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Sommario
In Primo Piano
n. 90 - Luglio/Agosto 2015
RAEE SISTRI – Le novità più recenti: l’approvazione della risoluzione 8-00119, il bando di affidamento dei servizi, e altre riflessioni ... di Vito la Forgia
3
Siglato a fine giugno il nuovo Accordo di Programma per la gestione dei RAEE
8
Siemens: un premio per le migliori innovazioni della Green Economy
E n e r g i e r i n n ova b i l i Rinnovabili in progress
di Mirko Turchetti
La Commissione UE avvia la piattaforma intelligente europea in materia di energia Fotovoltaico: pannelli ispirati alle piante La “termopotenza” degli ossidi
9 9 10 10
Storie di riciclo Gli oggetti quotidiani che cambiano vita di Francesca Petrelli
11
Ambiente e Società Il futuro del cibo: sostenibilità e sicurezza di Alessandro Bianchini Il cibo del futuro: un bene comune
13 16
Lavorare senza carta: il primo esperimento “paperfree” in Italia di R. Bastianello
16 17
Il consulente assicurativo puro… Indispensabile per le PMI di Elmo Morini
19
Comieco: tre milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte nel 2014
20
Il Manifesto della Green Economy per l’agroalimentare ad EXPO 2015
Gli Speciali La reverse logistics nella post-logistica: il ruolo degli Interporti Pietro Spirito Presidente di Interporto Bologna SpA
21
“Empowering people Award” è il nome dell’iniziativa ed è rivolta a sviluppatori e invento‐ ri internazionali impegnati nel‐ la realizzazione di idee innova‐ tive nel settore dell’economia sostenibile. Proprio la sosteni‐ bilità ambientale dei progetti di impresa sarà il metro di giu‐ dizio principale per gli aspiran‐ ti vincitori, chiamati a cimen‐ tarsi in una delle 8 categorie della Green Economy messa a loro disposizione: abitazione, agricoltura & alimentazione, educazione, energia, gestione dell’acqua e dei reflui, gestio‐ ne dei rifiuti, IT e sanità. Il ter‐ mine per la presentazione dei progetti è fissato per il 30 no‐ vembre 2015 alle ore 12. Al vin‐ citore un premio di 50.000 eu‐ ro, 30.000 euro per il secondo
classificato e 20.000 euro per il terzo. La nomina dei vincitori avverrà attraverso il giudizio di una giura globale online. Al premio in denaro si affian‐ cherà l’inserimento delle idee dei partecipanti nel “Database delle Soluzioni”. Gli inventori entreranno invece nella empo‐ wering people Network, una community creata e sviluppata da Fondazione Siemens. L’obiettivo di questa competi‐ zione è quello di mettere le persone che vivono nelle re‐ gioni più disagiate in condizio‐ ne di avere accesso ai servizi base per i loro bisogni giorna‐ lieri. Vogliamo portare soluzio‐ ni creative e non vediamo l’ora di lavorare con chi riuscirà a realizzare soluzioni utili per chi ne ha più bisogno.
RELOADER Magazine n. 90 - Luglio - Agosto 2015 Via di San Giovanni in Laterano 84 - 00184 Roma Fax: +39 06 62.27.05.44
www.reloaderitalia.it info@reloaderitalia.it Tel: +39 06 7049.5320
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Sommario
In Primo Piano
n. 90 - Luglio/Agosto 2015
RAEE SISTRI – Le novità più recenti: l’approvazione della risoluzione 8-00119, il bando di affidamento dei servizi, e altre riflessioni ... di Vito la Forgia
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Siglato a fine giugno il nuovo Accordo di Programma per la gestione dei RAEE
8
Siemens: un premio per le migliori innovazioni della Green Economy
E n e r g i e r i n n ova b i l i Rinnovabili in progress
di Mirko Turchetti
La Commissione UE avvia la piattaforma intelligente europea in materia di energia Fotovoltaico: pannelli ispirati alle piante La “termopotenza” degli ossidi
9 9 10 10
Storie di riciclo Gli oggetti quotidiani che cambiano vita di Francesca Petrelli
11
Ambiente e Società Il futuro del cibo: sostenibilità e sicurezza di Alessandro Bianchini Il cibo del futuro: un bene comune
13 16
Lavorare senza carta: il primo esperimento “paperfree” in Italia di R. Bastianello
16 17
Il consulente assicurativo puro… Indispensabile per le PMI di Elmo Morini
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Comieco: tre milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte nel 2014
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Il Manifesto della Green Economy per l’agroalimentare ad EXPO 2015
Gli Speciali La reverse logistics nella post-logistica: il ruolo degli Interporti Pietro Spirito Presidente di Interporto Bologna SpA
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“Empowering people Award” è il nome dell’iniziativa ed è rivolta a sviluppatori e invento‐ ri internazionali impegnati nel‐ la realizzazione di idee innova‐ tive nel settore dell’economia sostenibile. Proprio la sosteni‐ bilità ambientale dei progetti di impresa sarà il metro di giu‐ dizio principale per gli aspiran‐ ti vincitori, chiamati a cimen‐ tarsi in una delle 8 categorie della Green Economy messa a loro disposizione: abitazione, agricoltura & alimentazione, educazione, energia, gestione dell’acqua e dei reflui, gestio‐ ne dei rifiuti, IT e sanità. Il ter‐ mine per la presentazione dei progetti è fissato per il 30 no‐ vembre 2015 alle ore 12. Al vin‐ citore un premio di 50.000 eu‐ ro, 30.000 euro per il secondo
classificato e 20.000 euro per il terzo. La nomina dei vincitori avverrà attraverso il giudizio di una giura globale online. Al premio in denaro si affian‐ cherà l’inserimento delle idee dei partecipanti nel “Database delle Soluzioni”. Gli inventori entreranno invece nella empo‐ wering people Network, una community creata e sviluppata da Fondazione Siemens. L’obiettivo di questa competi‐ zione è quello di mettere le persone che vivono nelle re‐ gioni più disagiate in condizio‐ ne di avere accesso ai servizi base per i loro bisogni giorna‐ lieri. Vogliamo portare soluzio‐ ni creative e non vediamo l’ora di lavorare con chi riuscirà a realizzare soluzioni utili per chi ne ha più bisogno.
RELOADER Magazine n. 90 - Luglio - Agosto 2015 Via di San Giovanni in Laterano 84 - 00184 Roma Fax: +39 06 62.27.05.44
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RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
L
Uglio, il solstizio è già passato mentre questo articolo viene redatto, ma è re‐ cente l’approvazione della risoluzione 8‐00119 inerente il SISTRI. Pertanto anche se l’estate sta invadendo le nostre case e le nostre menti sono già proiettate alle vacanze estive ed alla calura in arrivo, è tempo di riprendere a parla‐ re del nostro tanto amato quanto odiato e di‐ scusso SISTRI. In questo articolo andremo ad esaminare ciò che è stato approvato nella risoluzione il cui testo, a parere di chi scrive, non aggiunge as‐ solutamente nulla di nuovo a quanto già sape‐ vamo in merito a questo fallace sistema infor‐ matico che il Ministero dell’Ambiente si rifiuta di far decadere in tempi di crisi e di ristrettezze economiche come questo. La nuova formula‐ zione approvata dalla commissione si apre con una vecchia notizia: grazie all’approvazione della legge n. 116 del 11 Agosto 2014, entro 60 gg dalla sua entrata in vigore (25 Giugno 2014), il sistema SISTRI viene semplificato con l’applicazione dell’interoperabilità e la sostitu‐ zione dei dispositivi token usb, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Di semplificazioni traccia non v’è stata e di so‐ stituzione dei token USB se ne è soltanto par‐ lato. Vediamo le novità più recenti. Entro il 30 Giugno 2015 il ministero dell’ambiente avvia le procedure per l’affidamento della concessione del servizio nel rispetto dei criteri … (omissis) nonché dei principi di economicità, semplifica‐ zione, interoperabilità tra sistemi informatici e costante aggiornamento tecnologico. Parole altisonanti che dovremo vedere quanto saran‐ no aderenti alla realtà dei fatti. Al tempo in cui l’articolo viene redatto quella data è passata da poco ed il Bando di Gara effettivamente esiste. Bando di gara Consip In merito proprio all’affidamento, è recente al momento in cui questo articolo viene scritto, la pubblicazione del bando di gara Consip per l’affidamento per 5 anni del servizio di traccia‐ mento di rifiuti. La gara si svolgerà sostanzial‐
4
3
mente in due fasi, la prima di pre‐qualifica ed una seconda nella quale ai concorrenti qualifi‐ cati sarà inviato un invito. Il valore del bando di gara ammonta a circa 260 milioni di euro, da aggiungere quindi a tutti quelli già spesi per la prima formulazione del sistema SISTRI e di tut‐ ti i contributi versati dalle imprese coinvolte. Per il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti questo rappresenta un punto di svolta ed un nuovo inizio per la soap‐opera del SISTRI. Cer‐ tamente riuscire a creare un sistema informati‐
co efficiente di tracciamento dei rifiuti potreb‐ be essere un buon punto di arrivo, ma occorre vedere se realmente i tempi prospettati per la realizzazione ed il conseguente test sugli ope‐ ratori del settore (auspicato) siano effettiva‐
RAEE SISTRI – Le novità più recenti: l’approvazione della risoluzione 8-00119, il bando di affidamento dei servizi, e altre riflessioni ... Vito la Forgia, Ambiente & Rifiuti-Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti
mente rispettati. Ovviamente a seguito della realizzazione di questo SISTRI 2.0 seguirà l’applicazione delle sanzioni per il suo mancato utilizzo che ricordiamo ad oggi sono sospese fino al 31 Dicembre 2015. Tutto ciò significa
quindi che al Ministero dell’Ambiente ci si a‐ spetta nell’arco di 6 mesi la realizzazione di un nuovo software, più efficiente e snello di quello attualmente presente. A questi sei mesi però dovremmo decurtare i tempi di svolgimento
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
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Uglio, il solstizio è già passato mentre questo articolo viene redatto, ma è re‐ cente l’approvazione della risoluzione 8‐00119 inerente il SISTRI. Pertanto anche se l’estate sta invadendo le nostre case e le nostre menti sono già proiettate alle vacanze estive ed alla calura in arrivo, è tempo di riprendere a parla‐ re del nostro tanto amato quanto odiato e di‐ scusso SISTRI. In questo articolo andremo ad esaminare ciò che è stato approvato nella risoluzione il cui testo, a parere di chi scrive, non aggiunge as‐ solutamente nulla di nuovo a quanto già sape‐ vamo in merito a questo fallace sistema infor‐ matico che il Ministero dell’Ambiente si rifiuta di far decadere in tempi di crisi e di ristrettezze economiche come questo. La nuova formula‐ zione approvata dalla commissione si apre con una vecchia notizia: grazie all’approvazione della legge n. 116 del 11 Agosto 2014, entro 60 gg dalla sua entrata in vigore (25 Giugno 2014), il sistema SISTRI viene semplificato con l’applicazione dell’interoperabilità e la sostitu‐ zione dei dispositivi token usb, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Di semplificazioni traccia non v’è stata e di so‐ stituzione dei token USB se ne è soltanto par‐ lato. Vediamo le novità più recenti. Entro il 30 Giugno 2015 il ministero dell’ambiente avvia le procedure per l’affidamento della concessione del servizio nel rispetto dei criteri … (omissis) nonché dei principi di economicità, semplifica‐ zione, interoperabilità tra sistemi informatici e costante aggiornamento tecnologico. Parole altisonanti che dovremo vedere quanto saran‐ no aderenti alla realtà dei fatti. Al tempo in cui l’articolo viene redatto quella data è passata da poco ed il Bando di Gara effettivamente esiste. Bando di gara Consip In merito proprio all’affidamento, è recente al momento in cui questo articolo viene scritto, la pubblicazione del bando di gara Consip per l’affidamento per 5 anni del servizio di traccia‐ mento di rifiuti. La gara si svolgerà sostanzial‐
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mente in due fasi, la prima di pre‐qualifica ed una seconda nella quale ai concorrenti qualifi‐ cati sarà inviato un invito. Il valore del bando di gara ammonta a circa 260 milioni di euro, da aggiungere quindi a tutti quelli già spesi per la prima formulazione del sistema SISTRI e di tut‐ ti i contributi versati dalle imprese coinvolte. Per il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti questo rappresenta un punto di svolta ed un nuovo inizio per la soap‐opera del SISTRI. Cer‐ tamente riuscire a creare un sistema informati‐
co efficiente di tracciamento dei rifiuti potreb‐ be essere un buon punto di arrivo, ma occorre vedere se realmente i tempi prospettati per la realizzazione ed il conseguente test sugli ope‐ ratori del settore (auspicato) siano effettiva‐
RAEE SISTRI – Le novità più recenti: l’approvazione della risoluzione 8-00119, il bando di affidamento dei servizi, e altre riflessioni ... Vito la Forgia, Ambiente & Rifiuti-Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti
mente rispettati. Ovviamente a seguito della realizzazione di questo SISTRI 2.0 seguirà l’applicazione delle sanzioni per il suo mancato utilizzo che ricordiamo ad oggi sono sospese fino al 31 Dicembre 2015. Tutto ciò significa
quindi che al Ministero dell’Ambiente ci si a‐ spetta nell’arco di 6 mesi la realizzazione di un nuovo software, più efficiente e snello di quello attualmente presente. A questi sei mesi però dovremmo decurtare i tempi di svolgimento
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della gara e dovremo sperare che l’aggiudicatario abbia già iniziato a lavorare sul progetto, per non essere in ritardo sulla tabella di mar‐ cia. Personalmente ritengo quindi il tempo a disposizione molto limitato per poter proce‐ dere con la realizzazione di un progetto di queste dimensioni, ma non sono un progetti‐ sta software e potrei quindi anche sbagliarmi. Il tempo sarà giudice di questo mio commento … Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il bando di gara: la procedura è ristretta, a lotto unico con l’obiettivo di garantire al mercato la possibilità di definire gli adeguati raggruppa‐ menti di imprese per la gestione dei servizi ri‐ chiesti, ed il valore stimato di 260 milioni di eu‐ ro sono validi per l’intera durata del contratto, 5 anni, più ulteriori 24 mesi opzionali. La gara prevede che vengano affidati in con‐ cessione una serie di servizi operativi, quali: ‐ Gestione informatizzata dei registri di carico e scarico (solo per i rifiuti pericolosi? Entrambi? Tutti i soggetti obbligati o solo una parte?) per i produttori e smaltitori (qualcuno deve aver dimenticato che anche i trasportatori hanno l’obbligo di un registro di carico e scarico ed idem dicasi per gli intermediari senza detenzio‐ ne); ‐ Gestione informatizzata delle schede di movi‐ mentazione (ex formulari di identificazione rifiuti) ‐ Registrazione dei percorsi in modalità offline; Generazione automatica del MUD (ma se il SI‐ STRI 2.0 continuerà a non essere un gestionale allora gli operatori del settore dovranno co‐ munque inserire manualmente una serie di da‐ ti relativi alle operazioni di recupero/ smaltimento dei rifiuti); ‐ Gestione dei contributi attraverso il monito‐ raggio e la riconciliazione dei flussi finanziari relativi al versamento delle quote annuali di iscrizione dei soggetti iscritti al Sistema (volendo tradurre, le imprese continueranno a pagare); ‐ Le azioni finalizzate all’ampliamento dell’adesione al servizio da parte dei soggetti
