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Ricerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010. Direttore responsabile Maurizio Dematteis

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La Narrazione

A Piani di Artavaggio invece, dove l’amministrazione comunale di Moggio, in provincia di Lecco, ha acquisito la proprietà degli impianti, nel 2006 è stata riattivata la funivia di arroccamento chiusa da qualche anno per fallimento e allo stesso tempo smantellati i vecchi impianti in quota. Risultato: Piani di Artavaggio oggi, senza impianti per lo sci, è un luogo speciale, aperto a un mondo nuovo che sale e si entusiasma per lo speciale rapporto con l’ambiente rinaturalizzato. E fa i numeri, con centinaia di persone che ogni settimana, estate, inverno e mezze stagioni, vivono avventure a contatto con la montagna.

Nella Conca di Smeraldo c’è Recoaro 1000, una piccola stazione sciistica fallita e chiusa definitivamente nel 2017, adagiata ai piedi delle Piccole Dolomiti, in Provincia di Vicenza. Una cordata di imprenditori privati ha deciso di abbandonare lo sci al suo destino e puntare sul primo bike park della Provincia di Vicenza “a stretto contatto con la natura”. Vincendo la sfida, perché oggi gli ospiti arrivano e riescono a vivere delle esperienze uniche.

C’è poi la Val di Funes, in Sud Torolo, dove il presidio Slow Food della Pecora con gli occhiali diventa il catalizzatore attorno al quale la comunità si riorganizza per proporre il “turismo delle relazioni”. Contadini, allevatori, agriturismo, albergatori, artigiani e custodi della storia e della cultura locale, si sono uniti per fare rete e offrire un’accoglienza di qualità a misura d’uomo. Passando dall’Arco alpino a quello appenninico, troviamo le cooperative di comunità dell’Appennino Tosco Emiliano, un vero modello di transizione da “un’offerta di turismo del consumo a forme di turismo sostenibile e comunitario”, come sostiene Teneggi. La prima in Italia è nata proprio lì, si chiama “Valle dei Cavalieri”, ed è a Succiso, una piccola frazione del comune di Ventasso, a 1000 metri di altitudine, in Emilia, provincia di Reggio; poi sono arrivati i “Briganti di Cerreto”, 900 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano; e ancora la cooperativa Foiatonda, a Madonna dei Fornelli, frazione del comune di San Benedetto Val di Sambro, situata a 798 m di altitudine sulla linea di displuvio tra Savena e Sambro, in provincia di Bologna. Tutte attive e con numeri di ospiti in crescita, grazie al collegamento con i cammini e a forme di accoglienza super inclusive.

Infine il Monte Mutria, in Campania, al confine con il Molise, dove un gruppo di persone di montagna ha puntato sulla collaborazione, costituendosi nell’autunno del 2019 nella Comunità Slow Food dei Custodi del Monte Mutria. Un agricoltore, un allevatore, un casaro e un albergatore si sono messi in rete per proporre un turismo esperienziale di qualità, in un’esperienza che oggi vede altri interessati entrare a ingrossare le fila di chi accoglie.

Maurizio Dematteis

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