Riccardo Vescovo - degree portfolio

Page 1

Università degli Studi “Sapienza” di Roma Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Corso di Laurea in Disegno Industriale a.a. 2006/2007 Esame finale, relatore: Professor Carlo Martino studente: Riccardo Vescovo.



PORTFOLIO Riassunto dei tre anni di corso di Laurea attraverso la sintesi di alcuni dei progetti, in ordine cronologico.



KLÃMO Dal latino ‘clāmo’: io chiamo, nomino, esclamo. Klamo è un comunicatore gonfiabile tascabile, pensato per chi - come un tour operator - deve individuare ogni giorno una nuova persona in ambienti affollati. Con Klamo sarà quest’ultima a notare e raggiungere il suo tour operator.


KLÃMO PRODOTTO

ATELIER DIS. IND. 01 2004 - 2005

Comunicatore gonfiabile

Esigenza di comunicazione e non solo

Pensato per il tour-operator, che deve individuare ogni giorno una nuova persona in ambienti affollati. Con Klamo sarà quest’ultima a notare e raggiungere il suo tour-operator.

Un tour-operator si reca all’aereoporto appena in tempo per lo sbarco del suo cliente. Deve individuarlo, ma ne conosce solamente il nome. Può urlarlo, o scriverlo su un cartello o su un foglio. Tutto ciò facendosi largo fra gli altri colleghi e rispettando il decoro come le altre persone che attendono lo sbarco.

Progettazione individuale.

Il tour-operator sa che con un dispositivo sia leggero che vistoso dovrebbe solo aspettare che il cliente lo raggiunga autonomamente. Non può portare ogni volta con sè un cartello, troppo pesante e ingombrante. L’oggetto dev’essere leggero ma voluminoso, tascabile ma vistoso, intuitivo da usare ed economico. Quasi un gadget riconvertito all’utile.

Klamo, comunicatore gonfiabile Un telaio gonfiabile che tende una superficie riscrivibile ed un pennarello ad acqua. Economico: il prezzo di un semplice gonfiabile di dimensioni maneggevoli, quindi mediamente molto basso come quello dei gadget gonfiabili. Nomade, leggero e tascabile: benchè in azione abbia dimensioni notevoli, una volta “sgonfio” è ripiegabile e trasportabile in una tasca. Gradevole: i gonfiabili hanno forme e colori fantasiosi e ludici. Ciò conferisce all’oggetto una ironia che scansa le velletità di rigore ed eleganza. Usabile: semplice nell’assenza di ingranaggi, cerniere o snodi. Ergonomicamente ambidestro, in quanto simmetrico.



A4

Dimensioni fustella.


A4

Dimensioni operative.

scala 1:5



SLURPAK

2.0

Packaging outdoor in poliaccoppiato pensato per Coca-Cola ma anche per altri brand e tipologie di bevanda. Suo obiettivo è fornire ampio spazio di personalizzazione grafica e un appeal estetico nuovo, rispettando stockcabilità, praticità e (si auspica!) ambiente.


2.0

SLURPAK PACKAGING

ATELIER DIS. IND. 01 2004 - 2005

Packaging per bibite

Rinnovare tradizionalmente

Ampio spazio di personalizzazione grafica e un appeal estetico nuovo, rispettando stockcabilità, praticità e (amministrazioni permettendo) ambiente.

Da quasi un secolo la bottiglia di Coca-Cola si evolve coi tempi. La sua evoluzione procede al passo con i cambiamenti del modo di consumare, vedendola assumere forme e materiali diversi.

Progettazione individuale.

Dal vetro della hubble skirt bottle, al PET delle bottiglie ormai standard, all’alluminio delle lattine, la famosa bibita non ha mai trascurato il consumo domestico, ed ha sempre puntato molto anche su quello outdoor dei giovani e delle persone in movimento, dei formati piccoli e facilmente trasportabili. Traendo ispirazione da questa storia ed immaginando di progettarne il futuro è nata l’idea di un packaging outdoor per bibite analcoliche e alcoliche, succhi di frutta, bibite in genere.

Conservare comunicando La scelta del poliaccoppiato scaturisce dalle possibilità comunicative della sua superficie 100% stampabile, dalle qualità conservative nei confronti dell’alimento, e non per ultimo dall’evoluzione dei sistemi di riciclaggio. L’ecosostenibilità parrebbe infatti un impegno anche per le aziende del poliaccoppiato, fra cui il leader TetraPak, certamente a livello di immagine. Resta quindi di grande interesse l’evoluzione di queste promesse e la loro verifica e applicazione. L’uso di materiali e forme “now-tech” comporta diversi vantaggi pratici: la quantità di bibita contenuta non cambia, ma il peso lordo diminuisce rispetto al vetro, ed anche il volume degli stoccaggi diminuisce grazie alla sezione esagonale. Studiata per un “nesting” ottimale, l’intera superficie di SLURPAK è agevole supporto per grafiche.




scala 1:1



CALMOMAGNO CalmoMagno è un vassoio dedicato al consumo sereno di pasti “fast food” imposto. E’ utile in tutte le situazioni prive della comodità di un tavolo, in cui il semplice rifornirsi di cibo al buffet è un’impresa da equilibristi, con esiti che potrebbero essere frustranti, stancanti, e nel peggiore dei casi imbarazzanti.


CALMOMAGNO PRODOTTO

ATELIER DIS. IND. 02 2004 - 2005

Vassoio “food” anti “fast”

Una convention di equilibristi

Utile per pasteggiare serenamente al buffet, in assenza della comodità di un tavolo: quando rifornirsi di cibo è complicato, e consumarlo frustrante.

Nell’ampiezza del tema “i luoghi del cibo”, si è scelto di analizzare le situazioni di “fast food imposto”. Rinfreschi o pasti al buffet, momenti di ristoro inseriti in occasioni formali come eventi o incontri. Situazioni in cui il pasto è consumato in piedi, senza un piano d’appoggio, mantenendo quel decoro dovuto alle occasioni formali.

Progettato con Stefano Vescovo.

Il piacere del pasto è così penalizzato dalla scomodità. L’utente nelle sole due mani deve gestire piatto, posate, bicchiere, tovagliolo pane, e quant’altro. Trattasi di situazioni non risolte da un comune vassoio, in cui rifornirsi di cibo “al buffet” può essere frustrante. Inoltre l’utente dovrà riuscire a gestire prevedibili imprevisti come rispondere al cellulare o porgere la mano come gesto di saluto.

Rallentare il fast food CalmoMagno è un vassoio “ergonomico”, ambidestro e nomade, che consente di sorreggere il pasto e gli artefatti necessari al suo consumo con una sola mano, lasciando l’altra libera di interagire con le posate o con l’ambiente circostante. La presa agisce dal basso sul polso, dove scarica buona parte del peso. La mano invece, col palmo aperto verso l’alto, sorregge il vassoio nella parte centrale, in prossimità dell’incavo del piatto. Tale distribuzione è ottimizzata ponendo le stoviglie più pesanti (piatto, bicchiere) lungo l’asse centrale dell’oggetto, ed allevia notevolmente il lavoro di sostegno svolto dalla mano dell’utente. La seconda mano rimane libera di rifornire il proprio piatto ed il proprio bicchiere, di impugnare la forchetta, il bicchiere, il pane per consumare il pasto e soprattutto di interagire con l’ambiente in caso di imprevisti. E’ riutilizzabile, impilabile, realizzabile in diversi colori, brandizzabile.




scala 1:2



SALADINO

Saladino è un mini vassoio “usa e getta” dedicato al consumo ludico dell’aperitivo. Non è pensato per essere necessario in situazioni altrimenti problematiche, ma vuole offrire un plus valore facoltativo per momenti di divertimento con cibo e bevande.


