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ANVG-ISVIG
Ie ri, Oggi , Domani
Nel presentare queste font i di docume n tazione sui Volontar i n elle Forze Arm ate del Regno d 'Italia nella campagna 1943-1945, è opportuno far cenno alla genesi d i ques ta p rima in iz ia tiva editoriale dell'ISVIG.
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L' ISVIG è nata in seno a ll 'ANVG. Nella nostra epoca , irta di sigle, occo rre dare una chiave di decrittaz io n e. L' ISVIG è l ' Is tituto Storico del Vo l ontarismo. Ita li ano di Guerra , filiazion e d e ll ' ANVG , Associazione Nazionale dei Volontari di G u erra.
L'Associazion e è n ata nel 1919 a Roma, a Firenze e a Mi lano. La vollero i Vo lonta ri reduci di quella guerra c he molti italiani ritenevano dovesse conc hiude re il nostro Risorgimento. Volontari che - indipendentemente dai limit i di età, dall e condizioni fisiche o familia r i, di residenza , per i cittadini che vivevano e lavo ravano all'estero - avevano voluto servire in a rm i la Pat r ia. Primi tra loro gli interventisti e g li irreden tisti tre ntini , tries tini , istrian i, fiumani e dalmat i.
L'Associazio ne con sede centrale a Roma , da l 1923 ebbe lo Statuto associativo approvato d alla Pres idenza del Consiglio dei Ministri. Il R.D 1163, che porta la data s ignificativa d e l 24 maggio 1923, a firma de l Re Vittorio Emanuele III e del Maresc ia ll o d 'Italia Armando Diaz, Ministro della Guerra , istituiva la Medaglia di Benemerenza d i Volontario di Gu e rra, che con s uccessivi dispositivi d i legge è stato es teso sino alla Guerra di Libe razione .
La Medaglia porta impresso: "Pe r l 'Italia " . Un motto brev issimo , un soffio, ma per tu tti un impegno ideale di vita e di azion e in guerra e in pace. Il colo re del nas tro è cremisi, forse per mero caso, lo s tesso della napo leo nica "Légion d ' Honneur" e della vittoriana "Victoria Cross" .
L'Ass ociazione riunisce co lo ro che "si sono offert i volontariamente per combatte re ne ll e formazioni regolari d e ll e Fo rze Armate le gu erre sos tenute da ll a Pa t ria" p e r "mantenere vivo ne i Soci lo s pirito , di dedizione incondiz ionata a lla Patria che ebbe a ispirare il loro arruolamento in gue rra" (art. 3/ 4 dello Sta tuto) .
Ne l maggi o d e l 193 4 l'ANVG ve niva isc ritt a nel "Libro Araldico degli Enti Morali" ed insignita dell"'Emblema Araldico" de l qual e, s i fregia tuttora , per "em ine n ti servigi res i alla Patria " .
Nel dopoguerra, nel 1949, un nutrito gruppo di Volontari, rappresentativi di gruppi sparsi in turta Italia , ri ordinò le file del Sodalizio e con atto notorio del 1950 e con innovato Statuto la vita associativa riprese regolarmente. L' iniziativa fu realizzata d ' int esa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla quale era stato espresso il proponimento di riprendere l 'attività "in stretta osservanza ed aderenza alla Costituzione della Repubblica Italiana e dell e leggi vigenti".
In questi anni l'ANV G , c h e v ive esclusivamente dei contributi degli iscritti, con "fran cescana modestia e orgogliosa fierezza ·,, h a assolco in mo do efficiente i compiti istituzionali. Regolar e funzionamento della Presidenza Na zi ona le, delle Federazioni prov in ciali rette da Consigli dir e ttivi eletti nelle assemblee associati_ve. Consiglio nazionale, Giunta Esecutiva Centrale (G EC) sono stati puntualmente rinnovati alla prevista scadenza e l'Assemblea Naziona le, ogni triennio, ha proceduto alla elezione della GEC e del Pres idente Nazionale. L'Associazione ha pattecip ato e partecipa n ella Capitale e nell e varie province alle manifestazio ni e alle cerimonie patriottiche, con le proprie insegne e con i propri iscritti , sempre volenterosi ed e ntusiasti , malgrado l 'e tà avanzata .
L'Associazio ne - non infeudata ad interessi di parte - accoglie tutti g li aventi diritto, indipende ntem ente e al di fuori del loro orientamento ideologico e polit ico. Unic o orientamento è quello della difesa aperta dei va lori spirituali connessi all ' idea sublime di Patria e dell' affermazione de i sup eriori interessi della collettività nazi onale considerati nell ' irrinunciabile quadro di una Europa unita.
Il labaro nazionale s i fregia di 6 10 Medag lie d 'O ro al Valor Mi litare di Volontari Caduti in combattime nto dal Risorgimento alla Guena cli Liberazione .. aturalmente innumeri sono le M.O. al VM che il destino volle preservare dalla morte in battaglia, molte delle quali, dopo avere servito ero icamente in guerra la Patria, l 'aveva no onorata nell e Arti e nelle Professioni.
Basti citare ad ese mpio Giani Sruparich, Gabriele d 'Annunzio, Elia Rossi
Passavanti , Raffael e Paolucci ...
