐ dotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante me‐ no risorse possibili. La transizione verso un'economia più circolare in Europa oltre a promuovere la competiti‐ vità, favorire la crescita e l'occupazione e proteggere l'ambiente, ci offrirà prodotti innovativi e più duraturi grazie ai quali risparmieremo soldi e miglioreremo la nostra qualità di vita. La dimensione economica è stret‐ tamente legata a quella ambientale e sociale. Il futuro pacchetto di misure dovrà adottare un approc‐ cio coerente che tenga pienamente conto delle intera‐ zioni e dell'interdipendenza delle attività lungo la cate‐ na del valore. Esso consterà di una proposta legislativa riveduta in materia di rifiuti e una comunicazione che delinea un piano d'azione sull'economia circolare.

ti delle materie prime secondarie e misure set‐ toriali specifiche. I cittadini, le autorità pubbli‐ che, le imprese e tutti gli altri soggetti gover‐ nativi e non governativi interessati sono invita‐ ti a rispondere alle domande riguardanti i vari segmenti del ciclo economico e il loro ruolo nella transizione verso un'economia circolare. Un'altra consultazione pubblica sulle distorsio‐ ni del mercato dei rifiuti è già in corso ed è a‐ perta a tutti i portatori d'interesse. LINK Il 25 giugno 2015 la Commissione terrà a Bru‐ xelles una conferenza dei portatori di interes‐ se, i cui esiti confluiranno nel processo di con‐ sultazione. La conferenza è aperta a tutti colo‐ ro che desiderano contribuire a dare forma alla politica europea in questo settore. La con‐ sultazione resterà aperta fino al 20 agosto 2015. (Fonte: http://europa.eu)


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

22

21

Filosofia e Neuroscienze Quid cogitas? Quantum et quomodo cogitas?

RELOADER Magazine Inserto n.6/2015

Giorgio De Chirico

Roberto Vacca

L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo: www.printandread.com

“Cogito ergo Cartesius est”,

“E a che pienz’?”

scrisse Saul Steinberg, il famo‐

Non è solo una battuta. È una

so disegnatore. La battuta

questione cruciale. Anche cer‐

strappa un sorriso, ma non di‐

ti animali pensano, dato che

ce molto. Poi c’è la storiella

hanno memoria e fanno scel‐

dell’oratore che dice al suo

te. Tutti noi pensiamo spesso

pubblico napoletano: “Io sono

facendo passare immagini per

un libero pensatore.” E uno

la nostra mente, senza descri‐

dalla prima fila gli chiede:

verle con parole. Se usiamo


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

22

21

Filosofia e Neuroscienze Quid cogitas? Quantum et quomodo cogitas?

RELOADER Magazine Inserto n.6/2015

Giorgio De Chirico

Roberto Vacca

L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo: www.printandread.com

“Cogito ergo Cartesius est”,

“E a che pienz’?”

scrisse Saul Steinberg, il famo‐

Non è solo una battuta. È una

so disegnatore. La battuta

questione cruciale. Anche cer‐

strappa un sorriso, ma non di‐

ti animali pensano, dato che

ce molto. Poi c’è la storiella

hanno memoria e fanno scel‐

dell’oratore che dice al suo

te. Tutti noi pensiamo spesso

pubblico napoletano: “Io sono

facendo passare immagini per

un libero pensatore.” E uno

la nostra mente, senza descri‐

dalla prima fila gli chiede:

verle con parole. Se usiamo


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

23

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

24

parole (anche non pronunciate,

ipotesi e a dimostrarle. Da pochi

nire” su che cosa sia un uomo. La

non sa manovrare un tornio?” ‐

né scritte) queste possono costi‐

secoli abbiamo imparato a fare

riporto qui: “Tutti conoscono la

“È un uomo chi non sa che la som‐

tuire proposizioni staccate o con‐

osservazioni e a descrivere con la

definizione: “L’uomo è un bipede

ma dei cubi dei primi N numeri

nesse in modo debole: “Chiamo

matematica fenomeni naturali,

implume”, ma sociologi, filosofi,

naturali è uguale al quadrato del‐

l’ascensore – Salgo al mio piano ‐

processi. Anche quando non usi

sacerdoti o «intellettuali” in gene‐

la somma degli stessi N numeri?”

