Riflesso Maggio-Giugno 2012

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In copertina

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EDITORE CT Comunicazione

Ragazza Riflesso Umbria Maggio - Giugno 2012

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio

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VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Noemi Furiani, Giulio Siena, Alessia Mencaroni, Roberto Gagliardi La Gala, Elisabetta Bardelli, Barbara Isidori, Marilena Badolato, Laura Patricia Barberi, Walter Leti HANNO COLLABORATO Matteo Papini, Elisa Giglio, Claudio Cattuto, Barbara Venanti, Melissa Mariucci, Maria Sergent, Ana Aranda Osorio

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EDITORIALE 03 Ritorno alla cultura che salva, uno sguardo sull’Umbria 05 Lettera dell’Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco 06 08 10 11 12

APPUNTAMENTI EVENTI - Il Festival Internazionale dell’Architettura a Perugia L’oro blu celebra il suo primo Festival Comma, un Festival di arte urbana contemporanea EVENTI RIFLESSO - School Day - Festival del Giornalismo AGENDA - Maggio - Giugno 2012

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ECONOMIA MADE IN UMBRIA - Azienda Talenti, tra design e tradizione ARTI E MESTIERI - Seggiolificio Pieracci GREEN ECONOMY - La casa passiva BENESSERE AL NATURALE - Salone di bellezza Vogue, top green

RINGRAZIAMENTI Antonio Morabito, Francesca Testasecca, Barbara Cadeddu, Michela Miletto, Piervittorio Farabbi, Fabrizio Cameli, Marco Solari, Dioniso Gonzales Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

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ARCHITETTURA, ARTE e TERRITORIO BORGHI - MonteGiove: avvistata la Città ideale PALAZZI STORICI - Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago CONTEMPORANEITÀ E DESIGN - L’Aeroporto dell’Umbria ARTE - Ex seccatoi del tabacco: i “cicli” artistici di Alberto Burri ETRUSCOLOGIA - Nuova scoperta di reperti etruschi a Perugia DISCOVERY - I cippi di confine con lo Stato Pontificio

CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info

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SOCIETÀ PERSONAGGIO - Intervista a Miss Italia, Francesca Testasecca BRIEFING CULTURALE - Citerna fotografia - “Prima della prima” PARLA L’ESPERTO - La riforma del condominio in definizione LONDON CALLING - Quanto costa studiare nel Regno Unito?

SITO WEB www.riflesso.info

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TEMPO LIBERO LIFESTYLE - 10 motivi per vivere in Umbria PERCORSI TURISTICI - Città di Castello GIRI DEL GUSTO - …al gusto di acqua SPORT - Grifo calcio femminile: conquistata la serie A1 MUSICA - Afterlife Live Club: il posto che non c’era

REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 IMPAGINAZIONE Studio Grafico Service Alvaro Felcetti Via Lunghi, 81 - Ponte San Giovanni (PG) Tel. 075.5997408 TIPOGRAFIA Alvaro Felcetti

DISTRIBUZIONE Regione Umbria e Principato di Monaco



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Editoriale Ritorno alla cultura che salva, uno sguardo sull’umbria di Mario Timio Un ministro di spicco del passato governo asseriva che la cultura non fa PIL. D’altra parte, recentemente, in occasione della pubblicazione sul “Sole 24-Ore” del “Manifesto della Cultura”si asseriva proprio il contrario: “la cultura fattura”. Qual è la verità? Non c’è dubbio: la cultura appare necessaria allo sviluppo in qualsiasi frangente, soprattutto, come enfatizza Vittorio Sgarbi, quando asserisce che per cultura si intende “una concezione allargata che implichi educazione, ricerca scientifica e conoscenza”. Ciò stimola l’assegnazione alle forze vive locali un ruolo principe nella salvaguardia e potenziamento delle opere d’arte e nella valorizzazione degli artisti. Certo, qualcuno afferma che il citato “Manifesto della Cultura”, pur nel merito della iniziativa, è viziato dal legittimo obiettivo del rilancio dell’economia. Forse è vero, così come è scontato che è la necessità umana e individuale a fare ricorso alla cultura, che rende noi italiani cittadini del mondo. E’ un ricorso che ci rende grandi e richiesti ovunque, malgrado tutte le congiunture. E’ una strepitosa immagine positiva quella che siamo in grado di diffondere all’estero in tema di cultura. E’ la cultura che crea il brand italiano che va fortissimo. Ed è necessario sfruttarlo al massimo, sia a livello individuale, sia istituzionale. Comunque, a fronte di una ricchezza culturale inaudita, l’Italia, rispetto alla Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna è il Paese con la più bassa percentuale di aziende attive nella cultura e nell’industria creativa; solo il 4,4% del totale (7.176mila) con 335mila occupati (il 2,2% contro il 6% della Germania). Ed allora i decisori politici debbono tener presente il peso che la cultura ha nel progresso sociale e nel benessere equo e sostenibile, così come indicato già nel 2001 dall’Ocse. E in Umbria che cosa vediamo dietro la parola cultura? In un’indagine nazionale che ha coinvolto anche la nostra Regione, risulta che l’attenzione al patrimonio culturale è più importante addirittura del benessere economico. E’ pleonastico asserire che l’Umbria è una delle regioni più ricche in opere artistiche, più godibile in paesaggi naturali, più nota in rievocazioni storiche e in manifestazioni musicali, più rinomata in cultura enogastronomica, più satura di spiritualità. L’essenziale è far conoscere queste eccellenze umbre all’Italia, al mondo intero. In qualsiasi modo, con qualsiasi pubblicità, con qualsiasi investimento pubblico e privato, con testimonial di ogni tipo, con valide promozioni turistiche. E valida, ad esempio la recente iniziativa del Travel Blogger Unite che ha convogliato per le strade e le bellezze del’Umbria oltre 100 giornalisti del web di tutto il mondo, alla scoperta della Regione, per poi comunicare le proprie impressioni attraverso il blog dedicato ai percorsi e alle escursioni. Immergersi insomma nelle variegate espressioni della cultura umbra equivale ad accrescerne le potenzialità turistiche e commerciali. La ricaduta economica ne è il logico corollario. Ed allora l’idea di Vittorio Sgarbi di far coincidere economia e cultura in un solo ministero o in unico assessorato non è poi così peregrina. Inevitabilmente esso dovrebbe interfacciarsi con la scuola, l’università, il turismo e i lavori pubblici. Sicuramente, il ministro di cui sopra non pensava, nella sua esternazione, ai numerosi risvolti “salvifici” che la Cultura può avere nella società moderna.

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Eventi

Il Festival Internazionale dell’Architettura riapproda a Perugia

Il gotha dell’architettura mondiale sarà presente a Perugia dal 7 al 10 Giugno 2012, per la quarta edizione di Festarch, il festival internazionale dell’architettura. Nella passata edizione, svoltasi tra Perugia e Assisi, si sono registrate oltre 60.000 presenze. Tra i circa 250 ospiti, da annoverare la partecipazione di Peter Eisenman, Kazuyo Sejima, Rem Koolhaas, Benedetta Tagliabue, Elisabetta Terragni, Cino Zucchi. Quest’anno il tema centrale ruoterà intorno all’argomento Le città nella città. Un appuntamento che per la seconda volta si snoderà nel capoluogo umbro, diventato ormai un centro nevralgico e privilegiato per le manifesta-

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zioni di carattere internazionale. Sotto la direzione dell’assessore alla Cultura, Moda e Design di Milano, Stefano Boeri e l’organizzazione della Rivista Abitare, architetti, giornalisti, designers, fotografi, amministratori, sociologi e politici di fama mondiale si confronteranno in un dibattito continuo per discettare sui cambiamenti della città contemporanea. Una vera piattaforma creativa, che lascia spazio alla trasversalità, anche generazionale, di idee, opinioni e modi di ragionare. I giovani architetti saranno così affiancati da alcune grandi firme del panorama urbanistico e architettonico contemporaneo – tra questi spicca il coreano Minsuk Cho che darà avvio ai lavori -, all’insegna della condivisione di nuove ed inedite esperienze su come modellare una città. Il tema scelto fa ri-


IV edizione del Festarch, la manifestazione che quest’anno affronterà il tema Le città nella città ferimento al moltiplicarsi di luoghi urbani, all’interno della città, che assurgono a serbatoio di sperimenti sociali ed economici autoreferenziali, sempre in bilico tra una condizione di autosufficienza e un isolamento, spesso, forzato. Piccole città crescono all’interno di metropoli, dotate di servizi, distretti culturali, imprenditoriali e addirittura sanitari, aree commerciali e infrastrutture perimetrate. Nel mondo, il numero di piccole città che nascono con grande velocità, è in costante espansione. Favelas, bidonvilles e slums proliferano ogni mese nelle grandi città metropolitane: da Mosca a Pechino, da Roma a Seul, da San Paolo a Mumbai. E così, cercare di capire le dinamiche di espansione urbana, osservare le forme dell’abitare, interrogarsi sulle

modalità di interazione tra le differenti tipologie di città, diventa un obiettivo centrale per questa edizione di Festarch. Ma come si risolvono le questioni inerenti la congestione del suolo urbano, il rapporto tra campagna e città, e il legame tra centro e periferia? Nel corso della manifestazione si cercherà di trovare un terreno comune di progetti, soluzioni e proposte interdisciplinari per tentare di ricucire quel fil rouge, spesso logorato, tra il tessuto sociale e la compagine urbana, tra la politica e l’architettura. L’ideale della città contemporanea? Innanzitutto si dovrebbe interrompere la cementificazione selvaggia intorno alla città per concentrarsi più sul riuso degli spazi interni alla città, in un’ottica di eliminazione delle barriere fisiche, architettoniche e sociali, e di creazione di un unico spazio che riassorba al proprio interno la città consolidata.

