L'UNIFORME GRIGIO-VERDE 1909-1918

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO

ANDREA

STO RI CO

V I OTT I

L'UNIFORME GRIGIO-VERDE ( 1909-1918)

ROMA

1 994


PROPRIETÀ LETTERARIA Turr1 1 DJRJITI RISERVATI VIETATA Lo\ RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SENZA AUTORIZZAZIONE

UFFICIO STORICO SME - ROMA

PRIMA EDIZIONE 1985

RISTAMPA 1994

Fusa Editrice - Via Anastasio II, 95-123 · Roma · Tel. 393 76321 -3 1 Finito di stampare nel mese di aprile J994


Presentazione

oià

iniziata nel1979 con <<Le prime uniformi delL'Esercito Italiano n , l'indagine uni/orm ologica dell' U ffiào Storico prosegue con quest'opera di Andrea Viotti, scenografo e pittore affermato, ma studioso affascinato, attento e scrupoloso del campo specijìco. L'esame, questa volta, si rest ringe per rappresentare uno (( spaccato >> attinwtc: la prima guerra mondiale, di cui quest'armo ricorre il .rettantesimo della conflagrazione; un conflitto che vide sparire le sgaTgianti e suggestit~e divise della <( fìn de siècle >• - salt.'O per una breve fase iniziale e .roltanto per l'Esercito france.> e - per far po.rto a indumenti di tinte povere e poco appariscenti, <l uniformi >>, malinconiche sotto certi aspetti, che richiamano tuttaviu le toTJut'ùà dc:! fan!:J,O - udattanduvz'.1i - ed i trùti paesaggi solcati da trincee dove la Lotta Sl~ condusse. La trincea, il reticolato, le mitragliatrici, la cruenza dù,enuta legge, le perdite catastrofiche, L'avvento di una nuot'a etica di battaglia, la « guerra del materiale'>> : ecco cosa richiama in mente il pt imo conflitto mondiale; una realtà de.rolante - quanto meno rispetto ai tJariopinti e geometrici schier·amenti operanti nei secoli pre:cedenti - a cui non potetJa che corri.rpondere tma uniforme disadorna nei colori. e nella foggia, un primo approccio al << mimetùmo '>, divenuto ineluttabile necessitù politica e psicologica. Questo libro vuole essere una documentazione precisa ed organica, una raccolta di documenti uffì.àalt volti sia agli appassionati sia agli studiosi a testimonianza di un periodo che !Jl·de mutare il moclo di. combattere: la guerra.

IL

CAPO

DF.l.L'UHICIO STORICO



PARTE PRIMA

L ' AD OZ IO NE



CAPITOLO

LE

T

PREMESSE

L'evoluzione dell'uniforme non è detenninata da un artista o dall'influenza della moda, che per altro spesso si è ispirata al costmne militare, né tanto meno dall'ufficiale o commissione preposti allo studio di nuovi capi di vestiario. L'evoluzione dell'abito militare nasce quasi sempre sui campi di battaglia, o da esperienze acquisite nel corso delle campagne ( r ). Le prime ingombranti uniformi molto simili all'abito borghese, apparse nella metà del 6oo dopo la guerra dci Trent'anni subirono adattamenti proprio per l'intervento del singolo militare. I granatieri, curvando all'insò le larghe falde del cappe1lo che ostacolavano il braccio durante il lancio delle granate, dettero vita al tricorno. Mentre i fucilieri, ripiegando le l:1rgh~ m:-~nichc ckllrl << v~];,d:I >> (2) che intralciavano l'uso dell'arma, diedero origine all'odierno paramano. Di casi come questi se ne potrebbero citare a centinaia. A volte alcuni capi dell'uniforme, come gli alti shakot, c l'eccessiva ricchezza dei piumaggi dci dolman e degli spencer dell'epoca napolconica, potrebbero far pensare più ad una sciocca vanità della moda militare che ad una reale praticità. Ma ad un attento esame scopriamo che anche tiuesti clementi apparentemente frivoli avevano una finalità ben precisa: riparare da un fendente di sciabola, riconoscere immediatamente un battaglione, o squadrone, o batteria da un'altra, in ca.mpi di battaglia avvolti nel fumo delle polveri da sparo. Se l'evoluzione dell'uniforme, tesa sempre ad una maggiore praticità: si sviluppò sui campi di battaglia europei, quella che è la più grande rivoluzione nel campo unifonnologico - l'adozione di un (• colore naturale l> per una minore visibili.tà del soldato - nacque sui campi di battaglia de:ll' ;\merica e dell'India. La necessità di mimetizzare il soldato con l'ambiente nel quale doveva operare si era sen-

tita fin dai prirnordi della storia della guerra; ma l'avvento delle armi da fuoco e la condotta delle battaglie, che vedevano gli eserciti europei affrontarsi in file serrate su campo aperto, saturo di una costante coltre di fui:no provocata dalle polveri da sparo, avevano per i] momento accantonato questo problema. Dove, invece, il teatro di operazioni, come l'America del .nord ne !la guerra dei << Sette Anni », non consentiva una si.mile tattica e la guerra consisteva in veloci colpi di mano e in assalti improvvisi con successive fughe nella foresta (operazioni che avevano portato alla creazione eli c< commandos >> ante -litterarn), si era sentita la necessità di adottare speciali tenute con colorì poco vistosi: verde sotto- bosco, marrone terra, ecc.; colori che oggi noi definirenww ,, mim~1ici >L Questa esperienza però fu presto dimenticata e, visto che le battaglie continuavano ad essere (< scontro frontale di file serrate », sì insisté nel vestire il soldato con uniformi sgargiantì, fì.no a raggiungere il culmine di questa tendenza policroma negli anni delle guerre napoleoniche. L'esigenza di mimetizzare il soldato si ripresentò nelle guerre coloniali, quando gli eserciti europei dovettero affrontare un nemico che, allo scontro in campo aperto, preferiva l 'imboscata ed il diretto <(corpo a corpo >l nel quale era abilissimo. Era ovvio che ncll'imho( 1) Va ricordato che fino alla seconda guerra mondiale il soldato italiano svolgeva ogni sua mansione sempre con la srcssa uniforme, ad eccezion e dell' uniforme da facica usata però soltanto all'interno delle caserme. Questo sistema (: entraro in disuso con l'adozione, dopo il 2 .. conflitto mondiale, ddle tu te da combattimento. (-7.) La vclada venne introclotra nlla cnrte di Francia da Luigi XIV. Per la sua scmplicit~t divenne il capo bast~ della nascente un iforme francese. Fu poi adottam da rut<i gli eserciti europei.

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scata il colore sgargiante dell'uniforme rendeva il soldato facilmente individuabile. Per primi se ne accorsero gli inglesi, durante la campagna dell'Afghanistan. Corsero ai ripari prima smorzando il riverbero delle loro giacche bianche nel tè c, successivamente, adottando, anche se in via non ufficiale, il !çhaf(i Ho!land. Nacque cosl, ancora una volta per un'esigenza bellica, la prima uniforme << mimetica » .nel senso più ampio della parola, oggi riferita solo al mac.ulato delle tut.e da combattimento. Confezionata in tela leggera e di [orma comoda e pratica, l'uniforme kaki ven ne ben presto adottata da quasi tutti gli eserciti coloniali. L'esercito italiano, per le sue truppe in Africa, dopo una breve parentesi bianca, adottò l'uniforme kaki, in un tono di colore dctro << bronzo- chiaro >l, il 25 febbraio 188<). Ad accelerare i tempi per un'adozione su vasta scala da parte degli eserciti europei dì una uniforme a colore << mìmetico n, concorsero la sempre maggiore precisione delle armi da fuoco e la totale sparizione del fum o dai campi dì battagl ia. <<=l\ mio avviso - scriverà von Moltkc - il pcifeziuuarw.:uto ùdlc anui Ùa fuoco ha daro un granck vantaggio sul campo tattico alla difensiva sulla offensiva. E' bemì vero che nel 18ìo abbiamo preso sempre l'offensiva ed abbiamo attaccato c conquistato le più fort1 posizioni del netnìco, ma quali p<:rdìte, miei signori, abbiamo noi subito ?>> (3).

-· 8 -

Nuove anni preannunci.avano anche un nuovo rnodo di combattere; von Bogusl<l\vski scriverà nelle sue '< Deduzioni tattiche della guerra I 87o- 7 I n : 1, La terribile efficacia del fuoco obbliga allo sparpagliarne.nto ... si direbbe quasi che siamo incamminati verso il modo di combattere dci popoli selvaggi, i quali, guerreggiando senza ordine regolato, si lanciano a stormi sopra il nemico e cercando di venire il più presto possibile a cimentare la for7.a dell'individuo n . Quesri problemi furono ampiamente dibattuti sul finire del secolo scorso, senza per altro che si giungesse ad una reale soluzione. Lo sparpagliamento delle truppe non bastava a ridurre le perdite, per lo meno fìn tanto che si continuavano ad indossare uniformi ecces~ìvamcnte colorate. Fu ancora l'esercito inglese il primo a risolvere il problerna c, proprio per le esperienze acquisite nella guerra contro i Boeri, adottò nel I<)02 l'uniforme di servi7,io kaki per tutte le sue truppe sia in colonia sia nel territorio metropolitano. La decisione inglese, seguita l'anno dopo dagli Stati Uniti, non ebbe però in Europa nessuna ripercussione, o per lo meno non tanta quanta ne causò la creazione del (( Plotone Grigio'' in Italia.

(3)

K :\RL vor-; Mo t.TKE: a

T<.:mi tattici, r858 -

1882

».


CAPTTOLO TT

IL PLOTONE GRIG IO

c 6oo mel ri. Le prove, a cui assistettero come osservatori c attori gli ufficiali cd i soldati del battaglione, consis~evano nello sperimentare quali sagome fossero meno visibili, a seconda della luce e della distanza in varie ore del g10rno. Si constatò che le sagome grigie, colore che fìnì per prevalere nei primissimi esperimenti, non venivano avvistate, o venivano avvistate solo in parte, mentre c1uelle turchinoscure erano immediatamente individuate. Alle prove di avvistamento seguirono quelle di tiro, eseguite dai migliori tiratori del battaglione, nelle identiche situazioni e con gli stessi parametri eli luce e di distanza. Il risultato fu che a 6oo metri la sagoma grigia in piedi era colpita 3 volte su 24. Mentre c.1uelb turchinoscura, sempre in piedi, ben 24 volte su 24. Ce n'era più che a sufficienza per passare alla seconda fase: vestire un reparto di prova con l'uniforme proposta dal Rrioschi. Ma per fare ciò era necessaria l'autorizzazione del Ministero della Guerra, anche se il Brioschi per facilitare la procedura aveva offerto 500 lire, cifra sufficiente a vestire un intero plotone. Si cercarono allora degli appoggi, invitando personalità civili c militari ad ulleriori esperimenti , mentre il Brioschi, al 36" Congresso del Club Alpino Italiano, tenuto a Venezia il 10 settembre del HJ05, propose che il Club stesso si facesse promotore dell'adozione della nuova c più moderna uniforme degli alpini. La presidenza del Club prese atto della proposta del alcuna favoBrioschi. ma non fece seouire b revole pressione. L'interessamento del Brioschi all'uniforme degli. alpini non nasceva soltanto dal fatto che, per amore deJia montagna, si sentisse più legato a questo corpo, ma anche ad una considerazione strategica. Riteneva infatti che, per la conformità delle nostre frontiere, in caso di

L'eco dci grandi massacri della guerra russogiapponese (190~- 1905) aveva destato qualche perplessità in Italia sull'uso dell'uniforme turchino- scura in dotazione all'esercito. Ma a tutto il H)OS non si era ancora tentato nulla. L'iniziativa venne presa da un borghese: Luigi Brioschì, presidente della sezione milanese del Club Alpino Italiano. Brìoschi, nato a Milano nel 1853. dopo aver soggiornato a lungo negli Stati Uniti, era tornato in Italia nel HJO+ L' idea dì un'uniforme meno appariscente gli venne, come confesserà e(rli stesso.' mentre legrgeva sui. b(riorna]i (<delle b '-stragi della guerra russo- giapponese >l. Intuendo che, considerata o( la spaventosa potenza delle anni da fuoco rnoderne, avrebbe avuto maggior vantaggio sull'avversario quell'esercito che sarebbe stato meno visibile sul campo di battaglia, e dalla cui divisa si fossero eliminati. con cura sapiente, tutti gli accessori inutili c tutti i colori accentuati >>. Brioschi entrò in contatto con il tenente colonnello Donato Etna, comandante del battaglione Morbegno del 5 ' reggimento alpini, a sua volta interessato allo stesso problema. Tra i due uomini nacque, ovviamente, un'immediata simpatia e grazie all'appoggio di un altro lungimirante ufficiale, il colonnello Francesco Stazza, comandante del 5' alpini, che ottenne le autorizzazioni dalle autorità militari, e con una somma messa a disposizione dal Brioschi, fu possibile iniziare .nel luglio del H)05 i primi esperi.men.ti, che si tennero nel Bergamasco, dov'era di stanza il battaglione Morbegno. Le prime prove furono eseguite su sagome riproducenti una coppia di alpini, una dipinta nell'uniforme turchino- scura, allora in uso. e l'altra con i colori sperimentali. Le sagorne vennero disposte a terra. in ginocchio cd in piedi alla distanza di 350, 450 9


guerra sarebbero ~tati impegnati per pnmt proprio gli alpini. Va ricordato che in quegli ann1 1 nostri rapporti con l' !\ustria - Unghe ria erano scossi dai continui tentativi di questa di penetrare pill profondamente nei Balcani. Poiché anche l'Italia aveva le stesse mire, si poneva in diretta concorrenza con \'Impero asburgico. anche se vi era legata formalmente da un patto d'alleanza. La proposta Brioschi dovette seguire il suo iter burocratico, che gra7,ic ;ll la favorevole relazione del tenente colonnello Etna, alrappoggio del colonnello Swzza, nonché alle calde raccomandazioni delle pcrsona lit ;t che avevano assistito agli esperimen ti, fu piuttosto velocc (1) : il 24 luglio 1906 quaranta alpini della 45' compagnia del batt<1glione .\1orbegno indossarono l'uniforme sperimentale grigiocreta. Colore che dette al plotone il soprannome di "Plotone Grigio» (2). Brioschi. ed il tenente colonnello Etna non si occuparono soltan to del colore dell'uniforme, ma anche di in trodurre capi pitt razionali alla vit a cd all'impiego militare. Così se di Brioschi furono il <• cappello molle l> . sul modello di quello !n uso nell'esercito statuniteosc, ed il poncho, del tenente colonnello Etna furono l"introduzionc del sacco alla tirolese, al posto dello ~ai no, e della nuova cartucciera derivata, sembra. da un modello russo che L uigi Bar~i ni avcv3 mostrato ai due (un ricordo che il giornalista aveva portato dall a guerra russo - giappone~<.: dove era stato come in viato spe~ ia le ). L'uniforme della tru ppa si componeya di un copricapo a fa lda in feltro morbido grigiocreta con fasc ia di cuoio, dello stesso colore, intorno alla cupola. Sottogola in cuoio nero. Il cappello era guarnito sul latO sinistro da un;1 grand e V rove~ c iat a in lana verde, mentre sul davanti riportav a il fregio già in uso negli alpin i. sfrondato di ralune parti e ricamato in lana verde: un'aquila coronata poggiante su una cornetta, sormontante due fucil i incrociati . e riJ)Ortante nel tondino il numao del rccruimento in bianco. La giubba in panno di lana grigio- creta. ampi a e tagliata drina, era ad un petto con una fila di 5 bottoni di frutto bruno- chi aro