Ho fame. – Mangio pane. – Tuona.

questi strumenti, pensi. Però le

re restano confusi quando siano

‐ « È un uomo chi non sa niente di

– Forse pioverà.” – e così via.

idee o i simboli che traversano la

chiamati a rispondere a questa

fisica, letteratura, agricoltura?” ‐

Da 24 secoli abbiamo imparato

tua mente non sono organizzati.

domanda. Io ricorro, allora, al

“È un uomo chi non si sa nutrire

da Aristotele a ragionare con i sil‐

Non lasciano traccia. Conferma‐

metodo socratico e pongo do‐

da solo?”

logismi. Però ci vollero 10 secoli

no “alla Cartesio” che esisti, che

mande che riporto qui di seguito

Per mezzo di altre limitazioni è

per capire che ce ne sono 19 tipi

sei un essere umano, ma non

con le risposte che ricevo.

possibile precisare meglio come

diversi (lo capì Psello). Da 23 se‐

tanto straordinario.

« È un uomo chi non sa leggere?”

definire un uomo. Concludo che

coli abbiamo imparato da Euclide

Mezzo secolo fa scrissi una pagi‐

« Si, certo.”

essere

a dettare postulati, a formulare

na del mio libro “Esempi di Avve‐

«Chiami ancora “uomo” chi ha u‐

“sapere” qualche cosa o “saper

na scelta di parole molto limita‐

fare” qualche cosa. Per essere più

ta?”

compiutamente uomini dobbia‐

«E perché no?”

mo tendere a sapere di più e a sa‐

« Anche chi usa solo 200 parole?

per fare di più. Queste considera‐

Anche solo 100?”

zioni possono spiegare la sete di

« Direi di sì.”

sapere che altrimenti potrebbe

«Solo 10 parole?”

apparire una tendenza gratuita di

«Beh in questi casi si deve tratta‐

alcuni uomini, forse connessa

re di deboli mentali.”

all’istinto di sopravvivenza.”

“E chi non parla, non scrive, non

Il “Cogito ergo sum” è una pro‐

legge lo consideri un uomo o no?”

posizione modesta. Ci vogliono

“Sì, ma affetto da afasìa.”

risposte alle domande; “Quid co‐

È facile immaginare altre doman‐

gitas? Quantum et quomodo co‐

de:

gitas?” [“Che cosa pensi? Quanto

«È un uomo chi non sa guidare

e come pensi?”]. Descartes ha

l’automobile?” ‐ «È un uomo chi

scritto molto sul pensiero razio‐

un

uomo

significa


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

23

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

24

parole (anche non pronunciate,

ipotesi e a dimostrarle. Da pochi

nire” su che cosa sia un uomo. La

non sa manovrare un tornio?” ‐

né scritte) queste possono costi‐

secoli abbiamo imparato a fare

riporto qui: “Tutti conoscono la

“È un uomo chi non sa che la som‐

tuire proposizioni staccate o con‐

osservazioni e a descrivere con la

definizione: “L’uomo è un bipede

ma dei cubi dei primi N numeri

nesse in modo debole: “Chiamo

matematica fenomeni naturali,

implume”, ma sociologi, filosofi,

naturali è uguale al quadrato del‐

l’ascensore – Salgo al mio piano ‐

processi. Anche quando non usi

sacerdoti o «intellettuali” in gene‐

la somma degli stessi N numeri?”