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facoltizzati (questo risponde alla prima do‐ manda, ossia che il sistema partirà nuovamen‐ te con delle eccezioni). Chi avrà la fortuna/sfortuna di vincere la gara dovrà prendere in carico l’attuale sistema SI‐ STRI e procedere con lo sviluppo del nuovo sistema informatico. Commenti sul testo approvato dalla commissione Il testo approvato dalla commissione, che invi‐ to tutti i lettori a leggere, contiene in sé una sorta di riepilogo di quanto è stato detto e fat‐ to nel corso di questo ultimo anno nei con‐ fronti del SISTRI. Si parla della famigerata com‐ missione che avrebbe dovuto collaudare il si‐ stema e che ha dato un esito positivo (molto discutibile) nell’ambito della conformità del sistema a quanto era stato progettato inizial‐ mente. Si è finalmente preso atto della vetustà del sistema dal punto di vista tecnologico e delle procedure che lo caratterizzano. Volendo sintetizzare senza annoiare il lettore: ‐ Sistema tecnologicamente antiquato; ‐ Farraginosità nell’utilizzo delle procedure po‐ co allineate alla normativa vigente; ‐ Quadro poco chiaro relativo alle procedure da utilizzare nell’esecuzione di qualsiasi opera‐ zione; ‐ Mancata competenza da parte del call center, ed aggiungerei anche un pizzico di arroganza da parte di taluni operatori che ricordiamo so‐ no stipendiati per dare supporto agli utenti nell’utilizzo di un sistema informatico di poca e dubbia utilità e che nulla aggiunge ad oggi alla corretta gestione dei rifiuti, e che quindi sono deputati al dare informazioni chiare e corrette all’utente possibilmente in maniera cortese e non come se stessero facendo un favore nel rispondere al telefono; ‐ Mancata formazione degli operatori del call center in merito alla normativa rifiuti. Non so‐ no pochi difatti gli utenti che hanno dovuto effettuare più telefonate al call center parlan‐ do con più operatori e decidere poi quale fos‐
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
se la risposta più consona al proprio problema (in pratica è come giocare al superenalotto); ‐ Mancata utilità del sistema SISTRI nell’attuale gestione dei rifiuti. E’ infatti noto che l’utilizzo del SISTRI non fornisce alcun valore aggiunto nel contrasto delle ecomafie e della tracciabilità dei rifiuti ma sta sortendo invece l’effetto con‐ trario ossia quello di complicare ciò che era semplice ovvero l’utilizzo di un registro di cari‐ co e scarico e di un formulario di identificazione rifiuti. ‐ Inutilità dell’utilizzo di black‐box, token usb per una gestione che potrebbe essere fatta con sistemi più semplici. Non sono pochi gli utenti che lamentano la profusione di codici da inseri‐ re per poter effettuare l’accesso al SISTRI ( e ricordiamo che per accedere al proprio conto online i codici richiesti sono di gran lunga infe‐ riori ma i dati contenuti di maggior valore); ‐ La tracciabilità in tempo reale è sostanzial‐ mente un miraggio; ‐ Aggravio di costi in capo alle imprese. Basti pensare ai contributi annuali obbligatori da ver‐ sare, alle integrazioni che devono essere fatte ogni qual volta si aggiunge un mezzo alla pro‐ pria autorizzazione, al tempo che ogni operato‐ re perde per poter produrre la documentazione che deve accompagnare un rifiuto pericoloso e del tempo che gli altri operatori perdono per poter effettuare le registrazioni di legge (ricordiamo che il tempo è denaro per le impre‐ se). Personalmente ritengo di aver sviscerato l’argomento dei contro – SISTRI già ampiamen‐ te in tutti gli articoli che sono stati pubblicati sul blog: www.ambienterifiuti.wordpress.com durante questi anni, e si invita il lettore a volerli leggere per avere una panoramica più ampia di quali siano le problematiche. Con ciò non voglio affermare che l’idea del SISTRI sia da buttare. Anzi ribadisco sempre che l’idea dalla quale na‐ sce il SISTRI è nobile ed utile al fine di poter tracciare e gestire i rifiuti. Ritengo utile tuttavia soffermare l’attenzione su quanto detto dal Ministro Galletti in data 9
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Aprile 2014 dato che il suo commento è sta‐ to citato nel testo in esame: «Si va avanti, bisogna assolutamen‐ te farlo perché è indi‐ spensabile, perché quello che abbiamo visto accadere nella Terra dei Fuochi non deve più accadere», aggiungendo che «bisogna che questo sistema non crei danni agli imprendi‐ tori. Noi abbiamo un sistema che nasce vecchio, perché questo contratto risale a tanti anni fa. La tecnologia è andata avanti, il diritto amministra‐ tivo è andato avanti e ha bisogno di un aggiorna‐ mento. Stiamo lavorando su questo e vediamo il risultato che riusciamo ad ottenere, perché ab‐ biamo un contratto fatto Mercoledì 17 giugno 2015 — 72 — Commissione VIII e la pubblica am‐ ministrazione i contratti deve rispettarli fino in fondo». Ci permettiamo di fare un elogio in merito all’aver preso coscienza di quanto il sistema sia vecchio e di quanto la normativa ambientale sia andata avanti nel frattempo, ma è utile anche una critica costruttiva in quanto il problema della terra dei fuochi non sarebbe stato evitato grazie al famigerato SISTRI. Ciò che credo i poli‐ tici non abbiano voglia di comprendere è la semplicità dei fatti: se c’è un soggetto che in‐ tende far viaggiare illecitamente i propri rifiuti per poi sotterrarli da qualche parte, qualcuno crede seriamente che il trasporto dal produtto‐ re alla cava in cui verrà seppellito il rifiuto av‐ verrà con la scheda SISTRI? Che l’automezzo impiegato sarà iscritto al SISTRI? La risposta è ovviamente no, e da ciò ne discende che in real‐ tà per prevenire questi eventi sarebbe necessa‐ rio invece formare ed addestrare più agenti per svolgere i controlli su strada, nei siti, presso i produttori di rifiuti, presso gli impianti. Se una parte dei contributi versati al SISTRI fossero devoluti per la formazione degli organi di con‐ trollo, ritengo che le imprese sarebbero meno
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della gara e dovremo sperare che l’aggiudicatario abbia già iniziato a lavorare sul progetto, per non essere in ritardo sulla tabella di mar‐ cia. Personalmente ritengo quindi il tempo a disposizione molto limitato per poter proce‐ dere con la realizzazione di un progetto di queste dimensioni, ma non sono un progetti‐ sta software e potrei quindi anche sbagliarmi. Il tempo sarà giudice di questo mio commento … Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il bando di gara: la procedura è ristretta, a lotto unico con l’obiettivo di garantire al mercato la possibilità di definire gli adeguati raggruppa‐ menti di imprese per la gestione dei servizi ri‐ chiesti, ed il valore stimato di 260 milioni di eu‐ ro sono validi per l’intera durata del contratto, 5 anni, più ulteriori 24 mesi opzionali. La gara prevede che vengano affidati in con‐ cessione una serie di servizi operativi, quali: ‐ Gestione informatizzata dei registri di carico e scarico (solo per i rifiuti pericolosi? Entrambi? Tutti i soggetti obbligati o solo una parte?) per i produttori e smaltitori (qualcuno deve aver dimenticato che anche i trasportatori hanno l’obbligo di un registro di carico e scarico ed idem dicasi per gli intermediari senza detenzio‐ ne); ‐ Gestione informatizzata delle schede di movi‐ mentazione (ex formulari di identificazione rifiuti) ‐ Registrazione dei percorsi in modalità offline; Generazione automatica del MUD (ma se il SI‐ STRI 2.0 continuerà a non essere un gestionale allora gli operatori del settore dovranno co‐ munque inserire manualmente una serie di da‐ ti relativi alle operazioni di recupero/ smaltimento dei rifiuti); ‐ Gestione dei contributi attraverso il monito‐ raggio e la riconciliazione dei flussi finanziari relativi al versamento delle quote annuali di iscrizione dei soggetti iscritti al Sistema (volendo tradurre, le imprese continueranno a pagare); ‐ Le azioni finalizzate all’ampliamento dell’adesione al servizio da parte dei soggetti
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facoltizzati (questo risponde alla prima do‐ manda, ossia che il sistema partirà nuovamen‐ te con delle eccezioni). Chi avrà la fortuna/sfortuna di vincere la gara dovrà prendere in carico l’attuale sistema SI‐ STRI e procedere con lo sviluppo del nuovo sistema informatico. Commenti sul testo approvato dalla commissione Il testo approvato dalla commissione, che invi‐ to tutti i lettori a leggere, contiene in sé una sorta di riepilogo di quanto è stato detto e fat‐ to nel corso di questo ultimo anno nei con‐ fronti del SISTRI. Si parla della famigerata com‐ missione che avrebbe dovuto collaudare il si‐ stema e che ha dato un esito positivo (molto discutibile) nell’ambito della conformità del sistema a quanto era stato progettato inizial‐ mente. Si è finalmente preso atto della vetustà del sistema dal punto di vista tecnologico e delle procedure che lo caratterizzano. Volendo sintetizzare senza annoiare il lettore: ‐ Sistema tecnologicamente antiquato; ‐ Farraginosità nell’utilizzo delle procedure po‐ co allineate alla normativa vigente; ‐ Quadro poco chiaro relativo alle procedure da utilizzare nell’esecuzione di qualsiasi opera‐ zione; ‐ Mancata competenza da parte del call center, ed aggiungerei anche un pizzico di arroganza da parte di taluni operatori che ricordiamo so‐ no stipendiati per dare supporto agli utenti nell’utilizzo di un sistema informatico di poca e dubbia utilità e che nulla aggiunge ad oggi alla corretta gestione dei rifiuti, e che quindi sono deputati al dare informazioni chiare e corrette all’utente possibilmente in maniera cortese e non come se stessero facendo un favore nel rispondere al telefono; ‐ Mancata formazione degli operatori del call center in merito alla normativa rifiuti. Non so‐ no pochi difatti gli utenti che hanno dovuto effettuare più telefonate al call center parlan‐ do con più operatori e decidere poi quale fos‐
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se la risposta più consona al proprio problema (in pratica è come giocare al superenalotto); ‐ Mancata utilità del sistema SISTRI nell’attuale gestione dei rifiuti. E’ infatti noto che l’utilizzo del SISTRI non fornisce alcun valore aggiunto nel contrasto delle ecomafie e della tracciabilità dei rifiuti ma sta sortendo invece l’effetto con‐ trario ossia quello di complicare ciò che era semplice ovvero l’utilizzo di un registro di cari‐ co e scarico e di un formulario di identificazione rifiuti. ‐ Inutilità dell’utilizzo di black‐box, token usb per una gestione che potrebbe essere fatta con sistemi più semplici. Non sono pochi gli utenti che lamentano la profusione di codici da inseri‐ re per poter effettuare l’accesso al SISTRI ( e ricordiamo che per accedere al proprio conto online i codici richiesti sono di gran lunga infe‐ riori ma i dati contenuti di maggior valore); ‐ La tracciabilità in tempo reale è sostanzial‐ mente un miraggio; ‐ Aggravio di costi in capo alle imprese. Basti pensare ai contributi annuali obbligatori da ver‐ sare, alle integrazioni che devono essere fatte ogni qual volta si aggiunge un mezzo alla pro‐ pria autorizzazione, al tempo che ogni operato‐ re perde per poter produrre la documentazione che deve accompagnare un rifiuto pericoloso e del tempo che gli altri operatori perdono per poter effettuare le registrazioni di legge (ricordiamo che il tempo è denaro per le impre‐ se). Personalmente ritengo di aver sviscerato l’argomento dei contro – SISTRI già ampiamen‐ te in tutti gli articoli che sono stati pubblicati sul blog: www.ambienterifiuti.wordpress.com durante questi anni, e si invita il lettore a volerli leggere per avere una panoramica più ampia di quali siano le problematiche. Con ciò non voglio affermare che l’idea del SISTRI sia da buttare. Anzi ribadisco sempre che l’idea dalla quale na‐ sce il SISTRI è nobile ed utile al fine di poter tracciare e gestire i rifiuti. Ritengo utile tuttavia soffermare l’attenzione su quanto detto dal Ministro Galletti in data 9
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Aprile 2014 dato che il suo commento è sta‐ to citato nel testo in esame: «Si va avanti, bisogna assolutamen‐ te farlo perché è indi‐ spensabile, perché quello che abbiamo visto accadere nella Terra dei Fuochi non deve più accadere», aggiungendo che «bisogna che questo sistema non crei danni agli imprendi‐ tori. Noi abbiamo un sistema che nasce vecchio, perché questo contratto risale a tanti anni fa. La tecnologia è andata avanti, il diritto amministra‐ tivo è andato avanti e ha bisogno di un aggiorna‐ mento. Stiamo lavorando su questo e vediamo il risultato che riusciamo ad ottenere, perché ab‐ biamo un contratto fatto Mercoledì 17 giugno 2015 — 72 — Commissione VIII e la pubblica am‐ ministrazione i contratti deve rispettarli fino in fondo». Ci permettiamo di fare un elogio in merito all’aver preso coscienza di quanto il sistema sia vecchio e di quanto la normativa ambientale sia andata avanti nel frattempo, ma è utile anche una critica costruttiva in quanto il problema della terra dei fuochi non sarebbe stato evitato grazie al famigerato SISTRI. Ciò che credo i poli‐ tici non abbiano voglia di comprendere è la semplicità dei fatti: se c’è un soggetto che in‐ tende far viaggiare illecitamente i propri rifiuti per poi sotterrarli da qualche parte, qualcuno crede seriamente che il trasporto dal produtto‐ re alla cava in cui verrà seppellito il rifiuto av‐ verrà con la scheda SISTRI? Che l’automezzo impiegato sarà iscritto al SISTRI? La risposta è ovviamente no, e da ciò ne discende che in real‐ tà per prevenire questi eventi sarebbe necessa‐ rio invece formare ed addestrare più agenti per svolgere i controlli su strada, nei siti, presso i produttori di rifiuti, presso gli impianti. Se una parte dei contributi versati al SISTRI fossero devoluti per la formazione degli organi di con‐ trollo, ritengo che le imprese sarebbero meno
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contrarie al SISTRI o, perlomeno, saprebbero che non tutti i soldi versati vengano destinati al pozzo senza fondo che il SISTRI oggi rappre‐ senta. Invece si continua a pensare che sia suf‐ ficiente un sistema informatico dove le impre‐ se diligenti (perché solo queste ad oggi sono iscritte) si iscrivono e compilano la loro scheda SISTRI per aver contrastato le eco‐mafie … Personalmente avrei qualche dubbio in merito. Poniamo ora l’attenzione sull’attuale sistema di gestione dei rifiuti costituito da formulari di identificazione rifiuti e registro di carico e sca‐ rico e vediamo da cosa scaturisce questa ne‐ cessità di avere il SISTRI a tutti i costi. Cosa c’è che non va nell’attuale sistema? Sicuramente manca una comunicazione in tempo reale alle forze dell’ordine, dato che occorre aspettare la presentazione del MUD con le sue regole, che di anno in anno cambia‐ no mandando in confusione chi lo compila, e che lascia sempre nel dubbio gli operatori ri‐ guardo l’effettivo controllo. Essendo un sistema cartaceo manca della rapi‐ dità nella sua compilazione e consultazione, ed ancora, la comunicazione a tutti i soggetti coinvolti del peso riscontrato a destino richie‐ de del tempo. Grazie però all’avvento degli scanner e della posta elettronica, le imprese in autonomia, fanno oggi viaggiare le informazio‐ ni in tempo quasi reale e tutto ciò senza che un decreto fosse stato emanato, e soprattutto che i costi fossero incrementati. Non dimentichiamo che nel frattempo sono stati prodotti dei software, che permettono alle imprese che devono registrare molti movi‐ menti di carico e scarico rifiuti di informatizza‐ re queste operazioni rendendole più veloci e snelle. Inoltre gli attuali software permettono un controllo rapido della movimentazioni, del‐ le giacenze e di tutto ciò che riguarda i rifiuti (il SISTRI questo non lo fa perché si ostina a di‐ chiararsi un Non Gestionale).