nascos ti da una copribottoniera. Collo rovesciato. come la giubba precedente, con le mostrine verdi e stelletta in metallo bianco. Controspalline semifìsse con bottone di frutto. Due grand i tasche a toppa al petto con aletta ;l za mpa d'oca. Param3ni a punta profilati di verde. Sul dietro. le cuciture dci fianchi erano, come la precedente giubba. aperte dalla vita in giù. Camicia in lana grigia, con colletto a ptstagna c cravatta a solino in lana grigia. Pantaloni corti sotto ~tl ginocchio con pistagua verde e calzettoni, o fasce rnolletticre, grigio - creta. Scarpe ,, all 'alpina}\. Come soprabiti er;u1o stati distribuiti sia una mantcll ina che un ponc ho con collo rovesciato c chiudibile con due bottoni. Entram bi i capi er<1no m panno grigio- creta. L'eq uipaggiamento consisteva nella nuova cartucciera con caricatori sciolti del fuci le 91, da portarsi al di sotto della giubba intorno alla vita. Tascapane in tda grigia. Con la stessa stoffa erano state fod<::rate s'la Ya trmnba che b custodia del binocolo dcll'uftìcia le. In quanto all o za ino, due squadre ebbero quello rcgolament;1re anche' twll':1ff:u riella rnento. men tre le: altre due ebbero lo zaino tirolese di tela munitO di capienti tasche. L'armamento c l'alpeustok rimasero quelli precedenti. Così i distintivi di grado dci caporali, in lana rossa. L\miforme delrufl1cia le comandante de l plotone non differiva molto da quella della truppa. salvo le seguenti varianti. Oltre al cappello di feltro, l'ufficia le ebbe in dotazione. ucr la tenuta ordinaria, un berrerro a visiera del tutto simile al modello precedente ma confezionato in panno grigio- creta con galloni. distinti\'i di grado e fregio in argento. Il fregio era quello già in uso per il berretto rurehino: due fuc ili incrociati caricati di una cornetta coronata. riport ante nel tondino il numero del ( ' ) Le pcrsoua!iL it che nppogg inro no incondiziona· rnmentc l'c>pcrimen to tLJI'O il O : l'Ispe ttore delle TrupP~~ Alp ine f! ene ralc Pi~·lro Fruj:!oni, i l!enc.rali Salctta. Foggin cd A ,·ogadro eli Quinro, nonché lo slesso \lfi Jùtro Jdla (;uerrn. gcnaak Luigi Majnoni d'lnti· guano ed il senatore Giuseppe Vif!nni. {.2) fl p:orone suddi,·iso in 4 syuadrc, ciascuna al cmnando di n n rnporak. ,·çnne posto agli ordin i del tcncntc T ull iu Marchetti di Tre nto.

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reggimento. La giubba olt re alle due tasche al petto aveva altre due tasc he ai fìanchi, a taglio c con aletta. Sulle controspalline le due std lette in argento .da tenente. Cos ~ vestito il plotone grigio partecipò alle rnanovrc insieme al resro dd battaglione Morbegno. confermando in tutte le prove il valore mimetico della nuova uniforme. Gli stessi alpini diedero dci giudizi positivi sul.la pratiòtà della nuova tenu ta. A confe rmarlo basterebbero alcuni dari. Il nuovo cappello pesava 2 60 grammi in meno di <.juello regolame ntare, ma soprattutto in posizione di <( sparo a terra >> non veniva spinto in avanti sugli occhi dallo zaino, come il precedente, costringendo così l'alpino a toglierselo. Il sacco alla rirolese pcsava al netto s8o grammi contro i 2 chilogrammi del vecchio zaino. E le giberne sperimencali, sempre al netto, non !>uperavano i _3-50 gram mi con tro gli 840 di q uel le regolamentari. Anche le nuove scarpe chiod ate dettero un ottimo risultato. In complesso l'esperimento fu oltremodo positivo, anche se alcuni dettagli della nuova uniforme andavano rivisti ; ad esempio, la posi tura delle giberne , poste al d i sotto della giubba per consentire una facile apertura di <.l uesta con il caldo. oltre a cs~erc poco pratica in a~ione, conferiva un'aria poco mar ziale al sol dato. L'a bolizione dell a penna, un segno di stintivo del Corpo divenuto già tradi zione, non trovava conse nsi. Era comunque indubbio che la nuova uniforme rendeva il soldato più agile e meno in golfato della precedente. Oltre, naturalmente, all'ormai incontestabilc valore mimctico del nuovo colore. L'esperi mento del plotone grigio suscitò. come abbiamo detto, scal pore fra gli Stati Maggiori eu ropei, dando il via ad una sequela di esperimenti e di adozioni , pi ù veloci che in Italia. L'annata russa, dopo un riusc ito esperimento nel 1906, introd tmc ne l I<J07 il kakioliva. L'Austria- Ungheria, sempre nel rqo;, ini:ò ò a vestire le prime con1pagnie di frontiera in hedrtgrau, colore che diverri'1 uffi ciale per rutto l'esercito imperiale nel HJOCJ. Mentre la Germania dette il via ai suoi stud i che portarono all'adozione della divisa :\1. ro. Se !"eco degli esperimenti italiani accelerò i tempi per l'adozione eli nuove uniformi al-Il

l 'c~tc ro , in Italia la proposta Brioschi non fu da tutti ben vista. r'roprio l'appof;gio che il Ministero della Guerra sembrava dare alla nuova uniforme mise in subbuglio sia la stampa sia gli ambienti mili tari w nservatori, dove si temette con apprensione la fine di tante peculiarità di amichi corpi. .E !>Ì paventò una ~econ d a " riforma Ricotti ». che nel T87r aveva spaaato via tante tradizion i, alcune delle quali fa ticosamente recu peratc. Co munque Je protes te non fermarono gli esperimcnt.i che sia pure lentamente continuarunn. Nel I<Jo;, ad un anno dalla ~perimenta­ zionc uniforrnologica del ,, Pl otone Grigio)), furono equipaggiati con l'uniforme grigiocreta altri due plotoni dell a 45·' compagnia (3). Questa volta su iniziativa militare. l due nuoYi plotoni. pur in dossan do la stessa uniforme del r", ebbero però taluni capi differc:nti. Il 2·· plotone ebbe un cappello a cnpola scmiri gido grigio- crct;J, molto simile al modello precedente in feltro nero. Fascia in torno ~11la cupola c sottogola in cuoio. 11 fregio era lo stes!.o de l y·· p lotonc, con i n ·più la coccarda al di sotto dell'aquila, qui caric;Jta ;J] petto della croce di Savoia in lana bianca. Sul lato ~inistro oltre alla V rovesciata in verde riapp;lrÌ va la nappina bia nca (colore del yforbegnoi con la penna d'a<.1uila. Al pos to del sacco da montagna, lo zaino d'ordinanza con affardellamcnto regolamentare. Il 3'' plotone portava invece il vecchio berretto rigido ricoperto da un a rodcrina grigiocreta, privo sia della nappina che della penna. Al posto dei calzetton i, le fasce mollettiere. La nuova cartucciera fu per il j"' plotone provvista di bretella (o spallaccio) e posta al di sopra della giubba. Come affardclbmcnto il j"" ebbe lo za ino detto u ministeri ale ll, che, nonostante le pessime prove date in precedenti esperimenti , si vol le riesaminare cnn. unn dci plotoni.

( :;) I l re << ploroni grigi ,, riun 1ll 1n . uDa wmp~gnw vt"JIIH:ro posti al cowando del cnpimno G iuseppe T re · holdi di Anfo. Mentre i 3 plotoui erano al com:~ndo dci tenenti : Ciusr:ppc Vilbni eli Milano. Enrico BarIHeri di Ca~ldlammarc di .Srahia c del soltotenemc Mn••o Ferrern di Sal uzzo. Il tcn~.;ulc Morchetr i, C()·· mamlalllc dd primo (< plorn ne grig io » era stato trasfe rito, col ~rado di capitano. al (i·· alpini.


fiG. 1. • FAN'l'E RIA. CAPORALE DELLA BRIGATA CRE1v10:'\A

(21 " E 22'' REGG IMENTO). MAGG IO 191 5

L'illustrazione ci presenta un caporale di fant eria all'entrata in guerra, in compìcto assetto di marcia con l'uniforme grigio· verde 1~09 comune a tutre le armi a piedi ed equipaggiamento mod . r9o7, modificato 1909, completo di telo tenda c bastoni rend a. Gli stivalctti sono ora quelli alti di cuoio nero. Si possono notare le due appendici degli spallacci dello 'l.aino, a cui si poteva agganciare la bretella della giberna. Sull a destra il fregio del 22" ricamato in lan a nera. ll modello rappresentato è quello più comune. ma le differen ti fo rnitu re fecero sì che piccole varie tà si riscontrino nei vari modelli osservati . - 12 -



FIG. 2. - ALPI~!. ALPINO DEL l" REGGIME:\TO (2" BATTAGLION E). ESTATE 19 15

Anche questo alpino è perfettamente equipaggiato secondo le disposizioni vigenti, con l'unifor me per armi a piedi, ma con pantaloni e copricapo comune sia agli alpini sia all'artiglieria da montagna. Notare la vanghetta fissat a sul lato sinistro dello zaino e l'a!peustokLc scarpe sono in cuoio naturale; secondo le primiss ime disposizioni, non fu rono pitt tint'e di nero ma solo ingrassate. In alto a destra il cappello da ufficiale allo scoppio del la guerra . Il cappello era identico a quello della truppa, ad eccc7.ione dell'alta fascia e del bordino della falda in na~tro, del fregio, dei distintivi di grado e della nappina in argento. Con J'ado:òone da parte degl i uffici ali dell'uniforme da combattimento, <.JUCsti distintivi vennero aboliti c gli ufficiali degli. alpini c dell 'artiglieria da montagna portarono il cappello della rispettiva truppa. A riconoscere il rango rimasero i so.li distintivi di grado in seta, poi in lana, grigio - verde sempre a V rovesciata su l lato sinistro del cappello. l n basso il primo fregio degli alpini sulla grigio - verde, portato dal r9ro al 19 12, anno m cu1 venne introdotto gud lo tuttora in uso.

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Questo zaino, in tela tabacco, era costltmto di due parti mobili: quella superiore contenente oggetti strettamente indispensabili alla vita del soldato come cartucce, pane, camicie di ricambio, ecc.; quella inferiore, con cose meno indispensabili come coperte da campo, ecc., poteva essere staccata e data in consegna ai carriaggi. Un controsenso, perché gli alpini sulle montagne, non disponendo di carriaggi, dovevano portarsi in marcia anche la seconda parte. A tutti e tre i plotoni furono inoltre distribuiti nuovi berretti da fatica a visiera due dci quali, quello del r" e del 3"; molto simili, a cupola e con due alette che si potevano abbassare per coprire le orecchie in caso di freddo. La differenza di questi due modelli stava nella (orma delle alette e nella visiera. Il 2'' ebbe un modello a visiera di cuoio privo di alette. Nonostante l'indiscussa vaEdità della nuova uniforme, furono fatti ulteriori es peri menti, a cavallo fra la seconda metà del r907 e la prima metà del 1908, per la fanteria c per la cavalleria. L'uniforme sperimentale della fanteria (2o' e 47" reggimento) era molto simile a quella

1907 detto " borsa di tela impermeabile>> color marrone. Come soprabito rimaneva la mantellina turchino- scura. Gli ufficiali vestivano invece con copricapo grigio- verde simile al berretto precedente con distintivi in argento. C iubba ad un petto simile a quella degli ufficiali ~< grigi >> degli alpini, ma con colletto in piedi riportante le mostrine. A differem~a dei colleghi alpini, agli ufficiali di fanteria i gradi furono spostati sui paramani, sempre sotto forma di stellette; ma al contrario di come saranno poi adottati durante la Grande Guerra, queste erano poste in linea orizzontale. l pantaloni erano quelli da cavallo. Corne calzatura lo stivaletto a laccio già in uso per gli ufficiali delle anni a piedi. Oltre a questi pantaloni ne vennero sperimentati anche un altro paio ad imbuto, come que lli della truppa, chiusi dentro gli alti stivaletti con lacci. L'uniforme sperimentale della cavalleria si componeva di un elmetto di feltro che ricordava vagamente l'Adtùm, mentre il resto dell'uniforme era del tutto simile a quella che poi verrà ufficialmente adottata salvo l'ag-

che sarà poi definitivamente adott:lta, ~mchc

giunra di due tasche ai h:mchi, a taglio obli-

nel colore. grigio- verde scelto, perché rnaggiormente si mimetizzava con la nostra campagna. Il berretto, rnolto simile a quello da campagna già in uso, era piuttosto alto e con fregio in metallo bianco. La giubba acl un petto e con bottoniera coperta, come quella del c< Plotone Grigio ll , aveva però il colletto in pi.edi. Sprone alle spalle e spallini, come nella vecchia uniforme turchina, in grigio- verde. Paramano a punta privo di .filettature. Sul colletto la mostrina della brigata. ;\] petto due enormi tasche a taglio chiu.se da aletta a punta. Pantaloni ad imbuto, chiusi dentro alti stivaletti.. L'equipaggiamento consisteva nella buffetteria in cuoio naturale mod. 1907 già uffìcialmente adottata, a quattro giberne come il 3'' <<Plotone Grigio>>. Anche lo zaino era nuovo: il mod.

quo c prive di aletta . .:'\on.ostante gli ottimi risultati raggiunti è comutH.jllC solo nel r9o8 (4) che l'uniforme da campagna grigie~~ verde venne adottata per la fanteria di linea, i bersaglieri, gli alpini e l'artiglieria ed il 3 febbraio I<)O<) (5) anche per la cavalleria. L'uniforme da campagna grigio- verde dovette però convivere ancora con la vecchia uniforme turchina fìno a tutto il 1913 nella così detta c, uniforme di guarnigione )) , dove copricapo e giubba erano i vecchi capi dell'uniforme turchina, mentre pantaloni c calzature erano i nuovt capi della grigio- verde.

ma

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(4) Circolare n. 458 del C.M. del 4 dicembre 1908. (:5) Circolare n. 97 del C.M. del 3 febbraio 1909.

