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Dislivelli

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Ricerca e comunicazione sulla montagna

La Narrazione

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risti durante l’inverno, risultato di quella visione di progresso che ormai da anni lega sci e montagna. E anche se la situazione è oggi notevolmente cambiata, molti vedono ancora il sistema sciistico come l’unica fonte di reddito per queste zone. La conseguenza? Una pioggia di fondi che negli ultimi due anni sta letteralmente ricoprendo la montagna. Pensiamo solo ai 65 milioni di euro di risorse pubbliche destinate dal CIS e dal Fondo compl ementare PNRR a progetti con al centro stazioni sciistiche solo nella regione Marche.

La scelta di utilizzare questa pioggia di risorse per l’ampliamento delle piste, soprattutto a basse quote, porta investimenti solo su un piccolo numero di persone, lasciando da parte le esigenze della maggioranza della popolazione e non garantendo uno sviluppo sostenibile per le comunità.

Investire nello sci oggi: una politica anacronistica

Come anticipato però, oggi la situazione è cambiata, la neve scarseggia sempre di più, gli inverni sono sempre più caldi e la siccità un problema sempre più attuale. Con l’accorciarsi della stagione sciistica, gli investimenti su nuovi impianti sciistici sotto i 2000 metri diventano obsoleti e non rappresentano più una soluzione a lungo termine per lo sviluppo delle comunità locali.

Investire nello sci in questo momento non è solo oggettivamente sbagliato, ma vuol dire togliere risorse a progetti potenzialmente lungimiranti per il ripopolamento di queste aree. L’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la costruzione di nuovi impianti sciistici è una scelta che non tiene conto del futuro delle comunità che vivono in montagna e soprattutto della volontà di restanza dei giovani, lasciando da parte gli investimenti che potrebbero essere veramente utili a lungo termine per incentivare il ripopolamento – pensiamo ai servizi educativi o sanitari e ai progetti innovativi per i più giovani.

Gli investimenti che vorremmo vedere

I giovani che vivono in montagna o che vogliono tornarvi hanno bisogno di opportunità concrete per il loro futuro, e questo passa inevitabilmente attraverso investimenti nei servizi e nello sviluppo di una visione a lungo termine.

Per questo motivo, le politiche di sviluppo delle aree montane dovrebbero puntare a valorizzare le risorse locali e le attività produttive tradizionali, come l’agricoltura, l’allevament o e l’artigianato. E’importante incentivare l’innovazione e l’imprendi torialità per creare nuove opportunità di lavoro e promuovere un turismo sostenibile che sfrutti le risorse ambientali e culturali delle zone montane durante tutto l’anno, non solo in inverno.

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