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I mezzi non sono tracciati in tempo reale. Que‐ sto problema le imprese lo stanno risolvendo installando sistemi di monitoraggio dei mezzi in tempo reale. Certo i dati sono di proprietà dell’impresa di trasporto ma nulla vieta che possano essere forniti alle forze dell’ordine per dimostrare quali viaggi abbia compiuto il proprio mezzo. I sistemi di rilevazione satellita‐ re sono però all’avanguardia, di piccolo ingom‐ bro e con costi ridottissimi. Alla luce di ciò cosa c’è che non va nell’attuale sistema di gestione dei rifiuti, che cosa fareb‐ be prediligere il SISTRI? Forse il versamento di un contributo annuale? Forse la presenza di black‐box che azzerano le batterie gli auto‐ mezzi e che costano alle imprese in fase di in‐ stallazione? Forse la presenza di numerosi co‐ dici di accesso per arrivare alle movimentazio‐ ni che molto spesso rappresentano un rebus per chi non ha molta dimestichezza con i siste‐ mi informatici e con le logiche contorte di chi ha creato il SISTRI? In tutta onestà non vedo perché non sarebbe stato più semplice informatizzare ciò che oggi abbiamo con l’implementazione di una piatta‐ forma web ministeriale, collegata in tempo reale con le forze dell’ordine, sulla quale cari‐ care tutti i movimenti relativi alla gestione dei rifiuti, ed il tutto senza numerose ed astruse password, token, ecc … Ciò avrebbe permes‐ so ad ogni software house di interfacciarsi semplicemente, tutti i rifiuti (pericolosi e non pericolosi) sarebbero stati tracciati con un uni‐ co schema logico, e non ci sarebbero stati ulte‐ riori costi per le imprese. E’ tutto qui? Facciamo il punto sulle eccezioni. Personalmente ritengo sia la più grande falla di questo sistema. Vogliamo tracciare i rifiuti? Tracciamoli tutti quanti. Che senso ha far viag‐ giare i rifiuti pericolosi con un sistema e quelli non pericolosi con un altro? Perché aggravare le aziende con due gestioni separate? E poi perché mai tracciare solo una parte dei rifiuti pericolosi escludendo le imprese sotto i 10 di‐ pendenti? Forse i loro rifiuti pericolosi sono
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
meno pericolosi dell’azienda con 11 dipendenti? Non sarebbe stato forse più utile tracciarli tutti? O magari utilizzare un criterio quantitativo di rifiuti pericolosi? O scegliere una ro‐ sa di rifiuti pericolosi da escludere? Appare chiaro che chi vuole imporre alle imprese del settore il sistema di lavoro di fatto non ha alcuna co‐ scienza di quale sia il lavoro che que‐ ste imprese svolgono. Auspichiamo che chi dovrà dettare le nuove regole lo faccia ascoltando le imprese del settore, che si dia a‐ scolto alle proposte di R.et.E Impre‐ se Italia che ha elaborato e presen‐ tano il 25 Marzo 2015 proposte per un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che siano in grado di conciliare la necessità di controlli rigorosi con la necessità di non gravare con oneri inutili sulle imprese. Ancora una vol‐ ta ribadisco che la soluzione per la tracciabilità dei rifiuti potrebbe es‐ sere semplice ed invece come sem‐ pre nel nostro paese si scelgono le vie più contorte, con la conclusione che non si raggiunge il risultato spe‐ rato … qualora lo si raggiunga. v.laforgia@ambiente‐rifiuti.com
8
Siglato a fine giugno il nuovo Accordo di Programma per la gestione dei RAEE Ha validità di tre anni a partire dal primo luglio scorso il nuovo accordo che disciplina le modalità e i tempi di ritiro dei RAEE conferiti ai distributori dai luoghi di rag‐ gruppamento, l’organizzazione della raccolta in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale e i relativi premi di efficienza. E’ stato sottoscritto dalle Associa‐ zioni di categoria dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, le Associazioni delle Azien‐ de di Raccolta dei rifiuti e le Organizzazioni delle Im‐ prese Commerciali e della Distribuzione. “L’accordo – si legge in una nota del Centro di Coordinamento RAEE ‐ resta comunque aperto alla sottoscrizione da parte tutte le associazioni di settore e offre condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori che volessero avvalersi delle specifiche in esso previste”. Al verificar‐ si delle condizioni di buona operatività realizzate dalle imprese commerciali e della distribuzione, verranno erogati premi di efficienza sulla base dei quantitativi conferiti dai Consumatori ai Distributori, ritirati dai Si‐ stemi Collettivi dei produttori e avviati alle operazioni di trattamento e recupero. “Con la stipula della nuova intesa ‐ spiega la nota ‐ il valore di questi rimborsi pre‐ miali è stato incrementato quasi del 50% in valor medio rispetto agli attuali livelli”. L’obiettivo stabilito dal De‐ creto 49/2014 è quello di arrivare, entro 5 anni, a racco‐ gliere 720.000 tonnellate di RAEE pari circa al 65% di tutte le AEE immesse sul mercato ogni anno, che corri‐ spondono a circa 12 Kg a cittadino. “Questi numeri molto ambiziosi rendono necessario da parte di tutti gli operatori ‐ continua il comunicato ‐ un consistente impegno per migliorare la gestione di questa risorsa e aumentare sensibilmente la raccolta. A oggi in Italia il sistema RAEE raccoglie circa 240.000 tonnellate di pro‐ dotti destinati al recupero e/o al trattamento corretto. Tra le nuove misure introdotte, si segnala il supporto in via sperimentale alla creazione di “microaree ecologi‐ che a basso impatto ambientale” mirate a rendere più agevole la raccolta dei RAEE in aree disagiate.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
contrarie al SISTRI o, perlomeno, saprebbero che non tutti i soldi versati vengano destinati al pozzo senza fondo che il SISTRI oggi rappre‐ senta. Invece si continua a pensare che sia suf‐ ficiente un sistema informatico dove le impre‐ se diligenti (perché solo queste ad oggi sono iscritte) si iscrivono e compilano la loro scheda SISTRI per aver contrastato le eco‐mafie … Personalmente avrei qualche dubbio in merito. Poniamo ora l’attenzione sull’attuale sistema di gestione dei rifiuti costituito da formulari di identificazione rifiuti e registro di carico e sca‐ rico e vediamo da cosa scaturisce questa ne‐ cessità di avere il SISTRI a tutti i costi. Cosa c’è che non va nell’attuale sistema? Sicuramente manca una comunicazione in tempo reale alle forze dell’ordine, dato che occorre aspettare la presentazione del MUD con le sue regole, che di anno in anno cambia‐ no mandando in confusione chi lo compila, e che lascia sempre nel dubbio gli operatori ri‐ guardo l’effettivo controllo. Essendo un sistema cartaceo manca della rapi‐ dità nella sua compilazione e consultazione, ed ancora, la comunicazione a tutti i soggetti coinvolti del peso riscontrato a destino richie‐ de del tempo. Grazie però all’avvento degli scanner e della posta elettronica, le imprese in autonomia, fanno oggi viaggiare le informazio‐ ni in tempo quasi reale e tutto ciò senza che un decreto fosse stato emanato, e soprattutto che i costi fossero incrementati. Non dimentichiamo che nel frattempo sono stati prodotti dei software, che permettono alle imprese che devono registrare molti movi‐ menti di carico e scarico rifiuti di informatizza‐ re queste operazioni rendendole più veloci e snelle. Inoltre gli attuali software permettono un controllo rapido della movimentazioni, del‐ le giacenze e di tutto ciò che riguarda i rifiuti (il SISTRI questo non lo fa perché si ostina a di‐ chiararsi un Non Gestionale).
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I mezzi non sono tracciati in tempo reale. Que‐ sto problema le imprese lo stanno risolvendo installando sistemi di monitoraggio dei mezzi in tempo reale. Certo i dati sono di proprietà dell’impresa di trasporto ma nulla vieta che possano essere forniti alle forze dell’ordine per dimostrare quali viaggi abbia compiuto il proprio mezzo. I sistemi di rilevazione satellita‐ re sono però all’avanguardia, di piccolo ingom‐ bro e con costi ridottissimi. Alla luce di ciò cosa c’è che non va nell’attuale sistema di gestione dei rifiuti, che cosa fareb‐ be prediligere il SISTRI? Forse il versamento di un contributo annuale? Forse la presenza di black‐box che azzerano le batterie gli auto‐ mezzi e che costano alle imprese in fase di in‐ stallazione? Forse la presenza di numerosi co‐ dici di accesso per arrivare alle movimentazio‐ ni che molto spesso rappresentano un rebus per chi non ha molta dimestichezza con i siste‐ mi informatici e con le logiche contorte di chi ha creato il SISTRI? In tutta onestà non vedo perché non sarebbe stato più semplice informatizzare ciò che oggi abbiamo con l’implementazione di una piatta‐ forma web ministeriale, collegata in tempo reale con le forze dell’ordine, sulla quale cari‐ care tutti i movimenti relativi alla gestione dei rifiuti, ed il tutto senza numerose ed astruse password, token, ecc … Ciò avrebbe permes‐ so ad ogni software house di interfacciarsi semplicemente, tutti i rifiuti (pericolosi e non pericolosi) sarebbero stati tracciati con un uni‐ co schema logico, e non ci sarebbero stati ulte‐ riori costi per le imprese. E’ tutto qui? Facciamo il punto sulle eccezioni. Personalmente ritengo sia la più grande falla di questo sistema. Vogliamo tracciare i rifiuti? Tracciamoli tutti quanti. Che senso ha far viag‐ giare i rifiuti pericolosi con un sistema e quelli non pericolosi con un altro? Perché aggravare le aziende con due gestioni separate? E poi perché mai tracciare solo una parte dei rifiuti pericolosi escludendo le imprese sotto i 10 di‐ pendenti? Forse i loro rifiuti pericolosi sono
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meno pericolosi dell’azienda con 11 dipendenti? Non sarebbe stato forse più utile tracciarli tutti? O magari utilizzare un criterio quantitativo di rifiuti pericolosi? O scegliere una ro‐ sa di rifiuti pericolosi da escludere? Appare chiaro che chi vuole imporre alle imprese del settore il sistema di lavoro di fatto non ha alcuna co‐ scienza di quale sia il lavoro che que‐ ste imprese svolgono. Auspichiamo che chi dovrà dettare le nuove regole lo faccia ascoltando le imprese del settore, che si dia a‐ scolto alle proposte di R.et.E Impre‐ se Italia che ha elaborato e presen‐ tano il 25 Marzo 2015 proposte per un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che siano in grado di conciliare la necessità di controlli rigorosi con la necessità di non gravare con oneri inutili sulle imprese. Ancora una vol‐ ta ribadisco che la soluzione per la tracciabilità dei rifiuti potrebbe es‐ sere semplice ed invece come sem‐ pre nel nostro paese si scelgono le vie più contorte, con la conclusione che non si raggiunge il risultato spe‐ rato … qualora lo si raggiunga. v.laforgia@ambiente‐rifiuti.com
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Siglato a fine giugno il nuovo Accordo di Programma per la gestione dei RAEE Ha validità di tre anni a partire dal primo luglio scorso il nuovo accordo che disciplina le modalità e i tempi di ritiro dei RAEE conferiti ai distributori dai luoghi di rag‐ gruppamento, l’organizzazione della raccolta in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale e i relativi premi di efficienza. E’ stato sottoscritto dalle Associa‐ zioni di categoria dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, le Associazioni delle Azien‐ de di Raccolta dei rifiuti e le Organizzazioni delle Im‐ prese Commerciali e della Distribuzione. “L’accordo – si legge in una nota del Centro di Coordinamento RAEE ‐ resta comunque aperto alla sottoscrizione da parte tutte le associazioni di settore e offre condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori che volessero avvalersi delle specifiche in esso previste”. Al verificar‐ si delle condizioni di buona operatività realizzate dalle imprese commerciali e della distribuzione, verranno erogati premi di efficienza sulla base dei quantitativi conferiti dai Consumatori ai Distributori, ritirati dai Si‐ stemi Collettivi dei produttori e avviati alle operazioni di trattamento e recupero. “Con la stipula della nuova intesa ‐ spiega la nota ‐ il valore di questi rimborsi pre‐ miali è stato incrementato quasi del 50% in valor medio rispetto agli attuali livelli”. L’obiettivo stabilito dal De‐ creto 49/2014 è quello di arrivare, entro 5 anni, a racco‐ gliere 720.000 tonnellate di RAEE pari circa al 65% di tutte le AEE immesse sul mercato ogni anno, che corri‐ spondono a circa 12 Kg a cittadino. “Questi numeri molto ambiziosi rendono necessario da parte di tutti gli operatori ‐ continua il comunicato ‐ un consistente impegno per migliorare la gestione di questa risorsa e aumentare sensibilmente la raccolta. A oggi in Italia il sistema RAEE raccoglie circa 240.000 tonnellate di pro‐ dotti destinati al recupero e/o al trattamento corretto. Tra le nuove misure introdotte, si segnala il supporto in via sperimentale alla creazione di “microaree ecologi‐ che a basso impatto ambientale” mirate a rendere più agevole la raccolta dei RAEE in aree disagiate.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
Rinnovabili in progress
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10
Energie rinnovabili
di Mirko Turchetti spettivi punti di forza. È altresì una condizione preliminare per beneficiare di fondi strutturali e di investimento europei. Sarà inoltre possibi‐ le sviluppare modi di associare gli Stati mem‐ bri e le regioni con interessi simili e investi‐ menti previsti per l’innovazione in campo e‐ nergetico. Il commissario europeo per la poli‐ tica regionale, Corina Cretu, ha osservato: “Nel periodo 2014‐2020 saranno investiti oltre 38 miliardi di euro di finanziamenti della politi‐ ca di coesione per ultimare la strategia per l'U‐ nione dell'energia e per promuovere il passag‐ gio ad un'economia a basse emissioni di carbo‐
