Riflesso 1-2014

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Embassy Guest Table UN OGGETTO PREZIOSO PER DISPORRE I PROPRI OSPITI A TAVOLA Anna Rita Setti, da un’antica abitudine di famiglia, ha voluto ricreare in chiave moderna un segnaposto originale e utile per ricevere a tavola. Quante volte i vostri ospiti in colazioni o pranzi, sia formali che non, si ritrovano a dover cercare il loro nome sulle tavole? Embassy Guest Table è stato ideato proprio per far fronte a questa esigenza. Tutti i modelli, rigorosamente realizzati in Italia da esperti artigiani, sono in pelle, con ricami e rifiniture ricercate; possono essere personalizzabili sia nelle forme, nelle dimensioni, che nei numeri dei posti. Un oggetto anche d’arredamento che renderà senz’altro più piacevole e raffinato l’ambiente e l’arte della tavola. Sede: Via Baldo, 1 Perugia (Italy) Email: lesacchediannaritasetti@hotmail.com Sito web: www.lesacchediannaritasetti.com


DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Giulio Siena, Noemi Furiani, Alessia Mencaroni, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato, Italo Profice, Claudio Cattuto, Marco Servili HANNO COLLABORATO Alessandro Biscarini, Elisa Giglio, Laura Patricia Barberi, Rita Valletti, Eleonora Zeroli, Barbara Venanti, Maddalena Mommi, Paolo Corradini, Attilio Campese, Alessandra Grillo Carcreff, Giuliana Spinelli Batta, Lorenzo Gasbarro, Daniele Buschi, Maddalena Faina RINGRAZIAMENTI Antonio Morabito, Brunello Cucinelli, Francesco Castellani, Casa Editrice Liber Faber EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE R!style Project STAMPA Litoprint Bastia Umbra (PG) CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info FACEBOOK Riflesso Umbria GRUPPO EDITORIALE Riflesso Umbria Riflesso Lombardia

Gennaio/Febbraio

DISTRIBUZIONE Regione Umbria e Principato di Monaco

In COPERTINA BRUNELLO CUCINELLI

Anno 3 - n.1

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EDITORIALE 5 Quando la beneficenza solleva il cuore... e il fatturato

7 PRINCIPATO DI MONACO Lettera dell’Ambasciatore d’Italia

APPUNTAMENTI 8 WINTER HAPPY LIST 10 AGENDA 12 EVENTI

San Valentino

14 WEEKEND NEWS 18 IL PERSONAGGIO

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Brunello Cucinelli: il filosofo illuminato e l’amore per la sua terra


NOVITÁ ECONOMIA 22 ARTI E MESTIERI Il tessile umbro conquista i mercati esteri

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ARCHITETTURA, ARTE E TERRITORIO

30 LUOGHI DI CULTO

Abbazia di Sassovivo: storia, accoglienza e fratellanza

49 ITALIA in PILLOLE

32 ARTE

I “Dottori” del Trasimeno

38 BORGHI

Marcellano: passeggiare nella storia per scoprire la “Betlemme” dell’Umbria

TEMPO LIBERO Ad Assisi il teatro é in forma A Foligno festa grande per Sant’Angela Le sculture di Emilio Greco risplendono a Spello

Villa Fidelia

Calamita Cosmica

www.riflesso.info

48 BRIEFING CULTURALE

24 GIARDINI

34 ARTE e ARCHITETTURA

Lombardia

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A Milano la bellezza senza tempo della Madonna di Foligno Finalmente i Bronzi di Riace tornano a casa Tesoro degli Etruschi al Quirinale

50 NATURA

Il parco di Colfiorito fra ricchezze naturalistiche e storico-culturali

52 GIOIELLI di BACCO

38 ARTISTI

L’arte dell’abbinamento cibo-vino

Giuliano Giuman: uno degli artisti umbri più apprezzati al mondo e la riscoperta della sua terra d’origine

55 CONCORSO FOTOGRAFICO

Architetture religiose in Umbria

56 GIRI del GUSTO

La frugale amica patata

SOCIETÁ

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42 VIP IN UMBRIA

Giancarlo Parretti: “Il leone di Orvieto”

44 SANITÁ

Sandro Fratini

46 DE LEGIBUS

Nuovi limiti al mantenimento dei figli maggiorenni

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58 ACQUA e BENESSERE

Le terme di Triponzo verso la riapertura

60 MOTORI

Formula Sae Student - Positivo esordio dell’Unipg Racing Team

62 ANIMALI

Amore di Cane

64 SELEZIONE LIBRI

Se il mondo di Quieta Radura non é solo un sogno Justice ha due padri Amandine et l’empire des anges


PER UN ROMANTICO SAN VALENTINO


EDITORIALE

QUANDO LA BENEFICENZA SOLLEVA IL CUORE… E IL FATTURATO MARIO TIMIO

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erché Google investe in Africa per combattere le tre malattie che falcidiano il Continente: AIDS, Malaria, Tubercolosi? Perché Tod’s investe 450 milioni di euro per restaurare il Colosseo? Per quale motivo Luxottica si impegna nella lotta alle malattie oculari del terzo mondo? Perchè la Novartis, azienda farmaceutica di spicco nel mondo eroga fondi e fornisce farmaci a basso costo per le zone depresse dell’Africa e dell’Asia?. E dalle parte nostre, cosa anima Brunello Cucinelli quando restaura l’Arco Etrusco di Perugia e costruisce un reparto ostetrico-ginecologico nel Malawi? E che dire dell’Umbria Cuscinetti che vince addirittura un premio per essersi attivata finanziariamente a sostegno del progetto Melanoma (tumore della cute)? Sono gli imprenditori diventati tutti filantropi o c’è qualcos’altro? E’ forse una forma estrema di pubblicità? Graham Fink, guru e icona della pubblicità mondiale nell’affermare che gli imprenditori, dopo aver risolto “i problemi dei clienti, ora provano a risolvere quelli del mondo”, sottolinea che è importante saper coniugare il messaggio commerciale alla responsabilità sociale. Ed è per questo che si ripete ovunque che oramai nel mondo “le aziende (non solo multinazionali) non perdono occa-

sione per accompagnare i loro prodotti con una attività di charity”, come quelle sopra descritte. Non solo, in un contesto di forte calo pubblicitario le iniziative di Corporate Special Responsability (Csr) sono quelle che resistono maggiormente ai tagli di bilancio. A tal proposito è sufficiente pensare che l’80% delle pubblicità su l’”Economist” o sul “Financial Times” contengono un messaggio Csr. Gli imprenditori hanno capito che le scelte dei consumatori sono cambiate e seppure i tempi siano difficili bisogna seguirle. Si arriverà a valutare i prodotti non solo dalla qualità ma dall’accompagnamento di iniziative Csr. Nel Regno Unito il 25% della grande distribuzione vende banane solo se provenienti dal circuito targato Csr. o elettrodomestici di classe “+”. Allora non basta più il politically correct per il bene delle aziende, come non è più sufficiente il culto del marchio, ma occorre pensare a fare i conti con i riflessi sociali delle medesime aziende. Certo per molte aziende non è tanto la mancanza di mezzi (oggi anche questi) nell’investire in Csr, ma la difficoltà di misurare il ritorno, i vantaggi che ne possono derivare. Ma chi ha investito in tal senso afferma che la ricaduta ci sarà, anzi già c’è. In Umbria, Cucinelli e Umbria Cuscinetti stanno a testimoniarlo.

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PRINCIPATO DI MONACO


WINTER HAPPY LIST

CONSIGLI PER LO SHOPPING INVERNALE BORSA IN CUOIO CON LOGO BICOLORE LE SACCHE DI ANNARITA SETTI

Via Baldo, 1 Perugia (Pg) www.lesacchediannaritasetti.com

BRACCIALE IN LYCRA E PIETRE DEB ACCESSORI MODA

Via Sala, 16 Passaggio di Bettona (Pg) www.debydea.it

ABITO SINEQUANONE MAYA

Piazza Matteotti, 42 Perugia (Pg)

FARAH DUFFLE COAT TARTAN REVERSE CLOTHING STORE

Corso Cavour, 86 Perugia (Pg) www.reverseclothingstore.it


GIACCA CON CATENA E PAILLETTES STILE CHANEL DI BEATRICE B. LAURA MANCINI

Via Baglioni, 6 Perugia (Pg)

CAPPOTTO IN LANA E CAVALLINO MOSCHINO CHEAP AND CHIC MANDRELLI

Via Dei Priori, 12 Perugia (Pg)

BORSA AMÉLIE LIU.JO LIU.JO

Via Cesare Fani, 3 Perugia (Pg) www.liujo.com

SCARPA STRINGATA LAVORATA ARTIGIANALMENTE AMAMÉ

Piazza Mazzini, 45 Bastia Umbra (Pg)


AGENDA a cura di RITA VALLETTI UNA VERITA’ SUPERIORE Enzo De Leonibus 1 gennaio - 2 febbraio Trevi - (Pg)

STAGIONE TEATRALE 11 gennaio - 12 aprile Accademia degli Avvaloranti Città della Pieve - (Pg)

IL MIO MONDO FANTASTICO Vittorio Paris 1 gennaio - 30 marzo Montefalco e Trevi - (Pg)

LA QUINTA STAGIONE 11 gennaio - 24 aprile Taetro Brecht Perugia

LEGAMI DEBOLI 2 gennaio - 2 febbraio Palazzo Lucarini Contemporary Tervi - (Pg)

I LUOGHI DEL GIUBILEO 13 - 16 novembre Basilica di Orvieto - (Tr)

ATOLLO viaggio espositivo con 7 artisti 4 gennaio - 16 marzo Spoleto - (Pg)

JAZZ CLUB PERUGIA 16 gennaio - 25 aprile Oratorio Santa Cecilia - (Pg)

RISERVA AUREA mostra di Bizhan Bassiri 4 gennaio - 28 febbraio Galleria Nazionale dell’Umbria Perugia

TREKKING 2014 escursioni in Umbria 19 gennaio - 30 novembre

LE FIABE DELLA DOMENICA 5 e 19 gennaio Teatro di Figura per Ragazzi (Pg)

MONTELEONE A TEATRO 26 gennaio - 6 aprile Teatro dei Rustici Monteleone d’Orvieto - (Tr)

www.palazzolucarini.it

www.sistemamuseo.it

www.palazzolucarini.it

www.cittàdellapieve.org

www.giubilebolsenaorvieto.it

www.jazzclubperugia.it

www.palazzocollicola.it

www.nelleterredeltrasimeno.com

www.comune.perugia.it

www.tieffeu.it

www.comune.monteleone.tr.it

ROCK DOCK storia del rock 8 gennaio - 4 febbraio Musical Academy - (Pg)

I LINGUAGGI DELL’ARTE Musica Immagini Parole Percorso guidato 2014 Gubbio (Pg)

www.musicalacademy.org

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www.comune.gubbio.pg.it


Lombardia

MILANO

Scopriteci su www.riflesso.info


EVENTI

saN ValeNtiNo: “CORRI L’AMORE, RUN FOR LOVE” Tr a g l i e v e n ti di m a g g iore ris a lto per l e celebr a zioni valentiniane s p i c c a l a m a r at o n a i n Va l n e r i n a ELISA GIGLIO

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an Valentino è in tutto il mondo la festa dell’Amore puro, degli innamorati, la giornata mondiale del cuore e dell’amore incondizionato. Il 14 febbraio è l’occasione giusta per trascorrere una serata dolce e romantica, in compagnia della persona amata. In Umbria viene organizzata per l’occasione una cornice di appuntamenti culturali, di festa, ma anche liturgici volti a tenere insieme la dimensione religiosa delle celebrazioni del santo e quella civile delle iniziative ispirate alla forza evocativa dello stesso. Le celebrazioni, dunque, coinvolgono tutta la regione, soprattutto Terni, di cui il santo è patrono. Nella città ternana viene organizzato da undici anni “Cioccolentino”, la kermesse dell’amore e del cioccolato che si svolge per tutto il mese di febbraio, e promossa da Promoeventi ed Eurochocolate con il patrocinio e il contributo della Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni

