Vampire Kisses vol.5

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Stavo imparando molto sul complicato mondo di Alexander, ma senza di lui.

Vampire

Kisses il COFFIN CLUB

Vampire Kisses

www.ellenschreiber.com

Ellen Schreiber

Mi ero proposta una missione all’inizio delle vacanze estive: vedere Alexander. Ma ancora una volta la mia curiosità mi aveva portato fuori strada, facendomi perdere in un labirinto pericoloso.

il COFFIN CLUB

Ellen Schreiber, attrice e cabarettista. è diventata una scrittrice, e si è trasferita nella sua Dullsville. È autrice di alcuni romanzi (Teenage mermaid, Comedy Girl) inediti in Italia, della fortunata serie Vampire Kisses e del relativo manga, Legami di sangue. Il primo libro della serie ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’IRA/CBC Young Adults’ Choice.

Ellen Schreiber

ROMANZO

ISBN 978-88-6567-006-4

€ 0

,9

11

www.renoircomics.it

9

788865 670064

ReNoir

ReNoir

Sono arrivate le vacanze estive, ma Raven sa che dovrà stare sola a Dullsville fino a quando Alexander, il suo amato immortale, non sarà tornato. Quando decide di raggiungerlo, non riesce a resistere alla tentazione di tornare nel suo locale dark preferito, il Coffin Club. Qui però Raven scopre una porta segreta che conduce all’ingresso di un club nascosto. C’è qualcosa di molto strano in questo locale misterioso e Raven si lascia sedurre, iniziando a frequentarlo. Fra la nemesi di Alexander e un nuovo impenetrabile ragazzo esplode presto una pericolosa disputa riguardo alle regole che governano il club. Raven sarà in grado di evitare il conflitto prima che la sua curiosità la porti a cacciarsi in guai davvero seri?



1 Un pipistrello fuori dall’inferno

scii dall’aula come un pipistrello fugge dall’inferno. La campanella della Dullsville High suonò per l’ultima volta decretando la fine dell’anno scolastico e io fui la prima a raggiungere il mio armadietto. Normalmente la campanella aveva sui miei nervi lo stesso effetto di un picchio che colpisce ripetutamente un sicomoro, ma questa volta quel suono per me era melodioso come un clavicembalo. Significava una cosa sola: vacanze estive. Quelle due parole scorrevano sulla mia lingua come il dolce nettare dei caprifogli in bocciolo. Non sono forse sempre dolci? Ma certo. Le vacanze estive richiamano altre vacanze sorelle: quelle di primavera e quelle invernali. Le vacanze estive tuttavia le superano tutte con i loro incomparabi-

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li vantaggi: due mesi e mezzo di libertà da libri di testo, insegnanti e tormenti. Niente più sospensioni, lezioni o interrogazioni. Avevo finito di trascorrere giorni interi nei confini della Dullsville High come l’unica ragazza dark in una scuola piena di secchioni trendy, cercando continuamente di tenere la mia testa assonnata e piena di caffeina sollevata dal banco di legno. E, cosa ancora più importante, avrei finalmente potuto dormire fino a tardi. Proprio come un vampiro. Mi ero sfilata i polsini rossi e bianchi della scuola. Ero così gasata che raggiunsi il mio armadietto addirittura prima di tutti gli studenti modello e della mia migliore amica Becky. Era l’ultima volta che dovevo ricordare o dimenticare, come mi capitava spesso, la combinazione del mio lucchetto. Il mio angusto armadietto di metallo era pieno di libri di testo da restituire, quaderni, carte di caramelle e CD. Rimandavo sempre e così mi riducevo all’ultimo per riordinarlo. A differenza di tutti gli altri armadietti ricoperti di fotografie di coppiette, a ricambiare il mio sguardo c’erano dipinti a olio di me e Alexander che lui aveva realizzato per me e che, con mia grande sorpresa, era riuscito ad appendere nel mio armadietto. Li guardai con adorazione e mentre, con estrema cura, cercavo di staccare il primo, venni distratta dalla grande confusione che avevo davanti. Avevo bisogno di un carrello per poter trasportare tutto fino al furgone di Becky, invece presi un bidone ammaccato della spazzatura e ci buttai dentro tutte quelle cose che non avevo pagato. «Finalmente l’estate è arrivata! È incredibile vero?» si rallegrò Becky venendomi incontro. Ci afferrammo le mani e 10