La Commissione UE avvia la piattaforma intelligente europea in materia di energia Promuovere l'energia verde ed efficiente per le regioni dell'Europa: ecco un obiettivo in linea con quello spirito di condivisione e collaborazio‐ ne che ha animato i fondatori dell’UE e che indi‐ ca “come potrebbe essere”. Nel mese di maggio la Commissione europea ha avviato la piattaforma di specializzazione intelligente europea in materia di energia, che sosterrà le regioni e gli Stati membri nell'utiliz‐ zo efficiente dei finanziamenti della politica di coesione per promuovere l’energia sostenibi‐ le. La piattaforma aiuterà le regioni a condivi‐ dere le loro competenze in materia di investi‐ menti per l’energia sostenibile, in particolare per quanto riguarda l'applicazione di tecnolo‐ gie innovative a basse emissioni di carbonio. Sostenendo l’uso ottimale dei fondi della poli‐ tica di coesione per finanziare progetti nel set‐ tore delle energie sostenibili, la piattaforma contribuirà direttamente alla strategia per l’Unione Europea dell'energia. Essa mira altresì ad allineare meglio le attività di innovazione
nel settore dell’energia a livello nazionale, re‐ gionale e locale in vista della costituzione di un'agenda strategica comune sulle priorità e‐ nergetiche. La piattaforma, che è stata istituita dal servizio scientifico interno della Commis‐ sione, il Centro comune di ricerca (JRC), contri‐ buirà a promuovere la crescita economica nel‐ le regioni garantendo un approvvigionamento energetico sostenibile, competitivo e sicuro. Inoltre fornirà informazioni, conoscenze e competenze in materia di investimenti in pro‐ getti energetici, in linea con le esigenze dei responsabili politici, delle autorità e delle parti interessate responsabili dell’energia e della ricerca. La specializzazione intelligente è un approccio innovativo elaborato dalla Commis‐ sione Europea per promuovere la crescita eco‐ nomica e la prosperità a livello regionale. Inco‐ raggia un uso efficiente e mirato degli investi‐ menti pubblici nella ricerca e nell’innovazione per creare vantaggi competitivi e consentire alle regioni di specializzarsi nell'ambito dei ri‐
Fotovoltaico: pannelli ispirati alle piante USA. Gli attuali pannelli fotovoltaici che vengono installati sui tetti delle abitazioni sono capaci di im‐ magazzinare energia solamente per pochi microse‐ condi. Ma i pannelli del futuro saranno in grado di trattenere l’energia per alcune settimane. Si tratta di una nuova tecnologia messa a punto da un team di scienziati dell’Università della California di Los Ange‐ les, che si ispira alle piante con un meccanismo simi‐ le alla fotosintesi clorofilliana. Sarah Tolbert, autrice dello studio pubblicato sulla rivista Science spiega: “Le piante creano energia dai raggi del sole attraverso la fotosintesi in un modo estremamente efficiente. Nella fotosintesi le piante usano strutture accurata‐ mente organizzate nelle loro cellule per separare le cariche elettriche negative da quelle positive, e questa separazione è la chiave di tanta efficienza”. Le celle solari plastiche, che rispetto a quelle in silicio sono decisamente più economiche, sono però poco effi‐ cienti in quanto le cariche positive e negative che vengono separate si ricombinano prima che possa‐ no generare energia elettrica. Invece, nella nuova tecnologia è presente una struttura che “consente di mantenere le cariche separate per giorni, anche setti‐ mane, migliorando l’immagazzinamento di energia”. Il prossimo step dei ricercatori sarà quello di incor‐ porare la nuova tecnologia nelle celle solari, in modo da poterla portare sui tetti. Fonte: improntaunika.it
nio in tutti i settori. Questo corrisponde a più di un raddoppio del finanziamento rispetto al pe‐ riodo precedente. I fondi della politica di coe‐ sione offrono molte opportunità, ma pongono anche sfide importanti per le regioni in termini di attuazione dei progetti energetici cofinanzia‐ ti dall’UE. È per questo motivo che accolgo con favore la nuova piattaforma in materia di ener‐ gia, che consentirà di mettere in comune le co‐ noscenze in materia di energia sostenibile e aiu‐ terà le regioni ad utilizzare in modo efficiente i finanziamenti disponibili per investire in solu‐ zioni innovative.” M. T.
La “termopotenza” degli ossidi Alcuni ossidi artificiali hanno la capacità di sfruttare in maniera mai rilevata finora l'effetto termoelettri‐ co, cioè la proprietà che permette a un materiale di convertire il calore in energia elettrica. Questo il frutto di una ricerca congiunta italo‐svizzera che ha coinvolto le Università di Genova e Ginevra in colla‐ borazione con due Istituti del Cnr: l'Istituto super‐ conduttori, materiali innovativi e dispositivi (Spin, Genova) e l'Istituto officina dei materiali (Iom, Ca‐ gliari). Noto anche come 'effetto Seebeck', il potere termoelettrico permette di generare energia elettri‐ ca grazie a una differenza di temperatura tra due punti di un materiale: sebbene sia una proprietà os‐ servabile in quasi tutti i materiali conosciuti, l'effica‐ cia è relativamente debole e sinora solo il 10% dell'e‐ nergia dispersa in calore può essere recuperata. Lo studio mostra che, ingegnerizzando le proprietà dei materiali su scala nanometrica, si possono ottenere valori record di termoelettricità a basse temperatu‐ re. Se fino ad oggi la scarsa disponibilità di materiali ad alto coefficiente di conversione energetica ne ha limitato l'utilizzo ad alcuni specifici settori, disporre di una nuova classe di materiali altamente perfor‐ manti ed economici potrebbe estenderne significati‐ vamente l'uso in ambito industriale, migliorando la resa di dispositivi quali processori di computer e mo‐ tori per auto. Dunque è grande il potenziale per la famiglia degli ossidi che, oltre all’elevato coefficien‐ te di conversione energetica, possono sopportare temperature molto alte e non sono tossici.
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Rinnovabili in progress
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Energie rinnovabili
di Mirko Turchetti spettivi punti di forza. È altresì una condizione preliminare per beneficiare di fondi strutturali e di investimento europei. Sarà inoltre possibi‐ le sviluppare modi di associare gli Stati mem‐ bri e le regioni con interessi simili e investi‐ menti previsti per l’innovazione in campo e‐ nergetico. Il commissario europeo per la poli‐ tica regionale, Corina Cretu, ha osservato: “Nel periodo 2014‐2020 saranno investiti oltre 38 miliardi di euro di finanziamenti della politi‐ ca di coesione per ultimare la strategia per l'U‐ nione dell'energia e per promuovere il passag‐ gio ad un'economia a basse emissioni di carbo‐
La Commissione UE avvia la piattaforma intelligente europea in materia di energia Promuovere l'energia verde ed efficiente per le regioni dell'Europa: ecco un obiettivo in linea con quello spirito di condivisione e collaborazio‐ ne che ha animato i fondatori dell’UE e che indi‐ ca “come potrebbe essere”. Nel mese di maggio la Commissione europea ha avviato la piattaforma di specializzazione intelligente europea in materia di energia, che sosterrà le regioni e gli Stati membri nell'utiliz‐ zo efficiente dei finanziamenti della politica di coesione per promuovere l’energia sostenibi‐ le. La piattaforma aiuterà le regioni a condivi‐ dere le loro competenze in materia di investi‐ menti per l’energia sostenibile, in particolare per quanto riguarda l'applicazione di tecnolo‐ gie innovative a basse emissioni di carbonio. Sostenendo l’uso ottimale dei fondi della poli‐ tica di coesione per finanziare progetti nel set‐ tore delle energie sostenibili, la piattaforma contribuirà direttamente alla strategia per l’Unione Europea dell'energia. Essa mira altresì ad allineare meglio le attività di innovazione
nel settore dell’energia a livello nazionale, re‐ gionale e locale in vista della costituzione di un'agenda strategica comune sulle priorità e‐ nergetiche. La piattaforma, che è stata istituita dal servizio scientifico interno della Commis‐ sione, il Centro comune di ricerca (JRC), contri‐ buirà a promuovere la crescita economica nel‐ le regioni garantendo un approvvigionamento energetico sostenibile, competitivo e sicuro. Inoltre fornirà informazioni, conoscenze e competenze in materia di investimenti in pro‐ getti energetici, in linea con le esigenze dei responsabili politici, delle autorità e delle parti interessate responsabili dell’energia e della ricerca. La specializzazione intelligente è un approccio innovativo elaborato dalla Commis‐ sione Europea per promuovere la crescita eco‐ nomica e la prosperità a livello regionale. Inco‐ raggia un uso efficiente e mirato degli investi‐ menti pubblici nella ricerca e nell’innovazione per creare vantaggi competitivi e consentire alle regioni di specializzarsi nell'ambito dei ri‐
Fotovoltaico: pannelli ispirati alle piante USA. Gli attuali pannelli fotovoltaici che vengono installati sui tetti delle abitazioni sono capaci di im‐ magazzinare energia solamente per pochi microse‐ condi. Ma i pannelli del futuro saranno in grado di trattenere l’energia per alcune settimane. Si tratta di una nuova tecnologia messa a punto da un team di scienziati dell’Università della California di Los Ange‐ les, che si ispira alle piante con un meccanismo simi‐ le alla fotosintesi clorofilliana. Sarah Tolbert, autrice dello studio pubblicato sulla rivista Science spiega: “Le piante creano energia dai raggi del sole attraverso la fotosintesi in un modo estremamente efficiente. Nella fotosintesi le piante usano strutture accurata‐ mente organizzate nelle loro cellule per separare le cariche elettriche negative da quelle positive, e questa separazione è la chiave di tanta efficienza”. Le celle solari plastiche, che rispetto a quelle in silicio sono decisamente più economiche, sono però poco effi‐ cienti in quanto le cariche positive e negative che vengono separate si ricombinano prima che possa‐ no generare energia elettrica. Invece, nella nuova tecnologia è presente una struttura che “consente di mantenere le cariche separate per giorni, anche setti‐ mane, migliorando l’immagazzinamento di energia”. Il prossimo step dei ricercatori sarà quello di incor‐ porare la nuova tecnologia nelle celle solari, in modo da poterla portare sui tetti. Fonte: improntaunika.it
nio in tutti i settori. Questo corrisponde a più di un raddoppio del finanziamento rispetto al pe‐ riodo precedente. I fondi della politica di coe‐ sione offrono molte opportunità, ma pongono anche sfide importanti per le regioni in termini di attuazione dei progetti energetici cofinanzia‐ ti dall’UE. È per questo motivo che accolgo con favore la nuova piattaforma in materia di ener‐ gia, che consentirà di mettere in comune le co‐ noscenze in materia di energia sostenibile e aiu‐ terà le regioni ad utilizzare in modo efficiente i finanziamenti disponibili per investire in solu‐ zioni innovative.” M. T.
La “termopotenza” degli ossidi Alcuni ossidi artificiali hanno la capacità di sfruttare in maniera mai rilevata finora l'effetto termoelettri‐ co, cioè la proprietà che permette a un materiale di convertire il calore in energia elettrica. Questo il frutto di una ricerca congiunta italo‐svizzera che ha coinvolto le Università di Genova e Ginevra in colla‐ borazione con due Istituti del Cnr: l'Istituto super‐ conduttori, materiali innovativi e dispositivi (Spin, Genova) e l'Istituto officina dei materiali (Iom, Ca‐ gliari). Noto anche come 'effetto Seebeck', il potere termoelettrico permette di generare energia elettri‐ ca grazie a una differenza di temperatura tra due punti di un materiale: sebbene sia una proprietà os‐ servabile in quasi tutti i materiali conosciuti, l'effica‐ cia è relativamente debole e sinora solo il 10% dell'e‐ nergia dispersa in calore può essere recuperata. Lo studio mostra che, ingegnerizzando le proprietà dei materiali su scala nanometrica, si possono ottenere valori record di termoelettricità a basse temperatu‐ re. Se fino ad oggi la scarsa disponibilità di materiali ad alto coefficiente di conversione energetica ne ha limitato l'utilizzo ad alcuni specifici settori, disporre di una nuova classe di materiali altamente perfor‐ manti ed economici potrebbe estenderne significati‐ vamente l'uso in ambito industriale, migliorando la resa di dispositivi quali processori di computer e mo‐ tori per auto. Dunque è grande il potenziale per la famiglia degli ossidi che, oltre all’elevato coefficien‐ te di conversione energetica, possono sopportare temperature molto alte e non sono tossici.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
11
Storie di Riciclo Diversi anni fa ho partecipato a degli incontri che mi hanno aperto nuove prospettive rispetto al posto che gli oggetti occupano nella nostra vita. Ho imparato a portare armonia all’interno degli spazi vitali liberandoli dall’eccesso di cose che si accumulano occupando non soltanto spazio fisico ma arrivando a debordare nell’ingombro di spazi mentali ed emotivi. Alternando
lezioni di feng shui, qi
gong e space clearing, ho appreso come non “trattenere” più oggetti inutili e inutilizzati per far spazio al nuovo, adesso
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
di arredo. Il mio lavoro parte da qui, dal
tività più che della natura stessa degli
vedere come le cose possano cambiare
oggetti. Così un vecchio supporto di
nel tempo. Già da un po’ condivido con
metallo, ospitando una sfera rivestita
mio padre il suo atelier napoletano di
con foglie di phormium tenax ed arric-
fiori e piante provenienti da tutto il
chita con infiorescenze di carthamus tin-
mondo … un luogo in cui la formazione
ctorius, di echinops ritro, di eryngium
da architetto e outdoor designer incon-
bourgatii e craspedia globosa si inventa
tra la sua grande esperienza di fiorista e
scultura, mentre paralumi e coppe di ve-
il vissuto di scultore.
tro, poggiati su pietre bianche ovvero
Legni, residui di lavorazioni come nastri
montati e sorretti da spessi spaghi, e al-
di ferro e ritagli di rete elettrosaldate,
lestiti con una grande varietà di fiori
ceramiche e resine, tutto quel che
(curcuma, brumia, garofani verdi, giraso-
l’occhio scorge si combina in inaspetta-
li e calle) e foglie (aspidistra, chamae-
te forme da vestire con foglie, infiore-
rops) si trasformano in installazioni e
scenze e fiori per dar vita a concordanze
mobiles verdi da installare in un angolo
inedite frutto dell’inventiva e della crea-
di casa.