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CAPITOLO

[[[

L'UNIFORME c;R rc; IO .. VF.RDE

Se con la circolare n. 458 del ·1 dicembre

pagnia, o della balleria, in bianco su un <-Iuadrato nero. Successivamente con le circolari n. 5' de l C.M. del 21 gennaio nJI5 c n. 8r del G.M. del 2 febbraio l9T5 il sistema venne ampliato con l'aggiunta di lettere , a seconda della funzione dd militare, come da schema qui sotto n portato:

T<)OH fu adottata l'uniforme grigio- verde. bisogner~t attendere il 1<)O<) (T) per a vere la

descrizione dettagliata dci singoli capi d i vestiario. Capi che salvo lievissime variazioni. che via vi;; riporteremo. rimarranno invariati a tutta la Grande Guerra. Per semplicità, suddivideremo i vari clementi dell'uniforme e dell'e<.tuipaggiamento per armi a piedi ed armi a cavallo con ln stesso criterio, grosso modo, del!;) circolare n. 386. Come èapi di vestiario primario furono adottati: due modelli di giubbe, uno per le armi a piedi ed uno per le armi a cavallo (2); tre modelli di pantaloni, uno per le armi a piedi non di montagna, uno per le truppe da rnontagna ed uno per le armi a cava.llo. Fd un unico modello di berretto sia per le ;lrlni a piedi che per le armi a cavallo.

LE

fan te ria

numero della compagnia

fanu:ria sezio ni m i rra~lia· triei

numero progr<:s~ivo sc:gu irn d:1ll:J lettera M

bersaglier i ordin:~ri

numero del batraglione

bersaglieri sez1ont mitra-· g li:Jtrici

lettera .'vf seg u ita dal nu mero del bmtaglione

bersagl ieri ciclisti

numero del batrai,!l ion c scgutLO dalla lcn~ra C

bc rsn~l ieri

[etrer:J \1 scguica dal n urnero dd battaglione ~ lenera C

çicl ist i m irr:J-

,dieri

AR\1T A l'I.EDf (GR.'\DL\T{ F. TR!:PPA).

La giubba che venne data alla fanteria di linea, ai bersaglieri, agli alpini , all'artiglieria da costa. da fo rtezza e da montagna, nonché agli zappatori. ai tclegrafisti, agli specialisti, ai minatori e ai ferrovieri del genio, era in panno pesante grigio- verde, piuttosto ampia e comoda, ma in modo che si acconci con garbo alla persona •>, diceva la circolare. La giubba era ad un petto chiusa da una fila di 5 bottoni di frutto grigio- verde nascosti eia una sovrabottoniera ()). Collo in piedi, con punte arrotondate, guarnito delle mostrine dell'arma. corpo o brigata con srellctte in metallo nichelato, le cui punte distavano 10 mm. Paramani a punta. Le spalle erano rinforzate da uno sprone (4). L'attaccatura delle rnaniche era guarnita da spallini in panno grigio- verde. Sugli spallini era riportato il numero della corn-

alpini

llllrrH:: ro della compagn i:1

ca vallcr ia

numero d ello squadroru~

(1) Circolare n.

)~Ci

del C.M. dd

22

seucrnhr~

J),~scriz i oni '~ conri d i costruzione degli og · guti di CGrredi costituenti l'uniforme rh campagn:t H )O<J

,,

d i panno grigio .. verde, e di <juelli costi tuenti l'r:qu ip;lggiamenro mod. t<)Oj. d i te h g rig ia. Adozio ne e modii1cazione d i altri oggetti di co rred o •>. (2) La giuhha per armi a cavallo fu data anche ad alc u ne spcrialit:t dd gcn io. (.)) La circolare, parlando dei bottoni, dice eh,~ do·· vc:vano esse re di carla compressa. Ma tutti i ca pi da no i cssen·ati hanno dci norma li bottoni di frutto . ]'(é d:1l l<Y'9 a tll tta la guerra vien e cm:1nata una d isposizir>nc circ:1 b sosril1.17.ione di bottoni di ( r ullo con <juelli di carta compressa. (4) !\'ella c ircolan~ questo vie ne denominato conrrn-· spa!lina. rna il termine ci sembra improprio visto che <JUesr:J striscia di stoffa. molto larga, (~ completa· m ente cucita a Ua $palla proprio come uno sprone. t non semi fissa corne un a com rospr~ li i na.

<(

j'7

l


:\rma

cavalleria se7.JOnl mitraglia triei artiglieria da campagn:1, pesante campale e a cavallo

lettera M

artigl ieria da montagna

numero della balleria

artiglieria Ja fortezza

1~umero

numero della batteria (o ccmpagnia se tn~no)

genio

Jella compagnia numero della cornp:1gnia

sanit?i, sussistenza compagnie stato maggiore

lettere SM

numero della compagnia

deposico

lettera D

miliLia mobile

lettere MM

milià1 territoriale

l etter(~

MT

Sul dietro della giubba, le cuciture dci fianchi erano aperte dalla vita in giù, per il passaggio del cinturino della buffetteria. Ciascuna apertura era provvista di 2 bouoni di frutto per la chiusura. La giubba, foderata in tela di cotone basino grezzo, era provvista all'interno di due tasche a toppa all'altezza del petto c di una terza all'altezza della falda destra per il pacchetto delle medicazioni. Il piastrino di riconoscimento era cucito in fondo alla falda anteriore sinistra. Gilct in panno grigio- verde (5), con collo a V, ad un petto chiuso da una fì.la di 5 bottoni di frutto e con 4 taschini, due al petto e due ai fianchi. Il dietro del gilet, in tela di cotone basino grezzo usato anche come fodera, era provvisto, all'altezza della vita, di un cinturino con fibbia regolabile. Camicia bianca con cravatta a solino bianco. Le anni a piedi avevano due tipi di pantaloni: uno per armi a piedi non di montagna ed uno per truppe da montagna. Il pantalone delle anni a piedi non di montagna rfanteria di linea, bersaglieri, artiglieria da costa c da fortezza (6), ed il genio tutto, escluso il treno che indossava l'uniforme delle armi a cavallo l, era in panno leggero grigioverde, lungo e leggermente a stringere in fondo dove era provvisto di due \accetti per scrrarlo sotto la caviglia . .Allacciatura sul davanti con sparato e due tasche ai fianchi lungo la cucitura. l bottoni erano tutti in osso annerito (ì)· n pantalone era provvisto in vita di

un'alta fascia con sul dietro un cinturino regolabile, con ììbbia in metallo verniciato nero, e due bottoni su ciascun fianco cd uno dietro. Il pantalone per truppe da montagna (alpini ed artiglieria da montagna) era molto più largo del precedente, c terminava sopra al polpaccio dove veniva legato con due nastrini. Da sotto il ginocchio il pantalone veniva serrato nelle fasce mollcttiere in panno grigioverde. Una estremità di queste era a punta c fornita di 2 fettucce grigie per fissare la fascia sotto il ginocchio. Come calzature le armi a piedi non di montagna ebbero degli stivaletti in cuoio c vitello neri , chiusi sul davanti con un laccio di pelle tramite 3 occhielli e 4 ganci. Alpini e artiglieria da montagna ricevettero invece uno stivaletto, sempre in cuoio e vacchetta neri ma più basso, più pesante e provvisto di notevole chiodatura. Lo stivalctto, aperto sul davanti, si chiudeva con laccio di cuoio, tramite 4 occhielli c .) ganci. Nel r912 (8) vennero introdotte nuove calzature per tutte le anni a piedi. Quelle per le truppe da montagna erano quasi identiche alle precedenti, sempre in cuoio c vacchetta neri. ma con notevole chiodatura e rinforzi sulla punta c sul tallone e con la linguetta fatta a soffictto. Le rimanenti armi a piedi chbero invece uno stivaletto che si discostava dal modello precedente per l'assenza della mascheri. n a, per il gambaletto più alto (2o- 22 cm), per la linguetta liscia c la chiodatura leggera. Corr1e copricapo alla fanteria di linea, all'artiglieria da costa e da fortezza ed al genio venne dato un nuovo berretto in panno grigio impermeabilizzato. Esso era di forma a tubo con visiera e sottogola in cuoio verniciato gri-

(;) Il gilet era in docnionc alle sole armi a pied i. (6) l reggimenti d·artìglicria da fonezza )", 6"', 7', 8·', 9'" c w·' ebbero, nel 1914, cnn la circolare n. 498 del G.M. del 19 onobrc:, i pantaloni delle truppe: da montagna con fasce mollettiere e stivaleno per truppe alp ine. Sempre lo stesso anno con la circnl:ue n. 592 de l (;.M. dd 21 rwvc:mbre, le fasce mollctticrc: con caL~:atu rc particolari a lpine vennero estese a tutta l'artiglieria da fnrrc.:t.La. (7).. A lcuni modelli osservati ha n no i bottoni di fnmo ricoperti in metallo. (8) Circolare n. 28 del C.M. dd 17 gennaio 1912.


gio- verde (9) . Ai lati Jcl sottogola due bottoncini di frutto. Sulla soprafascia del berretto, nella metà posteriore quasi a toscare le. estremità Jel soggolo, 7 travcttc in filo grigio per poter, all'occorrenza. fissare un coprinuca. Queste scomparvero durante la guerra . Sul davanti del berrerto il fregio. In lana blu ( ro) per la fanteria. consistente nel numero del reggimento sormontato da una corona, ed in giallo per l'artiglieria ed il genio. Ques ti fregi però non durarono molto. Nel ryr r, infatt i, vennero ado t t ati nuovi fregi in lana nera (n). Il nuovo berretto tendeva a deformarsi; si cercò allora di ovviare all'inconveniente rinforzandolo, :~ìl' in terno, con cann a di bambù (r2). :Via questo sistema non dette buoni risultati c poco prima dello scoppio della guerra entrò in linea un nuovo copricapo soprannominato dalla truppa c• scodt.llino >1 . Lo scodellino al contrario del predetto mod. ()O<) era in fe ltro g rigio- verde con cupola tondeggiantc. Ai due lati della cupob 2 fori per L1cra7.ione ed alla base una soprafascia. Visiera c sottogob come il berretto mnd. 909.

l bersaglieri mantennero il loro tradizionale copricapo in feltro e cuoio nero con piumetto di gallo c fregio in ottone. In campagna il cappe llo veniva ricoperto da una fodcrina di tela grigio- verde riportante su l davanti il nuin nero. mero del rc(ruimcnro bb Anche gli alpini c gl i artiglieri da montagna rimasero con i loro vecchi cop ricapi ii.no al HJTO (q), anno in cui venne adottato per tutte. le truppe da montagna un nuovo t::tppello in feltro di pdo di coniglio grigio- verde. Copricapo, che salvo lievi modifiche, è tuttora in liSO . Curiosamente b circolare specifìca che il cappello era dato in dotazione alla sola truppn, me ntre per <.[Uantn riguardava gli ufficiali il :vtinistcro si riservava "d'impartire disposiz ioni n. Il nuovo cappello :t falde aveva la calott a ovale con due fori ai lati per l'aerazione. rinforzati da un occhiello di metallo vernici ato nero. La cupola ÒO\'C\'a essere. secondo le di~posizioni . liscia, ma l'u!>o delle due infossarure sul davanti. don1ll.: alla continua pressione delle dit a nel c:1lzarlo c toglinlo, ne fecero poi una carartcristica. Int orno a]b base

della cupola, una soprafascia di cuo1o (2 cm). con a sinistra un portanappina , anche esso in cuoio. Tut t 'intorno al Ll soprafascia girava un cordoncino di lana grigio - verde (q). La falda. larga So mm, aveva la parte posteriore ripiegata alJ 'insù, e la part e anteriore trapuntata da cuciture a macchina concentriche. Se il cappello era identico si a per gli alpini che per l'artiglieria da montagna, fregi e distintivi variavano a seconda dell'anna e dell a specialità. Cii alpini port~Jvano sul lato sinistro, iniÌIata nel portanappina, la nappina in lana cucita su un'anima di legnn, posteriormente piatta e con gambo doppio per l'innesto. Superiormente la nappina era provvista di un foro per il passaggio della penna. l colori delle nappine erano: bianco battaglione), scarlatto (2" battaglione), verde (f), turchino (4 '), c giallo per sonuffìci ali c truppa degli Stati Maggiori e dc.posiri di reggimenti. Le dimensioni delle nappinc variava no da una altezza di 44-46 mm ad una larghezza di 29-3 1 nun, ed uno spessore di r8·- 20 rnm. Le penne potevano essere di corvo, pavone, o r:)rchinn p1nch1{ vc.nis~no chlll'ala destra c la loro lunghezza. escluso il gambo, non fosse inferiore ai rR cm e non superasse i 20 cm. fl gambo deve essere lungo su i 5 cm )). Le penne erano tinte in grigio fino al I<)I3 (15), anno in cui fu lasciato loro il colore naturale . .Il freg io del cappello in lana verde , su panno g rigio - verde chiaro, era costituito da due fuci li incrociati caricati di una cornetta coronata riportante nel tondino il numero del reggimento in lana bianca. Il cappello dell'artiglieria d;1 montagna aveva i ~egucnti distintivi : sul lato sinistro, al posto della nappina, una

<(

(<J) Lt vis iera era

\'<~rn ici:tra

in g rigio - verde da

:1mhn i lati. (10) C ircolare n . )8 dd c;.M, del IYIO. ( 1 1) C ircolare n. 2.p del C .M. dd .:!4 maggio 1<)l 1. (1·:\) Circobrr. n. 5 0 1 del c; ..\1. dd 26 settembre J911. (13) Circolare n. tcjJ <kl C.M. del :w maggio 19 10. (t.j) Il cordoncino \'enne :.tbolito nel 1\)12 con la circobrc 11. 1<)6 del C ..\f.. {15) Con la circolare n. 194 dd C.M. dell'8 maggio 1C) l~ ,.{~n ne st:Jbilito che lullç le truppe da mont:Jgn:t (alpini ed artigli<~r i:l ) :1vc~sero un unico ripn d i p~: r111;1 d i co!or naturale.


coccarda tricolore (16) che veniva applicata lasciando superiormente il passaggio per il gambo della penna, anche essa tinta in grigioverde fi no al 1913. Il fregio dell'artiglieria da montagna, ricamato in lana gialla su panno grigio- verde chiaro, consisteva in due cannohi incrociati sormontati da una cornetta con granata. Nel tondino della cornetta il numero del reggimento. !'-id 1912 (17) il cappello delle truppe da montagna venne dotato di un sottogola di « nastro di bavella >> color grigio con fibbia in ferro nìchdato. Sempre nello stesso anno (r8) sia gli alpini che l'artiglieria da montagna ebbero i nuovi fregi già adottati nel giugno 1912 per i rispettivi ufficiali . Questo consisteva, per gl i alpini, in un'aquila ad ali spiegate tenente fra gli artigli una cornetta caricante due fucili incrociati, c per l'arti glieria da montagna sempre in un'aquila ad ali spiegate con una cornetta fra gli artigli ma sormontan te due cannoni incrociati. Per entrambi nel tondino della cornetta il numero del reggimento. Il fregio era ricamato in lana verde per gli alpini ed in lana gialla per l'artiglieria. Come soprabito, le anni a piedi ebbero in dotazione una mantellina a ruota, in panno pesante grigio - verde, con colletto rovesciato. Il colletto, guarn ito della sol a stelletta, era provvisto al di sotto di una linguetta con bottoni. Oltre a questa venne adottata anche una cortissima mantellina (36 cm davanti e 47 di dietro) di tela grigia impermeabile (19) sempre con colletto rovesciato ma privo di stelletta. Nel r912 (20) essa (u sostituita da un'altra mantellina, sempre in tel a impermeabile grigia, di identico modello ma di 10 cm più lunga (4.6 cm davanti e 57 cm di dietro), e con l'aggiunta di un bottone automatico per la chiusura. La mantellina impermeabile venne sempre· confezionata in taglia unica. Nel r914 (21) l'artiglieria tutta, esclusa q uella da montagna, ebbe il cappotto grigio - verde per armi a cavallo abolendo così un modello di cappotto sperimentale adottato per loro lo stesso anno con la circolare n. 278. Sempre nel 1914 (22) vengono adottati per i militari rutti del l, II, III, IV, V e VI Corpo -

d'Armata i guanti di lana marrone. Neri per i bersaglieri, bersaglieri ciclisti , automobil isti c motociclisti. Con la circolare n. 152 del G.\1. dd 27 aprile 19ro l'uniforme grigio - verde venne estesa anche ai granatieri. L'uniforme dei granatieri era del tutto simile a quella della fanteria di li nea solo che, a differenza di questa, portava sul berretto i l [regio peculiare: una gran ata a fiamma dritta contornata da piccoli nodi, portante nel tondino il numero del rcggirnento. n fregio era ricamato in cordoncino di lana blu (dal 191 I in nero) su panno grigioverde ch iaro. Su l colletto gli alamari in filato di cotone lucido su panno scarlatto che sporgeva di 3, 4 cm tutt' intorno. L'unica differenza era nelle tasche del gilet, che anziché essere tagliate dritte erano tagliate a forma semicircolare.