Ho fame. – Mangio pane. – Tuona.

questi strumenti, pensi. Però le

re restano confusi quando siano

‐ « È un uomo chi non sa niente di

– Forse pioverà.” – e così via.

idee o i simboli che traversano la

chiamati a rispondere a questa

fisica, letteratura, agricoltura?” ‐

Da 24 secoli abbiamo imparato

tua mente non sono organizzati.

domanda. Io ricorro, allora, al

“È un uomo chi non si sa nutrire

da Aristotele a ragionare con i sil‐

Non lasciano traccia. Conferma‐

metodo socratico e pongo do‐

da solo?”

logismi. Però ci vollero 10 secoli

no “alla Cartesio” che esisti, che

mande che riporto qui di seguito

Per mezzo di altre limitazioni è

per capire che ce ne sono 19 tipi

sei un essere umano, ma non

con le risposte che ricevo.

possibile precisare meglio come

diversi (lo capì Psello). Da 23 se‐

tanto straordinario.

« È un uomo chi non sa leggere?”

definire un uomo. Concludo che

coli abbiamo imparato da Euclide

Mezzo secolo fa scrissi una pagi‐

« Si, certo.”

essere

a dettare postulati, a formulare

na del mio libro “Esempi di Avve‐

«Chiami ancora “uomo” chi ha u‐

“sapere” qualche cosa o “saper

na scelta di parole molto limita‐

fare” qualche cosa. Per essere più

ta?”

compiutamente uomini dobbia‐

«E perché no?”

mo tendere a sapere di più e a sa‐

« Anche chi usa solo 200 parole?

per fare di più. Queste considera‐

Anche solo 100?”

zioni possono spiegare la sete di

« Direi di sì.”

sapere che altrimenti potrebbe

«Solo 10 parole?”

apparire una tendenza gratuita di

«Beh in questi casi si deve tratta‐

alcuni uomini, forse connessa

re di deboli mentali.”

all’istinto di sopravvivenza.”

“E chi non parla, non scrive, non

Il “Cogito ergo sum” è una pro‐

legge lo consideri un uomo o no?”

posizione modesta. Ci vogliono

“Sì, ma affetto da afasìa.”

risposte alle domande; “Quid co‐

È facile immaginare altre doman‐

gitas? Quantum et quomodo co‐

de:

gitas?” [“Che cosa pensi? Quanto

«È un uomo chi non sa guidare

e come pensi?”]. Descartes ha

l’automobile?” ‐ «È un uomo chi

scritto molto sul pensiero razio‐

un

uomo

significa


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

25

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

26

nale: una funzione solo umana re‐

brali per mezzo di immagini di riso‐

vello entrano in azione a caso:

zioni di secondo sia nel reagire a

sa possibile dalla nostra anima, da‐

nanza magnetica funzionale. Os‐

quando vogliono loro, non quan‐

stimoli esterni, sia nell’effettuare

taci da Dio quando veniamo conce‐

servò, dunque, che queste presen‐

do decidiamo noi. Dunque non a‐

un’azione. È discutibile quale deb‐

piti – non ”estesa”, cioè immate‐

ba essere definito come il vero i‐

riale: puro spirito. Il 21 aprile 1641

stante in cui prendiamo una deci‐

Cartesio scrisse al matematico

sione. Gli esseri umani, infine, non

Mersenne che i segnali dai nostri

sono capaci di valutare “a senti‐

sensi viaggiano sui nervi e arrivano

mento” intervalli di tempo così

al conarium (così chiamava la

piccoli.

ghiandola pineale) che li trasmette

Sarà bene discutere da capo la

all’anima. Il filosofo sosteneva, poi,

questione dopo che siano state a‐

che l’anima ci permette di sceglie‐

nalizzate più completamente le

re: abbiamo il libero arbitrio. Quasi

sequenze dei nostri processi men‐

tutti pensano di scegliere libera‐

tali, identificate le connessioni

mente, anche se siamo condiziona‐

causali e definito bene il concetto

ti dalla nostra educazione, da espe‐

di libero arbitrio. R. V.

rienze precedenti, da convenzioni sociali, dal pensiero delle possibili

tavano variazioni brusche in antici‐

vremmo libero arbi‐

conseguenze delle nostre azioni.

po rispetto agli istanti in cui i sog‐

trio, ma deciderem‐

Invece 30 anni fa il neurofisiologo

getti indicavano di aver deciso di

mo a caso le nostre

Benjamin Libet dell’Università del‐

premere il tasto.