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blu

Anche l’oro celebra il suo primo

Festival Tinte azzurre per il Cuore Verde d’Italia. L’acqua, ormai considerata il vero oro blu del XXI secolo, sarà la protagonista indiscussa della prima edizione dell’Umbria Water Festival. Si tratta di un’importante manifestazione di ampio respiro, nata con lo scopo di affrontare e valorizzare l’attuale tematica dell’acqua in un’ottica quanto più possibile trasversale e completa. Dal 17 al 20 maggio verranno, dunque, esperti del settore e addetti al mestiere per analizzare al meglio tutte le tematiche concernenti l’acqua e discutere sulle grandissime opportunità di questo elemento indispensabile e prezioso per la vita umana. L’Umbria, quindi, diventerà capitale mondiale dell’Acqua per valorizzare e promuovere questo elemento in ogni sua forma e in ogni suo utilizzo. E non è un caso che l’idea di questo festival nasca proprio in Umbria, una delle poche regioni italiane che non è lambita dal mare, ma in cui l’acqua è comunque protagonista in numerosi luoghi, dalle splendide cascate delle Marmore al lago Trasimeno, dal fiume

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di Elisa Giglio

L’Umbria Water Festival si snoderà su tutto il territorio regionale con una serie di iniziative tutte dedicate all’acqua Tevere al lago di Piediluco. “L’Umbria è sempre stata una regione sensibile ai problemi ambientali, in particolare quelli riguardanti l’acqua – spiega Michela Miletto, vice coordinatrice del WWAP, il Programma delle Nazioni Unite per la Valutazione delle Risorse idriche mondiali –. La stessa scelta di collocare la sede del


Cascata delle Marmore WWAP proprio a Perugia, nella prestigiosa Villa La Colombella, rappresenterà l’impegno e la volontà di questa regione a sviluppare nuovi strumenti e capacità per raggiungere una sempre più approfondita conoscenza dei processi, delle pratiche di gestione e della qualità delle risorse idriche globali”. L’organizzazione multi-istituzionale del festival, che coinvolgerà tutto il territorio umbro e avrà risonanza anche a livello nazionale, sarà sicuramente un’azione importante, che andrà a migliorare e consolidare i rapporti di coordinamento tra differenti enti governativi e accademici. “E’ fondamentale – continua la Miletto – che questa collaborazione non sia, però, finalizzata solo alla realizzazione di questo evento,

ma sia la base per una strategia a lungo termine, che consideri la possibilità di lavorare insieme su altre iniziative riguardanti le risorse idriche”. L’obbiettivo dell’Umbria Water Festival – insiste la vice coordinatrice Miletto – sarà infine “quello di aiutare le istituzioni locali a creare un’iniziativa, che diventi un appuntamento annuale per la regione, durante la quale si potrà discutere di acqua, coinvolgendo un grande pubblico. Un’iniziativa che possa avere una risonanza sempre più ampia, fino ad essere riconosciuta anche a livello internazionale”.

Lago di Piediluco 9


COMMA,

un Festival di arte urbana contemporanea di Laura Patricia Barberi

Anche quest’anno alla seconda edizione, si terrà a Perugia dal 4 giugno al 15 luglio 2012 questo rilevante Festival sull’arte urbana. Un progetto culturale di largo respiro incentrato sull’indagine e la costruzione dei rapporti tra arte, artista e città. Nasce con lo scopo di promuovere i nessi relazionali tra Perugia e l’Europa e a sostenere i linguaggi espressivi della contemporaneità nel tessuto locale. Quest’anno COMMA è parte integrante di CAP2020, progetto permanente orientato a produrre azioni culturali per il contesto urbano, per immaginare e ridefinire Perugia nel presente e nel futuro. Il progetto si inserisce nel percorso intrapreso dal Comune di Perugia in vista della candidatura di Perugia e Assisi a Capitale Europea della Cultura del 2019. Per sei settimane si animeranno azioni artistiche, mostre, workshop, incontri e performance. 4 -10 Giugno si parte con TRACCIATI – La Città Sospesa, workshop tenuto da Bob Gibson,

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durante il quale saranno realizzati un’installazione ambientale collettiva e una documentazione video dell’attività svolta dai dieci artisti selezionati. 11 - 23 Giugno è la volta di COMMA Residency, residenza artistica volta a produrre una mostra che inaugurerà il 23 giugno a Palazzo della Penna. Infine il 29 e 30 Giugno il gran finale con - 6up-Ritrovamenti Urbani 2020 (back to 2012): due giorni di performance urbane di arte partecipativa tenute in spazi inaspettati e reinterpretati della città. Da non perdersi COMMA Bibliobus, biblioteca tematica allestita all’interno di un camper e la mostra COMMA Off che verrà predisposta negli spazi della galleria Miomao. Per info www.cap2020.it.


Eventi riflesso LO SCHOOL DAY E LA FASCIA MISS RIFLESSO Il Concorso “School Day - la Notte delle stelline” si terrà venerdì 1 giugno 2012 nella discoteca La City – Città della Domenica (Perugia), in occasione della festa di chiusura delle scuole. Un evento che si ripete dal 1984, quando si iniziò a premiare la ragazza più bella di tutte le scuole umbre con la fascia di Miss School Day. Nel 1993 la manifestazione venne realizzata anche a Firenze, Roma e Bologna. Importanti persone delle spettacolo e della musica hanno partecipato a questa festa. Vale la pena di ricordare alcune presenze, come quella del ‘92 con Biagio Antonacci; Laura Chiatti, oggi famosa attrice, Miss School Day del ’98; nel ‘96 fu eletta Celeste Lombardi alla presenza di Fiorello come presentatore della serata. Nel 2004 la grande celebrazione dei vent’anni dello School Day Superstar con l’elezione di Elisa Alunni già Miss Teen Ager nazionale. Nel 2006 viene eletta Ilaria Capponi che nell’anno successivo si classifica terza alla finale nazionale di Miss Italia. Nel 2008 la Stellina dello Schoolday è stata eletta Alice Taticchi che nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel concorso Miss Mondo. Nel 2010 invece la vincitrice è stata Francesca Testasecca, che dopo pochi mesi, ha vinto il titolo di Miss Italia. Quest’anno, grazie a una collaborazione con la Rivista Riflesso, diffusa in Umbria e nel Principato di Monaco, alla ragazza vincitrice del Concorso, verrà data anche la fascia di Miss Riflesso. In aggiunta, verranno consegnate altre due fasce: Miss Riflesso Montecarlo e Miss Riflesso Eleganza. Con questi titoli, verrà data l’opportunità alle ragazze selezionate di andare in copertina per i prossimi numeri della Rivista. Per le iscrizioni Laura Chiatti al Concorso Schoolday 2012, visitate il sito web www.schoolday.tv

Riflesso e il festival del giornalismo Si è chiuso il sipario per la VI edizione del Festival Internazionale del Giornalismo 2012 tenutosi a Perugia lo scorso aprile. Un successo confermato per quello che è diventato ormai l’evento cult nel settore della comunicazione, media e giornalismo. Grazie agli organizzatori Arianna Ciccone e Christopher Potter, il capoluogo umbro si pone sul gradino più alto dell’informazione a livello planetario. Un appuntamento che lascia ampio spazio alle idee, iniziative e proposte provenienti dal basso, facilitando così la partecipazione di chi l’informazione la vive da utente e non solo da protagonista. Ed è per questo che anche quest’anno sono stati numerosissimi i freelance, i blogger, i volontari, i lettori, i visitatori, i cittadini, gli studenti e i professionisti del mestiere, che hanno costituito una vasta community di condivisione e scambi di idee e confronti a tutto tondo. Grazie a questa straordinaria particolarità, anche i collaboratori della nuova Rivista umbra Riflesso hanno avuto modo di seguire l’evento, facendo interviste, scattando foto, scrivendo articoli e approfondendo alcuni rilevanti aspetti del giornalismo. La Rivista Riflesso è stata anche distribuita nell’Ufficio Stampa del Festival del Giornalismo presso l’Hotel Brufani a Perugia.

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AGENDA Maggio - Giugno 2012 Mostra Luca Signorelli Perugia, Orvieto, CittĂ di Castello, 21 aprile - 26 agosto 2012 www.mostrasignorelli.it La Festa dei Ceri Gubbio (PG), 15 maggio 2012 www.ceri.it Perugia Green Days Perugia, 17 - 20 Maggio 2012 www.perugiagreendays.it Funambolesco - Primo Festival dello Spettacolo di Strada Santa Maria degli Angeli (PG), 19 - 20 Maggio 2012 www.euforisma.it Young Jazz Festival - VIII edizione Foligno (PG), 23 - 27 Maggio 2012 www.youngjazz.it Perugia Flower Show Perugia, 25 - 27 maggio 2012 www.perugiaflowershow.com Cantine Aperte - XX edizione 55 cantine aperte, 27 Maggio 2012 www.stradevinoeolio.umbria.it Palio della Palombella Orvieto (TR), 27 Maggio 2012 www.orvietoturismo.it Infiorate del Corpus Domini Spello (PG), 9 - 10 Giugno 2012 www.infioratespello.it Il Mercato delle Gaite Bevagna (PG), 14 - 24 Giugno 2012 www.ilmercatodellegaite.it Festival dei 2 mondi di Spoleto Spoleto (PG), 29 giugno - 15 luglio 2012 www.festivaldispoleto.com

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MADE IN UMBRIA

Azienda Talenti

complementi d’arredo tra design e tradizione Quando la tradizione si unisce al design, allora nascono i prodotti d’arredo Talenti. Un marchio che ha insito nel suo nome tutta l’originalità, la genialità e la creatività che contraddistinguono questa azienda umbra. I complementi d’arredo, i tavoli, i mobili, le sedie per spazi esterni e indoor, rappresentano l’eleganza in tutte le sue forme, dal classico al contemporaneo. L’azienda nasce nel 2004, grazie a un’intuizione del presidente Fabrizio Cameli che afferma: “Dati i miei studi in architettura, ho deciso di mettermi in pista e ho dato avvio a una nuova linea di prodotti. Talenti è un nome d’arte, perché quando fondai questa azienda, insieme ai miei collaboratori, decidemmo di darci questo nome perché ci consideriamo dei talenti intenzionati a fare cose speciali e particolari”. L’azienda è in forte espansione, del resto i numeri parlano chiaro: la struttura è di 14 mila metri quadrati coperti, con capannoni, uffici e uno show room. La crescita del fatturato di quest’anno è stata superiore del 60 per cento rispetto all’anno precedente. Mentre l’anno scorso è stato