gridammo come se avessimo appena vinto i biglietti di un concerto tutto esaurito. «Sì, finalmente!» esclamai. «Niente più note di ritardo, né telefonate ai miei per ricordare le norme di abbigliamento.» Becky aprì il suo armadietto e notai che era già stato diligentemente pulito. Le sue foto con Matt dovevano essere state ormai messe in un album con didascalie colorate, bellissime cornici e vivaci adesivi a forma di cuore. Lei esaminò l’armadietto vuoto controllando di non aver dimenticato nulla. «Ma lo hai anche spolverato?» chiesi, prendendola in giro. «Raven, questa sarà la più bella estate della nostra vita. È la prima volta che siamo fidanzate. Ce ne staremo a prendere il sole a bordo piscina con i più bei ragazzi di Dullsville.» Diedi un’occhiata veloce al dipinto che ritraeva me e Alexander davanti all’Hatsy’s Diner ancora appeso nel mio armadietto. Le stelle brillavano sopra di noi ed eravamo illuminati dal bagliore della luna. «Be’, una di noi di certo» dissi. E non mi riferivo al fatto che il mio ragazzo non potesse apprezzare la luce del sole. Avevo un problema più grande: lui non si trovava nemmeno a Dullsville. Becky doveva aver compreso la mia espressione pensierosa. «Scommetto che Alexander tornerà presto per invitarti a un picnic fra le tombe» mi rassicurò con un grande sorriso. Alexander e il suo spettrale, ma gentile, maggiordomo Jameson avevano portato il piccolo vampiro sofferente, Valentine Maxwell, a Hipsterville, nella speranza di ricondurlo ai suoi nefandi fratelli Jagger e Luna. Dopo che Valentine aveva cercato di mordere con le sue piccole zanne mio fratello Billy Boy e il suo migliore amico Henry, i due nerd 11


avevano cominciato a porre domande sulla sua possibile identità notturna. Mentre Alexander, al piano di sopra, cercava di salvare la vita al piccolo vampiro senza forze con i frullati rumeni di Jameson, io ero riuscita a scoprire dove si trovavano Jagger e Luna: al Coffin Club. Così, Alexander fu costretto a partire per portare Valentine dai suoi fratelli maggiori, lasciando me a Dullsville. Alexander mi aveva promesso che sarebbe tornato presto. Ma quello che doveva essere il viaggio di un giorno, cominciò ad allungarsi a due e poi a tre giorni. E si protraeva ancora. Quel vampiro rumeno così affascinante, di nome Alexander, che studiava privatamente a casa, aveva portato vita nella mia esistenza buia e vuota. Appena il Maniero si svuotò della presenza dei suoi ospiti ultraterreni, cominciai a soffrire la mancanza di alcune sue particolari abitudini, del modo in cui dolcemente mi scostava i capelli dal viso, o accarezzava il pizzo della mia gonna con le sue dita bianche cadaveriche. Mi mancavano i suoi occhi color cioccolato, il suo sorriso luminoso e sensuale, il brivido delle sue tenere labbra sulle mie. Cercavo di evitare di essere il terzo incomodo per non guastare il divertimento di Becky e Matt. Nelle notti di luna piena, invece di andare a tifare per la squadra della scuola, andavo a visitare il Maniero deserto, standomene seduta fra i suoi alberi scheletrici, vicino al cancello in ferro battuto, oppure sugli scalini di cemento accidentati dalle cui crepe spuntava erba incolta. Altre volte me ne stavo nel gazebo dove avevamo condiviso romantici dessert e baci rubati. Assicurai a me stessa che prima o poi avrei visto i fari della 12