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e Camera di Commercio. Inoltre, il 16 febbraio, nelle zone della Valnerina, si terrà la quarta edizione della maratona di San Valentino che arriverà fino alle cascate delle Marmore, passando per Terni e paesini limitrofi. Lo slogan della gara podistica è: “Corri l’amore, run for love” ed è un connubio perfetto tra sport, amore e spiritualità. Organizzata dall’Associazione sportiva dilettantistica amatori podistica, la competizione si divide in due percorsi tra paesaggi ameni: il primo è la maratona intera di 42 km, l’altro la mezza maratona di 21 km. In più, migliaia di coppie si riverseranno nella città ternana per scambiarsi la loro promessa d’amore nella Basilica di San Valentino, sotto la quale sono custodite le spoglie del santo. Condizione per partecipare alla


cerimonia è che la coppia abbia già fissato la data delle nozze, entro l’anno in corso. Infine, ogni anno a Terni, arrivano centinaia di lettere provenienti da tutto il mondo. Scrivono fidanzati, ma anche single, coppie in crisi, innamorati non contraccambiati. A tutti risponde il parroco della Basilica di San Valentino, facendo le veci del santo. Il sito ufficiale di San Valentino è www.sanvalentino.net ed è diventato il luogo virtuale dell’Amore. L’originale festività religiosa venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I in onore del vescovo romano e martire cristiano San Valentino, ma la pratica moderna di celebrazione della festa risale forse all’alto medioevo, quando prese forma la tradizione dell’amor cortese. Si racconta che Valentino, vescovo di Terni, sfidasse le ire del Senato romano celebran-

do matrimoni con rito cristiano. Ben presto si diffuse un rito: il pellegrinaggio alla sua casa di giovani innamorati, ai quali Valentino donava una rosa. Infine, Valentino fu decapitato, per ordine del prefetto di Roma avverso alla diffusione del Cristianesimo, la notte del 14 febbraio del 270. La fama di San Valentino è giunta, veicolata da Sheakspeare, fino in Inghilterra e negli Usa, dove la festa è ricorrenza ormai consolidata. Nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione poi anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico, come la colomba o l’immagine di Cupido con arco e frecce.


Weekend News

Se è vero che “L’Arte comincia là dove l’Imitazione finisce”, come suggerisce Oscar Wilde nel suo “De profundis”, la kermesse di impavide ed autentiche produzioni artistiche in mostra in questo primo scorcio di 2014 saranno in grado di farci riflettere sul quesito lasciato aperto da Wilde. Pop e shock è la mostra “Evidence” del duo artistico Hackatao visitabile presso Città Di Castello. Arte da intendere come Memoria del Popolo quella di “Perugia in Cammino” in mostra al Palazzo della Penna; o ancora Arte con velleità enciclopedica quella della mostra fotografica “Fotogrammi d’Arte” di Sergio Coppi allestita presso la Fondazione Carit di Terni. Suggestivo il panorama visivo scolpito dai giovani 7 di “Atollo”, la mostra visitabile presso il Palazzo Collicola Arti Visive a Spoleto. Il cerchio artistico si chiude con la “luce dorata e magmatica” che emanano le sculture di Bizhan Bassiri (Mostra “Riserva Aurea presso la Galleria Nazionale dell’Umbria). Pronti per un’estate di colori e forme proprio nel bel mezzo dell’inverno? LAURA PATRICIA BARBERI

CITTA’ DI CASTELLO / weekend del 11 gennaio “EVIDENCE VITTIME DEL CONTEMPORANEO” MOSTRA DEL DUO ARTISTICO HACKATAO IMMAGINA ARTE CONTEMPORANEA In collaborazione con tela umbra di Città di Castello, gli Hackatao (Sergio Scalet e Nadia Squarci) presentano un percorso inedito di dodici tele di medie dimensioni e due “Podmork”. In occasione di questo nuovo progetto espositivo gli Hackatao presentano per l’appunto le loro originali sculture totemiche – i Podmork – in quanto trasfiguranti di mondi surreali su sfondi rigorosamente flat. L’idea progettuale è quella di un

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“Podmork Ku Killer” realizzato sotto forma di scultura a tecnica mista che, come un omicida seriale, è in grado di scegliere le sue vittime tra gli archetipi dei fagocitatori delle ossessioni contemporanee nocive per noi o per gli altri che tanto ci infastidiscono, collezionandone i reperti sotto forma di tele. Con cinica verve e una sottile ironia, il Podmork Killer immagina di eliminare dal suo mondo immaginario, per motivi assolutamente

futili, personaggi fastidiosi della quotidianità e di collezionarli nella sua ipotetica “tana”, in una sorta di galleria artistica immaginifica in cui ognuno può riconoscere una parte di sé. La mostra è visitabile presso Immagina Arte Contemporanea – corso Vittorio Emanuele 52/A – Città di Castello. ORARI: dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 info: T. 075 7610923 – immagina.galleria@libero.it


PERUGIA / weekend del 18 gennaio “PERUGIA IN CAMMINO” PALAZZO DELLA PENNA “Perugia in cammino – Storie che fanno la storia” è una mostra fotografica e documentaria integralmente costituita da materiale fornito dalla cittadinanza. Scelti per l’occasione quasi 400 oggetti tra foto, audio, video e tanto altro sugli oltre 23 mila consegnati all’Archivio della memoria condivisa. Il senso della mostra è quello di raccontare le trasformazioni della società perugina attraverso le immagini degli archivi privati dei cittadini, degli enti e delle aziende del territorio, per dare ai visitatori la possibilità di ripercorrere un suggestivo itinerario della memoria, e punta a promuovere una maggiore conoscenza dei profondi cambiamenti avvenuti a Perugia a partire dalla seconda metà dell’800 fino ad oggi. La mostra resterà allestita fino al 6 Aprile 2014.

TERNI / weekend del 25 gennaio “FOTOGRAMMI D’ARTE” MOSTRA PERSONALE DEL FOTOGRAFO SERGIO COPPI FONDAZIONE CARIT Si chiama “Fotogrammi d’Arte” e fino al 16 febbraio sarà ospitata nei locali della Fondazione Carit a Terni. Una mostra personale del fotografo Sergio Coppi, che, di fatto, segna la nascita di ArteinCorso destinata a diventare «un grande luogo dedicato alla cultura e all’arte; uno spazio polifunzionale atto ad ospitare, anche contemporaneamente, mostre d’arte, convegni, congressi, riunioni, concerti». La mostra si snoda in 102

immagini, in bianco e nero e a colori, scattate da Coppi in giro per l’Europa tra il 1973 e il 2013. Fotografie, le sue, scattate in occasione di mostre, eventi e rassegne d’arte contemporanea, tipo la mostra dedicata a Edward Hopper o quelle viennesi di Dan Flavin. ArteinCorso e la mostra Fotogrammi d’arte di Sergio Coppi rimarranno aperti fino al prossimo 16 febbraio 2014, tutti i venerdì sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19

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SPOLETO / weekend del 9 febbraio “ATOLLO” MOSTRA ARTI VISIVE- PALAZZO COLLICOLA Grazie ad “Atollo” sono sette gli artisti italiani delle ultime generazioni che si confrontano, dando vita nelle sale del palazzo spoletino Collicola a una tessitura di ipotesi visive, cortocircuiti linguistici e conflitti dialettici che si augurano di riuscire ad “alzare la temperatura dell’arte contemporanea in Umbria” nel prima metà dell’anno 2014 appena cominciate. ATOLLO – dunque - è l’unico suggestivo titolo scelto per rappresentare i lavori di sette differenti artisti italia-

www.palazzocollicola.it/Atollo/evento.html

ni: Stefano Abbiati, Teresa Emanuele, Mauro Maugliani, Silvia Morani, Francesco Paretti, Vincenzo Pennacchi e Nicola Pucci. La rassegna dei 7 – dunque - si prefigge l’obiettivo di re-interpretare e re-inventare lo spazio del museo spoletino quale luogo d’inesplorata bellezza e rarità, dando vita a sette suggestivi panorami visivi, in cui le diverse tecniche e matrici artistiche si confondono e si contaminano, ognuna seguendo germinazioni e codici propri del contemporaneo.

PERUGIA / weekend del 22 febbraio “RISERVA AUREA” PRESSO GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA La mostra Riserva Aurea del maestro italo-persiano Bizhan Bassiri apre le porte della Galleria Nazionale dell’Umbria all’arte contemporanea. La Mostra è a cura di Fabio De Chirico e Bruno Corà. Riserva Aurea sancisce con incisiva efficacia la qualità di un’esperienza plastica, tra le più espressive, in Italia e in Europa. E’ un progetto con cui Bizhan Bassiri ha riunito alcune delle sue più estrose ed eccentriche creazioni. Il simbolico deposito di opere concorre alla manifestazione di un principio metamorfico che, dall’alchimia dell’arte, non smette mai di attuarsi. La ricerca artistica di Bizhan Bassiri trae ispirazione nell’utilizzo di materiali diversi: superfici di cartapesta e di acciaio e bronzo, elementi lavici, elaborazioni fotografiche. “Nella riserva aurea del pensiero magmatico, la luce prende corpo e il corpo si perde nella luce”: dalla Sala Podiani, nucleo centrale della mostra, “sulla scia creata dall’oro, i Serpenti entreranno nella Galleria Nazionale dell’Umbria colloquiando con le opere del passato”. La mostra resterà allestita fino al 28 Febbraio 2014. Orari di apertura: Dal martedì alla domenica 8.3018.30. Chiuso il lunedì. Per Info Tel 075.5721009 gallerianazionaleumbria@beniculturali.it

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IL PERSONAGGIO

IL FILOSOFO ILLUMINATO, E L’AMORE PER LA SUA TERRA L’IMPRENDITORE DEL CASHMERE RAPPRESENTA UN ESEMPIO POSITIVO DA SEGUIRE SIA PER LA SUA VISIONE CONTEMPORANEA DEL MERCATO CHE PER IL SUO IMPEGNO DA MECENATE CARLO TIMIO

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e esistesse la versione italiana della rivista americana “Time” che puntualmente elegge l’uomo dell’anno, senza dubbio la copertina del 2013 sarebbe stata assegnata all’imprenditore umbro Brunello Cucinelli. E non solo per gli innumerevoli traguardi che sta conseguendo a ritmi sostenuti, ma per l’impronta di contemporaneità e per lo stile elegante ispirato ai valori benedettini, che lo spingono a definire la crescita economica come “garbata, sana e sostenibile”. La sua è una vera rivoluzione culturale. Un nuovo modo di fare business. Questo perché ha una visione del mercato che si discosta da quella che per certi versi è etichettabile come anacronistica, perché incentrata sulla frenesia, sullo squilibrio e sulla disarmonia. Oggi l’industria deve sì creare profitto, ma deve anche lasciare spazio agli investitori di poter beneficiare degli utili in maniera sana. Questo concetto di condivisione degli utili a Brunello Cucinelli sta molto a cuore. Tanto che ne ha fatta la sua bandiera. A tal punto che dopo il grande successo conseguito con l’entrata in borsa nel 2012, durante il periodo natalizio ha deciso di distribuire un bonus di 5 milioni di euro tra i suoi 783 dipendenti-collaboratori, come segno di gratitudine per aver contribuito a far crescere l’azienda. La dimensione umana, il rispetto del lavoratore e il valore della persona sono aspetti di importanza cruciale per l’imprenditore umbro. Il rispetto per chi lavora gli è stato trasmesso dal padre, contadino prima e operaio poi, il quale si sentiva umiliato dal lavoro e dal padrone. E questo sentimento di umiliazione che trasudava nel padre a Cucinelli è rimasto impresso. Ed è per questo che, appena ha avuto modo di invertire la tendenza, ha subito colto la palla al balzo. Fatto tesoro degli insegnamenti ricevuti,

oggi che è al vertice dell’azienda, ha reso l’attenzione e la cura per il lavoratore il karma del suo successo. Ma di assi nella manica Cucinelli ne ha sempre uno. E così per ridare rilievo alla persona e dignità morale ed economica al lavoro, Cucinelli lo scorso ottobre ha dato inizio a un nuovo progetto formativo: ha creato una scuola dei mestieri per recuperare l’artigianalità, definita come “un percorso a metà strada tra l’arte e la tecnica” che costituisce l’anima e l’emblema del made in Italy. Ma la passione di Cucinelli si spinge oltre il mondo del business. La sua spassionata dedizione e amore per l’arte e la cultura costituiscono altri aspetti di rilievo della sua personalità. Il suo recente contributo per il restauro dell’Arco Etrusco di Perugia e per il Torrione di Corciano, sono la riprova del suo encomiabile spirito da mecenate. Filosofia, cultura e spiritualità. Questi tre elementi centrali nel suo modo di pensare e di essere, trovano la loro sintesi nella persona di Calsian Folson (chiamato anche padre Cassiano), Priore del Monastero di San Benedetto di Norcia, diventato membro del consiglio d’amministrazione della società Cucinelli dopo lo sbarco a Piazza Affari. Una scelta dettata proprio dall’amore che Cucinelli nutre per i valori francescani, legati alla sua terra umbra. La nuova società Brunello Cucinelli S.p.A. si presenta nel 2014 godendo di ottima salute. Nei primi nove mesi del 2013 il gruppo ha registrato un +14,3% rispetto all’anno precedente, con un incremento dell’utile a 23,5 milioni di euro. Esporta in 58 paesi del mondo ed è presente con 61 retail e 37 boutique monomarca wholesale. Questi numeri sulle performance economiche del gruppo capitanato dall’imprenditore umbro ci inducono a credere che Brunello Cucinelli sia veramente un filosofo illuminato.