Malgrado reiterate istanze, presentate fin dal luglio 1971 , intese a riottenere il riconoscimento giuridico, qu este non vennero acco lte dalla Preside nza del Consiglio dei Mini str i e dal Consig li o di Stato osserva ndo che l'Associazione non aveva un fondo patrimoniale.
Finalmente, n e ll 'a prile del 1987, il Gabinetto del Ministro comunicava ai quattro Stati Maggiori e a Segredifesa che l' ANVG veniva "iscritta nell ' Elenco dei Sodalizi da invitare alle ce rimonie organizzate dalle Autor ità Milita ri " , dandone comunicazione al Presidente della Associazione. A11'8° posto nelle precedenze del cerimoniale di 53 Associazioni.
Immediata conseguenza fu che il 7 giugno , alla cerimonia in occasione dell'a nn uale della proclamazione della Repubb lica, con rivista in Via dei Fori Imperiali , dopo 48 anni, al posto d'onore partecipa il Medagliere dei Volontari di Guerra con scorta , sfilando di fronte alle massime autorità dello Stato su camio netta dell'E.I.
Il 26 luglio 1989, in G . U. n , 173 , viene pubblicato il Decreto del Ministro della Difesa che aggiunge all 'art. 2 (Associazioni Patriottiche e Combattentistiche) del 5 agosto 1982, l'ANVG. Con DPR 26 aprile 1991 è stato pure rinnovato lo Stemma Araldico della Associazione concesso nel 1934 .
Ne ll 'ottobre del 1989 l'Associaz ione, in occasione di una riunione a Roma del Cons iglio Direttivo, ha ceJebrato il 70° Anniversario della sua Fondazione. Precedute da una Messa per i Caduti, presso il Tempio delle FF. AA. a Santa Caterina a Magnanapoli, nei pressi del Quirinale, le cerimonie sono culminate con l'apposizione della corona di alloro al Milite Ignoto . Cerimonia avvenuta in forma solenne con gli onori militari. * * *
Alla fine de l 1980, il Presidente della Federazione di Roma "Enrico Toti" , Sigmund Pago Golfarelli, constatava con rammarico che malgrado i generosi sforz i fatti negli ultimi due anni di attivo proselitismo, la situazione associativa si presentava estremamente problema tica per il futuro . Infatti, sebbene il recupero di vecchi soci e la acquisizione di nuovi aveva dato ottimi risultati , tanto da raddoppiare il nume ro degli iscritti che egli aveva trovato nel 1979, per ineluttabile legge anagrafica l'Associazione era destinata ad estinguersi nel giro di non molti anni. Roma era semplicemente un campione della situazione nazionale! Infatti semp re più numerosi scomparivano i reduci della I Guerra Mondiale come pure incominciavano ad assottigliarsi le file di quelli della II.
Le Associ azioni d'Arma trovano , sia pure oggi in misura sempre più limitata, una loro proiezione nel futuro con le nuove leve di congedati ch e entrano a farne parte.
Ben altro è il problema delle As so ciazioni combattentistiche destinate a d ine vitabile scompa rsa .
Sono stati tentati dei palliativi istituendo nuove figure di Soci: "familiari ", "amici " , "simpatizzanti", "aderenti" , e ccetera. Ma, a parte che sul piano pratico non assicurano alcun futuro , a nostro avviso falsano lo spirito per il quale le Associazioni vennero ideate e istituite. E che il pericolo di questo tramonto non fosse una pessimistica previsione dei Volontari di Guerra lo mostra il fatto che essi furono i primi, diversi anni fa, a cercare di correre ai ripari. Infatti, soltanto di recente, alcuni grandi ed importanti organismi (Istituto del Nastro Azzurro fra co mbattenti decorati al VM, Associazion; · Naz ionale Mutilat i e In validi di Guerra, Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione inquadrati nei reparti regolari delle FF. AA., ecc.) hanno posto allo studio fondazioni che rimangano a testimoniare in futuro la loro storia e le loro passate benemerenze.
Per queste co nsiderazioni il 23 aprile 1981 il Presidente della Federazione di Roma , dottor Sigmund Pago Golfarelli , inviava alla Presidenza Naz ionale una lettera con oggetto: "Proposta costituzione Fondazione Vo lontari di Guerra" da sottoporre all'esame e alla eventuale approvazione del Consiglio Na zionale convocato in Firenze il successivo 26 aprile.
Ricordava come la proposta stessa fosse un ampliamento "di una idea accennata dallo scrive nte , al Consiglio Naz ionale di Firenze , dell'ottobre scorso , circa la opportunità di dare ad alto livello culturale , la più ampia diffusione s ul significa to e sulla importanza del Volontariato d i Guerra in Italia, sia per l' apporto dato al Risorgimento e all 'Unità Na zionale, sia p er il suo spirito che - trasposto ne ll a vita civile - è esempio di altissimi valori etici, q uali il senso del dovere e del sacrificio, il coraggio di ogni giorno , il disinteresse personale, valori indispensabili alla pacifica ed op e rosa convivenza nazionale" .
"La proposta Fondazione, se realizzata, servirebbe - come è chiaramente illustrato nel testo allegato - a salvaguardare dalla ineluttabile erosione del tempo un prezioso patrimonio ideale di se ntimenti, di sacrifici, di opere che si identificano nel co ncetto, per noi immortale, di Patria " .