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di Carlo Timio

registrato un più 40 per cento. Numeri da capogiro, se si pensa al momento storico di crisi globale. “Grazie anche a mio figlio – continua il presidente – che è da poco il direttore commerciale dell’azienda, le cose sono andate migliorando. E con la buona volontà di tutti noi, stiamo avendo bei risultati”. La vendita dei prodotti è capillare in Italia e molto importante all’estero. Tutti i rivenditori del marchio Talenti hanno dei corner e shop in shop. Oggi si contano 260 negozi in Italia che vendono in esclusiva prodotti Talenti. Oltre confine l’azienda è presente in numerosi paesi tra cui Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, Emirati Arabi Uniti, Giorda-


nia, Arabia Saudita, Russia, Venezuela, Brasile, Canada e Australia. Ma a cosa è dovuto il successo dell’azienda? L’investimento in risorse finanziarie e umane è stato importante. La ricerca, lo sviluppo e la tecnologia sono di grande rilievo per l’azienda e la filosofia si incentra sull’esclusività dei prodotti ricercati e di design. I materiali impiegati nel ciclo di produzione sono l’alluminio, il marmo, il legno iroko, il cristallo, e il politech. Pur conservando le linee della tradizione classica, Talenti punta sempre ad anticipare il trend del mercato, traendo ispirazione dalla moda. “Ci avvaliamo anche della collaborazione di grandi designer di fama mondiale che ci

Innovazione e creatività applicati a tavoli, mobili e altri oggetti d’arredo indoor ed esterni, di classe ed eleganti

prodotti su misura. “Inoltre, abbiamo cercato di fare una politica dei prezzi, che noi definiamo democratici, visto che ci posizioniamo sia su una fascia alta di extra lusso, che su una fascia intermedia accessibile a tutti. “Diamo anche molto spazio alla promozione. Siamo presenti nelle fiere di Rimini, Milano e Parigi. E ogni sei mesi facciamo 6-8 prodotti nuovi. Mentre ogni 6-8 mesi, prepariamo un nuovo catalogo. Ciò ovviamente comporta un grande investimento per tutti noi”. Talenti S.r.l. Zona Industriale Loc. Le Capanne - Acquasparta 05021 - TERNI tel. +39 0744 930747 - 429 Fax +39 0744 930980 info@talentisrl.com www.talentisrl.com

aiutano a fare le collezioni. Da Roberto Semprini a Alessandro Fancelli, da Gianni Veneziano a Luciana Di Virgilio fino ad arrivare a uno dei più grandi designer di fama mondiale, Karim Rashid”. Gli oggetti Talenti sono innovativi, unici per forma e per colore. “Siamo usciti dalla tradizione quasi monocromatica dell’arredo outdoor – continua Cameli –, per lanciare prodotti colorati per l’esterno. Volevamo andare oltre, cercando di creare prodotti outdoor che dessero un senso di continuità con l’interno di una casa”. La Talenti prepara anche

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Arti e Mestieri

Seggiolificio Pieracci, una passione per oggetti in legno di

alta qualitá

Armonia delle forme, funzionalità e alta qualità. Sono queste le caratteristiche dei prodotti del seggiolificio Pieracci, un’azienda umbra di Città di Castello, attiva dal 1966. La passione per il legno è alla base di questa impresa, trasmessa di padre in figlio. Giovanni Pieracci, ora a capo dell’azienda, racconta che, fin da piccolo, il padre Piero, falegname e successivamente fondatore del seggiolificio, ha sempre avuto la passione di creare oggetti in legno, che realizzava nei pochissimi momenti liberi della giornata. Oggetti di uso comune, che, comunque, servivano per affinare le conoscenze dei materiali e delle lavorazioni. Le sedie di alta qualità sono fatte nel pieno rispetto della tradizione Tifernate “Rustico Rurale” su legni pregiati, come il noce nazionale, il rovere e il castagno, creando, dunque, oggetti unici e durevoli nel tempo. “I legni che usiamo – spiega Pieracci – devono essere trattati in maniera particolare, ed occorre quindi avere la cultura e l’esperienza per poterli lavorare. Dai primi oggetti creati, mio padre ha visto con immediatezza l’interessamento particolare di clienti esperti che apprezzavano la sua arte e per questo motivo ha continuato in tale esperienza, cercando di trasmettere a me e mia sorella la propria cultura”. Nonostante il considerevole incremento della produzione negli anni, l’azienda, grazie alla costante e sapiente fusione tra know-how tecnologico e creatività di antica tradizione artigianale, riesce a ritrovare in ogni singolo pezzo prodotto, l’unicità, la funzionalità e il pregio, come solo un lavoro di elevata

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L’azienda eredita il valore della tradizione artigianale per creare prodotti unici, funzionali e pregiati natura artigianale riesce a far coesistere. “L’azienda è anche impegnata nella ricerca tecnologica – afferma Pieracci – ma gran parte dei nostri investimenti sono dedicati alla formazione continua dei nostri dipendenti. Ognuno di loro ha nel proprio dna la passione per il legno e la sua lavorazione. Non potrà mai lavorare da noi un semplice operaio che


non abbia questo fuoco dentro”. La maggior fonte d’ispirazione del seggiolificio Pieracci è la storia, ovvero, quei bei prodotti creati dai mastri artigianali italiani nei secoli scorsi, magari rivisti e corretti secondo le esigenze moderne, ma con un sapore ed un’eleganza dei tempi passati. I clienti dell’azienda sono famiglie, ristoranti o alberghi, che esigono qualcosa in più rispetto alla massa. I prodotti sono realizzati con legni importanti, avendo la massima cura dei particolari. Ad ogni fase di produzione vengono riservati almeno due controlli di qualità. Ogni intarsio è rifinito a mano, ogni spigolo levigato. Massima attenzione all’ambiente, con tecnologie applicate al fine di ridurre al massimo le emissioni nocive. “In questo momento di crisi internazionale – continua Pieracci – il mercato nazionale è lo sbocco secondario per la nostra produzione, quindi

i nostri mercati di riferimento sono in primo luogo gli Stati Uniti, seguiti a ruota dai paesi del nord Europa (Finlandia, Danimarca e Svezia) e Germania”. Ma il vero obiettivo oggi rimangono i nuovi mercati emergenti, quali i paesi dell’ex Unione Sovietica e la Cina, dove il vero “made in Italy” è ancora molto apprezzato e ricercato. SEGGIOLIFICIO PIERACCI Via E. Kant, 4 - 06011 Cerbara Città di Castello (Pg) Tel. +39 075 8510253 Fax +39 075 8511321 www.pieracci.it pieracci@pieracci.it

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GREEN ECONOMY

La Casa passiva Casa passiva realizzata a Perugia www.casambiente.com

La casa passiva è un edificio che può essere riscaldato e raffrescato lungo tutto l’arco dell’anno utilizzando passivamente apporti energetici gratuiti, garantiti dal massimo sfruttamento delle caratteristiche climatiche del luogo (esposizione, soleggiamento, ventilazione, etc.). Attraverso un idoneo metodo costruttivo ed un efficiente corredo tecnologico, diventa superfluo l’impianto di riscaldamento / raffrescamento attivo, di tipo tradizionale. Genericamente come si presenta una casa passiva progettata ad hoc? Ha una forma allungata lungo l’asse est-ovest, con aperture essenziali a nord ed ampie superfici vetrate esposte a sud, dotate di appositi sistemi di schermatura solare per l’estate; questa configurazione sarà chiaramente adattata a seconda della zona e delle specifiche esigenze. L’involucro esterno è altamente coibentato e le pareti sono realizzate in modo tale da permettere l’accumulo ed il rilascio di calore in tempi differenziati nell’arco del ciclo giorno / notte. Gli apporti di energia termica trasmessa dall’irraggiamento solare attraverso le vetrate, sommati alle sorgenti di calore interne (persone, elettrodomestici, illuminazione artificiale,...) tendono a compensare le perdite dell’involucro durante la sta-

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di Alessio Proietti gione fredda. Spesso queste abitazioni sono dotate di un sistema di ventilazione controllata con recupero di calore che permette sia di mantenere un elevato comfort climatico che di filtrare l’aria esterna da polveri e pollini. Diffuse prevalentemente nel nord Europa, in particolar modo in Germania, Svezia, Austria e Olanda, anche in Italia si contano ormai diversi casi. Interessanti le esperienze umbre, che in virtù di contesti paesaggistici di notevole pregio, riescono ad offrire uno spiccato benessere abitativo impreziosito da affacci panoramici talvolta incantevoli.

Vista dall’interno


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benessere al naturale

Salone di bellezza Vogue, top green Tra i 20 saloni di bellezza più ecosostenibili al mondo, uno si trova a Perugia: il Vogue Parrucchieri, un salone top green fondato sul rispetto dell’ambiente. Come sostiene una delle titolari, Silvia Moretti: “Il mio salone è entrato in questo concetto da circa 10 anni, ma da quest’anno abbiamo rinnovato totalmente la struttura, portando dentro prodotti che rispettano l’ambiente: dalle vernici ai legni, dalle luci led ai riduttori di pressione per l’uscita delle acque”. I prodotti usati, tutti rigorosamente naturali, sono dell’azienda Davines, molto attenta a seguire la filosofia bio. Una linea di prodotti a impatto zero, una perfetta sinergia tra tecnologia e natura. Il passaggio dai prodotti chimici a quelli naturali è stato straordinario. La gente reagisce molto bene e comincia ad avvicinarsi con interesse a questi prodotti. “Creando una bellezza sostenibile vogliamo incoraggiare le persone a prendersi

cura di sé e dell’ambiente in cui vivono e lavorano”. Il salone, da agosto 2011, ha inserito anche la parte estetica dove vengono utilizzati prodotti biologici anche per il corpo. “Con i massaggi che facciamo, ci poniamo l’obiettivo di trasferire sul corpo ciò che trasferiamo sulla cute”. L’obiettivo è quello di trasmettere il concetto di benessere a 360 gradi. “Abbiamo inserito anche l’angolo delle tisane biologiche e regaliamo infusi e prodotti omaggio bio per il capello. Inoltre, i primi trattamenti li facciamo provare gratuitamente così da lasciare al cliente la possibilità di decidere. Il messaggio che cerchiamo di diffondere è che “se torniamo a rispettare la natura, i risultati che si possono ottenere, sono forse migliori di quelli che si raggiungono con prodotti chimici”. Non si deve aver paura di cambiare. Nel salone viene organizzata anche la “Giornata benessere”, coinvolgendo la gente ad amare ciò che è naturale. La clientela è molto giovanile e tra l’altro facciamo sconti del 20 % a tutti gli studenti.

