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SAINT LOUIS CITTÀ D’ACQUA
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA Il fiume Senegal
Il fiume Senegal attraversa Mali, Mauritania e Senegal. Scorre lungo 800 km, per poi sfociare nell’Oceano Atlantico; il suo estuario scorre interno alla Langue de Barbarie e circonda la città di Saint Louis.Il fiume Senegal riveste una notevole importanza dal punto di vista economico. Nelle regioni attraversate le acque del fiume sono fondamentali per irrigare i campi agricoli. Il regime idrico è scandito da due stagioni: nel periodo di acqua alta, da luglio a novembre, il fiume va ad allagare le terre del bacino rendendole fertili, nella stagione secca il suo percorso è solo parzialmente navigabile è possibile arrivare solo fino a Kayes, anzichè fino a Matam, a 650 km dalla foce.
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA Shifting Landscape
“They straightened out the river in places, to make room for houses and livable acreage. Occasionally the river floods these places. “Floods” is the word they use, but in fact [the river] is not flooding; it is remembering. Remembering where it used to be. All water has a perfect memory and is forever trying to get to where it was.” Mississippi Floods: Designing a Shifting Landscape Anuradha Mathur and Dilip da Cunha
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA Shifting Landscape
Saint Louis, port de l’hydrobase ore 11.30 ore 15.30
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA Shifting Landscape
Le fluttuazioni del piano d’acqua sono un elemento caratterizzante del territorio. Le maree, le piene e le inondazioni fluviali ridisegnano costantemente l’assetto del territorio. Sul fronte oceanico lo sfruttamento delle risorse naturali ha stravolto l’equilbrio della duna costiera che, fragilizzata, cede all’erosione della linea di costa. Dall’analisi topografica è evidente come le isole si sono strutturate in maniera diversa in base al proprio rapporto con il fiume. La Langue de Barbarie è la zona piu alta (2,20 m.s.l.m in media) nel suo profilo trasversale.
Tuttavia il cordone sabbioso è composto da dune di sabbia incoerente, vulnerabili all’erosione. L’isola di Ndar è relativamente bassa in termini di altezza topografica (1,50m). L’isola di Sor è piu alta perimetralmente ma presenta alcune zone di depressione interne. I nuovi quartieri dell’entroterra invece sono stati costruiti in gran parte su una pianura alluvionale, la parte più bassa della città, che si allaga ogni anno durante la stagione umida, quando il livello dell’acqua è alto.
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Durante la stagione delle pioggie, da agosto ad ottobre, quando il fiume raggiunge la sua piena, la città di Saint Louis viene circondata da bacini alluvionali e alcuni quartieri vengono invasi dalle acque causando gravi danni. La stagnazione delle precipitazioni è una delle cause principali delle inondazioni a St. Louis. Il problema è aggravato dalla scarso scarico dei reflui domestici, dalla scarsa capacità di drenaggio e dall’alto livello delle acque sotterranee. L’espansione della rete di scarico è una delle priorità governative per gestire soprattutto il ristagno delle acque piovane:14 km di canali sono stati costruiti sull’isola di Sor, dove l’acqua piovana stagna a causa delle zone di depressione.
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Altro fattore fondamentale è il controllo del livello di acqua tramite l’uso di dighe o di muri di sostegno. L’Isola Ndar e Sor sono recintate da muri protettivi di 1,80 m.s.l.m.. Dopo l’alluvione del 1994 è stata costruita una nuova strada rialzata perimetralmente che ha assunto la funzione di diga. Lunga 6.6 km e alta da 1,48 a 1,8 m ha protetto una parte della città dalle piene aumentando dall’altro i rischi del mancato deflusso dell’acqua piovana. Nel 2003 con il superamento della soglia di allerta (1,42m) si è ricorso all’apertura di una breccia a 2 km dalla città per permettere alle acque del fiume di defluire rapidamente riportando il livello fluviale in zona di sicurezza per la città.
SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA OMVS, Organisation pour la Mise en Valeur du Fleuve Senegal
Negli anni Sessanta i tre paesi attraversati dal fiume Senegal hanno creato l’OMVS con l’obiettivo di pianificare uno sviluppo strutturato del bacino fluviale. L’organizzazione oltre a pianificare l’intero bacino idrico ha attuato un piano per attenuare la crisi alimentare che aveva colpito la regione del Sahel negli anni Settanta, anni di grande siccità. Ne conseguì lo sviluppo di coltivazioni intensive di riso su 375’000 ettari di terreni alluvionali. Per arrivare a tali obiettivi furono costruite due dighe lungo il corso del fiume. La diga di Diama, in prossimità del Delta,completata nel 1985, fu concepita per bloccare l’afflusso di acqua marina nella valle inferiore durante la stagione secca, nella quale il livello delle acque oceaniche è maggiore rispetto a quello fluviale. L’infrastruttura viene anche usata da serbatoio in periodi di piena. L’acqua, verrà immagazzinata e poi usata per irrigare i campi coltivati durante la stagione secca. La diga di Manantali, sull’affluente Bafing del fiume Senegal in Mali, completata nel 1989, serve da serbatoio e come fonte di produzione di energia idroelettrica. Tuttavia i risultati delle azioni intraprese dall’organizzazione non hanno raggiunto i livelli attesi in alcun campo di intervento: l’incentivazione agricola ha avuto scarsi risultati, a causa di una cattiva gestione delle dighe e la rete fluviale non è stata messa in valore con alcun programma di navigabilità.
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Erosione con foto
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA L’erosione costiera
Variazione del profilo costiero
La Langue de Barbarie separa il fiume Senegal dall’Oceano Atlantico con i suoi 25 km di cordone sabbioso. Questa lingua di terra è oggi a forte rischio a causa di un improvvisa accelerazione dell’erosione costiera. Questo fenomeno, che per secoli ha caratterizzato il fronte oceanico, era stato controbilanciato dall’apporto naturale di sedimenti organici sulla costa. La causa dell’aggravarsi di questa situazione sono le attività umane che negli ultimi decenni, vista la forte sovrappopolazione dei
quartieri, hanno stravolto il delicato equilibrio. La costruzione abusiva in materiale cementizio sulla prima fila di dune costiere, l’utilizzo di sabbia prelevata dalla costa per uso edilizio, lo sradicamento della vegetazione autoctona (alberi di Filao) per ottenere legna da combustione e lo sfruttamento selvaggio del litorale sono tutte cause che hanno contribuito all’accellerazione del processo di erosione costiera.
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA La breccia, evoluzione ed effetti
La rapida crescita della larghezza della breccia è accompagnata da una altrettanto rapida ostruzione naturale della vecchia foce del fiume. Nell’ottobre 2003, in seguito al superamento della soglia di allerta del livello delle acque fluviali (1,42m), per evitare una catastrofica inondazione dell’isola storica, le autorità decisero di aprire un canale di 2 km a Sud della città per facilitare il deflusso in mare delle acque e riportare l’acqua al livello di sicurezza. Dai 4 m di larghezza iniziale, il canale, è passato a 250 m in soli 3 giorni dopo l’apertura, per poi stabilizarsi su 800 m nei mesi successivi. I principali effetti della breccia sono stati: l’erosione del litorale sabbioso in corrispondenza della breccia, con la sparizione di boschi di filaos, e di interi villaggi abitati e la salinizzazione delle acque. Sotto la foto mostra il villaggio ormai scomparso che si trovava in corrispondenza della breccia.