ARTI E MESTIERI

IL TESSILE UMBRO CONQUISTA I MERCATI ESTERI Il comparto dell a maglieria e abbigliamento vive una fase di espansione, confermandosi un settore strategico per il ril ancio dell’economia locale WALTER LETI

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l settore tessile e dell’abbigliamento umbro, in decisa controtendenza rispetto alla crisi economica generale di cui non si intravede la fine, sta conoscendo una brillante fase di rilancio. Questa è la valutazione che il Centro Studi di Unicredit e la Confindustria hanno espresso nel corso del recentissimo Forum

Economia avente per tema: Il Distretto Umbro della Maglieria e dell’Abbigliamento, tenutosi a Perugia il 28 ottobre 2013. Come ribadito da Luciano Bacoccoli, area manager Unicredit per l’Umbria, il settore, pur con qualche sofferenza negli scorsi anni, è attualmente in crescita. La produzione si è riqualificata attestandosi su


livelli medio alti e acquisendo un ruolo primario nel mercato di riferimento, in particolare quello estero. La chiave per proseguire su questa strada, secondo Bacoccoli, è costituita da vari fattori quali innovazione, internazionalizzazione, marketing e tutela della qualità del prodotto. La propensione verso i mercati esteri, che assorbono l’80% dell’intera produzione, deve essere supportata da un impegno che renda la qualità del “made in Italy” riconoscibile e apprezzata in tutto il mondo. A tal fine occorre raggiungere il giusto equilibrio fra la tradizione dell’alta artigianalità (un nostro esclusivo e ineguagliabile patrimonio culturale) ed innovazione tecnologica. É pertanto ovvio che i predetti requisiti siano raggiungibili solo mantenendo l’intera filiera produttiva all’interno della nostra regione. È necessario, inoltre, realizzare un sistema di subfornitura flessibile, operare investimenti produttivi, formare nelle aziende e inserire nell’attività i giovani con la loro carica di entusiasmo e creatività. Il distretto del polo umbro del tessile-abbigliamento ha tutti i requisiti raccomandati dagli analisti economici per emergere. Forniamo alcune cifre: il settore tessile e dell’abbigliamento umbro poggia su un sistema capillare di 1700 imprese, con oltre 9000 addetti e un fatturato complessivo di oltre 400 milioni di euro; l’80% della produzione trova apprezzati sbocchi sui mercati esteri a

ulteriore conferma della qualità del “made in Italy”. In particolare i Paesi dell’Est e dell’ Estremo Oriente assorbono importanti quote del nostro export. Le vendite all’estero hanno fatto registrare nel 2012 un incremento del 9,8%, più del doppio della crescita nazionale (+4,4%). Il trend ha trovato conferma nel primo trimestre del 2013 con un +7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a fronte di un dato nazionale che si è attestato a un +2,7%.A questi dati occorre aggiungere che per i grandi marchi è previsto un incremento, per il 2014 fino al +20% con un effetto trainante per l’intera filiera formata da imprese subfornitrici di piccole e piccolissime dimensioni. Si garantisce in tal modo una cultura professionale diffusa e un’adeguata flessibilità. Fra i punti di debolezza vanno annoverati i costi operativi elevati legati alla carenza di collegamenti. Questi ultimi, in particolare quelli aerei e ferroviari, sono gravemente inadeguati e riducono l’attrattiva dell’area. Anche il crescente prezzo dei carburanti incide negativamente su un sistema basato sulla subfornitura che comporta viaggi frequentissimi fra i laboratori. Ultima nota dolente è l’elevato costo dell’energia, vista la specificità di un sistema produttivo dove le macchine per la tessitura e il lavaggio lavorano giorno e notte. Un intervento pubblico che riduca alcune delle criticità esposte è altamente auspicabile.

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GIARDINI

IL PARCO DI VILLA FIDELIA Un’architettura verde dai giardini terrazzati della villa seicentesca ad oasi bucolica per concerti sul prato ALESSIA MENCARONI

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l complesso di Villa Fidelia (nota anche come Villa Costanzi) si eleva a margine della Strada Centrale Umbra, lungo il tracciato dell’antica Via Flaminia, che separa la pianura dalle propaggini collinari del Monte Subasio, nel territorio del Comune di Spello. Dalla prima sistemazione del sito come residenza signorile intorno XVI secolo ad opera della famiglia Urbani Acuti, che eresse una villa sui resti del sacello meridionale di un insieme sacrale di epoca classica, nel XVIII secolo la proprietà passò alla nobildonna Teresa Pamphili Grillo, che trasformò profondamente la villa e sfruttò i terrazzamenti preesistenti per la costruzione di un giardino formale, scenograficamente affacciato sulla valle. Nonostante il complesso subì ulteriori modifiche tra il 700, 800 e 900, si è conservata nel tempo la potenza dell’impianto originario, fortemente condizionato nella sua disposizione planimetrica dalle preesistenze romane. L’aspetto più interessante del complesso è comunque costituito dalle sistemazioni esterne, soprattutto perché realizzate nell’arco di oltre due secoli, ma straordinariamente armonizzate tra loro pur nella varietà de-

gli allestimenti. Il verde è articolato tra il giardino vesuviano o barocco, all’ingresso, il galoppatoio, il giardino all’italiana e il parco. Al giardino vesuviano si accede dal cancello principale affiancato ai lati dalla cappella e dalla casa del custode; questo si sviluppa su un piano inclinato disposto teatralmente in morbidi terrazzamenti lungo il pendio ed è delimitato ai lati da doppi filari di cipressi. Il primo terrazzamento è ornato da siepi di bosso semicircolari e circolari ed è delimitato in alto da una scalinata con fontana centrale a esedra; quelli superiori si collegano tra loro con scalinate sinuose e spazi erbosi. La parte terminale del giardino vesuviano è costituita dall’esedra dell’orologio, un elegante prospetto a nicchie la cui scalinata dà accesso al parco. All’estremità settentrionale si allunga in forma circense il galoppatoio, disposto a lato, e costituito appunto da un circo formato da una duplice corona di lecci e cipressi. Dal prospetto posteriore del casino parte infine il ripiano stretto e lungo del giardino all’italiana, quadripartito in doppie siepi e globi di bosso e ricco di vasi di agrumi. A monte il giardino è delimitato per tutta la sua

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lunghezza da un alto muro a nicchioni. Un denso bosco chiude la proprietĂ e, insieme ai numerosi e maestosi cipressi e pini marittimi, inquadra in una cornice intensamente verde le architetture di questo magnifico insieme dove si apre anche il bellissimo parco di lecci. La villa


e i suoi giardini, attualmente sono di proprietà della Provincia di Perugia che sfrutta la villa all’interno, per mostre temporanee, mentre all’esterno nella vasta area erbosa a lato del giardino barocco, sono frequenti allestimenti per concerti e spettacoli davvero suggestivi e unici.


ABITO SCULTURA - ELISA LECLE’

Elisa Leclé,

UNA STILISTA CON LA PASSIONE PER L’ARTE Elisa Leclè, apprezzata artista, è un’esponente della Wear Art e pittrice di singolari opere. Elisa racchiude in sé due aspetti professionalmente diversi: arte e artigianalità. Firma “Elisa Leclè” solo le sue opere d’arte, pitture ed abiti-scultura, mentre troviamo la griffe “Elisa L. Studio” nelle sue creazioni di fashion. Il suo è un artigianato d’eccellenza. Elisa L., modista e stilista, disegna e crea originali cappellini, abiti da giorno, da sera e da sposa, oggetti di design preziosi e unici. La sua personalità eclettica la porta a misurarsi con l’atto del creare in modo assolutamente originale. E, pur segnando un confine importante tra la sua arte e il mondo del fashion, inevitabilmente, sottilmente e piacevolmente, l’uno attinge dall’altro, con risultati sempre eccellenti.

Elisa L. Studio (Alta Moda, Fashion design) Centro storico, Via Roma, 17 - Bastia Umbra (Pg) - Italia info@elisalstudio.it t. +39.075.8010738 Elisa Leclè (Studio Arte) Centro storico, Via Roma, 19 - Bastia Umbra (Pg) - Italia


CREAZIONE - ELISA L. STUDIO

CAPPELLO - ELISA L.STUDIO

ABITO DA SPOSA - ELISA L. STUDIO


LUOGHI DI CULTO

ABBAZIA di SASSOVIVO: STORIA, ACCOGLIENZA E FRATELLANZA

N EL 2010 L’ABBA ZIA È STATA I NSIGN I TA D ALL’ UNE SCO DEL RICON OS CI MEN TO “PAT R I MONIO TE STIM ONE DI U N A C U LT U R A DI PA CE” GIULIO SIENA


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lle pendici del monte Serrone in un idilliaco contesto naturale di lecci, ginepri, pini e olivi si erge l’abbazia benedettina di Santa Croce in Sassovivo. Fondata da eremiti benedettini nella seconda metà dell’XI secolo su una preesistente residenza fortificata appartenuta ai nobili Monaldeschi, di origine longobarda poi signori di Orvieto, l’abbazia divenne ben presto una potente autorità da cui dipendevano 97 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali. Beneficiando dell’appoggio papale fu esentata dalla giurisdizione vescovile e dal pagamento delle tasse ai Comuni. Il complesso colpisce per la sua aura di sacralità e per i corpi architettonici che la costituiscono; su tutti l’elegante chiostro romanico a pianta quadrata, opera del maestro romano Pietro de Maria, in cui sono scolpite 128 gentili colonnine binate. Importante è la Cripta del Beato Alano dell’XI secolo appartenuto al santuario di S. Maria della Valle, primissimo nucleo di Sas-

sovivo. All’interno del complesso si conservano i dormitori del ‘200, frammenti di affreschi quattrocenteschi, la loggia del paradiso anch’essa affrescata e nel refettorio a tutta parete un’ Ultima Cena datata 1595. Profondi lavori di restauro e consolidamento hanno interessato la chiesa sin dal 1832 e fino agli ultimi danni provocati dal terremoto del 1997. Dal 1982 è abitata dalla comunità Jesus Caritas, fondata da padre Charles de Foucauld, ed è oggi centro religioso attivo dove i fratelli vivono l’ideale contemplativo e missionario del monaco francese con un costante impegno di preghiera, accoglienza e condivisione con tutti. Il 14 settembre si celebra la dedicazione dell’abbazia alla Santa Croce. Nel 2010 è stato accordato dall’Unesco il riconoscimento “Patrimonio testimone di una cultura di pace unesco”, per le sue qualità storicoartistiche-architettoniche e per la vocazione di pace alla quale l’Abbazia è rimasta fedele nei secoli. Un antico complesso dove si respira il sapore del tempo e ci si apre all’altro.