L'allegato testo della proposta e l a sua articolazione, dovuti al Vice Presidente della Fe d eraz io ne di Roma , Avv: Mario Gradi , e ra no frutto della sua grande sensibilità e d e lla sua intelligente e coltivata passione anche nel campo dei prob lemi combattentistici.
In sintesi: veniva brillanteme nte esposto come "per rileva re il s ignificato del volontarismo , basti pensare che il Ri so rgimento italiano ha avuto il suo inizio ideale con la "Legione Italiana di Monte vid eo " che dopo secol i di avvilen te decadenza d e gli ita li ani come sol dati , per la prima vo lta ricostituì un nucleo armato nazionale che si batteva, non al servizio d e llo s traniero , ma per portare fuori d 'Italia una paro la di libertà, di dignità e di onore " .
In una succinta, lu cida elencazione, Gradi ricordava l'importanza della partecipazione dei Volontari ai più salienti fatti storici per l' Unirà d'Italia. Dalle Guerre dell'Indipendenza a quelle che vedevano impegnati gli interessi mediterranei dell ' Italia, sino a l II conflitto mondiale che vide lo splendido comportamento dei "ragazzi di Bir-el-Gobi" e del "Cor po Italiano cli Liberazione ", gli ultimi volontari con le ste ll ette, in combattimento contro eserciti stranieri.
Questa s intesi del patrimonio di altissimi valori da non disperdere era seguita da una schematica indicazione dei compiti della propos t a Fondazione , di cui si riportano qui i più importanti:
• Conse rvazione degli atti dei vari o rgani dell 'ANVG, man mano che si verifica il loro scioglimento.
• Formazione di un "Archivio Storico".
• Realizzazione di un "Museo Storico".
• Pubb lic azione di Monografie sugli eventi legati al Volontarismo Ita li ano.
• Organizzazione di Convegni e Tavo le Rotonde per lo studio e l'approfondimento dei vari aspetti del Volontar ismo Italiano nei tempi.
Era previsto che la direzione della Fondaz ione avrebbe dovuto essere ass unta da un Comitato di catted ratici , storici, studiosi, giornalisti spe cializzati di indiscutibile prestigio.
La proposta fu approvata in toto per acclamazione dal Consiglio Na zionale cli Firenze.
Si trattava d i cominc iare a costruire. Dopo una breve pa usa cli rifless ione venne scartata l' ipotesi della Fondazione che richiedeva per la sua costi tuzione un fondo finanziario che né l'Associazione, né i promotori, potevano soste nere.
Si pe nsò così alla forma di Istituto Culturale, più agile e meno impegna tivo finanziariamente. Il Presidente dell 'ANVG, Genera le C.A. Antonio Nani, il 6 dicembre 1984 poteva com u nicare al Ministero della DifesaGabinetto del Ministro - la costituz ione dell ' ISVI , Istituto Storico del Volo ntarismo Italiano , sotto il patrocinio dell'ANVG , allegando un promemo ria sulle fina lità dell'Istituto e l' organigramma degli incarichi dirett ivi:
Presidente Onorario:
- M.0. VM Gen. Angelo Bastiani, Presidente del gruppo Medaglie d'Oro al VM.
Presidente Esecutivo:
- Conte Dr. Sigmund Fago Golfarelli, Presidente della Federazione · Romana dell 'ANVG.
Vice Presidenti:
- SE Mons. Arrigo Pintonello , Arcivescovo Castrense Onorario;
- Donna Erika Ga ribal di, Direttore dell 'Istituto Internazionale di Studi "G. Garibaldi".
Segretario Generale:
- Gen. C.A. nob. Vittorio de' Castiglioni.
Vice Segretario Generale:
- Avv. Mario Gradi, membro della GEC dell'ANVG.
Comitato Onorario:
- On. Aw. Gustavo de Meo, Presidente della Associazione Nazionale Combattenti e Reduci;
- Gen. C.A. Antonio Nani, Presidente ANVG;
- M.O. VM Giorgio Cobolli , in rappresentanza dei profughi Istriani e Dalmati
Del Comitato Consultivo, composto da vari dirigenti nazionali , faceva parte il Vol. di Bir-el-Gobi Guglielmo Messeri, Segretario Generale dell'ANVG.
Ve niva allegato anche l'elenco delle Assoc iazioni che alla Costituzione dell ' Istituto avevano dato la loro adesione, importante e significativa, quali "Soci Onorari" :
- Gruppo Medaglie d' Oro al VM; Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al VM;
- Associazione Nazionale Combattenti e Re du ci;
- Associazione Nazionale Combattenti Guerra Liberazione - Re parti regolari delle FF. AA. ;
- Le Associazioni Nazionali: Alpini , Artigli eri, Autieri, Be rsaglieri, Carabinieri, Cavalleria , Finanzieri, Granatieri di Sardegna, Paracadutisti, Sanità Militare , Cavalieri Italiani del Sovrano Militare O rdin e Malt a, Reduci e Rimpatriati d ' Africa , Venezia Giulia e Dalmazia e Libero Comune di Fiume .