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA La breccia, evoluzione ed effetti
Gli effetti nel villaggio di Gandon
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La variazione dei flussi delle piroghe
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA La breccia, evoluzione ed effetti
L’ARGINE FLUVIALE L’ARGINE FLUVIALE L’ARGINE FLUVIALE
Marzo 2003
Marzo 2003 Marzo 2003
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Gennaio 2004 Gennaio 2004 Gennaio 2004 tre mesi dopo l’apertura della breccia
tre mesi dopo l’apertura della breccia
2006
tre mesi dopo l’apertura della breccia
Agosto 2012 stato attuale
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UNA NUOVAUNA AREA STRATEGICA NUOVA AREA STRATEGICA
Il nuovo Ilingresso haingresso portatoAREA UNA NUOVA STRATEGICA nuovo haalloportato allo stravolgimento dei ritmi pacati Il nuovo ingresso ha portato allo stravolgimento dei dell’argine ritmi pacati dell’argine interno. Le attività chestravolgimento si svolgevano interno. Levi attività che vi dei sisono svolgevano sonodell’argine ritmi pacati decuplicate nel giro interno. di pochi anni un vianni decuplicate nel Le giro di epochi e un attività che si svolgevano sono appropriazione anarchica dello spazio si è spazio si è appropriazione anarchica dello decuplicate nel giro di pochi anni e un susseguita fino a saturare il saturare terreno il terreno susseguita fino a appropriazione anarchica dello spazio si è disponibile. Le piroghe hanno trovato un disponibile. Le piroghe trovato unil terreno susseguita finohanno a saturare parcheggio più sicuro all’interno dove oltre a dove oltre a parcheggio più sicuro all’interno disponibile. Le hanno trovato un rimanere al riparo da possibili maree (inpiroghe caso rimanere al riparo dapiù possibili (in caso parcheggio sicuromaree all’interno dove oltre a di onde minacciose è la moschea ad avvertire di onde minacciose la moschea ad avvertire rimanere alèriparo da possibili maree (in caso i pescatori chei pescatori si svegliano per spostarle sulla che si svegliano per spostarle sulla didiretto onde minacciose è la moschea ad avvertire strada) sono strada) sotto unsono controllo dei sotto un diretto controllo dei pescatori che si svegliano per spostarle sulla proprietari perproprietari tutta lainotte. Nei quartieri per tutta la notte.più Nei quartieri più strada) sono sotto un diretto controllo dei densi questodensi processo determinato questoha processo ha determinato proprietari peraltutta la notte. Nei quartieri più un’occlusione un’occlusione del margine: l’accesso fiume del margine: l’accesso al fiume è pressoche è bloccato dalle strutture di strutture densi questo processo ha determinato pressoche bloccato dalle di lavorazione e dai materiali da pesca. del margine: l’accesso al fiume un’occlusione lavorazione e dai materiali da pesca. Ogni quartiere ha un suo di appropiarsi è modo pressoche dalle strutture di Ogni quartiere ha un suobloccato modo di appropiarsi dello spazio pubblicolavorazione che ben descrive le e dai da pesca. dello spazio pubblico chemateriali ben descrive le usanze ed il carattere della popolazione Ogni quartiere hache unvisuo modo di vi appropiarsi usanze ed il carattere della popolazione che abita. abita. dello spazio pubblico che ben descrive le Nelle foto i due margini opposti Sud edella popolazione che vi usanze eddell’Ile il carattere Nelle foto i due margini opposti dell’Ile Sud e di Guet Ndar, il quartiere dei pescatori. In di Guet abita. Ndar, il quartiere dei pescatori. In quest’ultimo il comune non ha piu alcuna Nelle ilfoto i due margini dell’Ile Sud e quest’ultimo comune non ha opposti piu alcuna controllo sull’uso dell’argine di cui la controllodi sull’uso dell’argine di dei cui pescatori. la Guet Ndar, il quartiere In popolazione si è lentamente impossessata. popolazione si è lentamente impossessata. quest’ultimo il comune non ha piu alcuna
controllo sull’uso dell’argine di cui la popolazione si è lentamente impossessata.
Prima dell’apertura della breccia le attività della Langue de Barbarie relative alla pesca artigianale venivano svolte sul fronte oceanico. Il cambiamento dei flussi delle piroghe ed un uso sempre più intenso dell’argine fluviale per le operazioni di sbarco ed attracco ha determinato lo spostatamento di tutte le attività annesse alla pesca quali la manutenzione delle piroghe, la lavorazione del pescato, la riparazione dell’attrezzatura e lo sbarco del pescato con vendita diretta.
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A
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Specie Vegetali
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SAINT LOUIS. CITTA’ D’ACQUA La breccia, evoluzione ed effetti
Un altro effetto dell’apertura della breccia è stato quello di alterare l’ecosistema dell’estuario salinizzando le acque della laguna fino alla diga di Dakar-Bango. Questo ha causato la perdita di molti spazi coltivabili periurbani. E’ la diga di Diama a impedire l’accesso di acqua salata lungo il bacino. Il delta, infatti, oltre ad essere un importante zona di coltivazione, detta il granaio del Senegal, comprende riserve e parchi nazionali che attirano numerosi turisti. In un paese in cui lo sviluppo sociale ed economico è intrinsecamente legato alla presenza di risorse naturali, non è possibile non mettere in atto le misure necessarie per tutelare questo ecosistema minacciato.
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UN ECONOMIA VULNERABILE
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ECONOMIA VULNERABILE Un’economia settorializzata sul territorio
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settori
traspor t
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mercato informale
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pes c 2 a
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turismo e artigianato
erci e se mm rvi o c 46% z
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pesca artigianale
La mancanza di integrazione tra i settori della città è sottolineato dalla settorializzazione delle attività economiche, distibuite inequamente sul territorio urbano. Ognuna delle quattro parti della città ha un suo specifico settore: sulla Langue de Barbarie troviamo la pesca artigianale, nell’entroterra, a Khor e Bango, si trovano le coltivazioni di sussistenza. L’isola di Ndar invece ha perso molte delle sue funzioni amministrative e si basa su un’economia terziaria specializzata nel turismo. L’isola di Sor possiede il settore terziario, offrendo alla città i servizi (commerci, settore edile, artigianato e trasporti).
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ECONOMIA VULNERABILE L’economia informale
Il settore informale può essere definito come l’insieme delle attività lavorative non riconosciute, non regolate, e di conseguenza, non tutelate dalle autorità pubbliche. La definizione di “settore formale” sta progressivamente lasciando il posto a quella di “economia informale” per rendere l’idea che, l’informalità, anche se non è delimitata in un un settore, controlla spesso una porzione importante dei settori economici tradizionali. Nel 1950, W.A. Lewis, dell’ILO (International Labour Conference) studiò un modello economico basato sull’assunto che la caratterizzazione informale dell’economia in Kenya era dovuta alla presenza di un surplus di manodopera, e che, questo surplus, sarebbe stato assorbito gradualmente dall’economia “moderna” con la sviluppo economico dei P.V.S.. Studi più recenti dell’ILO hanno messo in evidenza che non solo l’economia informale persiste, ma che nei P.V.S è cresciuta in parallelo alla crescita economica degli ultimi 40 anni. Gli studi osservano inoltre che le attività dell’economia informale non sono confinate ad imprese marginali, ma comprendono spesso imprese molto redditizie, quali la vendita al dettaglio e le lavorazioni artigianali. Se ne deduce quindi che l’economia informale non può più essere considerata un fenomeno temporaneo, e che le autorità devono capire come sfruttare il suo enorme potenziale per stimolare uno sviluppo economico sostenibile.
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L’artigianato comprende l’artigianato di produzione (lavorazione dei prodotti alimentari, imprese edilizie, etc.) che costituisce il 62% delle imprese, l’artigianato di servizio (meccanici, parrucchieri, etc.) che comil 18% e l’artigianato d’arte (oggettistica forprende m a per turisti, lavorazioni tessili, etc.) che comprende 43 % il 20%. Uno sviluppo economico dei settori della pesca e del turismo costituirebbe una grande opportunità per la crescita del settore dell’artigianato. economia
i rviz se 18%
fonte: Agence du Developpement du Saint Louis
o ism ur 11%
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Il settore informale dell’economia ingloba i settori del commercio, dell’artigianato e dei trasporti. A pes Saint Louis, il commercio, occupa una parte consistc ente della popolazione (110’000 persone) e prevale 28 anettamente sugli altri settori. E’ difficile conoscere % l’apporto del settore informale nel comune di Saint Louis, ma una stima condotta dall’ International Labour Office (ILO) nel 2009 riporta che ha genersettori ato 22 miliardi di dollari di valore aggiunto, pari a un quarto dell’economia locale. Il numero stimato di unità produttive informali era di 13’000 nel 2011.