ARTE

I “DOTTORI” DEL TRASIMENO LA PITTURA MURALE DI GERARDO DOTTORI AL TRASIMENO NOEMI FURIANI

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ella pittura murale di Dottori, sacra e profana, è disseminato tutto il territorio umbro e molti esempi sono concentrati intorno al bacino del Trasimeno e dovuti probabilmente al suo peregrinare intorno al lago per realizzare le tante aeropitture lacustri. Gerardo Dottori nella autobiografia scritta per la monografia pubblicata nel 1970 da Editalia parlava della sua attività di “muralista” ammettendo che tale attività gli consentì di sopravvivere nei sofferti anni dell’Accademia: “Frequentandola, l’Accademia mi dette dopo qualche tempo un risultato pratico; i riquadratori di stanze mi chiamavano perché ornassi con fiorellini, vedutine, motivetti “Liberty”, allora in voga, qualche spazio nelle loro riquadrature e mi pagavano con una ed anche due lire per stanza”. Questi lavoretti li ese-

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guivo a tempera. Imparai così a conoscere questa tecnica che divenne poi la mia preferita”. In realtà poi l’artista non smise mai di dipingere pareti e soffitti, neanche quando divenne famoso. Il Dottori muralista accontentava i suoi committenti utilizzando un linguaggio pittorico chiaro e leggibile, anche se non mancarono episodi di ambientazioni futuriste e aeropittoriche, basta ricordare la decorazione del ristorante “Altro Mondo” di Perugia del 1923, poi completamente cancellata. Nella maggior parte dei casi per i committenti pubblici rap-


presentava borghi e rievocazioni storiche, accontentava i parroci delle pievi di campagna con narrazioni sacre vicine all’iconografia tradizionale e i possidenti di residenze di campagna con scene agresti e di caccia. L’artista perugino eseguì interventi significativi a Magione, nelle chiese parrocchiali di Montecolognola e Montesperello, di Passignano sul Trasimeno e Tuoro. Tra il 1948 e ’49 Dottori dopo aver terminato un vasto ciclo di tempere nella parrocchiale di Magione, fu incaricato dalla Giunta Comunale di decorare la Sala del Consiglio. Queste pitture corrono lungo tutto il perimetro superiore delle pareti e rappresentano tredici vedute di località facenti parte della giurisdizione comunale di Magione (Magione, Agello, Montecolognola, Torricella, Monte del Lago, S. Feliciano, S. Savino, S. Arcangelo, Borgo Giglione, Caligiana, Villa Antria, Collesanto, Montesperello e Soccorso) intervallate da motivi ornamentali. Al centro di una

delle pareti campeggia Magione con le sue torri antiche ma anche con le moderne ciminiere del cementificio allora pericolosamente attivo a ridosso del centro abitato. Nella parete destra le frazioni affacciate sul lago simbolicamente evocato da attività legate alla pesca, in quella sinistra le frazioni interne e collinari caratterizzate da strumenti legati all’attività agricola e pastorizia. Dottori adottò per queste pitture luminiscenze pointelliste e non il suo consueto linguaggio aeropittorico. Decorò l’abside della chiesa di Montesperello con le fasi salienti della vita di S. Cristoforo: la Conversione del santo, S. Cristoforo che porta sulle spalle Gesù Bambino e il Martirio del Santo. Nel riquadro centrale vengono fuori dei bagliori stilizzati e motivi futuristi cari all’artista. Nella chiesa di Montecolognola intervenne invece nella cappella dedicata a S. Lucia decorando le pareti con lunette raffiguranti scene della vita della santa. Dottori nella

trattazione rimase fedele all’iconografia tradizionale anche se qua e là emergono formulazioni plastiche futuriste. La presenza attorno al lago di Gerardo Dottori è da sempre motivo di attenzione turistica ma è sempre stato difficile garantire la visita di un così ampio numero di edifici dislocati tra loro. A proposito di ciò interessante si è rivelata l’iniziativa presa dall’amministrazione comunale di Magione in collaborazione con i borghi di Montecolognola e Montesperello la scorsa estate che ha permesso a molti turisti di visitare chiese in genere chiuse al pubblico anche attraverso linee di trasporto locale gratuito specificatamente pensato per i turisti. Lo stato di abbandono in cui troppo spesso cade il nostro patrimonio artistico è uno dei tanti volti della crisi. Speriamo che quello della scorsa estate sia soltanto il primo di una serie di impegni da parte di istituzioni e privati per la valorizzazione ma anche per la salvaguardia del nostro patrimonio.


ARTE E ARCHITETTURA

CALAMITA COSMICA DOPO UN LUNGO PELLEGRINAGGIO L’OPERA DI GINO DE DOMINICIS SI ADAGIA DEFINITIVA MENTE AL “CENTRO DEL MONDO” ALESSIO PROIETTI

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EX CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA’ IN ANNUNZIATA- FOLIGNO

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on è mai esistito un “mondo dell’arte”, ma solo opere d’arte nel mondo, sosteneva Gino De Dominicis. Il suo Scheletrone, nel mondo, ci ha viaggiato. L’opera, realizzata in segreto, fu presentata per la prima volta al pubblico nel ‘90, presso il Centre National d’Art Contemporain, al Magazin di Grenoble. Da lì, senza stabile dimora, si è provvisoriamente adagiata al Museo di Capodimonte di Napoli, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, in Piazzetta Reale a Milano, al Mac’s Grand Hornu nei pressi di Bruxelles, alla Reggia di Versailles e al MAXXI di Roma nel 2010, in occasione dell’apertura del museo, inaugurato proprio con una mostra dedicata a Gino De Dominicis. Infine la Calamita Cosmica – nome di battesimo della scultura – forse attratta dal magnetismo del centro del mondo, conclude il suo percorso proprio a Foligno (definita appunto, per antica tradizione, il “centro del mondo”). L’opera è colossale, anche per le sue dimensioni. Ventiquattro metri di tematiche ricorrenti nelle riflessioni dell’artista come morteimmortalità, immobilità, suggestioni dalla civiltà sumera che si materializzano in volti beffardi con nasi a becco. Superamento della forza di gravità e rapporto con lo spazio ultraterrestre tendono a svelarsi attraverso l’asta d’oro di 7 metri in bilico sul dito medio della mano destra dell’umanoide, che sembra calamitare su di sé l’energia del cosmo. Se oggi si crede che gli spazi deputati all’arte visiva abbiano il potere di compiere il miracolo di tramutare in opera d’arte qualunque cosa vi venga



esposta, era la critica che sollevava l’artista, per quanto riguarda il caso in oggetto, il gap tra contenitore e contenuto appare risolto in maniera esemplare. Opera e teca si armonizzano in un unicum fatto di assonanze e contrasti, fuse in un ritmo che coinvolge. Calamita Cosmica, figlia di uno dei più significativi protagonisti dell’arte del secondo ‘900, necessitava di una casa grande quanto lei, non solo in senso dimensionale (la navata è appena due metri più lunga del Grande scheletro). Il suo scrigno è rappresentato dall’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, edificata a partire dal 1760 su progetto di Carlo Murena, allievo di Luigi Vanvitelli, l’architetto della Reggia di Caserta, come anche il folignate Giuseppe Piermarini che progettò il Teatro alla Scala di Milano. Questa chiesa incompiuta ebbe nel tempo svariate destinazioni oltre a lunghi

MUSEO MAXXI - ROMA

periodi di inutilizzo; i lavori di recupero post sisma ’97 l’hanno portata ad essere il secondo polo museale del CIAC – Centro Italiano di Arte Contemporanea di Foligno. Gli interventi hanno puntato a mantenere l’aspetto originario del manufatto, ottimizzandone la funzionalità attraverso accorgimenti atti a garantire una perfetta fruibilità dell’opera. Essa è visibile sia dal piano terra che dal livello superiore, grazie ad affacci laterali e ad un collegamento aereo in acciaio e vetro; i parapetti sono realizzati in Cor-Ten traforato con un pattern smaterializzante. La stessa finitura viene utilizzata esternamente per le rampe d’accesso e per un volume addossato ad un prospetto: un dialogo tra epoche diverse che lascia intuire che nell’ex chiesa qualcosa è accaduto. La curiosità invita ad entrare, ed a quel punto non resta che esporsi all’arte.


PIAZZETTA REALE - MILANO

REGGIA DI VERSAILLES - PARIGI


BORGHI

MarcellaNo: PASSEGGIARE NELLA STORIA PER SCOPRIRE LA “BETLEMME DELL’UMBRIA”

O P E R E D ’A R T E , C H I E S E E V I T I C O L T U R A S O N O L ’A N I M A D I Q U E S T O B O R G O M E D I E V A L E C H E È D I V E N TAT O F A M O S O A N C H E G R A Z I E A L S U O STORICO PRESEPE VIVENTE MARIO TIMIO


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Foto di Tommaso Mancini,Andaradagio,Mramac

n un dolce alternarsi di colline nel comune di Gualdo Cattaneo sorge Marcellano. Dire borgo medievale è dire poco, meglio sarebbe appellarlo sentiero della storia nel quale da secoli si inerpicano, si incrociano o si scontrano personaggi che hanno fatto di questo luogo un “unicum” tra i 12 castelli gualdesi. Il nome deriverebbe dalla Gens Marcella, ad esponenti della quale sarebbe stato concesso il territorio sul quale Marcellano venne fondato come ricompensa per i servizi prestati a favore dello Stato romano. Tuttavia, il “castrum Marcellani” è documentato solo a partire dal XIII secolo, come popoloso centro abitato del contado di Todi, cui è sempre appartenuto, salvo rare e brevissime parentesi. Nei secoli XVI-XVIII la chiesa parrocchiale, di origini medievali, si ingrandisce, arricchendosi anche, grazie soprattutto al vescovo Ancajani e alla nobile famiglia dei Cori, di interessanti opere d’arte. Con l’unità d’Italia è inglobata nel comune di Gualdo Cattaneo. Fiorenti sono l’agricoltura e la viticoltura: per questo costituisce una tappa della Strada del Sagrantino, un percorso vinicolo-turistico che si snoda da Montefalco a Bevagna, da Gualdo Cattaneo a Giano dell’Umbria e Castelritaldi. Ma Marcellano è famoso in Umbria e in Italia grazie al suo “Presepe Vivente” giunto quest’anno alla XXX edizione. Di presepi ce ne sono molti, ma quello di Marcellano, definito la “Betlemme

dell’Umbria”, è veramente speciale. Suscita sentimenti di storia passata, profumi di vita vissuta nelle operosa semplicità di tanti mestieri, articolati in scene tradizionali che rievocano l’attesa della nascita di Gesù. Ma non è solo questo. Come osserva Padre Vittorio Viola nella piccola “guida” messa in mano ai visitatori, a Marcellano “si entra dentro quell’esperienza quasi senza accorgersene, mentre si fatica tra la folla per le piccole vie, dal fabbro al forno, dal vasaio al frantoio, quando improvvisamente tutta questa vivacità festosa si ferma per ascoltare e per vedere”. A Marcellano, infatti, ascoltare la Parola significa vederla con occhi nuovi, con lo stupore delle cose semplici che hanno il sapore dell’eternità. Succede, allora, che a Marcellano il presepe vuole essere non tanto una rappresentazione del Natale, quanto piuttosto una ripresentazione, un “voler vedere con gli occhi del tempo”. Per questo tale presepe, che connota il borgo come “luogo dell’emozioni”, è unico. Inoltre il 15 Dicembre 2013 per il XXX anno di attività, l’Associazione del Presepe Vivente di Marcellano insieme al Prof. Emore Paoli ed al Consigliere Regionale dell’Unpli dell’Umbria Augusto Rinalducci hanno promosso una tavola rotonda dal titolo: “Il presepio, un bene culturale”. Anche con il fine di promuovere la candidatura del presepe di Marcellano a patrimonio mondiale UNESCO nei beni immateriali.