Il Presidente Nani n e ll a stessa nota chiedeva a l Gabinetto del Ministro la possibilità di ave re dei lo ca li per l' ISVI e per la pres idenza dell' ANVG, dato il modest issimo bilancio della Associazion e .
Pregava inoltre il Ministero di volere d es ign are un elemento co n il q uale l'ISVI fosse autorizzato ad un co ntatto continuativo per iJ consegu imento dei compiti istituzionali.
Per quanto riguarda la sede, la Regione Militare Ce ntral e assegnò un picco lo loca le in Trastevere . Per i conta tti il Ministero designò il Capo Uffic io Storico d e llo SME .
La realizzazione pres entav a comunque difficoltà pressocché insormonta bili a prima vista. Ma la p assio n e e la fe rmezza di propositi dei proponenti trova ro no immediato conforto ne lla ca lda ed autorevole adesion e dell'indimenticabile Presidente Nani e del valid issimo Segretario Genera le, Messer i.
Fin da l primo mo mento fu co invo lto il Generale d e ' Castiglioni , che a l suo p assato di va loroso sol dato , d i antiche tradizioni familiari, unisce un a app rofondita pe rso na le cultura di stor ia militare confe rmata negli anni , che, con sensibile competenza, aveva dire tto l 'Ufficio Storic o dello SME el contempo, nel quadro delle Celebra zioni per il 50° della Libera z ione, dal competente Comitato all'uopo cos ti tuito presso la Presidenza del Consiglio dei Mini st ri l'ISVIG otteneva un mode sto contributo per affrontare la preparazione di questa prima pubblicazione che, owiamente , riguarda proprio i Volontari nelle FF. AA. della Guerra di Liberazione.
Le Federazioni provinciaU dell ' Associazione seguivano co n vivo interesse l' ini z iati va, alcune anzi iniziarono interessanti e costruttivi colloq ui con il nascente Istituto.
Oltre agli innumerevoli co nta tti perso na li ed ep istolari a tutti i livelli, impegnativo lavoro e lungo tempo richiese la stesura dello Statuto, frutto d i successive re visioni e limature , per rendere sempre più chiare e r ealizzabili le idee che ne erano state l'origine.
Fu ravvisata la n e ce ssità di meglio delineare la fi s iono mia del Comitato Scie ntifico che costituisce il vero motore per la proiezione nel futuro della conoscenza e della cultura del fenomeno sto rico del Vo lo nta ris mo Italiano di Guerra .
Per la stesura definitiva dell o Sta tu to , specialmente per la parte riguarda nte il C.S. preziosa e competente è stata la co llaborazione del Voi. Prof. Elio Lodolini dell 'U niversità di Roma.
Lo Statuto ha messo in evidenza la· completa indip end enza scientifica del Comita to pur nel quadro generale dell 'Al\T\TG . In o ltre ne ll o s tesso Sta tuto dell 'ISVIG è prevista , n e l p iano o rgan izzativo , l 'ammiss io ne di Soci. Il che permetterà ai Volontari, sempre meno numerosi , appartenenti a scompars i o rgan i p e rife rici dell 'Assoc iazi o n e, di tro va rsi ancora uniti.
Il Presidente nazionale Gen. Med. Prof. Tommaso Lisai, succeduto al compianto Gen. ~ani, pur impegnato nell'oneroso, responsabile, compito di fa re procedere la Associazione tra tante diffico ltà, ma co n sempre altissimo prestigio, ha seguito con sensibile interesse lo sviluppo , pur lento ma continuo e deciso, del giovane virgulto de ll 'ANVG . In una riunione dei dirigenti nazionali nel novembre 1990, fu deciso che l'ISVl divenisse l'ISVIG, cioè Istituto Storico del Volontarismo Italiano di Guerra. Ciò per evitare equivoci e confus ioni in tempi in cui della parol a "volo nt ariato" si fa , in molti camp i, semp re di più uso ed abuso.
Pertanto, dopo anni di riflessioni e di soste inevitabili, dovute a difficoltà oggettive e talvolta anche di carattere umano , per s itu azioni personali di coloro che s i erano dedicati alla generosa impresa, il 24 marzo 19 92 su iniziativa della ANVG si procedeva alla legale costituzione d e ll 'ISVlG per gli atti de l notai o dott. Stefano Erm ini di Roma.
Soci fondatori, quali risultano da ta le atto, sono riportati nella Tabella 1.
Il 15 dicembre s uccess iv o, 1994 , nella sede dell' Ufficio Storico dello SME, si tenne l' insediamento del Comitato Scientifico delrISVlG , con un grato sa lut o del Preside nte Ge n. Lisa i e del Vice Presidente Ge n. de' Castiglioni. Il Comitato risu ltava co mposto come da Tab e lla 2.
Al termine della riunione vennero eletti per gli incarichi di Presidente, Vi ce Preside nte e di Seg retari o, rispett ivamente: la Prof. Emilia Morelli, il Prof. Enrico Se rra e il Prof. Anto ne ll o Folco Biagini. I Capi degli Uffici Storici degli SM delle FF. AA. faranno parte di diritto del Comitato Scientifico.
In successive riunioni , il Comitato Sc ientifico si è ampliato co n ulteri ori nomine (Vedi Tabella 2).