L 'vNrfoR~E DA FATI CA .

Questo studio è dedicato alla sola uniforme grigio - verde c l'uniforme turchino- scura, con la quale convisse nei primi anni della sua vita, non è trattata perché non usata nella prima guerra mondiale. Ma l 'unifo rme da fatica mod. 1912 fu spesso indossata, nel corso del conflitto, dall'artiglieria, dal genio e dalla sanità, per i loro specifici compiti. Per cui ci sembra giusto che rientri nell'argomento. L'uniforme da fatica di cotone « bigio 11 venne adottata per tut te le truppe nel 1912 (23). Il modello per armi a piedi era ad un petto, chiuso da una fi la di 5 bottoni d'osso nero (24), coperti da una copribottoniera. Collo in piedi, ( 1 6) La circolare non specifica le misure della wccarda ma dice semplicemente (( . .. quella stessa usata sin qui sul kcpì e colbacchi . .. ·IJ. Quella per c.:olbac· chi aveva un diametro di 5 cm mentre quella per kepl un diameuo di 4 cm. (17) Circolare n. 455 del G.M. rlell't ottobre 1912. (r8) Circolare n. 497 del Cì-.M. dd 25 ottobre 1912. (19) C ircolare n. s.·~ del C.M. del 1910. (20) C ircolare n. 91 dd G.M. del 4 marzo H)12. (21) Circolare n. 498 del G.:YL del 19 ottobre 1914. (22) Circolare n. 584 dd G.M. rlel 18 novembre 1914. (23) Circolare n. 207 del G.M. ddl'8 maggio 1912. (24) Con la circolare n. 1()9 del G.;\·f. del 6 marw 1914 questi vennero cambiati in bottoni di frutto.

20 -


con k punrc arrotondare, riportante la sola stellctta. Contro~palline scmiiìsse con bottoni d'osso. Paramani a punta. c due aperture sulk cuciture dei fìanchi .... cnme nella giubba grigioverde. Quattro tasdK, due al petto e cluc ai fi.anchi, a taglio verticale; quelle: al petto rinforzate da una striscia, che dalle spalle scendeva fino alla falda. c chiudibili con un bottone d'osso. Il pantalone era in un unico modello per tutte k armi a piedi, del tipo corto con gambaletto e ;;rricciat u ra. Il gambaletto si chiudeva con due kt tucce. Sulle giubbe da fatica i distintivi di grado erano gli stessi della grigio- verde, ma applicati con un solo punto in modo da poter essere staccati facilmente. Come berretto da fatica fu distribuito, ad eccezione dei bersaglieri che cont:inuarono a portare i1 loro caratteristi co fez granato con fiocco azzurro, un nuovo tipo di bustina con visiera, modello già apparso nel r8;r c rimasto sia pure con lievi varianti in uso. Il modello di bnstin;1 1909 era in panno grigio- verde con visiera c sottogoh in cuoio grigio- verde. La bustina era guarnita lungo lutto il bordo superiore, anteriore, posteriore cd ai due lati, qui a V rovesciata, da un cordoncino di lana del colore dell'arma, corpo o specialità. Sul davanti era guarnita del fregio d'appartenenza. Gli alpini ebbero un loro speciale berretto da fatica (1912) molto simile a <-rueJlo del 1" c 2" "Plotone Crigio lì con visiera in stoffa e copriorecchie provviste di lacci; sul dava n t i il fregio in lana nera.

LE

sonale della scuola di cavalleria, dei deposi1i allevamento cavalli c depositi cavalli stalloni ebbero k contrnspall ine fi lettate del colore della mostrina. Questo perché ci si accorse che, privi. dci paramani colorati, questi reggimenti avevano le stesse mostrine, rispettivamente, dci reggimenti \filano (T), Aosta (6..), Mantova (25"), Vittorio Emanuele II (w'), Lodi (15') e Firenze (<ì). I colori delle fìlcttature erano: cremisi (Nizza), ~carlatto (Piemonte Reale c Foggia), giallo (Genova), nero (Savoia) ed arancio (scuole e dq~osit i). Su Ile controspall ine, ali' attaccamra con la spalla era riportato, come per le armi a piedi, il numero dello squadrone, della batteria, o compagnia se treno. Nel T9I) (26) il sistema venne ampliato (vedi schema a pag. r;). Sul dietro della giubba, al posto delle due aperture ai fianchi, un solo sparato centrale chiudibile con due bottoncini cd una martingala cnn due grossi bottoni. ·rutto il resto, abbottonatura nascosu, fodere c tasche interne, era identico al modello per armi a piedi. 11 piast rino di riconoscimento, inizialmente posto come nella giubba di fanteria alla falda arH1~r iorc sinistra, venne successivamente (27) spostato in alto, sempre nella parte interna sinistr;l, fra la 1" c 2" asola. Le armi propriamente a cavallo (cavalleria, artiglieria da campagna ed a cavallo, nonché i treni d'artiglieria c genio) ebbero il cosiddetto ,. pantalone da cavallo », largo alla coscia c strct 1o sotto i l ginocchio, lungo ti. no al collo de l p.icdc, dove veniva stretto con le solite due fettucce. Apertura sul davanti cd aha fascia in vita, con due linguette posteriori rcgolabili con fibbia di metallo annerito. Due tasclJe ai fianchi. All'altezza delle ginocchia, nella parte interna, due topponi di rinforzo con cuciture ad angolo. Come calzature la cavalleria rimase con il gambale mod. ,, Ardito ;l con relativo stivaletto, mentre le rimanenti armi adottarono il gambale detto ,, d'artiglieria l1.

ARi\H !\ CAVi\J.LO.

La giubba delle armi a cavallo (cavalleria, artiglieria da campagna, ~~ cavallo e treni cLirtiglieria e genio) (25) era identica a quella delle armi a piedi, ad un petto con collo in piedi c paramani a punta, ma con le seguenti differenze. Sulle spalle niente sprone né spallini, ma controspalline scmilìsse in panno grigioverde con bottone di frutto. Le controspalline di cavalleria: Nizza (1 ".·),, Piedei rc(rcrirnenti bO monte Reale (2 ), Savoia (f), Genova (~.") e Cavalleggeri di Foggia ( r r") nonché del per-

(25) La g iubba per armi a cavallo venne data anche al penio pomier i e lagunari, che chhcro così la giub.· ba per armi a cavallo e pantaloni per armi a piedi. (2o) C ircolare n . 51 del C.M. del 2r gennaio lt)l). (27) Circnia rc n. 220 dc~l C.M. del 10 maggio 1911. 2!


FIG. 3. - CAVALLERIA. CAVALLEGGERO (SEZIONI MITRAGLIATRICI) D EL REGG IME?'\TO CAVALLEGGERI D I FOGG lA (l 1'). EST ATE 19 15

L'uniforme indossata dal cavalleggero è il modello per armi a cavallo, comune a tutta la cavalleria. Unica differenza rispetto agli altri reggimenti di cavalleria, al di là delle mostrine, sono le controspalline filettate del colore reggimentale, particolarità comune anche ai reggimenti Nizza (I''), Picm.onte Reale (2';), Savoia (3''), Genova (4°). nonché alla scuola di cavalleria ed ai depositi. Questo perché le mostrine dell'uniforme, non più accompagnate dal paramano colorato, erano simili a quelle dci reggimenti Milano (f'), Aosta (6"), 0.-1antova (25''), Vittorio Emanuele II ( 10"), Lodi (r5") e Firenze (9"). Il berretto è quello da fatica comune a tutte le armi e corpi dell'Esercito, ad esclusione dci bersaglieri e degli alpini. Il fregio di tale berretto era in lana nera per le armi a piedi, giallo per l'artiglieria c in filo bianco per la cavalleria. La bandoliera è il mod. 1897, tinta in grigio- verde secondo gli ordini emanati ad un mese circa dall'entrata in guerra, disposizioni che ordinarono anche di abbrunire le sciabole. Il modello di sciabola qui illustrato è il mod. r8;r; unitamente a questo, la cavalleria aveva in dotazione il rnod. 1900 modifìcato 1909. Come appartenente alle sezioni mitragliatrici il cavalleggero porta sul braccio sinistro il distintivo della sua specialità in lana nera e, sulle controspalline, la M in lana bianca al posto del numero dello squadrone. Come copricapo, anche i mitraglieri delle sezioni mitragliatrici di cavalleria avevano il colbacco (lancieri e cavalleggeri) o l'elmo (cavalleria di linea); preferivano però, per il loro servizio, salvo in particolari circostanze, il berretto da fatica. -22



Il gambale <<Ardito >> adottato nel r899 (at· to n. 22 del G.M .) era in cuoio e pelle m:ra e consisteva in un « tubo >> cucito e rinforzato sul dietro da una striscia di pelle. La parte superiore del « tubo » era fatta di cuoio, mentre quella inferiore era in vacchctta. Si fermava sotto allo stivalctto con un sottopiedc di cuoio nero con fibbia in ferro verniciato nero. Nd r9 r2 anche per la cavalleria fu adottato il gambale di cuoio d'artiglieria (28). Insieme a questo, le due armi ebbero un nuovo stivaletto già introdotto per i bersaglieri ciclisti l'anno precedente (29), ma provvisto di una chiodatura più leggera alla parte anteriore della suola. 11 così detto gambale d'artiglieria apparve nd 1907 nella « descrizione c conti di costruzione >> dell'uniforme per marescialli (30) c con l'adozione della grigio- verde venne distribuito all'artiglieria da campagna, a cavallo ed ai treni d'artiglieria e genio . :\el r9r2, unitamente alla cavalleria, anche queste armi c corpi ebbero il nuovo stivaletto. Il gambale era fatto in un solo pezw di cuoio di suola, annerito e· sagomato, aperto sul davanti e con i lembi che si sovrapponevano. Si chiudeva grazie ad una cinghia che partendo dall'estremità inferiore della parte interna girava due volte attorno al gambale, trattenuta da 3 passanti in cuoio nero, ed andava ad allacciarsi in alto, nella parte esterna del gambale, ad una fibbia di ferro annerito. La chiusura veniva integrata, presso l'estremità superiore, da un riscontro e da una seconda fibbia. Completavano la calzatura gli speroni in ferro fucinato con corregge in cuoio nero, sortopiede, sovrapiede ed inchiappatura con fibbia doppia verniciata in nero. Nel 1913 (circolare n. 156 del 18 aprile r<,)T3) venne introdotto per tu tte le armi a cavallo un nuovo tipo di sperone detto <i alla scudiera » . Come copricapi l'aniglieria da campagna, a cavallo ed i treni ebbero il berretto dei tutto identico a quello della fanteria ma con il loro fregio peculiare, inizialmente in lana gialla. La cavalle ria rimase invece con i suoi tradizionali copricapi. l primi 4 reggimenti con l'elmo mod. r88o, con coccia in metallo bianco fasciata da un turbante di foc a nera e guar· nito sul davanti della croce di Savoia in mc-

tallo nichelato. Cresta e sottogola in ottone sbalzato. Sotto l'orecch ione sinistro la coccarda in cuoio tricolore. I rimanenti 25 reggimenti (31) avevano 1l colbacco in (( tubo di feltro >> a forma troncoconica, rivestito in pelle di foca nera e sormontato da un condino ovale in cuoio verniciato nero . Visiera) coprinuca e sottogol a in cuow nero, Il colbacco era guarnito sul davanti del fregio dei laneieri , o cavalleggeri, sormontato dalla corona reale caricante la coccarda nazionale. Il fregio era per tutti in metallo bi anco e riportava nel tondino il numero del reggimento. Il colbacco era fornito sul davanti di una nappina riportan.tc il numero dello squadrone . Già precedentemente all'adozione della grigio- verde, il colbacco era provvisto di una foderina di tela cruda da usare in campagna. Con la grigio- verde la fodcrina fu di tela grigia e riportava sul davanti il numero del reggimento in nero. Come soprabito le armi a cavallo ebbero un lungo cappotto a doppio petto, chiuso da due file di 4 bottoni coperti da coprihotton i<:r:l . Controspalline mobili riportanti il numero ddlo sq uadrone, batteria, compagnia o altro, comc sulla giubba. Collo ampio e rovesciato con sotto una linguetta con bottoni, due tasche a taglio veri icale al petto c due tasche a taglio orizzontale con aletta ai fianchi. La tasca sinistra era iìnta per il passaggio della sciabola. Successivamente (32) divenne tasca viva, mentre per il passaggio dei pendagli fu aperta una grande asola, rinforza ta in pdlc, all'estremità interna della tasca dd fianco sinistro. Paramano a punta rovesciabik., fìno a coprire la mano, e fissabile con un bottone a pressione. Sul dietro un grande picgone , chiudibik nel-

(28) Circolare n. 34 del C.M. dd 24 gennaio 1912. (29) Circolare n. 2RR dd G.M. del 20 giugno J 911. (3o) Ano n. 21 del G.M. dd l':J07· (31) Al momento dcll'adm:ione della grigio · verde il reggimento Cavalleggeri di Palermo (3<>'') non era ancora nato. Venne costituito nd 1915 ed ebbe i colori con la circolare n. 4.~7 del C .M. del 5 giugno l9T).

(32) Circolare n. 3<>5 del G.M. del 23 luglio 1913.


l'ultimo tratto, ali 'occorrenza, con due bottoncini ed una martingala con due grossi bottoni.

L'ut-:IFORME DA FATICA.