cerco di avere sempre un cassetto vuoto pronto ad accogliere quello che verrà. Ho scoperto che quando un oggetto riesce a
Francesca Petrelli è socia di EnterprisinGirls
coinvolgerci, a caricarci di energia positiva, ha sempre un posto di rilievo … e poi non è detto che un oggetto, acquistato
Gli oggetti quotidiani che cambiano vita di Francesca Petrelli e utilizzato per un certo periodo per u-
… come alcune vecchie lampade, para-
no scopo, non possa vivere nuova vita
lumi in vetro ormai spaiati e vecchie
cambiando completamente la sua fun-
coppe che diventano vasi, strutture su
zione. Spesso ho attraversato periodi di
cui intrecciare rami verdi ed edificare
accumulo, seguiti da tentativi di rimet-
piccole sculture che nel tempo si modi-
tere in ordine, ed è in quei momenti di
ficano. La cura e l’attenzione prestata li
“ordine” che gli oggetti cambiano vita
trasforma da ciarpame in complementi
12
www.ideaverde.info
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
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Storie di Riciclo Diversi anni fa ho partecipato a degli incontri che mi hanno aperto nuove prospettive rispetto al posto che gli oggetti occupano nella nostra vita. Ho imparato a portare armonia all’interno degli spazi vitali liberandoli dall’eccesso di cose che si accumulano occupando non soltanto spazio fisico ma arrivando a debordare nell’ingombro di spazi mentali ed emotivi. Alternando
lezioni di feng shui, qi
gong e space clearing, ho appreso come non “trattenere” più oggetti inutili e inutilizzati per far spazio al nuovo, adesso
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di arredo. Il mio lavoro parte da qui, dal
tività più che della natura stessa degli
vedere come le cose possano cambiare
oggetti. Così un vecchio supporto di
nel tempo. Già da un po’ condivido con
metallo, ospitando una sfera rivestita
mio padre il suo atelier napoletano di
con foglie di phormium tenax ed arric-
fiori e piante provenienti da tutto il
chita con infiorescenze di carthamus tin-
mondo … un luogo in cui la formazione
ctorius, di echinops ritro, di eryngium
da architetto e outdoor designer incon-
bourgatii e craspedia globosa si inventa
tra la sua grande esperienza di fiorista e
scultura, mentre paralumi e coppe di ve-
il vissuto di scultore.
tro, poggiati su pietre bianche ovvero
Legni, residui di lavorazioni come nastri
montati e sorretti da spessi spaghi, e al-
di ferro e ritagli di rete elettrosaldate,
lestiti con una grande varietà di fiori
ceramiche e resine, tutto quel che
(curcuma, brumia, garofani verdi, giraso-
l’occhio scorge si combina in inaspetta-
li e calle) e foglie (aspidistra, chamae-
te forme da vestire con foglie, infiore-
rops) si trasformano in installazioni e
scenze e fiori per dar vita a concordanze
mobiles verdi da installare in un angolo
inedite frutto dell’inventiva e della crea-
di casa.
cerco di avere sempre un cassetto vuoto pronto ad accogliere quello che verrà. Ho scoperto che quando un oggetto riesce a
Francesca Petrelli è socia di EnterprisinGirls
coinvolgerci, a caricarci di energia positiva, ha sempre un posto di rilievo … e poi non è detto che un oggetto, acquistato
Gli oggetti quotidiani che cambiano vita di Francesca Petrelli e utilizzato per un certo periodo per u-
… come alcune vecchie lampade, para-
no scopo, non possa vivere nuova vita
lumi in vetro ormai spaiati e vecchie
cambiando completamente la sua fun-
coppe che diventano vasi, strutture su
zione. Spesso ho attraversato periodi di
cui intrecciare rami verdi ed edificare
accumulo, seguiti da tentativi di rimet-
piccole sculture che nel tempo si modi-
tere in ordine, ed è in quei momenti di
ficano. La cura e l’attenzione prestata li
“ordine” che gli oggetti cambiano vita
trasforma da ciarpame in complementi
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Il futuro del cibo: sostenibilità e sicurezza
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Ambiente e società ciò che si compra è un cibo sicuro, control‐ lato e “virtuoso” o meno, in modo da soste‐ nere così la green economy? Il Manifesto agroalimentare a cura degli Stati Generali per la Green Economy racco‐ glie in sette proposte la strategia che può rendere sostenibile ed ecologico, così come buono e sicuro, il futuro del cibo. Un futuro in cui il risparmio idrico ed energetico, as‐ sieme alle ridotte emissioni inquinanti, an‐ drà a braccetto con la biodiversità, la varie‐
tà e l’equità dello sfruttamento del suolo. Un futuro in cui il suolo agricolo, “capitale naturale non sostituibile, che va conservato perché è un’infrastruttura verde strategi‐ ca”, è da tutelare, valorizzare e proteggere dall’espansione urbana. Seguendo simili suggerimenti ci sono quindi i presupposti per avere una produzione locale, a misura d’uomo e che preservi la vita nei mari e le condizioni di vita negli allevamenti. Affian‐ cando a questa base di partenza l’utilizzo di
di Alessandro Bianchini Efficienza energetica, sprechi, cicli di vita, filie‐ re e provenienza delle materie prime, carbon footprint, impronta idrica, sostenibilità; tutti concetti e informazioni che sono entrate nel nostro vivere quotidiano e che si applicano a ogni aspetto della nostra vita, cibo compreso. L’Expo 2015 si è rivelato fin da subito un note‐ volissimo elemento di aggregazione di saperi, culture, problemi, soluzioni ed idee che pro‐ mettono di scuotere anche la mente più di‐ stratta. In aggiunta all’autorevole Enciclica del
Papa, sono innumerevoli gli studi e le iniziati‐ ve legate ad una nuova chiave di lettura che estenda la cura per l’ambiente in cui viviamo e la porti ad occuparsi anche della questione alimentare, che per quanto presente non è stata sufficiente a risolvere i problemi che af‐ fliggono l’agricoltura, la pesca e la gestione delle riserve di cibo. Ma quali sono gli elemen‐ ti cardine che rendono un cibo sostenibile, e quali sono i criteri da tenere in considerazione per raggiungere tale scopo? Come valutare se
confezionamenti sicuri e riciclabili o riciclati, o comunque riutilizzabili, l’utilizzo di mezzi poco inquinanti e soprattutto il potenziamento delle filiere corte, si può garantire che i consumi di acqua ed energia siano minimi per tutto il ciclo di vita del prodotto. Nel supermercato (o in un più piccolo punto vendita, dato che si punta sulla capillarità della distribuzione e sulla sua
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Il futuro del cibo: sostenibilità e sicurezza
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Ambiente e società ciò che si compra è un cibo sicuro, control‐ lato e “virtuoso” o meno, in modo da soste‐ nere così la green economy? Il Manifesto agroalimentare a cura degli Stati Generali per la Green Economy racco‐ glie in sette proposte la strategia che può rendere sostenibile ed ecologico, così come buono e sicuro, il futuro del cibo. Un futuro in cui il risparmio idrico ed energetico, as‐ sieme alle ridotte emissioni inquinanti, an‐ drà a braccetto con la biodiversità, la varie‐
tà e l’equità dello sfruttamento del suolo. Un futuro in cui il suolo agricolo, “capitale naturale non sostituibile, che va conservato perché è un’infrastruttura verde strategi‐ ca”, è da tutelare, valorizzare e proteggere dall’espansione urbana. Seguendo simili suggerimenti ci sono quindi i presupposti per avere una produzione locale, a misura d’uomo e che preservi la vita nei mari e le condizioni di vita negli allevamenti. Affian‐ cando a questa base di partenza l’utilizzo di
di Alessandro Bianchini Efficienza energetica, sprechi, cicli di vita, filie‐ re e provenienza delle materie prime, carbon footprint, impronta idrica, sostenibilità; tutti concetti e informazioni che sono entrate nel nostro vivere quotidiano e che si applicano a ogni aspetto della nostra vita, cibo compreso. L’Expo 2015 si è rivelato fin da subito un note‐ volissimo elemento di aggregazione di saperi, culture, problemi, soluzioni ed idee che pro‐ mettono di scuotere anche la mente più di‐ stratta. In aggiunta all’autorevole Enciclica del
Papa, sono innumerevoli gli studi e le iniziati‐ ve legate ad una nuova chiave di lettura che estenda la cura per l’ambiente in cui viviamo e la porti ad occuparsi anche della questione alimentare, che per quanto presente non è stata sufficiente a risolvere i problemi che af‐ fliggono l’agricoltura, la pesca e la gestione delle riserve di cibo. Ma quali sono gli elemen‐ ti cardine che rendono un cibo sostenibile, e quali sono i criteri da tenere in considerazione per raggiungere tale scopo? Come valutare se
confezionamenti sicuri e riciclabili o riciclati, o comunque riutilizzabili, l’utilizzo di mezzi poco inquinanti e soprattutto il potenziamento delle filiere corte, si può garantire che i consumi di acqua ed energia siano minimi per tutto il ciclo di vita del prodotto. Nel supermercato (o in un più piccolo punto vendita, dato che si punta sulla capillarità della distribuzione e sulla sua
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giusta efficienza) del domani ci sarà quin‐ di qualche etichetta in più da considerare o forse, sfruttando l’avviata tecnologia dell’Internet‐of‐things, un metodo più ef‐ ficiente e rapido per raccogliere tutte le informazioni che vogliamo su ciò che stia‐ mo comprando. Ci si potrà così assicurare non solo la provenienza, ma anche il per‐ corso, il costo in termini ambientali, l’eventuale contenuto di sostanze sgradi‐ te e magari anche qualche altra piacevole curiosità. Papa Francesco nell’enciclica afferma che: “L’umanità è entrata in una nuova era, in cui la potenza della tecnolo‐ gia ci pone di fronte a un bivio. Non pos‐ siamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscen‐ za del nostro stesso DNA e altre potenzia‐ lità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza ‐ e soprat‐ tutto il potere economico per sfruttarla ‐ un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su se stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo.” I governi e le grandi aziende senza dubbio hanno, e possono esercitare, questo tremendo po‐ tere; non va tuttavia assolutamente sot‐ tovalutata la responsabilità che tutti ab‐ biamo nelle scelte che compiamo ogni giorno, e l’importanza che anche queste hanno sul bilancio della salute e del be‐ nessere del pianeta e di conseguenza del nostro stile di vita. Mai come ora abbiamo la facoltà di scegliere quali connotati assu‐ merà il modo di nutrire la popolazione del pianeta, e considerando che ‐ citando Feuerbach ‐ “l’uomo è ciò che mangia”, questa stessa scelta assume ancor più vi‐ tale importanza non solo per la mera esi‐ stenza dell’uomo, ma anche per la qualità della vita del suo pensiero. A. B.
Il cibo nel 2050? I consumatori lo vorrebbero più controllato, sicuro, e per certi versi “democratico, accessibile a tutti”, ma se lo a‐ spettano anche “freddo, sterile, standardizza‐ to”. Questo il risultato di un’indagine svolta da Doxa per Coop e presentata il 22 Giugno a Expo. Lo studio ha indagato le aspettative, i desideri e i timori dei cittadini di otto Paesi del mondo – Italia, Germania, UK, Usa, Russia, Cina, India e Brasile. “In tre generazioni tutto è cambiato – ha spiegato l’ad di Doxa, Vilma Scarpino ‐Oggi c’è maggiore consapevolezza razionale del rap‐ porto tra benessere e cibo. Non c’è più l’idea che il cibo serve a sfamare la popolazione o la famiglia, non c’è l’idea che si può consumare qualsiasi cibo che l’industria fornisce, ma c’è l’idea che si debba per il proprio bene il meglio che il mercato offre. I consumatori sia spettano di avere un cibo sano, buono pur perdendo di fatto, i valori della territorialità della tradizione. Quindi un cibo sempre più globalizzante e globalizzato”. Secondo gli intervistati (6400 in totale) a decidere delle caratteristiche del cibo del futuro dovranno essere soprattutto i cittadini, seguiti dal mercato e dall’industria. “Meno le
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Il cibo del futuro: un bene comune
istituzioni e i governi, che devono occuparsi più delle regole a tutela del cibo”. In tutti gli otto Paesi considerati, quello che il 56% dei cittadini chiede è che il cibo sia buono e sicuro per tutti. In altri termini, che sia “cibo democratico”. (Fonte; doxa.it)
In occasione di Expo 2015, il Consiglio Naziona‐ le della Green Economy ha elaborato il Manife‐ sto della Green Economy per l’agroalimentare, che si propone di esporre, in un contesto inter‐ nazionale, il punto di vista radicato nel model‐ lo italiano di agroalimentare orientato alla gre‐ en economy su 7 temi cruciali per l’agricoltura e la produzione di cibo nella nostra epoca:
priorità della produzione di alimenti. 3.
tamento alla crisi climatica. 4.
ne pratiche. 5.
Tutelare la sicurezza alimentare, poten‐ ziare i controlli e le filiere corte. Fermare lo spreco di alimenti, assicurare
Adottare la visione della green economy
la circolarità dell’economia delle risorse
per assicurare uno sviluppo durevole e di
agroalimentari.
qualità della produzione agroalimentare. 2.
Superare modelli agricoli non più sosteni‐ bili e promuovere la diffusione delle buo‐
6. 1.
Attuare misure di mitigazione e di adat‐
Coordinare la multifunzionalità con la
7.
Fermare le minacce alla produzione agro‐ alimentare e ai suoli agricoli.
Per leggere e firmare il Manifesto: http://www.statigenerali.org/manifesto-green-economy-agroalimentare-expo-2015/firma-manifesto/
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giusta efficienza) del domani ci sarà quin‐ di qualche etichetta in più da considerare o forse, sfruttando l’avviata tecnologia dell’Internet‐of‐things, un metodo più ef‐ ficiente e rapido per raccogliere tutte le informazioni che vogliamo su ciò che stia‐ mo comprando. Ci si potrà così assicurare non solo la provenienza, ma anche il per‐ corso, il costo in termini ambientali, l’eventuale contenuto di sostanze sgradi‐ te e magari anche qualche altra piacevole curiosità. Papa Francesco nell’enciclica afferma che: “L’umanità è entrata in una nuova era, in cui la potenza della tecnolo‐ gia ci pone di fronte a un bivio. Non pos‐ siamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscen‐ za del nostro stesso DNA e altre potenzia‐ lità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza ‐ e soprat‐ tutto il potere economico per sfruttarla ‐ un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su se stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo.” I governi e le grandi aziende senza dubbio hanno, e possono esercitare, questo tremendo po‐ tere; non va tuttavia assolutamente sot‐ tovalutata la responsabilità che tutti ab‐ biamo nelle scelte che compiamo ogni giorno, e l’importanza che anche queste hanno sul bilancio della salute e del be‐ nessere del pianeta e di conseguenza del nostro stile di vita. Mai come ora abbiamo la facoltà di scegliere quali connotati assu‐ merà il modo di nutrire la popolazione del pianeta, e considerando che ‐ citando Feuerbach ‐ “l’uomo è ciò che mangia”, questa stessa scelta assume ancor più vi‐ tale importanza non solo per la mera esi‐ stenza dell’uomo, ma anche per la qualità della vita del suo pensiero. A. B.