Tn sostituzione della scomparsa Prof. Emilia More lli , l'8 giugno del 1995 ve niv a all'unanimità eletto quale Presidente del Comitato Scientifico , il Vice Presidente, Prof. Enrico Serra ed eletto Vice Presidente il Prof. Elio Lod o lini.
Pubblicazione che esce a cu ra dell a Co mmiss io ne Nazionale di Storia Mil itare, composta dagli Uffici Storici degli SM.
Il C.S., in successive riunioni, ha studiato un nutrito programma di attività sempre volto ad ampliare la conoscenza del Volontarismo italiano di Guerra attraverso la s ua documentazione s torica. Tra l'a ltro è stato deciso che in occasione della presentazione di questo studio venga organizzata dal C.S. una tavo la rotonda su "Il Volontarismo di Guerra nell a storia d ' Italia".
Alla fine dello scorso anno il Presidente Prof. Serra ha espresso la maturata volontà di dimettersi per le sue non buone co ndizioni di salute aggravate dalla concomita n za di nuovi, inderogabili , impegni di lavoro l ega ti alla sua precedente attività professionale, Situazione che non gli avre bbe consentito di dedicarsi , come in passato , al suo impegno per l'Istituto. Dopo reiterati tentativi di farlo recedere dalla sua decisione, il Comitato Scie n tifico riunito il 6 febbraio 1997 ha dovuto prenderne atto, con estremo rammarico , rivolgendogli un sentito ringraziamento per la preziosa guida. Espressioni alle quali si sono associati tutti i presenti.
Il Comitato , successivamente, all'unanimità, ha chiamato alla Presidenza il Prof. Raimondo Luraghi.
Purtroppo una nota dolorosa. Di recente è immaturamente scomparso il Dott. Alberto Maria Arpino, colto studioso, brillante oratore e sc rittore di sto lia Iisorgimentale, organizzatore museale di rili evo Elemento prezioso del C.S. ha lasciato il si ncero rimpianto di amici ed es timatori.
Questa introduzione rappresenta la sintesi della storia associativa, di mo lti anni, dell'ANVG e dell 'ISVIG.
Il presente volume è il primo di una serie che si propone di illustrare e tramandare a ll e prossime generazioni - attraverso una rigorosa, obiettiva ricerca delle fonti - la storia de l Volontarismo Italiano di Guerra e delle sue gloriose gesta.
L'ISVIG spera che questa prima opera - oltre a contribu ire alla conoscenza di un importante ed ancor poco approfondito aspetto della storia del no stro Paese - possa e ss e re di stimolo p e r nuove adesioni che anch'esse possano contribu ire, con il pensiero, azioni e partecipazione (ove possibile anche finanziaria) al progredire di un Istituto legato allo "Ieri, Oggi , Domani" della Patria no stra.
Settembre 199 7
Fago Golfarelli
ISVIG - Soci Fondatori
(Atto noto rio 24 marzo 1992)
Prof. Dr. Tommaso Usai
- Gen. Isp. med t.S.G., già Diretto re Gene rale de ll a Sanità Militare, Libero Doce nte Univers ità di Roma , Preside nte ANVG.
Gen. C.A. Nob. Vittorio de' Castiglioni
- già Capo Ufficio Storico SME, membro della Società di Storia Mi li tare, Vice Presidente ANVG .
Guglielmo Messeri
- Volontario "Bir-e l-Gobi ", Segretario Generale ANVG
Gen. C.A. M.O. VM Angelo Sante Bastiani
- Presidente del Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Pres idente onorario ANVG.
On. Dott. Ing. Vittore Catella
- Presidente dell 'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al VM .
Ten. Col Avv. Mario Gradi
- g ià Consigliere Nazionale al Parlamento, membro della GEC dell'ANVG.
Conte Col. R.O. Dr. Sigmund Fago Golfarelli
- Dir. Geo. on. ENIT, socio on. Associazione Stampa Estera in Italia, membro della GEC dell'ANVG.
SE Rev.ma Mons. Arrigo Pintonello
- Arcivescovo Castrense onorario.
Donna Erika Garibaldi, contessa Knopp von Kirchwald
- vedova Gen On Ezio Gatibaldi, Presidente dell'Istituto Internazionale di Studi s u "G . Garibaldi" .
Dr. Alberto Maria Arpino
- Presidente del Comita t o di Roma dell 'Istituto per la Storia del Risorgimento.
Comitato Scientifico ISVIG (Insed iamento del 15 dicembre 1994)
Presidente: Prof. Emilia Morelli
Vice Presidente: Prof. Enrico Serra
Segretarlo: Prof. Antonello Folco Biagini
Col. (e) s.SM Giancarlo Gay, Capo Ufficio Storico SM Esercito .
Amm. D. Renato Sicurezza, Capo Ufficio Storico SM Marina.
Col. pii. Giovanni De Lorenzo , Capo Ufficio Storico SM Aeronautica.
Prof. Antonello Folco Biagini, Ordinario di Storia dell'Europa Orientale presso l' Università degli Studi di Roma "La Sapienza", autore di varie opere pubblicate dall 'Ufficio Storico SME.
Prof. Elio Lodolini, Rettore della Facoltà di Archivistica dell 'Unive rsità degli Studi di Roma "La Sapienza".
