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LA RE ISTENZA ALBANESE ALL'O CC UPAZ IONE ITALIAN A
onostante gli entusiasmi anificiali e di wmodo rnanife,tati dai notabili che aderirono al Panico Fa~ci:,ta Albanese. o agli ennisiasmi m1zionalistici sorti in Kosovo dopo r occupa7ionc. nella realtà dei fatt i la presenza italiana non era particolarmente ben vista dalla maggioranza della popolazione albanese; in pa11ico la rc le classi o p era ie e co n tadine lame n tavano pesanti cond izion i di sfrullamento, e fu questa la molla che le spinse nel tempo a ~olidarinare con i panigiani contro gli atteggiamenti reazionari delle clas,i pm,:..identi e dell ·alto clero oscurantic;ta. Se fra il 1939 e il 19-W la re istem:a cm stata principalmente ideologica. con la campagna di Grecia e le sofferenze che essa portò sul territorio albanese si accrebbe il dissenso contro l'occupai.ione. L'attacco tedesco all'Unione Sovietica, inoltre. rafforzò la posizione dei simpatizza nti comunisti in Albania ade~)lO imp egna ti co n tro un nùmi co c h e era sia r invasore de lla loro terra, s ia a ll eato del l 'i n vasore ciel la patria dei lavoratori". Come accenna to. le tensioni sociali. che poi assumevano caranere ideologico. erano acuiLe dal fatto che la ricchena er.i concentrata nella disponibilità dj un ·esigua minora1ua. lcgata al regime da logiche clicmelari: inoltre. raumento dei dipendenti statali da 6.000 a circa 18.000. avc\a creata una nuova classe di privilegiati, acuendo però il risentimento d i quelle piL1 umili. A ben gua rd a re un a politica poco accona che si rit or:-.e co ntro i l fasc is m o.
194]
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Le mi~urc che la l uogotenenza adouò nel tentativo di spengerc sul nascere le fiamme de ll a reSilotenza furono quelle già adottate nel 19-+ I. alrindomani dei primi cpi~odi di intolleranza alla pre enrn italiana. e che già si erano rivelate poco efficaci: ovve ro. rastrellamenti . arresti e rappresaglie fra la popola1.ione civi le che . i nvece. solidarizzava con un mov i mento ant i itali a no che anduvu acqu istando semp re maggior forL a, e che se nei prim i diciotto m esi si limit ò a d a tt i dimos trat i v i o azio n i di sa bota ggio. affidati a piccole bande o all'in iziat iva dei s in go l i. anche a causa dell'inadeguata dotazione di armi. dalla ,econda metà del 1942 conobbe un notevole :..alto di qualità. gra1.ie alr afflus~o di aJ111i dai comunisti jugoslavi e a un infoltimento delle ue file. Fra i primi. ma anche più eclatanti c..cmpi di re~io;;tl:nt.a ci fu rattentato che roperaio diciannovenne Va il Laçi ten t ò di compiere a Tirana il 12 maggio 194 1 contro i l R e Vittorio Emanuele 111. in v is i.la in c ittà per so le nn izzare l a crea1. io n e della Gra n de Albania: Laçi esp lose qu a ltro colp i d i
Beretta contro l"auto del ~ovrano. mancando il bersaglio. Prontamente arrestato. fu condannato a molle per diretti ima e fucilato il 27 maggio. A :.cguito della condanna. però. ~coppiò una violenta rivolta popolare cui Jacomoni rispose mobiliiando resercito e le Camicie Nere albane!-i. che eseguirono arresti <li massa e decine di co nd anne a morte d i oppos itori o presumi t a l i , o semp li ci ~impatizzanti com un is t i. M an ifestazio ni e r ivolte anti italiane si ebbero nnche a Valo n a, Berai , Argi r ocastro . Scu t ar i e a ltri cent ri min o ri del P aei.c. ma ovunque la risposta fu la medesima: arresti e condanne a morte, ma anche la dis truzi one. a scopo di rappresaglia. di interi quartieri o:,pettati di dare rifugio ai ribelli: una riedizione dei massacri del febbraio 1937 in Etiopia. dopo il fallito attentato a Graziani. Ma il Paese rimase io stato d'a,;,edio per molti mesi e le az. ioni di rastrellamento si moltiplicarono da nord a sud. affidate s ia al Regio Esercito sia alle Camicie Nere. ita liane e albanes i Non raramente purtroppo, 4ucste azio ni si tra sfo r mavano in gravi violenze contro la popolazione civ i le. Ad esemp io. nell'ottobre 1941. nel vi ll aggio di Re~· (a nord di Scutari). le milizie fasciste accerchiarono l'abitazione della famiglia Fa llia. colpevole di ospitare le adunate illegali dei simpatizzanti comunisti : redificio in legno e paglia fu incendiato. e prima che i panigiani all'interno potessero tentare una difesa anm1ta. lc fiamme lo avevano avvo lto completamente. A lcu n i membri de lla fam ig lia che erano usciti in tempo dalla cas a , ve nnero i11L crnati in un campo d i lavo ro, mentre i c irca tre nta parti gia n i mor i rono llltti nel rogo. o fa lciati d a ll e fucilatl: dei miliziani fasci~ l i. L'eco di questi tragici cpi~odi si diffondeva ne l Paese. e ~pinse la resistenza a compiere un importante passo avanti: fra r8 e il 14 novembre 19-+ I :,i riunì clandestinamente l'as emblea co t itucnte del Partito Comunista A lbancse. fortemente sostenuto da Tito che lavorava alla costruzione d i un fone movime nto d'opposizione a l naz ifascismo nd Balca n i; e per attrane g li a l hancsi ne lla s u a orbita. avanzò la promessa ( poi non mante nut a), d el mante n imen t o d e lla Grand e Albania. con i l K osovo a n co ra so tto Tirana. Così non :-urcbbl: sta to. ma intanto Envcr H oxha (fe deli ssimo d i Tito) assun:-.e rincarico di dirigente ce ntrale provvisorio del partito.e furono create ubito nuove cellule e diramazioni in tutto il territorio albanese. ponendo le basi anche della GioYentù Comunista Albancsc affidata a Qemal tafa. Membro del partito. e poi fra i capi più nttivi della gue rri glia comunista. era anche quell'Haxhi Ll cshi già bandito da Zog nel 1929 per le s u e id ee progressiste e che . s ubito dop o r occupaz io n e ita liana. aveva proseg uito la sua res isten 1.a in maniera ancora più decisa. o rg a ni zzando le prime az ioni di ~abotaggio ai danni dei co rHogli m ilitari.
1942
Stretta I' al lcan7.a co n il Partito Comunista J u!!oslavo . quello a lban e~c poté organizzare ~u ba;i più solide i partigiani che operavano in suo nome. potendo adci>~O comare su discreti 1ifomimcn1i di armi. L a com,egucn1-a fu che l"a11ivi1à partigiana comuni ta in quel 1942 aumentò considerevolmente d·inten!>itf1. anche a segu ito della propaganda su vasta sen ia eserc itata dal partito di Hoxha che invitava i g iovani a lottare per la liberazione del Paese dall'occupan1c fascbta: la mo ss a ebbe successo, e le file parti g iane videro au me nt are co n s idercv<) lmcntc gli effe ttivi. Scutari in panico larc fu un ouci primi cen tri irnprntanti a ospitare una ramilicala organizzazione di resi stenza le cui fì!!ure di riferimento erano tre giovani studenti: Branko Kadija,Jordan Mi1,ja e Perlat Rexhepi. tuui membri del Paitito ComuniM:J sin dalla sua fondazione. Fra le anivit i1. non <,oltanto il sabotaggio. ma anche la propag,1n<la ideologica e culturale fra la popolazione. :,.id giugno ciel 1942, i Carabinieri avevano co ndou o dclii.! anipic indagin i . ullc a ll iv itfa parl i- giane in città e dopo numero,-c ricerche e confessioni estorte . anche c,;on la tortura. ad alc uni dete nuti pol itici. il 22 del me se si misero s u ll e trac.:c.:c de i tre • tudenti. La loro ab i tazione fu a5.5.cdiata da circa 600 persone. fra Carabinieri. militari e militi fasà,ti : vis t is i circondati . i rre tentarono un"improbabi le fuga . lanciandosi fuor i dal 1•abitaz io ne e sparand o s ugli assedianti; ne uccisero qualcuno. ma furono a loro volta uccisi. el 1946 furono proclamat i Eroi del Popolo Albanese.
Sopra: 1943, partigiani nazionalisti del Balli Kombetar passati in rivista da un ufficiale tedesco. Sotto: due giovani partigiani albanesi nel 1943.11 Balli Kombetar ( "Fronte Nazionale" in lingua albanese) fu un movimento di resistenza, repubblicano e nazionalista, spesso coinvolto in scontri con i partigiani comunisti e infine passato alla collaborazione con i nazisti.
Accan to a lle formazioni comuniste era no att ive anche quell e più moderate riuni te so llo l'e g ida de l Fro nt e di Liberazione azio nal e: il Fronte era nato con la conferenza di Peza del 16 settembre 19~2. nel co rs o della quale fu ~tipu lat o un acco rd o fra i capi delle va r ie fazio n i . de lle quali i co muni s ti rapp rese nt ava no que ll a più numero sa e meg li o organinata. L a loro egemonia fu 4uindi naturale. ma non da tutti accettata portando. due mesi dopo a una frattura a ll'int erno del Fron te: i capi naziona l isti Midhat Frashcri e A lì Bcj, infatti, pur combattend o 1•occupan te italiano avevano un o ri entame nt o politico rep ub blicano e fondarono il Fronte azionale (Balli Ko mbetar) che nel MIO programma prevedeva la lotta pe r i diritt i del pop o lo a lban ese e un "Alban ia libera. d e mocratica e soc ialmente mode rn a. dove la libertà di pensiero e di paro la fossero garantite a tutti. li programma di Bcj e Fra heri ebbe un disc reto ap prezzamen to popolare, so prattutto nelle città, mentre più difficile e ra fare pro se lit i nelle aree montane legate alla tradi zione tribal e. Nacquero squadre partigiane del mo, imeneo a atona . a Skrapar. a Ko lonjc e a Tirana. Hoxha e gli altr i co mun i:,,ti. invece. prope nde vano pe r la ri vo luz io ne popo lare di stampo ),ov ictic o. Un a ltro punto in cui le d ue faLioni erano distanti riguarda, a la posizione nei confronti della popola1.ione albanese fuori dai confini na tura li dello Stato (Koso vo. Macedo ni a e Grecia) : i comunist i ne dema nd avano la di scus s ione a dopo la fine del confli tt o, mentre per i nazionali, ti do,·cva e!>:.ere da subito messo in chiaro che a, rebbero dovuto co nt inuare a es ), erc soggette a Tirana: soluzione 11011 acceuata dai comuni s ti. per non cntrare in confli tto con la Jugo slav ia. fl mancato raggiungimento di un accordo soddisfacente fra le parti . fece ),ì che . nel 1943 . i nazionali~ti scelsero di c.:ollabora re con i tedeschi in chiave anticomun ista: la Wehrmach t , in fa tti. non pose difficoltà a l controllo dei na1.io11alisti albanesi sulle regioni sino ad allora occupate dagli italiani. Un·altra fa1.ionc partigiana. ma fortemente mi noritaria. era quella dei monarchici. sos ten it ori d i un ritorno d i Zog e la rinascita del Regno cl· Alhania: !" cx Maggiore Abza n Ku pi. già comandante del pre s idio militare di Duraao. a, eva fondato ncll" aprile 19-+ I il movimento Legali teti (Legai ità). che. pur godendo di sca rso !>egui to popolare. po 1tò comunque un bu on co ntribut o a rm a to a lla lo tt a d i liberazio ne prima di passare da ll a parte dei tedeschi nel 1943 non approvando recccssiva. a suo dire . preponderanza comunista .
Ma l' arnministrnLion e italian a non rimm, e inerme davanti alla nu ova s itua z ion e, e in quel l 942 il Regio Esercito fu impegnato in una vas ta campagna di ra,-trellamento che interessò ben '27 distretti delr Alhani a: al s uo lìanco collaborava la Milizi a Fasc ista A lb ,mese. Nell e c itt à in cui la res iste nza era panicolarm e me attiva furono esegu iti a rresti pre ve nti vi. interrogatori eguiti da torture. e decine di oppo itori furono giustizia ti per impiccagione o fucilazione. Tr a le fi g ure che ··spiccarono'' per i metod i c rudeli . c i fu il Maresc iallo Logo t i to del Ser v iz io Informa1.ioni Militari.che a Va lo na presenziava regolarmente alle torture dei prigionieri da lui stes o au tori zzate. Fra gli ep il>odi più cruenri della repressio ne parti g iana, c i fu il massacro de lla popoh1 Lio ne di Mc sapl ik. nell a prefettura di Va lona . avvenu to nel dicembre I 942. dopo ave r incendia to centinaia di case in seg uito ad alcu ne perqui5.i1.icrni.
Ma g ià alla me t~1 di se tte mb re (e fi no a tutt o il mese di o ttobre), venne lanciata una vas ta operai ione ne ll" area di Peza. dopo che il ServiLio In formazio ni aveva l>egnalato movimenti partigiani in concomitan ..i:a c on il raduno cli cu i sopr a. Vi erano poi r imasti c irca 200 g uer rig lie ri. a loro vo lta s uppo rt a ti d a circa 300 civil i. in gran pa rt e co nt adi ni de ll a ,ona. La operatione di ra trellamcnto ),i ri, ciò un fallime nto completo , perché le truppe italiane non conoscevano bene il terri to rio e, muove nd os i in re parti numeros i, temevano le imbos ca te de i picc o !i g ruppi partigiani che minacciavano la sicurcua dei trasporti nel triangolo Tirana -Durazzo-Lui,hnje: 30.000 uom in i del Regio faercito . dopo che !" a rti g li e ria aveva pesanteme nt e bomba rdat o la zo n a , allaccarono frontalme nte Peza e i villaggi vic ini. ma fra le macerie delle case trovarono soltanto civili inenni: i partigiani, infatti. ai primi colpi dc ll" artiglicr ia erano fuggiti a piccoli gruppi d isperde ndos i ne i boschi . Agli italiani. disorientati. non rimase che procedere con qualche arre!>to fra la popolatione. e poi ritirarsi. In utile dire che . pochi giorni dopo. i part igiani poterono tornare ind isturbati a i villagg i e anc he se danneggiati vi rcin'itallarono i loro capisa ldi. el dicembre del 19~2. il fronte partigiano albanc!>c. pur composto da formaLioni di diffì:rcnti orientamenti poli tici. a pp ar iva ancora abbastanza unito. per c ui Gran Bretagna.Stati Uniti e Un ione Sovietica loriconobbero come a lleato nell a lo tta contro il na1ifa- sc ismo . A li ve llo di repart i mil itari , nei primi gio rni de l genna io 1942 la Div isio ne Fe rr ara era s tata trasferi t a nella zo na d i Durazzo, per controllare il territorio dall'area metropo li tana fi no a ll a vall e d el fiume Seman, a s ud. Po i , a metà aprile. ebbe ordine di ridislo ca rs i in Montenegro. fra Niksic, Da ni l ovgrad , Podgorica e Savnik, con i med es i mi compiti di controllo, a nc he se nell'ex regno dei Pe trov ic la si tu a - z ione era molto più tranquilla che in Albania. La Divi sione F iren ze, in quel 1942 , vide es te nder s i il settore di sua c ompete nz a fra le città al bane s i di El basan , Libra z hd , Burre l e Qukes e le l ocalità macedoni di G ostivar, P es hkop i . Struga . Deba r e Mogorce. Anche la Divisione Puglie, oltre a lla res p onsabil ità del contro ll o e dei ras trellamenti nel Di b rano, fu spesso impi egata in azion i di controguerriglia ne l Ko sovo e vers o la zo na di S latina, nelle vic inan ze de l confine co n la Bu lgari a, dove stavano pren de ndo corp o altre frange della res i stenza a n t i italiana. In o ltre , il 1° ottob re il Generale Lorenzo D almazzo assunse l ' inca rico di Comandante Superiore del le For ze Arate de ll 'Alban ia (po i 9a armata ), che mante rrà fino a l settemb re de ll 'a nno success iv o , quando sarà arrestato dai tedeschi. Fond a me nta l mente, i l 1942 v id e il consistente ra fforzamento della resistenza partigiana, e, per tragica co n seguenza, J' a ume nt o della rep ress ion e da pa rte ita li a na : i guerriglieri e i loro fiancheggiatori fra la popolazione civile, furono le v ittim e d i una massiccia campagna di affesti, torture, depo11azioni nelle carceri di Bari e Brindisi o prigion.ia ne i ca mpi di concen t ram e nt o pre senti s ul terr itor io alba nese ;
Ottobre 1943, l'ufficiale britannico Peter Kemp (terzo da sinistra) con alcuni partigiani albanesi. Collaborò in missioni clandestine p er 1Omesi, per ordine delle operazioni speciali del MIR più c he i partigiani, però, che il Reg io Esercito aveva difficoltà a catturare , a fa re le spese di questa brutale repressione furono i ci v i Ii. che in molti casi assistettero in ermi anche a lla distruzione dei loro vi llagg i.