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L’economia informale
Un limite posto allo sviluppo di questo settore è la difficoltà di accesso alle strutture di vendita e soprattutto la difficoltà nell’ottenere prestiti finanziari vista la natura spesso informale, e quindi non riconosciuta dalle istituzioni, delle micro imprese.
fonte: Agence du Developpement du Saint Louis
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tes s 9% il
9%
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Le tipologie di vendita
Formale
Informale
Transizione
La città di Saint Louis ha 2 grandi mercati, uno a Sor e l’altro alla Gare Routière di Pikine. Il mercato di Sor, posto sul sito dell’ex stazione ferroviaria, è costituito da 8000 micro unità formali ed altrettante informali, circondate ed invase da venditori ambulanti di ogni genere. Buona parte del commercio formale (detto anche “moderno”) si trova sull’isola Ndar e lungo gli assi viari principali di Sor. Il commercio informale può essere semplificato in 4 tipologie di vendita: il commercio di transizione (micro botteghe che rivendono prodotti acquistati all’ingrosso o di contrabbando), il commercio di sussistenza (vendita di prodotti di produzione propria), il commercio “malin-malin” (micro-rivendita ambulanti a prezzi leggermente più alti di prodotti acquistati al mercato principale)
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Sussistenza
Malin-malin
ECONOMIA VULNERABILE Commerci e turismo
Il settore del turismo
L’unico settore economico rilevante presente sull’isola storica, oltre al commercio di dettaglio, è il turismo. La città ha un alto potenziale turistico dato principalmente dal patrimonio architettonico di periodo coloniale. L’apertura nel 1993 del Service Regional du Tourisme, con sede a Saint Louis, ha contribuito ad una parziale riqualificazione di alcuni isolati dell’ile, con funzione alberghiera e di ristorazione. Tuttavia il settore è gestito in maniera quasi esclusiva da imprenditori esteri ed ha un raggio di azione limitato sul territorio. Questo fattore, combinato con la mancanza di una rete turistica estesa fanno si che il settore turistico abbia un impatto limitato sullo sviluppo dell’economia locale.
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UNIVERSITA DELLA PESCA A Saint Louis, sulla Langue de Barbarie, vi sono 14 mila pescatori. Gli uomini svolgono questo mestiere dai 12 ai 35 anni e poi in “pensione” si dedicano alle altre attività relative alla pesca. Sugli argini della Langue de Barbarie troviamo costruttori e decoratori di barche, fabbricatori di reti, riparatori di motori, venditori di ghiaccio e trasportatori. Le donne del quartiere si occupano invece delle attività di vendita e dell’eventuale essiccazione del pesce non venduto.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale
Tipologie di piroghe
La pesca artigianale è il settore più dinamico dell’economia locale; nel 2010 ha generato 20 miliardi di CFA, pari al 28% dell’economia globale di Saint Louis. Su un totale di 350’000 t di pescato nel 2010 in Senegal, 60’000t provenivano da Saint Louis. Inoltre è attorno a questa attività millenaria che sì è andata creando l’identità culturale locale. I 50’000 abitanti della Langue de Barbarie formano una comunità coesa e solidale, ma soprattutto, autonoma dal resto della città. Organizzati in strutture familiari, o più frequentemente in sekters, i pescatori della la Langue de Barbarie, in particolare dei quartieri di Guet Ndar e di Goxumbathie, sono fortemente specializzati nel settore. Contrari-
amente a quanto si potrebbe pensare nel vedere la precarietà ed insalubrità del quartiere dei pescatori di Guet Ndar, l’attività di pesca genera molta richezza, inequamente ripartita tra i proprietari di piroghe e le famiglie di braccianti, artigiani o rivenditori. Le piroghe attive sono circa 3000 ma solo la metà delle famiglie di pescatori è proprietaria della piroga che utilizza. L’attività di pesca monopolizza l’intera manodopera della Langue de Barbarie, e in tempo di crisi la dipendenza da un unico settore dell’economia può rendere vulnerabile questa antica e solida comunità.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi Flussi ed infrastrutture
Le 3 scale del commercio ittico
La redditività dell’attività di pesca potrebbe essere notevolmente incrementata. A frenare la crescita sono principalmente le condizioni insalubri in cui avvengono lo sbarco, le lavorazioni e la vendita. La Langue de Barbarie è dotata di 8 imprese per la fabbricazione del ghiaccio ma non dispone di nessuna struttura per lo stoccaggio del pescato delle circa 500 piroghe che giornalmente sbarcano il pesce in maniera rudimentale sul fronte oceanico o sull’argine fluviale del Petit-Bras.
Il piccolo porto dell’hydrobase, a sud della città, non viene usato dai pescatori, sia per la sua lontananza dai quartieri, che per l’inadeguatezza del molo rialzato, che si adatta ad imbarcazioni grandi, e non alle piroghe. La diversa dimensione delle piroghe determina il numero di persone a bordo, la durata dell’uscita in mare, la quantità di pesce pescato, e di conseguenza il luogo più adatto allo sbarco. Le piroghe più piccole si indirizzano ad un commercio locale, mentre quelle grandi all’esportazione
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi Rarefazioni ed accoridi internazionale
Originariamente la pesca fluviale era un attività estesa a tutto l’anno, poichè le ridotte quantità di pescato non imponevano di rispettare i tempi del riposo biologico. Oggi lo sviluppo della pesca artigianale si trova fortemente limitato a causa della rarefazione delle specie acquatiche a largo delle coste di Saint Louis. La diminuizione del pescato, soprattutto di specie da fondale è stata causata dalle tecniche di pesca non sostenibili (es. pesca con dinamite) e dal mancato rispetto dei cosiddetti periodi di fermopesca, ovvero i mesi di riposo biologico in cui i pesci si riproducono (luglio-novembre). La situazione si è improvvisamente aggravata con l’apertura della breccia nell’ottobre 2003, che, facilitando notevolmente le operazioni di pesca ha fatto aumentare la messa a terra annuale del 55% in un solo anno (dal 2003 al 2004) rendendo lo sfruttamento delle acque insostenibile. Le specie più pescate sono i thiof e le sardine, entrambe in forte diminuizione poichè gli esemplari vengono pescati in età troppo giovane, prima di avere il tempo di riprodursi. A sommarsi all’effettiva rarefazione del pescato vi sono anche i sempre più difficili accordi economici e politici con la Mauritania, che rischi-
ano di bloccare le attività di pesca sulla Langue de Barbarie, motore economico dell’intera città. I pescatori Senegalesi infatti, necessitano di una licenza molto onerosa per poter pescare a largo della ZEE maura, che beneficia di acque molto più ricche in quanto meno sfruttate negli ultimi decenni. Ultimamentel numero di licenze rilasciate è stato ridotto drasticamente; quest’anno l sono state limitate a 300 (solo il 10% delle piroghe attive a Saint Louis) delle quali 45 devono, per accordo, scaricare il loro pescato a Nouakchott. La dipendenza dalla Mauritania ha messo in ginocchio le famiglie proprietarie di piccole piroghe, che spesso per necessità continuano a pescare illegalmente in Mauritania durante la notte, rischiando il sequestro della propria piroga, unica fonte di reddito familiare. Gli introiti dovuti al settore della pesca, nonchè i quantitativi di pesce consumati in media dalle famiglie, sono diminuiti, aggravando la precarietà economica delle popolazioni locali e aumentando la sottoproduzione alimentare dell’intera città, già fortemente dipendente dalle importazioni.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi Infrastrutture carenti
Con la costante crescita della popolazione si Saint Louis, la pesca artigianale assume un ruolo fondamentale, in quanto maggiore settore produttivo della città. Tuttavia, vista la situazione incerta del futuro della pesca di Saint Louis (poichè dipendente da accordi statali), si prende atto del fatto che non si può pensare ad una vocazione industriale per la pesca, né possono essere aumentate le messe a terra attuali; si può agire solo sull’aumento della ricaduta economica locale, a parità di quantità di pescato. Uno dei problemi principali è il basso ricavato che i cittadini di Saint Louis hanno dal pescato.Questo per il 72% viene comprato all’ingrosso direttamente allo sbarco dai marayeurs che via camion lo rivendono ad altri mercati del paese o lo portano al porto di Dakar per essere esportato . Le condizioni insalubri di sbarco e lavorazione contribuiscono anche esse a diminuire il valore di mercato del pescato; ad esempio, le esportazioni sono principalmente limitate a paesi africani o asiatici, poichè le condizioni igieniche non a norma non consentono di ottenere i certificati necessari per essere importati in Europa. Inoltre, la mancanza di infrastrutture, limita la capacità di gestire le sovrapproduzioni da vendere in periodi di scarsità di pescato. La mancanza di strutture per lo stoccaggio e la mancanza di una struttura di mercato sono i principali fattori che portano i pescatori a svendere a basso prezzo il pescato in surplus ai marayeurs, che sfruttano a loro vantaggio la situazione.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi Progetti di Cooperazione
Le essiccatricci del pesce
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Fino a due anni fa l’attività di trasformazione del pesce (essiccamento, salatura, affumicatura), veniva effettuata sull’argine del fiume e sulla spiaggia di Guet Ndar in strutture individuali autocostruite. Nel 2010 è stato creato un Centro di Trasformazione a Sud di Guet Ndar. La nuova struttura di essiccazione è lontana e isolata dai quartieri e si colloca oltre il limite urbano posto dal cimitero musulmano. Le donne impiegate, che prima lavoravano nel proprio quartiere di residenza, oggi sono obbligate a prendere giornalmente il calesse per andare ad acquistare il pesce e poi per riportarlo sui luoghi di mercato. Il nuovo sito di trasformazione non ha la capienza per accogliere tutte le donne e il sito non risolve il problema alle donne di Goxumbacc, per motivi sia pratici, che per questioni di rivalità tra quartieri, si rifiutano di lavorare nel sito creato dalla Cooperazione Spagnola all’hydrobase.
