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17 settembre 2012
RIFLESSI D'AVANGUARDIA NEI GIOCHI DI SPECCHI DELL'ARGENTO Lo stile in continua evoluzione di De Vecchi tra visioni e idee rivoluzionarie Mi piace
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di Riccardo Chiozzotto Nel laboratorio argentiero fondato da Pietro De Vecchi nel 1935, si respirava già aria di modernità. Scultore e incisore, prese parte al movimento Futurista, condividendone l'incessante ricerca di dinamismo. Fortemente influenzato dalla collaborazione di importanti architetti e designer come Giò Ponti e Caccia Dominioni, accresce via via la conoscenza e la padronanza del linguaggio degli oggetti, dai materiali alle superfici. Pioniere della sperimentazione, stravolge completamente la classica struttura del candelabro: T8 è un elemento unico che sembra muovere la sua forma snodandosi sinuosamente nello spazio.
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Di padre in figlio, nel 1962, Gabriele entra "dentro all'argento" assumendo la guida dell'azienda. Tra i fondatori del Gruppo T, il movimento di Arte Cinetica e Programmata, afferma grazie a nuove modalità tecniche ed espressive, un nuovo approccio per l'utilizzo quotidiano degli oggetti. La fruizione tradizionale diviene esperienza multisensoriale e gli oggetti, elementi viventi. La collezione di caraffe Slow Drink è il frutto di questa intuizione: l'acqua fuoriesce cantando con l'argento simulando il corso di un ruscello, gioca con una rotellina e nel mentre, scorrono sfere che diffondono note orientali.
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Da qui per Gabriele De Vecchi l'argento diventa un universo fatto di astuzie, di rigori, di ricerca sulle qualità riflettenti di questo materiale e lo studio del rapporto fra oggetto e ambiente porta alla creazione di quello stile De Vecchi, oggi appezzato e riconosciuto in tutto il mondo. Con l'obiettivo di regalare all'argenteria un ruolo significativo nel design contemporaneo, la terza generazione De Vecchi vede Giacomo e Matteo, figli di Gabriele, proseguire il percorso al fianco dei più importanti designer, tra i quali gli italiani, Dordoni, Ferreri e De Lucchi.
Acquisito nel 2010 dall'azienda orafa Vhernier, simbolo dell'alta gioielleria italiana nel mondo, lo stile e il design unico De Vecchi, grazie a un team di giovani creativi, rivive reinterpretato e riletto in chiave contemporanea. Purezza nelle forme, leggerezza dei riflessi, connotano ogni nova collezione in quel racconto di rottura dall'anima avanguardista. Disegnata da Enzo Iacchetti la Ciotola Bartolomeo non rinuncia all'estetica dei materiali. L'elemento di decoro Cucù Tucano coniuga atmosfere retrò a linee moderne. Trebok, Moulin e Sound appartengono alla linea di caraffe Slow Drink, dedicata all'importanza della gestualità abituale del vivere quotidiano. Lo storico candelabro T8 diventa MulT8 e si ripresenta, unico nella forma, vestito di nuova materia e nuovi colori.
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Ramin Bahrami e Massimo Mercelli
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Redazione Online 17 settembre 2012 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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