VOGUE PARRUCCHIERI Via Dottori, 85 - PERUGIA (PG) Tel. 075.5270628 www.vogueparrucchieri.com

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BORGHI

MonteGiove:

avvistata la Città ideale Imponente e severa, con fossato, torre circolare, mura e merli alla guelfa. Si presenta così la fortezza medievale (XIII sec.) che domina Montegiove, piccolo borgo nel comune di Montegabbione (TR). L’antica presenza di un tempio romano dedicato al dio Giove ne fa derivare il nome. Da qui, tuffandosi con lo sguardo nella natura incontaminata, si scorge una torre con l’orologio. Alti cipressi tentano di nasconderla. E poco sotto un’altra torre! Quella di Babele!? E poi la torre dei venti? Una piramide, poi l’Arco di Trionfo, il Tempio di Vesta, il Pantheon, il Partenone…il Colosseo e poi… È forse un sogno? Un’invenzione della mente? Sì. Quella di un visionario: Tommaso Buzzi, classe 1900. Architetto, designer, collaboratore di Gio Ponti, docente di Gae Aulenti al Politecnico di Milano. Commissionato da ricchi e nobili, dalla famiglia Agnelli, dai Feltrinelli, dai marchesi Misciattelli. Proprio questi ultimi nel 1956 vendettero all’architetto milanese uno scorcio di verde, comprensivo di un convento sorto dove San Francesco aveva costruito un riparo con un’erba palustre chiamata scarza. Siamo alla Scarzuola. Dall’acquisto e per venti anni gli abitanti di Montegiove furono impegnati a realizzare dietro al convento, la città-teatro disegnata da Buzzi. Una grande scenografia, un’antologia in pietra con richiami a noti monumenti ed esperienze visive del passato. Un grande vascello in tufo la cui polena, in prua, è rappresentata dalla dea Madre coi suoi seni di cemento. È un percorso iniziatico in cui è possibile ritrovarsi e probabile perdersi; un percorso mai univoco, come il suo nome: Scarzuola, Città Buzziana o Buzzinda che dir si voglia. È il luogo in cui a volte d’estate Salvador Dalì e Leonor Fini ideavano scenografie surrealiste. È una poesia in pietra. Un viaggio che incanta o lascia perplessi, ma mai indifferenti. È l’autobiografia dell’autore sotto forma di architettura o semplicemente quella che per lui era… “la città ideale”.

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di Alessio Proietti


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Città Buzziana - La Dea Madre

Città Buzziana - L’Acropoli


PALAZZI STORICI

Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago, dimora di un eroico Capitano Valoroso capitano di ventura e abilissimo spadaccino di tornei, Ascanio della Corgna, marchese di Castiglion del Lago e del Chiugi dal 1563, si distinse per le sue alte doti militari in numerose battaglie. Nato nel 1514, nipote del cardinale Del Monte, futuro papa Giulio III, Ascanio coltivò, nella sua formazione, vivi interessi per la strategia e l’ingegneria militare senza disdegnare gli studi umanistici, dai quali erediterà l’amore per la poesia e la pittura. Coraggioso e determinato, fu richiesto dalle più potenti corti dell’epoca. Lo troviamo con Piero Strozzi nel tentativo di restaurare la repubblica a Firenze e arruolato dall’armata veneziana nel 1528 all’assalto della fortezza di Cattaro occupata dai Turchi. Impegnato, poi, in un’encomiabile difesa di Torgiano nella guerra del sale a Perugia contro Paolo III Farnese, al quale suscitò una così profonda ammirazione da esser ingaggiato come capitano della guarnigione a Parma, Rimini e Piacenza. Nel 1550 fu nominato da Papa Giulio III generale dell’esercito Vaticano e perciò custode della Chiesa di Roma. Combatterà al servizio di France-

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di Giulio Siena sco I di Francia nelle frontiere spagnole e succesivamente nominato nel 1552 da Carlo V capitano generale in Italia dove in accordo col Mendoza e con Cosimo de’ Medici, s’impegnerà nello scontro con Siena. Qualche anno dopo otterrà a Perugia il titolo di “primus mercator”, capo supremo del Magistrato. A tanta stima non si sottrarrà nemmeno il governatore di Malta, assediata dai turchi, che ne invocherà l’aiuto. Nel 1565, Ascanio si lancerà, quindi, alla guida del Gran Soccorso per fortificar la città e dirigerne la resistenza. Nell’impresa sarà unanimemente considerato salvatore dell’isola e della cristianità. Lo stesso Filippo II di Spagna, come riconoscenza, gli conferì la carica di maestro di campo generale nell’intero regno e membro del consiglio di Napoli. La Lega Cristiana, qualche anno

Il fianco laterale del Palazzo e il Trasimeno


La Mole del Fronte dopo, lo investirà del titolo di generale delle fanterie per fronteggiare i turchi. Sarà proprio Ascanio a preparare il piano di battaglia della flotta cristiana che il 7 ottobre 1571 ottenne la storica vittoria a Lepanto, respingendo la minacciosa avanzata ottomana e con essa il furore islamico. Si spegnerà nello stesso anno per una febbre contratta nel viaggio di ritorno. I funerali durarono ben nove giorni per poi essere sepolto nella cappella dei Della Corgna in San Francesco al Prato a Perugia. Legato alla sua terra Trasimena e del Chiugi, Ascanio affidò

Stemma di Ascanio con albero di Corgnolo

agli architetti Vignola e Alessi i lavori per la sua dimora a Castiglione del Lago, simbolo di potenza e autorità ma ingentilita da splendidi affreschi del Circignani detto Pomarancio. Spicca la sala di Ascanio, dove le pareti narrano le gloriose gesta del marchese; volte e lunette illustrano scene di carattere sacro e mitologico spesso ornate da grottesche. Amata dimora rinascimentale di un impavido generale.

Le gesta di Ascanio - Affreschi di Pomarancio


CONTEMPORANEITà E design

L’Aeroporto dell’Umbria “San Francesco d’Assisi” firmato da Gae Aulenti

L’aeroporto di Perugia cambia look e si propone nuove importanti ambizioni. “Nel giro di meno di 3 anni e senza precludere l’operatività”, come ci racconta il direttore Farabbi, sono stati terminati i lavori firmati da Gae Aulenti dandoci l’impressione che l’Umbria abbia finalmente un aeroporto internazionale degno dell’ambizione di portarlo ad essere fruito da 500 mila passeggeri l’anno. Il progetto ha previsto un programma di lavori diviso in tre fasi, a partire dalla costruzione degli spazi tecnologici e della nuova aerostazione già inaugurati, fino alla ristrutturazione del vecchio terminal entro il mese di giugno, che ospiterà uffici, una galleria di spazi commerciali ed un ristorante. “Questo spazio – spiega Farabbi – risulta come una sorta di perno tra l’aerea tecnica e il ristorante distinguibile anche nel suo linguaggio architettonico rispetto al resto del progetto, proprio perché è l’unica parte ristrutturata e non costruita ex-novo, nella quale si andranno ad inserire attività commerciali che rappresentino le eccellenze del nostro territorio. L’obiettivo è la fruibilità dell’infrastruttura da parte di tutti. Molto spesso infatti la tendenza nei grandi aeroporti è quella di spostare tutto dopo i controlli prima dell’imbarco; qui grazie alla rapi-

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di Alessia Mencaroni dità di gestione di queste operazioni, si è voluto lasciare uno spazio accessibile anche a coloro che non sono in aeroporto per imbarcarsi, ma piuttosto in attesa o in visita”. Le connotazioni di tipicità regionale dell’aeroporto San Francesco si evincono anche dalle scelte architettoniche adottate da Aulenti. Il nuovo terminal è infatti composto da otto strutture a pianta quadrata con tetto a quattro falde tipico della nostra regione, la distribuzione in unico livello dimostra la volontà di rientrare nei vincoli paesaggistici dell’aerea in cui è inserito senza avere un impatto visivo sull’ambiente. Quattro degli otto padiglioni si affacciano verso la strada di accesso con una facciata regolare, in cui si distinguono tre ingressi con pensiline metalliche. Gli altri quattro padiglioni, che si affacciano verso le piste, sono invece disposti a ventaglio, permettendo così di avere una zona più


ampia al centro in corrispondenza dei check-in. In questo spazio centrale si evince il continuo gioco di vuoti e pieni, dando luogo a contrasti di luci ed ombre che caratterizzano fortemente l’intero complesso. L’uso sapiente del cemento armato con effetto di pannellature gettate in opera, si intervalla con alleggerimenti di setti in vetrocemento così da potenziare ancor più l’uso della luce naturale. Per quanto concerne il richiamo dei cromatismi del complesso, Farabbi cita il rosso come richiamo al nostro cotto e il verde ai nostri olivi. Il progetto include inoltre le sistemazioni esterne e a verde, l’ampliamento del piazzale di sosta per gli aerei

e i collegamenti necessari alle piste. Il nuovo assetto architettonico del terminal ha inciso anche nella gestione delle operazioni di imbarco. Come sostiene il capoturno Valter Cozzari: “C’è un miglioramento nel modo di operare, nel comfort dei passeggeri per non parlare dei controlli di sicurezza effettuati con mezzi più moderni che velocizzano le operazioni”. Basti pensare che a parità di personale l’aeroporto 20 anni fa gestiva 30.000 passeggeri l’anno, ora 100.000 al mese nei periodi di punta.