1943
111943 si aprì sa nguin osame nte per le trupp e italiane: la cittadi na d i Gjorm, a sud di Valo na , p res idia t a da repa11 i d ella Di vi s io ne Pa nn a e da gruppi di Camicie Nere , fu attacca ta da un a formaz ione di pa rt igian i nazionali s ti de l Balli K ombeta r , forte di c irca 300 uomini.
Non adde s tra ti ad affr ontare la guerriglia, gli itali an i furono sopraffatt i e acc u sa ro no be n 186 perdite , per ra ppresaglia al le qua l i le Camicie Nere e la Mili z ia F asci s ta Albanese assassinarono pochi g io rn i d o po il Prefetto d i Va lona , ritenendolo res pon sabi le de l mancato controlJo d el territorio e di favo reggiamen to ve rso i par tigiani.
Il 16 gennaio la c ittadina di Voskopoja, a no rdove s t cli Cor iza, fu a tt accata d alle forze co muni s t e; tutta la zona circosta nte era pre s idiata d a circa 5.000 uomi ni fr a milit ari d e ll a Firenze e C amicie Nere , inv iati ne l dicembre 1942 pe r rafforzare il controU o del te rri to,io. dopo c he s i era verificato l'enne s i mo attacco co ntro un co n vog l io che tras p orta va a r mi e vi ve ri. Di ffic i Imente avvistabili perché si muo ve - va no i n g rup p i d i ci nque uom in i e sfr uttava no g li anfratti e i d iru pi de l terre no. appe na 200 part ig i a ni riusci rono a cog l iere di sorpresa alcuni rcp[lrt i italiani attestati poco fuori Voskopoja, e a catrurare I 50 prigionieri (che però furo n o libera ri pochi giorni dopo): credendo <li dover affrontare un numero di forze sove rchiante. gli italiani si ritiraro no rapidamente dalla cittadina. che fu così occupata dai partigia n i e divenne il cen tro principale dell'attività partigiana nel distreno di Coriza. Un episodio che djmoscra i primi segni di cedimento nel morale e ne l mordente delle u·uppe italiane in A lban ia . logorate da oltre due anni di comba t timenti e non trascurabi l i diffico lt à logis t iche d i ogni genere. Seguirono mo lt i a ltr i sco nt ri . a VaJo na. Selenice. M allakas t e r . Domje, c he f urono sos t a nzial me n te az io ni d i di s turbo contro i reparti ita l ia ni ; j nvece, un altro i mp o it a nte s uccesso per le fo r ze parti g ia ne arrivò , a nco ra in qu e ll'in ca nd esce nt e ge nn a io 1943, con la ba tt ag l ia di S nose m , un v i ll agg io ne l s ud d e l d is t re tto di Elb aso n in c ui la D i v is io ne Fire nze aveva cos tj tuito un ca posa ldo con 300 uo mi n i , be n a rma ti e riforn iti .A tto rn o a ll a me tà de l mese 200 parti gia ni. affamcati da c irca l .000 civ ili de ll a zo na, a ttacca ro no e m ise ro sott o assed io i mi lit ar i i t a li a ni , 30 de i q uali furono presi prigio n ieri. La ban ag li a d urò t re giorn i .e ru risolta so ltanto dal l 'inviò d i be n 3.000 uomini di ri nforzo da Elbasan; i partigian i. per evitare di essere accerchiati. si ritirarono con pochi ime perdite. dopo C!>Scrc riu~citi a razz iare c ibo e munizio n i. Un ' az ione che. nei risu lt ati. non era grave. ma che invece dimos trava tutta la vitalità e la preparazione militare dei partigiani. La situazione bellica e il cl ima psicologico s t ava no rapidame nte cambiando; con apcvole che la si tu az io ne stava cominciando a volgere in favo re dei co m ba u en ti per l a Llber nio ne de l Paese. il P artit o Comun ista A l banese. fondato due a nni prim a d a E nver Hox ha, te nn e fra il 16 e i l 23 fe bbr ruo . nel v ill aggi o di Lab in o t , l a s ua pr i m a g ra nd e co n fe re nza dop o la fo nd a1,io ne: E n ve r Hox h a f u e le tto pri mo se g re tari o de l Co mitato Ce ntra le co nso lid a ndo così i l p rop ri o po te re In o lt re. ve nn e dec iso <li c re are un ese rc it o di l iberaz io ne, a pe r to a nc he ad al tre fo rm az ioni p rutigia ne, pe r m ass imi zw re lo s for zo de i ta nti pa rti g ia n i c he operava no in Lull a l' A lb a ni a. Pe r qu esto, in se no a l Pa rt it o Com uni s t a . ne l lu g lio seg ue nte sarebbe na to l'Esercito Naziona le Liberat o re dell'A l bania (ENLA). e Haxhi Lles hi fu da subito un esponente di rilievo dello S t a to Maggio re . mentre comandante in capo diveniva q ue ll o Spi ro Moisiu che nel dicemb re 1940. durante la gue rra italo-greca. aveva voluto evita re pe rdite inmili al suo ballaglionc e aveva perciò evacuato Coriza. che i g rec i po t ero no così faci l me nte occ upare. Il p1imo rep arto opera ti vo, ovve ro la I Bri ga ta pa rti g ia na. fu co s titu i ta il 15 agos to.
Pa ra lle lame nte a ll e mosse com uni s te . ne l fe bbra io del 1943, il Pr im o Mini s t ro a l ba nese M a liq Bej Bus hati , naz io na li s t a co n vinto e a ntim o na rc hi co . riorg a n izzò il Partit o F asc is t a A lba nese rin o min a nd ol o Gu ardi a d e ll a G ra nd e Al ba n ia, t!d e lim i nò i du e fasc i litto ri da ll a ba ndi era a lba nese: o pe raz io ni es teriori che avrebbe ro dov uto sa nci re l'avvio d i una s uccessiva presa d i distan1.a ammi n is t ra t iva e non solo dal! ' [ta l ia. ma la precarietà de ll a iniaz io ne non gli pe rm ise di portare avanti il suo programma e i·occupazione italiana con t inuò come prima. perché in quello s t esso febbra io fu schierata in Albania, nella zona di O urauo. la Divisione Brennero. inquadrata nel I V Co r po d'Armata. Agli ordini del
Generale Aldo Prin c ivall e. era formata da l 231 ° e 232° R eggimento Fanteri a, il 9° Artig l i eria, un battaglione mortai e uno mitrag l ieri. Nel periodo di permanenza nei Ba lca ni la Brennero ebbe,come le a l tre divisioni in A l ban i a. compiti di p res i d i o de l t err i t o r io e repressione de ll' attivi t à parti g i ana Ma nonostant e l a dura re pre ss ion e. o forse prop r io a causa d i qu es t i metod i brutali, il Luogotenente Jacomoni non riu scì a imp ed ire la c rescita del movimento di resi ten za albanese e i l 18 marzo 1943 fu sostituito nella carica dal Generale A l berta Pari ani, già capo della missione mili1are in Albania prima dell"occupazione,ed ex-vice ministro della GuctTa. Ma le misure prese da Roma non riu cirono a cambiare la siLUazione nel Paese.e J"intcnsità della lona armata del popolo albanese cresceva di giorno in giorno.
Novembre 1944, reparti partigiani sfilano nei giorni della liberazione. L'occupazione tedesca durò circa un anno e pose l'Albania in stato di neutralità sotto il governo provvisorio dei membri del movimento collaborazionista del Balli Kombetar.
A seg ui to dei success i conseguiti in genna io, la resis t enza pian ificò operazioni di più vasra portata. contro obietti vi i ta li ani più importanti e quind i meglio difesi. Fra que sti. i cap i sa l di milirnr i <.li Perrnet e K uqari , ne l sud de l Paese. ben fo rniti di truppe nell'ord ine di circa 3.000 uom ini della Di v isione Parma. e protetti da fortifica1ioni in cemento armato e fosse anticarro.
Obiettivo dei parti giani. i fomiLi magazzini di armi e viveri. el marzo del ·43_ 500 partigiani appoggiati da 1.500 contadini volonwri tcmarono r a na cco su Permet. con la peranza che da Kuq ari si muovessero gli altri repart i ita lian i. Invece, da K uqari ness uno i mosse e i partig ian i fu rono costretti a un doppio attacco in co ntemporanea contro i due capisaldi. Gli contri si protra. se ro per due giorni. ma i battaglioni della Parma opposero efficace resi . tenza . coadiuvati anche dalle fortificazioni a suo temp o approntate. Per quanto s pertacolare. razione dei partigiani fallì. ma non per que sto venne meno la loro determinazione. lnfaui. in quella prima vera del 1943 la resistenza era ormai un fenomeno di ma ·sa in importanti centri co me Valona. Fieri. BerateArgiroca tro,e il comando italiano fu costretto a impiegare centinaia di militari per vigilare ~ulrordine pubblico. Ci furono anche le immancabili rappre sag lie effeuume dai mi liziani alba nesi filofascisti. e non raramente furono commessi crimi n i contro la popo lal io ne civi le tan to che nella zo na mon tu osa dello Skrapari, nelle v icinanze di Berai. i vi ll aggi pe rq uis iti da i mil iz ia ni furo no co mple tamente rasi al s uolo e dat i a ll e fiamme Atto rn o all e metà di magg io , ne lle v ic in a nze d i S tru ga. ne l Dibra no, u n convog lio che traspo rtava v ive ri e mater iale va ri o . sco rtato da un plo to ne de l 1° Battag li o ne de l 128° Reggime nto Fanteria de ll a Div isione Fi renze, fu auaccaLo e preso p rigioniero da alcune squadre parti g iane de l gruppo comunista di Haxhi Lle shi: fu un ges10 pri nc ipa lmente dimostrativo. perché tutti i militari italiani furono rilascia ti pochi giorni dopo. co n l'incarico di portare al comandante della Firenze un c hiaro messaggio di "·invito a lasc iare r Albania. c he molto presto sarebbe divenuta ,a loro tomba··.
TI 17 del me~e. dodici sq uadre partigiane a naccarono la guarnigione italia11a di Leskovik, fone di circa mille uomini. che proteggeva un importante nodo s tradale verso Coriza a nord e il confine greco a sud. l partigiani circonda rono la c ittà e apriro no il fuoco; colti di sorpresa. gli ita liani tentaro no d i o rganizza re la d i fesa. richiedendo anche il s u ppo rto dell'aviazio ne. Dopo tre g iorn i di assedio. e se nza che d a Superaerco arr ivasse l 'ai ut o rich ies to, g li itali ani furono cos tre tt i ad evac uare la c itt à. lasciando ne ll e ma n i de i pa rtig ia n i inge nti sco rte d i a rmi , muniz ioni e v ive ri. Le v ittime si co ntaro no a ce nt ina ia . così come c i fu rono anc he tre n ta pr ig io ni e ri nelle fi le italiane. catturat i d u rante le conv u lso.! fas i de ll a ri tirata. per rappre aglia in seg uito all ' incendio della città appena evacuata. Intanto . a li vello di comandi militari. il 15 maggio fu ricostituito il Gruppo Armare Es t. che era s tato sciolto nel 1940. quando avcv.i la respon sa bilità della direzione ~trategica delle operazioni belliche nell'Italia nord -orienta le: ades~o aveva la sede a T irana e fu in ca ricat o del coord inamento strategico delle div isioni italiane chierate nei Ba lcan i, s ia in fu n zio ne amipartigiana. ia in eve ntuali azion i di contrasto contro po sib ili sba rchi del le for7.e al leate nella regione. Comandato dal Generale Ezio Rosi. comprendeva la 9• Armata. r 11 • e il Cnmando Superiore dell'Egeo . il VI Corpo d'Armata e il XlV Corpo d'Armata
Alla metà del mese fu lanciata da parte italiana una vasta operazione antipanigiana nelle zone monruo·e di Mallaka ste r e Tepelene. ne l !>udo ves t del Paese . dove s i stimava foS!,Cro annidati ci rc a 2.000 guerriglieri. Vistisi accerchjati. s i atte tarono a difesa e dopo aver inflitto pesanti perdite ai re parti italiani si ritirarono utle po s izioni d'alta quota. Sopraffatti dalla violenza de l fuoco nemico i militari del Regio Esen.: ito non erano in g rado di tentare l'inseguimento e la prima parte dell'operazio ne si co nc luse lì Ma il 14 luglio le unità ita liane to rnaro no sul le a lture all orno a Ma ll akas tcr e, con il s uppo rt o d e i c arri a1·mati e de ll 'aviazio ne . rasero a l s uol o pe r rappresag l ia g li o tta nt a vill agg i c he vi so rgevano, ucc idendo a sang ue freddo cent inaia di c iv ili inn ocen ti . Fu una de ll e azion i più crude l.i e nefande compi ute da i m ilitari ita lian i nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e. per la s ua violenza. è ancora oggi ri cordata come la Marza bo tto a lbanese.. é fu ques to l'ultimo episodio sa nguino o di quel tragico lu g lio. perché il 26, a Scutari. la milizia fascista aprì. il fuoco ui civi li che manifestavano contro il carovita e le privalioni della guerra. causando la morte dì numero e perso ne. fra le quali rintellenuale Mustafa De rvis hi
·erragosto del 1943 giun e in Albania anche la Divisione Perugia . in ·o titu z ione della Ferrara trasferita in Montene g ro . Era stata cos tituita nclr agos to di due anni prima, e inviata il 9 dicembre a presidiare la costa dalmata. dov e s vo lse attività di rastrel lamento e repres sione antipa r11g 1ana . T ra sfe rita ne l luglio 1942 in Mo nt enegro. alle d ipendenze del XIV Corpo d'A rma ta, g iunse infine in Alb an ia con i me desim i compiti ma ne ll 'o rgan ico de l l V Co rp o, sc h iera nd os i nella zo na fra Argi rocas tro . K lis ura , Tepe lc nc, Pcrmc t e Dc lvina. Comandata d a.I Ge ne ral e Ern es to Ch imine ll o. era cost irnit a da l 129° e 130° Reggime nto Fan teria Di v is iona le . il l5 l 0 Artig l ieria. la XX IX Legione Cam icie ere, un batt aglione mortai e uno mit raglieri. Con 1·a1Tivo della Perugia il IV Corpo cl' Armata ebbe l'organico al completo. con tre divi s ioni ( Brennero e Parma le al t re due ) In que ll 'agosto del 1943. cad ut o il Fascismo la guerra sembrava dover continuare come prima. ancora al fianco della Ge rmania e opratruno con i mede imi inte nti dettati a suo tempo da Mu solini. Pertanto. anche in quell' e!>ta te contin ua va la repre ss ione d e lla res is te nza da parte delle eruppe i taliane Nono s tant e i bo ll e ttini di propaganda diffusi da Rad io Tirana , la s itu az ion e e ra favorevo le ai partigian i co muni s ti. c he tend eva no fre qu e nti imboscate alle co lonn e e ai convo g li italiani in trasferì.mento da una loca lit à a ll ·altra. La popo lazione locale forniva se mpre min o ri informaz ioni agli occupanti. poi c hé e ra or mai no ta la s itu azione in I talia. e s i prevedeva c he a nc he l 'ese rc ito s i sru·ebbe presto sfaldalo e 1·autoritl1 itali a na vcn iva pe rce pita co m e già ind e bo lita , comp li ce anche l' a n cggiamenro cauto e guardingo delle Camicie ere. s ino al 25 luglio i reparti più crude l i nella rep ressione dei partigi ani. Quelle mede s ime notizie con traddittorie inoltre. disorientav a no i ~oldati italia ni e ne minava no il morale. e molti di loro. app unt o. s i sa rebbero se ntiti più util i in It alia che ui monti a lb a nes i. Ad a ppe!-.antire la ~itua1.ione. i ritardi nella co n segna della posta da casa, co ì come le frequen ti censure cui e ra so tt opos ta . e le cani ve no tizi e che in via uffi c io sa gi un geva no dagli a ltri fronri. Tutt e c ircostanze c he ca usaro no un diffuso se nso d'insoffere nza per la gue rra. pe r la discipli na militare. per il Fascis mo o rmai cad uto. e som m ess amente accusato d i aver portato la g ue rra anche in Ital ia. Per questa rag ion e no n furon o rari cas i di se ns i bi li pegg iorame nti ne ll e re la z ioni fra l' Eserci to e le Camicie Nere. c he mai e ran o s tati tropp o buoni. e che la formale incorpora z io ne de l 1940 non e ra mai riuscit a a saldare ve ram e nte co n g li a ltri re parti . Qu e ll ' es t ate del 1943 tra sco r e in una re l ativa. parado ssa le ca lma , tra fiacche opcrn, io ni a nti g uerri g li a e i periodi di ozio se rale e 11 o trum o . occas ione per amichevoli partite a carte e scamb i di timorose o pini o ni s u quello c he sarebbe s tato il destino de ll e truppe in Albania. dell' l tulia. delle loro famiglie. Un a parente s i di relativa 'iercnità. prima del bagno di sa 11gue del dopo Armi ti zio.