Prof. Raimondo Luraghi, Ordinario di Storia Moderna Americana presso l'Università di Genova , Presidente della Società di Storia Mil itare presso la LUISS di Roma.
Prof. Massimo Mazzetti , Ordinario di Storia Contemporanea presso l'Università di Salerno .
Prof. Emilia Morelli , Pres idente dell'Istituto per la Storia d el Risorgimento , già Ordinario di Storia del Risorgimento presso l'Univers ità degli Studi di Roma "La Sapienza".
Prof. Enrico Serra , Emerito di Storia dei Tra ttati e delle Re lazioni Internazionali presso l'Un iversità di Bologna, per 20 anni (1972/ 1992) Capo del Servizio Storico e Documentazione a l Ministero degli Affari Ester i.
Prof. Romano Ugolini, Ordinario di Storia Contemporanea presso l' Università di Perugia, Segretario Generale dell' Istituto della Storia del Risorgimento.
Nomi Ne Successive Nel Co Mitato
Dr. Alberto Maria Arpino , Presidente d e l Co mitato di Roma dell'Is tituto per la Storia del Riso rg im e n to presso il "Vittoriano" .
Dr. Bruno Gatta, laureato in Sto ri a del Risorgim e nto, giornalista, corris ponde nte dall ' este ro di g randi quotidiani e d ella RAI-TV, scrittore di opere di Storia Contemp o ranea e Risorgimentale.
Dr. Anna Maria Isastia, docente di Storia del Risorgim e nto presso la Facoltà di Le t tere d e ll 'U niv e rsità degli Studi di Roma "La Sapie nza" .
Dr. Giuseppe Conti , docente di Storia dei Partiti Politici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell' U nivers ità di "Roma TRE " Segretario d e lla Società di Storia Militare presso la LUISS .
Prof. Avv. Enzo Cataldi, d oce nte all'Università "La Sapienza" di Roma , pubb licista, scrittore di opere giuridiche e sto ri che, Presidente del Ce ntro Studi Associ azion e Nazio n ale Gra n at ieri di Sardegna.
Gen. (e) Dr. Enrico Boscardi , sto ri co, Direttore d e l Ce ntro Studi dell'Associazione Naziona le Combattenti nella G uerra di Liberazione Reparti Regola ri FF.AA.
Isvig
Istitiito Storico Del Volontarismo Itaijano
DI GUERRA
Riunione dell'8 giugno 1995
Presidente: Gen.lsp .Me. t.SG Prof. Tommaso LISAI
Vice Presidente: Gen. C.A. Nob. Vittorio de' CASTIG LI ON I
Segretarlo: Vol. Guglielmo MESSERI
Socio Fondatore: Gen. B. (t.o.) Dott. Sigmund FAGO GOLFARELLI
Comitato Scientifico
Presidente: Prof. Enrico SERRA
Vice Presidente: Prof. Elio LODOLINI
Segretarlo: Prof. Antonello Folco BIAGINI
Capo Ufficio Storico SME: Col. (c.) s SM Ricca rd o TREPPICCIONE
Capo Ufficio Storico SMM: Amm D Mario BURACCHIA
Capo Ufficio Storico SMA: T. Col. Pil. Gianfranco DE lv1ARCHIS
Riunione del 6 febbraio 1997
Presidente: G en. Is p . Me. t.SG Prof. Tommaso LISAI
Vice Presidente: Gen. C.A. Nob. Vittorio de' CASTIGLI ONI
Segretarlo: Vol. Guglielmo MESSERI
Socio Fondatore: Gen. B. (t.o.) Dott. Sigmund FAGO GOLFARELLI
Comitato Scientifico
Presidente: Prof. Raimondo LURAGHI
Vice Presidente: Prof. Elio LODOLINI
Segretarlo: Prof. Antonello Folco BIAGINI
Capo Ufficio Storico SME: Col. (c.) s SM Riccardo TREPPICCIONE
Capo Ufficio Storico SMM: Amm. D. Mario BURACCHIA
Capo Ufficio Storico SMA: Col.Pi!. Vincenzo SPINA
Int Roduz I One
La storia militare come disciplina specialistica ha conosciuto in Italiama anche all'estero - alterne vicende legate ai particolari momenti politici del divenire delle società . L'ampio e articolato dibattito che ha tentato di definirla metodologicamente è sufficientemente noto : lega ta - e non potrebbe essere altrimenti - alla più generale storia politica , la storia militare inizia una sorta di "separazione" dalla storia generale con le opere pubblicate, nei primi anni del XIX secolo, da Antonio Enrico ]omini , che dopo le guerre napol eo ni che teorizza e indica tre diversi momenti: analitico (ra cconto e descrizione del fatto d 'arme momento per momento) , operativo (raccolta dei dati costanti per enunciare i principi dell'arte della guerra), sintetico (associazione de i fattori militari a quelli politici, sociali ed economici) .
Lo stesso Clausewitz dist ingue il racconto dei fatti dall ' esame critico degli stessi attraverso tre fasi successive : accertamento dei fatti, ricerca delle relazioni tra cause ed effetti, giudizio sulla convenienza dei mezzi impiegati rispetto agli scopi p e rseguiti.