Mercedes di Jameson spuntare dal fondo del viale, ma ogni sera quel viale rimaneva deserto, non passava nulla che assomigliasse lontanamente a un veicolo, e io tornavo a casa sola. Sul mio calendario di Emily the Strange spuntavo con una grande croce nera ogni giorno che trascorreva senza nessuna novità. Ormai, più che segnare il calendario, sembrava che stessi giocando a tris. Una volta il campanello di casa suonò, e io corsi a perdifiato verso la porta d’entrata sperando che fosse Alexander pronto ad abbracciarmi e a darmi un appassionatissimo bacio. Ma, invece di incontrare il mio ragazzo, mi ritrovai di fronte al fattorino della Flower Power con in mano un bouquet di rose. La mia stanza, già tetra e buia di suo, cominciava a dare l’idea di una camera mortuaria. Ogni giorno che passava mi domandavo cosa lo stesse trattenendo così a lungo. Forse mi stava proteggendo ancora una volta da qualche pericolo oltretombale? Il mistero che da sempre avvolgeva la vita del mio ragazzo me lo faceva amare sempre di più. Misi il nostro ritratto al sicuro nel mio zaino e staccai un oggetto molto speciale che era lì accanto: il braccialetto di finto filo spinato del Coffin Club. Il Coffin Club. Il locale notturno più frequentato dai dark di Hipsterville. Ero incappata in quel posto così singolare durante la mia visita a quella cittadina un po’ funky qualche mese prima. A differenza di qualsiasi altro locale in cui fossi stata, il Coffin Club era l’antitesi della Dullsville High. Era stato il primo posto per il quale mi sentissi adatta, circondata da persone con i miei stessi gusti, il mio stile, il mio 13


modo di pensare. Avevo sognato di tornarci con Alexander al mio fianco. Ora mi trovavo a miglia di distanza dal mio nightclub favorito e dal mio ragazzo preferito. Staccai il dipinto di me e Alexander che ballavamo sul campo da golf di Dullsville. Avrei dato qualsiasi cosa per tornare a danzare con Alexander. Immaginavo di poter aggiungere alla mia collezione un ritratto di noi due che ballavamo sotto i pallidi manichini sospesi del Coffin Club. Proprio in quel momento arrivò Matt, interrompendo i miei sogni ad occhi aperti e dando a Becky un dolce bacio sul collo: ecco una cosa che mi mancava disperatamente di Alexander. Becky aveva ragione. Sapevo che avrei rivisto Alexander, era solo questione di tempo. Ma diventavo sempre più impaziente. «Pensavo che ti fossi dedicata a queste pulizie giorni fa» disse Matt. «Ti serve aiuto?» «Grazie, ma voglio assaporare questo momento. Ci vediamo fuori ragazzi.» Non appena la mia coppia favorita se ne fu andata, un gruppo di ragazze indaffarate con le loro borsette e le scarpe alla moda mi passarono a fianco pavoneggiandosi come se si trovassero su una passerella, parlando di viaggi in Europa e di campi estivi didattici a cui avrebbero partecipato di lì a poco. Io, più semplicemente, non vedevo l’ora di lasciare l’unico posto dove non avrei più dovuto andare: la Dullsville High. La brezza calda dell’estate filtrava dalle finestre e dalle porte aperte delle aule. Mi sembrava di volare. Mi infilai lo zai14


no sulle spalle e superai leggiadramente tutte le aule. Ero ormai a pochi passi dalla libertà. Quando fui sul punto di aprire la porta principale qualcuno mi si parò davanti. Non c’era nulla che potesse rovinare il mio umore, non nel giorno dell’anno che preferisco. Be’, quasi nulla. Trevor Mitchell, la mia eterna nemesi, la mia spina nel fianco vestita con pantaoni cachi, mi fissava dall’alto in basso. «Non penserai che ti lasci andare senza salutarti?» «Fatti da parte prima che i miei stivali raggiungano i tuoi stinchi» lo avvertii. «Sono settimane che non vedo il Ragazzo Mostro. Lo stai tenendo sepolto in qualche posto speciale?» «Vattene prima che chiami l’obitorio. Credo che abbiano un posto libero.» «Mi mancherà non vederti più ogni giorno.» Trevor trattenne lo sguardo fisso come se fosse rimasto colpito da quello che aveva appena detto. Avrei giurato che stava parlando seriamente e questo aveva sbalordito entrambi. «Sono certa che supererai questo trauma. Avrai le tue bellezze da spiaggia super abbronzate in stile Baywatch che ti terranno impegnato.» «E tu cosa farai? Ho sentito che il Ragazzo Mostro ha lasciato la città. Per sempre. Che ti lascerà tutta l’estate qui da sola.» Detestavo che queste voci su Alexander cominciassero a girare. «Non è partito... per sempre,» replicai, «tornerà. Ma davvero non importa perché io andrò a trovarlo. Trascorreremo l’estate insieme fuori città e lontano da te.» 15