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Le criticità individuate nel settore della pesca marittima artigianale a Saint Louis sono molte. La rarefazione del pescato che genera una stagionalità forzata dell’attività causa disoccupazione soprattutto tra i giovani. Altri freni allo sviluppo sono la carenza di infrastrutture e strutture per lo stoccaggio e l’insalubrità dell’argine fluviale, sito dove avvengono tutte le operazioni di sbarco e di vendita. Il sovraffollamento dei quartieri della Langue de Barbarie contribuiscono alle condizioni insalubri dell’argine, e inoltre aumentano la pressione economica sul settore, rendendo il sovrasfruttamento delle specie ittiche inevitabile.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi Progetti di Cooperazione
Criticità del settore
Nel 2010 l’AFD (Agence du Developpement Francaise) ha redatto uno studio di fattibilità su possibili ipotesi per il potenziamento del settore della pesca matittima. L’AFD è attiva da anni in questo campo e nel 1995 ha realizzato i due Quais de Peche presenti (uno a Guet Ndar e l’altro a Goxumbacc). Lo studio di fattibilità indica che bisogna agire sulle infrastrutture di base (aree di sbarco, aree di trasformazione, strutture per la conservazione, modalità di trasporto) che aiuterebbero a minimizzare i rischi sanitari delle popolazioni coinvolte, evitare lo spreco di pesce in occasione di sovrapproduzione, ridurre le perdite post-cattura dovute allo condizioni di sbarco e per ottenere i certificati neces-
sari all’esportazione verso paesi extra-africani. Per il carattere incerto dello sviluppo futuro della pesca artigianale vanno preferiti interventi minimi, quindi è da escludere la costruzione di un nuovo porto fluviale sul lato destro della riva (a Sor) e da preferire la ristrutturazione del porto esistente dell’hydrobase, abbandonato ma un pò distante dall’attuale posizione di sbarco-attracco delle piroghe. Questo sito ha lo spazio necessario per porre tutte le strutture necessarie (stoccaggio, lavorazioni, fabbrche del ghiaccio, etc.) ma il progetto è stato interrotto poichè ritenuto già in partenza fallimentare per questioni di distanza dal Guet Ndar.
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ECONOMIA VULNERABILE La pesca artigianale: un settore in crisi L’acquacoltura, un settore poco accettato
La rapida urbanizzazione delle città, il persistere dell’insicurezza alimentare nelle zone urbane e periurbane, la disoccupazione, nonchè la rarefazione del pescato hanno spinto le autorità locali a finanziare un programma di formazione in acquacoltura (la produzione di organismi acquatici, principalmente pesci, crostacei e molluschi, in ambienti confinati e controllati dall’uomo). Paradossalmente città come Saint Louis produrrebbero abbastanza pesce per soddisfare i fabbisogni dei suoi abitanti, ma gran parte di questo viene esportato, poichè prodotto pregiato. L’acquacoltura sarebbe molto conveniente nelle comunità rurali che pescano sul fiume dove il pescato scarseggia ma i bacini d’acqua dolce sono molti. L’acquacoltura è poco accettata dalle famiglie di pescatori, che vedono come cosa innaturale alimentare i pesci con alimentazione acquistata, e che spesso sono spaventati dall’investimento iniziale. E’ più accettata invece dagli agricoltori, che magari dispongono del terreno necessario per impiantare la vasca d’acqua. Il governo Senegalese ha istituito l’ANA, Agenzia Nazionale per l’Acquacoltura, con sede a Dakar e a Saint Louis, per avvicinare e formare le popolazioni principalmente periurbane a questo settore poco conosciuto. L’ANA è un ente che fornisce ai privati e ad associazioni i mezzi conoscitivi e materiali per iniziare una allevamento ittico. Inoltre per mezzo dell’ente lo stato fornisce prestiti iniziali ai coltivatori, che poi possono essere restituiti con l’avvio della produzione.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare
La produzione del settore agroalimentare nella regione di Saint Louis non copre il fabbisogno delle città al suo interno. Per arrivare al target di sicurezza alimentare delineato nei documenti della FAO, a livello nazionale nel 2000 lo stato ha lanciato l’ambiziosa riforma GOANA (Grande Offensive pour l’Agriculture, la Nourriture et l’Abundance) con l’obiettivo di incremetare la produzione agroalimentare entro il 2015. I passi verso il raggiungimento dell’obiettivo includevano la conversione di terre abbandonate in campi coltivati, il finanziamento di impianti di irrigazione statali e la ricerca di finanziamenti esteri.Le piene del fiume Senegal irrigano vasti territori coltivabili lungo il bacino; la regione avrebbe quindi il potenziale per diventare il granaio del paese, ma non è sufficientemente sfruttata. Se le comunità rurali lungo la valle del fiume incrementassero la produzione agricola durante la stagione umida, anzichè dedicarsi esclusivamente alla pesca fluviale di sussistenza, la region, potrebbero, se non raggiungere una situazione di sicurezza alimentare ed autonomia, almeno avere dei prodotti agro-alimentari da scambiare sui mercati locali o della città più vicina, incrementando il reddito familiare.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare
La salinizzazione delle acque fluviali durante la stagione secca, dovuta all’apertura della breccia, ha diminuito la fertilità dei suoli nelle immediate vicinanze della città. Prima del 2003, gli abitanti della Langue de Barbarie e di Sor (chiamato in periodo coloniale le potager de Saint Louis, ovvero l’orto di Saint Louis, per via delle vaste aree coltivate presenti) sfruttavano la presenza del fiume per irrigare i piccoli orti di sussistenza posti lungo gli argini. Le coltivazioni principali erano le cipolle, i pomodori e altri ortaggi da frutto. Oggi questi orti sono parzialmente in disuso, poichè la loro produttività è diminuita. L’abbandono di questi spazi ai margini delle isole urbane ha aumentato notevolmente l’uso di questi spazi come discariche a cielo aperto. La diga mobile a Dakar Bango blocca la risalita dell’acqua salmastra, salvaguardando le aree agricole della zona e dell’intero bacino fluviale.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare Verso la sicurezza alimentare
La città di Saint Louis è fortemente dipendente dalle importazioni, sia nazionali che estere. Gli unici prodotti della regione che vengono esportati sono il pesce, proveniente direttamente da Saint Louis e importato principalmente da Mali e Burkina Faso, la cipolla e il pomodoro. Nonostante sia in una zona di produzione di riso, anche questo prodotto spesso va integrato con prodotti importati dai paesi asiatici. Nel 2005 il Senegal ha importato 850’000t di riso, 200’000t di grano e 300’000t di frutta e verdure, diventando così il secondo paese africano per quantità di importazioni. La presenza di investitori esteri cinesi ha portato alla creazione di accordi economici per l’importazione di riso e sorgo. Solo in anni di piogge abbondanti il paese raggiunge una autosufficienza in miglio, sorgo e cassava, alimenti di base della dieta senegalese. Lo stato ha messo in atto misure per incrementare la produzione e diminuire la dipendenza dalle importazioni, fattore che rende Saint Louis vulnerabile a fronte di continue fluttuazioni dei prezzi dei mercati mondiali. Queste misure tuttavia sono state frenate problemi di tipo ecologico dovuti a una cattiva gestione delle risorse naturali in passato. Ad esempio la monocoltura dell’arachide, risalente al periodo coloniale, ha impoverito e inaridito molti suoli coltivabili.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare ISRA e formazione agricola