ARTISTI

GIULIANO GIUMAN, UNO DEGLI ARTISTI UMBRI PIU’ APPREZZATI AL MONDO E LA RISCOPERTA DELLA SUA TERRA D’ORIGINE LE ARTI VISIVE, LA MUSICA D’AVANGUARDIA E IL VETRO SONO STATE LE PASSIONI SU CUI HA COSTRUITO TUTTA LA SUA CARRIERA ARTISTICA a cura di BARBARA VENANTI

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iuliano Giuman è uno dei pochi artisti perugini conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Nasce nel cuore di Perugia, in via della Viola, nel 1944 ed è nipote del pittore Ulisse Ribustini. Apprende le tecniche pittoriche nel capoluogo umbro ma ben presto lascia la città natia per dirigersi verso il nord Italia e stabilirsi definitivamente a Milano. Solo da artista maturo torna a Perugia nel 2007 dove riacquista la casa del nonno Ribustini per dar vita ad una vera e propria casa-studio. Dal 2009 al 2012 ricopre la carica di direttore dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci. Quando ha scoperto che la pittura era la sua strada? “Il 29 giugno 1964, a vent’anni, quando partecipai per scherzo ad un concorso di pittura ad Assisi e vinsi il terzo premio. Avevo studiato musica, amavo la musica d’avanguardia, e fino al 1969 ho portato avanti entrambe le mie passioni. Poi ho scelto le arti visive”. Dove ha lavorato all’inizio della sua carriera? “Avevo un piccolo studio a Perugia in via Lupattelli dove ho sperimentato il figurativo perché credo che sia la base fondamentale da cui partire, un po’ come le note musicali per un musicista”. Quale figura è stata decisiva per le sue scelte come artista? “Per tre anni ho frequentato la casa di Gerardo Dottori e devo ringraziarlo molto per avermi trasmesso l’amore per la ricerca ed avermi spinto a partire e conoscere altre realtà al di

fuori di Perugia come Bologna, Ferrara dove ho collaborato con il Centro Video e sono stato tra i primi in Italia a fare video arte, ma soprattutto Milano dove poi mi sono trasferito stabilmente”. Quando ha iniziato a dedicarsi al vetro? “Dal 1985, grazie ad una commissione privata, mi sono avvicinano a questo materiale. In seguito è diventato l’oggetto prevalen- te della mia produzione, tanto da ottenere nel 1999 l’incarico di docenza di Linguaggio delle vetrate all’Accademia di Brera”. Con le sue opere ha attirato l’interesse di critici internazionali da Dorfles a Barilli a Loda a Bentivoglio e ha esposto nelle piazze più importanti del mondo. C o s a l’ha spint a a tornare a Perugia? “Per un caso sono tornato e ho rivisto la casa dove ero nato e dove aveva vissuto mio nonno Ribustini e decisi di ricomprarla. Poi nel 2009 è arrivato l’incarico di dirigere l’Accademia di Belle Arti. Incarico durato fino al 2012 quando ho lasciato per tornare a dedicarmi alla produzione artistica che si è concretizzata con la mostra personale Virus Vitreum presso la Casina delle Civette nei Musei di Villa Torlonia a Roma”.


VIP IN UMBRIA

GIANCARLO PARRETTI: “IL LEONE di ORVIETO” ELEONORA ZEROLI

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ato a Orvieto, classe 1941, da padre commerciante di vino e madre sarta iniziò la sua incredibile scalata come cameriere, girando il mondo sulle navi da crociera e lavorando venti ore al giorno per mettere da parte i soldi necessari a coronare il suo sogno di acquistare un albergo. A 22 anni venne assunto dal Savoia Hotel di Londra, dove diventò in breve tempo il cameriere prediletto del premier Winston Churchill. Parretti lavorò anche nella Milano degli anni’80, dove entrò in contatto con personaggi del calibro di Gianni Agnelli e Bettino Craxi, acquistò la Cannon Film, entrò in possesso della grande catena alberghiera Melìa e fu proprietario per 24 ore anche del Milan che poi rivendette a prezzo maggiorato.

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Ma il suo vero “colpaccio” fu quando, in seguito ad una scommessa con l’ex segretario di Stato americano Kissinger e con Agnelli, chiese un ingente somma di denaro in prestito ad una banca francese e nel 1990 acquistò la Metro- Goldwin- Meyer , la più importante casa di produzione cinematografica americana, che probabilmente noi tutti ricordiamo per il suo simbolo quello dello “storico” leone che ruggisce. Il cameriere orvietano fu così alla guida dell’impero cinematografico made in Usa che in quei mesi produsse film quali “Thelma e Louise” e “Rocky V”. Tra le sue frequentazioni di quegli anni si annoverano Ronald Reagan, Arafat, Liz Taylor, Sophia Loren, Sylvester Stallone e molti altri. In breve tempo la banca che


GIANCARLO PARRETTI

aveva fornito il finanziamento si accorse che le garanzie che gli erano state fornite erano costituite da società “fittizie”, così Parretti perse la proprietà ma fece comunque un affare poiché quella compagnia che acquistò per “soli” 1, 3 miliardi di dollari poté rivenderla ad un prezzo gonfiato di dieci volte. La vita di Parretti, tuttavia, non è stata tutta e rose e fiori: è stato arrestato quattro volte per riciclaggio internazionale, bancarotta e falso in bilancio ma è stato sempre assolto scontando in tutto soltanto venti giorni di carcere. Un paio di mesi fa Enrico Lucci della trasmissione “Le iene” è andato a intervistarlo nel suo palazzo di Orvieto, a pochi metri dal magnifico Duomo. Parretti ha raccontato a Lucci, in un italiano contaminato dal dialetto orvietano, la sua incredibile vita mostrando le sue foto accanto a capi di Stato, principesse e star hollywoodiane. Ha poi illustrato

le opere di Mirò e Modigliani che adornano le pareti della sua casa, ma ha anche servito in tavola a Lucci un piatto di cannelloni, in ricordo delle sue origini da cameriere. Ma chi è in realtà Giancarlo Parretti? Un uomo che ha inseguito con successo il “sogno americano”? Un furfantello? Quello che è certo è che il “leone di Orvieto”, come è stato soprannominato, a 73 anni non ha nessuna intenzione di smettere di “ruggire”. Nel 2012 Aureliano Amedei ( il regista di “20 sigarette”) ha gareggiato al Festival di Roma con il documentario “Il leone di Orvieto” sulla vita di Parretti; lo scorso ottobre è uscito nelle librerie il suo libro autobiografico curato da Gabriele Martelloni e l’ultimo progetto del “leone” è quello di realizzare una gigantesca riproduzione vivente della antica Roma sul litorale laziale, grazie ai finanziamenti di uno sceicco arabo.


SANITÀ

SANDRO FRATINI IL DIRETTORE GENERALE DELL’ ASL2 OTTIMISTA E ATTENTO AD AMPLIARE I SERVIZI SANITARI GIÁ ESISTENTI a cura di MARIO TIMIO

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i riceve nel suo studio a Foligno, pieno di carte, libri e periodici. Quadri ben intonati alla vastità della Asl che dirige: da Norcia a Orvieto. Elegante e misurato nei modi, il dott. Fratini, un vero gentleman della sanità umbra. La mia domanda d’apertura è relativa al recente piano regionale che prevede la cancellazione di due Asl, e delle due rimanenti (una di Foligno, Spoleto e Terni) egli è il Direttore Generale. “Il tutto, inseribile nella spending review, rappresenta un’operazione di modifiche territoriali che superano i confini provinciali. Si tratta di ottimizzare i livelli organizzativi con l’obiettivo di mantenere alto il livello assistenziale e dare garanzia di conservare se non ampliare i servizi esistenti”. É un progetto complesso e articolato ma Fratini è convinto della sua fattibilità poiché l’integrazione procede a passi spediti che superano le inevitabili difficoltà iniziali. “C’è voglia di fare bene da parte dei sanitari che esprimono capacità di dare contributi

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operativi rispettando esigenze economiche e assistenziali”. Quando gli faccio presente che la Asl del perugino sta smantellando strutture complesse e rimuovendo primari, è logico trasferirgli la domanda sul destino di qualche direttore della sua Asl. Anche perché l’ eventuale rimozione o trasferimento porrebbe un grande dilemma: o la loro nomina è avvenuta per motivi non assistenziali o diversamente crea un vuoto di servizi. La risposta è immediata e sicura: “La presenza del primario è fondamentale: se l’integrazione comporta un problema organizzativo che prevede una nuova organizzazione delle strutture complesse è impensabile che queste rimangano senza primario”. Di fronte agli eventuali disagi assistenziali creati dall’estensione della Asl, il direttore smonta subito il sillogismo. “Il disagio esiste se c’è scarsa integrazione o sono carenti i servizi. Noi stiamo lavorando per rimuovere questi paletti. Vuole un esempio? Il nuovo servizio di chirurgia della mammella coagula un’ èquipe di spe-


cialisti che si aprono a collaborare nella stessa sede, verso la quale si spostano usufruendo di tecniche più moderne centralizzate. Il tutto a vantaggio dei pazienti”. Ciò significa che si preferisce spostare i medici piuttosto che i malati. Considerando che l’ospedale di Foligno può essere definito come la struttura hub del territorio, ci si chiede quale sia il rapporto con gli altri nosocomi in termini di scambi culturali e operativi volti ad omogeneizzare l’assistenza su tutto il territorio della Asl. Anche in questo ambito il dott. Fratini è preciso.”Quanti più servizi si mettono insieme, tante più competenze interagiscono, tante più intelligenze si coagulano verso strutture che offrono maggiori garanzie per i pazienti. E non è detto che Foligno debba essere sempre la struttura di riferimento. Tutti gli ospedali hanno la loro dignità. L’essenziale è creare e cercare il proprio spazio che non sia ripetitivo ma supple-

mentare di altri presidi”. Anche sulla liste di attesa, problema di tutta la sanità umbra, il Direttore sta lavorando per renderle più omogeneamente più brevi attenuando l’insoddisfazione dei cittadini. E’ chiaro che alla maggiore richiesta di prestazioni debba far seguito una maggiore offerta, la quale a sua volta alimenta una crescente domanda in un incontrollabile circuito chiuso. Al quale contribuiscono richieste inappropriate sostenute dalla cosiddetta “Medicina difensiva”. La negatività dei test nel 90% delle richieste è l’incredibile conseguenza. E alla domanda finale: “Da 1 a 10 che punteggio darebbe alla ASL2 in tema di qualità assistenziale e di percezione dei servizi?”, la risposta è rassicurante.. “I buoni risultati e la positività della qualità percepita autorizzano un punteggio da 7 a 8”. Che non è male in un momento in cui molti mettono in discussione la validità del Servizio Sanitario nazionale.

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DE LEGIBUS

NUOVI LIMITI AL MANTENIMENTO DEI FIGLI MAGGIORENNI L’I N DI PE NDE NZ A E CONO MIC A DEL FIGLIO N ON DE V E N E CE SS ARIA M E NTE COI N CI DERE CON I L C ONSE G U I M E NTO DI UNA O CC U PA Z ION E L AVOR ATI VA STABI LE C ORRISPONDEN T E A L S U O I DE A LE ELISABETTA BARDELLI

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empi duri per i cosiddetti “bamboccioni”. Alla luce delle pronunce più recenti della Suprema Corte, vivere a carico dei genitori diventa sempre più difficile per gli ultratrentenni fuori corso che ritardano, senza plausibili ragioni, l’inserimento nel mondo del lavoro. Ed infatti, il tradizionale orientamento della Cassazione sembra aver subito un cambiamento di rotta. Le pronunce più consolidate attribuiscono al genitore il dovere di provvedere al sostentamento del figlio maggiorenne fino a quando questi non abbia raggiunto l’indipendenza economica per mezzo di un impiego stabile ed adeguato alle capacità ed alle prospettive di crescita professionale correlate al percorso di studi effettuato. Ebbene, con la sentenza 18974/2013, la Cassazione ha precisato che il dovere di mantenimento del figlio maggiorenne, gravante sul genitore (separato o divorziato) non convivente, cessa laddove il figlio abbia raggiunto una condizione di autosufficienza economica che non deve necessariamente coincide-

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re con il conseguimento di una occupazione lavorativa stabile corrispondente al suo ideale. Al figlio non devono essere garantiti risultati confacenti alle sue aspirazioni, anche laddove si tratti di obiettivi superiori alle aspettative ed alle possibilità economiche dei genitori, ma è sufficiente che lo stesso percepisca un reddito consono alla sua professionalità, anche se a termine, come nel caso del medico specializzando che ha un contratto formativo pluriennale. Ma non solo. La Cassazione ha chiarito che anche la presenza di un patrimonio personale, come ad esempio un immobile suscettibile di produrre una rendita, fa venire meno il diritto a percepire detto contributo. Ed infatti, con la sentenza 27377/2013, si è negato l’assegno di mantenimento alla figlia ultratrentenne dotata di un patrimonio personale che, senza aver conseguito alcun titolo di studio e senza aver trovato alcuna occupazione remunerativa, perseverava negli studi universitari in sede diversa dal luogo di residenza familiare.