Il cibo nel 2050? I consumatori lo vorrebbero più controllato, sicuro, e per certi versi “democratico, accessibile a tutti”, ma se lo a‐ spettano anche “freddo, sterile, standardizza‐ to”. Questo il risultato di un’indagine svolta da Doxa per Coop e presentata il 22 Giugno a Expo. Lo studio ha indagato le aspettative, i desideri e i timori dei cittadini di otto Paesi del mondo – Italia, Germania, UK, Usa, Russia, Cina, India e Brasile. “In tre generazioni tutto è cambiato – ha spiegato l’ad di Doxa, Vilma Scarpino ‐Oggi c’è maggiore consapevolezza razionale del rap‐ porto tra benessere e cibo. Non c’è più l’idea che il cibo serve a sfamare la popolazione o la famiglia, non c’è l’idea che si può consumare qualsiasi cibo che l’industria fornisce, ma c’è l’idea che si debba per il proprio bene il meglio che il mercato offre. I consumatori sia spettano di avere un cibo sano, buono pur perdendo di fatto, i valori della territorialità della tradizione. Quindi un cibo sempre più globalizzante e globalizzato”. Secondo gli intervistati (6400 in totale) a decidere delle caratteristiche del cibo del futuro dovranno essere soprattutto i cittadini, seguiti dal mercato e dall’industria. “Meno le
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Il cibo del futuro: un bene comune
istituzioni e i governi, che devono occuparsi più delle regole a tutela del cibo”. In tutti gli otto Paesi considerati, quello che il 56% dei cittadini chiede è che il cibo sia buono e sicuro per tutti. In altri termini, che sia “cibo democratico”. (Fonte; doxa.it)
In occasione di Expo 2015, il Consiglio Naziona‐ le della Green Economy ha elaborato il Manife‐ sto della Green Economy per l’agroalimentare, che si propone di esporre, in un contesto inter‐ nazionale, il punto di vista radicato nel model‐ lo italiano di agroalimentare orientato alla gre‐ en economy su 7 temi cruciali per l’agricoltura e la produzione di cibo nella nostra epoca:
priorità della produzione di alimenti. 3.
tamento alla crisi climatica. 4.
ne pratiche. 5.
Tutelare la sicurezza alimentare, poten‐ ziare i controlli e le filiere corte. Fermare lo spreco di alimenti, assicurare
Adottare la visione della green economy
la circolarità dell’economia delle risorse
per assicurare uno sviluppo durevole e di
agroalimentari.
qualità della produzione agroalimentare. 2.
Superare modelli agricoli non più sosteni‐ bili e promuovere la diffusione delle buo‐
6. 1.
Attuare misure di mitigazione e di adat‐
Coordinare la multifunzionalità con la
7.
Fermare le minacce alla produzione agro‐ alimentare e ai suoli agricoli.
Per leggere e firmare il Manifesto: http://www.statigenerali.org/manifesto-green-economy-agroalimentare-expo-2015/firma-manifesto/
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DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Lavorare oltre un anno senza carta, senza stampare fatture o documenti? Possibile. E a ben guardare anche pratico e vantaggioso, ol‐ tre che eco‐sostenibile. A dimostrarlo è la sto‐ ria del workspace Menocarta.net, il primo e‐ sperimento in Italia completamente paperfree. Lo spazio nasce a Padova nel febbraio 2014 con la missione di assistere aziende e profes‐ sionisti decisi a dire addio alla carta, anche e soprattutto quella usata per documenti fiscali e amministrativi. Anche limitandosi alle fatture elettroniche (senza contare i libri sociali e i re‐ gistri contabili) i numeri di un anno di vita del workspace Menocarta.net danno l'idea di cosa significa lavorare paperless. Sul versante del
servizio offerto ad aziende ed enti in un anno la rete d'impresa ha gestito 2.200.000 fatture in formato digitale. Ciò significa che ha per‐ messo di non stampare circa 5 milioni di pagi‐ ne, una pila di carta alta 50 metri, più o meno come un grattacelo di 17 piani e pesante 25 tonnellate. Il tutto riuscendo così a non emet‐ tere nell'ambiente 42 tonnellate di Co2 e a non abbattere 63 alberi. Ma non solo. Il ciclo virtu‐ oso del paperfree si estende anche al rispar‐ mio economico. Tra spese di cancelleria, stam‐ panti e altro il risparmio totale per chi si è rivol‐ to a Menocarta.net oscilla tra gli 8,8 milioni di euro (in caso di digitalizzazione di una singola fattura) e i 19,8 milioni di euro per gli inter‐
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scambi di documenti digitali più strutturati. Si tratta di un cammino lungo e in parte acciden‐ tato (ogni rivoluzione incontra resistenze, scetticismi e critiche) ma le aziende e i profes‐ sionisti che hanno deciso di abbracciare la filo‐ sofia paperless sono sempre di più. Le 35 azien‐ de e i 79 commercialisti (303 anagrafiche di aziende finali) che, grazie a Menocarta.net, hanno detto addio alla carta nell'ultimo anno sono la conferma, l'ennesima, che lavorare senza carta è possibile oltre che doveroso. Fortunatamente l'Italia sta favorendo quella che è a tutti gli effetti la più importante rivolu‐ zione digitale per il sistema Paese. Dal primo aprile 2015 é infatti obbligatorio presentare alla Pubblica Amministrazione fatture in solo formato digitale. A tre mesi dall'entrata in vi‐ gore dell'obbligo sono state emesse 7,7 milioni di fatture verso 22 mila enti e 42 mila uffici. E le stime parlano di 50 milioni di fatture elettroni‐ che che saranno emesse ad un anno dall'entra‐ ta in vigore dell'obbligo di legge e di vantaggi per le imprese che vanno dai 6/8,5 euro (per ogni singola fattura inviata elettronicamente) a 25/65 euro (in caso di digitalizzazione dell'in‐ tero ciclo di ordine, fatturazione, consegna e pagamento). “E' evidente che solo pochi pro‐ fessionisti e poche aziende hanno ben chiaro che il rilancio passerà inevitabilmente attraver‐
Andrea Cortellazzo
so un maggiore efficientamento degli studi professionali e degli uffici, grazie ad una rior‐ ganizzazione dei processi interni verso un effi‐ cace utilizzo delle tecnologie ICT ‐ ha commen‐ tato Andrea Cortellazzo, dottore commerciali‐ sta e partner di Menocarta.net – la conferma dei vantaggi ha l'evidenza dei numeri: grazie alla fatturazione elettronica ed alla sola ‘conservazione a norma’ dei documenti digitali uno studio professionale riesce a risparmiare una cifra pari al 20% del proprio bilancio e più dell'80% del costo di produzione dei servizi di tenuta contabile e adempimenti fiscali; un'a‐ zienda riesce invece a risparmiare dai 3 agli 8,5 euro per singola fattura e dai 25 ai 65 euro per la digitalizzazione dell'intero ciclo dell'ordine. Continuare a stampare fatture e documenti su carta sarebbe come comunicare con i clienti solo attraverso posta ordinaria invece che via email” . Il futuro prossimo parla anche di un'al‐ tra spinta in questo senso: la fatturazione elet‐ tronica b2b ovvero tra privati. E il governo ha annunciato anche agevolazioni e sgravi fiscali per chi deciderà di intraprendere questa stra‐ da. I numeri stimati dal Politecnico di Milano parlano di un risparmio di un miliardo di euro all’anno per la PA e di mezzo miliardo per le imprese (tra minori costi per i materiali, spazi fisici dedicati e trasmissione del documento). I vantaggi totali che si potrebbero ottenere dal‐ la dematerializzazione dei 45 miliardi di docu‐ menti “business” prodotti in Italia ogni anno (circa 600 miliardi di fogli di carta) si tradurreb‐ bero invece in 4 milioni di tonnellate di Co2 non immesse in atmosfera, in 24 milioni di al‐ beri non abbattuti, in 10 miliardi di ore di lavo‐ ro in meno e in un risparmio economico di 12 miliardi di euro solo considerando i costi di cancelleria (60 miliardi in tutto, tanto quanto il danno complessivo provocato ogni anno dall'evasione fiscale). Una rivoluzione destinata a cambiare definiti‐ vamente il modo di fare impresa verso un uti‐ lizzo più etico e rispettoso delle risorse am‐ bientali. R. B.
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DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Lavorare oltre un anno senza carta, senza stampare fatture o documenti? Possibile. E a ben guardare anche pratico e vantaggioso, ol‐ tre che eco‐sostenibile. A dimostrarlo è la sto‐ ria del workspace Menocarta.net, il primo e‐ sperimento in Italia completamente paperfree. Lo spazio nasce a Padova nel febbraio 2014 con la missione di assistere aziende e profes‐ sionisti decisi a dire addio alla carta, anche e soprattutto quella usata per documenti fiscali e amministrativi. Anche limitandosi alle fatture elettroniche (senza contare i libri sociali e i re‐ gistri contabili) i numeri di un anno di vita del workspace Menocarta.net danno l'idea di cosa significa lavorare paperless. Sul versante del
servizio offerto ad aziende ed enti in un anno la rete d'impresa ha gestito 2.200.000 fatture in formato digitale. Ciò significa che ha per‐ messo di non stampare circa 5 milioni di pagi‐ ne, una pila di carta alta 50 metri, più o meno come un grattacelo di 17 piani e pesante 25 tonnellate. Il tutto riuscendo così a non emet‐ tere nell'ambiente 42 tonnellate di Co2 e a non abbattere 63 alberi. Ma non solo. Il ciclo virtu‐ oso del paperfree si estende anche al rispar‐ mio economico. Tra spese di cancelleria, stam‐ panti e altro il risparmio totale per chi si è rivol‐ to a Menocarta.net oscilla tra gli 8,8 milioni di euro (in caso di digitalizzazione di una singola fattura) e i 19,8 milioni di euro per gli inter‐
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scambi di documenti digitali più strutturati. Si tratta di un cammino lungo e in parte acciden‐ tato (ogni rivoluzione incontra resistenze, scetticismi e critiche) ma le aziende e i profes‐ sionisti che hanno deciso di abbracciare la filo‐ sofia paperless sono sempre di più. Le 35 azien‐ de e i 79 commercialisti (303 anagrafiche di aziende finali) che, grazie a Menocarta.net, hanno detto addio alla carta nell'ultimo anno sono la conferma, l'ennesima, che lavorare senza carta è possibile oltre che doveroso. Fortunatamente l'Italia sta favorendo quella che è a tutti gli effetti la più importante rivolu‐ zione digitale per il sistema Paese. Dal primo aprile 2015 é infatti obbligatorio presentare alla Pubblica Amministrazione fatture in solo formato digitale. A tre mesi dall'entrata in vi‐ gore dell'obbligo sono state emesse 7,7 milioni di fatture verso 22 mila enti e 42 mila uffici. E le stime parlano di 50 milioni di fatture elettroni‐ che che saranno emesse ad un anno dall'entra‐ ta in vigore dell'obbligo di legge e di vantaggi per le imprese che vanno dai 6/8,5 euro (per ogni singola fattura inviata elettronicamente) a 25/65 euro (in caso di digitalizzazione dell'in‐ tero ciclo di ordine, fatturazione, consegna e pagamento). “E' evidente che solo pochi pro‐ fessionisti e poche aziende hanno ben chiaro che il rilancio passerà inevitabilmente attraver‐
Andrea Cortellazzo
so un maggiore efficientamento degli studi professionali e degli uffici, grazie ad una rior‐ ganizzazione dei processi interni verso un effi‐ cace utilizzo delle tecnologie ICT ‐ ha commen‐ tato Andrea Cortellazzo, dottore commerciali‐ sta e partner di Menocarta.net – la conferma dei vantaggi ha l'evidenza dei numeri: grazie alla fatturazione elettronica ed alla sola ‘conservazione a norma’ dei documenti digitali uno studio professionale riesce a risparmiare una cifra pari al 20% del proprio bilancio e più dell'80% del costo di produzione dei servizi di tenuta contabile e adempimenti fiscali; un'a‐ zienda riesce invece a risparmiare dai 3 agli 8,5 euro per singola fattura e dai 25 ai 65 euro per la digitalizzazione dell'intero ciclo dell'ordine. Continuare a stampare fatture e documenti su carta sarebbe come comunicare con i clienti solo attraverso posta ordinaria invece che via email” . Il futuro prossimo parla anche di un'al‐ tra spinta in questo senso: la fatturazione elet‐ tronica b2b ovvero tra privati. E il governo ha annunciato anche agevolazioni e sgravi fiscali per chi deciderà di intraprendere questa stra‐ da. I numeri stimati dal Politecnico di Milano parlano di un risparmio di un miliardo di euro all’anno per la PA e di mezzo miliardo per le imprese (tra minori costi per i materiali, spazi fisici dedicati e trasmissione del documento). I vantaggi totali che si potrebbero ottenere dal‐ la dematerializzazione dei 45 miliardi di docu‐ menti “business” prodotti in Italia ogni anno (circa 600 miliardi di fogli di carta) si tradurreb‐ bero invece in 4 milioni di tonnellate di Co2 non immesse in atmosfera, in 24 milioni di al‐ beri non abbattuti, in 10 miliardi di ore di lavo‐ ro in meno e in un risparmio economico di 12 miliardi di euro solo considerando i costi di cancelleria (60 miliardi in tutto, tanto quanto il danno complessivo provocato ogni anno dall'evasione fiscale). Una rivoluzione destinata a cambiare definiti‐ vamente il modo di fare impresa verso un uti‐ lizzo più etico e rispettoso delle risorse am‐ bientali. R. B.