SALADINO PRODOTTO

ATELIER DIS. IND. 02 2004 - 2005

Minivassoio da aperitivo

Perchè dividere il buffet dall’aperitivo

Saladino è un mini vassoio “usa e getta” dedicato al consumo ludico dell’aperitivo.

Progettando è importante individuare l’ambito di intervento, sintesi che porta a scartare le ipotesi di progetto tipologicamente simili, ma non centrali. Il precedente progetto (CalmoMagno) affronta le problematiche del pasto completo consumato in piedi e le scomodità di molti buffet. Inizialmente questo obbiettivo comprendeva anche l’ambito dell’aperitivo: una situazione molto simile a quella del pasto al buffet, ma differente dal punto di vista delle quantità e dell’ambito sociale.

Progettato con Stefano Vescovo.

Si è scelto quindi di escludere l’ambito dell’aperitivo dal primo progetto, e di dedicarlo interamente ad un nuovo progetto: Saladino.

No Saladino? No party! Saladino è quindi dedicato alle situazioni ludiche, feste per i più giovani o apertivi fra amici, è adatto a “fare il pieno” di saltini, patatine o piccole porzioni di pasta (ecc…), trasportarle e consumarle. Può anche trasportare il bicchiere dell’aperitivo, tipico oggetto che nelle feste viene appoggiato e dimenticato in ogni angolo libero della casa. Le dimensioni e le funzioni di isostaticità di Saladino sono quindi ridotte rispetto al progetto CalmoMagno, poiché il contenuto è più leggero ed il contesto più caotico. Per lo stesso motivo la presa ergonomica si traduce in una impugnatura semplice, che lascia però spazio all’approccio estemporaneo con l’oggetto consentendo un gesto di impugnatura simile a quello della tavolozza, oppure a quello di una tasca. La sua forma lo rende idealmente compatibile con la tecnologia produttiva dei comuni “piattini di plastica”, e lo inserisce nel contesto degli oggetti usa e getta nel senso di mono utilizzo. Tuttavia il suo aspetto accattivante può renderlo appetibile a quella cerchia di appassionati che si affezionano all’oggetto usato, non lo gettano e lo conservano contribuendo inconsapevolmente a quella che sarà la memoria dell’epoca “usa e getta” dell’industrial design.




scala 1:1



LEVANTE Levante, il portatile volante. Questo Claim allude alla funzione, al contesto d’uso e all’immagine del prodotto. La funzione è quella del sollevare il notebook per favorirne l’uso, il contesto è quello del viaggio, quindi spesso del “volare”, e l’immagine è di leggerezza.


LEVANTE PRODOTTO

ERGONOMIA 02 2006 - 2007

Laptop station

I compromessi del “portatile”

La funzione è quella del sollevare il notebook per favorirne l’uso, il contesto è quello del viaggio, quindi spesso del “volare”, e l’immagine è di leggerezza.

Il notebook (comunemente chiamato “il portatile”) nasce come evoluzione del personal computer per essere utilizzato in contesti diversi da quelli predeterminati. Aprendosi al mondo esterno il suo contesto di utilizzo diventa vario e legato alla tipologia d’utenza. Situazioni d’uso tipiche sono: mezzi di trasporto come treni, aerei, auto, ecc; posti all’aria aperta, un parco, un prato, un cortile, ecc; luoghi di relax o di attesa, divano, letto, ecc.

Progettato con: Luana Spagnoli e Stefano Vescovo.

Si osserva un gesto spontaneo molto diffuso: quello di posizionare il notebook sulle proprie gambe. In molti casi, per evidenti motivi di praticità il portatile non viene nemmeno estratto dalla borsa, ma quest’ultima viene soltanto aperta e tutto il blocco borsa+notebook viene posizionato sulle gambe.

L’intervento discreto e patico Rispettando questo contesto d’uso ormai globale, si è cercato di ottimizzarlo trovando una soluzione economica e discreta alle problematiche rimaste irrisolte. Problema di postura legato all’altezza del monitor e alla scorretta inclinazione del collo. Levante inclina il notebook alzandone il monitor di dieci centimetri, l’utente può cosi distendersi meglio sullo schienale. La nuova postura del corpo sfavorisce anche lo scivolamento anteriore del portatile, liberando le mani dal compito di proteggerlo dal cadere. Problema di spazio e ingombro della laptop station. La quasi totalità dei prodotti presenti sul mercato è esageratamente ingombrante. Levante occupa lo spessore di un solo centimetro all’interno della borsa. Problema dell’aerazione del notebook usandolo nella sua borsa. Con Levante il notebook è sollevato dalla borsa laddove necessita di areazione per le sue ventole. Anche l’accesso delle periferiche USB è così facilitato. Praticità d’uso. Levante non deve essere estratto o posizionato: si trova già nella borsa, sotto il portatile, pronto all’uso. Economia e semplicità. Due fattori che hanno accompagnato la progettazione, aiutandosi l’uno con l’altro alla ricerca del minor numero di pezzi e meccanismi.



270 mm


186mm (372) mm

scala 1:1



Q-BOX

Office

QBOX Office è una mini cassettiera da scrivania (30x30cm) per l’home-office, per i piccoli spazi e per chi ha il disordine nel dna! E’ realizzata in lamiera con un concept costruttivo ottimizzato e disponibile in molte colorazioni, semplice e personalizzabile come un prodotto IKEA.


Q-BOX Office PRODOTTO

ATELIER DIS. IND. 05 2006 - 2007

Estensore del’area di lavoro

L’ufficio in casa

QBOX Office è una mini cassettiera da scrivania (30x30cm) per l’homeoffice, per i piccoli spazi e per chi ha il disordine nel dna!

Questo progetto è stato pensato per un contesto merceologico in stile IKEA, quindi non solo economico, ma anche pratico e allo stesso tempo colorato in modo da adattarsi ai tanti stili di arredamento a cui IKEA propone soluzioni.

Progetto individuale.

E’ l’ideale per gli spazi domestici nei quali si è soliti anche lavorare. I cassetti estraibili sono vassoi su cui poggiare e trasportare per l’ambiente “double face” casa-ufficio i propri documenti, fogli e appunti di lavoro. Un estensore di spazio pronto ora ad espandere le superfici di lavoro disponibili in casa, ora a contrarsi in un oggetto discreto, ordinato e compatto. Un idea importante di Q-BOX Office è l’ispirazione al mondo del lavoro sul computer, e quindi al “desktop” virtuale che caratterizza tutti i sistemi operativi di oggi. Il desktop del computer è l’area in cui il lavoratore può liberamente gestire le sue cartelle di lavoro. Q-BOX proietta questo concept sull’ambiente domestico, i suoi vassoi sono come cartelle virtuali, pronte a richiudersi o espandersi. Il contenuto dei vassoi, poi, congela i fogli ed i documenti nella stessa situazione in cui sono stati risposti nella sessione precedente. Un risparmio di spazio e tempo con un contributo estetico e quasi ludico.

Idea per IKEA Realizzato in lamiera piegata, con decisa attenzione all’economia di saldature, sprechi, lavorazioni e nesting. Una semplicità costruttiva che dovrà riflettersi su una semplicità d’uso. Un esempio: le slitte su cui scorrono i vassoi sono ricavate piegando internamente la “bocca” del carrello inferiore, questo consente un risparmio di lavorazioni, evitando saldature, abbassando quindi il prezzo. Il formato dei vassoi è compatibile con i formati A4 ed A4+ che caratterizzano i prodotti cartotecnici dedicati all’ufficio, con cartelline, portalistini ed altro. La loro altezza, invece, è limitata rispetto ai porta-documenti da archivio, questo perchè Q-BOX non vuole essere un archivia documenti, bensì uno strumento quotidiano per il lavoratore casalingo.


1"/8 !!

1"/8

!!