ARTE

Ex seccatoi del tabacco: i “cicli” artistici di Alberto Burri Una monumentalità prodigiosamente rinnovata nel più ardito dei linguaggi contemporanei Alberto Burri (1915 - 1995) rappresenta incontestabilmente una delle voci più interessanti, in campo internazionale, degli sviluppi materici dell’ “Informale”. Nativo di Città di Castello, si laurea in medicina nel 1940. Inizia a dipingere a Hereford in Texas, prigioniero durante la Seconda Guerra Mondiale. Sin dall’inizio la sua ricerca si svolge nell’ambito del linguaggio astratto con opere che non concedono assolutamente nulla al figurativo in senso tradizionale. Le prime opere appartengono alla serie delle «muffe», dei «catrami» e dei «gobbi» e conservano un carattere essenzialmente pittorico, in quanto sono ancora costruite secondo la logica del quadro. Nei “gobbi”, Burri modella la superficie di supporto con una struttura di legno, manifestando a poco a poco il desiderio di uscire dal quadro. La stagione dei “sacchi” inizia nel 1952; non è più la pittura a fingere la realtà ma la realtà che finge la pittura. Sulla tela uni-

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di Noemi Furiani

formemente tinta di rosso o di nero Burri incolla dei sacchi di iuta, logori e pieni di rammenti e cuciture. Di “carne e sangue” ha parlato il critico americano Sweeney, riferendosi al passato di medico di Burri per spiegare le suture, i tagli, gli interventi con bende e garze. Il rosso colante e i tagli alludono alla ferita, non tanto del singolo individuo ma a quella immensa del mondo, dopo la guerra. Dal 1957 in poi, con la serie delle


«combustioni», compie una svolta rilevante nella sua arte, introducendo il «fuoco» tra i suoi strumenti artistici con cui accelera la corrosione della materia. Nella sua poetica è sempre presente il concetto di «consunzione» che raggiunge il maggior afflato cosmico con la serie iniziata negli anni Settanta dei «cretti», realizzati con una mistura di caolino, vinavil e pigmento fissata su cellotex, aventi l’aspetto della terra essiccata. I titoli che Burri ha scelto per le sue opere non hanno nulla di evocativo o di lirico, potrebbero accompagnare benissimo esperimenti scientifici ( Sacco 5P, Combustione Legno SP) ma testimoniano la sua volontà di proteggere la pittura da significati “altri”, da qualsiasi elemento letterario che ne mini la silenziosa imponenza. Le collezioni di Palazzo Albizzini e degli Ex Seccatoi del Tabacco a Città di Castello non costituiscono soltanto le maggiori raccolte di opere di Burri ma sono la prova di una delle principali convinzioni dell’artista: la necessità di un rapporto tra l’opera e lo spazio particolare, irripetibile, che la contiene. Palazzo Albizzini, nel cuore della città, fu scelto da Burri per la sobrietà degli elementi decorativi che creano una perfetta armonia con la geometria delle sue opere; mentre il grande complesso industriale degli Ex Seccatoi del Tabacco, appena fuori le mura della città, fu scelto dall’artista negli anni Settanta come studio per lavorare, visto l’aumento consistente delle dimensioni delle opere cui si dedicava in quegli anni; poi mano a mano iniziò a vederlo come l’unico contenitore possibile per esaltare la monumentalità dei “Cicli” progettati proprio in quell’ ambiente: Il viaggio (1979), Sestante (1982), Rosso e Nero (1984), Cellotex X (1975-84), Annottarsi (1985-87), Non ama il nero (1988), Neri

(1988-90), Metamorfotex (1991) e Il Nero e l’Oro (1992-93). Quando Burri decide di lavorare soltanto per “Cicli”, non fa altro che radicalizzare un’idea che aveva sempre sostenuto: ogni opera è collegata a quella che la precede, a quella immediatamente successiva o magari a quella dipinta vent’anni dopo.


etruscologia

Nuova scoperta di reperti etruschi a Perugia Gli etruschi continuano a stupire, scoperto un nuovo percorso archeologico sotto la cattedrale del capoluogo umbro I luoghi culturali da visitare a Perugia si sono arricchiti, da poco più di un anno, di un percorso archeologico di grande interesse. Grazie infatti agli scavi condotti dalla Soprintendenza archeologica dell’Umbria, durante i lavori di consolidamento delle fondazioni della Cattedrale perugina dedicata al martire e patrono San Lorenzo, sono emerse vestigia di un antico passato ormai dimenticato. Dagli etruschi al medioevo, una serie di fasi di vita della città sono diventate visibili a tutti. Siamo di fronte

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di Barbara Venanti ad un’altra città sotterranea, al pari della Rocca Paolina, che si snoda per circa un chilometro al di sotto della città moderna fino quasi a ricongiungersi con gli scavi di piazza Grimana. Ci sono voluti quasi 25 anni di scavi, era infatti il 1986 quando iniziarono gli interventi di consolidamento delle fondamenta della nostra cattedrale diretti dall’Ing. Vagni, per arrivare al risultato che ora tutti possono ammirare. Oggi il visitatore si trova ad osservare, meravigliato, le vestigia di una villa romana, i resti di una fornace medioevali, le antichissime mura etrusche, i resti di un antico tempio pagano e di una via lastricata. Insomma in poco spazio tutta la storia antica della nostra città. I materiali rinvenuti sono in parte visibili negli spazi del museo diocesano e in parte al museo Archeologico nazionale dell’Umbria. Qui spiccano, per la loro bellezza, le antefisse del tempio etrusco realizzate in terracotta, in particolare la figura di un satiro che conserva ancora il viso, la barba e gli occhi colorati, fatto molto raro. Per poter accedere al complesso archeologico è necessaria la prenotazione, telefonando al museo diocesano al seguente numero: 075.5724853.


discovery

Cippi di confine tra regno borbonico e stato pontificio Una scoperta archeologica è sempre entusiasmante. Lo è ancor più quando emergono reperti inediti come i cippi nel tratto umbro-laziale del confine tra lo Stato Pontifcio e il Regno Borbonico. Era il 1627 quando Urbano VIII istituì un organismo della Curia volto a tutelare l’integrità dello Stato, evitando cessioni illegali, risolvendo controversie con gli stati limitrofi e recuperando territori precedentemente persi. Papa Gregorio XVI (1831 – 1846) nominò l’ultimo rappresentante di tale istituzione per definire l’annosa e complicata questione del Confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Nel 1840 a Roma venne siglato il trattato

Il Cippo a San Giovenale di Leonessa

di Claudio Cattuto di confinazione tra i due Stati in cui si fissava la linea di demarcazione su mappe dettagliate, seguendo ove possibile elementi naturali di divisione (montagne e fiumi). Su tale linea vennero impiantati inizialmente pali di legno , sostituiti in un secondo momento da 686 cippi in pietra locale, di forma cilindrica, alti poco più di un metro, recanti alla sommità una incisione che indicava da una parte il cippo precedente e dall’altra quella del cippo successivo. Sul lato rivolto verso lo Stato dei “Papalini” erano incise le due chiavi di San Pietro decussate e l’anno della posa (1846), sul lato rivolto verso i “Regnicoli” il giglio Borbonico ed un numero progressivo (con alcuni “doppioni” contraddistinti da lettere, ad esempio 649A e 649B, nei punti in cui calamità naturali avrebbero potuto alterare la morfologia del territorio). All’indomani dell’unità d’Italia molti dei cippi vennero abbattuti, rotolati lungo i fianchi delle montagne dove finirono per interrarsi o coprirsi di muschio, altri vennero rimossi, molti riciclati come colonnette da sistemare nei cimiteri o in edifici religiosi o pubblici. Un cippo sormontato da una croce è stato repertato a San Giovenale di Leonessa. Questa è la storia per sommi capi, di quella che una storica inglese Georgina Masson, ha definito la frontiera che è durata più a lungo in Europa.

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Personaggio francesca testasecca, la prima

miss italia di origine umbra a cura di Carlo Timio

Diverse ragazze umbre si erano avvicinate al titolo di Miss Italia, ma nessuna era mai riuscita a superare le finali. Finché, nel 2010, è arrivata la folignate Francesca Testasecca, che con la sua straordinaria bellezza, ha ottenuto la fascia più anelata dal pubblico femminile italiano. Francesca Testasecca, Per cominciare, faccio un salto indietro. Lei ha vinto lo School Day nel 2009, un titolo che sta portando fortuna a diverse ragazze umbre. Mi racconti quello che provò nel vincere questo concorso? “Quello dello School Day è stato un concorso a livello scolastico. Già conoscevo l’ambiente delle sfilate dato che lavoravo come modella, e quando mi hanno proposto di partecipare, io sono andata e ho vinto la fascia”. Lei ha vinto il titolo di Miss Italia a 19 anni. Si aspettava di raggiungere quello che è visto come un sogno per molte ragazze italiane? “Sicuramente è un sogno per moltissime ragazze. A dire il vero non era il mio sogno. Ci sono tante ragazze che sin da piccole, desiderano intraprendere una carriera da modella. Io ho cominciato come divertimento, ma anche perché riuscivo a guada-