L’ISRA (Institut Sénégalais de Recherches Agricoles), la cui sede è presente a Saint Louis in quanto capoluogo di una regione dal forte potenziale agricolo, conduce, all’interno dei propri orti sperimentali, studi sulla fattibilità di promuovere progetti di agricoltura urbana e periurbana per alleviare gli effetti negativi della sottoproduzione alimentare in città. A seguito di esperienze positive condotte in altre città dall’alta densità abitativa in Africa, gli studi si concentrano sull’attività di microgiardinaggio. Il microgiardinaggio consiste nel piantare gli ortaggi all’interno di un recipiente contenente substrato arricchito o una vasca d’acqua (coltivazione idroponica). La dimensione minima della superficie permette l’uso di questa tecnica anche all’interno delle corti più piccole, o nelle micro-concessioni lungo gli argini della città. Per incentivare l’attività
di microgiardinaggio sono necessarie delle postazioni urbane per la sensibillizzazione del cittadino e dei canali per la formazione, sia di base che specializzata, in campo agricolo. Il finanziamento sostenibile dell’istruzione professionale agricola si pone come una vera sfida, poichè la maggior parte dei paesi africani non hanno un fondo nazionale per la formazione professionale da cui poter attingere cifre consistenti; esiste solo il FNDR (Fondo nazionale per lo sviluppo rurale). Le organizzazioni di cooperazione sono spesso riluttanti a impegnarsi in progetti di finanziamento senza fine, specialmente in zone dove i risultati spesso non sono quelli attesi. Inoltre non è possibile mettere in atto un Istituto che venga finanziato dalle tasse di esportazione, poichè il Senegal non è un esportatore di prodotti agricoli.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare
Esperienze n Senegal: Dakar Microjardins
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Il progetto di microgiardinaggio promosso dall’ISRA si ispira all’esperienza positiva del programma “Microjardins en ville” a Dakar, finanziato dalla FAO e dalla ONG italiana ACRA. Il progetto, di grande successo, prevedeva lo sviluppo di microgiardini sui tetti del quartiere denso di Pikine. Nel caso di Saint Louis la realizzazione del progetto verrebbe affidata all’Agence Régionale de Développement (ARD), e si pone l’obiettivo di facilitare l’accesso delle popolazioni ai mezzi e alle capacità per l’attività agricola. A Dakar il progetto avviato dall’ONG ACRA è poi stato lasciato in gestione alle GIE (Groupements d’Interet Economique) femminili presenti nei quartieri. Le Gie, oltre a fare da tramite tra ONG e abitanti dei quartieri, hanno anche svolto il compito di trasmettere alla popolazione locale le capacità assunte dai programmi di formazione tenuti
dall’ACRA. La scala di produzione del microgiardinaggio è quella della sussistenza familiare, ed eventualmente della rivendita a livello locale dei prodotti in eccesso. Un orto in cassetta può infatti produrre fino a 30kg/anno/mq, coprendo con 2-3 mq il fabbisogno di una famiglia di 4-5 persone. I vantaggi del microgiardinaggio sono: l’alta efficienza d’uso di acqua (1-3 litri/giorno/mq); la riduzione al minimo di fertilizzanti chimici, sostituiti da metodi di concimazione naturali come ad esempio l’additivazione del substrato con scarti di produzione dell’arachide e del riso; l’ottenimento di prodotti sani poichè autoprodotti, e dall’altro valore nutritivo; una minimizzazione degli spazi necessari per la coltivazione; la facile reperibilità dei materiali necessari per creare un orto, solitamente materiali di recupero quali casse di polistirolo, pneumatici, tubi in pvc, etc.
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ECONOMIA VULNERABILE L’agricoltura un settore da potenziare Coltivazioni a Dakar-Bango
In Senegal l’irrigazione dei terreni coltivati è una delle sfide più grandi nel campo dell’agricoltura. Nel 2011, nonostante il potenziale di irrigazione di 240’000 ettari, solo un terzo della superficie è stato irrigato. Un esempio di come la presenza dell’acqua può creare dal nulla un paesaggio agricolo produttivo ci è dato dal villaggio di Dakar-Bango, cresciuto attorno al campo militare prima dell‘insediamento dell’Università, e accanto all’aereoporto ora dismesso. La zona é ricca di spazi coltivati, che i singoli proprietari sfruttano per la produzione di frutta e verdure da rivendere sul mercato locale. Questo avviene perchè il quartiere beneficia del passaggio della canalizzazione di adduzione di acqua potabile da Khor alla città, che permette ai proprietari dei terreni adiacenti di irrigare gratuitamente i propri orti. Negli ultimi decenni il costo dei terreni è aumentato fortemente, a causa della forte pressione demografica sulla città che porta sempre più persone a spostarsi verso nuovi quartieri, e per il fatto che sempre meno gente compra terreni al solo fine di praticare un’ agricoltura di sussistenza. Lo stato concede terreni gratuiti a famiglie con case a rischio di crollo sul fronte mare della Langue de Barbarie. Per questo molti abitanti di Dakar-Ban-
go vi si trasferiscono da Guet Ndar, Ndar Toute e Goxumbacc, pur mantenendo un forte contatto con il quartiere di provenienza, dove continuano a praticare l’attività di pesca. Il rapido collegamento con Goxumbacc,solo 15 minuti in piroga, permette alle famiglie che hanno proprietà in entrambi i quartieri di spostarsi anche quotidianamente. La connessione tra i due quartieri, che diverrà sempre più importante nei decenni a venire, con lo spostamento di altre famiglie di pescatori nei nuovi villaggi a causa della mancanza di spazi, può condurre ad un ripensamento delle attività lavorative sulla Langue de Barbarie. Trovare una fonte di reddito alternativa, almeno in periodo di fermo pesca, per le famiglie sempre più numerose che vivono solo di pesca ed attività annesse porterà vantaggi economici aumentando il reddito delle famiglie, dando lavoro ai membri più anziani (l’attività di pesca viene in media praticata fino ai 35 anni, età in cui il padre di famiglia viene sostituito dai suoi primi figli) e ai giovani disoccupati in periodi di mancanza di pescato. Inoltre delle microcoltivazioni si adattano molto bene sia agli spazi disponibili che alle dinamiche di micro-rivendita di prodotti ortofrutticoli sulla Langue de Barbarie.
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MARGINI OPPOSTI
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MARGINI OPPOSTI Spazi Marginali al centro della città
caratteri dell’argine
densità dell’argine
La città di Saint Louis è definita dai suoi bordi. Le quattro parti di città non sono entità distinte su carta, sono isole, in maggiore o in minor misura connesse tra loro. Questa grado di connessione varia in base al tipo di margine che è stato creato, dall’uomo o dall’acqua. Prima dell’avvento della mobilità su gomma, il piano d’acqua fungeva da connettore tra le isole, altrimenti collegate solamente da uno o due ponti. Ora che la mobilità fluviale ha perso importanza gli argini vengono utilizzati solamente dalle comunità di pescatori per l’attracco delle piroghe. Ogni isola ha un rapporto diverso con i suoi argini e di consequenza con il piano d’acqua. Il fronte oceanico della Langue de Barbarie è il margine più malleabile, ridisegnato ogni giorno dalle forti correnti oceaniche. L’erosione costiera sta ritracciando la linea di costa, invadendo i quartieri e distruggendo le abitazioni. Non potendo proteggersi dall’avanzata delle acque, improvvisano barriere con reti da pesca. Nonostante tutto gli abitanti continuano a svolgere su questo fronte la maggior parte delle attività relative alla pesca, incluso lo sbarco e l’attracco delle piroghe.
