Don Camillo a Fumetti 2 - Ritorno all'ovile

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Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse trecentoquarantasei racconti di quello che amava identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cronaca umana ambientata nella Bassa parmense, sua terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta.

“I bravissimi sceneggiatori e illustratori hanno saputo affiancarsi a nostro padre ‘raccontando’ mirabilmente questo mito.”

Don C amillo

Alberto e Carlotta Guareschi

a fumetti

D on C a mi l l o a f u me t ti - R i torn o a l l ’ovi l e

Ogni volume di questa edizione dei racconti di Guareschi a fumetti presenta nove episodi in ordine cronologico dedicati alla saga di don Camillo e Peppone, e due relativi al Mondo piccolo. In questo volume: Il tesoro Il Biondo Rivalità Spedizione punitiva Articolo 7 L’uovo e la gallina Delitto e castigo Ritorno all’ovile La disfatta Noi del Boscaccio Cronaca nera

Prefazione di Alessandro Gnocchi

Della stessa collana Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo

ISBN 978-88-6567-029-3

€ 14,00

w w w. re n o i rco m i c s . i t

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788865 670293

R i t o r n o a l l ’o v i l e

“Monsignore, non vi dispiacerà poi se in paese diranno che sono scappato per la paura?” “No... nessuno al mondo potrà mai pensare che don Camillo abbia paura.”



e BumCicaCicaCicaCica

e

Bum Cica Cica Bum Ci...

Ma... ma...

io... io...

Non è possibile... non è possibile...

Che ti succede, don Camillo?

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Una cosa pazzesca! Ho incontrato un morto! faccia a faccia, nella strada! Pant!


Don Camillo, calmati e ragiona: di solito i morti che si incontrano faccia a faccia, nella strada, sono dei vivi.

Lo escludo! Quello è un mortomorto, perché l’ho portato io stesso al cimitero!

Se è così non dico più niente. Sarà un fantasma.

“...Eppure quella volta, quando i partigiani sono arrivati con gli inglesi e si sono stabiliti nel vecchio comando tedesco...”

Ma no! i fantasmi esistono soltanto nella fantasia delle donnette stupide...

Sulla lapide scrivete “morto dopo lunga pedalata nell’anno del signore 1945”! anf!

Di qua, don Camillo!

Let in!

Who are you? Sono quello che è uscito prima per chiamare il prete.

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è nel lettin, come dice il soldato.

Smilzo, sei un poliglotta!


Don Camillo!

Peppone, questo non era il comando dei crucchi?

Sì, ma ora è diventato la sede del comando inglese. il... compagno... è di là.

snif snif...

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La porta! È solo la porta!

AAAAARGH!!!

Piena notte?! Don Camillo, pensavo foste già sveglio dato che tra dieci minuti dovete celebrare la messa delle sette!

Smilzo, spero tu abbia un’ottima ragione per tirarmi giù dal letto in piena notte!

Si fa bisboccia, la notte?

A me niente. Faccio il mio lavoro di messo comunale e vi consegno questo.

Ah, dice il capo che veniate in divisa con gli arnesi.

Gli arnesi?

Sì, la secchia e il pennello: c’è da benedire roba.

Smilzo, come ti permetti di parlare così?

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Macché bisboccia... notti insonni... incubi... ma dimmi, che ti serve?


...E su questa pietra sorgerĂ la casa del popolo! Ci saranno sale di ritrovo e di lettura, biblioteca, palestra, ambulatorio e teatro. Un grattacielo di due piani, con annesso campo sportivo e gioco delle bocce!

reverendo, non vi fermate a brindare e mangiare due fette di culatello?

Sono dieci anni che combino lotterie e busso in giro alla ricerca di soldi per impiantare un luogo dignitoso per i ragazzi, e non ho raccolto neanche un cinquantesimo di quella cifra...

Escludo che si sia procurato quei soldi assaltando la gente o rapinando una banca...

Provvedo, provvedo, ma in paese gira voce che tutto questo sia costato ben dieci milioni. E dove li ha trovati?

Don Camillo, provvedete pure alla benedizione!

No, grazie, ho altro da pensare!

Quello, nei giorni della liberazione, quando sembrava dovesse esserci la rivoluzione proletaria, ha sfruttato la fifa dei signori e ha spillato loro quattrini!

No, dai, non è possibile. Come non è possibile che i dieci milioni siano arrivati dalla Russia. Figuriamoci se i russi hanno in mente Peppone.

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E se... vuoi vedere che...? domani mattina questa cosa la sistemiamo...


Buondì, compagno sindaco.

Magnifica. Mi ha fatto decidere a mettere in piedi quel localetto con piscina, giardino, campo giochi, teatrino eccetera che, come sai, ho in testa da tanti anni.

Sono venuto a dirti che ieri sera ho ripensato alla tua descrizione della casa del popolo. Che ve ne pare?

Bene. Nel frattempo cerca di stringere un tantino il progetto della tua casa. È troppo grossa, per il mio temperamento.

Farò la posa della prima pietra la domenica ventura. Ci terrei molto che venissi anche tu, come sindaco.