Partigiani albanesi in azione, 1943 Per il F ronte di Liberazione Nazionale, costituitosi nel 1942 e sciolto nel 1944, non fece grande differenza il cambio dall'occupazione italiana a quella tede· sca.
I ntanto , que l l ' i n iz io di settemb re v ide un importante avvenimento c he avrà un peso decisivo nel pro s ieguo d e lla res is te nz.a e ne lla forma7.ione dell'Albania del dopo g ue rra. Alla seco nda co nfe renza de l P a rtito Comunista. c he i te nn e a ncora a Labinot fra il 4 e 1' 8 del me se. fu deciso di rompere l'alleanza con i oazionalis1i del Balli Kombetar. così come co n i gruppi partigiani di a h re tendenze politi che Ve nn e così meno quell'uni 1à che aveva indotto gli Alleati a ricono cere il fronte partigian o come uni co inte r locutore per una nuo va Albania e inizi ò di fat to, la g uerra civile fra bande.di c ui. come ved remo in eguito. anc he i militari italiani s ubirono in parte g li effe tti . La decisione presa alla Conferenza di Lab i not. seco nd o c ui l'uni co potere legittim o in Albani a era quello del Con ig li o di liberazio ne na z ional e po e le premes se per il s iste ma de l partito unico e de l pote re to t a litario c he opprim e rà il Paese fino a l 1991 .
L'8 SETTEMBRE
Alla vig il ia d e ll '8 se tt e mbre. le trupp e it.a l iane Jislocate in A l bania erano raggruppa t e ne ll n 9a Armata al comando d e l Genera le Lore nzo Dal m azzo, co mpos ta dal TV Corpo d 'arm ata co n sede a Durazzo e dal XXV Corpo d ·a nn ata co n sede ad E lb asan. Sei le Di vis ioni c he la componeva no. così dis tribuite: la Arezzo a Coriza. l a Pu g li e nel "Scuore z·, fra Scutari e il Ko ovo la Firen ze nel Di brano, la Brennero a Durazzo. la Perugia ad Argirocas t ro e la Parm a a Va lo na. In torale. circa 140.000 uomini. Que l fatidico g iorno 8. ~i manifest ò anche nei Balcarii con la con traddittorie tà che aveva raggi un - togli al tri fronti: an nun c i. s mentite da Roma e dai comandi s up eriori. co ntr o-s me ntite. d1e aumentarono l' inccrte:wi e fecero perdere tempo prezioso. perché dopo il caos c he seguì alcune unità . rapidamente s po sta tes i dalle po ). ìzio ni. no n ebbero più modo di comunicare co n g lj alti comandi. Comunque. sulle prime. la no ti z ia fu interpretata. in parti co lare dalla trupp a.come la fine della guerra e il rientro in Italia Ma no a mano c he la s ituazione s i prospeua va nell a ua gravi tà e in ce rte1..za, rabbia e delusione perva::.ero il mora le d ei so ldati italiani. c he vede va no prolungars i ·in e die il loro ormai imuile impegn o bcllico.Acit1 s ì aggiunse l'a neggiamento dell 'ese rcito tede sco c he s i dimostrò s in da subi to ostile; g ià alcuni giorni prima a Ber lino avevano inlllìt o i po ss ibili sv iluppi della s itu azione e si te.nevano pronti a fro nteggiare quals ias i emergenza. ln fani il 4 se tte mb re g iu nse a T ir a na . presso il Comando del Gruppo Ar ma le Es t , il Ge nerale Pa ul Ba de r. c he coma ndava il XXI Co rp o d 'A rmat a A lpi no della We hrmac ht d i s ta nza nei Bal<:ani. Una missione a caratlere es p lora tiv o deg li umori e degli st.a ti d ' animo dei ge ne ra li it a li a ni . Le impression i che ne riportò furono con tr addi llori e e ciò se rvì ad innalzare lo stato d'allerta dei tedeschi. Sentendosi. co n oggettiva ragion e . tTaditi dal ca mbiamento d i campo deci so da Badog li o e Yillorio Eman uele m . la l oro reazione fu assai dura: presentandosi ai vari co mandi. non o lo intimarono la co ni,egna delle armi ma presero anche po sesso di buona part e dei centralini te lefoni ci e delle sa le radio. per interce ttare e sabo tare le ( poc he) com uni cazio nj fra i reparti italiani o utilizzarle a lo ro favore. niente di tutto c iò fu predi spo sto, e rcr a lcun i giorn i si navi gò letteralmente a vista. po ic hé il GrnppoArmate Est non ri cevette nessun o rdin e da Roma. e da parte sua il General e Ro~i ~i dimostrò irre so luto nelI·adottare quella che sembrava la co ndotta più logica: rimpatri are. Preferì. co lpevo lm e nte e ingenuamente. a prire tra tt ati ve con i tedesc h i proponendo loro il reciproco ri s peno e la cessazio ne di atti di ostilità. Spera va. così facendo. di poter mantenere le di vis ioni arm ate. edi o tte nere aiuto dai tedesc hi per il loro rimpalrio. Gli o rdini di non reagi re c he diramò ai s uo i so uopos ti crea ro no inc e rt ezza e ambiguità circa la condotta da tenere. considerando come il testo de ll ' Armi s ti z io . pur a u a vo lta a mbiguo. ordinasse alle truppe italiane d i reag ire ad aggressioni di qual s ia s i proveni e n za. La se ra del JO settemb re, ancora conv into cli pote r g uadagna re tempo , firmò l'o rd in e cli di sa rmo de ll e truppe italiane, con il ris ult ato che la ma ttin a seguente il Gene rale Gn amm s i presen tò a l co mando del Gruppo Armate Est , alla tes ta di un fo lto g ruppo di paracad utisti e SS. d ic hi ara nd o pr ig io ni er i llltti i mi litari di de tto comando. compreso lo swsso Genera le Rosi. che furono ~ubito deportati in Germania. Seco nd o il Genera le Caviglia. Maresc ia ll o d' It a li a. Rosi era solrnm o un intri ga n te . che e ra riu sc ito attraverso poco cruari manegg i ad otte ne re la carica di comandante del GAE. a sca pit o del più co mpete nte Carlo Ge loso . Si a come ia . è però un fallo c he rindecisione di Rosi co stò car issima ai militari italiani nei Balcani: a ciè> ). i aggiunsero le indeci ·ioni dei var i comandanti di repa rto i quali se è vero che agirono in mezzo a l cao d i com uni ca7ion i ambigue. linee telefonich e !ia lt a tc e compre ns ibile disorientamen10 . commi ero però a nche atti di d ebol ezza . incapac it à . qua lunqubm o e ingenuità . di cui pagarono il prezzo i so ldati 0111,ai in e rmi e sfiduciati. Fra i pochi ss imi co mandanti che se ppe ro fare onore al grado c i fu. co me vedremo.Arna ldo AL.Zi della Divi sio ne Firenze.Anche il Gen e rale Lorenzo Da lm azzo. c he comandava la 9a Armata e d era, dopo Ros i , il più a lto in grado s ul f'ronte al bane se , non riuscì a padrone gg ia re la s itua z ion e . Alla sera del 9 sectembre, o rd inò all e s ue div isio ni d i raccogliers i nelle seg uenti zo ne: la Arezzo a Elb asa n, la Firenze a Bu rre li. la Bre nn e ro a Dura zzo . la Parma e la Perugia a Valona, la Pu g l ic a Scutar i. ma quei trasfer im e nt i s i tr asfo rmaro no in a ltrettante odissee. In rel az io ne a ll' au egg iam e nto da te ne re verso le truppe tede sc he. Oa lm aao poteva so ltant o ri spondere di attenersi ag li o rdini g ià ema nat i dal GAE e di evi tare atti .. sconside ra ti ". E mentre si s usseg ui vano le no ti zie del passaggio ai tedeschi delle Leg ioni Camicie e re . arrivavano a nche le prime conferme di di visioni pre se prigioniere e deportate in Germania. 1 ella mallina del IO giurn,c anche la drammatica noti z ia della dissoluzione del GAE e della deport az ion e del Generale Ro i. Dalmazzo pensò di tentare approcci con gli Alleati e i partigiani. ma i ted e.~c hi avevano già preso il pieno controllo della !-.ituaLione. e i rcpai1 i ita li ani stavano per vivere i loro ul timi g iorni. Lo s tesso Dalmazzo. rifiutata l'offerta di co ll aborare. venne dich iarato prigion iero di guerra nel pomeriggio del IO: c iononostante, il 12 sertemb re te1rne una riun ione con i s uoi comandanti di Cor po d'Armata. per conc retizzare i contatti co n i partig ia ni albanes i . I Genera li Azzi e Spa tocco furono tra i più att ivi in questo senso , e riuscirono a lmeno in pa11c a sa l vare l'onore dei rnilitari ita liani in Albania. Da l mazzo. ormai prigioniero di fallo dei tedeschi. persa ogni speranza di riorganiaarc le proprie truppe, fu deportato in Germania. e sos tiruito dal Generale Carlo Tucci. Ma ormai gli spazi di manovra era no chiusi . e per i militari italiani s i profilava l' e nne s ima tragedia di quella gu..:rra . c iag urata . Per la cronaca. anche Tucci fu arre tato poco dop o. ma una vo lta in Germania scelse di co llab orare con la Repubblica
L. 8 se ncmbrc. a i.e ra. le truppe tedesc he del Generale Walthcr Gn a mm pre tesero la consegna dell'aeroporto di Tirana e il giorno seg ue nte il comando de l XX I Corpo d'Armata Alpino tede sco, di s tan za a Tir ana. diram ò un ord in e affinché le division i della We hrmacht muov es ero da ll a Grecia da lla Bulgaria e da lla Ju gos lavia ve rso l 'Albania per occuparne i ce ntri s trateg ic i e prevenendo così quals ia si az ione os til e de l Regio Ese rci to c he,o rma i era ch iaro, s i e ra a rre so ag li A l. leali. Un c hi aro se ntimen to di vendetta g uidav a i az io ne deg li ufficiali di Berli no , ma la ~itua;,.io nc, a 11' 8 scllem brc . poteva ancora essere sfrutta la in mani e ra favo revo le agli italiani , che di spon eva no ne l Paese di ben sei divis ioni. contro i pochi reparti tede sc hi: inoltre, l'Albania ha un territorio a pro e montuoso cbe, se po ne in diffico1ti1 l' atta cca nt e. agevola pe rò i dife nso ri: c'era quindi tUtLO il tempo pe r predisporre una difesa e ne l fratt empo co min cia re il dctlus , o dei primi reparti ver!>O i poni di Valona, Duraao. Santi Qu aranta e da lì cominciare il lo ro rimpatrio. ln vece .
Partigiane comun iste, 1944. Ovunque ci fu una resistenza partigiana, furono mobilitate anche le donne, spesso anche con compiti di prima linea e addestramento al combattimento.
Sociale i taliana. Caduta r Albania italiana s ·installò a Tirana un governo collaborazioni ta con 1•invasore tedesco , che naturalmente fu s ubito avver~ato dal la resistenza loca le. ma nel la pratica il s uo ruo lo fu più che altro s imb olico. Non era invece tale il bilancio de ll e distruzion i e delle so fTcrcnzc arrecate al Pae se nei circa quatrro anni e mezzo di occupa z io ne ital iana: 28.000 morti. 12.600 fer it i,43.000 deportati e in ternati ne i campi d i co nce ntram e nto. 61.000 ab itazio n i in ce ndiate, 850 vil lagg i distrutti. 100.000 be sti e razziate, cen tinaia di mig liuia di ulber i da fru tto dis tru tt i. Un bilancio c he pe sava in larghissima parte sulla popolazion e civi le.