Verso la fine dell 'O t tocento Hans Del bruck, dedicandosi allo studio degli scritti di Clausewitz e dei legami esistenti tra guerra e politica , delinea du e forme di strategia, quella di annientamento e quella di logoramento e conferisce alla storia militare il compito di indagare e individuare le connessioni tra le situazioni economiche, sociali, politiche, i mutamenti della tecnica con le strategie e la tattica di guerra. Quest'ultima , infatti, non è la pura e semplice somma della tecnica e delle risorse di un popolo bensì la risultante dell'utilizzazione intelligente di questi fattori variamente combinati.
Tale struttura "metodologica " è sostanzialmente rimasta invariata e solo in anni recenti la s tocia militare è uscita dall'ambito di studio di pochi specialisti guadagnandosi, a fatica , una propria autonomia scientifica e qualche spazio accademico, cadendo il pregiudizio sulla storia "minore" e sugli specialisti di settore etichettati, non senza superficialità, come "militaris ti ", sostenitori di una sorta di ruo lo privilegiato della guerra piuttosto che d e llo stu dio d e i problemi militari co me "cultura della difesa" .
La storiografia militare italiana del secondo dopoguerra si presenta dunque con una s ua solidità, che trova in Piero Pieri una conferma e un impulso. Le sue opere cost1tu1scono, infatti, un momento signi fi cativo e una base di partenza per ulteriori studi e approfondimenti. Se rileggiamo la relazione di Pieri al convegno della Società degli storici italiani (Pe rugia 1966) c i accorgiamo che lo studioso ribadisce la peculiarità della storia militare, che non può limitarsi al puro aspetto tecnico , ed è quindi legata, come altre discipline, alla preparazione e all ' attitudine degli studiosi, sottolineando nella concl usione che " ... se la storiografia militare non ha avuto e non ha in Italia l'importanza di quella relativa ad altre forme dell'attività pratica d e llo sp irito, se presenta man chevolezze e lacune, mostra tuttavia i segni, per quanto isolati, di un promettente risveglio: spetterà alle nuove generazioni di non lasciar appassire e sperdere questa nuova fioritura ".
A questa ripresa hanno contribuito, senza dubbio , studiosi e ricercatori, accademici e non, impegnati tutti nello studio dei problemi che travalicano il puro e semplice momento della "battaglia " e della "guerra " per interrogarsi, invece, sulle cause remote di carattere politico ed economico, sul comp lesso rapporto tra istituzioni militari e civili, sulla gestione del personale , s ulla formazione professionale e culturale degli ufficiali , sul "costruire " militare, su lla vita quotidiana nelle caserme, sugli aspetti sociali del servizio di leva o di ren itenza alla leva , sul ruolo dei militari nell e scelte di politica este ra e su molti altri aspetti che sarebbe lungo ele ncare. Ma l' attività di questi studiosi non avrebbe ottenuto il risultato di colma re il gap esistente con storiografie più consolidate come quella inglese, francese e polacca se, parallelamente, una diversa sensibilità della comunità scientifica e de ll 'opinione pubblica non avesse determinato la cad uta del sentimento di pregiudiziale diffidenza - comune , de l resto, verso tutto ciò che è "non conosciuto" - e se, contemporaneamente, non si fossero attivati momenti concreti di "apertura " delle istituzioni militari attraverso la fruibilità del materiale documentario conservato presso gli archivi di Forza Armata e lo sviluppo di un programma ed itoriale aperto a studiosi di diverse scuole e orientamenti. No n solo, a tutto ciò si è aggiunta la disponibilità di molte riviste scientifiche, di alcune Un iversità e istituzioni culturali ed alcune iniziative, per così dire , "private" (come il Centro interuniversitario di storia militare e la Società di storia militare) le quali , in pochi anni, sono riu sc ite - attraverso convegni e seminari di studio - ad aprire un vasto dibattito e un serio confronto scientifico su una ampia gamma di problemi: dalla storiografia alle fonti archivistiche, dalla formazione professionale alJ'insegnamento, dall 'economia alle istitu zioni .
Senza fare inutili trionfalismi, chi scrive appartiene a quella "sparuta" pattuglia di pionieri che nei primi anni Settanta rea lizzava nell'ambito della propria attività scientifica quel lavoro di ricerca sulle carte degli Addetti Militari e quindi sul rapporto tra militari e politica estera, sostenuto dall'intelligente politica di "apertura " degli Uffici Storici di Forza Armata, la quale , iniziata dall'allora Colon ne ll o de ' Castiglioni e continuata dai successivi Capi Ufficio, può dirsi oggi completamente realizzata .
E tutto questo è possibile perché la storiografia militare italia n a può vantare, sia pure con alt i e bassi, una solida tradizione culturale e intellettuale che si snoda nel tempo con continuità e che vede in Marselli e Corsi , Brancaccio e Cesari, in Pollio e Fabbri, in Ba rone e Corbino, in Fabris e Cavaciocch i, Giacchi e Tost i, in Alberti e Mo n d ini , in Scala e Faldell a, alcuni degli esponenti di maggiore spjcco.
Ne l 1959, il Min istero della Difesa (Ministro l'on. Luigi Gui) organizza quel p rimo e (purtroppo) unico convegno che rimane comunque una pie tra m ilia re nello sviluppo della storiog rafia m ili tare. L' apporto degli Uffici Sto ric i d i Forza Armata, la s ituazione degli archivi, la storiografia e i su oi orientamenti e, per la prima volta, il rapporto eco nomia -Forze Armate (Prof. Luigi De Rosa), sono tra i principali temi di discuss ione .