BRIEFING CULTURALE a cura della REDAZIONE

aD assisi il teatro È iN ForMa

Il teatro è cultura per eccellenza. Lo sapevano i greci, i romani, i rinascimentali e tutti i grandi poeti che si sono cimentati con le varie rappresentazioni del vivere quotidiano. Ha avuto enfasi nel primo e secondo dopoguerra per segnare il passo negli ultimi lustri e ancor più nei recenti anni. Ad Assisi c’è l’eccezione.. con il concorso di varie componenti. In primis la disponibilità a S. Maria degli Angeli del teatro Lyrick con i suoi 1000 posti; lo stimolo ed il supporto del Comune e del suo Sindaco Claudio Ricci, che supportano la carenza istituzionale di ataviche politiche culturali; ed ora del direttore artistico Paolo Cardinali che nel Lyrick ha scommesso la sua credibilità e passione artistica. I segreti del successo sono “gli spettacoli che coniugano qualità e numeri” che nel complesso fanno tornare i conti. Non solo per sopravvivere ma per far vivere il futuro.

a FoligNo Festa graNDe Per saNt’aNgela Foligno,l’Umbria e tutto il mondo cattolico lo scorso 4 gennaio sono stati in festa per un evento che è religioso, storico e culturale nello s t e s s o t e m p o . Religioso perché la mistica folignate Sant’Angela è stata canonizzata da Papa Francesco e quindi iscritta nel catalogo dei Santi; storico perché alla Santa viene riconosciuta la straordinaria esperienza mistica alla quale fanno riferimento devoti da tutto il mondo tra i

quali il Beato Giovanni Paolo II e il Papa emerito Benedetto XVI, storico per il suo scritto “Il Libro” (di cui “Testimonianze” è la prima parte) che rappresenta una tappa fondamentale della evoluzione della lingua latina verso quella “volgare”. A buona ragione il Vescovo di Foligno Mons. Sigismondi ha definito la festa: “un evento epocale”.

le sculture Di eMilio greco risPleNDoNo a sPello

Chi non ha visitato la mostra su Greco a Spello ha perso una grande occasione. Occasione di ammirare sette sculture femminili che dialogano nelle sale del palazzo Comunale con le opere permanenti del Museo. Coincidente con il centenario della nascita dell’artista, Spello si è appunto unita a Londra, Roma, Catania e Orvieto nelle celebrazioni organizzative con la Mostra “Omaggio a Emilio Greco: forme, suggestioni e percorsi tra le opere del maestro”. Le sette sculture palesano la delicatezza con cui Greco ha saputo leggere l’animo della donna, musa ispiratrice analizzata nelle sue potenzialità espressive e nelle note elegiache che sprigionano dal suo essere. La Mostra prevedeva la presenza di oltre 50 artisti contemporanei tutti coinvolti nell’”Omaggio a Emilio Greco”. L’esposizione è curata dallo storico d’arte Giulio Proietti Bocchini.


ITALIA IN PILLOLE a cura della REDAZIONE A MILANO LA BELLEZZA SENZA TEMPO DELLA MADONNA DI FOLIGNO

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a Madonna di Foligno, celebre dipinto di Raffaello Sanzio, ha abbandonato temporaneamente i Musei Vaticani per approdare a Palazzo Marino di Milano. Al pubblico Eni ha deciso di fare un regalo per rendere l’arte accessibile e fruibile a tutti. Il quadro ingloba la Vergine e il Bambino che si nasconde sotto il suo manto, San Giovanni, San Francesco e San Girolamo con la mano posta sulla nuca del committente, il segretario di Giulio II Sigismondo de’ Conti che commissionò il quadro a Raffaello per ringraziare la Vergine di averlo protetto da un fulmine. Si chiama di Foligno ma non vi fu dipinta; nella città giunge nel 1564 per volere di una monaca nipote del committente. Finì in Francia come bottino di Napoleone, fu restituita al Vaticano per approdare a Milano fino al gennai 2014. Sulla via del ritorno il dipinto sarà esposto nella chiesa di S.Anna a Foligno fino al 25 gennaio.

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FINALMENTE I BRONZI DI RIACE TORNANO A CASA

Bronzi di Riace, di origine greca, sono ritornati al Museo di Reggio Calabria dopo varie peregrinazioni, compresa Roma, e opere di ristrutturazione. I bronzi, opera di incommensurabile valore, sono stati ritrovati nel mare Ionico nel tratto prospiciente Riace Marina nel 1972. I bronzi, che hanno un’altezza rispettivamente di cm 198 e 197,e peso attuale di 160 kg, rappresentano due uomini completamente nudi e armati di scudo, imbracciato con la sinistra, e di lancia tenuta con la destra. La testa si caratterizza per una raffinata resa della barba con ciocche sinuose che solcano tutta la calotta. Il ritorno al Museo della Magna Grecia segna un passo importante nella salvaguardia del nostro patrimonio culturale, vero tesoro della civiltà italiana.

TESORO DEGLI ETRUSCHI AL QUIRINALE

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ono 23 splendide urne etrusche provenienti dalla tomba dei Cacni scoperta casualmente a Perugia nel 1982, visibili in una mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma. Il “tesoro degli etruschi” esposto dal 22 gennaio 2014 è visibile in tutto il suo splendore dopo un attento restauro operato con il contributo della Sopraintendenza archeologica umbra, organizzatrice dell’evento. Le preziose opere, associate a numerosi oggetti di corredo, trovano la loro sede espositiva dopo anni di oblio in varie collocazioni nei circuiti clandestini dell’arte, recuperate dai carabinieri. Le opere vennero trovate in una tomba della aristocratica famiglia dei Cacni, di età ellenistica, risalenti al II-IV secolo a.C., tutte integre in travertino bianco umbro. Dopo la mostra le urne trasferite a Perugia faranno mostra di sé in spazi identificati dalla Sopraintendenza.


NATURA

IL PARCO DI COLFIORITO FRA RICCHEZZE NATURALISTICHE E STORICO - CULTURALI UN PERCORSO LUNGO I PARCHI PIU’ BELLI DEL CUORE VERDE D’ITALIA ALESSIA MENCARONI

Il cuore verde d’Italia”… così è da sempre conosciuta la nostra Regione Umbria, ed è per questo affascinante intraprendere un “viaggio” attraverso i più bei parchi del nostro territorio tra natura, storia e cultura. Il parco di Colfiorito è uno dei parchi più importanti e significativi in Umbria, rappresenta un’area protetta al centro di un sistema compreso nell’Appennino umbro-marchigiano, costituito

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da una corona di dorsali calcaree che racchiude gli Altipiani Plestini. Grazie alle particolari condizioni ambientali e di umidità della palude – dichiarata d’importanza internazionale con la Convenzione di Ramsar –, esiste il popolamento di una fitta vegetazione acquatica e un’ ampia varietà di uccelli, alcuni rari e minacciati. Non minore è la ricchezza delle testimonianze storiche e culturali presenti nel territorio del


parco. Il Piano di Colfiorito, in particolare, rappresentò un punto nodale degli itinerari transappeninici legati al fenomeno della transumanza, a difesa dei quali si formò, fin dalla protostoria, un sistema di insediamenti fortificati, i “castellieri”, dei quali sussistono ancora oggi i resti delle fortificazioni. Sul tracciato di quegli stessi antichi assi viari, che continuarono nei secoli ad assicurare il controllo sul territorio, permangono le tracce di fiorenti insediamenti urbani di epoca romana, insieme alle testimonianze di origine medioevale lasciate da borghi, castelli ed edifici religiosi. La palude, sottile specchio d’acqua permanente, che si prosciuga durante il periodo estivo e d’inizio autunno, presenta variazioni di livello

durante il corso dell’anno, fatta eccezione per il settore sud-ovest, occupato dai prati umidi. L’area è di primaria importanza anche per la presenza di canneti che formano l’ambiente idoneo alla nidificazione di alcune specie di uccelli in via di estinzione. I piani vantano anche un vero prodotto di eccellenza: la patata rossa di Colfiorito che ha ottenuto il riconoscimento dall’Unione Europea dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Come accennato precedentemente, dopo il VI secolo a.C. gli insediamenti si spostano sulle cime collinari e lungo i punti di transito dei percorsi commerciali, dando vita ad un complesso sistema di castelli, il più interessante dei quali è quello fortificato di monte Orve (926

m s.l.m.), che ebbe caratteristiche protourbane. Con la penetrazione romana fu edificata la città di Plestia, oggi individuabile in corrispondenza della romanica chiesa di Santa Maria di Plestia. Contestualmente all’apertura della via Flaminia (220a.C.), a valle viene fondato anche il centro di Forum Flamini, collegato al distretto di Colfiorito tramite la via Plestina e localizzato nell’area della chiesa di San Giovanni Profiamma, a circa 2 chilometri a nord est di Foligno. Centro di pianura sorto nel territorio dei Fulginates, altra popolazione di origine umbra, Foligno conserva un pregevole centro storico dall’impianto medievale ellittico centrato su piazza della Repubblica e l’attigua piazza Duomo.


GIOIELLI DI BACCO

L’ARTE DELL’ABBINAMENTO CIBO - VINO L A COMBINAZIONE DEI VINI CON LE VIVANDE PRESENTA DELLE DIFFICOLTÀ , MA AL CONTEMPO RISULTA UN GIOCO AFFASCINANTE MARCO SERVILI

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’accostamento gastronomico è un aspetto fondamentale per la valorizzazione di una buona bottiglia di vino. Proporre un vino sbagliato su una determinata specialità gastronomica significa rendere un pessimo servizio ai nostri ospiti. L’abbinamento perfetto dei vini alle vivande è un’arte difficile ma contemporaneamente un gioco appassionante. Anche senza essere sommelier, con un po’ di attenzione e di esperienza, si possono raggiungere risultati che permetteranno al cibo ed al vino di valorizzarsi. Cominciamo quindi, con lo stabilire alcune regole semplici, ma ampiamente collaudate, di buon senso, quali: • I vini bianchi prima di quelli rossi; • Il vino fresco prima di quello a temperatura ambiente; • Il vino leggero precede quello robusto; • Il vino giovane si serve prima di quello invecchiato; • Il vino meno importante viene prima di quello più importante; • Servire i vini nella loro migliore stagione; poi, abbiamo anche gli abbinamenti complessi o di assoluta negazione come: • Le Preparazione di carni o pesci marinati con aceto o limone; • I Sottaceti; • Le Insalate condite con aceto o limone; • I Carciofi in qualunque preparazione; • I Dolci con parecchio cioccolato; • Le Macedonie con liquori; • Gli Agrumi, uva, fichi; • I Formaggi freschi a base di crema di latte o acidi; • Il Gelato. Con tali attenzioni siamo già a buon punto. Si tratta in sostanza di salire verso la vetta delle sensazioni gustative e olfattive cercando di non tornare mai indietro. Bisogna tener conto che durante il pasto la