45

14

36

34

34

36

14

45

280 280

300


276

300

21

300

3 00

scala 1:5



YOUGAMI YOUGAMI è una chaise-longue che tradisce la sua natura per non tradire la sua funzione. Sembra, infatti, un oggetto solo suggestivo e scultoreo, ma in realtà si basa su una ricerca concreta del senso primitivo ed utile dell’oggetto, nel suo rapporto con l’ergonomia: corpo, ambiente, uso.


YOUGAMI PRODOTTO

ATELIER DIS. IND. 04 2006 - 2007

Relax in compagnia

Corpo, ambiente, uso. E una forma

YOUGAMI è una chaise-longue che si basa su una ricerca concreta del senso primitivo ed utile dell’oggetto, nel suo rapporto con l’ergonomia: corpo, ambiente, uso.

Rifiutando di “comunicare la comodità” tramite forme che si basano solo sulla suggesione e non sul concreto, YOUGAMI ricerca il senso primitivo ed utile dell’oggetto nel suo rapporto con l’ergonomia: corpo, ambiente, uso.

Progetto individuale.

Al contrario dell’apparente, e in coraggiosa controtendenza rispetto ad un certo filone del design rivolto alla sola perfezione estetica, la struttura del progetto si sviluppa intorno ad una superficie di seduta studiata sul corpo umano, con particolare riferimento al contesto d’uso del relax in ambiente condiviso. Un uso collettivo quindi, che consente sia il momento del relax intrsopettivo, che il momento della socialità che presuppone un disporsi verso gli altri. Un ambiente ideale, oltre che quello domestico, potrebbe essere quello di un bordo piscina o un giardino, sia privati che condivisi. La chaise, del resto, è impilabile e realizzata con gli stessi materiali pulibili e leggeri che troviamo nel più comune arredamento da esterni.

Una struttura organica ed... “origamica” La superficie di seduta ha priorità ergonomiche, la logica strutturale è organica: un monoblocco polipropilenico pensato come un origami, che trova solidità nelle sue pieghe, senza supporti o innesti. La geometria (gia verificata in stereolitografia) preserva inoltre l’impilabilità favorendo stoccaggio e uso plurale e lo stile non limita le utilità concrete.




scala 1:10



PINDARO Un volo pindarico appassionato ma ambizioso sul mondo dell’architettura, tentando l’ardito salto dal design alla progettazione di un struttura di allestimento permanente. Un concept basato sul pecorso delle idee attraverso una struttura funzionale ed operativa.


PINDARO ALLESTIMENTO

ALLESTIMENTO 02 2005 - 2006

Studiare uno Studio

Volo pindarico sull’architettura

Un volo pindarico appassionato ma ambizioso sul mondo dell’architettura, tentando l’ardito salto dal design alla progettazione di un struttura di allestimento permanente.

Spazio ideale per pensare studiare e lavorare. Questo è l’apertissimo tema che sta alla base della progettazione di Pindaro. Non proprio un prodotto come molti altri, sia perchè non è destinato ad una produzione seriale, sia perchè in questo caso il brief di progetto non richiede di soddisfare esigenze di un target esteso, bensì rimane legato ad esigenze personali del progettista e dei suoi collaboratori.

Progetto individuale.

Un tema quindi aperto alla soggettività così da essere potenzialmente lontano dal Design Industriale tout court, che ha portato all’ideazione ed alla dettagliata progettazione di questa struttura. Perchè “Pindaro”? Perchè questo progetto è un volo appassionato ma ambizioso sul mondo dell’architettura, tentando l’ardito salto dal design alla progettazione di un struttura di allestimento permanente. Pindarico è, non di meno, il percorso delle idee su cui il progetto stesso si basa: dall’entrata un percorso concettuale e fisico guida il visitatore ad attraversare l’intera struttura fra le varie zone di lavoro (introduzione, approfondimento, svolgimento) per terminare in una zona relax. A dare corpo al percorso è un oggetto reale che con una continuità unica diventa pedana di accesso ed entrata, zona di benvenuto, scrivania da riunione, spazio per lavoro individuale, chaise longue di riposo.

Sognando la Biennale Immaginato fra i padiglioni della Biennale di Venezia, (la sua ubicazione ideale è la pianura: sia un prato o un deserto) è un prefabbricato di travi metalliche pennellate in Mirawall, con interni studiati per conciliare un percorso ideale nelle varie fasi della progettazione individuale o di gruppo, dall’introduzione, alla ricerca, allo sviluppo fino al relax.



88 67

3800

2610 1456

7090

200

6290


794

5

10052

1500

0 33 14

6038 6950

2200

23980 33880

scala 1:20



VISUAL ID. “Riccardo Vescovo, progettista di creatività. Uno sguardo indicativo e laterale verso segni, azioni e interazioni.” Questo è il concept che sta alla base della progettazione di questa identità visiva personale.


VISUAL ID. GRAFICA

VISUAL & GRAPHIC DESIGN 2 2006 - 2007

Progettista di creatività

Progettare un identità visiva e le sue applicazioni base

“Uno sguardo indicativo e laterale verso segni, azioni e interazioni.” Questo è il concept che sta alla base della progettazione di questa identità visiva personale.

Indicativo, una freccia. Laterale, la freccia punta a sinistra come a opporsi al senso di lettura occidentale. In alto, la freccia ha ambizioni. Fucsia, non primario, non maschile. Interattivo come il puntatore di un intergaccia grafica sul menu di navigazione.

Progetto individuale.

Il marchio è pensato sia per l’ambito professionale che per altri ambiti. Ambiti e supporti così eterogenei, uniti alla volontà di non associare al marchio un unica specifica formattazione testuale, rendono necessaria la stesura di alcune regole. Il marchio grafico non cambia in alcun ambito. Ciò che cambia è il suo posizionamento nell’impaginazione (peso), il posizionamento reciproco e il significato del contesto dei caratteri tipografici. Le ipotesi di uso si dividono principalmente nei seguenti due tipi. Ambito professionale: la formattazione del testo a “bandiera destra” copre un area pari a quella dal marchio allineato in basso a sinistra. Questa disposizione ricorda le voci del menù di un interfaccia web con la freccia/puntatore che ci passa sopra. Tale concept soddisfa i propositi principali del brand, fra cui interattività, movimento, informazione, ecc, ed apparirà ovviamente su biglietti da visita, carta intestata e quant’altro riguardi l’ambito professionale. Ambiti “altri”: l’attività non professionale è intesa almeno con la stessa importanza della professionale, in questo caso il marchio può essere contestualizzato con più libertà: può ora permettersi di apparire su posters, websites e credits senza riferimenti al nome o ad indirizzi del mittente. All’occorrenza un testo alternativo può essere associato al marchio.

Costruzione geometrica La costruzione geometrica del marchio ha inizio nella ricerca di una freccia ideale, ricercata principalmente all’interno dell’infografica pubblica e della segnaletica, a dalla sua costruzione e ricostruzione geometrica. Orientata la freccia verso destra/alto, ne sono stati evidenziati i tre elementi base - le tre linee che la compongono - di cui quella orizzontale è stata curvata fino a sovrapporsi a quella obliqua. Questo procedimento è avvenuto nel rispetto dei raggi di curvatura originali, e l’intervento di correzione ottica dei dettagli è stato minimo.


