DISASTRI ANNUNCIATI E SCELTE DA FARE
di Gaetano Di Blasio
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lockdown dovuto alla crisi del Coronavirus ha avuto un effetto dirompente sul business di tutti i settori, mostrando la vulnerabilità di molte aziende. Il ricorso allo smart working ha in parte aiutato , consentendo a molte aziende di operare in remoto, ciononostante, sono emerse le criticità del sistema Paese diviso dalle capacità della banda, chi con la fibra ottica, chi no e tutti con una latenza variabile. Di fatti si è trattato di un test che ha mostrato tutti i problemi in ogni regione italiana. Una base per un “assessment che deve aiutare le aziende ad aggiornare le strategie per il disaster Recovery e la Business Continuity. Business Continuity e Disaster Recovery (BCDR) sono un insieme che comprende sia la strategia ritenuta più adatta alla specifica azienda sia gli strumenti tecnici da mettere in esercizio, in funzione della strategia adottata. Come già sottolineato la sicurezza al 100% è una “chimera” irraggiungibile, ma occorre ridurre il gap il più possibile e definire l’obiettivo che ciascuno ritiene
Disaster recovery PRIMO PIANO
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adeguato. Per molti significa effettuare un’analisi rei rischi, che consenta di concentrare le risorse e raggiungere un compromesso. In base a una strategia di resilienza, si potrà anche “accettare delle perdite”, se queste consentono di limitare i danni e, in buona sostanza, di andare avanti. Si tratta di mantenere attive e funzionanti almeno le funzioni mission-critical durante e dopo un evento non pianificato o finanche “un disastro”, ma deve essere impostata una strategia che deve accettare i risultati dell’analisi sul rischio, perché si devono stabilire i e valutare i contesti. In un sistema perfetto tutte le risorse sono disponibili e accessibili, nella realtà occorre puntare a tale obiettivo, ma con raziocinio. Talvolta si può sacrificare una pedina per vincere la partita, ma se parlassimo di vite umane a rischio? Il numero di eventi non pianificati è cresciuto negli ultimi dieci anni: errori umani, come per il disastro del 4 agosto 2020 a Beirut, un’esplosione che probabilmente si sarebbe potuto evitare, così pure il crollo del ponte Morandi a Genova
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