L'uniforme da fatica di corone bigio mod. per armi a cavallo aveva la giubba identica a que\Ja delle armi a piedi ma con le seguenti differenze: le due tasche ai fianch i anziché a taglio erano a toppa c con aletta. Il dietro aveva un solo sparato centrale con rnartingala c due bottoni. Il pantalone era molto simile al modello (( da cavallo n rna senza il rinforzo interno. Anche le armi a cavallo ebbero il nuovo berretto da fatica mod. 1909 identico a quello della fa nteria, ma con davanti il fregio peculiare. La file ttatura era gialla per l'artiglieria c cremisi per il genio. La cavalleria ebbe in1912

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vece la filettatura del wlore delle mostnne; cremisi : reggimenti Nizza (1 '). ~vtilano (i). Monferrato (r:f), Padova (2 r') e 1\ quila (2t); scarlatto: reggimenti Piemonte Reale (i'), Savoia (f), Aosta (6'"), Foggia (II "), !.odi (rs·), Caserta (lì"). Vercelli (26'') c Treviso (28''); giallo: reggimenti Genova (4'"), Vittorio Emanuele II ( r o') c Saluzzo ( u "') ; bianco : reggimcnti Novara (5"), Lucca (r6 '), Gu ide (Hf), Roma (20"), Umberto I (23'), Vicenza (24'), Mantova (25 '} ed Udine (29') (33); verde : reggimenti Montebello (8') c Piacenza (r8"); arancio: reggimenti Firenze (9 '), Alessandria (q''). Catania (..22"), scuola e depositi,

(B) (n i:t.ialmente (circohlrc n. 4 dd C.M. òel T9H>), il regg im\:nto C'clin<~ ehbe il cordone vcn.k. r cttiiìcato poi con la circolare Il. 93 cl el G .M. del 6 marzo I 9rr in bianco.

2)-


CAPITOLO !V

EQUIPAGGIAMENTO ED ARMA MEKTO

LF.

AR.\il ;\ PTEDT.

Già precc::dcntementc all'aclozionc della grigio · vc::rde tra stata adottata una nuova seri<:: di equipaggiarnento (zaino, tascapane::, giber· ne c borraccia) catalogata come serie 1907 o mocl . 907. Con la ci rcolare n. 386 del I90<) la serie venne ricon(errnata con la dicitura rnod. 907 ( r). L'equipaggiamento pasonak dd soldato si componeva di due paia di giberne in cuoio grigio - vc::rclc. ogni paio a due tasche:: con coperchio <:: cinturino. Le giberne erano portate in vita appese ad un cinturino rnod. <)I (2) e sosten ute da una brete lla che passava dietro al collo. I due capi della bretella venivano ag· ganciati ad un anello quadrato al centro di ogni gibe rna. Sul Llto destro del cinturino ven iva appesa la baionetta (mod . 7r) con guaina in cuoio nero, puntalc d 'ottone:: c borsetta in cuoio grigio- verde. Oltre all a borsetta semplice se ne aggiungeva un altro modello (( doppio >> per i soldati dotati di strumenti leggeri da zappatore come piccozzino o ascia (la vanga era agganciata allo zaino). Questo secondo modello conteneva sia lo strumento che la baionetta cd era provvisto di cinturino per il fe rmo dci due clementi. Lo zaino mod. HJ07 per armi a piedi, escluse ljuelle di montagna, era in tela impermeabile grigia con cuoiame tinto grigio- verde e rnetalleria brunita. Esso si componeva di un involucro principale, una tasca esterna, due tasche laterali esterne, bretelle dì tela e cinghi-: di cuoio. :\cll'involucro principale, in un solo pezzo, venivano posti il pane e la biancheri a, ovviamente divisi da una copertina interna . ( lati superiore ed inferiore erano induriti da una traversina in fi lo d'acciaio. N ella tasca es terna erano poste le scarpe da riposo, la scatola per

il grasso o la spazzola, la borsa di pulizia con dentro il sacchetto del sale e gli accessori del fucile. Le tasche laterali cnntencvnno oascuna una scatola di carne in conserva cd un sacchetto con due pacchetti di cartucce. Le bretelle erano ·provviste ognuna di •< una inchi appatura » di tela con campanella mezzo tonda in ottone, destinata a sorreggere eventualmente la bretella rcggigibernn (3). Sulla m antel lina dLle cinturini di cuoio per assicurare allo zaino i l tel o tenda, i bastoni a tubo scorrevole per telo tenda e la mantellina grigio - verde, mentre i cinturini della tasca laterale sinistra serviv:1no ad assicurare gl i strumenti leggeri da zappatore. Anche lo zaino delle truppe da mo nt:1gn ;-~ mod . ryo7 era in tela impermeabile grigi a, cd era costituito da un involucro, uno sportello. una placca con armatura e brc.telk, sette placche cnn ci nghie c contraffor ti. Era fatto tutto di tela ad eccezione delle placchcttc e contraffor ti e cinghie in cuoio grigio. Il tascapane mod . T<)OJ, identico pt r tutti, erJ in tela impermeabile grigia c tuno in un pezzo, con l'aggiunta di due fiancate. Le parti in cuoio erano tinte grigio- verde. Sul coper· chio, oltre alle due linguette di cuoio grigio (1) Per la vc ri t:t la ser.ic: mod. U)Oj ribad ita nella circolare n. 3HI'i differisce in rall!nc parti: nu mero dci cinrurini, sisrema eli chiusura e soprattutto nel colon: grigio, sia delln tela che del cuoio, conrrariamcnte al mod . 907 propos to d al maggiore G ennaro Grossi, c pubblicato sul C.M. con la circolare n. 221 dell'1 agosto 19<>7, in tela e cuoio marrone. (2) A tutto il r916 rimasero in uso anche cinturini m od. 77. {)uesto per la renden zn ad usare, anche con nuove adozioni, il materiale gi3 distrihuiro fino a consumazione, anche se abrogato. (3) Questo sistema piuttosto scomodo per il militare fu abba ndonato anche se in modo non ufficiale, fornendo le giberne di una sola lunga bretella.


che servivano per la chiusura a mezzo di bottoni in ottone, vi erano anche due passanti di cuoio per il passaggio delle corregge reggihidone o rcggilanter.Q.c. Sulla faccia anteriore altri due passanti di cuoio che servivano per l'aggancio della borraccia quando questa non vcniv<t portata appesa al cinturino. La cinghia, sempre in tela, era in due parti agganciate fra loro tramite il moschetrone ed una campanella. Il tascapane si poteva portare sia a tracolla che appeso allo zaino a mezzo di ganci e campanelle. La borraccia mod. H)07 era formata da un recipiente di legno (salice o pioppo) fatto in un solo pezzo con cannella di legno c tappo in legno. 11 corpo veniva rinfor:.cato con due cerchi di legno, di cui quello inferiore con un bouone metallico a cui era assicurata la cinghia in tela grigia con punta in cuoio grigio. La borraccia si portava appe~a al cinturi no o al tascapane .

zione della grigio- verde, variazioni di sorta. Rimase in dotazione la bandoliera mod. 1891 a due taschette in cuoio rnarrone, talvolta ,;ccompagnata della giberna porta caricatori mod. <)l, mentre ancora si vedevano reparti con la vecchia bandoliera rnod. 74- 89, che continuò a sopravvivere fino a tutto il 1930. La borraccia fu il mod. 1907 identico alle armi a piedi, ma portata a tracolla. Le sciabole in linea rimasero le stesse, dalla ormai gloriosa mod. 71 per cavalleria al mod . 900 (modificat o 909), sem pre per cavalleria, al mod. JRRR per artigl ieria; tutte con la caratteristica di una sola campanella al fodero. Pcndagli c dragone in cuoio naturale. La lancia per cavalleria rimase il mod. 1900 (4). Anche il moschetto rimase il rnod. 1R91 per cavalleria, da portarsi nell'apposita guaina appesa ::1 lato destro della sella.

(4) Adottata con disposi,ionc n. 68 detrr aprile e riportata sull'ALiante dci materiali d'1\rriglieria in data 31 diccmhrc HJ02. Con l"ado7.ione di questa venne.: introdotta una nuova sraffa detta << modello Cc;ngia ». l\'el 19<>4 (n. 33 del 15 febbraio) fu adotL"liO un nuovo asmccio porta lancia in fc.:rro stagnato da applicarsi alla sraffa « Cengia >• . 1<J02

LF.

ARJ\H A CAVALLO.

Contrariamente alle anni a piedi, la buffet-

teria delle armi a cavallo non subì, con l 'ado-

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FIG. 4. - ARTIGLIERIA. SERGENTE MAGGIORE DELL'ARTIGLIERIA A CAVALLO. MAGGIO 1915

L 'uniforme indossata dal nostro sottufficiale è quella comune a tutte le armi a cavallo, con il berretto portato da tutte le armi e corpi dell'Esercito, ad esclusione de Il a cavalleria, bersaglieri ed alpi ni. Allo scoppio della g uerra i sotrufficiali avevano ancora i fre gi ed i distintivi di grado in argento o in oro. Per ordine di Cadorna, al quale va riconosciuw il merito di aver eliminato dall'uniforme, anche se a volre cosÏ drasticamente da colpire antiche tradizioni, tutto ciò che poteva essere fac ile bersaglio per il nemico, i fregi cd i distintivi di grado divennero dal dicembre del 1915 neri come quelli dei caporali. Per differenz iarli da questi, ai sergenti venne aggiunto un occhiello al di sopra d eli 'ultimo galloncino nero. Notare al di sopra dci distintivi di grado al paramano il distintivo di promozione per merito d i guerra, istituito nel 1912, e che prima del conflitto era in oro o argento a seconda dell'arma o corpo. La correggia di cuoio della pistola sovente, come n eli 'illustrazione, era fermata alla bandoliera, qui mod. 74 / 89 a tre sco mparti tinta in grig io- verde. Sulle controspalline il n umero della batteria.

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CAPITOLO V

I SOTTUFFICIALI

I sottufficialì indossarono gli stessi capi di vestiario della truppa ma con le seguenti differenze. I sergenti, se ritnanevano in servizio dopo la ferma biennale, avevano diritto ad avere l'uniforme e le calzature tagliate su misura (r ). Il fregio era identico a quello della truppa, ma in oro o argento a seconda dell'arma, corpo o specialità (2). Armamento cd equipaggiamento come la truppa con l'aggiunta dell.a pistola. Anche i marescialli vestivano la stessa unifor me della truppa, ma confezionata su misura c foderata in <' tela di cotone cenerino per fodere >> e con le seguenti varianti. Il berretto, foderato in ((tela di cotone cenerino», aveva

il cappotto, identico a quello della truppa ma confezionato con panno migliore c foderato nel solito (( cotone cenerino J>, ad eccezione della parte anteriore foderata in satin g•igio verde. I distintivi di grado venivano portati sulle controspalli ne. In aggiunta ai normali capi i rnarescialli avevano anche dci pantaloni lunghi sempre in panno grigio - verde, aboliti però nel 1913 (3). L'armamento e la buffetteria dei maresci:tlli delle anni a piedi consistevano nella speciale sciabola adottata per loro nel 1903 (atto n. 21) e nella pistola. Nelle armi. a cavallo erano identici a quelli della truppa.

il fregio dell'anna, corpo o specialità ricamato

L'u:-nron~tL VA T'ATIC:\.

in oro o argento, a seconda dell'appartenenza, su panno grigio- verde. Sulla sovrafascia era riportato il distinti vo di grado. I marescialli delle armi a piedi , pur indoss ando la giubba grigio - verde della truppa, non avevano né sprone né spallini, ma come i loro colleghi delle armi a cavallo avevano le controspalline mobili su cui erano portati i distintivi di grado. Tutto il resto dei capi era identico per forma c colore a quello della truppa. ll soprabito, a quabiasi arma o corpo appartenessero, era la sola mantella grigio- verde con colletto montante c rovesciato e cbiusur:t a mascheroni identica a quella adottata per loro con l'atto n. 2T del I907. Nel H) 13 (3) :tnche i marescialli delle armi a cavallo ebbero

Anche i sottu(ficiali e marescialli avevano l'uniforme da fatica, del tutto identica a que lla in dotazione alla relativa truppa. Su questa ve n i vano portati i d istintivi di grado. I marescialli avevano inoltre le con trospalline orlate di una trecciola (alta 3 mm) d'argento o d'oro a seconda dell'arma o corpo. ·

(1) ~ella circolare n. _s86 del G.M. del 22 senembre 1909 si afferma invece che l'uniforme grigiove rde deve essere per i sortufficiali su misura indipendentemente dal periodo ui ferma . (2) Oro : arriglieria, genio ç bersaglieri.: arge nto: fa nrcria eli linea, g ranatieri, alpi n i e cavalleria. (3) Circolare n. JC) del G .M. del 9 gennaio I913·

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CAPITOLO VI

G LT

UFFICIALI

Con la circolare n . 53 del Giornale Militare dell' I febbraio T9<>9 venne adottata l'uniforme grigio - verde per gli ufficiali di tutte le armi e corpi del Regio Esercito ( r ), ad esclusione di quelli dci carabinieri, degli invalidi, dci veterani, dei commissari e dei contabili (2). L'uniforme degli ufficiali, confezionata in tessuto cordonata grigio- verde (3), era di identico modello per tutti, ad eccezione di quelli dci bersaglieri ciclisti, di cui tratteremo nel capitolo a parte. La giubba, ad un petto con collo in piedi a punte arrotondate, era chiusa da una fila di 7 bottoni d'osso nascosti da una copribotton iera. Nella realtà, tutte le giubbe da noi osservate portano 6 bottoni, talvolta con l'aggiunta di un gancio, o di un bottone a pressione per non far salire l'aletta della giubba. Controspalline mobi li in panno grigio- verde con bottone d'osso. Quelle dei generali in argento profilate di rosso e con bottonci no in metallo ossidato. Quattro tasche con aletta a zampa d'oca, due al petto a toppa con cannello centrale, e due ai ftanchi a taglio poste obliquamente. Paramano a fascia. Sul dietro, tagliato a quarri, uno spar ato centrale dalla vita in giù. U pantalonc, cosiddetto <' da cavallo », era quello già adottato con l' <• Istruzione per l a divisa degli Ufficiali del Regio Esercito, 1903 )), Nella parte interna gli ufficiali delle armi a cavallo avevano, all'altezza del ginocchio, dei ropponi di rinforzo. Camicia con polsino duro, c colletto in piedi rigido, bianchi. Le calzature rimanevano <.JUdle in uso. Per gli ufficiali delle ann i a piedi, il gambale a stecca o le fasce mo llctticrc grigio- verdi. Per gli ufficiali delle armi a cavallo, lo stivale. 11 gambale a stecca era simile a q nello d'artiglieria ma aveva un solo cinturino di cuow

con fibbia in alto, mentre in bas!>o si agganciava con una stecca ed un'anima d'acciaio. Il berretto, nello stesso tessuto dell'uniforme, era identico al modello precedente, e cioè a tubo con sovrafascia c lievemente sporto in avanti. Visiera c souogola in cuoio grigioverde lucido. l due bottoncini del sottogola erano in metallo ossidato. Fret,ri e distintivi rimanevano quelli precedenti, in oro o argento (4), ma su fondo grigio- verde. Gli ufficiali dei bersaglieri e della cavalleria usarono il berretto solo ·con la piccola uniforme. In marcia continuarono a portare i loro rradizionali copricapi, identici a quelli della truppa anche se di migliore fattura. Il colbacco degli ufficiali dci cavalleggeri c dei bncieri era infatti in pelo più folto c lungo, (r) L 'uniforme grigio - verde degli uflìciali, secondo b circolare n. 53 dd 1909 doveva essere usata solo c soltamo come uniforme di marcia e piccola uniforme in servi1.io esterno o interno. F uori servizio era facoltativa salvo che nei teatri c ritrovi pubblici dopo le ore 15 (circolare n. 91 dd G.M. del 10 marzo 1910). Per gli ufficiali degli alpini c dell'artiglieria da montagna divenne fac oltativa anche fuor i servizio, con la circolare n. 48~ del G .M. del 21 novembre 1913. Fino al 1922 gli accessori da g ra nde uniforme non vennero mai usati con la grigio- verde per cui non ~:tra nno trattati. (2) Questi ultimi due ebbero l'uniforme gngw verde con la circola re n. 72 del (ì .M. del J3 feb· braio 1909. (3) Il grigio- verde d egli ufficiali tendeva, per la qualità del tessuro, più al grigio ri~pcno a quello clelia truppa. (4) !n om: stato maggiore, artiglieria, genio, bersaglieri, commissari c contabili. In argento: generali, hnteria di linea, g ranatieri, alpini, cavalleria, me· dici, veterinari, distretti, invalidi c veLerani. Nel 1910 con la circolare n. 49' dd G .M . del 14 novembre venne cambia to il fregio agli uflìciali del treno e del battaglione ~pecialisti del genio. li nuovo fregio consisrcva in una stella coronata in oro.