LE TRUPP E ITALIA E IN A LUA N IA A LL' 8
SETTEMBR E
Divisio Ne Firenze
La Di visione era!-.chiera ta nell a regione del Dibrano e aveva il comando a Dibra. Quello ste o 8 e t- tembre furono dis loc.it i a Struga (sulla spo nda se ttentrio na le macedone de l Lago di Ocrida) due battag lioni del 127 ° Fant e ria. in~icme ad a lc uni gruppi di artiglieria, pe r svo lge re. il giorno segueme. attivirà di repre ssio ne antipanigiana nella zona di Bulqi z. La notizia dcli' Armistizio fu eguita. quella Mc sa nouc. da una comunicazione del presidio di Struga dove un ufficiale tedesco si presentò al comandan te imimando la consegna delle armi. Sulle prime. giu nse dal Generale Azzi (co mand ante della Fi re nze ) l'ordine di opporsi, ma dal comando XXV Corpo d" Armata g iunsero invece ordini più s ibillini : non ostacolare il tran ito delle truppe tede sc he e di!..porre le proprie a difesa: inoltre, s u iniziativa del Comando di Di visione furono min ati i ponti s u l fiume Drin. per impedi re o a l meno ra ll entare l'ingres so dei repar ti tedesc hi in Al ba n ia. Quand o . nella gio rnat a del 9, g iunse la noti z ia c he una co lonna te desca stava di rige ndos i ve rso Di bra. il Genera le Azz i pre se l' i mmediata decisione di trasfe rire la Divi s io ne a Burre l. e trasmise i re lat i v i ordini anche a ognuno dei pres idi s u cui era no distribuiti i reparti. ovvero Tetovo (in Macedonia) , Kos ti vari. Ki cevo. Mo gorge Pe s hkopi e, mentre quello di Struga , ormai disarmato dai tedeschi. avrebbe dovuto raggiungere dirett ame nt e Elba!>an. dov e aveva sede il comando del XXV Corpo d'Armata. Prima che anche il co, mando potesse pani re da Dibra. ebbe la visita di un gruppo di panigiani albanesi a:,,sicmc a un ufliciale britannico. Capitano Hands. che in nome delle clausole armistiziali c hied eva la consegna delle armi. Non ricevendo ri s po!>le ~oddi sface nti dal Corpo d'Armata. Azzi s tabil1 di ridi eutere la questione una volta completato il co nce mramento s u Burrel. Quello tcs o 9 euemb re, era stato catturato dai tede sc hi anche il Comandante della 1X Armata. Generale Lorenzo Dal mazzo. La s i tuazione si faceva grav issima. latore d i una lettera del Capi ta no Han ds in me rito alla consegna de ll e c1rmi. Az7i, disposto a :supportare la resistenza albanese ma non a cedere le armi , strinse il giorno seguen te, alla pre se nza del capitano inglese. alcuni ufficiali italiani e partigiani albanesi. un accordo con Llcshi: g li italiani avrebbero combattuto co ntro i tede sch i a fianco degli albanesi, aprendosi al co mcm po la strada verso i porri di Valona e D urazzo. da c ui poter poi rimpatriare . Apprezzando r offena. e comp rendendo la di flici le situaz.io ne italiana. Ll eshi fece arrivare alla Firenze alcuni quintali di farina per rimpinguare le mi se re scorte di c i bo ( mi se re al punto che erano s tati abbattuti alcuni vecchi mu li per di s tribuirne la carne ai soldat i). Mano a man o che affluivano i reparti. comp resi anche alcuni sba nd a ti , 10 .000 uomini furono di nu ovo a disposizione di Azzi. che preferì d isl ocarli su l passo Qafe Sh tames. a 1.230 metri di quota, perché offriva un maggior r i paro dagli avvistamenti aerei. ed era una zo na ri cca d'acq ua . Qui , i comandi e i servizi della Divis ione fu rono a lloggiati in alc un e baite g ià utili zzate da Re Zo g per Je s ue battu te di caccia. me ntre i so ldati s i at te ndarono ne l bosco, ricorrendo anche ai teloni degli autoca rri. Purtroppo , la forte umidit à notturna del luogo, unito alle preca ri e condizioni degli '"alloggi" . causa rono l'aumento dei malati. in particolare di reuma ti smi e disrurbi re pirarori. Ri organi zzata la Di, isione - c he ormai do ve , a agire di propria ini zia ti va. el.sendo interroue tutte le comunicazioni con gli alti coma ndi - dopo alcuni contatti diretti con ufficiali del IV Co rpo d'Armata acquartierato nella vicina Kruje. la Firenze pa ssò alle dipendenze di deHo Corpo. c he il Generale Carlo Spatocco tentava di riorganiu are in chiave anti -tede sca. Azzi mi se a di s pos izione le s ue truppe e la prima occa ione di metterla al la prova si offrì il 22: l'oc c up azione di Kru je, s u richie s ta dei parti giani. per sottra rla a l XXI Corpo d'AJ mata Alpin o della We hrm acht, d is localo ne lle vicinanze e che g ià cercava d i ottenere il di sarmo dell'imero IV Corpo i ta li a no, no nc hé il s uo tra sfe rim e mo verso le s taz ioni ferrovia ri e più vicine . ant icame ra de lla d epo rt azione in Ge rm ania. La F iren ze - trann e le Camicie Nere che passarono in mas s a co n i tedesc hi - mosse s ulla c ill à div isa in due co lo nn e.e i pruni reparti c he vi g iun se ro affrontarono una trentina di tedeschi in tenti a depredare un magazzino militare italian o. parte sull e a lmre circosta nti. la Fire n1,e (ass ie me ad alcune squadre partigiane al comando d i Lles h i e Abaz Kupi) riuscì a respingere a colpi di ca n no ni una terza colonna di tre carri armati e trenta autocarri carichi di . oldati, mandali per riprendere il contro] lo della città. Da quelle posizioni . la Firenze controllava adeS!-.O Kruje e la strada verso Elba an. Purtroppo. il Generale Spatocco. il suo Stato Maggiore e i reparti sciolti che i trovavano con lui. erano già stati avviati dai tede:,chi verso i campi di prigionia in Germania e Polonia. Fra coloro che non fecero più ritorno. anche Io stesso Spatocco. assassinato da un milite del le SS a K uznica Zclic hows ka, in Po lonia. il 28 gennaio I945 . dura nte u na ma rcia d i trasferimento ver o la Germania. Decisi a riconq ui s tare la c itt à. i tedesch i cominciaro no a ca n no negg ia rl a da ll e loro posizioni di Ura Zeze ne ll e pri me o re de ll a ma tt ina de l 23 sette mbre, face nd o seg uire u n vigoroso att acco di fa nteria. La Fire n ze, a co rt o d i v ive r i e muni z ion i, s i difese co n accan ime nt o. ma spe rò in vano in un ulte ri o re a iut o de i pa rti gia ni a lba nes i. cos ì co me in un o sba rco bri ta nni co.
Fa tti sa ltare i po n t i di Dibra. M ogorge e Topojan. così co me il depos ito muni z ioni d e ll a Divi sione a Dibra, la F ire nze ini z iò il tra sfer imento . ed e ntro il 19 se ttembre tutti i re parti raggi un sero Burrel in d isc reto ordin e . All o nta nato, pe r il mo me nt o. il risc hio di attacchi ted esc hi. rim aneva pe rò q ue ll o d i possibi li sco ntri con i part ig iani albanesi in ce rca di arm i: s i verificarono infatti imboscate che interes saro no a lcu ni reparti ita li ani a Burre l. dove un Banag li one M di Camicie Nere sottopose le po stazioni dei partigiani a un bomba rd amen to con i monai. Fortunatamcme. non !.i ebbero v iuimc, ma i malcapitati furono derubati di anni, denaro. etiario , beni perso nali. Il 14 i pre se ntò aJ Generale Azzi il capo parti g iano del Dibnmo. Haxhi Ll eshi.
Dopo un breve co ntro. che costò la vita a !>erte militari italiani. i tede sc hi furono sopraffa ni e pre i prigionieri. così come. poco dopo. fu annientata una colonna di tre autocarri dircua a Kru jc con i medesimi scopi di rapina. Schieratasi pane in città.
JI 24 s i ripe té un n uovo auacco de l 297 ° Fanteria, p recedu to da un vio lento fuoco d'artiglieria: tre battaglioni e alcune :.quadre della Milizia Fascista
Al banese riuscirono a rompere la difesa italiana e a infiltrarsi in cinà e Azzi ordinò la costituzione di una seconda linea di difesa a nord della !>trada per Ura Zeze. ma l'autonomo ripiegamento del 128° e
226° Battaglione u Barkane ·h lasciò sguarnito
Settembre 1943, militari tedeschi e albanesi con un carro armato italiano L.3. Era dotato di una m itragliatrice Fiat Mod. 14 tipo aviazione da 6, 5 mm o due Mod 14/35 da 8 mm l'accesso alla strada, da cui poterono affluire rapi · darn e ote i tedeschi. Sempre più a corto di munizioni . la Firenze ten tò un 'ulteriore resi1-,tcnza. ma nel pomeriggio fu costreua a ritirarsi fra Barkanesh e la valle dello Zezcs. so tt o il tiro incessante de ll'artiglieria nemica, mc111re le mitragliatrici falciavano l'aria ad appena un metro dal suolo. In serata i tedeschi occuparono Krujc. Fu la drammatica ritirata di soldat i che. pur affamati e con poche m unizioni . aveva no ten tato una disperata resistenza. una reazio ne d'o rgog li o a l poco onorevole a rm is ti z io imp os to lo ro da llo sco nsiderato Bad og li o. 85 milit a ri ita liani caddero in battag lia. un num e ro a ncora imprec isa to fin ì disperso . me ntre i ted esc hi e bb e ro app e na IO cad u t i. Dec in e furono a nc he g li ita li a ni presi pri g io ni eri da i te d esc hi, an c he ne i g io rni seg ue nt i, fra i re pa rti attestati s i s ull e a lture c ircos ta nti di Qafe S ht ames. e ch e no n ebbe ro la fo rza di oppo rre ult er iore res iste nza; 30 d i lo ro fu ro no fuci la ti su l pos to, u n a ltro de i ta nti eccidi che martoria rono le no.sire tru ppe nei Balcani. Fra i pr ig ionieri. un buon numero aderì alla co ll aborazione con i tedeschi. alLri furono avviali ai campi di prigionia in Germania. T militari rimasti alla macchia fumata la po sibilità di tornare in Italia via Durazzo o Valona (già occupate dai tedeschi). dopo lo scioglimento obbligato de ll a Divisione in l arga parte cercarono osp ita li tà p r esso famiglie albanesi, in cam b io d i manodopera per i più dispara t i lavo r i, mentre un a m in oran za si unì al la guer r igl ia part ig iana, a i co m a nd i de ll o s tesso Generale Azz i.
Division E Brennero
Come dag li alt ri r e p arti, L'a n nu n cio de ll' Armistizio fu accolto dalla B renne r o con u n ce r to so lli evo. prefigurandosi u n pross i mo rientro ir1 Italia e la fine delle ostili t à. Ma gli avvenimenti s u ccessivi spe nse ro su bi to que ll e p r i me i llus io n i. Trascorsa la g io rnata de l 9 i n un a calma ir reale, a ll e 6.00 de l m atti riO de l IO set t e m b r e. quando l' ar'tiglieria tedesl:a ap rì il fuoco su l port o di Du r azzo per po i occupare l 'intera a r ea, i pezzi della Brennero s t ava n o pe r rispondere a l fuoco, ma un ordine giunto d al IV Corpo d'Armata li fermò: si preferiva non creare incidenti con i t edesc hi , ma per m ette n do loro di occ u pa re il porto si precluse la via del r impatr io alle d ivis io n i ita li a ne. L a s it u azio ne par adossale creata d all'i n capac ità e dalla codardia deg li alt i comandi gene rò nervos ismo ne ll a tru ppa, che comunque con t inuava a non voler cedere le armi ai t edesch i che reagiva n o con insospettata di p lomazia , consapevoli che i l tempo l avorava per loro e che n uovi repa rt i de ll a We h r mac h t stavano d irige n dosi su Durazzo. La sera de l I O u n ' ipotes i d i t rasfe r ime n to a Kruje e u n'a ltra s u Va lo n a cadde r o, e l'i nazione sarebbe risultata fatale. Sospettando, t uttavia , il risch io di u na deportazione in German ia, gli ufficiali de ll a D ivisione facevano p ressioni affinc h é si procedesse ad attaccare i reparti tedesch i a Du razzo e si r iocc up a sse il porto , da cui salparn po i per l' Ita l ia, cosa a n cora poss i b il e, pe rché la superio r it à n u merica e di mezzi e r a favorevole agli it alia n i. Ma dal Comando d 'A r mata g i u nse pere nt o r io, il 14 se ttembre, l 'ordine de i consegnare le armi ai tedeschi. ll G enerale Princ i vall e, che coma n dava la B re n ne ro, t e nt ò fi no all' u lt imo di n egoziare con i tedesc hi , anche sperando in u n poss i b il e pr oss im o sbar co alleato (che no n avrà però luogo. consi d erando come il fronte balca n ico non r ientrasse fra l e loro pr iorità s t rategiche) : con il consenso de l C o mando d 'Armat a ( di cu i emergeva anco r a u n a volta l'am b ig ui tà della co nd otta) avviò t rattative co n i l XXI Corpo A lp in o de ll a Wehrmac h t, c hi e d e n do i l r ia rm o dei re p a rti s in o r a di s a rm at i , e impeg n andos i , in camb io, a l so lo se r vizio di o rdin e p u b b lico, se n za intraprendere az io n i a n t i tedesche. Ma i tedeschi esigevano u na co ll abo r azione mo l to p iù stretta. In t anto che proseg u iva il temporeggiamento con l a Wehrmacht, prendevano corpo i co nt atti avviati con i I Magg io re Seymour, capo d e ll a Missione Mi l itare b ritannica ad Arba n a, e da ll ' lJ settembre e r a n o com in c iat i i primi passagg i di m ili tar i della Bre nn ero n e ll e file de i pa r tig iani di Hox h a. T q u a li av rebbe r o vo lu to u n ' adesio n e in m assa de l repar to, ma ciò av r eb be smasc hera to l'atteggiame nt o si n lì ten ut o con i ted esch i I g i orn i trascorsero in trattat ive inconcl uden t i s u e n tramb i i fro nt i. quando il 21 settembre i tedeschi, compreso come fosse da esc ludere un passaggi o a l c o m p l e to d ella Divisione nelle l oro fi l e, dec isero di trasferirla via mare a Trieste, p r ev io il completo disarmo. La poss ibilità del rimpatr io rinc uo rò la truppa, c he, s u o r dine de l Co m a n do d'A r mata, co nseg n ò le armi con la certezza che fosse davvero fin i ta. Alle sei di sera del 25 se t tembre cinque piroscafi e d ue cacciato r pediniere sa lparono alla volta d ell'Italia con i militar i d ella Brennero scortati dalle Camicie Nere e da alc u ni battag li on i della We h rmac h t. Ma giu n to a T r ieste, il co n vogli o p roseguì per Ve nez ia, dove i soldat i ita li a n i fu ro n o trasfer iti su a lc uni tre n i me r ci e avviat i verso i campi di p r igionia in Germania. 11 Ge n era le Pri n c iva ll e (che sce lse poi di aderire alla R epubblica d i Sa lò) riuscì a o t tene r e che i vagon i non fossero piombati da ll 'esterno, e ciò consentì , durante una sosta a Vero n a, la fuga del 232 ° Regg imento quasi a l comple to. i cui uomi n i seguiro n o l ' ese m pio del coma n dan te Col on n ello Ugoli n i. Alcu ni caddero sotto i colpi delle sent in e lle tedesche e fasciste, ma la magg ioranza poté fuggi re e cont ribuì a portare uom i ni t ra le fi le d ei partigiani ve n eti. Ci furo n o a n c he altr i tentativi di fuga, ma la maggiore attenzione d elle sent i nelle fece sì che no n avessero b u on esi to La quasi to t a l ità della B renne r o fi nì cos ì p r ig ion iera in German ia.
Partigiani nazionalisti del Balli Kombetar, settembre 1943. Fautori di una resistenza armata circoscritta e non troppo decisa contro gli Italiani, accettarono poi di sostenere i tedeschi.
Soldati e ufficiali dell'ENLA, 1943. Le diverse fazioni della resistenza albanese si coalizzarono in un fronte comune dopo la conferenza di Mukje di agosto 1943, ma per poco tempo.
Divisione Puglie
Per una co in cidenza sfortuna t a la Di visione si trovava in un mom e nto di ri o rga ni zzaz ion e, perché il 2 settemb re il G e nernle Lu ig i Cler ico aveva sost in,it o a l co mand o Federico D ' A ri e (che a s ua vo lta aveva sostitu i to D ' Apo nt e n e l maggio d e l '42), e aveva deciso di sposta re il Qu ar ti er G e nera le a Prizren. ritenendo l a più centrale di Scutari, per meglio controllare il settore di com p etenza che comprendeva anche tutto il Kosovo. La D ivisione era di s locata olt re che a Prizren, a nche a Pristina , Kuk es e Scu t ari, ma al d i là de ll a di s ta n za fra i reparti, a rid urne la capacità operativa e r a il fatto c he il 65 % dell'organico e ra cost it uit o dagli albanes i de l 4 ° R egg imen to Cacc i ator i d ' A lb a ni a (c he ne i mesi precedenti e ra s tato agg rega to alla Divi s ione) . Co l to di s orpre sa d all'annuncio del1 ' Armi st izio, Clerico ord in ò di ri s pondere con l a forza a qu alsiasi az ione d i di s tu rbo, qu alunqu e fo sse l a proven ienza. e sospese i movimenti di truppe verso Scu t ari.
