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2.8 Il «Patto d’acciaio»

territorio cecoslovacco, e l’allora presidente della Repubblica Beneš55 fu costretto a

piegarsi alle volontà polacche56 . Il Führer fu inoltre capace di manipolare i principali membri dei governi di Bratislava e di Praga per chiedere rispettivamente ai primi di creare uno Stato indipendente e ai secondi di reclamare l’intervento dell’esercito tedesco e il 15 marzo del 1939 le truppe hitleriane entrarono in Boemia-Moravia. Il giorno seguente, Hitler decretò la nascita del Protettorato di Boemia e Moravia, mentre della Ceco-Slovacchia rimasero una regione quasi indipendente (la Slovacchia) e la Rutenia. L’occupazione del territorio cecoslovacco andò contro l’ideale pangermanista di Hitler, ma contribuiva ad espandere il dominio tedesco in Europa.

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2.8 Il «Patto d’acciaio»

Dopo l’occupazione italiana del Regno di Albania, le motivazioni che hanno spinto Mussolini a siglare l’accordo con la Germania riguardano soprattutto il protagonismo di Hitler, il quale insisteva a prendere decisioni da solo in politica estera e il Patto sarebbe servito per limitare almeno in parte questa tendenza; un altro valido motivo era quello per cui l’Italia avrebbe così avuto un programma abbastanza anticipato delle politiche da adottare nei mesi a venire.

Nei primi giorni di maggio, Ribbentrop si recò a Milano e iniziarono i negoziati sulla base di alcune bozze già valutate all’inizio dell’anno. Il ministro degli Esteri tedesco nel medesimo periodo stava trattando con il Giappone delle clausole che dessero all’accordo anti-comintern un carattere minaccioso verso i sovietici, denotando una parziale insicurezza sulle migliori garanzie delle alleanze che stava per stipulare. Ribbentrop convinse Ciano dei mezzi pacifici che sarebbero stati utilizzati dai tedeschi per le operazioni in Polonia, anche perché la Germania non era ancora pronta per affrontare combattimenti su larga scala. Il lavoro sul trattato venne lasciato proprio a

55 Edvard Beneš (Kožlany, 1884-Sezimovo Ústí, 1948) divenne presidente della Cecoslovacchia nel 1935 dopo Masaryk, ma si dimise dopo la Conferenza di Monaco del 1938. Divenuto nel 1940 presidente di un governo in esilio a Londra, nel 1945 tornò a Praga e venne nuovamente eletto presidente. 56 Anche gli ungheresi fecero sentire la propria voce per quanto riguarda le rivendicazioni territoriali, grazie all’appoggio italiano. Venne infatti sottoscritto il primo arbitrato di Vienna, che sanciva una cessione da parte degli Slovacchi di un territorio di circa 12.000 chilometri quadrati, popolato da un milione di persone, all’Ungheria. Il risultato fu quello di aver spinto sempre più il governo di Praga sotto la minaccia tedesca.

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