Dichiarazione di indipendenza della Gallia Lutetia, 22.08.2009 ultus est, quod etiam privatas iniurias solum publicas, sed quo Cassium Qua in re Caesar non Tigurini eodem proelio L. Pisonem legatum, eius soceri Pisonis avum, Spettabile Giulio Cesare, interfecerant. Caesar certior ores explorat Ubi per nt. Arar, transiba est quod per fines Haeduorum et Sequanorum in Rhodanum iunctisFlumen lintribus quartam vero ac se, ratibus Id Helvetii flumen traduxis s id lenitate, Helvetio influit, incredibili ita ut oculis in utram partem fluat iudicari non possit. copiarum e castris factus est tres iam partes vigilia cum legionibus tribus reliquam esse, de tertia partem citra flumen Ararim Id Helvetii ratibus ac lintribus iunctis transibant. Ubi per exploratores Caesar pervenit quae. profectus ad eam partem certior factus est tres iam partes copiarum Helvetios id flumen traduxisse, ultus est, quod eius iniurias , sed etiam quartam vero privatas partem citra flumen Ararim reliquam esse, de tertia vigilia cum solum publicas proelio quo Cassium eodemprofectus Qua in re Caesar non Tigurini legatum,tribus legionibus e castris ad eam partem pervenit quae nondum L. Pisonem soceri L. Pisonis avum, flumen transierat. interfecerant. certior Caesar exploratores nt. Ubi Eostransiba impeditos et per inopinantes adgressus magnam partem eorum concidit; lintribus iunctis traduxisse, quartam vero Id Helvetii ratibus ac id flumen sese sfugae mandarunt atque in proximas silvas abdiderunt. Is pagus m Helvetio copiarureliqui legionibus tribus e castris factus est tres iam partes vigilia cum Tigurinus; nam omnis civitas Helvetia in quattuor pagos divisa est. esse, de tertia reliquamappellabatur iunctis transibant. Ubi ac lintribus partem citra flumen Ararim pagus ratibus unus, cum domo exisset, patrum nostrorum memoria L. Cassium Id Helvetii pervenit. Hic Helvetios id flumen m copiaru profectus ad eam partem partes iam est tresinterfecerat consulem et eius exercitum sub iugum miserat. Ita sive casu sive certior factus esse, de tertia vigilia cum per exploratores Caesar reliquam Ararim flumen consilio deorum immortalium quae pars civitatis Helvetiae insignem calamitatem partem citra . traduxisse, quartam vero pervenit partem eam populo Romano intulerat, ea princeps poenam persolvit. profectus ad legionibus tribus e castris ores Caesar certior explorat nt. Ubiacper transiba Id Helvetii ratibus lintribus iunctis transibant. Ubi per exploratores Caesar lintribus iunctis traduxisse, quartam vero umen Id Helvetii ratibus ac id fltres s est Helvetio certior factus iam partes copiarum Helvetios id flumen traduxisse, m copiaru castris e partes tribus us cum legionib factus est tres iam vigilia citra tertia quartam partem flumen Ararim reliquam esse, de tertia vigilia cum esse, devero reliquam partem citra flumen Ararim pervenit.legionibus tribus e castris profectus ad eam partem pervenit quae nondum profectus ad eam partem flumen transierat. ; reliqui sese concidit eorum partem tes adgressus magnam appellabatur Tigurinus; Is pagus Eos impeditos et inopinan abdider Arar,unt. quod per fines Haeduorum Sequanorum in Rhodanum s silvas est domo in proximaFlumen unus, cum et Hicutpagus est. ita fugae mandarunt atque pagos divisa influit,r incredibili lenitate, oculis in utram partemmfluat iudicari non possit. in quattuo eius exercitu nam omnis civitas Helvetia consulem interfecerat et civitatis m memoria L. Cassium immortalium quae pars exisset, patrum nostroru deorum consilio sive sive casu sub iugum miserat. Ita intulerat, ea princeps. Romano populo tem Helvetiae insignem calamita s, sed etiam etiam privatas iniuriaca publicas, sed ecas, sed m privatas Qua in re Caesar non solum s, sed etiam privatas iniuriatia eodem etiam privatas iniuriaca privatas iniuriacas, sed L. Pisonem legatum, Tigurini eius soceri L. Pisonis avum, iniurias ultus est, quod rant. proelio quo Cassium interfece ores Caesar certior explorat per Ubi nt. vero lintribus iunctis transiba Id Helvetii ratibus ac flumen traduxisse, quartam copiarum Helvetios id e castris factus est tres iam partes vigilia cum legionibus tribus reliquam esse, de tertia partem citra flumen Ararim flumen transierat. pervenit quae nondum profectus ad eam partem


C:0C:0 - M:100 - Y:10 - K:0 - M:100 - Y:10 - K:0 R:203 - G:20 R:203 - G:20- B:107 - B:107 #:ed0c6e #:ed0c6e La costruz ideale, rice segnaletic

Orientata base - le t fino a sovr

Questo pro l’intervent


zione geometrica del marchio ha inizio nella ricerca di una freccia ercata principalmente all’interno dell’infografica pubblica e della ca, a dalla sua costruzione e ricostruzione geometrica.

la freccia verso destra/alto, ne sono stati evidenziati i tre elementi re linee che la compongono - di cui quella orizzontale è stata curvata rapporsi a quella obliqua.

ocedimento è avvenuto nel rispetto dei raggi di curvatura originali, e to di correzione ottica dei dettagli è stato minimo.



TIROCINIO “L’Italia è una Repubblica fondata sullo stage” Dal Corriere della Sera giovedì 13 marzo 2003 Beppe Severgnini



AZIENDA e PRODOTTO

Durante l’esperienza di tirocinio ho avito modo osservare l’iter che trasforma un progetto in un prodotto, tramite esempi pratici riguardanti l’arrivo delle idee, la loro discussione e la prima selezione, il dialogo con un designer, la comunicazione grafica del prodotto e dell’azienda, il compromesso progettuale legato all’ingegnerizzazione, la presentazione fisica dei prodotti presso una fiera di settore e fotografica su un catalogo aziendale.


L’AZIENDA TIROCINIO

COVO s.r.l. dic.2007 - feb.2008

COVO s.r.l.

Origini e presente dell’azienda

Azienda italiana dedita al design di oggetti per la casa. Privilegiando eleganza e semplicità seleziona dall’oriente prodotti per la tavola di forme e materiali legati alla tradizione ma sensibili alle novità del design. Contestualmente non trascura la sperimentazione e concretizza idee di designer internazionali capaci di progettare coerentemente alla sua filosofia stilistica e concettuale.

Azienda italiana che muove i primi passi nella selezione di oggetti per la casa importandoli dall’Oriente. Stoviglie, posate, ciotole, servizi da thè, vasi da arredo, porta incenso. Prodotti di ricercata estetica e pregiata manifattura realizzati in ceramica, porcellana, vetro ma anche metallo e legno.

Leader: Stefano Fragapane

La linea “Cose non comuni” e il contributo attivo di COVO

Sede: Formello (RM)

L’esperienza di COVO si apre, successivamente, alle sollecitazioni provenienti dal design delle idee non ancora prodotte. Diventa così editore capace di dare corpo a progetti di designer internazionali, accettando la sperimentazione ma senza sconfinare nella sola spettacolarità.

Non è quindi uno specifico materiale a fare da riferimento, nè un trattamento e nemmeno un determinato e definito stile. Ciò che accomuna e rende omogeneo il catalogo prodotti dell’azienda è la sua costante attenzione rivolta alla scelta degli oggetti, al sapiente abbinamento di questi in famiglie ed all’accostamento di queste ultime fra loro.

Estro delle forme e cura dei materiali sono i protagonisti di un prodotto che cerca un’estetica personale, e trova realizzazione grazie alla collaborazione di produttori esterni selezionati di volta in volta a seconda del materiale e delle tecniche implicati dal progetto. Scelta, quest’ultima, che consente all’azienda di non specializzarsi su un unico matariale, conquistando una libertà che si riflette in positivo sulla composizione del suo catalogo prodotti. Nasce quindi la linea “Cose non comuni”, che non si affida a rigide regole stilistiche nè ad un unica tipologia tecnica (troviamo infatti dall’imbottito alla gomma al metallo lavorato in lamiera o tibolare piegato ecc...), piuttosto rimane aperta ad idee che possano essere apparentemente scollegate fra loro, ma in realtà sono concettualmente legate da uno stile che è quello del vivera la casa.