1 prob lemi cominc iarono i I 9 sett emb re a Prist in a <l ove i Cacciatori d ' Albania acce ttarono di collabo rare con i t e d esc hi (c he ne l frattempo avevano occ upa to la stazio ne fe rroviaria). di min uendo così l 'o r gan ico de ll a Di vis io ne. L a mede s ima co sa avrebbe fatto l ' ind oman i il 1° R egg i men to , di stanza a Pec. indebolendo ulteriormente la Puglie . li re s to dei reparti r icevettero nuovi ordini, dopo che il comando aveva ricon s iderato la si t uazio ne : fa r co n ve rgere s u Scutari i l 7 1° Fa nt eria , e far converge re s u Prizren le truppe in Kosovo , prima di avviare a nch'esse a Sc ut ar i, dove si s arebbero imbarcate pe r il rim patrio. E po iché il Comando d' Armata aveva a vv iato trattat i ve c on i tedeschi, s i raccomandò vivamente di non creare in c identi co n i so ld ati di B erlino. che entro l a sera del 9 avevano ormai il pieno contro llo di Pris t ina e P r ir ze n. Qui , Clerico s i incont r ò con il G e neral e Dotz , comanda nte della Di v isio ne Mo t ocorazzata che aveva occupato la città, e a ll a richies ta d i co nseg nare le armi scelse di guadagnare t empo consegnando in caserma i su o i uomini, dopo un colloqui o te lefon ico con il co mandante della 9a Armata Lorenzo Da lmazzo. che a Tirana s tava seguendo l a med esima l inea
La se ra del 9 se tt e mbre i battag li o ni di sta n za a Gj a ko va furono disarmat i dai tedeschi. a eccezione del 3°, che aveva l asciato il presid io nel pom e ri gg io di ri gendosi verso Prirze n ; giu n to a Letaj at - t orno alle 17 .00, prese posizione sulla collina di Q afè Pru s h , dove , la m attina segue nte , fu attac cato da un m igl iaio d i pa rt igiani nazionaListi. L'attacco fu resp in to , ma il Te ne nte Co lo nn ello Za n zotto c he coma nd ava i I B anagl ione , co ns iderando la scarsità d i viver i a disposizione e la poca sic urezza offerta dal territorio , deci se per il rientro a Gjakova; qui, il pomeriggio ciel g iorn o 10. il Battag li one trovò l a caserma occupata da d isertori albanesi e ingagg iò uno sco ntro feroce pe r disperder li , ne l cor s o del quale cadde il Ten e nte ColonnelJo Za n zo tto. Valuta ndo insicura que l la s iste m az io ne, g li ufficiai i decisero di muov e re s u Pri z re n, dove g iun se r o nel tardo p ome ri gg io de l 12 se tt emb re, dopo ave r s ostenuto lungo il percorso divers i scontri con i ribelli al b anesi, che causarono 6 mo rti , 17 fe riti e 20 dispersi. Il B attaglione era a ll ' oscuro del fatto c he l a Divi s ione stava p er essere deportata in Germania; il reparto di Gj akova era s ta to catturato già il 10 mattina , me ntre gli altr i , a Prirzen. furono avviati a i camp i di prigion ia fra I' 11 e il 12, compreso il 3° Battaglione. L a sens ibile in ferio rit à numerica della Pug li e aveva reso impossib ile qual sias i r esis tenza, e l a dispersione de i re parti non perm ise nemmeno un tentativo di fuga unitario verso il mare.
Divisione Parma
Di s locata fra Valona, Porto Palermo. Himare, Santi Quaranta , Selenice e Drashovice la Divisio ne Parma acco l se con un certo giubilo l a not iz ia ciel] ' Armist i zio, prefigur an do anch'essa l'agognata fine della guerra e iJ pro ss im o ritorno a casa . Inol tre , la sca rsa prese n za tedesca a Va lona fu in terpretata come un bu o n seg no , nel se nso di una non ost il i tà da parte d ell'ex alleato. Un fonogramma mandato dal coma nd o la matt i na del 9 dalla Perugia informava la Divisione dell ·immi nente passaggio di una colo nn a motocorazza ta de ll a Weh rmacht, le cui intenz.i oni però non era no osti Ii. Tuttavia il G enerale En r ico Lugli, che i l I O agosto aveva assunto il comando del reparto, ordinava a l presidio di Drashovice di schierare tutti i pezzi d'artiglieria disponibili in modo da potere , atroccorrenza, sba rrare a i tedeschi la strada che proveniva da Argirocastro. Il Tenente Colonnello Berardo, che comandava il pres idio, incontrò le pr im e avang u a r die tedesche alle 18 del 9 settembre, e il Colonnello Hi ll ebrand ri volse anche a lui la richiesta di consegnare le armi Ricevuto un diniego, chiese quindi di trattare direttamente con Lugli, e quella sera stessa fu scortato a Valona. Anche il comandante resp in se le richieste tedesche, ma la s ua resistenza fu vana , perché un accordo ragg iunto da l Comando della 9a Armata con la Wehrmacht stabiliva la cessione a quest'ultima de l le artiglierie e di buon a parte delle anni pesanti, e ordinava ai mi li tari iraIiani di non compiere atti ostili. Nonostante Valona avesse potuto essere facilmente difesa dalla Parma , conservando così il porto e permettendo il rimpatrio dei nostri soldati, puntualmente l a mattina de l IO settembre furono consegnate ai tedeschi le armi richi es te , e g li uomini conservarono so lt anto I' a rmamento individuale. Poche ore dopo, le caserme de ll a Parma furono ci r condate dai ted esc hi e la truppa internata nel campo di Ma vrove. mentre gli ufficiali rimasero consegnati in una caserma di Valona . Stessa situazione a Drashovice, dove tutto il presid io era stato internar.o n el locale campo di prigio nia , dove erano confluite anche le truppe degli a ltri capisaldi.
Mentre il G e nerale Lug li e gli altri ufficiali furono depo rtat i in Ge rm ania, i circa 7 .000 so lda ti in te rnati nei v icini campi di M avrove e Dra shoviee furono lib erati il 15 settembre dai partigiani albanesi guidati da Rrapo Dau t.aj Dervishi (che fu in seguito più volte deputato al Parlamento albanese); fra le 02.00 e le 06.00 del mattiJ10 si svi lu ppò infatti l'attacco a quella che e ra in realtà una polveriera , e che colse di so rpre sa i tedesc hi.All'a z i one partecipò anche il capitano Mariatti, già effettivo ne lla Parma. e fra i pochissimi che erano riusciti a fugg ire subito dopo l'arrivo dei tedeschi, portando con sé un mortaio che s i rivelò preziosissimo per la buona riuscita de l! ' ope razione. 1nfatti , aperte larghe falle nelle mura perimetrali, quasi tutti i 7 .000 italiani (tra nne a lc une d ec in e che perirono colpiti daJl e schegge), riuscirono a fuggire, mentre i tedeschi disorientati subivano cons i stent i perdite. Una volta liberati. gli itali a ni si di visero in due gruppi: uno , più consistente. si diresse verso il villaggio di Tragjasi, dove si trovava anche un rapprese ntant e della Missione Militare br itannica il quale, resos i conto delle diffico l tà in c ui versavano questi ormai ex so ldati. donò loro oltre duecento s terline d'oro, per p ote rs i nutrire e riv est ire. Nei giorni successivi, buona parte di questi 4.000 uomini riuscì fo 11 unosamente a imbarcarsi per l ' Italia da Santi Quaranta, prima dell'irruzione dei tedeschi. L'altro g ruppo , di circa 3 .000 uomini, si era invece diretto a Mesaplik, non lontano da Valona. D a qui. il 24 settembre mosse su Santi Quaranta, ma era troppo tardi: ormai i tedeschi avevano occupa to Corfù e rendevano impossibili le partenze delle navi dal porto cittadino. Si prospettava quindi o una duris sima vita alla macchia. cons id eran do c he le riserve di cibo com in c ia vano g ià a scarsegg ia re , oppu re la possibilità d i continuare a combattere a fianco dei partigiani ; la quasi totalità preferì chiedere osp it al ità ai civi li in cambio di umili la vo ri , ma almeno con la certezza di pote r evitare la fame. Si concludeva così. in maniera assa i triste, l'av ventu ra militare di una Divi s ion e che aveva offerto episodi di notevole valore sulle mont ag ne a lb anesi fra il 1940 e il 1941.
Divisione P E R Ug Ia
Comandata da l Genera le E rne sto Ch imin ello, l a Division e presidiava Arg irocas tro , Delvino , Fieri , Morgovo, Ho1111ova, Kli sura . Tepelene, Perm e t. un settore che fino al lu glio de l '43 era stato di competenza della Ferrara e che s i era semp r e ri velato d ifficile, perché pullulava di bande partigiane di differente orientamento politico, spesso anche in lotta fra loro , ma unite da un radicato sentimento anti italiano. Sommerso dal caos di amb igu ità che seguì l'annuncio del.l ' Armist izio, Chiminello decise di trincerarsi nel la cittadella militare d i Arg.irocastro se n za preoccuparsi di difende re la c ittà, diramando però ai vari presidi l'ordin e di tenere le truppe a Jl a mano. pronte a qualsiasi even ienza .
Nella notte fra 1'8 e il 9 set tembre le truppe tedes che cominciaro no a muoversi verso Valona , per occuparne il porto. All' a lba una co lonna motocorazzata fu fermata da un plotone di C arab inieri appena fuori Argirocastro: alcuni ufficiali ch iesero di conferire con Chimine ll o a cui rivolsero perentorie richieste: cessione d elle arm i pe sa nti e accantonamento di quell e legge re sotto la so r veg lianza tedesca. Al legittimo rifiuto del Gen e ral e, fu raggiunto un accordo second o cui la Divisione conservava le armi, ma con l 'assic ura z ione di non vo lge rle contro i tedesc hi . Fu anche chiesto di lasciare, nella sala radio italian a, un reparto del genio trasmitte nte della Wehrmach t. e ci s i accorse troppo tardi che fu un modo per controllare e sabotare le comuni caz ioni ita li ane. Ma più grave ancora fu il far prose g uire la colonna per Valona; occupando il porto, tagliò a l Reg io Esercito la poss ibilità di un rimpatrio v ia mare.
Una comunicazione ciel M aggiore Ti ll mann, a ltro rap prese nt ante della missione militare britannica in Albania , c hi e deva il IO settembre di consegnare le armi a i partigiani a l banesi . sulla base degli accord i anni st izia l i. ma 11011 conoscendo queste clauso le, Chimi nello ce r cò cli g uadag nare tempo. limitandos i per il momento a rassicurare anche i partigian i che, se non provocata. l a Div isione non avrebbe commesso att i ost i li . Anche offerte da parte al ba nese di unirsi a ll a res iste nza fu ro no per i l momento lasc iate in sospeso dai vari pres idi. in atte sa di preci s i ord in i dal comando divisionale .
Il 10 se ttembre furono comun i ca t i mov im e nti t edesc hi su Tepele ne e C h imi nello dispose c he i r epa ni di Kli s ur a e Pennet vi ri pi egassero per fa r m eglio fro n te a ll a possib il e minaccia: dispo se anche che que ll i di Delvino ripi egassero su lla ci ttadella cli A rgi r ocas tro. Qui , la c ittà "civile' ' era già in ma no a partigiani nazionalisti. Poic hé a nc he Tepe lene rischiava cli essere pres to oc c upata dai partigiani. il Colonnello Adami c he coma nda va il pres idi o, cons ig li ò a Chimi nello di co nce ntrare lì tutta l a Di visione; il Generale era però impos s ibilitato a far lo, poic hé la cittadella d i Argirocas tro era orm ai circondata dai partigiani,d i cui no n erano c hiare le in te nz io ni , per c ui , autorizzò Adami ad agire in autonomia Il I 2 furono firmati a lc uni accord i con i partigiani d e l Maggiore T illm a nn. se c o ndo cui la D ivis ione av re bb e attuato inte rruzioni s trada Ii verso Val ona, in funz io ne ant it edes c a. Ma la mossa gi un geva in ri t ardo, perché diversi reparti d e l la We hrm acht avevano già occupato il porto Sempre a Tillma nn fu p roposto che la Divi s ione avreb be ced ut o le a nn i pesanti, mantenendo però qu e ll e leggere. n ecessa ri e per proteggersi durante il trasfe rim e nt o a Santi Qu ara nta da dove si pensava d i potersi i mbarcare pe r l ' Italia , non esse nd o più dispo nibil e Valona Ma non and ò così.
Intanto, a Te pelene fu programmato per il l 3 se ttembre un attacco congiunto d i partigian i e militari it a li a n i co ntr o i reparti tedesc hi . Preceduto però dall a di s truzione d i alcuni loro autocarri da parte dei partigiani , l 'atta cco non fu più un a s orpresa pe rché i tedeschi capi rono la si tu azione e richiesero l 'inv io di un battaglione corazza t o da Gia nnin a che giunse appunto la notte del 13 Avv is ta to dag l i al b anesi, questi rinunciarono a ll a o pe r az ione. co nsiderata adesso troppo rischiosa.
Int anto, a l coma nd o di Argiroc as t ro fu pre sa . dopo ta nte titubanze , la dec isio ne di co nse rvare le anni e aprirsi l a s trada ve rso Santi Quara nt a , decis ion e che la truppa accolse co n sodd is fa z io ne. ma s i riuscì a part ire soltanto la mattina del 16, dopo uno sc ontro con i parti g iani naz ionali sti del Balli Kombetar e nuove pre ss ioni per la cons egna del le a r mi. Nella giornata del 13 giunsero a Tepelene i reparti da Kli s ura (1° e 3° Battaglione) e Permet, ormai disarmati perché attaccati durante il trasferimento delle bande partigian e nazi o na l is te di Alì Bej, che di fatto collaborava con i tedesch i e non rispe ttò raccordo so tt oscritto il g iorno precedente. Gli italiani risposero al fuoco, ma numericame nte inferiori furono sopraffatti, accusando anche 19 morti e 16 ferit i . Diverse altre decine di militari caddero infine prigionieri dei tedeschi; furono invia t i a Drashovice, poco a sud di Valona , e qui in ternati i n un campo provvisor io di concentramento dove già si trovavano i militari del.la Parma.A Tepe lene gli italiani, presi t ra due fuochi, si attestarono nel forte cittadino in attesa d i a ltr i attacchi da parte albanese. Ques t i non ebbe ro luogo. ma il presidio fu circondato dai t e deschi; tuttavia, avanzarono so l tanto la proposta di "sco rtare '' i reparti a Valona , da dove sarebbero stati rimpatriati. In realtà, soltanto un convoglio di fer iti fu imbarcato per Tr ieste due giorni dopo ; il resto fu de s tinato ai camp i di prig ionia in Germani.a Sorte non diversa ebbe la colonna di Argirocastro che tentava di ragg i ungere Santi Quaranta: dopo una mar cia a tappe forzate, vi giunse ro il 22 settembre, e trovarono la città sotto il controllo dei partigian i . Al porto e nelle sue immediate v icinanze erano accampate diverse centi naia di mi l itari italiani, in attesa de ll'arrivo de ll e sospirate navi che li riportassero in Ita l ia. In que i giorni, come accenna t o, giu nsero anc he alcune migliaia di alt r i so ldati. in pr eva lenza della P arma e de ll a stessa Perugia , li berati da i campi di D rashovice e Mavrove a seg uito di un assa l to dei partigiani albanes i. Inoltre, era ne l numero anche il 232 ° Fanteria, inquadrato però nella Brennero .
Sopra: settembre 1943, pattuglia mista a Tirana, due gendarmi albanesi con due ufficiali tedeschi.
Sotto: una rara immagine della partigiana Myzeqarja Antigoni Hodo nel 1943, una delle 68 ragazze della città di Fier che si unirono alla resistenza.
A ostacolare i piani di rientro, l 'occ upaz ione d i Corfù da parte tedesca , i l 24 settembre; l'isoletta, situata sulla costa dava nti a Santi Quaranta, rendeva adesso ri sc hi oso l'attracco delle navi italiane , sottoposte a li ' artig lier i a de ll a Weh1macht che. il 26, tentò d i occupare Santi Quaranta; nono s tante le sofferenze, la Perugia riuscì a respingere l ' attacco , subendo anche consistenti perd ite Ma la zona no n e ra più sicura. e i l Genera le Chimi ne ll o decise di tentare la via d i Po110 Pa le r mo. I pa11ig i a n i a l banes i , però, prima di l asciar partire gli i tal iani, pretesero ancora una vo l ta la consegna delle anni; C himinello questa volta acconsentì, sulla base degl i accordi di De l vino con gli A ll e ati , nonosta nt e la contra r ietà d i molti ufficia i i La marcia per Po110 Palermo s i svolse quella stessa notte. a pied i ma, per diffico l tà ne ll e comunicazioni radio, non fu poss ib il e r ich iedere l'invio delle navi dal l ' It a l ia n 4 ottobre L943 , nelle vicinanze di Sant i Quar anta, i tedeschi fucilarono il Ge nera le Chiminello, ins ieme a 120 ufficiali della Perugia Altri 32 furono fucilati tre giorn i dopo a Kuçi, r occaforte dei partigia n i caduta nelle mani dei tedesc hi dopo violenti combatt iment i . Co s ì ricorda qu es to massacro il cappellano mi li tare Giovanni Bonomo: · ' lJ maresc i allo tedesco li finisce co n un colpo nella testa. L'acqua scroscia, avvolge , penetra ne lle fer i te, si fonde col sangue che, a rivoli ver rnigl i , irrora la terra. Il vento fisch ia a turb i na lugub r emente fra le salme, fango e foglie rinsecchiti imbrattando i capelli, i volti, i corpi. Tuon i spaventosi scuotono la va ll e e lampi abbag li anti ill uminano la macabra sce na. La na t ura sembra completare l'opera se lvagg ia dell'uomo e fremere al cospetto cli tanta iniq ui tà Solo i platani piegano le fronde quasi a prot eggere le vittime dall'ira delle intemper ie ed a nascondere pietosa mente l'orrore agli occhi d e i mortali".