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sensibilità sensoriale diminuisce e i sensi si attenuano progressivamente: ecco spiegato perché si comincia con cibi e bevande più leggere per poi man mano aumentare la robustezza/intensità sensoriale di entrambi. Altro aspetto molto importante e basilare, per un buon abbinamento è la temperatura alla quale il vino verrà bevuto. Infatti solo grazie alla temperatura ideale di sevizio il vino è in grado di esprimere pienamente le virtù del suo bouquet (i vini rossi vanno serviti ad una temperatura più alta dei vini bianchi serviti a temperature più fresche). L’arte dell’abbinamento cibo-vino ci permette di mettere in luce e di chiarire alcune verità sensoriali sui cibi e sui vini, quindi su come fondere piacevolmente i loro aromi e sapori al fine di realizzare un grande incontro. Quindi, negli abbinamenti: • a cibi a tendenza dolce (riso e pasta, vegetali (carote, zucca, piselli e patate), crostacei, prosciutto cotto, carni al “sangue”) occorrerebbe contrapporre un vino con una marcata durezza, data da elementi di acidità e/o sapidità e/o effervescenza; • a cibi in cui prevalgono sensazioni di durezza dovute a tendenza amarognola (carni grigliate, cibi con spezie o erbe aromatiche, ortaggi (radicchio, cicoria, ecc.) o a tendenza acida (condimenti con salse di pomodoro o marinature) occorrerebbe contrapporre vini particolarmente morbidi; • a cibi in cui prevalgono sensazioni di untuosità (brasati, cotechini e zamponi o con cibi conditi con olio) o di succulenza (stracotti, spezzatini, zuppe di pesce) occorrerebbe accostare vini alcolici e/o tannici; • per i cibi grassi (lardo, mortadella, di-

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versi formaggi, burro) ben si adattano vini con proprietà sgrassanti, in cui sia presente una certa acidità, tannicità (astringenza) ed effervescenza. Al contrario: • ai cibi dolci (come i dessert) occorre abbinare un vino dolce; • ai cibi con struttura consistente (per alimento o condimento) occorrono vini altrettanto corposi e strutturati, come pure i cibi concentrati (da lunghe cotture) abbisognano di vini complessi (magari invecchiati); al contrario con cibi delicati sono consigliati vini altrettanto leggeri; • ai cibi particolarmente profumati (per uso di spezie ed erbe aromatiche) vanno abbinati vini di particolare aromaticità. Qui, per il perfetto equilibrio delle sensazioni, vi deve essere una necessaria assonanza fra i caratteri del cibo e del vino (similitudine di sapori / struttura / intensità-persistenza aromatica). L’unione ideale tra cibi e bevande si basa, poi, su affinità elettive che la natura e la storia ci ha messo a disposizione ma che spesso vengono trascurate perché dettati da motivi di snobismo e frenesia di novità. Il vino e la cucina di ogni zona sono cresciuti insieme nei secoli perciò, non esiste matrimonio miglior di quello tra un piatto ed un vino, della giusta tipologia, nati nella stessa zona. Cibo e vino non devono essere in un vicendevole intralcio o, peggio essere indifferenti l’uno all’altro. L’arte dell’abbinare nasce ed è ispirazione di quel determinato momento che suggerisce quando stappare una bottiglia, così da farci scoprire un nuovo ed indimenticabile grande incontro “sensoriale”.


CONCORSO FOTOGRAFICO TEMA 6 “architetture religiose IN UMBRIA” TOP SELECTION LA GIURIA La tensione espressa dalla prospettiva dello scatto proietta l’immagine verso il cielo, mostrando una Basilica che sembra staccarsi da terra per ascendere al cielo. La sequenza delle forme geometriche a partire dal cerchio della vasca d’acqua della fontana e concluse dal timpano della chiesa dimostrano un’attenta e calibrata sensibilità compositiva. VINCITRICE Assisi – Santa Chiara by Chiara Cristarella Orestano

Perugia – San Domenico by Mauro Cristarella Orestano

Assisi – Abbassisi Sole by Simone Bartolini


GIRI DEL GUSTO

LA FRUGALE AMICA PATATA N e e si s t o n o d i s va r i at i c o l o r i e d è u t i l e p e r n u m e r o se r i c e t t e : l a patata è u n ’a l l e ata d i o g n i p i at t o e h a i l va n ta g g i o d i s a z i a r e i n f r e t ta . I n p i ù, h a i l p r e g i o d i “r i n f o r z a r e ” i t e r r e n i i n c u i v i e n e c o lt i vata MARILENA BADOLATO

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’è patata e patata. A pasta bianca o gialla, ma anche patate a buccia rossa, dalla polpa soda che le rende indicate per le cotture intense quali forno, cartoccio e frittura. E ancora patate viola e patate blu. Senza contare le “novelle”, ottime se consumate anche con la loro sottilissima buccia. Per gli gnocchi, per il purè, per le crocchette o per le insalate, da lessare, da friggere o cuocere in forno: un mondo di patate per un mondo di gusto. La patata è affettuosamente considerata un’amica a tavola, a cui ricorrere spesso, un’alleata di ogni piatto. Frugale, amica patata, resistente e di poche pretese; cresce ovunque, anche nelle zone più fredde o aride; cresce in fretta e anche in poco spazio, cresce da sola, infatti basta conservare qualche patata del raccolto precedente per

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dar luogo ad un nuovo raccolto. Sostanziosa e riempitiva, la patata ha indubbiamente il vantaggio di saziare alla svelta, il che ne ha fatto il cibo soprattutto delle zone montane e isolate, lontano dalle grandi direttrici. Infine, come ci insegna l’agricoltura più antica, la patata ha il pregio di “rinforzare” i terreni in cui viene coltivata: un terreno coltivato a patate l’anno dopo è più fertile. Già conosciuta dalla metà del’500, e “reclamizzata” come cibo nutriente dai frati dei conventi - “Si piantano in buon terreno, fresco e umido, le patate, portate nuovamente qua di Spagna e Portogallo dalli reverendi Padri Carmelitani Scalzi, si mangiano in fette o a guisa di tartufi o di funghi, fritte e infarinate o nel tegame con agresto, e sono aggradevoli al gusto con sapore di cardoni e


moltiplicano innumerabilmente e facilmente si cuociono e son tenere” (Trattato del 1606) -, la patata nella sua storia riesce ad affermarsi molto più tardi, influenzata da una diffidenza nei confronti di ciò che “cresce sottoterra”. Si arrivò persino ad affermare che il suo consumo diffondesse la lebbra e che comunque fosse un “cibo flatulento” (Enciclopedie del 1765). Ci furono anche casi di intossicazione, causati dall’esposizione prolungata dei tuberi alla luce (come è noto l’esposizione alla luce dei tuberi fa sviluppare la solanina, sostanza tossica), tutti fatti enfatizzati nei racconti popolari che ebbero un effetto dissuasivo al consumo. Solo nell’800 cominciò a diffondersi massivamente il suo uso, perché in fondo era buona, nutriente e sfamava intere famiglie. Alla fine dello stesso secolo l’avvocato ed agronomo Giovanni Vin-

cenzo Virginio si adoperò per cercare di diffondere la patata, pubblicando nel 1799 in Torino presso la Stamperia Reale, il Trattato della coltivazione delle patate o sia pomi di terra volgarmente detti tartuffle, dato in luce dall’avvocato Vincenzo Virginio, Socio ordinario della Reale Società agraria di Torino e di altre Accademie, dedicato agli accurati Agricoltori del Piemonte ed arrivando a distribuire gratuitamente patate al popolo a scopo promozionale. Nel 1802, il Prefetto di Cuneo Giovanni Lorenzo De Gregori in una sua relazione scriveva: “...Una coltivazione molto utile incomincia ad introdursi nelle Valli del Po e della Stura, quella delle patate; io faccio tutto il possibile per diffonderla e per farne conoscere i vantaggi; ho il piacere di vedere che fa progressi ed è da sperare che fra poco tempo sarà d’aiuto al montanaro...”.

IL PRODOTTO In Umbria, nelle zone dell’ Altopiano di Colfiorito, l’antica Plestia, viene coltivata con successo sin dagli anni ‘60 la Patata Rossa, prodotto agroalimentare tradizionale, che appartiene alla varietà olandese Désiré. Tale tubero è riuscito ad ambientarsi perfettamente nel montuoso altopiano, perché predilige le zone piovose, i terreni sabbiosi e le basse temperature; ha inoltre un’ottima resistenza ai parassiti e alle malattie. Di forma ovale e allungata, la Patata Rossa di Colfiorito si riconosce perché presenta una buccia sottile e ruvida, dal caratteristico colore rosso opaco, che protegge una croccante polpa paglierina. Ottime e molto versatili in cucina, entrano anche nella fabbricazione di pani, pizze e ciambelle dolci. Alla Patata rossa di Colfiorito, riconosciuta Igp dal 1998, si è affiancata con successo la Patata bianca di Pietralunga, studiata, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Perugia, per le sue caratteristiche derivate dai terreni in cui viene coltivata: terreni che presentano alti tassi di fosforo e medio alti di potassio. Ancora Patate “speciali” sono quelle bianche dell’Altopiano di Gavelli a Sant’Anatolia di Narco, dove in alto, oltre le rocce e i boschi, vi sono le verdi praterie del monte Coscerno. Le patate sono ricche di vitamina B1 e B6, oltre che di Acido Folico, di minerali e persino di vitamina C, soprattutto quelle appena raccolte. Sono però anche ricche di amido e quindi il modo migliore per potercele permettere è lessate, calde, cosparse con un filo di olio extra vergine di oliva. Una delizia!

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ACQUA E BENESSERE

LE TERME DI TRIPONZO IN UN UMBRI A DOVE AB B ON D A N O L E A CQ U E M I N E RA L I DI SPOLET O AP RE N U O V E O P P O RT U N I T À P A cu ra de lla

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’Umbria è ricchissima di acque minerali e termali, alcune ancora in uso, altre in disuso, altre ancora in fase di recupero. Tra quest’ultime sono da segnalare le Terme di Triponzo, nel comune di Cerreto. Parlare di Triponzo come delle acque termali dell’Umbria non ci esime dal non ricordare chi nell’Umbria si è speso molto per la conoscenza e diffusione delle qualità terapeutiche delle acque. É stato il mio concittadino Gentile da Foligno, sommo medico dell’epoca che oltre sei secoli fa stilava i primi due libri italiani sulle acque termali “De Balneis” e “De utilitate acque balneis”. Con questi due libri Gentile scrive.”Intendo modernos docere medicos ex equo sunt exposita et hec de balneis” (Intendo insegnare ai moderni medici la materia delle terme da ciò che è esposto in questi opuscoli). Egli insegna in modo conciso ma puntuale le indicazioni di idroterapia non prive di suggestivo moderno indirizzo scientifico. Non sappiamo se Gentile abbia avuto conoscenza delle terme di Triponzo, già in uso ai tempi dei Romani, ma è certo che i suoi scritti abbiano contribuito a diffondere l’uso terapeutico delle stesse sorgenti. Le quali hanno avuto un rilancio nei secoli XIX e XX. Rilancio non solo

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terapeutico ma anche ludico. Infatti alle terme si andava non solo “per passare le acque”, ma anche per rilassarsi, per ritemprarsi, per la “Remise en Forme”. Gradualmente si passa da un termalismo d’elite economica e culturale al termalismo di massa per le classi medie. L’evoluzione sociale si coniuga con il progressivo avanzamento scientifico che fa dell’ambiente termale un luogo ove si recupera o si conserva la salute all’insegna del progresso tecnologico e terapeutico e del benessere psicofisico. È quanto si realizzerà con la riapertura delle terme di Triponzo. Sull’efficacia terapeutica non ci sono problemi considerando che le acque sono di natura sulfurea che scorgano con una capacità di 22 litri al secondo con una temperatura di 29 gradi centigradi. Indicate per molte malattie cutanee e delle vie respiratorie e affezioni dell’intestino, come maestralmente descritto da un altro medico folignate, cattedratico all’Università di Roma, Mariano Messini. Abbiamo detto che termalismo non è solo terapia ma anche recupero della forma fisica e benessere. È quanto possono offrire le terme di Triponzo che con la loro area di circa 5 ettari, con la presenza di zone boschive, percorsi campestri e impianti sportivi rappresentano


VERSO LA RIAPERTURA E T ER MALI, LA R I APER T UR A DEL L E T E RM E A CE RRE T O E R C HI C ER C A R ELAX , C UR E E B E N E S S E RE REDA ZI ON E

un luogo ideale per breve o lunga permanenza. In sostanza la stazione termale diventa un presidio medico a tutti gli effetti e, forse ad alta efficacia, proprio per la convergenza di quei metodi essenziali nel favorire il ristabilirsi dell’omeostasi fisica e psichica dell’uomo sofferente e stressato. Nella stazione termale si recuperano incentivi e motivazioni che sinergizzano con le terapie, contribuendo a determinare la precoce risoluzione di patologie e la loro corretta gestione anche a livello psichico. Le acque termali, come quelle di Triponzo, sicuramente riportano la medicina alle sue origini dove il paziente era, prima di tutto, un uomo.