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gnare qualche soldino, e così potevo togliermi qualche sfizio. Da anni, alcuni miei amici mi continuavano a proporre di partecipare a Miss Italia. Ho sempre rifiutato fino a quando ho pensato, mi sto diplomando, faccio Miss Italia e poi torno a casa. Invece le cose sono andate diversamente”. Prima di vincere il titolo, cosa faceva nella vita? Andava a scuola, faceva sport, aveva hobby? “Avevo la mia quotidianità, lavoravo ogni tanto nel fine settimana come modella, ma facevo la mia vita da adolescente, amici, scuola e sport”. Cosa si prova a vincere questo ambitissimo titolo? “Nel momento della vittoria sinceramente si prova di tutto e di più. Si accusa la stanchezza di un mese di preparazione. Si arriva esausti. Ho realizzato solo durante la notte di quello che era accaduto, anche perché non ho dormito niente e la mattina alle 6 ero già in televisione a fare interviste”. Come è cambiato la sua vita da quel momento? “L’anno di Miss Italia è stato molto duro, sei sempre in giro per il mondo a lavorare con sponsor, negozi, manifestazioni e riprese televisive. E a casa non torni mai. Stavo entrando in quel mondo, senza che nessuno mi desse consigli,



Concorso Miss Italia ed è per questo che spesso ci ho sbattuto la testa. Inizialmente comunque ero molto carica e piena di energie, poi a un certo punto, ho accusato il colpo e mi sono detta: ‘Fermi tutti, non ce la faccio più’. La cosa più difficile è stata rapportarsi con un mondo completamente diverso da quello che si vive quotidianamente”. Come ha vissuto l’anno di Miss Italia e cosa ha fatto durante questo periodo? “Innanzitutto si deve capire quali opportunità prendere in considerazione rispetto a tutte quelle che si propinano. Visto da casa sembra tutto rose e fiori. Poi quando ti ci trovi dentro, sei tu a decidere se ti piace o no quell’ambiente. Io avrei voluto da sempre fare cinema. Partendo da zero però sarebbe stato molto difficile intraprendere questa carriera. Con la fascia ovviamente si aprono delle porte. E’ tuttavia vero che non ti regala niente nessuno e che si deve studiare e fare la gavetta”. Quali strade le si sono aperte? “Premetto che io sono ancora sotto contratto Miss Italia, sebbene non abbia più la corona. Anzi sono stata la prima Miss Italia a cui hanno fatto un contratto di due anni perché in genere dura un anno. Quindi sto ancora lavorando con loro. C’è un discorso di testimonial e di pubblicità. Si può scegliere il settore cinema e spettacolo oppure la moda, io ho preferito il cinema, di conseguenza le sfilate e altro sono venute meno. Se dovesse tornare indietro, lo rifarebbe? “Rifarei tutto, sì, perché è un’opportunità che non capita tutti i giorni. Comincerò a giorni le riprese di un film, che andrà a breve al Cinema”. Quali sono i suoi sogni nel cassetto? “I miei sogni nel cassetto penso di averli già esau-

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diti, per lo meno il grande è stato già fatto”. Sono cambiati i rapporti con i suoi vecchi amici? “Gli amici con la A maiuscola non sono cambiati, e sono rimasti, mentre il rapporto con gli altri è andato scemando”. Che rapporto ha con la sua città natale? Sarebbe disposta a cambiare città per lavoro? “Ho sempre un ottimo rapporto con la mia città. Ora vivo a Foligno, ma non ci sono quasi mai. Tra poco mi trasferirò a Roma per motivi di lavoro. Con il sindaco di Foligno c’è un ottimo rapporto, mi hanno accolto in maniera bella e cortese quando sono tornata da Miss Italia. C’è stata un po’ di cattiveria dai miei compaesani e alcuni giornalisti hanno scritto cose sui giornali non vere. Da loro non mi sarei aspettata questo atteggiamento. Di ciò mi è dispiaciuto molto. Ma tutto fa parte del gioco. Del resto, più si alza la posta e più ci sono degli aspetti negativi”. Cosa consiglia a tutte le ragazze che si avvicinano al mondo dei concorsi e che aspirano a seguire il suo stesso percorso di successo e di vittorie? “Non si deve fare del tutto pur di arrivare. Stando in mezzo a concorsi e sfilate ho visto cose allucinanti. Si inizia molto da giovani e spesso non si sa dove si va a parare. Ho visto ragazze giovani, molto determinate, ma su strade sbagliate”.


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briefing culturale Citerna Fotografia 2012 Nella splendida cornice dell’ Alta Valtiberina, a Citerna, uno dei borghi più belli d’Italia, va in scena, fino al 3 giugno 2012, la IV edizione di CiternaFotografia - Festival d’Arte Fotografica. Un ricco programma per una manifestazione di alta qualità artistica che include conferenze e workshop di approfondimento sulla tecnica e sul linguaggio fotografico, concerti e rappresentazioni teatrali. Previsti inoltre mostre (ad ingresso gratuito) e incontri con i fotografi. Nomi di spicco tra cui Felix Lupa, Antonio Manta, Stephanie Gengotti, Francesco Zizola, Monica Bulay, Emiliano Mancuso e Renata Ferri. Il festival di Citerna fa parte della IX edizione di Portfolio Italia - Gran Premio Epson, evento finale di una serie di manifestazioni FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) che si svolgono in nove tappe tra aprile e ottobre 2012. Il tema prescelto per quest’anno è “Stato di crisi”, sviluppato su un percorso di immagini capaci di mostrare con innumerevoli sfumature tutta la complessità della crisi finanziaria, politica e ambientale su scala internazionale. Il premio finale, uno dei maggiori riconoscimenti a livello nazionale, andrà ad un lavoro completo di un unico autore. Vengono inoltre incentivate l’esperienza naturalistica e l’avvicinamento all’ambiente, alle sue bellezze e al Tevere, con spazi dedicati ai camperisti, discese in canoa e passeggiate per i sentieri lungo il fiume.

“Prima della prima” di Luca Ronconi a Corciano Luca Ronconi ha presentato in anteprima nel Teatro della Filarmonica di Corciano (Pg) il suo nuovo spettacolo teatrale “Prima della prima”, una serata per la presentazione di “Mistero doloroso” di Anna Maria Ortese con Galatea Ranzi. Si è trattato di una produzione del Teatro Stabile di Palermo, in collaborazione con il Centro Teatrale Santacristina di Gubbio e il Comune di Corciano. A conclusione del mese di prove dirette dal maestro Luca Ronconi presso il Teatro della Filarmonica sono state presentato alcune scene di “Mistero doloroso”. Finito lo spettacolo, la compagnia teatrale si è deliziata con le prelibatezze del ristorante “Il Convento”. La pièce teatrale, che ha debuttato il 18 aprile scorso in prima nazionale al Teatro Bellini di Palermo, è tratta da un racconto inedito di Anna Maria Ortese e narra l’amore impossibile tra la giovane e umile Florida e il Principe Cirillo in una Napoli animata, bella e disperata, in cui dominano le differenze di casta e in cui si muovono personaggi diversi. Unica protagonista è stata Galatea Ranzi, nota ed apprezzata attrice teatrale e cinematografica, già interprete di alcuni tra i più importanti spettacoli di Ronconi.

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PARLA l’Esperto

La riforma del condominio in corso di definizione La riforma del condominio, dopo settant’anni di sostanziale immobilità, potrebbe diventare una realtà normativa entro l’estate. La necessità di una riforma organica della materia, volta ad adeguare la disciplina codicistica - risalente al lontano 1942 -, alle nuove esigenze condominiali, appare evidente da parecchie legislature, ma il tentativo di concludere l’iter di formazione di un testo di legge condiviso non era mai giunto così lontano. Dopo l’approvazione del Senato, avvenuta il 26 Gennaio 2011, il disegno di legge 4041 è stato infatti già sottoposto all’esame della Commissione Giustizia della Camera e si avvia rapidamente alla sua definitiva approvazione. Le novità che si apprestano a ridisegnare l’istituto in veste radicalmente modernizzata sono molte ed interessano vari aspetti della disciplina fino ad oggi in vigore. Oltre all’esplicita previsione delle sempre più frequenti figure del supercondominio e dei complessi “orizzontali” costituiti da villette, il nuovo testo normativo prevede un ampliamento delle garanzie del condominio e rafforza

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di Elisabetta Bardelli

Nuove regole in arrivo per la figura dell’amministratore del condominio la figura dell’amministratore, che viene investito di nuovi poteri e sottoposto a maggiori responsabilità. In particolare, si aumenta da uno a due anni la durata del mandato dell’amministratore, che dovrà essere iscritto in un apposito registro pubblico presso la Camera di Commercio. All’amministratore si impongono una serie di nuovi obblighi, la cui inosservanza determina nuovi motivi di revoca dall’incarico: l’obbligo di procedere all’apertura di un conto corrente intestato al condominio, in modo da evitare confusione tra patrimonio personale e condominiale e tra i patrimoni di più condomini eventualmente gestiti dallo stesso amministratore; l’obbligo di prestare idonea garanzia per le responsabilità derivanti dallo svolgimento dell’incarico; l’obbligo di agire in tempi brevi per il recupero forzoso dei crediti condominiali. Restano alcune questioni da definire, come il riconoscimento al condominio della personalità giuridica, ma gli operatori auspicano di sciogliere ogni nodo entro giugno.



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LONDON CALLING

Quanto costa studiare in una università inglese?