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quartieri
Ile Nord
Gouxoumbac Camp Gazeille
Ile Centre
Haut Ndar Toute Ie Sud Bas Ndar Toute
Guet Ndar
(Dack, Pondekhole, Lodo)
A meno di 100 metri l’una dall’altra si trovano due realtà urbane opposte tra loro, che si costeggiano per circa 2 km separate dal braccio minore del fiume Senegal: la Langue de Barbarie e l’Ile. La langue de Barbarie costituisce il bacino di risorse umane e culturali che più può interagire con l’Ile, in vista di una sua riattivazione.
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MARGINI OPPOSTI Spazi Marginali al centro della cittĂ
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8 quartieri
L’argine non viene concepito come un elemento della città. La proprietà è del comune che però non impedisce il meccanismo di appropriazione informale ad opera dei cittadini. Il limite viene escluso dal tessuto urbano e abbandonato a se stesso. Ne risulta che le attività sono per lo più casuali e senza nessuna regola. L’argine diventa spazio per attività di ogni tipo, nonchè discarica a cielo aperto. La città è divisa in quartieri; questa suddivisione non è solo di tipo amministrativo: soprattutto nella Langue de Barbarie i quartieri hanno una forte identità propria. Il confine è bel delineato nell’immaginario collettivo degli abitanti, principalmente per la presenza delle associazioni di quartiere, ma anche a causa della forte disparità di servizi ed attrezzature pubbliche presenti nel quartiere. E’ interessante osservare il rapporto opposto che i quartieri dell’ile e della langue de barbarie hanno con i due argini opposti dello stesso fiume. L’affaccio principale di un quartiere va ad incontrare il retro del quartiere limitrofo. Ed è lì che si definisce il limite, la mancanza di intergrazione tra i due.
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MARGINI OPPOSTI Spazi Marginali al centro della cittĂ
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“Pensare al margine come ad un territorio di ricerca sulle ricchezze che nascono dall’incontro di ambienti diversi.� Gilles Clement Manifesto del terzo paesaggio
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MARGINI OPPOSTI L’argine dell’Ile
L’estrema saturatione dell’abitato dei quartieri di pescatori ha portato al trasferimento delle attività domestiche verso la strada, generando un’ appropriazione anarchica degli spazi pubblici. All’interno dell’ile questo non avviene, sia per la minore densità abitativa che permette ad ogni famiglia di svolgere le attività domestiche all’interno della propria corte, sia perchè la rigida griglia coloniale non si presta ad un informale appropriazione degli spazi. Tuttavia la presenza di spazi vuoti non è da considerare un bene poichè questi diventano raramente luoghi pubblici che contribuiscono alla riattivazione e riqualificazione dell’aspetto degradato dell’Ile; nella maggior parte dei casi infatti si trasformano in discariche. Il margine fluviale che circonda l’ile è il più antropizzato. L’isola è stata da sempre delimitatta, divisa con barriere sociali o fisiche da quella che era la città indigena. Imponenti strutture in cemento la proteggono e la separano dal fiume. Dal lato della Langue de Barbarie è stato lasciato l’argine sabbioso, che in seguito alle frequeti inondazioni è stato separato dalla strada asfaltata da un muretto di protezione in cemento. Questo è una barriera visuale, che separando il quartiere dal suo argine lo ha fatto diventare uno spazio di risulta, utilizzabile come discarica a cielo aperto.
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MARGINI OPPOSTI La pointe Nord, zona militare in dismissione
La punta Nord dell’isola è stata bonificata a partire dal 1870, è sempre stata area militare, poi estesa e connessa all’area di camp gazeille. Indipendenza, partenza quadri militari, è stata parzialmente abbandonata. Questa cassissima densità abitativa è ancora piu visibile per la presenza di ampi giardini che circondano gli edifici pluripiano. I giardini non vengono molto fruiti dagli abitanti del quartiere, se non per il pascolo di bestiame, e quindi risultano come spazi residuali che circondano ogni lotto. A sud invece, la rigida maglia coloniale e la densità del costruito vanno a definire dei lotti pieni, frammentati in singole proprieta, che spesso contengono al loro interno corti etc. L’area militare di Camp Gazeille è stata dismessa negli anni ’80, vista la perdita di importanza del settore militare senegalese e il trasferimento di alcune strutture verso il campo militare di Dakar Bango. Gli edifici a stecca del campo militare sono stati in parte rifunzionalizzati all’interno dei perimetri dei due centri di formazione esistenti (Istituto superiore per Istitutori, un Istituto professionale privato e due scuole di grado primario e di grado secondario) ed in parte assegnati ad associazioni di quartiere.
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Spazi di risulta trasformati in discariche
Gli edifici militari
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MARGINI OPPOSTI La pointe Nord, zona militare in dismissione
Vista il ruolo sempre meno importante che il corpo militare assume all’interno della città, sono in previsione dei processi di trasferimento delle strutture militari dalla punta Nord all’area militare di Dakar bango, in prossimità dell’aereoporto dismesso. Gli edifici che verrebbero dismessi sono quelli attualmente adibiti a caserma e aree per le esercitazioni, Questo lotto, limitrofo all’argine fluviale viene poco usato ed è dotato di strutturedi grandi dimensioni e in condizioni tali da poter ospitare nuove funzioni, che anzichè chiudersi all’interno di un perimetro murato si aprano al quartiere. La riqualificazione di questo lotto, che con la sua chiusura in se stesso, contribuisce all’apparente stato di abbandono degli spazi pubblici del quartiere, può essere il punto di partenza per una riattivazione dell’intera punta Nord. Riattivare il quartiere non si traduce eper noi in una densificazione del costruito, ma in una rafforzamento delle relazioni sociali, del tessuto di comunità e delle attività svolte.
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MARGINI OPPOSTI L’argine della Langue de Barbarie
L’appropriazione informale
Per capire il ruolo ed il valore che hanno gli argini fluviali della Langue de Barbarie occorre partire da uno studio dei modi di appropriazione informale degli spazi e delle tipologie autocostruite che saturano questi argini. La comprensione della relazione che gli abitanti del quartiere hanno instaurato con gli argini è passata da un dialogo con i fruitori, e in particolare con le associazioni (istituzionali e non) collocate lungo l’argine. La prima peculiarità del quartiere è che gli abitanti della Langue de Barbarie sono gli unici che vivono gli argini non solo dall’interno, ma anche dal piano d’acqua. Nel 2003 l’apertura della nuova breccia ha portato allo stravolgimento dei ritmipacati dell’argine interno.
Le attività che vi si svolgevano sono decuplicate nel giro di pochi anni e un appropriazione anarchica dello spazio si è susseguita fino a saturare il terreno disponibile. Le piroghe hanno trovato un parcheggio più sicuro all’interno dove oltre a rimanere al riparo da possibili maree sono sotto il diretto controllo dei proprietari per tutta la notte. Da un attenta osservazione delle attività che vengono svolte all’interno del quartiere (nei vicoli interni, lungo le vie principali etc.) è possibile vedere come le linee di demarcazione dei quartieri non coincidono con la strada carrabile che separa gli ultimi lotti edificati dall’argine sabbioso, come avviene sull’ile.