Per g l i 8 .000 mili t ari italiani in attesa la s i tuaz ione s i faceva sempre più drammatica: i l c ibo cominciava a scarseggiare, i tedeschi erano vicini e pronti ad attaccarli in qualunqu e momento, tuttavia nessuno se la sentì di prendere la via d e ll a montagna, sperando fino al l ' ult imo in un aiuto dall'Italia. Che purtroppo non venne, da Brindis i il comando della Marina non inviò nessuna nave. ll 2 otto bre giunsero i r eparti tedeschi, che non ebbero diffico l tà a catturare uomini ormai di sarma ti e sc oraggiati, de lusi da l fatto che in Italia ci si fosse lettera l me nte d imenticati di loro.
Gli alt ri militar i della Perugia , che non 1iuscirono a s fuggire ai tede sc hi fu r ono deportati o de stinati ai lavori forzati nel s ud dell'Albania e in Grecia. Appena 170 ri uscirono a sa lva rsi dalla cattura e a prendere la via della montagna, dove formeranno i I B attaglione Gramsci.
Di Visio Ne Arezzo
La Div isione Arezzo era schierata alla frontiera or ientale dell'A lban ia con la Macedonia, al centro di un disposit ivo che aveva la Divisione Firenze a nord e la Perugia a s ud. A Coriza. se de del comando d i visionale, così com e ai presidi di Pogradec (comandato dal Maggiore France sc o Vista r ini), Bi lis hti , Dard ha, Erse ke, la noti z ia del)' Armistizio giunse per rad io la sera dell'8 settembre, seguita però dalle contradd i ttorie d i sposizioni riguardo a l I' aueggiamento da Lenere ve rso i tedeschi, che sul confine schieravano . fra gli altri reparti, anche il I 0 e 2° Reggimento Granatier i Corazzat i Brandenbmg e la l OOa Di v isione Jager. Qu e Jl a notte, come segnalato da un rapporto spedito da Pogradec al comando di Coriza, furo no avvistati movimenti di trupp e tede sche dalla Macedonia verso l 'A l bania. Il Genera le Arturo Torriano , che in agosto aveva sost i tuito Salvatore D' Arminio Monforte. allertò le truppe presenti a Coriza , e insieme vi richiamò anche quelle s chierate a Erseke mentre ordinò il concentrame nto s u Zemblaku dei reparti di Bilishti e Dardha . Un tentat ivo di parlamentare con i tede sch i a Po gradec quella stessa mattina del 9 non ebbe esito, e poco dopo g iun se dal comando d i Corpo d'Armata l ' ord in e di conservare le arm i e r isponde re a eventuali azio ni tedesc he. Probabi lmente int e rce tt ata la comun icazio n e, i tedeschi cambiarono stra tegia, e poche o re dopo il Comando di Corpo d ' Annata comunicava l 'accordo ragg iunto con il comandante de ll a 100a Jiiger: le t ru ppe italiane avevano Iibertà d i movimento in Alba n ia e potevano conse r vare le arm i , a eccez io ne de ll e mi t ragliatrici e del l ' a rt iglieria. Anche a Pograd ec i tedeschi facevano sa pere di non vo le r compie re azioni con t ro le truppe italiane , aJla sola condizione che conseg nasse ro le armi prima di rie ntrare in Patria. Torriano aveva dato ordine cli evac uare g li avampost i ci rcostanti, che venivano mano a mano occupati da i partigiani a lbanesi , i qual i i l I O settembre ca larono in massa in cit tà ass iem e a l Capitano David Smiley. dell'esercito britannico, capo di una mi ssione mi li tare a ll eata in A lbania , chiedendo la co n segna deJle arm i it al iane . Vistosi preso tra due fuochi , e in mancanza di prec i s i ordini superio ri , il Maggiore Vi star ini preferì col laborare con gli albanesi. anche se i suoi uomini era no divi si nei p a re r i, perché la Arezzo era s ta ta fra i repa rti più att i vi nella repressione d e lla resistenza a l bane se . Motivo pe r cu i , adesso, s i verificarono num e ro se aggressioni di part igian i contro i fant i della Divi s ione, per impadron irs i di anni e vestiario In seg uito ai "fatti d i Pogradec", giunse un ordine dal Comando d i Corpo d'Armata di non cedere le a r m i a i partigi a ni, inoltre la mattina de ll ' 11 la A rezzo fu fatta affl uire ne l settore Malici - Pograd ec- Zemb laku . Qui erano giu nti anc he i reparti tedeschi. che rinnov a rono la richiesta di cedere le armi . Nonostante Torriana cercasse di g uada g nare tempo. il 12 sette mbre un ordine de l comando della IX Annata imp oneva di cede re. A Po grad ec, nonostante l ' afflusso di un gruppo di artiglieri a e di un battaglione d i Camicie Nere , la s ituaz ione era ormai co mprome ssa e i reparti ebbero i ·ordine di ripi egare s u Co ri za la sera del 12. Qui i tedeschi avevano già avv iat o la propaganda per il reclutamento dcì ~oldati italiani nella Wehrmacht, cui aderirono soltanto pochi ufficiali. Tullavia in maniera ancora diplomatica. i tcdc:-chì fecero sapere che. dopo la comegna delle armi. la Divisione sarebbe 1,tata ..,postata a Florina. poi a Belgrado e da lì rimpalriata . Fra i più ~ospe llo s i. il Maggiore Vistarini che rino all'ultimo cercò di evitare la consegna delle armj. Ma in quei giorni concitati. con la liberazione di Mu:, so lin, e la ripresa di fiducia nelr Asse. i tedeschi avviarono la loro rappresaglia con la fucila7ione dei primi ufficiali che rifiutarono fedeltà alb Germania, e. '>ubito dopo. con la vergogno~a complicità del Capitano
Una veduta di Tirana dopo i combattimenti del novembre 1944. La storiografia ufficiale parla di 19 giorni di scontri per liberare la capitale, con 127 caduti albanesi, ma sono dati controversi.
Giuseppe Tramonti (addelto allo Stato Maggio re della Divisione).dando initio alla decim:.17.io ne dei reparti: ad esempio. la scrn del 17 scucmbre. 23 fra soldati e u fficiali del 53° Reggimento Artiglieria ven nero pas~ati per le armi a Coriza, così come, nella nolle del 18 , 32 militari del 343° Fanter ia. Un a sp ie ta ta rapprci>ag.lia che delle i l>Uo i fr u ll i : co me r iportato i n un rappor to sti lalo da l Tenen te Barbie ri nel novembre succe~sivo. a seguito di q ueg li episodi circa 2.000 uomini della Arcuo pa~sarono alla Wehrmacht. Per chi non adcrì. non rimaneva che la prigionia in Gcm1ania (:-tipati in carri merci ferroviari). oppure diir<,i alla macchia e unirsi ai panigiani albanesi. Tuttavia. nemmeno i soldati che scel,cro di collaborare. inquadrati in un gruppo artiglieria e due battaglioni cli fanteria. ebbero vita facile. pcrc hc.: sempre sogge ni alle perco. se. a un di sc iplina rigidi ss ima e alla fucilazione per la minima mancanza. Quei pochi. sopranutto ufficiali. che scelsero invece di collaborare con 1 tedeschi. s ·impegnarono in crimino-;e azioni di rappresaglia contro la popola7ione civile. in particolare a Pograd\!c. Liboniku. Symi1i. Sovjani. villaggi che furono qua,i del tutto ra:-i al suolo nel corso dei rastrellamenti ,Il la riccrc~1 di partigiani.
Il Contr Ib Uto Ita Li Ano Al La Resiste Nza A Ntjted Esca
Co me accc nnnt o, sc io lt i i reparti co mbattenti, q ue i milit a ri it a li a ni c he.:, p u r non co llabora nd o co n i tedesc hi . era no riusciti a ev it are la pr igio ni a in Ge rman ia, in que l scucmbrc de l 1943 ebbero <lava nti a lo ro due sce lte: o unir, i alla guerrig lia par ti giana e vivere alla macchia. o cercare rifugio p resso la popolazione locale. da cui oucnere vitto e alloggio i n cambio di manodopera. Stanchi di una guerra ormai in utile. impossibilitati a tornare in P atria. in migliaia si adattarono a svo lgere i la, ori più umili. nelle ciuà e nelle campagne. in cambio di un piatto di zuppa e un peuo di pane : si videro così militari i taliani (in panicolare i circ~1 7 .000 sbandati della
Divisione Parma), anche ufficiali, diventati ca l10lai, carbonai, fornai. in condii ioni quasi schiavistiche. aJla cui dure77a s i aggiungeva il terrore per i rastrellamenti dei na1i~1i che non ri.,parmiavano nemmeno gli ammalati negli o,pedali. Tale era la crudeltà degli ex Alleati che alla meti'i di novembre del 1943. un ufficiale italiano che fu trovato giacente ammalato in una chie~a di Punemir, fu ucciso con il lancialìamme.
Inoi tre. sin da subito, :-i prl.'sCntò 111 tulta la .,ua gravità il problema della penuria di cibo. Le campagne albanesi. infatti, da cui i parti gia ni traevano buona pane della loro sw,sbtenLa. non erano noride ; adesso che si da vano alla macchia anche i militari italiani la situazione divcnla\'a in,oMenibile: considerando che s i era :ili' tni7io delle ,;ragioni fredde in cui era ancora più diffici le trovare cibo nei campi, il rischio della fame si faceva ancora più co ncreto. Le uniche possibi l iti'I per affrontare con magg ior i r isorse i mesi più inclementi era no il sos tegno ang lo -amer icano o iI sos tegno da pa rte de l Regno del Sud. Ma gli All eati non con~idcravano s tra tegicamente importante il fronte alhanesc, per cui l'invio di armi. viveri e rirornimenti vari fu sempre molto limitato; il Regno del Sud. invece. non aveva i mezzi per poter porgere aiuto ai militari italiani nei Balcani: ma comunque. mancava anche la volontà. e il disintere,;-;c per le truppe fuori arca era dimostrato. in prima i'>tan1a. dal modo in cui. in previsione dell' Armi..,ti1io. non fo,:-em '>tali predis posti piani per il loro rientro in Patria. Il rbultato fu che l'autunno e l'inverno fra il 1943 e il 1944 furono duris si mi per i militari italiani alla mm.:chia e non furono sufficienti per tull1 le ~tcrline dislribuite dalla misl>ionc militare britannica in Albania. ben conscia della grave situaL1one in cui vcr:.avano questi cinomali cobc ll igcranll. Che. quando non potevano contare Mlii aiuto della popolalione. spesso molto povera. si arrangiavano a mangiare i muli mo rt i. oppu re anche le ianarughe callurare nei bos chi li sos teg no po rt a to a ll a g ue rri g lia pa rt ig iana fu quindi 111ìnori la1io mn ebbe com un que il suo peso. Ad ese mp io, dei 2.500 militari superst it i de ll a Divisione Arezzo. so l tanto 140 pa%arono nelle f1 1e dei partigiani, dei I .500 de lla FirenLe appena 32. l n to ta le. dei circa 140.000 uomini ~chiera ti in Albania . 20.000 scelsero di combattere a fianco dei parrjgianj. ma due terzi di loro erano dbarmati. con indumenti ed equipaggiamento insuflìcicnti per il clima rigido della montagna. e :-.cn7a mc77i di collegamento fra il comando centrale e i comandi di zona. Le poche decine di muli rima~ti morirono quasi tutti in breve tempo per m.incan 1a di cibo.
Nonostante tutto. que'iti militari cominuarono a combauere.
IL COJ\lA 00 ITALIA N O TR U PP E ALL A
MON TAG NA
Fra i primi <;imi atti di rc:-i,ten/a all'occupante nazifascista e di )>Upporto ai partigiani albanc)>i. ci fu. alla metà di settembre 1943. la CO'>titulionc del Comando Italiano Trupp<.: alla Montagna (ClTaM) per iniziativa de l Tenente Colonnello della Regia Aeronautica Mario Barhi Cinti. già comandante dell'aeroporto di St:ijak. Con un gruppo di 300 militari. il 14 si rl!cò alla base partigiana di Arba na. sede a nc he de ll a Mis.,ione Mil itare Alleata. Q u i. a lla p resenza fra g li a ltri di Envcr Hoxha, de l Maggio re Seymo ur e dei rapp rese nta n ti dei pa rt iti alba nes i. espose le sue in tcn,doni di con tribui re a ll a liberazione del Pac~c e -;ig lò il primo aceonJo di resistenn1 an titedc~ca fra ita liani. A ll eati e albanc~i. Questi i punti prindpali: fonna1ionc di un Comando Militare ll aliano delle Truppe a ll a Montagna: il ripristino. per i ~oldati italiani. del Codice Militare di Guerra It aliano: la ce.,sa1.ionc dell'auività di propaganda politica albanc~c fra gli italiani.1116 settembre nacque il I Bauaglione Truppe Italiane alla Montagna. coslituito da tre compagnie. ri<;pettivamente al comando del Capitano Re (prove- niente dalla Divi~ìone Orcnncro). del Capitano Ricci (proveniente dalla .,c,ionc quadrupedi di Scijak) e del Capitano Ro~soni (prO\cnicnre dal prc)i<lio aeronautico di Tirana). quando possibile, con !"acqui s to di una minima quantit à di frutta e verdura pre sso i co ntadi ni del luogo. Tuttav ia . c i furono a nche si tu a1ioni i n cu i fu pos . ibilc nutrire e armare g li uomini con più abbo ndan za di mezzi. Ad esempio. il battaglione del C ITa M di Arbana (c h e dipendeva dulia ~ona di Pcza), fu rifornito co n 5 pi s tol e. 130 fu c ili. 6 mitr ag li ator i e due fucili anticarro, o ltre c he co n nuov e d iv ise, sc ,u1)e, borr acce, za in i , c app o tti , teli da te nda e altro materiale. Probabilme nte c iò avvenne anche in conseguenza de l fatto c he se mbrava imminente un attacco ted esco s u Arba na in quella concitata metà di ottobre. La posizione e r a s tr a t eg ica m e nte importante per il con Lroll o della s trada Tir ana-E lbasa n e la diram azio ne per Coriz a. U battaglione italiano combatté a l fianco della 3a brigata albanese , la notte de l 18 o tt ob re attestandosi s ul la co llina di Vi s hèj. A ll e prime Iuci de ll'alba f urono avv is tati tre carri a rmati tedeschi. c he precedevano due pattu g li e di fanteria. fo rti di una munita com pagnia mortai , i c ui fitti co l pi cos trin se ro dapprima ad arretrare le fo rm az io ni itali ane e albanesi. La man ca nza di coo rdinamento tatti co fece s ì c he nel ripi egamento. alcuni plotoni i t a li a ni e a lbanesi non ri cevesse ro l' ordi ne, e rischiarono di esser e ac ce rchiati dai rede scbi. ln quell'occasione fu determin a nte. ne l re:.pi nge re l'atta cco. il contributo del pl o to ne italian o mortai da 8 I e di una sez ione artig.lieria da 75/13. Nello sco ntro. g l i ita l iani eb b ero tre mo rti e du e fe riti . T tede sc hi. ne l primo pomeriggio , furo no cost rett i al rìtiro, dopo ave r te nt ato a lc un e m a nov re di agg irnm c nt o: tr a ll a nd os i tuttavia di 50 uomin i . c onLro i 200 dei di fe nso ri. era sfuma ta l'occas io ne di poterli prendere prigionieri e sequestrare lo r o le a rmi : in particolare. i partigiani albanei.i non avevano vol ut o ri c hiare un con trattacco. Tuttavia. nemmeno lo pi rit o delle truppe itali a ne era molto a lt o, co nsiderando a nc he la poca collaborazione tatti ca offerta da i pa rti giani In o ltre , pe r m o lti di loro. di ;,tanza in A lban ia da un anno o du c 4uella g uerri g li a fu il battes imo de l fu oco, al quale non era no pe rò preparat i. co ns id erando a nc he il de lic a to c lima morale e p~ico log ico. li I 3 ouobre. la notizia di un pe sa nt e bombardamento ùella RAF s ul campo d'avia1ionc ùi Tirana aveva a limenta to le spera nze di un prossimo sbarco alleato nei B alcani. cosa che invece non si veri fi cò . perché quel fron t e era rite nut o ;,econdario da americani e britannic i. e italiani e albanesi rimasero soli ud c1ffromare i tedesc hi. Fu un seg na le c he a um e ntò l a se nsaz io ne di abbandono e scora me nto d e i combarte nti italiani. e co ntribuì al pros s imo sc i og limento de l C lTaM In fa tt i , a seg u ilo dc ll c1 battaglia di Arban a. ci furono s ubito vent i defe z io ni : si preferiva cercare l avo ro in città o in campagna. an2-iché conti nuare a comba tte re nella più to t ale incertezza, senza un conc r e to aimo alleato. on fu que to l'unico episodio del genere. 11 21 ottobre. i resti de l I O Ba tt agl ione della Firenze. schi era to s ul M onte Daiti. fu duramente attaccato da due batta g l io ni di fanteria tedesch i , appog g ia ti du milizi an i alba nesi nazi on alis ti e g ruppi d ' art i g l ieria ; fu t e nt alél un a res iste nza che , a ca usa d e l soverchiante num e ro di forze nemi c he s i rivelò vana, e. s ubite g ra v i perdite , i l reparto fu cos tre tt o ad a bband ona re la posizio ne e con essa le sco rte alimemari . di munizioni e materi a le va rio c he sarebbe s tat a preziosissima per affronta r e i mesi più freddi. D opo que5.to grave epi od io. il battaglione i. i sc io lse parte degli effettivi en trar ono ne l la 2a bri ga t a parti g iana , parte cercarono e o tte nnero rifu g io presso la popolazione de i vi ll aggi vici111.