UN PRODOTTO DALL’IDEA AL NEGOZIO TIROCINIO dic.2007 - feb.2008

Cosa è VASU

Il prodotto ed il suo percorso “strategico” dall’idea al negozio

È l’ultimo arrivato fra i prodotti della linea “Cose non comuni”. Disegnato dal designer Mikko Lakkonen, VASU viene proposto al pubblico come “sistema libreria”. Acquistando il prodotto in un certo quantitativo, è possibile posizionarli e combinarli in diversi modi. Il progetto definitivo è realizzato in lamiera metallica verniciata in diversi colori.

Delle tante idee di cui l’azienda del design viene a conoscenza, poche possono essere approfondite ed accompagnate lungo il selettivo percorso che le trasforma in prodotti. Questa selettività deriva principalmente dalla presunta appetibilità commerciale dell’idea, e dalla sua compatibilità tipologica, produttiva e stilistica con l’azienda in questione.

Designer: Mikko Lakkonen Editore: COVO s.r.l.

Durante l’esperienza di tirocinio ho avuto modo di osservare e in parte di contribuire a questo iter tramite esempi pratici riguardanti l’arrivo delle idee, la loro discussione e la prima selezione, il dialogo con un designer per definire dettagli del suo progetto, la comunicazione grafica del prodotto e dell’azienda, il compromesso progettuale dell’ingegnerizzazione, la presentazione fisica dei prodotti presso una fiera di settore e fotografica su un catalogo aziendale. Vista la limitatezza del periodo di tirocinio, questi “esempi pratci” non hanno riguardato un unico prodotto e quindi il suo percorso integrale. Le occasioni hanno bensì sorvolato diverse situazioni legate a diversi prodotti. Unendo queste piccole esperienze ho potuto ricostruire l’iter dei un prodotto dentro l’azienda che mi ha ospitato.

Inizio dell’iter: dal designer all’azienda L’ iter inizia dall’attenzione che l’azienda rivolge alle proposte progettuali sensibili alla sua filosofia. Sono spesso i designer a ricercarne l’attenzione, esponendo prototipi presso fiere di settore o inviando brief di progetto. Il designer Mikko Lakkonen ad esempio, che ha già progettato per COVO altri prodotti di successo, mostra all’azienda un primo prototipo di VASU, un “sistema libreria” piuttosto particolare, realizzato in legno curvato. Il materiale non convince, e il progetto non decolla. Successivamente il designer converte l’idea all’uso della lamiera metallica. Il nuovo prototipo, realizzato in Finlandia, ottiene maggiore successo, e così il progetto prosegue la sua strada in Italia. COVO, avvalendosi del supporto di aziende del settore piegatura e saldatura della lamiera, ne curerà l’ingegnerizzazione durante il mio periodo di tirocinio.



VASU TIROCINIO

INGEGNERIZZAZIONE dic.2007 - feb.2008

Cosa è VASU

01, il primo prototipo: dalla Finlandia

È l’ultimo arrivato fra i prodotti della linea “Cose non comuni”. Disegnato dal designer Mikko Lakkonen, VASU viene proposto al pubblico come “sistema libreria”. Acquistando il prodotto in un certo quantitativo, è possibile posizionarli e combinarli in diversi modi. Il progetto definitivo è realizzato in lamiera metallica verniciata in diversi colori.

Il prototipo finlandese è in lamiera di alluminio spessa 4 mm, verniciato bianco opaco. E’ realizzato con due pezzi di lamiera (come nell’illustrazione) piegati e successivamente saldati in prossimità del raccordo verticale fra parete posteriore e pareti laterali.

Designer: Mikko Lakkonen Editore: COVO s.r.l.

Benché realizzato con cura e con materiali verosimili, questo prototipo non è costruito con una logica di ottimizzazione per la produzione in serie. E’ condiviso sia dal designer che dall’azienda che il materiale alluminio è molto affascinante sia per il basso peso, sia per lo spessore che conferisce al’oggetto una piacevole plasticità. Purtroppo però il suo costo è troppo alto, e sarà necessario convertire l’idea all’uso del metallo. Per il momento però la conversione da alluminio (4mm) a metallo (2mm) viene rimandata, e ci si concentra su due aspetti costruttivi del prototipo: Sono previsti taglio, piegatura e saldatura di due elementi distinti. Si può ragionare sull’ipotesi di utilizzare un solo pezzo di lamiera opportunamente lavorata, oppure su due pezzi, ma ottimizzandone le lavorazioni prima di assemblarli. Servono due saldature posizionate in punti “scomodi” per l’operatore. Come conseguenza del punto precedente, si potrebbero individuare punti di saldatura più agevoli da raggiungere sia con la saldatrice che con la fresatrice.


01


VASU TIROCINIO

INGEGNERIZZAZIONE dic.2007 - feb.2008

Cosa è VASU

02, il secondo prototipo: in Italia

È l’ultimo arrivato fra i prodotti della linea “Cose non comuni”. Disegnato dal designer Mikko Lakkonen, VASU viene proposto al pubblico come “sistema libreria”. Acquistando il prodotto in un certo quantitativo, è possibile posizionarli e combinarli in diversi modi. Il progetto definitivo è realizzato in lamiera metallica verniciata in diversi colori.

Nell’affrontare le problematiche emerse, subentrano le aziende di lavorazione della lamiera metallica. Aziende del nord Italia accuratamente scelte da COVO, ognuna delle quali realizza un prototipo come lavoro preliminare alla produzione di serie.

Designer: Mikko Lakkonen Editore: COVO s.r.l.

Queste “sperimentazioni” sono guidate passo-passo da COVO, e realizzate dalle aziende che posseggono le strumentazioni per eseguire un lavoro che non è più una semplice modellazione, ma la realizzazione di un prototipo assolutamente verosimile, completo di rifiniture e verniciatura. Le modifiche qui necessarie consistono nella diminuzione delle saldature da due ad una, e la sua conseguente realizzazione in un punto facilmente raggiungibile da parte dell’operatore, sia per la saldatura, che per la successiva fresatura. Il punto scelto è l’asse verticale centrale all’oggetto. Con l’alluminio saldato a filo per aggiunta di materiale l’operazione è invisibile, e si basa su un unico pezzo tagliato e piegato. L’esigenza è soddisfatta, ma rimane da affrontare il problema precedentemente osservato: L’ eccessivo costo dell’alluminio. Bisogna procedere con normale metallo, e verificare se le scelte fin qui effettuate restano valide.

03, il terzo prototipo: il metallo ha le sue esigenze Utilizzando il metallo per realizzare la lavorazione precedente, emerge una problematica: la saldatura centrale dell’oggetto crea una deformazione della lamiera, per calore e per stiramento. Questo nonostante i due lembi siano stati lavorati ed incastrati a coda di rondine prima della saldatura TIG (Tungsten Inert Gas). La saldatura sul metallo non è invisibile. Si rende cosi necessario individuare altre soluzioni, o più semplicemente una zona più conveniente in cui effettuare congiunzione e saldature.


02

03


VASU TIROCINIO

INGEGNERIZZAZIONE dic.2007 - feb.2008

Cosa è VASU

04, il quarto prototipo: compromesso rifiutato

È l’ultimo arrivato fra i prodotti della linea “Cose non comuni”. Disegnato dal designer Mikko Lakkonen, VASU viene proposto al pubblico come “sistema libreria”. Acquistando il prodotto in un certo quantitativo, è possibile posizionarli e combinarli in diversi modi. Il progetto definitivo è realizzato in lamiera metallica verniciata in diversi colori.

Un’azienda, inviando a COVO un proptotipo di sua concezione, propone di ritornare alla lavorazione di due pezzi di lamiera uniti piuttosto che uno unico, esattamente come nel primo proptotipo del designer Lakkonen.

Designer: Mikko Lakkonen Editore: COVO s.r.l.