MOTORI

FOTO di GRUPPO con la RB11.1 al CIRCUITO di VARANO

FORMUL SAE STUDENT - POSITIVO ESORDIO DEll’UNIPG r ACING TEAM Su 72 team provenienti da tutto il mondo, la squadra umbra ha raggiunto la 29° posizione per la monoposto costruita dagli studenti di Ingegneria LORENZO GASBARRO *

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ositivo esordio per l’UNIPG RACING TEAM alla Formula SAE Student per la tappa italiana della competizione internazionale di monoposto costruite da studenti, tenutasi presso l’autodromo di Varano De’ Melegari (PR), dal 13 al 16 Settembre 2013. Gli studenti dell’Università di Perugia, coordinati dal Faculty Advisor prof. Francesco Fantozzi, erano presente con la monoposto RB11.1, un concept sviluppato da zero e realizzato in meno di due anni (il team nasce nel Novembre

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2011), con il supporto dei docenti e dei laboratori della Facoltà di Ingegneria. La monoposto è realizzata con telaio in struttura tubolare in acciaio e sospensioni a triangolo progettati e verificati al calcolatore, motore motociclistico Aprilia SXV 550 bicilindrico con centralina elettronica, rimappata al banco prova e scocche, pance e fondo piatto progettate al calcolatore, realizzate a mano dai ragazzi in materiale composito e verificate in galleria del vento. La competizione, a cui hanno partecipato 72 monoposto progettate e costruite da studenti provenienti da tutto il mondo, è divisa in 3 categorie: motori a combustione (45 team), motori elettrici (24 team), solo progetto (3 team) e si articola in prove statiche (30% dei punti totali in cui si valutano le soluzioni tecniche adottate in funzioni dei costi in ottica di produzione industriale) e dinamiche (70% dei punti totali in

cui 4 studenti-piloti si alternano su tracciati curvi e rettilinei). La manifestazione è patrocinata dalla Society of Automotive Engineering (SAE) americana e la tappa italiana è organizzata dall’Associazione Tecnica dell’Automobile (ATA). Nella prime due giornate si sono tenute le verifiche tecniche e contemporaneamente si svolgevano le prove statiche: il Presentation Event (17° posto, prima delle italiane insieme a Roma Tor Vergata), il Design Event (25° posto), ed il Cost Event, (6° posto, prima delle italiane, e davanti a Stoccarda campione assoluto in carica). Gli ottimi risultati delle prove statiche hanno acceso le speranze del team per le prove dinamiche, tenutesi sul bagnato con piogge torrenziali, dove i pur bravi piloti mettevano a dura prova la trasmissione nelle prove di accelerazione, (22° posto) nello Skid Pad (28° posto) e nell’Autocross (36° posto) ma pregiudicando

cosi la gara di Endurance del giorno successivo. La cerimonia di chiusura conferma le aspettative, con il primo posto assoluto di Stoccarda, seguita dagli austriaci di Graz e dai tedeschi di Esslingen. Si chiude con grande soddisfazione l’avventura dell’UNIPG RACING TEAM, con il 29° posto assoluto, a ridosso di Roma Tor Vergata (26°), Politecnico di Milano (24°), Modena e Reggio Emilia (22°) e subito prima del Politecnico di Bari (30°); prima della italiane Roma Sapienza (16°), vincitrice anche del premio speciale per il miglior design. La visita al paddock di Alfredo Altavilla, membro del Cda FIAT-CHRYSLER e responsabile Europa, Africa e Medio Oriente, che è rimasto impressionato dalla qualità della monoposto, resta il premio più ambito e forse l’obiettivo primario del progetto Formula SAE. * Lorenzo Gasbarro Team Leader Unipg Racing Team

La RB11.1 al TILT TEST


ANIMALI

AMORE DI CANE FIN DAGLI ALBORI DELLA CIVILTÀ UMANA LA COABITAZIONE CON L’UOMO, IL SUO CUORE GENEROSO E LE TANTE ATTENZIONI CHE HA SEMPRE DEDICATO AL SUO PADRONE, LO HA RESO UN COMPAGNO FEDELE E INSOSTITUIBILE GIULIANA SPINELLI BATTA

Ogni animale ha diritto all’assistenza, al rispetto, alla protezione”. Questo è il motto che caratterizza l’ENPA, Ente Nazionale per la Protezione Animale: da 135 anni a tutela degli animali. La sezione di Perugia, sorta oltre 40 anni fa, ha aiutato in tutti questi anni numerosi animali feriti, ha denunciato maltrattamenti, ha aiutato i cittadini amanti degli animali ad affrontare i vari problemi che si presentano, ha trovato “una famiglia” a moltissimi randagi. Ed è proprio legata all’ENPA la storia che mi ha portato ad adottare circa 10 anni fa il mio amato cane Argo. Era già destinato ad una sede ENPA, perché il mio veterinario che lo aveva in cura, cucciolo di circa sette mesi con trauma cranico e abbandonato sul raccordo anulare, cercava una famiglia che lo

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adottasse. Ma destino o fortuna volle che capitassi in ambulatorio e incontrassi lì questo piccolo meticcio di boxer, bianco e nero, vivace, gli occhi vispi e intelligenti che mi guardavano e quel mozzicone di coda che si muoveva veloce. Fu amore a prima vista, un colpo di fulmine. Da quel giorno Argo è entrato a far parte della mia famiglia e della mia vita. É impossibile non amare i cani perché sono animali allegri, compagni fedeli e insostituibili, dotati di animo nobile. Fin dagli albori della civiltà umana la coabitazione con l’uomo, il suo cuore generoso e le tante attenzioni che ha sempre dedicato al suo padrone, lo ha reso un compagno fondamentale. Le attenzioni che dedica al padrone sono delle vere e proprie dimostrazioni di affetto, fiducia e rispetto che manifesta volontariamente nei confronti del capobranco. Ed è proprio per queste innumerevoli qualità che Argo è stato da subito considerato un membro della famiglia, ma anche l’amico che tutti vorremmo, e nello stesso tempo un serio e temibile guardiano. Al nostro cane non importerà mai quello che siamo o quello che facciamo, ciò di cui ha bisogno è la nostra presenza perché noi, padroni e amici, rappresentiamo il punto di riferimento per cui lavora e soprattutto vive. Non dimentichiamo inoltre che, data la sua spiccata intelligenza, il cane è adatto a svolgere veri e propri servizi sociali: i

cani poliziotto, i cani da salvataggio, i cani-guida per persone non vedenti e ancora l’utilizzo per l’attuale pet therapy negli ospedali. Possiamo citare, a questo proposito, alcune tra le varie ed importati associazioni che operano in Umbria: l’Unità Cinofila da soccorso che fa parte del variegato mondo di volontari della Protezione civile e che ha sede a Corciano. Il Corso di Allevamento e Addestramento Cinofilo di Castiglione del Lago, unico polo cinofilo della Guardia di Finanza . Da qui partono i cani necessari alle varie attività di servizio. È il primo in Italia tra le Forze Armate e di Polizia e tra i primi in Europa ed in campo internazionale. Ricordiamo ancora l’Associazione “Ghismo” che si occupa della selezione, allevamento e preparazione di cani per l’utilità sociale che vengono affidati gratuitamente a persone con disabilità fisiche o impiegati in attività di pet therapy per persone con problematiche psico-fisiche. L’Associazione, onlus, è patrocinata dalla Regione Umbria che sostiene il progetto “Ghismo” al fine di costituire un centro regionale di eccellenza in tema di utilità sociale degli animali e di pet therapy, nonché di poterlo esportare fuori dell’Umbria. Per questi importanti compiti i cani chiedono solo cibo e un rifugio sicuro, ma soprattutto tanto affetto dal loro padrone, l’unica cosa che li rende veramente felici.


SELEZIONE LIBRI A cura di ITALO PROFICE

Se il mondo di Quieta Radura non è solo un sogno Ci sono opere per bambini che piacciono anche agli adulti, vengono presentate a Natale, ma sono valide tutto l’anno. Chi non ricorda le favole di Andersen o le avventure di Pinocchio? Piene di messaggi, ma sature di insegnamenti, con il comune denominatore di farci sognare, ad ogni metà. In questo contesto si inserisce a pieno titolo l’iniziativa di Clelia Canè di Formia che sta “creando” piccoli racconti ambientati nella Quieta Radura abitata da una comunità di topolini di campagna. Al di là della morale favolistica, annota l’autrice, “il mondo di Quieta Radura vuole portare un messaggio: l’importanza del rispetto della natura e la concretezza dei valori dimenticati”. E per non far dimenticare tali valori, Canè scrive un magnifico libro, La sorpresa di Natale, in cui si vive la calda atmosfera del Natale in compagnia dei suoi piccoli amici, che trasmettono gioia per le piccole cose e comunicano lo stupore “che aleggia nei segreti di un piccolo mondo incantato”. Da vivere anche per il resto dell’anno. Grazie Clelia, per il messaggio di un sogno che diventa realtà. L’Editore è Winter Home Editions–Formia.

Santi Parlagreco ci delizia con un giallo di pregevole fattura: Il bronzo insanguinato. Il comAndrea Marinelli, peruginoDeche viveunnegli States esce con missario Serafino, indaga sul misterioso omicidio diil Roberto Rossi, giovane studente di il suo secondo Similmente al primo,si prefi L’Ospite, anche archeologia iscritto all’Università degli Studi dilibro. Perugia. Dietro all’omicidio gura un loJustice ha due di padri è stato dei interamente sco traffico di reperti archeologici: la cupidigia possessione tombaroli edocumentato la conseguentein prima persona. Anch’esso nasce da molto un viaggio attraverso gli brama di denaro delineano un quadro intrigante. Gli interrogatori efficaci di Serafino USA: le parole elalevittima storie cogliendo di tutte letutto persone inscioglieranno la trama. L’autore defiattraverso nisce accuratamente ciò che sul suomentre cammino, da all’omicida Washington a San Francisco, riguarda la sua personalità e contrate le sue abitudini intorno si crea un’aura mici mostrasorprendentemente come sta cambiando la percezione dell’osteriosa. E le ultime righe del l’autore giallo lasceranno interdetti, come quando mosessualità nella società americana. sinner, hate davanti ad una scultura di bronzo etrusca non si riescono a trovare le“Love parolethe necessarie per the sin”: il peccato, ama il peccatore. Questa raffigurare la sensazionale bellezza delodia reperto. A fare da sfondo c’è Perugia, con lemassima sue splen-di Sant’Agostino rappresenta al Sarapar meglio laEditore. credenza diffusa nei dide vie, i suoi scorci mozzafiato e i suoi abitanti eterogenei. confronti dei gay. Praticamente nessuno più si permette di discriminare un gay; ma molto spesso, specialmente avventurandosi negli stati del sud, le persone dichiarano che non sono disposte “a condividere il loro stile di vita”. Un’inchiesta su un tema delicato, attuale, talvolta scomodo, che allarga le nostre vedute. Perché il giornalismo è una cosa seria. Pubblicato con i Corsivi, la collana di ebook del Corriere della Sera.

A cura di ALESSANDRA GRILLO CARCREFF

Amandine et l’empire des anges è un progetto didattico realizzato da Mireille Grazi per l’apprendimento delle lingue straniere: il volume, interamente illustrato, è quadrilingue (francese, italiano, inglese e monegasco), così da permettere ai bambini di seguire la storia nelle diverse lingue, presentate una di fianco all’altra. Completa il volume, un album da colorare. Amandine, una bambina di dieci anni, si ritrova per caso a visitare il mondo degli Angeli, incontrando il suo Angelo custode e vivendo avventure straordinarie. “Non avere paura, un angelo ti protegge!”. Editore LiberFaber.




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