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81 m
306 m
MARGINI OPPOSTI
Edificato
L’argine della Langue de Barbarie
Guet Ndar Corti interne
Lottizzazione
306 m
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276 m
Edificato
Corti interne
Da un attenta osservazione delle attività che vengono svolte all’interno del quartiere (nei vicoli interni, lungo le vie principali etc.) è possibile vedere come le linee di demarcazione dei quartieri non coincidono con la strada carrabile che separa gli ultimi lotti edificati dall’argine sabbioso, come avviene sull’ile. Il quartiere finisce dove c’è la linea d’acqua, e laddove le acque sono calme di estende anche oltre. L’argine fluviale è stato inglobato nel tessuto urbano, viene usato in maniera intensiva per tutte le attività domestiche e lavorative che non trovano posto nelle strette stradine di quartiere.
densità del margine
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MARGINI OPPOSTI 238 m L’argine
119 m 393 m della Langue de Barbarie
Vuoti
Camp Gazeille
den
Edificato
238 m
Vuoti
119 m
393 m
Camp Gazeille, ex campo militare, non ha il problema di congestione urbana come gli altri quartieri; questo si riflette nella minore densità di attività sull’argine. Le strutture private, proprio perchè abusive e quindi temporanee vengono realizzate con materiali di recupero e non viene curata minimamente la manutenzione degli spazi adiacenti alla propria baracca. Il fatto di dover, a ogni ordinanza del comune, smantellare tutte le baracche fa sì che queste abbiano un aspetto poco curato e temporaneo, a differenza delle baracche all’interno della città, che nonostante le dimensioni ed i materiali usati sono curate anche negli spazi limitrofi. Inoltre tutti gli spazi non saturati dalle baracche o dallo svolgimento di attività vengono usate come discariche a cielo aperto. Il fiume è il ricettacolo di tutti i rifiuti del quartiere, quel che le sue acque non portano via rimane sull’argine, ben’impresso nell’immagine cartolina che i turisti vedono dall’argine dell’isola
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MARGINI OPPOSTI L’argine della Langue de Barbarie
Ndar Toute Tessuto edilizio ad alta densità
Lottizzazione
401 m
Edificato
Vuoti
Il paradosso è che all’interno di un quartiere che vive di pesca, l’accesso al fiume sia pressochè bloccato dalle costruzioni abusive e dalle molteplici attività, che riducono la produttività dell’attività. L’argine è l’unico spazio che può essere usato per la costruzione, manutezione e decorazione delle piroghe e per la manutenzione delle attrezzature. A queste si sommano le attività domestiche e sociali, quali gli incontri tra sekters o mbootays, il lavaggio e stesura dei panni, la preparazione e la consumazione dei pasti, il pascolo degli animali domestici e lo smaltimento dei rifiuti. Nel quartiere di Guet Ndar l’argine è saturato di micro costruzioni che gli abitanti collocano abusivamente su un terreno demaniale non costruibile. Le uniche strutture in cemento sono quelle autorizzate, ovvero le moschee e gli mbaars.Questi ultimi spesso vengono donati alla popolazione da parte di politici locali, in cambio di seguito elettorale.
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MARGINI OPPOSTI Guet Ndar, l’ex area per la trasformazione del pesce
Il quartiere di Guet Ndar, che presenta il tessuto urbano più saturo della città, ha un unico grande vuoto che, viste le sue dimensioni e la sua posizione strategica di vuoto all’interno di un quartiere senza spazio e senza infrastrutture, può assumere una grande importanza all’interno della riorganizzazione delle attività di quartiere. A sud del quartiere, in linea d’aria con la punta Sud dell’isola storica, fino a pochi anni fa si trovava il maggior sito di trasformazione dei prodotti ittici della città. Il sito era sorto spontaneamentepoichè in corrispondenza del Quai de Peche, costruito dall’AFD verso la fine degli anni ’80. Prima dell’apertura della breccianel 2003, il Quai de peche che era il maggior sito di sbarco sul fronte oceanico. Inoltre il sito di trasformazione era limitrofo al grande snodo viario usato come parcheggio dai camion per l’esportazione dei prodotti.quindi il posizionamento del sito era strategico per l’abbondanza di pescato da acquistare sul posto, come anche la presenza sul posto di camion per l’acquisto diretto del pescato essiccato. Le circa 500 donne che lavoravano in questo sito si erano collocate su questo argine in maniera spontanea, senza autorizzazioni. Poi con il passare degli anni la loro posizione era stata regolarizzata, come anche quella delle donne collocate nel sito di trasformazione sul fronte oceanico, a 300 metri di distanza.
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MARGINI OPPOSTI Guet Ndar, l’ex area per la trasformazione del pesce
Negli ultimi decenni i progetti di cooperazione esteri si sono impegnati nel fornire le donne dei mezzi necessari per svolgere le attività, quali tavoli essiccatoi, vasche per la salatura e forni per l’affumicatura, Tuttavia vista l’origine irregolare dei siti di trasformazione, nessun opera di urbanizzazone è mai stata realizzata, per dotare l’area di servizi igienici, fognature o ambienti di servizio. Questi erano i principali motivi dell’insalubrità del sito. Per questo nel 2004 il progetto di cooperazione spagnola ha deciso di finanziare la dismissione di questo sito e la creazione di un nuovo sito strutturato circa 1 km a Sud, nel quartiere dell’Hydrobase. Questo progetto doveva essere seguito dalla realizzazione del nuovo porto di pesca artigianale sulle vecchie strutture del porto dell’Idrobase, progetto studiato e approvato dall’AFD in uno studio di fattibilità, ma mai realizzato dal comune di Saint Louis. La mancanza di coordinazione tra i due progetti fa sì che il sito di trasformazione si trovi isolato rispetto alle dinamiche di sbarco e vendita del pesce; tuttavia non si ritiene utile prevedere la creazione di un porto di pesca artigianale, poichè le usanze dei pescatori del quartiere, che da secoli sbarcano il pesce sulle rive del loro quartiere, dove poi depositano la piroga non posso essere ridirezionate in maniera così drastica da un progetto di ricollocamento.
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MARGINI OPPOSTI Guet Ndar, l’ex area per la trasformazione del pesce
La dismissione del sito ha dato luogo a questo vuoto urbano esteso, collocato in asse con il Quai de Peche sul fronte oceanico e con le poche strutture di vendita di ghiaccio presenti nel quartiere. É inoltra in asse con il grande snodo viario usato come parcheggio dai camion per l’esportazione dei prodotti. Questa porzione di argine risulta più larga dei margini ai suoi fianchi poichè nel corso degli anni è stata rimodellata dagli abitanti del quartiere. I detriti e in parte riporti di sabbia dal mare hanno disegnato quello che oggi è l’argine fluviale di Guet Ndar, più articolato e sinuoso degli altri argini,
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RICONNESSIONI
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STRATEGIA Riconnettere la città tramite il piano d’acqua
La macrostrategia individuata per la valorizzazione della città storica si articola in 7 azioni distribuite sul territorio urbano. Si identifica con la città storica non solo il patrimonio architettonico contenuto in essa, peraltro già riconosciuto dal titolo UNESCO, ma anche gli altri aspetti che rendono Saint Louis unica e da preservare. Primo tra tutti viene considerato il patrimonio culturale e umano, che viene spesso dimenticato nei piani di valorizzazione. Il radicamento alla terra e al mare degli abitanti della Langue de Barbarie é il punto di forza della città, che andrà sfruttato per avviare un processo di crescita e sviluppo sostenibile.
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La ricucitura
Il primo punto individuato è quello di riconnettere la città storica con i nuovi quartieri di espansione tramite una valorizzazione del piano d’acqua. Il fatto che attualmente solo la mobilità su gomma connette le quattro parti della città influisce molto sui rapporti che si sono instaurati tra queste ultime. Saint Louis è una città d’acqua; il fiume delimita i
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suoi bordi ed il flusso del fiume dovrebbe connetterli. La mobilità fluviale verrebbe usata principalmente per tre funzioni di cui la città necessita. Il trasporto di merci e persone da un quartiere all’altro favorisce gli scambi commerciali, permettendo al produttore di vendere direttamente la sua merce sul mercato, evitando di passare per intermediari.