FIG. 5. - GENERALE DI DIVISIONE. MAGGIO 19 15

L'uniforme, indossata dagli ufficiali italiani allo scoppio della guerra, era quella grigio- verde mod. r9o9, ma con fregi e distintivi di grado, al berretto, in seta grigio- verde secondo le disposizioni del 9 aprile 1915. Nonostante la nostra illustrazione ci presenti un generale perfettamente in linea con gli ordinamenti, foto dell'epoca ci dimostrano che ancora a tutto il r9r5 molti ufficiali al fronte portavano ancora i fregi ed i distintivi di grado in argento o in oro. Come ¡a rmamento i generali avevano all'inizio della guerra la sola pistola Glisenti mod. 1910 con cinturino con l'aggiunta, per quelli di cavalleria, anche della sciabola. Le decorazioni sono nell'ordine : Ordine Militare di Savoia, Medaglia d'oro al Valore Militare, Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, guerre d'Indipendenza, campagna d'Eritrea, guerra Italo- Turca e campagna di Libia.

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ed il fregio in metallo argentato, mentre la coccarda era in seta ed argento. La nappina degli ufficiali era in metallo argentato, e riportava la croce di Savoia. Tutl 'intorno alla croce da r a 3 ovali lisci, per gli ufficiali inferiori, e da T a 3 ovali, spezzati ad arco, per gli uffìciali superiori. Jn campagna il colbacco veniva ricoperto da una [oderina grigio- verde (5) con il fregio della specialità ricamato in lana nera. Nel 1910 (6) gli ufficiali degli alpini e dell'artiglieria da montagna ebbero un nuovo cappello da campagna simile a quello della truppa, ma con sovrafascia c bordino alla tesa di nastro. Sul lato sinistro erano riportati i distintivi di grado, sotto forma di gallone a V rovesciata, c la nappina in metallo ossidato, di forma ovale, riportante la croce di Savoia, circondata da 3 cerchi ovali concentrici. La penna d'aquila era scura per gli ufficiali inferiori degli alpini, grigia per gli ufficiali inferiori d'artiglieria, e bianca per tutti gli uflìciali superiori. Inizialmente i fregi furono, per gli alpini, i due fucili incrociati caricati della cornetta coronata, ricamato in argento e, per l'artiglieria da montagna, i due cannoni incrociati sormontati dalla cornetta con granata, ricamato in oro. Nel 1912 (7) vennero adottati i nuovi fregi, tuttora esistenti, ricamati in argento per gli alpini ed in oro per l'artiglieria da montagna. Nel 1913 (8) l'uso dci nuovi fregi venne esteso anche al berretto grigio- verde, che era facoltativo fuori servizio, rna in pratica scomparve. Come soprabiti vennero adottati per gli ufficiali sia una mantclla sia un cappotto. La mantella, in panno grigio- verde, era a ruota con collo montante rovesciato, lunga appena sotto ìl ginocchio. Il cappotto era a doppio petto con due file di 5 bottoni, collo montante rovesciato, paramano a fascia e due tasche a taglio obliquo con aletta. All'estremitù inlerna della tasca sinistra una grande asola verlìcale per la fuoruscita dei pe~daglì della sciabola. I bottoni erano in metallo brunito. Sul dietro una martingala a due bottoni ed un enorme sparato.

-

Il cappotto era obbligatorio per tutti glì ufficiali eccettuati quelli dei bersaglieri, degli alpini c dell'artiglieria da montagna per cui invece era obbligatoria la mantellina. Nel 1914 (9) agli ufficiali che obbligatoriamente indossarono il cappotto fu concesso l'uso del modello da truppa con facoltù di provvedcrlo di un cappuccio applicabile con 5 bottoni.

AR\fA\f.E:'-ITO F..J) .t::QliH'AGGIAMENTO.

In calce alla circolare n. 72 del 1909 al paragrafo x·· era scritto: •< Nelle escrcit;1zion i o nei servizi esterni (esclusi <pelli di pubblica sicurezza) gli ufficiali che indossano l'uniforme grigio- \rerde (eccettuati quelli di cavalleria) non porteranno la sciabola, ma avranno sempre la pistola >J. E ancora, al paragrafo XI'': <( Il :...1inistero si riserva di adottare tluanto prima uno speciale cinturone per il porto della pistola, della sciabola e della borsa a zaino per gli ufficiali >J. Nella realtà bisognerà attendere il H)I4 perché il nuovo cinturone venga introdotto; nel frattempo gli ufficiali delle ·anni a piedi continueranno a portare il precedente cinturino con pendagli di cuoio ne~·o con fibbia renangolare, c con appesa la pistola automatica Glisenti mod. 1910, adottata con circolare n. 105 del G.M. del 4 marzo di quell'anno. Con la circolare n. 379 del G.M. del 14 agosto 1914 il problema venne definitivamente risolto con l'adozione di un <<cinturone per ufficiali )), Questo, anche se in via sperimentale, era entrato in dotazione a diversi reparti, si.a pure senza placca e con vari tipi di bretelle, per volontà della <<Commissione per lo studio dell'equipaggiamento della Fanteria n, (5) Circolare n. r6 del (;.M. del 19rr. (6) Circolare n. 388 del C.M. del 5 settembre 1910. (7) Circolare n. 271 del Ij giugno I()I2. Sembra che durante la campagna di Libia sia apparso, per gli ufliciali, un altro fregio molto simile a quello dd 2" e .f «plotoni grigi», ma in argento (DEI. (;n:. DICE: (( U1ùformi Militari Italiarl<.: Jl, Vol. In, tav. XCIX, fig. 2). (8) Ciréolarc n. 483 del G.M. del 21 novembre r9q. (9) Circolare n. 6s del G.M. del 20 dicembre 1914-

34·


creata nel 19 10 sott o la guida del gene rale Caneva. l principali esperimenti furono fat ti proprio durante la campagna di Libia. Il nuovo cin turone piuttosto bello sop rattutto nella placca t bbe comunque una vita breve c scomparve durante la Grande Guerra. Il nuovo cinturone, di cuoio grigio - verde (da usarsi solo con l'uniforme di marcia, nei servizi di guardia e di p icchetto armato con la piccola uniforme), era provvis to di due bretelle, sempre in cuoio, di una p lacca in metallo brunito con impressa l' aq uila di Savoia coro nata e caricata in petto della croce; di una giberna (solo per chi non portava la bandoliera) a tre scomparti : due ptr i q uattro pacchetti di cartucce e guello ce ntrale per il pacchetto di medicazioni. Se al cinturone erano appese soltanto la pistola c la spada da combattimento, la giberna era portata dietro; se invece erano appesi anche il binocolo, la borraccia, la borsa per carte, ccc., la giberna era sistemata a piacìmcnto. Con il cinturone m od. 914 fu introdotta la sciabola da combattimenro per gli ufficiali delle armi a piedi in metallo bruni to, e la nuova borsa a zaino, identica ~~Ila precedenre ma in tela impermeabile Mi/IJ e con l'aggiunta di 5 cinghiette per .fissarvi la mantellina. Con l 'adozione del nuovo cinturone vennero anche stabiliti il tipo c la serie di arm amento: pistola mod. <)I O c spada da combattimento ll"tOd. 14 agli ufficiali dei carabinieri a piedi , della fanteria, dell'artiglieria da montagna e da fortezza e del genio (escluso il treno) fino al grado di capitano incluso. Pistola mod. 910 e sciabola da ufficiale, nei rispettivi modelli, a tutti gli altri ufficiali.

Gli ufficiali di cavalleria continuarono a portare inizi almente la vecchia bandoliera di cuoio naturale con 12 alloggiamenti per cartllcce da pistola (ogni () ricoperti da un coperchio di cuoio con cinturino). Alla bandoliera veniva agganciata una giberna, sempre in çuoio naturale. Nel 19I4 (ro) fu introdon:1 una nuova bandoliera con giberna in cuoio grigio- verde; essa era provvista. sul davanti, di una tasca con coperchio per caricatori per pistola automatica rnod. r9ro. A fi anco della scatoLl, R alloggiamenti per cartucce sciol te con coperchio in cuoio. Alla bandoJiera veniva agganciata sia la fo ndi na della pistola sia la giberna, atta a contenere 5 pacchetti di cartucce:: per pistol a. Mctallcria ossidata. Anche gli ufficiali Ji cavalleria ebbero il cinturone rnod . 914 ma senza •< le bretelle di sospens1one )) . Gli ufficial i dcll'artiglic::ri a montata continuarono invece a portare la loro speciale bandoliera per uniformi di marcia (piccola ed ordinaria) in cuoio nero con giberna, priva di qua lsias i disrintivo, fregio o particolarità. Nell'impoverimento dell'uniforme sia gli ufficia li di cavalleri a sia quelli di artiglieria m ontata si videro abolire con l'atto n. 364 del 2 agosto r9r2 la barda[llra da grande uniforme (n).

(10) C ircolare n. 9

1 1 4·

)<)I

del G.M. del 20 novembre

(rr) L'abolizione riguan1ava tullc le b ardature di qualsiasi anna o corpo ad ecce:r.ione dei carabinier i. Al posto della grande bardatura veniva ora usata la bardatura ordinaria .

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CAPITOLO

VII

I DI STI:-lTlVI

[l distintivo primario del soldato italiano era,

ed è, la stelletta a cinllue punte, che fu adottata con R.D. il q dicembre I871, e fu obbligatoria per gli ufficiali dall'r aprile: r872, c per la truppa dall' 1 luglio 1872. Inizialmente la stclletta per truppa era ricamata in filo bianco; venne poi sostituita da un altro tipo in panno bianco profilato di panno nero (r), e infine divenne di metallo. Anche per gli ufficiali. agli iniziali rnodelli ricamati ~i sostituirono quelli in metallo (2). La stclletta c;unbiò nel tempo di fattura, materiale e modelli che comunque non ne alterarono la forma ma ne ridussero le dimensioni. Si passò così dall'iniziale mod. 71, con lo spazio fra una punta e l'altra di ben 19 mm. al mod. 1902 (~), con lo spazio fra punta e punta di 17,4 mm. All'adozione della grigio- verde il modello ufficiale in uso era quello HJ03, adottato con l'atto n . 117 del G.M. del 15 aprile, con le punte distanti 10 mm. Esso aveva un'anima di. ferro ricoperto di lamina di argentone brunito, con bordi rip iegati all 'interno c placcato con nichelio. Sul dietro un gambo ad anello di filo d'ottone con estrcmiù ripiegata all'interno. Unitamcnte al mod. IC)03 continuò a coes istere, per lungo tempo, il mod. 1902. Le stcllcttc metalliche degli ufficiali avevano la superficie zigrinata, le punte distanti 14 mm e si montavano con una vite e corrispettiva anima. Le stellcttc erano d'oro per i generali c d'argento per tutti gli altri ufficiali. Quando erano sovrapposte a mostrine o fiamme, bianche o gialle, erano orlate in nero. Il secondo distintivo in ordine d'importanza del militare era ed è la mostrina, portata sempre al colletto. Le mostrine erano di 5 tipi . 11 tipo rettangolare per fanteria di linea (4), un gallone di seta (30 ..32 n1m x 120 mm) terminante ad

una punta con un bottoncino piatto di metallo. La mostrina ad una punta, saprannominata <<pipa », per artiglieria, genio, san it~ e sussistenza. Il rnodello detto <• fìamma J) che si sudd ivideva in due tipi. A due punte per alpin i e bersaglieri, ed a tre punte per i reggimenti di cavalleria dall'n" al 29", esclusi il 25'' ed il 20". L'ultimo tipo, il più antico, era l'i n tero collct to con il colore reggimentale, con o senza l'aggiunta di un filetto; ed era prerogativa dei rimanenti reggimenti di cavalleria. A queste mostrine si aggiungevano gli alamari dei granatieri e dei carabinieri.

D1STI~TIVJ DI GRADO.

Con l'adm:ione della grigio - verde non vennero introdotti nuovi distintivi di grado, ma rimasero qudli precedentemente in uso, ad eccezione del colore di quelli dei caporali c dei caporali maggiori che, pur rimanendo nello stesso disegno, passarono da rossi a neri. I distintivi di grado degli ufficiali consistevano in' stellettc alle controspalline, cd in galloni al berretto. Quello dei marescialli in ga lloni alle controspalline ed al berretto c quello dei sergenti e caporal i in galloni al di sopra dei paramani.

( 1) Allo n. 134 del G.M. del 1872. (2) Quelle di metallo degli ufiiciali convissero con modelli ricamati (entrambi i tipi erano consentiti) anche se gc:neralmcntc furono preferire quelle metalliche. Le srcllctte dei generali erano d'oro, <Juelle degli altri uffici:tli d'arg~nto. (:~) 1\tto 11. 94 del C.M. del 24 aprile rg;n. (4) Le mosrrine della fanteria furono adottate con l'arto n. C)O del C ..\1. del 24 aprile ll)02.


galloncino per i sergenti e 2 galloncini per i sergenti maggiori. Esso veniva portato al di sopra del paramano cd era in oro o in argento a seconda dell'anna o corpo. l caporali e caporali maggiori avevano i l distintivo di grado come i sergenti sorrnontato da I o 2 galloncini, ma in lana blu indipendentemente dall'arma o corpo; dal 1911 (;) , in lana nera. Per quanto riguarda i carabinieri, questi dr bero gli stessi distintivi di grado dell'Esercito, ma in argento. Variavano soltanto talune denominazioni. Al posto di caporale e caporal maggiore la denominazione era vice appuntato ed appunrato, mentre il corrispettivo dì sergente e sergente maggiore era vice brigadiere c brigadiere (i marescialli avevano lo stesso titolo).