E da qui parte, a ben vedere , la consistente se ri e di contributi che si a ll o n tanano dagli avvenimenti militari - considerati come fi ni a se stessipe r occuparsi invece d i problemi anche specifici ma collegati a tematiche più vaste e complesse; la storia militare, in altri termini, si lega sempre di p iù a ll a storia sociale e alle sue moltepli ci imp licaz ioni; si coniuga con la storia economica - dalla quale trae utilissimi suggerimenti per affrontare l'ampio settore dell'industria bellica, allo stato àttua le a n cora pieno di interrogativi da sciogliere e di materiali da scoprire e conoscere - ; si intreccia con la storia delle altre istitu zioni governative - pe rché le Forze Armate sono una ist it u zione del Paese - come ha ben dimostrato il Generale Stefani nel su o poderoso lavoro su ll a storia degli ordiname nti m ilitari.
Tutto ciò h a comportato l'ingresso d i molt i temi ignorati o - per meglio dire - vagamente esistent i sullo sfondo: la vi ta quotidiana nelle caserme e i co nsumi alimentari delle tru ppe; l'evoluzio n e degli armamenti e delle attrezzat ur e; il ruolo degli Add etti Militari ne l quad ro della politica internazionale e le Fo rze Armate come strumento della politica este ra de l Paese; ed ancora le un iformi e l'architettura militare.
Le fonti, in alt ri termini, vengono in dagate per conoscere prima lo sp e c ifico aspetto mi litare e per arrivare poi, insieme ad altre disci p line, all'impianto di una realtà complessiva al tempo stesso militare, socia le ed economica.
Qu e st i temi sono stati ampiamente trattati da Raimondo Luraghi nel bilancio storiografico redatto per il Convegno della Società degli Storici Italiani (Arezzo 1986).
In questo ambito si colloca la prima Guida che viene pubblicata a cura dell 'IS VIG - che ne ha dato incarico ad un Gruppo di Lavoro da me diretto e coordinato dal Dott. Giuseppe Conti - con vin ti, come s iamo , che le fonti costituiscano la base ineludibile per gli storici.
Volontario e volontariato hanno assunto nella società comtemporanea, e dunque nella mentalità collettiva, un ruolo e un significato assolutamente solidaristico nel prog ressivo disgregarsi dei sistemi di assic urazio ne sociale consolidatisi nella seconda metà del secolo XX.
All ' origine i due termini esprimono, nell ' ambito militare, uno status particolare che si sviluppa soprattutto con l a progressiva laicizzazione e ideologizzazione della guerra: in questo se n so il fenomeno è relativamente recente e può essere studiato con dovizia di fonti a partire dal seco lo XIX con il lento e costante affermarsi dell'identità naziona le e dell'esigenza di costituire lo Stato nazionale. Anche se il fenomeno non nasce in questo secolo, è comunque evidente che la "p rimavera dei popoli" porta a uno sviluppo esponenziale del fenomeno grazie alla fine d eg li eserciti mercenari e al progressivo affe rmars i dei sistemi a coscrizione obbligatoria.
Il volontario rappresenta dunque uno strumento attrave rso il quale una ideologia si concretizza in azione ed è , generalmente, una sintesi di sentimenti diversi: convinzione ideologica, generosità, spirito di avventura , etc. Tutto ciò permette di comprendere perché la storiografia - a nche qu e lla "militare " - s ia sta ta così avara cli studi in proposito. L'Ufficio Storico dell 'Ese rcito , in verità, ha pubblicato orsono alcuni a nn i un pr im o lavoro sull'argomento e una ricerca bib li ografica attenta e particolareggiata potrebbe fornire risu ltati interessanti: manca tuttavia un lavoro sistematico di esp lorazione delle font i - che l' Istituto ha posto tra i suoi scopi fondamentali - indispensabile per la valutazione politica e militare del fenomeno.
Per le istituzioni militari il vo lontario ha rappresentato un elemento utile e spesso necessario ma anche una variabile problematica all'interno di una struttura necessariamente gerarchica; non è certo un caso che in molte occasioni i vol ontari fossero inquadrati in corpi speciali con mansioni particolarmente pericolose , come, del resto , spesso da loro stessi insistentemente richiesto. ·
Nel concludere queste brevi note non rimane che sperare in un progressivo ampliamento degli interessi intorno a questo tema fino al coinvolgimento cli specialisti di sto ria della cu ltura e della mentalità .
Antonello Biagini
è professore ordinario di Sto ri a dell ' Europa Orientale presso l' Unive rsità degli Studi di Roma "La Sapienza'' , Facoltà di Lettere e Filosofia. Membro de l Comitato per le Scienze Storiche, Filosofiche e Filolog iche del Consiglio Naziona le delle Ricerche, è direttore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell' Università degli Studi di Roma "La Sapienza " e collabora con l'U fficio Storico dello Stato Magg io re dell ' Esercito dal 1971. Tra le opere principali: In Russia tra guerra e rivoluzione, L'Italia e le guerre balcaniche, Mezzo secolo di socialismo reale