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L’EVOLUZIONE PROFESSIONALE
Il consulente assicurativo puro… Indispensabile per le PMI Elmo Morini, Consulenza - Intermediazione assicurativa
In molti settori esiste da tempo la figura del “consulente di parte”: quando una PMI ha un problema di carattere legale si rivolge al suo legale di fiducia (magari specializzato per quel tipo di problematica, ovvero diritto del lavoro, diritto internazionale, diritto fallimentare, ecc.). Il legale pattuisce il suo compenso con la PMI cliente e ciò costituisce il fondamento del rapporto: il legale “parteggia” per il proprio cliente. In modo del tutto analogo, quando una PMI ha un problema fiscale si rivolge al proprio commercialista; è lui che cura gli inte‐ ressi dell’azienda nei contenziosi con l’Erario. La complessità e l’evoluzione continua della normativa fiscale e degli adempimenti a carico di una PMI fanno sì che il commercialista sia il primo consulente con cui una PMI instaura un rapporto duraturo nel tempo. Ci sono molti altri settori che, come i precedenti, vedono le PMI affiancate da consulenti “di par‐ te” (sicurezza sul lavoro, gestione dei rifiuti, ecc.), ma c’è un settore in cui solo in pochi casi ciò succede: quanto una PMI ha delle necessi‐ tà di tipo assicurativo (e alcune polizze sono
obbligatorie) spesso si rivolgono ad un agente o ad un broker. Per quanto “fidati”, gli inter‐ mediari assicurativi (agenti monomandatari in particolare) hanno una difficoltà oggettiva a proporre la soluzione “migliore” per l’esigenza specifica. Possono soltanto scegliere fra i pro‐ dotti della propria compagnia quello più indi‐ cato e proporre le coperture e/o franchigie e/o scoperti adattandole al caso specifico. I broker, operando con più compagnie, posso‐ no scegliere fra un ventaglio di soluzioni assai più ampio; resta però il fatto che i broker per‐ cepiscano i loro compensi (provvigioni) dalle compagnie di assicurazione e non un compen‐ so dalle aziende clienti. C’è una nuova figura professionale indipendente, per la verità non ancora molto diffusa, a cui le PMI possono ri‐ volgersi certe che “parteggerà” per loro per‐ ché saranno le stesse a riconoscergli un com‐ penso commisurato alla competenza ed al li‐ vello del servizio erogato: il consulente assicu‐ rativo puro. Questa nuova figura professionale funge da “anello di congiunzione” fra i risk manager e gli agenti/broker: è in grado di con‐
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Comieco: tre milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte nel 2014 Nel XX Rapporto sulla Raccolta differenziata di carta e cartone presentato nel padiglione della Biodiversità, all'Expo di Milano, il Consorzio, A 30 anni dalla nascita, fa il punto della situazione: dal 1985 ad oggi il recupero è decuplicato. Il Sud è il traino del Paese con il 10% di crescita (oltre il 17% in più in Campania).
frontarsi sia con i risk manager per capire quali sono i rischi (e quindi i possibili danni al patri‐ monio ed alle persone) da trasferire alle com‐ pagnie di assicurazioni, sia con gli agenti/ broker perché conosce “l’assicuratese” e com‐ prende quando la clausola di una polizza è ina‐ deguata a coprire il rischio paventato, oltre a valutare se il tasso/premio assicurativo è ade‐ guato. Quando le dimensioni dell’azienda sono “contenute”, il consulente assicurativo puro, forte della propria esperienza e professionali‐ tà, è in grado di coprire anche il ruolo del risk manager (ad eccezione di particolari rischi con‐ nessi a particolari processi produttivi), suppor‐ tando l’azienda ad individuare, analizzare, pro‐ teggere, eliminare o trasferire in tutto od in parte (assicurazione, autoassicurazione) moni‐ torare i rischi, con l’ulteriore vantaggio di ac‐ crescere la cultura di risk management e di a‐ deguate coperture assicurativa della azienda stessa. La indispensabilità del consulente assi‐ curativo puro per le PMI è altresì importante per la consulenza e assistenza che lo stesso può fornire nelle denunce dei sinistri, nelle o‐ perazioni peritali, nella definizione e liquidazio‐ ne degli indennizzi/risarcimenti, onde ottenere quanto spettante. E. M.
I dati diffusi dal Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica dicono che, dopo un quinquen‐ nio in cui la raccolta si era mantenuta sta‐ bile a causa anche della contrazione dei consumi, nel 2014 si registra un aumento del 4% rispetto al 2013, con una raccolta comunale che supera 3,1 milioni di tonnel‐ late. Si tratta di 120 mila tonnellate in più: è come se una nuova regione italiana si fosse aggiunta alle 20 già esistenti. Dalla costituzione di Comieco, nel 1985, la rac‐ colta differenziata di carta e cartone è pas‐ sata da 300 mila a 3 milioni di tonnellate, con previsioni positive anche per il 2015. Sono positivi i valori per tutte le 3 aree: +1,6% per il Nord (dove spicca la Liguria con un +6,7%), +4,7% per il Centro (con la performance migliore del Lazio: +9,9%) e ben +10,6% per il Sud (trainato dalla Cam‐ pania con il suo +17,6%). In sintesi, Centro e Nord viaggiano ormai da alcuni anni affiancate, con un pro capi‐ te che nel 2014 si attesta intorno a 63 kg per abitante l'anno. Più staccato invece il Sud, nonostante il notevole incremento registrato lo scorso anno, con 29,9 kg. Un risultato confortante, che lascia ben spera‐ re, ma che induce a lavorare ancora su al‐ cune regioni che fanno più fatica ad alline‐ arsi ai trend nazionali, come la Sicilia che nel 2014 registra una diminuzione della raccolta pari al 7,1%. Per il momento il Consorzio raccoglie dalla differenziata per ogni Italiano mediamen‐ te 52 Kg di carta e cartone. Quanto al 2015, il Consorzio ha messo a punto un vero e proprio Piano per il Sud, patrocinato dal Ministero dell'Ambiente, con una dotazio‐ ne economica di 7 milioni di euro per aiuta‐ re i Comuni con deficit di raccolta. M. P.
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L’EVOLUZIONE PROFESSIONALE
Il consulente assicurativo puro… Indispensabile per le PMI Elmo Morini, Consulenza - Intermediazione assicurativa
In molti settori esiste da tempo la figura del “consulente di parte”: quando una PMI ha un problema di carattere legale si rivolge al suo legale di fiducia (magari specializzato per quel tipo di problematica, ovvero diritto del lavoro, diritto internazionale, diritto fallimentare, ecc.). Il legale pattuisce il suo compenso con la PMI cliente e ciò costituisce il fondamento del rapporto: il legale “parteggia” per il proprio cliente. In modo del tutto analogo, quando una PMI ha un problema fiscale si rivolge al proprio commercialista; è lui che cura gli inte‐ ressi dell’azienda nei contenziosi con l’Erario. La complessità e l’evoluzione continua della normativa fiscale e degli adempimenti a carico di una PMI fanno sì che il commercialista sia il primo consulente con cui una PMI instaura un rapporto duraturo nel tempo. Ci sono molti altri settori che, come i precedenti, vedono le PMI affiancate da consulenti “di par‐ te” (sicurezza sul lavoro, gestione dei rifiuti, ecc.), ma c’è un settore in cui solo in pochi casi ciò succede: quanto una PMI ha delle necessi‐ tà di tipo assicurativo (e alcune polizze sono
obbligatorie) spesso si rivolgono ad un agente o ad un broker. Per quanto “fidati”, gli inter‐ mediari assicurativi (agenti monomandatari in particolare) hanno una difficoltà oggettiva a proporre la soluzione “migliore” per l’esigenza specifica. Possono soltanto scegliere fra i pro‐ dotti della propria compagnia quello più indi‐ cato e proporre le coperture e/o franchigie e/o scoperti adattandole al caso specifico. I broker, operando con più compagnie, posso‐ no scegliere fra un ventaglio di soluzioni assai più ampio; resta però il fatto che i broker per‐ cepiscano i loro compensi (provvigioni) dalle compagnie di assicurazione e non un compen‐ so dalle aziende clienti. C’è una nuova figura professionale indipendente, per la verità non ancora molto diffusa, a cui le PMI possono ri‐ volgersi certe che “parteggerà” per loro per‐ ché saranno le stesse a riconoscergli un com‐ penso commisurato alla competenza ed al li‐ vello del servizio erogato: il consulente assicu‐ rativo puro. Questa nuova figura professionale funge da “anello di congiunzione” fra i risk manager e gli agenti/broker: è in grado di con‐
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2015
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Comieco: tre milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte nel 2014 Nel XX Rapporto sulla Raccolta differenziata di carta e cartone presentato nel padiglione della Biodiversità, all'Expo di Milano, il Consorzio, A 30 anni dalla nascita, fa il punto della situazione: dal 1985 ad oggi il recupero è decuplicato. Il Sud è il traino del Paese con il 10% di crescita (oltre il 17% in più in Campania).
frontarsi sia con i risk manager per capire quali sono i rischi (e quindi i possibili danni al patri‐ monio ed alle persone) da trasferire alle com‐ pagnie di assicurazioni, sia con gli agenti/ broker perché conosce “l’assicuratese” e com‐ prende quando la clausola di una polizza è ina‐ deguata a coprire il rischio paventato, oltre a valutare se il tasso/premio assicurativo è ade‐ guato. Quando le dimensioni dell’azienda sono “contenute”, il consulente assicurativo puro, forte della propria esperienza e professionali‐ tà, è in grado di coprire anche il ruolo del risk manager (ad eccezione di particolari rischi con‐ nessi a particolari processi produttivi), suppor‐ tando l’azienda ad individuare, analizzare, pro‐ teggere, eliminare o trasferire in tutto od in parte (assicurazione, autoassicurazione) moni‐ torare i rischi, con l’ulteriore vantaggio di ac‐ crescere la cultura di risk management e di a‐ deguate coperture assicurativa della azienda stessa. La indispensabilità del consulente assi‐ curativo puro per le PMI è altresì importante per la consulenza e assistenza che lo stesso può fornire nelle denunce dei sinistri, nelle o‐ perazioni peritali, nella definizione e liquidazio‐ ne degli indennizzi/risarcimenti, onde ottenere quanto spettante. E. M.
I dati diffusi dal Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica dicono che, dopo un quinquen‐ nio in cui la raccolta si era mantenuta sta‐ bile a causa anche della contrazione dei consumi, nel 2014 si registra un aumento del 4% rispetto al 2013, con una raccolta comunale che supera 3,1 milioni di tonnel‐ late. Si tratta di 120 mila tonnellate in più: è come se una nuova regione italiana si fosse aggiunta alle 20 già esistenti. Dalla costituzione di Comieco, nel 1985, la rac‐ colta differenziata di carta e cartone è pas‐ sata da 300 mila a 3 milioni di tonnellate, con previsioni positive anche per il 2015. Sono positivi i valori per tutte le 3 aree: +1,6% per il Nord (dove spicca la Liguria con un +6,7%), +4,7% per il Centro (con la performance migliore del Lazio: +9,9%) e ben +10,6% per il Sud (trainato dalla Cam‐ pania con il suo +17,6%). In sintesi, Centro e Nord viaggiano ormai da alcuni anni affiancate, con un pro capi‐ te che nel 2014 si attesta intorno a 63 kg per abitante l'anno. Più staccato invece il Sud, nonostante il notevole incremento registrato lo scorso anno, con 29,9 kg. Un risultato confortante, che lascia ben spera‐ re, ma che induce a lavorare ancora su al‐ cune regioni che fanno più fatica ad alline‐ arsi ai trend nazionali, come la Sicilia che nel 2014 registra una diminuzione della raccolta pari al 7,1%. Per il momento il Consorzio raccoglie dalla differenziata per ogni Italiano mediamen‐ te 52 Kg di carta e cartone. Quanto al 2015, il Consorzio ha messo a punto un vero e proprio Piano per il Sud, patrocinato dal Ministero dell'Ambiente, con una dotazio‐ ne economica di 7 milioni di euro per aiuta‐ re i Comuni con deficit di raccolta. M. P.
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2015
22
21
La reverse logistics nella post-logistica: il ruolo degli Interporti
RELOADER Magazine Inserto n.7/2015
Pietro Spirito Presidente di Interporto Bologna SpA, Docente incaricato di Economia dei trasporti, Università di Tor Vergata, Roma
Mappa Interporti Unione Interporti Riuniti 2012
Se una lezione dovremmo a‐
tazioni di considerare questo
ver appreso da questi otto an‐
periodo una lunga parentesi
ni di crisi prolungata, quasi u‐
da mettere alle spalle nel più
na maratona della recessione
breve tempo possibile, per ri‐
internazionale nei Paesi a capi‐
cominciare “business as u‐
talismo maturo, consiste nel
sual”. E’ una tentazione uma‐
fatto che non ne usciremo mai
na, quella di immaginare di po‐
con la replica dei modelli di bu‐
ter replicare senza soluzione
siness dei passati decenni. Ep‐
di continuità modelli mentali,
pure, ancor molte sono le ten‐
gestionali ed operativi appar‐
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2015
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La reverse logistics nella post-logistica: il ruolo degli Interporti
RELOADER Magazine Inserto n.7/2015
Pietro Spirito Presidente di Interporto Bologna SpA, Docente incaricato di Economia dei trasporti, Università di Tor Vergata, Roma
Mappa Interporti Unione Interporti Riuniti 2012
Se una lezione dovremmo a‐
tazioni di considerare questo
ver appreso da questi otto an‐
periodo una lunga parentesi
ni di crisi prolungata, quasi u‐
da mettere alle spalle nel più
na maratona della recessione
breve tempo possibile, per ri‐
internazionale nei Paesi a capi‐
cominciare “business as u‐
talismo maturo, consiste nel
sual”. E’ una tentazione uma‐
fatto che non ne usciremo mai
na, quella di immaginare di po‐
con la replica dei modelli di bu‐
ter replicare senza soluzione
siness dei passati decenni. Ep‐
di continuità modelli mentali,
pure, ancor molte sono le ten‐
gestionali ed operativi appar‐
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tenenti al passato, senza consi‐
quella nazionale, che ha subito
iettoria corretta della evoluzio‐
dall’altro di performance poco
derare che attorno ai noi le varia‐
nei passati decenni un processo
ne strategica, ed acquisendo,
efficaci dal puto dei costi e dei
bili di cambiamento, talvolta, so‐
di colonizzazione, che ne ha de‐
per questa via, una posizione
tempi di realizzazione) né dal
no tali da far saltare il banco, co‐
potenziato le capacità di orienta‐
strategica di vantaggio compe‐
punto di vista del processo di
stringendo tutti gli attori del
re i processi, piuttosto gestendo
titivo. Abbiamo così perso una
erogazione dei servizi.
mercato a mettere in profonda
come braccio operativo le deci‐
capacità di disegnare un futuro
E sono venuti in questo modo
discussione coordinate che sem‐
sioni guidati dagli operatori inter‐
strategico dell’Italia, né in ter‐
al pettine tutti i nodi di una crisi
bravano destinate a restare inva‐
nazionali.
mini di disegno infrastrutturale
di pianificazione strategica del‐
rianti da non poter essere messe
Mentre noi ci attardavamo in
(impantanati nella logica per‐
le infrastrutture, di un locali‐
in discussione se non da perico‐
una discussione antidiluviana
versa delle grandi opere, fonte
smo esasperato, di una compe‐
losi eretici.
ed oziosa sul potenziale ruolo
peraltro da un lato di distorsio‐
tizione distruttiva tra territori
Applicata ai trasporti ed alla logi‐
dell’Italia come “centro del ba‐
ni drammatiche nella legalità e
logistici che si fanno la guerra
stica è una concezione economi‐
cino del Mediterraneo”, senza
ca che assomiglia pericolosamen‐
far null’altro che retorica, gli altri
te alle convinzioni tolemaiche,
Paesi, e la Germania in particola‐
che ponevano un limite invalica‐
re, attuavano investimenti per il
bile, ed assiomatico, alla cono‐
potenziamento del posiziona‐
scenza dell’universo, che poi ine‐
mento sul mercato sia in termini
vitabilmente si è dimostrato mol‐
di connessioni infrastrutturali,
to più complesso, ancor che oggi
ma soprattutto in termini di ag‐
siamo costantemente alla ricerca
gregazioni di gruppi logistici do‐
delle ragioni fisiche e teleologi‐
tati della dimensione di scala per
che che ci interrogano sulle origi‐
affrontare la crescente comples‐
ni e sulle dinamiche future.