La proposta, però, prevede di realizzare un’elettropunzonatura, che comporta la sovrapposizione dei lembi di lamiera. Le saldature quindi saranno visibili, e soprattutto saranno visibili e identificbili i due pezzi di lamiera saldati fra loro. Riufiutato: Il compromesso, giudicato incompatibile con l’idea, non ha avuto un seguito.

05, il quinto prototipo: soluzione L’ultimo prototipo ha dato il via alla produzione di serie a sua immagine e somiglianza. Si è qui scelto di effettuare la saldatura in prossimità dalle lunghe asole poste sul piano inferiore di VASU. Questa scelta ha comportato alcuni compromessi, ma anche dei vantaggi che la rendono, in definitiva, vincente. Un compromesso è la scelta di ritornare ad utilizzare due pezzi di lamiera al posto di uno unico. Un altro è legato alla difficoltà di piegare il pezzo superiore in prossimità dei lembi. Difficoltà risolta con l’uso di una dima, provocando un piccolo incremento dei costi inquesta fase. La scelta della saldatura lungo le asole comporta più di un vantaggio. Innanzitutto la zona interessata dalla saldatura è meno “in vista” rispetto alla parete posteriore /verticale di VASU, quindi eventuali imperfezioni dovrebbero essere notati in minor misura. Ma i veri motivi della scelta risiedono nella riduzione quantitativa della saldatura. Queste lavorazioni, infatti, vengono pagate a tempo. Adesso il percorso del saldatore, sebbene lievemente più qualificato vista la conformazione del pezzo, è drasticamente ridotto. Viene di conseguenza ridotto anche l’intervento di rifinitura con la fresa. Il pezzo finito, poi, verrà verniciato con vernice bianca opaca: una scelta di valore estetico ma anche strategico, perche contribuisce a nascondere le eventuali imperfezioni che sono fisiologiche nel caso di una lavorazione manuale.


04

05


COMUNICAZIONE GRAFICA, FOTO, RITOCCO, TIROCINIO ecc...

Immagine coordinata

Fasi del lavoro esecutivo e partecipato

L’azienda non ha un manuale di immagine coordinata. Le linee guida sono tuttavia individuabili nell’uso di un font Myriad, possibilmente nero a sfondo bianco, senza deformazioni, come del resto avviene nel logo aziendale. Stesso trattamento a sfondo neutro bianco per le immagini.

Le attività svolte da un azienda che si occupa di prodotti di design non agiscono tutte direttamente su questi ultimi. Molte operazioni infatti riguardano la loro comunicazione, in particolar modo quella per immagini. Fotografie, impaginazioni, grafiche per flyers o per adesivi prestampati per uno stand. Tante sono le occasioni di discutere di immagini. Quando è opportuno si affida il lavoro creativo ed esecutivo ad aziende esterne specializzate (per esempio nel realizzare un catalogo o un sito web), tuttavia molto spesso capita di dover gestire internamente molti tipi di operazione su immagini, fotografie, impaginazioni, ed altro. L’azienda è troppo piccola per un manuale di immagine coordinata. Per ogni attività riguardante la grafica, mi sono attenuto alle semplici linee guida grafiche che ho osservato nella maggior parte delle impaginazioni (web e cartacee) aziendali. Fortunatamente questo sono facilmente individuabili nell’uso di un font Myriad, possibilmente nero a sfondo bianco, senza deformazioni, come del resto avviene nel logo aziendale. Per le immagini fotografiche stesso classico trattamento: scontorno a filo e sfondo bianco senza ombreggiature (che tuttavia a volte sono presenti, ma bisogna tener presente che in alcune tipologie di foto con soggetti bianchi è davvero difficile dare risalto ai volumi senza intervenire con ombreggiature portate). Il problema di oggetti chiari con sfondo bianco si è presentato anche nel caso della fotografia del prodotto “latva wall”, in cui abbiamo posizionato tre prodotti (uno nero, uno verde e l’ultimo bianco) su una parete bianca allestita nella sala di posa fotografica aziendale. Qualsiasi illuminazione si scelga di adottare è impossibile far esaltare i volumi del pezzo nero quanto quelli del pezzo bianco. Non potendo fare una scelta discriminante, si opta per la via più classica: si scatta “a forcella” (stessa inquadratura ripetuta con esposizioni diverse) e si ricompone l’immagine in fotoritocco.


01

02

03


Maison & Objet TIROCINIO

ALLESTIMENTO dic.2007 - feb.2008

Maison & Objet

L’allestimento per il Maison & Objet 2008

Salone internazionale della moda per la casa, è uno degli appuntamenti mondiali più importanti per chi si occupa o si interessa di arredamento.

Il progetto per lo stand COVO presso la fiera parigina MAISON&OBJET 2008, è stato concepito con anticipo rispetto all’evento. Strutturato come un corridoio espositivo, soddisfa sapientemente la richiesta di esporre alcune centinaia di pezzi nello spazio stretto e oblungo che era stato assegnato dall’organizzazione della fiera.

Allestitore stand: Adorno s.r.l.

Questo corridoio interno è dedicato all’esposizione di centinaia di prodotti legati alla classica produzione COVO. La sistemazione di questi prodotti costituirà una fase successiva di lavorazione, come vedremo a breve. Vi è poi una parte esterna dell’allestimento che affaccia sul padiglione, dedicata all’esposizione della linea “Cose non comuni”, ed alla comunicazione del marchio aziendale tramite adesivi prespaziati opportunamente collocati. Tuttavia la definizione dei dettagli, il progetto di posizionamento dei prodotti esposti e le procedure esecutive sono state avviate a meno di un mese lavorativo dall’inizio della fiera (previsto per il 25 gennaio 2008). Considerando anche i dovuti tempi di allestimento, queste ultime e necessarie lavorazioni hanno assunto un carattere di priorità sulle restanti attività produttive.

01, esecuzione di disegni tecnici e rappresentazioni 3D Il primo lavoro che ha visto la mia partecipazione ha avuto carattere esecutivo, ed è stato la traduzione fedele e dettagliata del progetto originale sopra descritto in disegni tecnici quotati e la realizzazione del modello tridimensionale virtuale. Gli esecutivi erano destinati principalmente all’allestitore (Adorno s.r.l.). L’allestitore ha bisogno di disegni ed indicazioni che gli permettano di capire in anticipo quali saranno i dettagli costruttivi per poter eseguire il lavoro ma soprattutto per poter redigere un preventivo di spesa. Il render sarebbe stato utile soprattutto per ragionare sulle ultime fasi del progetto: cromie, posizionamento parti mobili, posizionamento magazzino, posizionamento cataloghi e chiaramente posizionamento dei prodotti.


01

700 2100

600

1000

600

1000

600

1000

600

1000

100

600

1000

600

1000

700

1000

4000

2500

500

2500

300 400

3000

1400 1600 1900

300

300

500 300 300

500 300

700 1000

1600

600

600

1000

1400

1000

600 1000

600 1000

600

600

1000

1000

700

900 1200

4000 1600

1900

12000

1400

900 1400


Maison & Objet TIROCINIO

ALLESTIMENTO dic.2007 - feb.2008

Maison & Objet

02, allestimento dei prodotti e incidenti di percorso

Salone internazionale della moda per la casa, è uno degli appuntamenti mondiali più importanti per chi si occupa o si interessa di arredamento.

La fase di definizione dell’allestimento, onde evitare di arrivare impreparati all’inizio della fiera, ha imposto dei compromessi. Fra questi urgeva la necessità di progettare degli espositori a mensola che fossero a misura di ognuno dei quasi quattrocento articoli portati in fiera.

Allestitore stand: Adorno s.r.l.