STRATEGIA Riconnettere la città tramite il piano d’acqua
Il trasporto di persone può andare a ridurre la dipendenza dal trasporto su gomma e può portare alla riattivazione di luoghi marginali rispetto alla viabilità tradizionali ma strategici se considerati come poli produttivi sul piano d’acqua. Altro ruolo del trasporto fluviale sarà quello di favorire la fruizione da parte dei turisti di questo affascinante mezzo di trasporto, mediante la creazione di moli sulle punte Nord e Sud dell’isola. Attualmente il sistema non è minimanente strutturato ed il turista si affida a privati, solitamente pescatori, con conseguenti difficoltà nello stabilire itinerari e prezzi. Rendere questa esperienza più a portata di mano dei turisti ne aumenterebbe la redditività. Il trasporto fluviale verrà usato anche per la raccolta di rifiuti dall’isola storica e dalla Langue de Barbarie. La raccoltà per mezzo di chiatte sarà organizzata a livello comunale e verrà coordinata con la raccolta per quartieri gestita dalla GIE CETOM propria di ogni quartiere. Queste si occuperanno di raccogliere i rifiuti porta a porta, e dai punti di raccolta in città e li porteranno al centro di quartiere di riferimento, collocato sull’argine. La chiatta, a giorni alterni lo prelevera dal cassone in alluminio e lo convogliera verso un punto di scambio multimodale a Sud della città. Da lì i rifiuti verranno trasportati in camion verso il nuovo CET (Centre d’Enfouissement Technique) sito in prossimità della comunità rurale di Gandon.
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STRATEGIA Riconnettere la città tramite il piano d’acqua
Per risolvere i problemi di sovrappopolazione e congestione nei quartieri della Langue de Barbarie, la strategia prevede un progressivo spostamento degli abitanti di questi quartieri verso i villaggi dell’entroterra. La municipalità ha tentato piu volte di instaurare un meccanismo di questo tipo, ma senza successo; il fallimento di questi tentativi è da attibuire alla riluttanza degli abitanti della Langue a essere sradicati non solo dal loro territorio tra fiume ed oceano, ma anche dalla loro comunità e dai loro mestieri per trasferirsi in aree peri-urbane vuote con poche infrastrutture. Alcuni abitanti della Langue de Barbarie che vivevano in condizioni di pericolo o precarietà hanno ricevuto dal comune lotti costruibili nelle zone limitrofe a Dakar Bango e gran parte di loro li ha venduti per poter con la stessa cifra acquistare una microconcessione all’interno del proprio suo quartiere di origine. La strategia prevede di creare una integrazione fisica e sociale tra i due quartieri; la proposta di una attività agricola stagionale (nel periodo di fermo pesca), che permette alle popolazioni della Langue di
mantenere parte della propria famiglia in un quartiere pur mantenendo i legami con la comunità di origine porterà progressivamente questi legami a spostarsi nel nuovo territorio. Il legame andrà rafforzato da una rete di connessioni fluviali che favorisca una mobilità diretta tra il quartiere di Dakar-Bango e i quartieri della Langue de Barbarie, e che faciliti la vendita dei prodotti agro-alimentari sul mercato ortofrutticolo di Goxumbacc. Gli assi di sviluppo per i nuovi quartieri indicati dalla municipalità sono poco chiari poichè sono slegati dalla presenza di risorse per le attività produttive. La popolazione della Langue de Barbarie è in crescita , dunque il problema della disoccupazione stagionale può solo aggravarsi. Nei territori dell’entroterra bagnati dal fiume c’è terreno fertile in abbondanza , che non può però dar luogo ad alcuna attività produttiva senza la creazione di infrastrutture di base (quali canali di irrigazione e inserimento in una rete di trasporti per il trasporto e la vendita dei prodotti) ad opera del Comune.
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BipolaritĂ
Scambio produttivo
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STRATEGIA Riconnettere la città tramite il piano d’acqua
L’obiettivo deli’intervento è quello di mettere in comunicazione l’isola storica e il quartiere dei pescatori. Viene ripristinato il ruolo del petit-bras, ramo minore del fiume, come elemento di connessione tra le due isole storiche, diverse e complementari. Vengono sfruttati gli spazi abbandonati dell’isola centrale per risolvere i problemi legati alla mancanza di spazio nella Langue de Barbarie. Si avvia un processo di riattivazione con una riorganizzazione delle parti sociali e delle attività produttive.
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Il Petit-Bras ha assunto nel corso degli ultimi secoli il ruolo di limite, con l’obiettivo dichiarato di isolare la città dei toubab dal villaggio indigeno dei pescatori, che fino all’abolizione della schiavitù veniva segnato sulle cartografie come “village nègre de Guet-Ndar”. Dall’apertura della breccia artificiale, le calme acque del petit-bras sono state oggetto di uno stravolgimento nei flussi delle piroghe. Le rive della Langue de Barbarie sono state saturate e le piroghe iniziano ad occupare anche la riva op-
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posta. La commistione di attività può essere vista come un vantaggio solo se c’è uno scambio effettivo tra le due isole, e questo può avvenire in maniera efficace solo tramite una connessione tra i due margini sul piano d’acqua. La strategia prevede di svuotare questi spazi marginali dai rifiuti e dalle costruzioni abusive e regolarizzarli dandoli in gestione ai nuovi centri di quartiere. In questo modo l’argine , da limite urbano che separa due tessuti , si trasforma in asse produttivo che li riconnette.
STRATEGIA Il boulevard fluviale
Il nuovo argine ospita le attività dei pescatori, degli agricoltori, delle associazioni di quartiere e del turismo locale. La promenade fluviale si articola in sequenze produttive. Sulle punte Nord e Sud dell’asse di intervento vengono collocate due infrastrutture di grande importanza, che vanno ad alimentare i flussi di attività lungo gli argini e che vanno ad organizzare e incentivare le due attività produttive, la pesca e l’agricoltura. Sulla punta Nord, in prossimità del molo d’attracco di collegamento tra Dakar-Bango e Goxumbacc e dell’adiacente mercato ortofrutticolo, viene collocato il CIFA (Centre Interprofessionnel pour la Formation aux métiers de l’Agriculture), istituto di formazione professionale per le attività agricole sotto la tutela del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero per gli Istituti Tecnici e la formazione professionale, che avrà al suo interno una sede dell’ISRA (Institut Sénégalais de Recherche Agricole) e della SAED (Société Nationale d’Aménagement et d’Exploitation des Terres du Delta du fleuve Sénégal) per inserire gli studenti all’interno di programmi di ricerca o di formazione (cosiddetta “formazione dei formatori”). Il ruolo dell’istituto non sarà infatti solo quello di formare gli studenti iscritti ma di fornire le conoscenze necessarie ai membri delle GPF GEBAU (Group de Promotion Féminine pour la Gestion de l’Elevage du Bétail et de l’Agriculture Urbaine) con sede nel Centro di Quartiere, che poi andranno a trasmettere le
Riqualificazione caserma militare e creazione Centro di Formazione
Localizzazione vuoto urbano e creazione nuovo mercato del pesce
capacità assunte ai membri del quartiere interessati a partecipare al programma di formazione. É così che si vanno a diffondere in tutti i quartieri le conoscenze necessarie per l’avvio di un attività di microgiardinaggio all’interno delle piccole corti delle abitazioni, o degli spazi marginali all’interno dei lotti. L’inserimento del Centro di Formazione e delle GPF GEBAU indica la nostra volontà di affiancare , ad una riqualificazione del tessuto urbano, una riqualificazione del tessuto sociale.
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Erosione con foto
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STRATEGIA Diversificare l’economia
Pesca e agricoltura
Stagione secca
Stagione delle pioggie
La strategia prevede l’incentivazione dell’attività agricola urbana (microgiardinaggio) e peri-urbana nei quartieri di nuova espansione. L’economia della città non può più reggersi su un unico settore produttivo, a causa della rarefazione del pesce che impone periodi di fermopesca sempre più lunghi. I periodi di hivernage, in cui la maggior parte della popolazione maschile della Langue de Barbarie si ritrova disoccupata, corrispondono alla stagione umida. Durante questa stagione i giovani del quartiere si dedicano alle attività sportive, o trovano lavori saltuari, mentre gli anziani del quar-
tiere di dedicano alle lavorazioni necessarie per la nuova stagione di pesca, quali la manutenzione e decorazione annuale delle piroghe, la lavorazione delle reti, etc. La stagione umida è la stagione più propizia per l’agricoltura mentre quella secca è la stagione migliore per pescare; potenziare l’agricoltura urbana grazie al nuovo collegamento con Bango e creare un centro di formazione per istruire le nuove generazioni sulla coltivazione può innescare un meccanismo in grado di generare reddito e garantire la sussistenza alimentare nei mesi di fermopesca.
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