sità dei mercati, offrendo servizi
A questo atteggiamento laico e
ala clientela con crescente grado
scientifico deve sottoporsi innan‐
di sofisticazione, ed in questo
zitutto la logistica, soprattutto
modo posizionandosi nella tra‐
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2015
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tenenti al passato, senza consi‐
quella nazionale, che ha subito
iettoria corretta della evoluzio‐
dall’altro di performance poco
derare che attorno ai noi le varia‐
nei passati decenni un processo
ne strategica, ed acquisendo,
efficaci dal puto dei costi e dei
bili di cambiamento, talvolta, so‐
di colonizzazione, che ne ha de‐
per questa via, una posizione
tempi di realizzazione) né dal
no tali da far saltare il banco, co‐
potenziato le capacità di orienta‐
strategica di vantaggio compe‐
punto di vista del processo di
stringendo tutti gli attori del
re i processi, piuttosto gestendo
titivo. Abbiamo così perso una
erogazione dei servizi.
mercato a mettere in profonda
come braccio operativo le deci‐
capacità di disegnare un futuro
E sono venuti in questo modo
discussione coordinate che sem‐
sioni guidati dagli operatori inter‐
strategico dell’Italia, né in ter‐
al pettine tutti i nodi di una crisi
bravano destinate a restare inva‐
nazionali.
mini di disegno infrastrutturale
di pianificazione strategica del‐
rianti da non poter essere messe
Mentre noi ci attardavamo in
(impantanati nella logica per‐
le infrastrutture, di un locali‐
in discussione se non da perico‐
una discussione antidiluviana
versa delle grandi opere, fonte
smo esasperato, di una compe‐
losi eretici.
ed oziosa sul potenziale ruolo
peraltro da un lato di distorsio‐
tizione distruttiva tra territori
Applicata ai trasporti ed alla logi‐
dell’Italia come “centro del ba‐
ni drammatiche nella legalità e
logistici che si fanno la guerra
stica è una concezione economi‐
cino del Mediterraneo”, senza
ca che assomiglia pericolosamen‐
far null’altro che retorica, gli altri
te alle convinzioni tolemaiche,
Paesi, e la Germania in particola‐
che ponevano un limite invalica‐
re, attuavano investimenti per il
bile, ed assiomatico, alla cono‐
potenziamento del posiziona‐
scenza dell’universo, che poi ine‐
mento sul mercato sia in termini
vitabilmente si è dimostrato mol‐
di connessioni infrastrutturali,
to più complesso, ancor che oggi
ma soprattutto in termini di ag‐
siamo costantemente alla ricerca
gregazioni di gruppi logistici do‐
delle ragioni fisiche e teleologi‐
tati della dimensione di scala per
che che ci interrogano sulle origi‐
affrontare la crescente comples‐
ni e sulle dinamiche future.
sità dei mercati, offrendo servizi
A questo atteggiamento laico e
ala clientela con crescente grado
scientifico deve sottoporsi innan‐
di sofisticazione, ed in questo
zitutto la logistica, soprattutto
modo posizionandosi nella tra‐
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per attrarre traffici senza avere u‐
nostro territorio solo un luogo per
cupazione cementificatrice del
sopra la media europea) e con ele‐
na strategia di Paese per la pene‐
presidiare tatticamente un merca‐
territorio ed in assenza di un dise‐
vate ricadute ambientali.
trazione dei mercati internazionali.
to di consumo. Eppure, nella storia
gno urbanistico.
A venticinque anni dalla riforma
In questo modo si è realizzata una
del recente passato, dal punto di
Questa polverizzazione logistica
del settore interportuale, emergo‐
tempesta perfetta: non si è soste‐
vista della logistica il nostro Paese
ha distrutto le potenzialità per lo
no importanti criticità strutturali
nuta la competitività dell’industria
aveva introdotto importanti tra‐
sviluppo della intermodalità, che
che rischiano di depotenziare que‐
manifatturiera nazionale, si sono
sformazioni che sono state espor‐
richiede la costruzione di una rete
sta importante innovazione limi‐
favoriti i processi di decentramen‐
tate con successo in altre realtà in‐
primaria di collegamenti ferroviari
tandone da un lato gli impatti be‐
to produttivo, si è consolidato un
dustrialmente avanzate. Gli Inter‐
dotata di massa critica adeguata a
nefici a breve e compromettendo‐
modello di consegna delle merci
porti, in particolare, sono stati una
rendere competitiva la soluzione
ne la funzionalità a medio‐lungo
“franco fabbrica”, si sono realizza‐
felice intuizione della logistica ita‐
internodale, con il ferro sulla lun‐
termine. Le potenzialità di svilup‐
te opere costose e spesso inutili, è
liana, quando ancora il nostro Pae‐
ga distanza e la gomma che svol‐
po sono ancora molto rilevanti:
avvenuta la colonizzazione logisti‐
se riusciva a guardare al futuro e
ge una funzione di feederaggio, a
nel 2012 le aree disponibili per atti‐
ca del Paese da parte delle multi‐
non ai lacci delle proprie scarpe.
monte ed a valle, per i collega‐
vità logistiche erano pari ad oltre
nazionali che considerano ormai il
Poi, come spesso accade, questa
menti di breve distanza. In ogni
32 milioni di mq. In 11 dei 24 inter‐
innovazione è sta‐
caso, quel disegno di interportuali‐
porti sono concentrati quasi tutti i
ta lasciata a se
tà e di intermodalità deve essere
servizi intermodali. Mentre si e‐
stessa, senza lega‐
riclassificato considerando le evo‐
spande ancora la polverizzazione
mi con una politica
luzioni strategiche si cono deter‐
infrastrutturale, che ha caratteriz‐
nazionale dei tra‐
minate nel corso degli ultimi de‐
zato anche lo sviluppo delle realtà
sporti e della logi‐
cenni, ed in particolare negli anni
portuali, non si stabiliscono quelle
stica. Sono prolife‐
della lunga crisi. In un recente do‐
priorità che vanno stabilite per da‐
rati in modo impro‐
cumento di Luciano Greco1, si met‐
re gerarchia ad un sistema logisti‐
prio gli Interporti,
te in evidenza che in Italia il 90%
co che deve costruire una rete di
le piattaforme logi‐
del trasporto viaggia su gomma
collegamenti, in particolare inter‐
stiche, i capannoni,
(contro una media europea del
modali, tale da poter offrire al
in una logica di oc‐
75%), con alti costi industriali (11%
mercato soluzioni adeguato allo
Interporto di Bologna
1. Luciano Greco, “Piano strategico per il consolidamento e lo sviluppo del settore interportuale”, Roma, 7 luglio 2014
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per attrarre traffici senza avere u‐
nostro territorio solo un luogo per
cupazione cementificatrice del
sopra la media europea) e con ele‐
na strategia di Paese per la pene‐
presidiare tatticamente un merca‐
territorio ed in assenza di un dise‐
vate ricadute ambientali.
trazione dei mercati internazionali.
to di consumo. Eppure, nella storia
gno urbanistico.
A venticinque anni dalla riforma
In questo modo si è realizzata una
del recente passato, dal punto di
Questa polverizzazione logistica
del settore interportuale, emergo‐
tempesta perfetta: non si è soste‐
vista della logistica il nostro Paese
ha distrutto le potenzialità per lo
no importanti criticità strutturali
nuta la competitività dell’industria
aveva introdotto importanti tra‐
sviluppo della intermodalità, che
che rischiano di depotenziare que‐
manifatturiera nazionale, si sono
sformazioni che sono state espor‐
richiede la costruzione di una rete
sta importante innovazione limi‐
favoriti i processi di decentramen‐
tate con successo in altre realtà in‐
primaria di collegamenti ferroviari
tandone da un lato gli impatti be‐
to produttivo, si è consolidato un
dustrialmente avanzate. Gli Inter‐
dotata di massa critica adeguata a
nefici a breve e compromettendo‐
modello di consegna delle merci
porti, in particolare, sono stati una
rendere competitiva la soluzione
ne la funzionalità a medio‐lungo
“franco fabbrica”, si sono realizza‐
felice intuizione della logistica ita‐
internodale, con il ferro sulla lun‐
termine. Le potenzialità di svilup‐
te opere costose e spesso inutili, è
liana, quando ancora il nostro Pae‐
ga distanza e la gomma che svol‐
po sono ancora molto rilevanti:
avvenuta la colonizzazione logisti‐
se riusciva a guardare al futuro e
ge una funzione di feederaggio, a
nel 2012 le aree disponibili per atti‐
ca del Paese da parte delle multi‐
non ai lacci delle proprie scarpe.
monte ed a valle, per i collega‐
vità logistiche erano pari ad oltre
nazionali che considerano ormai il
Poi, come spesso accade, questa
menti di breve distanza. In ogni
32 milioni di mq. In 11 dei 24 inter‐
innovazione è sta‐
caso, quel disegno di interportuali‐
porti sono concentrati quasi tutti i
ta lasciata a se
tà e di intermodalità deve essere
servizi intermodali. Mentre si e‐
stessa, senza lega‐
riclassificato considerando le evo‐
spande ancora la polverizzazione
mi con una politica
luzioni strategiche si cono deter‐
infrastrutturale, che ha caratteriz‐
nazionale dei tra‐
minate nel corso degli ultimi de‐
zato anche lo sviluppo delle realtà
sporti e della logi‐
cenni, ed in particolare negli anni
portuali, non si stabiliscono quelle
stica. Sono prolife‐
della lunga crisi. In un recente do‐
priorità che vanno stabilite per da‐
rati in modo impro‐
cumento di Luciano Greco1, si met‐
re gerarchia ad un sistema logisti‐
prio gli Interporti,
te in evidenza che in Italia il 90%
co che deve costruire una rete di
le piattaforme logi‐
del trasporto viaggia su gomma
collegamenti, in particolare inter‐
stiche, i capannoni,
(contro una media europea del
modali, tale da poter offrire al
in una logica di oc‐
75%), con alti costi industriali (11%
mercato soluzioni adeguato allo
Interporto di Bologna
1. Luciano Greco, “Piano strategico per il consolidamento e lo sviluppo del settore interportuale”, Roma, 7 luglio 2014
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shift modale. Un altro fronte stra‐
re in fabbrica per supportare, me‐
dei soggetti che
tegicamente determinante riguar‐
diante le esternalizzazioni, i pro‐
svolgevano il ruolo
da il mutamento sul versante della
cessi industriali, perseguendo o‐
di connessione tra
offerta produttiva. I confini tra in‐
biettivi di economie di costo ed e‐
produzione e con‐
dustria e logistica si stanno trasfor‐
conomie di scala. Ora il flusso si è
sumo. Analogo a‐
mando. La fabbrica si ritira sem‐
invertito, e la logistica diventa at‐
spetto che trasfor‐
pre più nella sua specializzazione,
tore del cambiamento in un peri‐
merà il modo della
mentre la logistica estende il suo
metro esterno alla fabbrica. L’e‐
logistica riguarda la
ambito di influenza, personaliz‐
commerce sta modificando pro‐
reverse logistics.
zando i prodotti in una società
fondamente i rapporti tra produ‐
Nel mondo tradi‐
che richiede consumi individualiz‐
zione e consumo, mettendo in di‐
zionale del passato
zati e non di massa. Da questo
retto contatto il consumatore fina‐
recente, esisteva il
punto di vista cambia molto ciò
le con la fabbrica, determinando
tema, crescente dal punto di vi‐
diventando sempre più competiti‐
che è accaduto nei decenni passa‐
una disintermediazione radicale
sta dei volumi, del riutilizzo dei
vo e complesso. In tutti questi gio‐
ti, quando era la logistica ad entra‐
che cancella in prospettiva il ruolo
materiali usciti dal ciclo produtti‐
chi di cambiamento, l’Italia potrà
vo, che potevano ancora estrarre
giocare un ruolo soltanto se sarà
valore attraverso il recupero. Più
in grado di:
recentemente, l’allungamento del‐
recuperare la propria capacità di
le catene logistiche, la trasforma‐
fare ordine nei processi strategi‐
zione dei cicli produttivi, i cambia‐
ci di pianificazione;
menti negli assetti industriali la re‐
realizzare le opere che servono;
verse logistics stanno modificando
garantire la manutenzione delle
la propria natura, diventando un
infrastrutture principali;
elemento sempre più rilevante in
predisporre una rete di sistemi
una catena di produzione che de‐
intermodali con efficace qualità
ve recuperare materiali ed ottimiz‐
nel processo di erogazione del
zare processi in un mondo che sta
servizio. P. S.
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shift modale. Un altro fronte stra‐
re in fabbrica per supportare, me‐
dei soggetti che
tegicamente determinante riguar‐
diante le esternalizzazioni, i pro‐
svolgevano il ruolo
da il mutamento sul versante della
cessi industriali, perseguendo o‐
di connessione tra
offerta produttiva. I confini tra in‐
biettivi di economie di costo ed e‐
produzione e con‐
dustria e logistica si stanno trasfor‐
conomie di scala. Ora il flusso si è
sumo. Analogo a‐
mando. La fabbrica si ritira sem‐
invertito, e la logistica diventa at‐
spetto che trasfor‐
pre più nella sua specializzazione,
tore del cambiamento in un peri‐
merà il modo della
mentre la logistica estende il suo
metro esterno alla fabbrica. L’e‐
logistica riguarda la
ambito di influenza, personaliz‐
commerce sta modificando pro‐
reverse logistics.
zando i prodotti in una società
fondamente i rapporti tra produ‐
Nel mondo tradi‐
che richiede consumi individualiz‐
zione e consumo, mettendo in di‐
zionale del passato
zati e non di massa. Da questo
retto contatto il consumatore fina‐
recente, esisteva il
punto di vista cambia molto ciò
le con la fabbrica, determinando
tema, crescente dal punto di vi‐
diventando sempre più competiti‐
che è accaduto nei decenni passa‐
una disintermediazione radicale
sta dei volumi, del riutilizzo dei
vo e complesso. In tutti questi gio‐
ti, quando era la logistica ad entra‐
che cancella in prospettiva il ruolo
materiali usciti dal ciclo produtti‐
chi di cambiamento, l’Italia potrà
vo, che potevano ancora estrarre
giocare un ruolo soltanto se sarà
valore attraverso il recupero. Più
in grado di:
recentemente, l’allungamento del‐
recuperare la propria capacità di
le catene logistiche, la trasforma‐
fare ordine nei processi strategi‐
zione dei cicli produttivi, i cambia‐
ci di pianificazione;
menti negli assetti industriali la re‐
realizzare le opere che servono;
verse logistics stanno modificando
garantire la manutenzione delle
la propria natura, diventando un
infrastrutture principali;
elemento sempre più rilevante in
predisporre una rete di sistemi
una catena di produzione che de‐
intermodali con efficace qualità
ve recuperare materiali ed ottimiz‐
nel processo di erogazione del
zare processi in un mondo che sta
servizio. P. S.