Vulnetari della milizia filofascista, Kosovo, 1942. Due anni dopo in Kosovo l'esercito bulgaro con l'appoggio della resistenza combatté per respingere le forze d' occupazione tedesche.
Alla fine di seuembrc i rc~ti della Divi,ion1.: FircnLc si unirono al ClTaM. e il 29 ne ai.sun,c il <.:ornando lo stesso Generale Azzi. mentre 13arbi Cinti ru nomi nato ufficiale di collegamen 10 con l'ENLAe la m iss io ne br itannica in A lban ia. Le truppe italiane furo no ri o rganizzare in nove comandi d i :w na. a ffi a nca te ai coma nd i pa rtigiani di dette w ne, ovvero Argirocastro. Bera i. CoriL.n. Daitj, Dibrn. Elbasan. Mati, Peza. Valona. Facevano parte di questa forma7ionc circa 10.000 uomini, provenienti in prevalenza da ll a Divisione Firenze e, per una minoranza, dalla Arc.uo. e operarono principalmente nelle zone di Qafc Shtames. Dcbar. Barbmc~h e Daitj fino alla fine della guerra.
Ai militari italiani spettava. un volt.t al giorno. Il seguente rancio: 200 grammi di pane dì frumento e granturco, 150 dì carne di pecora (o di mulo. -;ccondo la disponibilità). Dota7ione da potersi integrare.
Per chi co ntinu ò a co mbatte re , il 9 novembre ci fu lo sco ntro con i tedesc hi nella valle de l f i urn e Pezé cui pre se parre il ba tt ag li o ne di Arb a na. Du e battaglioni della We hrma c ht , lanci a ti a lla conquista della posizione di Peza. attaccarono i reparti i ta liani e albanesi co n una ove rc hianre pot e nza di uomini e di fu oco, e in poche ore risolsero lo scon tro a loro favore. Il battaglione i taliano ebbe dive r e vittim e e prigionieri. e dopo qu e ll a sfo rtun ata azione s i scio lse. A l c uni d eg li e ffettivi entrarono s i ngo larmente ne ll a res i s t e n za a lbane se, a ltri prefe rir o no cercar s i un la vo r o ne ll e ca mpagne v ici ne. L e ragioni de li 'insuccesso mi l ita re si sp ie gano pe rché. tatti ca me nte. i battaglioni e r ano s ta ti impi ega ti mal e : di . po ne ndo so lt a nt o di armamemo leggero. avrebbero potuto cond urre imboscate e preziosi azioni di sabo taggio con tro i cede chi. ma non avevan o modo né mezLi di comrastare attacchi contro le pos i2-ioni. M a ciò non dipese dai s in go li coma ndanti itali a ni . in qu a nto le richies te d' impi ego ve nivano d i r e ttam e nt e dal coma nd o alba nese. Fu qu esto un eleme nto c he dete r iorò i rapporti fra ita1iani e albélnesi: un altro, fu l ' a tteggiamento ambigu o t e nuto da qu es t i ultimi nei confronti d e i vari repani : infatti. ve r o qu e lli giudicati indi s pensab il i , come artig l il:ria. genio compagn ie mortai e s anità. rE:-.JLA no n s volgeva propaganda po liti ca. non avendo interesse a c r eare attriti: invece. v..:n,o la fanteria it - liana, si verificaro no spesso veri e propri ricatti: aderi re al l a dottrina comunista in cnmbio dell'arruolamento ne ll e formaz ioni pa rti g i ane . c he s ig nifi cava un m ini mo di cibo garantito.
A l l 3 dic e mbre ri s ult ava no ancorn operan ti. c1I fi anco de ll e b r ig c1te partigia ne al ba nesi, alc.:uni spa ruti reparti italiani s ul Monte Dairi .a lc uni ne ll a va ll e d e l Cc rm en icke e altri a Cori za . o ltre alla 6a e 9a batte ria d e l 4 1° Art igli e ria de lla F ire nze . impiegare a l fronte a seco nda delle necess ità de l momen to. La 9a. aggrega ta alla brigala cli Mcheme t Sheu. pre e parte a diversi combanimenri neJJ' AJbania centra le e me ri dio na le, e spesi-o il s ue> apporto fu ri olutivo nel respingere la Wehrma cht. M a si trauò di un ·eccezione. o n ci so no cifre precise. ma per g li a ltri repart i italiani s i s timano poche decine d i effe tti vi ciascu no, affama ti e male armali. A rendere d uri ss ima l a si tu azio ne dei comba tt e nti a l la macch ia. l a sp ie tata tattic a tedesca cl i attaccare i v illa gg i e distniggere o razziare le sco rte di c ibo , s u ll e quali c ivi li e partigia ni ( it a li a ni comp res i) no n po tevano più co ntare. U n c rimin e che va ben o ltre i limiti del codice di guerra, e che cau ò la monc per fame di ce ntinaia di persone. Fu un peregrinare continuo fra le momagne. in mezzo aJla neve. al fango e al freddo. nel tentativo di !>fuggire ai rastrellamenti tede sc hi, non sempre benvi ti dai civ i Ii perché la loro presenza espo neva anche loro. come abbiamo v is to a l ri sc hi o di rappre sag l ie.
Dopo un lun go peregrinar e, que ll o c he res t ava ciel C lTaM s i s t a bill , alla fine cl i genna io el c i 1944. ne l
Una vittima degli scontri a Tirana del novembre 1944. Le fonti storiche locali di parte comunista, quelle inglesi e i dati dell'esercito tedesco non concordano su come si siano svolti i fatti che hanno portato la capitale albanese a tornare libera.
Yillaggio di Kopren c ke. nel!' AJbania cemromeridionalc . Qui connuirono anche un cen tinai o di militari ormai sbandati. c he riuscirono a trovare c ib o e rifugio. li c lima era comunque di incert ezzn . mancando notizie ~ui movimenti dei tede sc hi ne l Pae se . e scarse era no a nc he quelle dai parti g ia ni . perché i sen ti e ri innevat i li te nevano lo nt a ni da quegli scomod i itin e rari. La stessa ragione aveva a ll o ntan a t o a nc he i tedesc hi. concentrati ne JJ e operazioni co ntro le città. e quindi g li ita li a n i po teron o godere di una relativa tranquillit à. M ano a mano che g l i -;bandati recuperava no le for7e, ven i vano fomiti di un po· di denaro e mandati. con l'intermediazion e dei capi parùgiani. presso famiglie del luogo che potessero o pilarli o dar lo r o la vo ro . M o lt i a lt ri. malati di tifo. malaria o gravemente fe riti. non poterono purt roppo esse re curati per mancan z a cli medicinali e s trum entazione medi ca, e morirono miseramente fra le montagne a l banesi. Co n il progressivo ritiro dell'esercito tedesco s i formavano nel P aese zone di "vuoto is tituzionale" dove bande di guerrig lieri non comunisti, i ntuendo come inevitabi le la vitto ri a finale dell 'ENL A , cercavano di costruirsi una "fede politica" da poter spendere a lla fine de l conflitto , e uno dei modi fu anche quello di attaccare i repani ital ian i con I' acc u sa di sp ion aggio a favo re dei tedeschi. Furono n ecessar i , per il CITaM come per a ltre formazioni ita li a n e , dei salvacon dotti che a ttes t assero il loro contributo alla resistenza. e li mettessero così al riparo dalle vendette opportunistiche dei parti g iani dell'altro schieramento politic o.
Nel giugno del 1944 , sulla base di un ' intesa fra la Missione Mii itare allea t a e lo Stato Maggio r e dell'ENLA , fu dec iso lo sc i oglimento d e i reparti del C ITaM ancora (s ulla cart a) es iste nti , e i supe rs titi, per la maggior parte malati e fe riti, furono r impatr i ati s u na vi br i tanniche che li sbarcaro no a Bari . Il 5, il Generale Azzi ricevette la comunicaz ion e dello sc io glime nto e pochi giorni dopo ebbe inizio la marcia verso la Penisola di Karaburun, dove avve nn e l'imbarco. Pur condotta di not te p er sfuggire a i possibili assalti tedeschi, fu l ' ultimo ostacolo prima d e ll 'agog n ato ritorno in Patria di quest i sfort unati combattenti.
Formaz I On I Partigia Ne Italiane
Oltre a l CTTaM operavano in Albania anche alcune formazioni autonome che, senza più legami con il Regio Esercito, avevano assu nto con not at i politi ci e si erano unite a lla lotta partigiana integrandosi ali ' interno delle grand i unit à albanes i. Ad ese mpio , a ll a fine di sette mbre de l 1943. si cost ituì un eroico g rupp o d i part igia ni italiani attorno alla figura del Capitano Mario Fa n tacci , già addetto alla Sezione Operazioni de l comando della Di visione Mod ena; preso pri gio ni ero dai tedeschi, assieme al suo reparto, il 13 settemb r e '43, riu scì a fugg ire con a lc uni commi litoni il 29, e si u nì ai partigiani albanesi . Rim ase tra le loro file fino a l 30 novembre dell 'anno s uccess i vo , prima in forza al Battaglione Gora-Opar i , e po i al la IV Bri gata. Dai supers titi della Firenze a seg u ito de ll a sa nguinosa battag lia di Kruje (22-2 4 se t tembre) , 47 soldati che erano s tati affidati dai partigiani a lb anesi alle cure di fam ig li e di montagna , sce lsero d i co ntinuare a combattere al loro fianco, formando la Compag ni a Frate lli Ba ndi e r a, inse ri ta ne l B attaglione R eshi t Co ll a ku. Nonosta nte avesse preso parte a tutti gli scontri sos tenut i da l suo r eparto, la Compagnia fu sc iolt a nel gennaio del I 944. quando la scarsa disponibilità di viveri ren d eva dif- ficile t enere insieme quasi 50 uomini: alloggia ti , su richiesta degli s t es s i partigiani alba n esi presso fanùglie di montagna . Ja Compagnia continuò però a operare "alla spicciolata" , con azioni d i sabotaggio condotte da squadre di 3- 4 uomini, fi n o a ll a liberazione d e l Paese.
I l Battagl ione Palumbo nacque su iniziativa di una compagnia di mortai da 81 de l 129° R eggi mento d ella Perngia, che riuscì a evitare le deportazione e fu tra i primi g rupp i italiani ad aprire il fuoco contro i tedeschi, a S anti Quaranta, nell'ottobre d e l 1943. Comandava il re p atto il Tenente Ermanno Ce lestin o. Rifu g iatisi sulle m on t ag n e e un itisi alla r esistenza albanese , gli u omini f urono assegnati a l 5° Battag li one della V Br igata pa11 igia n a; a ll a n ascit a d el Battaglione Palumbo, intit o lat o a ll a memoria d i un militare unitosi a ll a r es i ste n za cad uto a Peshkopi n e ll' es tate del 1944, si giunse il 25 novembre seguente, quando il comando d e lla B rigata dec i se di riunire in un unico reparto tutti gli italiani c h e operavano alle s ue dip endenze . Ne apprezzavano l'eroismo, in p artico l are della compagnia di Celesti no , che prese pa11e a qu asi tutte le battaglie d e lla V Brigata, fra Argirocastro, K l isura , E l basan, Tirana
Ma il repa rto piì:1 num eroso di panig i an i itali an i fu il Battagl ione Gramsci, cui dedichiamo un capitolo a parte.
Il B Attaglione Gramsc I
Dopo la sanguinosa battaglia di Kruje, combattuta fra i l 22 e i I 24 s ettembre, n o n tutti i reduci della Firenze scelsero di unirsi al CITaM; molti preferirono gettare le anni e chiede re r ifugio in ca mbi o di lavoro presso famiglie albanesi. A ltri , invece, sce lsero di continuare a co mbatt e re, ma direttamente a fianco dei partigiani comun ist i , che r appresenta vano la fazione più numerosa della resistenza. La medesima scelta era s t ata compi uta a nche dai supersti ti della D i v is ion e Perugia. e ai primi grup pi di 01mai ex militari it aliani, ancora armati di fucile e mitragl iatrici leggere , che s i prese ntaron o a l coma nd o d ella l a Brigata part igia n a, chiede ndo di e nt rarvi a combatter e, fu offe110 di c rea re un prop1io battag l ione con un proprio comand ante L'offerta. form ul ata il 9 otto bre, veniva direttamente dal comandante dell a Bri gata. Mehmet Shehu. e fu prontame nte acce t tata : l 37 combattent i italian i dava no vita a l Battag li one Antonio Gramsci, al cui coma n do f u desig n a t o il Serge nt e Terzi Iio Ca rdina li , già effett i vo del I 27 ° Reggimento Fanter ia della Firenze, mentre Alfredo D'Angelo ne divenne commissar io politico.
I tedeschi non avevano però rinunciato a r ioccupare
Berat , e il 15 novembre sferra rono un violento att acco che si sarebbe r isolto in un massacro dei part igiani ital iani e albanes i La causa princ ipale dell a sconfi tt a non fu tanto l'inesperienza degli uomini del Gramsci in materia di guerriglia part igia n a, quan t o i l tradimento di un comandante partig i ano albanese e il poco coraggio di un altro; Xhelal Staravecka, in aperto dissenso con Hoxha per le interferenze tit in e nella resistenza albanese, decise di diventare una spia a l se r viz i o d e i tedeschi, e non soltanto li informò de ll 'e ntità de ll e fo r ze italiane presenti a Berat, ma o rd inò anche a J suo battaglione ( di s locato sul fiume Osum ), di abbandonare la posi zione, lasc iando così scoperto il fianco s.inistro della città e favorendo la penetrazion e dei so ldati de ll a Weh r macht.