azioni. I nostri neu‐

la California a San Francisco, so‐

Recentemente Gabriel Kreiman, di

roni funzionerebbe‐

stenne che crediamo di prendere

Harvard, ha confermato le osserva‐

ro come monetine:

decisioni, ma che sono certi neuro‐

zioni di Libet registrando che una

testa o croce non

ni nel nostro cervello a decidere

ventina di neuroni, individuati co‐

dipende da noi.

per noi. Istruì alcune persone a

me rilevanti, si attivavano 300 milli‐

Mi

premere un tasto a loro volontà di‐

secondi prima del momento della

semplificazione in‐

chiarando in quale istante prende‐

decisione cosciente dei soggetti

debita. I nostri tem‐

vano ciascuna decisione. Intanto

dell’esperimento. Taluno ha con‐

pi di reazione sono

registrava certe loro attività cere‐

cluso che i neuroni del nostro cer‐

dell’ordine di fra‐

sembra

una


RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

25

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Giugno 2015

26

nale: una funzione solo umana re‐

brali per mezzo di immagini di riso‐

vello entrano in azione a caso:

zioni di secondo sia nel reagire a

sa possibile dalla nostra anima, da‐

nanza magnetica funzionale. Os‐

quando vogliono loro, non quan‐

stimoli esterni, sia nell’effettuare

taci da Dio quando veniamo conce‐

servò, dunque, che queste presen‐

do decidiamo noi. Dunque non a‐

un’azione. È discutibile quale deb‐

piti – non ”estesa”, cioè immate‐

ba essere definito come il vero i‐

riale: puro spirito. Il 21 aprile 1641

stante in cui prendiamo una deci‐

Cartesio scrisse al matematico

sione. Gli esseri umani, infine, non

Mersenne che i segnali dai nostri

sono capaci di valutare “a senti‐

sensi viaggiano sui nervi e arrivano

mento” intervalli di tempo così

al conarium (così chiamava la

piccoli.

ghiandola pineale) che li trasmette

Sarà bene discutere da capo la

all’anima. Il filosofo sosteneva, poi,

questione dopo che siano state a‐

che l’anima ci permette di sceglie‐

nalizzate più completamente le

re: abbiamo il libero arbitrio. Quasi

sequenze dei nostri processi men‐

tutti pensano di scegliere libera‐

tali, identificate le connessioni

mente, anche se siamo condiziona‐

causali e definito bene il concetto

ti dalla nostra educazione, da espe‐

di libero arbitrio. R. V.

rienze precedenti, da convenzioni sociali, dal pensiero delle possibili

tavano variazioni brusche in antici‐

vremmo libero arbi‐

conseguenze delle nostre azioni.

po rispetto agli istanti in cui i sog‐

trio, ma deciderem‐

Invece 30 anni fa il neurofisiologo

getti indicavano di aver deciso di

mo a caso le nostre

Benjamin Libet dell’Università del‐

premere il tasto.

azioni. I nostri neu‐

la California a San Francisco, so‐

Recentemente Gabriel Kreiman, di

roni funzionerebbe‐

stenne che crediamo di prendere

Harvard, ha confermato le osserva‐

ro come monetine:

decisioni, ma che sono certi neuro‐

zioni di Libet registrando che una

testa o croce non

ni nel nostro cervello a decidere

ventina di neuroni, individuati co‐

dipende da noi.

per noi. Istruì alcune persone a

me rilevanti, si attivavano 300 milli‐

Mi

premere un tasto a loro volontà di‐

secondi prima del momento della

semplificazione in‐

chiarando in quale istante prende‐

decisione cosciente dei soggetti

debita. I nostri tem‐

vano ciascuna decisione. Intanto

dell’esperimento. Taluno ha con‐

pi di reazione sono

registrava certe loro attività cere‐

cluso che i neuroni del nostro cer‐

dell’ordine di fra‐

sembra

una



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.