Don Camillo, siete svanito?

Volentieri: cortesia per cortesia.

Non più di quella volta che celebrai una funzione funebre con discorso patriottico a una cassa da morto che non doveva essere chiusa bene, perché due giorni fa ho incontrato il cadavere a spasso in città.

Cosa vorreste insinuare?

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Era tutta roba rubata dai tedeschi. Se non la prendevamo noi, la prendevano gli inglesi. Era l’unico modo per farla uscire. Ho ricevute e testimonianze, nessuno ha toccato una lira: dieci milioni sono stati ricavati e dieci devono andare al popolo!

Anch’io!

e Se ci fosse qui il Brusco, che è molto più focoso di me, vi direbbe che lui saprebbe come trattare certa gente!

Neanche a me. Tanto più che sono d’accordo con te: dieci milioni di ricavo e dieci milioni debbono andare al popolo. Sette con la vostra casa del popolo e tre con il mio ritrovogiardino per i figli del popolo.

Don Camillo, non mi pare che sia il caso di litigare!

Se non aveste quel maledetto arnese fra le mani vi risponderei che questo è il più vile ricatto dell’universo!

Anche se questa seconda forse sarebbe stato meglio legarvela al collo e buttarvi nel Po!

“...e il ritrovo-giardino sarà completato con la giostra e l’altalena e magari una piccola piscinetta come c’è a Castellina.”

“E così in pochi giorni inauguriamo ben due prime pietre!”

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Il b iondo


Il Biondo (episodio 10)

Sceneggiatura: Davide Barzi Disegni: Elena Pianta Prima pubblicazione del racconto originale: Candido n° 13, 29 marzo 1947 Questo racconto, mai apparso in volume prima del 2003, non è stato utilizzato per la saga cinematografica. Il busto di Lenin con cui si apre la narrazione esiste davvero: si trova a Cavriago, comune in provincia di Reggio Emilia. Il legame storico tra questo comune e il politico russo si instaura sin dalla Rivoluzione d’ottobre, la sollevazione rivoluzionaria del novembre 1917 a opera dei bolscevichi in opposizione al governo provvisorio della Repubblica Russa. Già pochi mesi dopo questo evento, all’interno del Partito Socialista di Cavriago è in atto un vivace dibattito tra le posizioni riformiste e quelle massimaliste che fanno capo tra gli altri a Domenico Cavecchi. Al termine della Seconda guerra mondiale la corrente massimalista assume un ruolo dominante, tanto che nelle elezioni del 1920 Cavecchi viene nominato sindaco. Addirittura, allo spoglio delle schede si scopre che un elettore ha dato la sua preferenza direttamente a Lenin! Per quanto circoli la leggenda metropolitana che sia stato anche conferito il titolo di primo cittadino onorario al leader del bolscevismo, non esiste nessun atto formale che lo dimostri. La giunta Cavecchi si dimette nel 1922 a seguito degli attacchi fascisti alle Amministrazioni guidate dai socialisti, e viene sostituita da un commissario prefettizio.


don camillo, dovete venire, in nome di dio!

Andiamo.

Non capisco. il Biondo l’ho battezzato io. Ha fatto la comunione qui. Fino a un paio d’anni fa veniva in Chiesa tutte le domeniche.

E adesso mi salta fuori con questa eresia.

Aspetta un attimo che faccio fare la giusta fine al compagno Lenin, qui!

Ma che diamine!

Don Camillo, mio fratello sta morendo!

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Scusa, hai ragione. Andiamo, ma questa piazza va pulita!


io ci vengo, ma sappi che il Biondo ha mandato vostro fratello ad avvertire che non mi vuole né al capezzale né al suo funerale.

“Ho paura che sia per via di un palo…”

…è nostro fratello che non vi vuole.

“No, don Camillo, non è lui…”

“Quello vi spara, se vi vede. E se non sparerà a voi, sparerà poi a me.”

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Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse trecentoquarantasei racconti di quello che amava identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cronaca umana ambientata nella Bassa parmense, sua terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta.

“I bravissimi sceneggiatori e illustratori hanno saputo affiancarsi a nostro padre ‘raccontando’ mirabilmente questo mito.”

Don C amillo

Alberto e Carlotta Guareschi

a fumetti

D on C a mi l l o a f u me t ti - R i torn o a l l ’ovi l e

Ogni volume di questa edizione dei racconti di Guareschi a fumetti presenta nove episodi in ordine cronologico dedicati alla saga di don Camillo e Peppone, e due relativi al Mondo piccolo. In questo volume: Il tesoro Il Biondo Rivalità Spedizione punitiva Articolo 7 L’uovo e la gallina Delitto e castigo Ritorno all’ovile La disfatta Noi del Boscaccio Cronaca nera

Prefazione di Alessandro Gnocchi

Della stessa collana Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo

ISBN 978-88-6567-029-3

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“Monsignore, non vi dispiacerà poi se in paese diranno che sono scappato per la paura?” “No... nessuno al mondo potrà mai pensare che don Camillo abbia paura.”


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