Il distintivo di grado degli uffìciali, sotto forma di stellerte> fu adottato nel TC)02 con l'ano n. (pG de l 25 dicembre, anche se le stellettc, come gradi, apparvero per la prima volta sull'uniforme ordinaria dei generali nel r89o, e sulla grande uniforme sp~ciale per gli uffìciali in colonia nel rB94· Nel 1B99 tali gradi furono generalizzati per tutte le uniformi coloniali. fl sistema di galloni al berretro era invece rnolro più antico, poiché risaliva all'Annata Sarda e. da questa ~iH'Esercito Italiano. Gli ufficiali inferiori avevano le controspalline grigio-verde con r, 2 o 3 stellette d'argento a seconda se sottotenenti, tenen ti o capitani. Sul berretto I, 2 o 3 galloncini (4 rnm), a seconda del rango, in oro o in argento. Gli ufficiali,_s~lperiori avevan~ .le t.ontrospalline grigio- verde bordate da un gallone, di argento o d'orCJ, di (j m m, con I, 2 o 3 steJlctte d'argento a seconda se maggiore, tenente colonnello o colonnello. I colonneJli in comando di reggimento avevano le stellette bordare di color robbio. Sul berretto al di sopra della soprafascia un alto gallone (20 mm) d'oro o d'arr;ento. sormontato da 1, 2 o 3 gallonci.ni (4 mm) d'oro o d'argento. I colonnelli in comando di re~~imento avevano i galloni del berretto cd il f~~gio sottopannati i~ robbio. J generali avevano le controspaJline in argento filettate di rosso c riportavano I, 2 o 3 stellctte d'oro, a seconda se generali di brigata, di divisione o di corpo d'armata (ricordiamo che al tempo essi erano chiamati rispettivamente maggior generale, tenente generale e generale d'Esercito) (5). Sul berretlo la soi)l·afascia completamente ricamata della greca in argento su panno rosso, sormontata da 1, 2 o 3 trecciolc in argento a seconda del rango. l marescialii (6) avevano le controspalline grigio- verde con 1. 2 o 3 galloncini posti longitudinalmente in oro o in argento screziato di nero. Al berretto, al di sopra della soprafascia, un gallone in oro o in argento screziato di nero. Con la suddivisione dei marescialli in tre ranghi il grado di sergente venne portato su due ranghi: sergente (grado già esistente) c sergente maggiore. Il distintivo consisteva in un alto gallone a V rovesciata, sormontato da

I

(')) PcJCo pr ima della guerra fu introdotto un nuovo distintivo di grado per generale. in wm:wdo d ' armata consistente in due stellette infrarnczzate da una corona. (6) Il grado di maresciallo era stato creato con la k ggc: n. 266 del 3 luglio !1)02 c puhhlicaro sul C.M. in ùata 29 gennaio '1,;"3 con Lmo n. _5(). Al grado di maresciallo vennero promossi i furieri ed i furieri maggiori. rango che così venne a scomparire, salvo a sopravvivere per Cjualche anno per tutti coloro che per una ragione o un 'a lcra non po terono essere prrr mossi immediatamente al grado di maresciallo. i\l nuovo grad o porcvano essere promossi anche i sergenti maggiori, ma come specifica va la legge n. 372 in tempo di pace: « nessun sergente maggiore po·· rcva essere nominato maresciallo se non avesse almeno 6 anni di servizio di cui .i da sergente maggiore·., . Con la legge n. 372 dd 19 luglio T(jOO (atto n. 20 del (;.M. del 22 genn:1io I907) il nuovo grado di maresciallo vcTlne suddiviso in 3 ra ngh i : maresciallo di compagni:1. (squadrone o batteria; capo ianfara o rnarcsciallo ordi11ario), maresciallo di battaglione (per la fanteria), men.o reggimento (per la cavalleria). brigata (per ]artiglieria c:d il genio), o maresciallo capo. Maresciallo di reggimento (per t utte le armiì n ma resciallo magg iore. Col tempo le denomin azioni: bactaglicnc, compagnia o reggimento, relativi alle spe· ciiìchc a'rmi, scomparvero ed i ranghi furono denomi nali ordinario, capo c maggiore. Come distintivo d i grado all'inizio venne adottata un a trecc ia oro, o argenro, screziata di nero. N cl 1907 fu imrodotto il gallone oro o argento screziato di TlCro: 1 or.dinario; 2, capo: 3, maggiore. (7) Ci rcolare n. 242 del c;.M. del 24 maggio It)ll.

37


DISTII'\T!Vl DI CARI CA .

ln tutti gli eserciti lo specialista è indicato da un distintivo, portaro nell'Esercito Italiano generalmente sulla manica sinistra a metù fra il gomito e la spalla. Talvolta qucsri distintivi potevano essere più n'uno. In tal caso quello di maggiore importanza era posto sempre al di sotto dell'altro, o degli altri distintivi . Con l'uniforme grigio- verde i distintivi gi;t esistenti vennero confezionati prima in lana blu e successivamente in lana nera, seguendo le decisioni riguardanti i fregi al berretto.

Drsn~nvr PER \CF.RITO l>r Gt:ERRA.

D urante la campagn<1 eli Libia fu istituiro un distintivo che indicasse i militari che avevano avuto una promozione per merito di guerra.

L'adozione fu pubblicata sul Giornale :Viilitare con la circolare n. 574 del r(i clicembre I9J 2, ma con riferimento ai soli sottuffì.ciali c truppa, riservandosi, diceva la circolare, di adottare (( un contrassegno spcci;1le per gli uffi ciali promossi per merito di guerra ''· Il distintivo, per sot tufficiali c truppa. consisteva nella corona reale da portare :1l centro della manica al di sopra del distintivo di grado. La corona era in argento per i carabinieri, per la fanteria di linea, per i granatieri, per gli alpini, per la cavalleria, per le compagnie di sanità e per la sussistenza; d 'oro per i bersaglieri, per l'artig lieria c per il genio (H). (8) TI distintivo di promo~ion(: per merito di guer · ra per gli ufiiciali. cffctti"i o rli complemento, fu pubblicato solo il 21 febbraio 19tll sul G.M. wn la circolare n. 82. Il distintivo degli uffìciali a differen;-a rli quello da truppa era form:no da una corona con Jue gladi incrociati.

-38 -


TAVOLE PARTE

PRIMA















TAV. XIII

li9

117

CUtCOI.,ARK 72 .... J!)()!)

N. tt. -

Ado • l one " e lla uulto rn~ e di paoue 5rlsl•· ••.,rd o J•~r &Il u(tlel•ll. - (Gabine~w militare). 13 feb-

braio. 1. E adoUa~ per to~~i IJii ufficiali, ad ~zione di _quelli dei carabinieri reali "degh invalidi e ve~ran1, una untforme di pl'nno grigio-verde. A) La suddettA uniform e si compone: . a) di un uorretio di panno grigio-ve:de con_ viste~a ~ ~og: golo di cuoio grigio-verde . La for ma dt esso, 1 diSttnt•v• dt grado, i bottooo_ièi ed i fre,::i sono uguali a ~uelli del berretto di p&nno tur<lbtn<• scuro. T bottouctnt pero sono dt metallo ossidato. Ltt sopraffaeoio, la. filettatura e i filetti sono pure di panno grigio -verdo. b) d t una giubba di panno grigio-verde ad un potto (fig. l e 2).

Fì~ .

'J.

Stato maggio•·e. ·- Mostrino dello attuali bande dei

pan~loui

·~•o

gallone d'oro delle

(lig. 3).

/

La giuhbo. ba una. bottoniora centralo costituita da 7 bot· toni di osso.

Com111issa.l'i. -

(.IRCOl..AM.K

~ostrioe

i2

di volluto &z?.urro filettate di panno

nero (fig. 4).

Contabili. - Mostr ino di velluto nero

filet~te

di panno az• Medici. -- Mostrine di vell utO amaranto {fig . 6 ). . Veterinat-i. - Mostrine d i panno azzurro (fig. 5 ).

zurro (fig. •J). fi:. l.

-====::;:::=:: . .:.;:. :. .- --- ·'' Uranat.ieri. - Mostrine ':!i panno scarlatto e alamari d'ar· geuto come gli n.lt ual i L e d11e mosLri Q~, 1.1lèe co me il bavero, souo a pplicate su que•t,o ìu modo du. coprirle por una ltiUghozza. di 16;) milli· metri, misurati dallo punto nrroconda.to. Posteriormente t.or · mi unuo pnrnllelnmen to agli alamari a distan~• da quosti di t.ro millimetri . Funtc>·iol <li linea. c dist•·etli. - Mostrine per le brigate come le ntr.nali. Be•·saglieri. - Finmo;oe di panno cremisi come le attuali. Alpini. - Fiammo di p•nno verde, como lo att uali. Cacalle•·ia.. - L'intiero ba.vero è della medesi ma sr.olfa e porta gli stessi oruam..uti delle giubb~ attualmente di prescr i· ~ione.

l~

150

l reggi menti Nizza, P iemonte Reale, Savoia, Genova cavalleria porteranno sulle controspalline una filt'ttatura di panno di coloro uguale a quello del bO< vero. Il reggimento cavalleggeri Foggia, avr~ lo contro•pallino filettate di panno rosso scarlatta. A>·tiglie>-ifl. - ~ostrine di velluto nero, filctt.ate di panno giallo (fig. 4J. Genio. - Mostrino di Villu~ nero, filettate di velluto eromisi (fig. 4).

n~ .

•·

Cj J d ì~ tint,iv i di cui a l n. 14 del regolamento sulla uni· forme ed al § :!8 dell' istruzione sulla d ivi3a rimangono auche per la. uniforme g rigio-verde. II. E adottata per gli ufficiali (esclusi g li u fficiali d <:> i ca· rabinieri reali e degli invalidi e dei veterani) u oa mantellina d i panno g r igio-vordo, con bavero dello stesso panno, senza ornamenti, dì forma uguale a quelta finora d i prescrizione, lunga 4& coprire appena. il ginocchio. I II. B adottato per gli ufficiali (eeclusi gli ufficia.li dei ca· rabinieri reali e degli invalidi e dei veter .. ui) uu cappot.to di panno grigio-verde, spocialmonto ntto per essere indossato a cavallo, l&cui forma risulta dalle figure 6 -7. I bottoni sooo delle st.esse dimensioni d i quelli del cappotto finora d i presoriziooe, ma di metallo ossida~o.









PARTE SECOl'\DA

LA GUERRA



CAPITOLO VIli

LA GUERRA

L'Italia entro m guerra ufficialmente il 24 maggio H)T5. \fa gli insegnamenti della campagna di Libia c in previsione di una nostra partecipazione al conflitto, l'uniforme c l'equipaggiamento, a pochi mesi dalla dichiarazione di guerra, subirono talunc piccole modiiìche, tendenti ad una m:1ggiore conwdità e nùrnetizzazi.onc del soldato, oltre che ad una migliore efficienza dei. reparti. Con la circolare n. 30 del G.M. del <) gennaio 1915 fu introdotto anche per la cavalleria il guinzaglio di corda già in uso neJle sezioni mitragliatrici (r), per meglio condurre sottomano i cavalli porta- materiali. Mentre a tutto il personale montato ed armato di sciabola delle batterie a cavallo, da e<lmpagna, pesanti campali c dd treno d'artiglieria, venne esteso l'uso, già adottato per i marescialli della cavalleria, artiglieria e treno, della correggia reggi- sciabola (2), che entrava a far parte della sella completa per batterie a cavallo c da campagna. L'adozione di <.]Uesta correggia si era resa necessaria, visto che l'unico pendaglio di cuoio grigio per cinturini, mod. IC)02, non era suffìciente ad assicurare la sciabola alla sella. Due disposizioni fecero maggiormente sentire l'approssimarsi della gucn:a; una fu l'ordine di abbrunare le sciabole (~) mod . 71, 88 e \;oo, per cavalleria ed artiglieria campale; e l'altra fu l'adozione di una fodcrina di cotone grigio (4) per gli elmi dei primi c1uattro reggimenti di cavalleria. La foderina era formata di due parti cucite al centro c con due asole laterali, all'altezza dcll'orecchione del sottogola, dalle quali fuorusciva un sottogola dì cuoio grigio, che veniva applicato all'elmo c sostituiva il precedente a scaglie d'ottone. Sul davanti della foderina era cucita la croce di Savoia in panno nero. Ad un mese dall'entrata in o(ruerra fu modificato anche il sistema di positura del cintu-

rino reggigibernc (5) delle armi a piedi, che veniva ora portato al di sopra deJla giubba <• se il militare era armato di fucile ll. Sempre con la stessa circolare, fu stabilito che la baionetta, con yualsiasi tenuta, fosse portata sul lato sinistro. Così anche la borraccia, qualora fosse applicata al cinturino. In questo caso, doveva trovarsi dietro alla baionel ta. La tazza lamiera invece veniva spostata dallo zaino al tascapane, con facoltà di appenderla alla cinghia dello stesso. A quattro giorni dall'cntrat:l in guerra (6) venne data disposizione che tutta la buffetteria in cuoio naturale o di bufalo vecchio modello, ancora in dota;~,ione fìno a consumazione, fosse tinta in grigio- verde. Ai reggimenti di cavalleria e di artiglieria

erano già state date disposiz.ioni in merito. Nel corso della guerra l'uniforme mod. H)09 non subì particol;·ri modifiche, al di là dell'introduzione de.lle fasce mollettiere per tnttc k armi a piedi e altre piccole variazim1i dovute ad esigenze belliche. Vennero invece introdotti nuovi capi, consigliati dalle particolari condizioni climatiche in cui il soldato si trovò ad operare, c dall'introduzione delle nuove armi di offesa, per meglio difendersi .

LE

ARMi A l'TEDI.

La prima modifica all'uniforme del T<)OC) fu determinata dal tipo di terreno su cui operò

( r) Circolare n. 35 1 del G.M. del l9II· (2) Circolare Il. 43 dd G.M. del IO gennaio 1915. (3) Circolare n. r6:; del C.M. dell' JI marzo 1915. (4) Circola n~

ll. 178 del C.M. del r8 marzo I9I). Circolare n. 24R dd G.M. dd 9 aprile 19f'). (6) Circolare n. 358 del C.M. del 20 magg1o 1')1').

