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Dislivelli
Ricerca e comunicazione sulla montagna
La Narrazione
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centrali è rimasto agevolmente percorribile tutt’inverno. Il percorso di oltre una ventina di km parte da Bordogna, sulla sinistra orografica qualche km più a valle, interessa i due magnifici ponti storici, che si intravvedono anche dalla statale, sale verso Branzi e poi Carona, dove ha sede la centrale idroelettrica più a nord di questo comprensorio del ramo orientale del Brembo. Segue, più o meno, il percorso dei canali di adduzione che sono stati scavati nella roccia da condannati alla silicosi, come mio padre. Discendenti diretti dei “damnati ad metalla” che, agli ordini dei capicantiere romani, avevano avviate le “fortune” minerarie della valle Brembana». Ha voce tesa ed esce dagli uffici comunali in balia di una grigia nuvola di pensieri. Ci racconta di aver appena steso la lettera per Ministero degli Interni, ANCI e ANPCI a nome dei colleghi sindaci della valle perché la supposta modifica delle modalità di erogazione dei fondi ai sensi del PNRR – che sembra prevedere il pagamento anticipato dei lavori da parte dei Comuni, prima di ricevere il saldo dal Ministero- per tutti i piccoli comuni della Valle Brembana, molti dei quali sotto i 500 abitanti -, ha tolto il sonno a più di un sindaco. La condizione di retroattività della modifica ha messo i responsabili delle comunità locali in grave difficoltà: le opere di protezione ambientale poste in atto (paravalanghe, reti di contenimento caduta massi, argini fluviali, …) che presentano e hanno rappresentato costi di centinaia di migliaia di euro, non sono certo anticipabili da amministrazioni che hanno bilanci sottodimensionati e nemmeno possono accedere a crediti bancari congrui. Impossibilitati a liquidare gli importi a imprese che hanno già effettuato i lavori, si trovano loro malgrado ad essere oggetto di vertenze legali. Cerchiamo di distogliere il primo cittadino dalla tensione, che avvertiamo davvero palpabile, portandolo ad osservare i boschi sui pendii del Pietra Quadra e dei monti che incombono, da entrambi i lati, sull’angusta valle, strettoia lasciata dalle rocce di scarico del Verrucano lombardo. Insieme notiamo i vuoti lasciati dai fratelli minori di “Vaia” che, anche qui, hanno colpito nel 2018 e 2020, sradicando chiazze di abete rosso. La debolezza di queste conifere che hanno sviluppato orizzontalmente il sistema radicale sul sottile substrato che le rocce concedono, è doppia. La penuria idrica di questa nuova era climatica le espone con minori difese al bostrico, che avanza implacabile. «Oltre a re-immaginare gli inverni, qui dovremo anche seriamente re-immaginare le coperture boschive, non c’è dubbio!».
Non possiamo che condividere preoccupazioni e riflessioni, serve uno sforzo di immaginazione, volontà e, soprattutto di ricerca promossa da e con le comunità locali per capire come uscire da una dead end road.
Una manciata di km più a nord, Foppolo, 1500 metri di quota e 22