A l le 05 .30 del 15 n ovembre i tedesch i scat enarono l'attacco, contro i quasi 200 uomini del Gramsci e i circa trecento partigiani alba n es i che erano rimast i a l loro fianco ; s u Berat si scatenò l'inferno, dall'alto sparava 1'aviaz ione , da terra i potenti cannoni dei pan zer, e dopo aver creato il pan ico a ll'int erno, anche la truppa comi n ciò ad avvicinarsi, sfrutta n do in particolare il lato si ni s tTO lungo il fiume , lasciato sguarnito dal tradimento di Starav ecka. Nonos t ante i tentativi di resistenza, i partigiani cap irono ben presto che la s itua zione era orma i compromessa, i cadaveri si contavano a decine per le s trade, a n che di civ ili che t e n tavano la fuga , perché i tedeschi non ebbero, a l so li to , pietà di nessuno . Dopo c inqu e ore di aspri combattimenti , i partigiani furono costretti a evacuare la c ittà, e fuggiro no dal l a to del fiume; il Battag li one Gramsci pe rse 146 uomini. fra morti e prigioni e ri: fra i caduti, anche Antonio Vescarella, commissario po li tico della seconda compagnia. I s uperstiti, mo lt i dei qua li fe ri t i , cercarono rifugio nelle campagne, e poi, nei giorni seg ue nti, tornarono in montagna per ricostituire il Battaglione.
Pur prova t i dalla s confitta , i part igiani it a li a ni decisero di continuare la lotta , pur nell e dure co ndizioni dell'inverno a l banese e il 21 presero parte a un'altra sa n gui nosa battag ]ia, quella di Tendesse Qyp it , posizione strategica di montagna che chiudeva l'accesso verso Kli s ura e Permet, ma anche favorevole alla d i fesa e da cui le fo r ze partigiane avrebbero potuto lanciare attacchi verso i fondovalle. Qui. al fianco di due battag li on i a lb anesi, affrontarono i temib ili Werwolf, r epa rti dell e SS s pecia li zzati nella repressione della guerriglia partigiana, i quali, g i à dal l a metà de l mese avevano avvi ato l 'o pe razion e Seyd litz , rastrellando il territorio. Aveva n o per ò lasc iato sguarnita que ll 'i mportante posizione, e i partig iani riu sc irono a occupar- la pr i ma c he i iedeschi. dopo averli avvistati. vi giungessero a loro volta. Mentre il Gram sci e un battag li one albanese tenevano impegna t i i tedeschi su l fondovalle. l'ahro battaglione guidalo dallo stesso Mchm e t Shchu raggiunse la vetta. e l'artiglieria tedesca parava qua s i senza so ta dalle v icine alture di Yeleshnja e Karakolli. Intanto. nei boschi. italiani e albanesi respingevano con fucili e bombe a mano gli as!>alti tede chi ma nonostante !"inferiorità degli armamenti il nemico non sfondò . almeno per il momento. i ei giorni seguemi . iufa ni. I" artiglieria tede ca riprese il feroce canno neggiamento e i partigiani furono cos tretti a ritirarsi nei villaggi di M alind. Muzhencke. Strenec. Qeshibes e Komanda.
Sopra: carristi italiani nel settembre 1943. Sotto: partigiani comunisti nelle vicinanze di Tirana, 1944. Dopo l'evacuazione dei reparti tedeschi e la liberazione della capitale il 29 novembre 1944, venne costituito il Governo Democratico dell'Albania.
Il 28 maggio, a seg uit o della confe renza che il Partito Comunista A lbanese te nne a Permei. f u decisa l'organi zza7,io ne dc li" ENLA in divisioni, ognuna composta da tre bri g ate. li Gramsci fu assegnato alla I Di v is ione. composta dalla J. IV e V Brigata. A seg uit o de l tentato uttacco a Su lova . tedesch i e naziona li s ti 1:inciarono ai primi di giug no una vasta operazione repress i va con tro la l Divi s ione. ne l settore de l Monte Tom or. e i part igiani furono costretti ancora una volta ad aprirsi la strada per raggiungere la zona operazioni loro as:-.egnata; s i trattava de ll a direttrice Poli .- Labinot-Cermonikc-Dibra ( nord del fiume Shkumbini). dove avrebbero dovuto colpire le vie di comunicazione fra tede chi e n azio naJi s ti e distruggere quanti più possibili presidi e piazzeforti. ol tre a rafforzare la presenza comunista nelle aree liberate. In tal modo i cercava di stabilire un certo controllo del territorio anche nel nord del Pae se. 28 giorni durò la marcia della T B rigata. per evitare g li agguati dei Werwolf. che sparavano con armi ad a lta precisione e anaccavano anche di notte. Fo r1unatamen1e. grazie all'aiuto delle g uide e a i co ntinui tu midi guardia durante le soste. pur intu e nd o la vici nan za dei tedeschi e dei nazionalisti. non c i fu mai !"occas ione di scontrarsi con loro. Ad aiu tare i partigiani ne ll a lunga marci a, un lancio effet t uato da ae rei inglesi, con c ui furono rifornit i s i.a di vestiar io, viver i e med ic in e . s ia di armi fra c u i le mic idiali mine mim e ti zzate ant iuomo, cd esp losivo al p lastico, uti le per i sabotaggi dei ponti. A que s t' ultimo compito in particolare fo dest inato il Gramsci. una volla g iunto in zo na operazioni. Ben quaranta furono quelli distrutti dai g uastato ri del Battaglione. che con coraggio ri schiavano la vita in cambio di un po· di cibo . mentre gli ingle!:>i , che dirigevano le operazioni . se la passavano decisamente meglio. È neces ario sottolineare che la collaborazione fra gli Alleati e i partigiani comunisti era oltanto di comodo. perché. gli americani in part ico lar\!, enano foru.:mcntc so!>pe tto s i del loro orientamento politico. e preferirono lasciare agli ingle si qual siasi conta tto diretto: questi. da parte loro. concedevano so ltant o gli aiuti strettamente neces ari alla lotta antinazis ta. ma paventavano una pos!>ibilc egemonia comuni!>ta nelr Albania del dopoguerra.
Anche grazie ai sabotaggi italiani. la lotta di liberazione proseguiva inces~antc e restate del 19+4 vide il Gramsci impegnato 5,ullc colline del villaggio di Gjorice. a nord -oves t della città di Dibra. ormai tolalm ente accerchiata dalle forze comuniste e prossima alla liberazione. Fu durante questi scontri. per la preci!>ione nell"assalto al vi ll aggio di Strelsa. che 1"8 lu glio ca dde s ul campo il coma ndante Terzilio Cardinali , s uc cessivame nte decora to di Medaglia d"Oro a ll a Mem o ria Con lu i cadde ro anche i pa 1tigian i Re nato Donn i ni e Rocco Cons igl io. C ardinali fu sos tituit o da l suo v ice Giuseppe Monti, e non osta nt e le doloro~e per<l ite, I · i mpc to de l Gram sci non ve nn e meno e tcde!>C hi naziona li s ti furo no costretti ad abbando nare le po iz ioni arre trando su lla dire 1trice D ibra-Burrel i. Sentendosi orma i co ntinu amente incalzati. tede sc hi e nazionaUsti adottarono una s ubd o la tec n ica cli rit irata. cioè q ue ll a di bruciare i villaggi c he erano costreni a evacuare . rallentando co ì ravanzata dei partigiani.
Vista la buona prova data nel sabotaggio dei ponti. il Gramsci fu ancora utilizzato in azioni del gene re. costruendo barramenti anticarro lungo la tracia Peshkopi-Burreli. così come nel far i.altare le linee telefonich e e tel egrafiche. L·e ercito tedesco i muoveva con gra nd e organizzaLione. e le colonne erano spesso segui te da mezzi per il movimento terre stre. o comunque da panzer con pale meccanic he. e ciò consentiva di ricoprire le fosse ant icarro. Se però accadeva che i ted esc hi a rrivasse ro quando il lavoro era ancora in fa se di compimento, o comunque co n i parti g iani anc<>ra in :wna. durante la sos ta forzata qu est i a u accavano i co n vogli riu scendo ge nera l mente a d is tru gge re almeno un paio di automezzi e occas iona lm e nte a fa re qualche v ittima, p ri ma c he i re pa rt i di scoria apr issero il fuoco e fosse nece ssa rio ritirars i, perché sa rebbe s tato un suicidio in gagg iare banaglia po tendo con tare so lo su fuc ili e bombe a mano. con tro mitrag liatori. cannon i, carri armati e mortai. La prima di queste azioni ebbe luogo il 2 ago to, nei pressi del vi ll aggio di Murr. propedeutica a un 'o perazione di vasta portata per liberare Burreli e i villaggi circostanti di Gerrn eni. Rrcmulli. Shtogu, Rrc:-.heni: violenti attacchi furono lanciati sui capi. a Idi. ormai presidiati soltanto dai nazionalisti albane i. e in poco più di una se ttimana furono lutti co nqui stat i. A mano a mano che la re. istcnza este ndeva il uo controllo su l 1erri 1orio. a um enlavano anche i suoi effettivi. e furono molti g li italiani che. dopo me s i di vita ..civile'". scelsero di tornare a combattere a fianco dei loro connazionali e il Gramsci sfiorò i 280 effeuivi. Inoltre, il Ba11aglione aveva migliorata la sua dotazione di armi. perché nei depositi della milizia fascista si rifornì di mitragliatrici pesan ci Fiac 35 e mitragliatori Breda, e in settembre . anche in seguito alraumento degli effe ttivi. fu effettuata una completa riorganizzazione. I mesi che seguirono videro lo volger i di azioni di sabotaggio e occa ·ionali scontri co n i tede chi e i nazionali sti. con questi u!ti mi che spcs o si arrendevano e c hiedev a no di entrare nella resistenza com unis ta. Alla fine di ollobrc il Gramsci fu trasferito a Vore , a no rd di Tirana , in vista de ll 'ope raz ione di riconqui sta della capi ta le: pe r tu tt o il me se furono eseg uiti i co ns ue t i sa bota gg i lun go le p rin c ipali strade d ella regione. Uno sfo rzo che ven iva aggrava to dalle soffe re nze portat e dall e malattie , poiché il Battag li one aveva decine di cas i di ma laria, pellagra, tifo , che, pur non esse ndo mortali nella maggior parte dei cas i indebo li va no comunque l'operatività degli uomini. Gli sco ntri più duri si ebbero fra il nod o str adale di Vore e il vi lla ggio di Ka shar. che i tedeschi in ritirala dcllcro alk fiamme: e nel tentativo di apr irs i la v ia di fuga verso nord, ca nno negg iarono quasi senza interruzione Je alture circoscanti dove erano an nidati i partigiani. Tuttavia, riu scirono so lta nt o a forirne due e a ucciderne un o. poiché si mantenevano a debita distanza runo dall'altra per non formare mas a che offrisse facile bersaglio. invece. furono ben 13 i tedeschi uccisi nel co rso dei rapidissimi assalti con le bombe a mano. Era comunque difficile tenere bloccata la colonna nemica senza farsi spazzare via dalle cannonate, ma iJ Gram sci riu . cì a resistere due giorn i prima che giungessero di rinfouo la X e la XXTV Brigata. Una parte dei tedeschi riuscì a fuggire. ma le po sizio ni altorno a Yorc erano ormai co nso lid ate e ai primi di novemb re il B attag li o ne s i spostò verso Tirana, già accerchi ara dalle truppe com uni ste e i n procinto di cadere, e ri conquis tò la posizione di Ponte Erzen catturandon e la g uarni g ione e co ntr ibu e ndo a ll a cattura d i un 'a ltra co lonna tedesca. Fi no a l 17 novembre prese pa rt e ad a ltri scon t ri a Fa rk a, Pe tre la Mushqete , poco fuori Tirana. dove a nco ra s i nascondeva no g rupp i ar mat i di nazio nalisti. In c ittà, in vece, alcun i repa rti del Battaglione erano a fianco degli albanesi c he era no riusciti a entrare e ingaggiarono una furiosa ballag lia strada per s trad a con tro i tedeschi e i nazionalisti. li 17 novembre Tirana cadde nelle mani dei comu ni sti . J'ul1imo gruppo di tedeschi riuscì a fuggire alle 5 del pomeriggio.
Partigiani comunisti albanesi della V Brigata, 1944. La brigata fu costituita nel 1942 e nel 1944 si riorganizzò in cinque battaglioni composti da 900 volontari in totale, per la maggior parte giovani.
E anche il Battaglione Gram ci ebbe il privilegio di sfilare. il 28. per le vie della capitale liberata. el 1944. nel corso delle ope-razioni da gennaio a novembre, il Battaglione aveva perso 15 uomini. quattro dei quali caduti a Tirana nei giorni della battaglia finale. e gli altri dura nte i vari scontri ulle montagne. Catluta la capitale. in dicembre il Battaglione partecipò alle ultime operazion i di rastrellamento dei nazifascisti nella zona di Scutari sino al confine con i l Montenegro. li Paese andava lentamente pacificandosi, e i I Gramsci, trasformat o in Divi :, ionc (per riun ir vi Lutti i parti gia n i italia n i che avevano comba ttuto a fianco de g l i a l bane s i). fu tra sfe rito , ne l febbra io 1945. a Mil oti , ne ll a reg io ne del M a t i , co n co mpit i di contro ll o de l te 1Tit orio, mi li tare e po l it ico. A parti re da ll 'es tate , comi nciarono le o peraz ioni cli rimpatrio dei 2.500 effetti vi, cos ì come di quegli ex mil.itari che, na scos ti presso quelle fam iglie che li avevano ospitati in cambio di lavoro. cominciava no adesso a ca la re a Durazzo nella speran7.a appun t o di poter tornare a ca a. Mo lti comandanti della Gramsci collaborarono con gli albanei.i per velocizzare le operazioni di rientro in It alia dei loro connazionali, e a loro i unì anche il sottm,egretario alla Difesa. il comunista Mario Palermo. che si recò più vo lte in missione nel Pae e: ai partigiani della divisione fu conce~so il privilegio di farlo con nnti gli onori e conservando le armi. Gli a ltri poterono imbarcarsi inglesi ma senza cerimonie. u i meai messi a d isposizion:~d:a:g:l:i-- -= -
Epilogo
È doveroso riconoscere c he, se g li italian i in Albani a riu sc i rono a sa l vare un minim o di onore mi li tare. lo s i ù cve a l sacri fic io di quei militari c he. traditi da l proprio Re e dai propri comandi. scelsero di contribuire a liberare il Pae e da quell'invasore delle cui file. paradossalmente. avevano anche loro fauo pane. Ma non si Lrallò di una ~cella di comodo. quanto di s chierarsi da ll a pa11e g iu sta {eticament e parlando). di coloro c he di fendevano la propr ia 1erra e le propriie famiglie da un nemico che aveva vaneggiato di dominare l'Europa
D opo quattro anni d"occupazionc mililélre. dopo tante vessazioni (ma qua~i tutte da parte delle Camicie Nere) ulla popolazione civile. dopo le immani soffercnLe dclrassurda campagna di Greci.a. giunse il momento di riappropriarsi della propriia coscienza, di ri:,coprirsi uomini e aprire gli occhi sulla realtà. li nazi fa ci mo . Lava affondando. dopo aver seminato morte e distruzione. e ancbe senza essere nece:,sariamcnte comuni~ti convinti (no,n tutti gli italiani che combatterono nell"ENLA lo erano). era necessario abbattere il mostro. Per questo, al di là delle connotaz io ni poli tiche dellle varie bri ga te partigiane. g l i itali ani c he e ntrarono ne ll e loro fi le lo fecero con coere nza e coraggio, dopo che in It a li a, a co min c iare da l Re Vi u o r io Emanue le U1 e co ntinuand o con lo S t ato Magg io re, c h i dov eva pe nsare a lt a tu te la d e i m il i tari italiani s i era dato a ll a fu ga.
L'unico modo per sa lva re la dignità.era porre rimedio ag li erro ri falli i n pas~a10 da quel lo stess,o sovra no e qu egli s tessi General i riabi litando così la reputazione dell' It alia in A lb a ni a. M olti pagarono con la vita, uccisi dai nazifascisti. oppure dalla fame e le malallje. Ma morirono da uomini liberi
I partigian i della Brigata Gramsci, composta in gran parte da militari della 41 " Di visione fanteria "Firenze " e della 53• Divisione fan teria "Arezzo ", che in Albania alla data de/1'8 settembre 1943, non vollero arrenders i a /l'esercito nazista; combatterono d uramente per poi un irsi con i volontari comunisti albanesi.