Preview Magazine #7 - Settembre 2014 - La Locomotiva è ferma

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OLTRE IL DIKTAT C’È DI PIÙ —PAG. 3 www.rivistaeuropae.eu

LA LOCOMOTIVA È FERMA IN ECONOMIA COME IN POLITICA ESTERA, L’INTRASIGENZA DI BERLINO SEMBRA RALLENTARE L’INTEGRAZIONE NELL’UE. DA LOCOMOTIVA A FRENO D’EUROPA ?

LA GERMANIA FRENA. PER QUANTO ? —PAG. 4

RUSSIA E SANZIONI. TUTTI I DUBBI DI ANGELA — PAG. 9

ENERGIEWENDE, LA SVOLTA VERDE —PAG. 7

REPORTAGE: ISTANBUL AI TEMPI DI ERDOGAN

— PAG. 12


INDICE

LA LOCOMOTIVA È FERMA Ad agosto anche l’economia tedesca ha frenato, torna a mostrare il segno negativo davanti al suo PIL: il resto d’Europa scricchiola sotto recessione e deflazione ma Berlino non cede di un millimetro. Da propulsore dell’integrazione europae, la Germania è diventata un freno ?

La Germania frena. Per quanto ? — PAG. 4 La Germania ha subito un sostanziale rallentamento della crescita economica, che ha portato a discutere sul ruolo di locomotiva d’Europa. Si tratta di una fermata momentanea, del risultato delle politica di austerità o della fine degli effetti delle riforme di 10 anni fa ?

Berlino crede ancora al TTIP ? — PAG. 6 Le trattatite fra UE e USA sul TTIP spingono la Germania a interrogarsi sul proprio ruolo nei rapporti fra Washington, Mosca e Bruxelles. La Germania fra diffidenza verso lo spionaggio americano e vantaggi economici della liberalizzazione commerciale.

Troppo timida per essere vera — PAG. 8 La crisi in Ucraina ha spinto la NATO a chiedere maggiori sforzi ai propri membri, ma la Germania rimane allergica al protagonismo internazionale: calano le spese per la Difesa e il numero di truppe all’estero.

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Editoriale ............................3 La svolta verde della Germania.........................7 Russia e sanzioni. Tutti i dubbi di Angela ...............9 Tusk, il nuovo Mr. Europa.................... 10

Editoriale a matita .......... 11 REPORTAGE: Tra Europa e Asia: Istanbul ai tempi di Erdogan........................ 12 OSARE Europa ............... 20

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RIVISTA MENSILE (N. 6)

SETTEMBRE/OTTOBRE 2014 “La locomotiva è ferma”


EDITORIALE

Oltre il diktat c’è di più VOLENTE O NOLENTE, LA GERMANIA E’ IL PUNTO DI RIFERIMENTO D’EUROPA. UN LEADER SVOGLIATO E, FORSE, NON TROPPO CARISMATICO

D

ice Galli Della Loggia, in un editoriale sul Corriere della Sera, che nessun padre fondatore dell’Europa unita avrebbe mai immaginato il realizzarsi di un’egemonia di fatto della Germania sul resto del Continente. Un assunto che pare rafforzarsi se si guarda alla storia più recente di un Paese che, in poco meno di trent’anni, ha saputo metabolizzare l’unificazione nazionale e gli esorbitanti costi economici per poi traslare il Modell Deutschland alla testa dell’integrazione europea. Della repentina mutazione da “malato” a “locomotiva” d’Europa, delle riforme di Schroeder per la competitività la pubblicistica ha fatto ampia indigestione, mettendo in ombra vuoti normativi e amnesie temporanee nel Patto di Stabilità che resero possibile il miracolo tedesco. Allora, l’allentamento dei vincoli di bilancio che oggi tanto premono a Berlino fu una precondizione cruciale nel favorire la ripresa della competitività del Paese. Dal deflagrare della crisi in Grecia, la Germania non ha tuttavia ripagato il resto d’Europa del largo credito di cui beneficiò nei primi anni Duemila, proponendo – per taluni, imponendo – un modello econo-

© Council of the EU - 2014

Angela Merkel Forbes la considera la donna più potente del mondo: prima donna a diventare Cancelliere in Germania, guida dal 2009 il governo tedesco, prima in coalizione con i liberal-democratici e , dal 2013, con i socialdemocratici. Da cinque anni il destino d’Europa pende dalla sue labbra: le resistenze tedesche al salvataggio della Grecia hanno contribuito non poco a ritardare gli interventi prima dell’ESM e poi della BCE.