Cambridge University

Il prestigio e la tradizione di un college della Gran Bretagna rappresentano ancora un importante lasciapassare per la ricerca di un buon lavoro Chi più spende, meno spende. Un vecchio proverbio che non passa mai di moda. Soprattutto se per la testa balena l’idea di una carriera universitaria all’estero. Prestigio e tradizione dei college inglesi sono un vero lasciapassare nel mondo del lavoro, ma a quale prezzo? Facciamo due conti e qualche considerazione. 8,393 sterline equivalenti a dieci-

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di Roberto Gagliardi La Gala (inviato da Londra) mila euro per intenderci. In Inghilterra, dall’anno accademico 2011/12, è questa la retta annuale media per studenti che non beneficiano di agevolazioni. Un incremento spaventoso, se si pensa che fino all’anno precedente vi era un Cap cost di 3,350 sterline all’anno. Un aumento, tra l’altro, approvato tra mille contestazioni dal Governo inglese, che però ora si trova a fare i conti con la mancanza di liquidità per far fronte alle iscrizioni: in Inghilterra infatti è proprio il Governo che paga la retta annuale agli studenti in corso, i quali la rimbor-



sano non appena il loro guadagno lordo supera le 21,000 sterline annuali. L’effetto, forse indesiderato, è quello che il Governo stesso possa chiedere alle università di ridurre sensibilmente il numero degli iscritti. Con il rischio concreto di creare una nuova classe sociale: quella accademica, fatta da sempre meno studenti, sempre più ricchi. Cari, sì. Elitari, forse. Ma è altrettanto vero che i college inglesi si occupano dello sviluppo dello studente in ogni fase del corso di laurea, dall’attività periodica di tutoraggio agli alloggi garantiti e a prezzi agevolati, dalle strutture sportive di primo livello alle sale computer accessibili a tutti. Senza dimenticare i rapporti preferenziali (e trasparenti) con aziende private per periodi di stage. E il nostro Ateneo? Dalla scorsa estate la retta annuale per gli immatricolati all’università di Perugia varia, a seconda della fascia contributiva, da un minimo di 439 ad un massimo di 1,699 euro. Quindi, anche nella peggiore delle ipotesi, studiare ‘in sede’ costerebbe circa sei volte in meno rispetto a quanto pagano i nostri colleghi oltremanica. Ma, finanze a parte, è (ancora) così vantaggioso laurearsi nel nostro paese? Cosa

Corpus Christi College

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‘compriamo’ con quei millesettecento euro all’anno, cifra che il nostro Governo sicuramente non ci anticipa e che tra l’altro può anche raddoppiare se l’analisi viene condotta sull’intero territorio nazionale? Numeri a parte, l’impressione è che la ‘nostra’ università abbia principalmente fallito nel non essere riuscita a stare al passo con i tempi, lasciando lo studente abbandonato a sé stesso e ai suoi soli mezzi, consentendo sì l’accesso alle lezioni ma provvedendo a ben poco altro. Generalizzare, si sa, è sbagliato ma non si può certo negare che i servizi di cui disponiamo sono insufficienti, le attività e le iniziative extra-accademiche assenti o male organizzate, l’accessibilità ai professori ridotta e le strutture (a cominciare dagli alloggi) spesso inadeguate. Il risultato è che lo studente ‘medio’, quello che dovremmo prendere come riferimento per misurare il successo di un istituto di istruzione, spesso perde motivazioni e fiducia in sé stesso, manca di senso di appartenenza all’ateneo, non ha particolari interessi legati all’università al di fuori del superamento degli esami. Ma se questo approccio aveva un senso in un ambiente estremamente selettivo come quello dei nostri atenei fino all’introduzione del Nuovo Ordinamento, ora probabilmente non funziona più. E a farne le spese è proprio chi, con una pergamena in mano ed il portafoglio vuoto, si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro.



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LIFESTYLE VIVERE A LUNGO L’Umbria, insieme alle Marche, è la Regione più longeva d’Italia. La speranza di vita per la donna è 82 anni, per l’uomo 79. Non a caso è la regione con il maggior numero di ultracentenari. Qual è il segreto? Stile di vita, dieta, assistenza socio-sanitaria, DNA.

STILE DI VITA Semplicità, sobrietà, riservatezza, solidarietà sono caratteristiche che affondano nell’anima e nella cultura agricola della gente umbra. Ne sono testimonianza il reciproco aiuto, le case modeste ma ospitali, i piatti semplici ma gustosi, la storia che si fa presente. Il tutto inserito nell’animo silenzioso dell’umbro altruista ma fiero della su identità.

NICCHIA DELL’ETA’ E’ oramai assodato che molti stranieri, essenzialmente inglesi, francesi, tedeschi, trovano in Umbria un habitat ideale per vivere dopo il pensionamento. Esistono piccoli centri o borghi in cui non si parla più italiano, dopo l’acquisto di case, casolari, poderi abbandonati per effetto dell’esodo degli agricoltori durante il boom industriale. Emerge una nuova “viviblilità costruita” da forze straniere attratte dalla bellezza naturale. Ma non solo. Anche star del jet set internazionale del cinema, oltre che politici, artisti e manager, hanno acquistato case in Umbria: da George Lucas, regista di “Guerre stellari” ed Indiana Jones al premio Oscar Colin Firth; dal presidente della Bce Mario Draghi all’architetto Gae Aulenti; da Luca Ronconi a Dario Fo.

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ARTE E CULTURA L’Umbria raccoglie in un territorio relativamente piccolo, un ricco patrimonio artistico distribuito non solo sulle città principali come Perugia ed Assisi, ma anche sui piccoli centri che racchiudono palazzi, chiese, abbazie, monumenti da conoscere per la cornice architettonica che inquadrano, e per il fascino storico che veicolano, testimonianza di antiche vitalità dell’arte umbra e dell’incredibile maestria del modellare ambienti sacri e laici.

RICCHEZZE ENOGASTRONOMICHE Il vino, risorsa millenaria, ha avuto grande enfasi negli ultimi tempi. E’ in un calice pieno di sole che illumina l’Umbria. Si riprendono ricette e piatti ispirati ancora alla tradizione contadina, povera ma saporita che richiede pazienza, dedizione, attenzione minuziosa. Come si prepara un manufatto artigiano, così con le mani

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EVENTI CULTURALI E FOLKLORISTICI L’Umbria è la regione che celebra un numero rilevante di eventi culturali come retaggio del passato e come testimonial di iniziative moderne ed attuali. Ne citiamo alcune: Giostra della Quintana a Foligno. Mercato della Gaite a Beva-


sapienti si impastano parole, ricordi e ingredienti della terra umbra (ove l’olio di ulivo la fa da padrone) in una sinfonia di gusti e profumi, di aromi e prelibatezze.

r e p ere ia iv v mbr U in a cura di Mario Timio

gna, Corsa dei Ceri a Gubbio, Umbria Jazz a Perugia, Winter Jazz ad Orvieto, Festival dei due Mondi a Spoleto.

ANTIDOTO ANTISTRESS La combinazione di componenti ambientali, culturali e paesaggistiche coniugata ad alta aspettativa di vita e a basso impatto ecologico contribuisce ad abbattere la carica di stress tipico della moderna vita quotidiana. Tale aspettativa trova la consacrazione culturale nella istituzione del primo Master nazionale antistress organizzato a Terni in collaborazione con l’Università di Perugia.

SPIRITUALITA’ CONTEMPLATIVA L’Umbria oltre ad essere “il cuore verde” d’Italia, è definita anche “terra dei santi” in virtù della carica spirituale e mistica che da sempre l’ha contraddistinta e che ha contribuito nei tempi a edificare e tramandare la storia e la cultura in Italia e in Europa. Non a caso un protettore dell’Europa è S. Benedetto da Norcia. La serie di conventi e monasteri che punteggiano la terre umbra ne è una testimonianza.

ARTISTI In ogni era gli artisti umbri hanno raggiunto mete altissime divenute icone della pittura e scultura mondiale. In Umbria c’è una declinazione di opere importanti anche con il viatico di una scuola artistica che ha dettato legge nel tempo. Grazie ad artisti come Pietro Vannucci detto Perugino, Bernardino di Betto detto Pintoricchio, Raffaello Sanzio (urbinate di nascita, umbro di adozione), Luca Signorelli (toscano d’origine ma associato alla scuola umbra), lo stile umbro si diffuse nei centri più importanti della penisola e non solo, richiamando un flusso turistico senza tempo.

TERRA DI SILENZIO E RELAX Verdi colline dolcemente degradanti punteggiate di ulivi argentati, intercalate a campagne scandite da scuri filari di vigne, macchie verdi intense e lussureggianti. Passeggiate per sentieri incontaminati o per vicoli dal profumo tardo-medioevale di tanti borghi (ove la vita sembra ferma da secoli), gustare la quiete di luoghi piccoli ma immensi ove traspare l’anima più autentica del popolo umbro. Per attingere pace e relax garantito.

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Percorsi Turistici

Città di Castello,

tra rinascimento e arte contemporanea Città ordinata e al contempo intrisa di personalità ed energia. Di cultura secolare, vitale e rispettosa della rigogliosa natura circostante, fu nel Rinascimento che Città di Castello raggiunse il massimo splendore quando diverse famiglie si contesero il predominio, ma su tutte prevalse quella dei Vitelli. In quel fiorente periodo architetti, pittori e letterati frequentarono la città ricreando l’analogo spirito che animava ogni corte europea. Primo fra tutti fu chiamato lo stesso Raffaello ad abbellire la città che ancora giovanissimo lasciò alla città opere d’incommensurabile valo-

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di Laura Patricia Barberi re. Sorsero così Palazzo Vitelli alla Cannoniera, Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, Palazzo Albizzini, il Palazzo e il Loggiato Bufalini, solo per citare alcuni tra i luoghi più caratteristici. Quasi tutti i tesori più preziosi di Città di Castello sono raccolti in soli tre musei: la Pinacoteca Comunale (Via della Cannoniera) collocata nello


splendido scrigno di Palazzo Vitelli, il Museo del Duomo (Piazza V. Gabriotti, 1) e le due collezioni di Palazzo Albizzini (Via Albizzini, 1 – www.fondazioneburri.org) e degli ex Seccatoi (Via Pierucci) che segnano il percorso artistico di Alberto Burri, uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea. Tra una tappa e l’altra potrete rifocillarvi presso l’ambiente coloratissimo, autentico e rilassato de “L’Osteria”, ristorante tipico dove nel menù non mancano mai cinghiale, polenta e gustosi “crostoni” (Via Borgo

Palazzo Albizzini

Dal Raffaello a Burri, lo splendore della città attraverso i secoli ha mantenuto fascino e creatività di Sotto, 1 – 075 85569955). L’aperitivo più fashion, invece, è nel gazebo del raffinato Cafè Latino (Piazza Matteotti - 075 8522641). Oltre a questo grande patrimonio artistico l’antica Tiferno conserva e custodisce entro le mura, fra palazzi e torri, l’anima di un artigianato che è specchio della creatività e laboriosità della sua gente. Abili tessitrici, ceramisti, stampatori e falegnami (visitate il fantasioso laboratorio di Luigi Silvestrini, il “Follegname”. Via G. Marconi, 19 www.insolitoeimprobabile.it) tramandano saperi e tradizioni che rimangono vive nel tempo dando alla città una dimensione umana e una dolcezza profonda.