Sapevo di mentire, ma il pensiero di Trevor in giro con le sue guardie del corpo che si divertiva a farsi beffe di me mentre attendevo da sola al Maniero faceva ribollire il mio sangue umano. Trevor non si fece intimidire dalla mia sfida. Anzi la mia reazione lo caricò ancora di più. «Allora che ne dici di un bacio?» propose con un sorriso sensuale. «Qualcosa per ricordarti di me?» Anche se Valentine mi aveva accennato del desiderio che Trevor provava per me, ero ancora piena di sospetti. Non potevo mai essere certa di quello che passava per la testa di Trevor, tanto meno nel suo cuore. Non sapevo nemmeno se ne avesse uno. Trevor era bellissimo, non c’era dubbio. I suoi strani occhi verdi e il suo viso perfetto lo rendevano il potenziale protagonista della prossima copertina di Sports Illustrated. Ma non capivo mai se davvero gli piacevo o se gli piaceva solo prendermi in giro. A ogni modo, non si scostava e si chinava sempre più verso di me. C’era solo un ragazzo che avrei voluto baciare ed era Alexander. Spinsi la mia mano contro il suo petto. Trevor fece un sorriso malizioso con uno sguardo molto sexy. Più cercavo di allontanarmi, più gli piaceva. Sembrava che fossi il suo ultimo avversario in partita e che non avesse voglia di finire il gioco. Mi fermai un attimo fissando il ragazzo che mi aveva tormentato fin dai tempi dell’asilo. Trevor, in effetti, era l’unica persona che mi prestasse qualche attenzione a scuola, oltre a Becky. Non ero certa che anche a me non sarebbe mancato vederlo ogni giorno. «Ti darò qualcosa affinché tu possa ricordarti di me,» dissi,


«la visione della mia nuca.» Riuscii a svincolarmi da lui e a uscire dalla porta verso la libertà. Finalmente fuori dalla Dullsville High e immersa nell’abbagliante luce del sole. Mi lasciavo alle spalle un intero anno scolastico. Era stato l’anno più bello della mia vita perché avevo conosciuto Alexander Sterling, lo avevo incontrato più volte, avevo ballato con lui e me ne ero perdutamente innamorata. Gli altri studenti camminavano verso casa o stavano salendo sulle loro super-mega lussuose auto, felici di poter cominciare le loro vacanze estive con gente come loro. Avevo trascorso un intero anno circondata da persone simili a Trevor. La mia nemesi mi aveva costretto ad affrontare la luce. Adesso era venuto il momento di stare con gente come me. Non avevo intenzione di passare la mia estate senza Alexander, non volevo stare senza di lui un giorno di più. C’era solo una cosa che ci teneva separati ora. Io. E tutto questo poteva essere sistemato con una sola telefonata.

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2 Testa da Morto lcuni mesi prima avevo salutato mia madre alla fermata dell’autobus del Dullsville Greyhound per salire su quello destinato a Hipsterville e andare a far visita alla sorella hippy del mio papà ultraconservatore, zia Libby. Ora sognavo estasiata di poter tornare nell’originale cittadina di Hipsterville, culla di caffetterie davvero alternative con caraffe fatte a mano e focacce fresche, non quelle superpompose con musica trendy, boutique dark e hippy, e del macabro Coffin Club. Ero emozionata di poter rivedere zia Libby, ma cosa ben più importante, mi trovavo solo a poche ore dal momento in cui avrei rincontrato il mio vampiro preferito, o almeno così speravo. Trascorsi le ore di viaggio sull’autobus scarabocchiando il

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Ellen Schreiber, attrice e cabarettista. è diventata una scrittrice, e si è trasferita nella sua Dullsville. È autrice di alcuni romanzi (Teenage mermaid, Comedy Girl) inediti in Italia, della fortunata serie Vampire Kisses e del relativo manga, Legami di sangue. Il primo libro della serie ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’IRA/CBC Young Adults’ Choice.

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Sono arrivate le vacanze estive, ma Raven sa che dovrà stare sola a Dullsville fino a quando Alexander, il suo amato immortale, non sarà tornato. Quando decide di raggiungerlo, non riesce a resistere alla tentazione di tornare nel suo locale dark preferito, il Coffin Club. Qui però Raven scopre una porta segreta che conduce all’ingresso di un club nascosto. C’è qualcosa di molto strano in questo locale misterioso e Raven si lascia sedurre, iniziando a frequentarlo. Fra la nemesi di Alexander e un nuovo impenetrabile ragazzo esplode presto una pericolosa disputa riguardo alle regole che governano il club. Raven sarà in grado di evitare il conflitto prima che la sua curiosità la porti a cacciarsi in guai davvero seri?


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