mico dall’indubbia virtuosità per il tramite di un’intransigente enfasi sulla disciplina fiscale. E’ così, con trattative condotte con una personalissima concezione di bastone e carota, che la Germania merkeliana ha saputo introdurre nell’Unione Europea i germi dell’austerità di bilancio, finendo tuttavia per isolare il suo stesso modello produttivo, vuoi per effettiva superiorità in termini di capacità competitiva, vuoi per la scarsissima predisposizione a generare negli altri Stati europei incentivi alla riforma diversi dalla minaccia di una procedura d’infrazione. Il -0.2% del PIL tedesco e il -4% della produzione industriale registrati in agosto sono i figli naturale di questo isolamento e del peccato originale nel considerare l’applicazione (doverosa) di più stretti vincoli di bilancio e l’appello alle riforme strutturali come condizioni sufficienti a far germogliare nel Continente una solida crescita economica. Errore piuttosto banale il considerare di per sé universamente applicabile, se non come modello cui tendere, il paniere tedesco di riforme strutturali pro-competitività (deflazione dei salari, cogestione, struttura del credito a livello locale) in un contesto, l’eurozona, notoriamente lontano dall’essere area valutaria ottimale. La compressione della domanda interna europea, che ha finito per frenare anche l’economia più in salute, sorge dunque dall’incapacità di trasmettere dalla

posizione di leadership europea una serie di incentivi politici ed economici che rendessero più facile alle classi politiche nazionali – comunque deboli e colpevolmente timide nell’inseguire le decisioni di Berlino o della BCE – impostare e giustificare all’elettorato un percorso di riforma dai costi politicamente altissimi (vedasi la caduta di Schroeder, dopo aver consegnato ad Angela Merkel una Paese in via di guarigione). Da leader e locomotiva d’Europa, la Germania ha finito così per immedesimarsi nel padrone cattivo e restìo al cambiamento, in economia come in politica estera, finendo per incarnare uno status quo pericolosamente lontano dalla dinamicità che servirebbe all’Europa per trarsi fuori dal ristagno sociale e produttivo. «

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OSARE EUROPA L’Associazione Culturale OSARE Europa nasce a Torino nel marzo del 2013 da un gruppo di studenti e neo-laureati provenienti da diversi atenei italiani. OSARE opera al fine di promuovere la conoscenza dell’Unione Europea, delle sue attività e delle sue dinamiche economiche, politiche, giuridiche, sociali, storiche e culturali. Stimola e partecipa al dibattito pubblico, offrendo informazioni, approfondimenti e analisi caratterizzate da approccio analitico, critico e divulgativo. L’Associazione è infatti editrice di “Europae – Rivista di Affari Europei”. OSARE è inoltre attiva nell’organizzazione di eventi, conferenze e attività didattiche e formative aperte a tutti nell’ambito dell’approfondimento e della diffusione presso l’opinione pubblica di una conoscenza obiettiva e consapevole del funzionamento delle istituzioni dell’Unione Europea e delle loro attività.

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Agosto in agenda Se siete assidui lettori, come spero, dell’agenda mensile saprete già che preannunciavo da tempo l’arrivo delle vacanze estive e di conseguenza la chiusura delle istituzioni. Nonostante il meteo non sembri agire in accordo, questo fantomatico mese di agosto è arrivato e le istituzioni salvo emergenze resteranno chiuse fino a settembre. Salvo emergenze già, il che significa che vedendo i numerosi fronti caldi vicini o lontani dall’Unione Europea, poco importa, nessuno potrà davvero fare sonni tranquilli, nemmeno noi di Europae. Già infatti si ventila l’ipotesi di un Consiglio Europeo straordinario per passare alla fase tre delle sanzioni economiche alla Russia. È difficile comunque immaginarsi delle vacanze serene per i Capi di Stato e di governo, molti dei quali, infatti, saranno alle prese con i negoziati per la nomina del proprio commissario in vista del Consiglio Europeo del 30 agosto, nonché con tutti gli altri teatri di crisi e di guerra che sono ancora all’ordine del giorno, in primis Gaza. Nonostante questi impegni pendenti, sicuramente i nostri protagonisti di quel grande “teatro” che è Bruxelles si prenderanno un po’ di tempo per riposare. Angela Merkel è già stata avvistata, per esempio, in Alto Adige a Solda: è ben noto infatti come alla Cancelliera e al marito piacciano la montagna e le scampagnate. Più difficili le vacanze per David Cameron, invece, secondo quanto confessato dall’Indipendent avrebbe dovuto rivedere la sua tradizionale vacanza nella Cornovaglia del Nord a causa della mancata ricezione del telefonino, cosa che nel nuovo millennio ed in tempo di guerra nel cortile dell’Unione Europea non aiuta. Un disagio che l’ha portato a riflettere sull’importanza della copertura anche nelle aree rurali. Perspicace. Altro tenore di vacanze, invece, per Francoise Hollande: si mormora infatti che il 12 agosto, giorno del suo compleanno, convolerà a nozze con Julie Gayet. Dove passerà le vacanze il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non è ancora chiaro vista la polemica montante con gli ostruzionisti che minacciano di tenere aperto il Parlamento per tutta l’estate. Capito il tenore dell’agenda, non rischiate di perdervi niente se andrete in vacanza, fermo restando che uno sguardo quotidiano alle notizie di Europae è di dovere. V.F.

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