Dunque, per posizionare gli articoli (vasellame, posate, stoviglie) sulle pareti interne dell’allestimento, ho progettato questi supporti la cui profondità massima raggiunge i 30 centimetri, ossia lo spazio minimo per consentire l’esposizione (con raziocinio e sicurezza) dei prodotti nelle posizioni desiderate dall’azienda. Lo spazio utile del corridoio dell’allestimento si è conseguentemente ridotto di 60 centimetri. Da due metri di laghezza del corridoio, si è passati a 140 centimetri. Troppo poco per garantire la mobilità del pubblico ed una godibile visione dei prodotti. Abbiamo cosi deciso di modificare alcune macro misure del progetto, rubando spazio alla parte esterna dell’allestimento per allargare di 50 centimetri il corridoio, riportandolo ad una dimensione ottimale. Una modifica questa molto facile in ambito di disegno tecnico, ma critica per l’allestitore, che l’ha accettata al limite delle sue possibilità pratiche per rimanere nei tempi di consegna e richiedendo alcune modifiche al progetto finalizzate alla semplificazione del lavoro materiale. Tali modifiche hanno riguardato soprattutto la disposizione dei supporti di esposizione dei prodotti.

03, i supporti di esposizione dei prodotti Le mensole necessarie al posizionamento delle centinaia di articoli erano volutamente progettate senza uno schema di ordine perpendicolare, con dimensioni e profondità apparentemente casuali, organizzate per “macchie” e raggruppamenti sulla logica delle famiglie di prodotti da esse contenute. Per ridurre drasticamente i tempi di realizzazione dei supporti, questi sono stati riprogettati in modo pù semplice, così da avere mensole di un unica dimensione standarizzata posizionate su file perpendicolari. Questa modifica ha semplificato molto il lavoro dell’allestitore. Di contro però ha implicato una urgente e non facile ridisposizione di tutti i prodotti, lavoro reso difficile dall’ingente quantitativo e dall’irregolarità numerica nei raggruppamenti in famiglie di oggetti nel catalogo.


02

+ 03

=



KRUMPLED Krumpled nasce nel contesto dei prodotti marchiati “Cose non comuniâ€? di COVO. Realizzato partendo dal tema del poligono e della piega, rielaborato secondo il concept di una superficie increspata che congela il momento di contrazione di un foglio accartocciato, è un contenitore-accentratore di relax domestico.


KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE ANALISI dic.2007 - feb.2008

Krumpled Table

L’idea

Coffee table.

Krumpled nasce nel contesto dei prodotti marchiati “Cose non comuni”. In accordo con l’azienda lo spunto proviene da un mio precedente progetto, QBOX-Office: un porta documenti salvaspazio dedicato all’utenza “home office”. Su questa base è stato delineato un trasferimento tipologico da contenitoreaccentratore di lavoro domestico a contenitore-accentratore di relax domestico.

Designer: Riccardo Vescovo

Sebbene “fuori target” rispetto a Covo, QBOX-Office suggerisce quei concetti che hanno disegnato il progetto Krumpled. La funzione di contenitore di documenti e amplificatore delle superfici di lavoro è naturalmente diventata la possibilità di contenere oggetti legati alle abitudini quotidiane ed al contesto della zona “living” (il telecomando, la rivista, il libro...). Allo stesso modo la centralità rassicurante dell’oggetto diventa presenza fisica totemica con un estetica elegante ma “non comune”, come espressamente richiesto dallo stile aziendale. Un’operazione, quest’ultima, molto delicata, che non può prescindere tanto dalla conoscenza dell’azienda quanto da una ricerca fra esempi importanti.

Ricerca fra oggetti decisamente “non comuni” Sapendo che Covo ha collaborato con designers del calibro di Stefano Giovannoni, Vico Magistretti, Jerszy Seymour ed altri, il confronto col design contemporaneo in tema di decorazione ed estetica organica si fa ancora più vivo. Fra questi Ross Lovegrove con la sedia Supernatural (Moroso), Karim Rashid con l’armadio Blend (Horm) o Steven Holl con Riddled (Horm). Marcel Wanders con molti prodotti fra cui i pizzi resinati Lace (Droog Design) e la seduta Knotted, due progetti che usano il decoro stesso come oggetto autosufficiente. Particolarmente interessante è anche la linea “Mr. Bugatti” di Francoise Azambourg per Cappellini, in cui l’ammaccatura casuale della lamiera costituisce un elemento di memoria (le vecchie auto Bugatti) ed è fulcro del progetto. Il tema del poligono, della piega, sviscerato da Konstantin Gricic in molti suoi progetti di design oppure da Plasma Studio in progetti architettonici ed ancora da Matt Gagnon con il tavolo riciclato Paper Side, o il tavolo Sputnik di Buro Vormkrijgers, o lo sgabello si Isamu Noguchi. Tutti progetti diversi fra loro, ma accomunati da un uso non banale dell’ornamento, a volte ironico o bizzarro, di certo... “non comune”.

Stefano Giovannoni per COVO

Vico Magistretti per COVO

Jerszy Seymour per COVO


QBOX Office


KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE ANALISI dic.2007 - feb.2008

Krumpled Table

Analisi del contesto merceologico.

Coffee table.

Individuati ed estrapolati quegli elementi concettuali di QBOX-Office che hanno fornito l’ispirazione, si può finalmente passare ad una fase successiva ragionata su proporzioni idonee al nuovo progetto, il tavolino.

Designer: Riccardo Vescovo

In questa fase è anche utile porre - momentaneamente - da parte la precedente analisi sul design “ornato” per concentrarsi su quella che sarà l’essenza pratica e utile dell’oggetto, prima di definirne la forma. La progettazione procede quindi con un analisi del contesto specifico dei “coffe table”. Tavoli di dimensioni ridotte e molto bassi, che non svolgono la funzione classica del tavolo operativo, ma occupano un posto centrale nella zona living delle case, diventando spesso l’epicentro dei movimenti legati al relax, e primo punto di riferimento per contenere gli oggetti domestici ad essa relativi. Una ricerca, questa, finalizzata a conoscere il panorama merceologico all’interno del quale il nuovo progetto dovrà posizionarsi.

Bozze. Per meglio sfruttare questa ricerca vengono contestualmente realizzati dei disegni e delle ipotesi pre-progettuali, talvolta sviluppati fino ad ottenere un modello tridimensionale vero e proprio, molto utile sia per l’autocritica, sia per il confronto con i prodotti individuati nel contesto merceologico, sia per il confronto/riscontro con l’azienda Covo. In questo modo, infatti, il dialogo può procedere passo-passo basandosi su immagini condivise, cosa che aiuta nella concretizzazione del progetto secondo una logica condivisa fra designer e azienda. Questa fase ha prodotto molti “mostriciattoli”, ed anche alcune idee semplici e potenzialmente adatte ad essere sviluppate come prodotto. Purtroppo, però, non nel contesto delle “Cose non comuni”, che devono possedere un valore di unicità elevato ed allo stesso tempo una pulizia rigorosa. Tutti gli esperimenti, però, sono stati utili per concettualizzare il progetto, che di li a poco avrebbe preso una forma concreta.


QBOX Office


KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE CONCEPT dic.2007 - feb.2008

Krumpled Table

Pausa.

Coffee table.

L’operazione del “togliere” del semplificare, della ricerca del minimalismo come eleganza lineare e priva di disturbi ha dato e tutt’ora continua a dare i suoi frutti, che sono senz’altro positivi da ogni punto di vista estetico e commerciale, e talvolta sono eccezionalmente interessanti.