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GIRI del gusto

…al gusto di acqua Acqua. Acqua da bere, acqua da mangiare, da toccare, da ascoltare. Confine e limite, spazio aperto e infinito, dolce salato salmastro. Piacere e paura, ricordo e oblio, principio e fine (Eraclito di Efeso). Acqua di mari, di laghi, di fiumi, di torrenti e cascate. Acqua, dono di natura per l’Umbria, surrogato di quel mare che non c’è. Acqua come importante scelta di insediamento umano: gli Umbri e gli Etruschi divisi per il controllo del Tevere, popoli diversi, lingua, usi e tradizioni diversi. Acqua, la quale è multo utile et hùmele et pretiosa et casta, quella del Cantico di Francesco, che così tanta acqua aveva Assisi e persino nel nome: dall’antico umbro asa, torrente. Acqua per il nostro tanto verde, che arriva sin dentro le nostre città e acqua per noi, per dissetarci alle nostre tante fontane. Acqua di sorgente, chè alla sorgente si va ad attingere acqua: vicino ad essa nascono i primi insediamenti urbani, si costruiscono strade, si organizzano attività, attorno ad essa nasce tutta l’architettura dell’acqua, gli acquedotti etruschi, impianti idrici del sottosuolo veri e propri labirinti, e quelli romani. Acqua per il corpo e per lo spirito, acqua che nutre, disseta e santifica,

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di Marilena Badolato augurio di santità - salubrità per iniziare una nuova vita, più puliti. L’acqua è ancora oggi considerata uno degli elementi più potenti della natura umana, è un bene prezioso, è un patrimonio da salvare. Per vivere, bene, abbiamo bisogno di bere dai due ai quattro litri di acqua al giorno, ma pochi sanno che per produrre l’alimentazione giornaliera di una persona occorrono dai 2000 ai 5000 litri di acqua. Tutta la produzione alimentare, dalle colture agli allevamenti, necessita, per il suo ciclo, di acqua: di questa acqua virtuale per un pomodoro (70 g) ne servono 15 litri, per una patata (100 g) 25, per un’arancia 50 litri, 70 per una mela, fino a 1500 litri per un chilogrammo di grano, ma per un hamburger (150 g) ben 2400 litri, e addirittura 15000 litri per un chilogrammo di manzo. Per la nostra beneamata tazzina di caffè occorrono


L’acqua è ancora oggi considerata uno degli elementi più potenti della natura umana, è un bene prezioso e un patrimonio da salvare 140 litri di acqua: è l’effettiva quantità utilizzata per coltivare, produrre, imballare, spedire i chicchi per preparare il nostro caffè mattutino. Dovremmo allora produrre e consumare cibi con una impronta idrica minore. Acqua virtuale, potente concetto che mette in luce i tanti fattori nascosti del nostro reale consumo globale di acqua. Il mondo ha sete perché abbiamo troppa fame. La riduzione della disponibilità di acqua è dovuta all’inquinamento, ai cambiamenti climatici, ai nostri comportamenti alimentari, alla scarsa cura della governance dell’acqua stessa. I modelli più vicini agli obiettivi prefissati di sostenibilità ambientale sono quelli dell’agricoltura biologica e biodinamica che mantengono la fertilità del suolo e aumentano

la biodiversità della flora e della fauna, del paesaggio intero quindi. I prodotti biologici sono migliori non solo per il gusto legato alle migliori qualità organolettiche, ma anche per l’assenza di pesticidi che inquinano le nostre acque e per la elevata produttività rapportata ai minori consumi di energia ed acqua. L’agricoltura biologica ha come scopo il mantenimento delle risorse ambientali, la fertilità del suolo e la biodiversità, per mantenere un equilibrio all’interno dell’agroecositema (Lanfranco Bartocci, Presidente Bio Umbria). La Green Economy, il modello ideale di Agricoltura verde, dovrebbe essere pensata verde sin dall’origine, e non perseguita apportando minimi ritocchi superficiali (greenwashing). Solo attuando importanti cambiamenti di scienza agricola e scelta politica, l’agricoltura e gli interi sistemi alimentari potranno divenire sostenibili e multifunzionali a lungo termine. Per il nostro bene. Di tutti.

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SPORT

Grifo calcio femminile: il sogno diventa realtà. Conquistata la serie A1 E’ stata una stagione straordinaria. Una cavalcata fantastica verso la serie A1. Un sogno diventato realtà. Addirittura con tre giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. E’ il risultato della Grifo Calcio Femminile che vola nella massima serie del calcio “rosa”. Il 29 aprile 2012 all’Antistadio del Curi con la vittoria sull’Imolese per 5-1 le biancorosse conquistano la matematica promozione nella massima serie. Una partita indimenticabile così come le emozioni alla fine del match. Una squadra tenace, caparbia, di qualità tecniche e caratteriali fortissime che ha centrato una promozione incredibile. Merito delle ragazze, senza dubbio, e di un allenatore arrivato ad inizio campionato che ha saputo vincere la scommessa. Michele Scapicchi, ex giocatore di prestigio, ha guidato le sue grifoncelle con piglio e grinta fino alla vittoria finale e a mantenere (almeno è così mentre viene chiuso il numero in redazione) l’imbattibilità assoluta.

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di Barbara Isidori

Michelle Scapicchi - allenatore “Quest anno abbiamo davvero scritto la storia della nostra società” ha commentato il presidente Valentina Roscini. “Inseguivamo da anni quest’obiettivo ma non c’eravamo mai riusciti. La squadra ha disputato un campionato perfetto dimostrando carattere, spirito di sacrificio e grandissimo attaccamento alla maglia dalla prima all’ultima giornata. Essere in A1 nell’anno del nostro ventesimo compleanno è un motivo in più di grande soddisfazione. Il pensiero più importante è rivolto a Chiara Montagnoli, figlia del


La squadra femminile del calcio perugino mette a segno quest’anno la straordinaria promozione in serie A1. Un traguardo ambito mai raggiunto finora. nostro dirigente Rita Giorgielli, e a Maurizio Pugnali, papà della nostra punta di diamante Luisa, che sono venuti a mancare qualche mese fa. La perdita di due persone così splendide è stato un duro colpo, ma vivere lo sport come una grande famiglia ci ha permesso di essere ancora più uniti nel dolore. Ha fatto crescere in tutti noi la consapevolezza che l’amore per Chiara e Maurizio potesse darci quella marcia in più per conquistare un sogno che era anche il loro. Questa serie A è per loro, che sono stati e

saranno sempre con noi”. Un nuovo campionato dunque per le biancorosse. Più duro, difficile e nuovo per le ragazze della Grifo pronte per questa nuova ed entusiasmante avventura. “Andiamo in A1 per restarci. In questo senso lavoreremo per dare basi ancora più solide alla nostra società e costruire una squadra che possa lottare al massimo” ha concluso Valentina Roscini. La promozione è anche e ovviamente merito del tecnico Scapicchi che ha saputo trasmettere alle sue ragazze la grinta giusta per trionfare anche nelle difficoltà. “Non so ancora descrivere l’emozione che si prova a centrare un traguardo così importante. Le ragazze hanno saputo trionfare senza pari quest’anno, mettendoci sempre il massimo in ogni occasione. Adesso dobbiamo pensare solo a festeggiare”.

L’UMBRIA A PEDALI

Il sempreverde panorama ciclistico umbro quest’anno si caratterizza per tre eventi: potenziamento delle piste ciclabili, ingresso nel mondo professionistico del ciclista umbro (di adozione) Salvatore Puccio, sede di tappa ad Assisi del 95° Giro d’Italia. Il potenziamento e la costruzione di piste ciclabili rappresentano un adeguamento alla richiesta, ricerca e necessità di creare percorsi alternativi come antidoto al caos e inquinamento delle normali vie di scorrimento e di intasamento. Esempi vengono da Foligno, Spoleto, Città di Castello, Terni e da Perugia (allungamento della ciclabile lungo il Tevere da Ponte S. Giovanni a Umbertide). L’altro evento è offerto da un quotato ciclista, il giovanissimo Salvatore Puccio che è entrato in questa stagione con il Team Sky nel mondo del professionismo. Quest’anno ha già vinto il Giro delle Fiandre U23 e parteciperà al Giro del Veneto e delle Dolomiti. Il terzo evento, il più folcloristico è il passaggio del Giro d’Italia in Umbria con tappa ad Assisi, in un percorso di inestimabile bellezza ed entusiasmo che solo la nostra Regione sa offrire. Partecipa il ciclista umbro Eros Capecchi con i colori della Liquigas. Anche questa è una storia Salvatore Puccio che continua.

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MUSICA

Afterlife Live Club, il posto che non c’era Senza nemmeno una piccola ombra di timidezza si è imposto sullo scenario della vita notturna perugina. Da gennaio ad oggi, il Live Club che ha aperto i battenti a Balanzano (Perugia), ha saputo farsi strada a suon di grandi nomi, regalando prestigiosi eventi e ottima musica dal vivo. E’ stata una partenza in quarta con i Planet Funk, per poi seguire con Rezophonic, Statuto, The Bastard Sons of Dioniso, Omar Pedrini e ospitando voci di rilievo come quella di Max Gazzè, Gianluca Grignani e Dolcenera, con una risposta più che positiva da parte del pubblico, che finalmente trova un’alternativa ai costosi concerti del grande circuito nazionale, con un low cost d’autore e di grande qualità. Il locale studiato nei minimi particolari, offre un’acustica perfetta, il contatto con l’artista è così immediato da rendere totale la fusione tra musica e emozioni, in un ambiente intimo. Il detto dice che se il buongiorno si vede dal mattino, cosa altro ci si deve aspettare dall’Afterlife Live Club? Restiamo in attesa.

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di Melissa Mariucci

Gianluca Grignani

Max Gazzè

Concerto di Dolcenera




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