Designer: Riccardo Vescovo

Tuttavia il rischio è quello di proporre qualcosa di già visto, già sperimentato, e questo non è accettabile per quelle aziende che fanno del design e della sperimentazione il loro punto di forza. Fra queste Covo affronta l’argomento in modo molto diretto, facendo addirittura proprio il concetto di “cosa non comune”. Al designer è quindi richiesta un operazione delicata, che si muova col giusto equilibrio fra utilità da vivere con leggerezza, e bellezza da percepire senza compromessi e con originalità. Questo senza cedere al compromesso della perdita dell’utile: il “contenere a portata di mano”. Se il lavoro di sintesi porta ad escludere il movimento dei vassoi estraibili presenti in QBOX-Office (che oltre il discorso estetico sarebbero ora poco utili), al loro posto è opportuno ragionare su delle fessure, quasi delle tasche laterali.

La soluzione nella pausa. La superficie increspata di un foglio accartocciato racchiude due stati opposti della materia. L’anarchia del caos, la materia che si contrae in pieghe deformandosi in base a logiche di cui si perde in controllo lascia comunque intuire la linearità geometrica da cui tutto prende forma: la forma originale che non è più integra, ma è chiaramente percepibile. Come un rumore che rompe un silenzio, o una pausa che interrompe una melodia. In questo modo, congelando il momento esatto in cui da uno stato di equilibrio esplode il caos (l’esplosione di una supernova o di un popcorn, il collasso di una galassia o la superficie dell’acqua colpita da un sasso), rimangono intrappolati entrambi gli stati. Le increspature del tavolo creano il rumore, il disturbo che interrompe il minimalismo funzionale del volume. Questa linearità, che si era persa in un contesto sempre più geometrico e simile a se stesso, torna a vivere proprio nel momento in cui percepiamo la sua assenza, nel momento in cui rischiamo di “perdere l’equilibrio” fra il caos delle increspature di Krumpled Table.



KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE PROGETTO dic.2007 - feb.2008



KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE CONCEPT dic.2007 - feb.2008



KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE PROGETTO dic.2007 - feb.2008

Krumpled Table

Il supporto di Magnoni S.r.l. nella definizione produttiva

Coffee table.

In qualità di editore Covo si avvale regolarmente della collaborazione di terzisti per la produzione dei suoi oggetti. Queste aziende, contattate a seconda delle lavorazioni e dei materiali coinvolti nel progetto di turno, sono anche fondamentali per completare il processo di ingegnerizzazione.

Designer: Riccardo Vescovo Azienda di supporto: Magnoni s.r.l. Capo rep. tecnico: Roberto Chessa

Partendo da questo esempio, ho ricercato e trovato un prezioso confronto con l’azienda varesina MAGNONI S.r.l., specializzata in lavorazioni a freddo della lamiera ad alta tecnologia, ideali per le particolari esigenze del progetto. Un contributo doppiamente utile data la differenza che intercorre fra la filosofia ricercata (ovvero “...non comune”) e quasi artigianale del progetto e quella invece dell’ottimizzazione e dell’alta tiratura che ha caratterizzato il mio iter formativo.

01, taglio e stampaggio delle superfici Cinque superfici costituiscono la base volumetrica del progetto: un piano orizzontale (800x800) e quattro pareti verticali (800x333). 01.a. Due di queste vengono subito ricavate da lamiera piana per taglio laser. 01.b. Anche le altre due pareti ed il piano orizzontale provengono da taglio laser. Ad essere tagliata però non sarà la sagoma definitiva, bensì lo sviluppo in piano della superficie, su cui saranno poi stampate a pressa le increspature. Problema della deformazione del profilo. In fase di stampaggio il profilo della lamiera potrebbe “ritirare” perdendo il disegno definito dal progetto CAD. Per evitare questo problema verrà usata una lamiera da profondo stampaggio, la cui disponibilità all’allungamento è assolutamente superiore all’esigua profondità delle increspature. Un ulteriore contributo può essere dato dall’uso di premilamiera integrati nello stampo. Se la deformazione dovesse comunque risultare rilevante, si interverrà con un ritocco ad hoc del profilo di sviluppo CAD. 01.c. Il piano orizzontale è pronto. Dai due piani verticali invece verrà asportato il foro rettangolare tramite un punzone da trancio amovibile inserito “a cassetto” nel medesimo stampo iniziale. 01.d. Piegatura con pressa piegatrice dei bordini inferiori a 90° per i quattro fianchi del tavolo. Le superfici esterne sono ora complete.


67

467

800 67

67

800

467

800 333

67

67 333 333

67

333

333 67

800

800

333

67

800

333

67

800

333

67

333

800

67

67

333

333

67

800

Rappresentazioni grafiche fuori scala.

01.d 67 333 333

67

67

467

67

67

67

01.b 800

333

01.c 800

67

333

67

333

800 467

67

67

67

800 800

Lavorazioni a freddo della lamiera dal 1920

01.a 800

800

467

800

800

467

467

800

467


KRUMPLED Table PROGETTO PERSONALE PROGETTO dic.2007 - feb.2008

Krumpled Table

02, le tasche laterali

Coffee table.

02.a. Le quattro tasche laterali sono anch’esse ottenute per taglio laser (ma potrebbe anche essere usato un taglio a punzone, a seconda delle economie del caso). Si inizia da un semplice sviluppo in piano a “T” di una base e di tre lati, che vengono rialzati con una piegatrice, e si chiude il volume con un coperchio rettangolare superiore saldato a Tig.

Designer: Riccardo Vescovo Azienda di supporto: Magnoni s.r.l. Capo rep. tecnico: Roberto Chessa

In alternativa lo sviluppo dell’intera tasca potrebbe essere tagliato (laser o tranciatrice) e piegato completandolo in un solo colpo con l’uso di uno stampo costruito appositamente. Queste procedure sono però collegate al numero di tiratura ed alle abitudini produttive specifiche. 02.b. Ognuna delle quattro tasche verrà saldata a tig robottizzato sulla relativa parete verticale, in prossimità del foro rettangolare. Questa saldatura, se ben programmata e realizzata, potrebbe non necessitare di alcuna molatura finale. Il disegno delle tasche fa si che, una volta completato l’assemblaggio, questa conservino un inclinazione di 2° verso l’esterno dell’oggetto, come a spiovere. Questo accorgimento impedisce ad un piccolo oggetto di rotolare accidentalmente sul fondo della tasca diventando difficile da recuperare.

03, chiusura del volume e completamento 03.a. La chiusura del volume avviene per saldatura della superficie superiore con i quattro fianchi. Questa è un operazione conclusiva e delicata, per cui è opportuno l’uso di un’apposita maschera di saldatura e di una sapiente pianificazione della sequenza di saldatura (onde evitare prevedibili deformazioni). Ottimizzato il processo, che potrebbe quindi anche essere automatizzato, si procede alla saldatura degli spigoli verticali, e quindi alla verniciatura. 03.b. La giustapposizione dei quattro piedini regolabili. Questi sono avvitati su altretante staffe ricavate da tubolare metallico a sezione rettangolare con gli estremi tagliati a 45°, in modo da poggiare “a battuta” sulla parte inferiore interna del tavolino.


Lavorazioni a freddo della lamiera dal 1920

02.a

467

92

.0

0째

333

333

467

0째

.0

88

333

02.b

Rappresentazioni grafiche fuori scala.

03


40

333

132

800 536

800

132

800


scala 1:10


800

333

800

67

67

467

800

800

67

67

333

467

467 800

00

. 92 333

467

800

째 00

. 88


. 92

째 00

333

333

333

. 88

467

333

333

0 .0 92

67 333

00 333

00 째 333

67

. 88

x2

333

x2

333

scala 1:10

467

467 467



Grazie. Nell’ordine di apparizione a: Jack, cane “di Design”, Tigro, gatto sensitivo, Piko, cane bastardo (puro), Leòn, gattino che la sa lunga. Nell’ordine di scomparsa a: Minù, gatta Sovrana. Ugo, coniglio galante. Grazie anche alle altre comparse che hanno reso tutto apparentemente possibile, come Cuspide, Merdina, Bamboo, Peggy, Ettore e tanti altri. Ad anche ai molti umani che se lo meritano.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.