(s)


l'Esercito Italiano, e portò all'adozione delle fasce mollett.iere. Fin dali 'inizio del conflitto ci si rese conto di due cose: primo che le scarpe da riposo erano del tutto inutili in periodo di guerra, secondo che lo stivalctto delle armi a piedi non offriva sufficiente resistenza sulle zone montuose. Fu ordinato allora di ritirare le scarpe da riposo, operazione che ini7,iò nell'ottobre del 1915 (ì), sostitucndolc. con un secondo paio di scarpe piò adatte al tipo di terreno, gli stivalctti per truppe da montagna mod. 1912. Rimaneva però i l problerna del primo paio di calzature, che non andavano. Nello stesso tempo si era visto che l'eccesso di modelli di calzature (ben tre: uno per armi a piedi, uno per truppe da montagna cd uno per armi ;) cavallo e bersaglieri ciclisti) aveva creato, nei primi mesi di guerra, seri problemi ai rifornimenti, costringendo, c non sempre era possibile, ogni magazzino ad avere sufficienti quantità di ogni tipo a rischio, com'era accaduto, di esaurii·e nc.Ì giro di brevissimo tempo le scorte di un modello e di avere invece eccessive giacenze di altri tipi, che sarebbero stati magari utilissimi a qualche altro magazzino situato a pochi chilometri di distanza. · Nel gennaio 1916 il tenente colonnello medico Péicc proponeva per ragioni sanitarie di sostituire lo stivaletto delle armi a piedi con quello delle truppe da montagna. ·· Il parere dell'ufficiale e la considerazione che tin solo modello di scarpe avrebbe consentito una maggiore facilità di rifornire le truppe, portò all'adoz ione per tutti del rnod. 912 per truppe da montagna (R). A differenz,iare le calzature rimase la sola bullonatura della suola, precedentemente in uso: ,, forte chiodatura l> per truppe da montagna, ;, ali di mosca c diamante >l per le anni a piedi, ,, bullette a testa circolare con gambo a freccia )) per le armi a cavallo c per i bersaglieri ciclisti (<) ). La nuova calzatura poneva però un grosso problema. Lo stivalctto per truppe da montagna mod. 12 non aveva il gambale alto come quello delle armi a piedi , per cui il pantalone non era sufficientemente contenuto ~~1 fondo delle ~am~-

be. V enncro così introdotte anche per le anm a piedi le fasce mollettiere. La prima grossa fornitura di fasce molletticre si ebbe il 14 novembre del It)I6. quando vennero distribuite le prime 100.000 paia. L'adozione delle fasce suscitò una grossa diatriba e forse mai capo d ' abbigliamento fu così al centro di polemiche, che produssero una rnarea di carta e una sequela di giudizi contraddittori anche a guerra finita. Ogni anno, alla fine della campagna invernale, l'Intendenza Generale richiedeva alle varie Intendenze d ' Armata delle relazioni sui vari capi usati nel corso dell'inverno; in. esse ritroviamo puntualmente, ogni anno, la diatriba ( 10) sulle fasce. Così scopriamo che la r' c 2" Armata espressero giudizi .sfavorevoli sulle fasce mollettierc, a loro avviso inadatte a riparare sufficientemente le gambe del soldato dai rigori in verna li; inoltre una volta inzuppate, nell'asciugarsi si ritiravano stringendo il polpaccio cd ostacolando la circolazione del sangue. D'altronde, se venivano allentate secondo le indicazioni per ovviare all'inconveniente, tendevano a scivolare. La 4" Armata c la Zona Carnia ne erano invece entusiast~; trovavano che le fasce erano resistenti agli urti ed alle sfregature e soprattutto facili da asciugare quando si bagnavano. La J' Armata invece propose, nella sua '<relazione sugli indumenti c materiali invernali della campagna invernale U)r6- r; 'l, la convivenza dCJlc fasce mollettierc con i calzettoni di lana.

(i) Le scarpe da riposo vennero definitivamente abolite con la circolare n. 7I'5ì: C del 6 gennaio 1916. Rimasero cornuntple in dotazione agli ospedali militari e vennero ripris tinate per gli arditi nel 1917. (8) La disposizione gi~ in atto sul fronte venne riporrata sul (;.M. con la t:ircolarc n. 463 dd 21 lu gli o I 91 Ci. (9) Una delle prime disposi<-ioni prese con l'entrata iu guerra fn eli non anner ire le calzature ma solo ingrass:Jrle. Lo scuro venne poi cb\ continuo conr:uro delle calzature con la pioggia, neve ed il grasso. Nella collezione del :\iuseo di \Vest Point, a cui furono invir~ tc diverse serie d'uniforme ed cqu ip:~g gia menro all'epoca, si possono infatti notare k calzature rnod. 12 per truppe da momagna mai usate d i color marmne- giallastro. ( w) Cartella 26, Carte Intendenza della guerra 1915 - 18, Archivio Cfficio Storico S.:VLE ..


La prima vol ta che si parlò dci calzettoni, o gambali di lana, fu nel settembre del 19r5, quando in una relazione dell'intendenza venne proposto di sostituire le fasce mollcttierc con gambali di lana, per le truppe montane più esposte al freddo. La proposta non venne accettata ma generò connmque un cspenrncnto. I calzettoni di lana apparvero sul fronte nel gennaio del I<)Iì, ne furono distribuiti ben r.8oo.ooo paia ( 11 ). L'apparizione di CJUesto indumento accentuò ancora di più la polemica fra i fautori c i denigratori delle fasce mollettiere. Favorevoli ai calzettoni furono la r · e la i' Armata; contrarie la e la Zona Carnia. In una relazione dell'intendenz,a della 1'' Armata si legge che, al contrario delle fasce, i calzettoni <( permettono una più regolare circolazione del sangue che riduce al minimo le congelazioni o <.1uanto meno ne attenua la gravità 11 . D'altronde anche i fautori riconoscevano che i difetti di <.luesto capo erano la facile usura, che allentava l'elastico facendoli cadere giù c, gravissimo inconveniente, ]a facilità con cui si laceravano a contatto con le asperità del terreno. A ciò si aggiungeva il fatto che, una volta bagnati a contatto con la neve o con il fango, si asciugavano lentamente e i piedi del soldato rimanevano a lungo ncirumiditù. 1.1 difetto venne ovviato trasformando i cah.et:toni in gambaletti, togliendo cioè la parte del piede, c dotando allo stesso tempo il soldato di quattro paia di calze di lana g rossa. La soluzione proposta e adottata dalla J' Armata fu ccnnum1ue la migliore: calzettone elastico e caldo con sopra le resistenti fasce mollettiere. Non tutti i comandi adottarono lo stesso sistema; in base alla disponibilità delle forniture, alla stagione, o alle scelte soggettive, furono usati indistintamente c alternativamente i due capi, che convissero per tutta la durata della guerra senza che si arrivasse ad una precisa disposizione finale. In effetti non sarebbe stato possibile arrivare ad una radicale soluzione del problema. Quando il soldato stava per giorni e settimane con i piedi nel fango o nella neve, qualsiasi materiale, pelle, lana, panno, cuoio o tela, subiva

+'

un fortissimo deterioramento con conseguente perdita delle capacità pro te t ti ve. In via sperimentale entrarono in linea (dicembre 1916) delle alte uose, dette <( da montagna)). E nell'inverno del '17, sempre in via sperimentale, vennero introdotti dci sovracalzettoni di tela imperm.eahilc grigia, da porre sopra ai calzettoni di lana al posto delle fasce mollcttiere. Questi erano come i gambali d'artiglieria, ma più corti e con dtÌe cinghie di tela tipo Mi!Ls, per la chiusura che girava intorno ai polpacci orizzontalmente. Anche questa soluzione, mantenuta in vita fìno a tutto il 19r8, non dette i risultati sperati. Altri adattamenti dell'uniforme furono consigliati dall'uso durante la guerra. La circolare n. 130 del G.M. del 25 febbraio r9r(i ordinò che tutte le mostrine di velluto, o con parti in velluto facilmente deteriorabili, fossero sosti· tu ite con altre identiche ma in panno ( 12); e la circolare n. 3338 del Comando Supremo ordinò agli alpini ed ai bersaglieri di eliminare penne e piumetti dall'uniforme di combattimento. Quest'ordine non fu però del tutto rispettato, e se troviamo foto con bersaglieri ed alpini perfettamente in linea con la disposizione, altre testimoniano che le tradizioni a volte erano più forti dei regolamenti. Così penne e piumetti vennero u[fìcialmcnte restituiti sul fìnire del HP7· L'equipaggiamento rimase immutato nel corso della guerra, salvo c1uello delle truppe speciali che tratteremo a parte. Lo zaino venne lasciato in genere nelle retrovte, cosa che port<) ad un diverso affardellamcnto del soldato. Con la circolare n. 75 del G.\1. del 2H gennaio 19r6, ogni soldato di fanteria ebbe in dotazione uno strumento leggero da zappato-

(II) Di pronto impiego ne vennero spc:Jitc 147·000 paia alla x" Annata; ro4.ooo paia alla 2" Armata; 65.ooo paia alla 3" i\rmata; 45.ooo paia alb .f' e 24.000 all.1 Zona Carnia. ( 12) La cl isposi&ione riguarda va l'artiglieria tutta, la sussistenza, .i drappelli speciali di fanteria, i re-· parti prc:sidiari della mil izia territoriale e dei plo· tnni requisizione quadrupedi, il treno aus iliario mi -· !iran;, il pe rson:-~le di governo degli srabilimellli di pena, fanteria, personale di governo, gli isrituti m i· litari cd i guardaforti.


FIG. 6. - BERSAGLIERI. BERSAGLIERE ORDINARIO. 11\VERNO 1915 - 16

Sempre nel tentativo di offrire bersagli meno indivi duabili al nemico, il generale Cadorna ordinò nel settembre del 1915 di elimin are sia i piumetti dci bersaglieri sia le penne degli alpini. Le foto d'epoca testimoniano che la disposizione, anche se non amata, fu largamente seguita. L'ordine comunq ue dovette creare un certo scal pore e arrivò anche nelle red azioni dei giornali, tan to che Achille Be ltramc, in una copertina dedicata all'assalto a quota 85 da parte dci bersaglieri del 3o, 4n c 1 r" battaglione nell'agosto del 19rG, illustrò appunto questi senza piumctto. Il cappello dci bersaglieri scomparve nell'aprile del 19r6, con l'adozione dell'elmetto d'acciaio mod . 16. Il cappotto illustrato è il modello per armi a piedi, con cappuccio fissabile con 5 bottoni.

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FIG. 7. - GEN IO. CAPOR ALE DEL GENIO . ESTATE 19 17

Nell'estate del r9I7, d ato l'enorme numero di calzature per armi a piedi vecchio modello ancora giacenti nei magazzini, l'intendenza le distribuì alle truppe approfittando anche della bella stagione. Riapparve così, sia pure brevemente, il vecchio tipo di soldato ante - guerra. Il berretto calcato d al nostro caporale è il modello soprannominato <! scodellino », con le caratteristiche in fossa tu re sul d avanti. La maschera antigas contenuta in una custodia di latta e portata a tracol la tramite un cordino bianco è il m odello detto « polivalente>>. Sul braccio destro il d istin tivo di (( militare ardito >> in lana nera.

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FIG. 8. - FANTERIA. CAPORA L MAGGIORE DELLA BRfGATA LIG URIA (15ì" E 158•). GENNAIO 1918

Subito dopo l'adozione dell'elmetto d'acciaio mod. 16 vennero distribuite le relative foderine in tela grigia, con stampato o applicato su altro fondo di tela il nurnero del reggimento con o senza corona, o altro simbolo a seconda dell'arma, corpo o specialità. Il nostro caporale maggiore, tiratore scelto, esperto in lancio dì bombe a mano, esploratore, con promozione per merito di guerra, porta i calzettoni con sopra le fasce mollettiere. Sul finire del 1917 vennero distribuite le maschere antigas inglesi in sostituzione della maschera polivalente. La maschera antigas inglese era conrcnuta in un c< tascapane » di tela kaki e veniva portata appesa al collo. Nel corso della guerra l'eliminazione progressiva dell o zaino portò ad un diverso a(farddlamen to. Il tascapane , portato definitivamente a tracolla, divenne il <<contenitore ll primario del soldato. Sempre a tracolla venivano portati anche coperte c cappotti. Notare la borraccia di nuovo modello e con foderina grit,rjo- verde, appesa al tascapane attraverso una cinghia d i tela, con punta di cuoio, che veniva infilata attraverso due passanti sul tascapane. -

jO -



re ( q ); la ro n~egucni'.a fu una diversa di sposizione dcJrarfardc lbmcnto. Le disposizioni sull'affardellamcnto per gli strume nti leggeri da zappatore prevedev:mo che le vanghettc venissero por t ate su llo zaino al lato sinistro, rnentre per i piccozzini c'e ra l'apposita doppia borsa. Ma senza zainn c per il fatto che la doppia borsa non fu distribuita in larga misura, gli srrumcnti leggeri. aumentati di numero, furono per lo più appesi al cinturino o posti in improvvisate doppie borse. Sempre in tema di et]uipaggiamento vennero .inoltre abolit e (14) le foder ine di tela grigio- verde per gavct'tc, introdotte nel l<) .L4 con la circolare n. 6 1q. Un importante in dumento protettivo entrò in uso nel corso della prima guerra mondiale : la maschera anti- ga~ . r modelli principali in dotazione furono la maschera polivalente e la maschera anti- ga~ inglese. La prima. la cui distribuzione iniziò nel genn;1io del H)lj (15), era contenuta in una scatola met;!llira provv is ta di un lungo cordoncino c veniva porrata a t;·acolla. La maschera ami - gas ingk:.e. con un lungo tubo snodato, incominci(, :ul e'sere di>tr ihuita dopo il nostro artc~tamcnto sul Piave. Essa era contenuta in una bor~a <.J uadr~mgolarc di tela kaki e veniva portata sul petto. appesa con una cinghia al collo.

LE

:\ R\f l .\ C ·\ \'.\L.I.O.

Le armi a cav:dlo ~ ubirono ai1l'Or meuo di tluelk a piedi tra~formazioni sia ncll'C(JUipaggiamento che ndl'unifortnc. Anche esse, naturalmente òo\'(:ttcro cambian: le mostrine da \'CIIu to in panno. L'artigliui:l :1 cavallo e da campagna lo fece nel febbraio del 'di contelllporaneamcnte a quclh :t piedi . mentre alla c:lValleria toc,:c'l nel maL:"gio del lo srcsso anno (1C1}. Sempre nel T!JI (Ì \ 'CII TH.: aholii<l il berretto da fatica a due punt e del la Ct\·a llcria ( 17). "0stituito da CJUello di f:!ntnia con il fre,rio della ~pccialirà in lana nera . Pt:r la \Trità d~ alcune foto risulfèrebhc rhc qucst'ul1i mo "ia stato introdotto mollo prima, per lo meno in zona d 'operazioni .

Alcune di sposizioni riguardarono anche il fedele compagno delle armi montate. il caval lo. La circolare n. 7ì7 del G.M. del 14 dicembre 1916 dispose eh<.: la marchiatma fosse d'ora in poi escguit<1 su lla coscia sinistra dell'animale. fl marchio era la croce di Savoi a. La lorma c la din H.:nsione era no stabil ite con la circolare n. zoo dd C .M . del f9T). ~cl r91ì con la circolare n. 63 del G.~1. del 19 gennaio fu adottata una nuova bardatura (JCL. cavalleria, detta mod . 16. La precedente rimaneva in dota7.ione lino a constunazione delle scorte. Con l'appiedamento , le arm i a cavallo subirono la loro maggiore:. 1nodifìca; dovettero adottare, infatti. la buffcttcr ia per armi :1 piedi t: le fasce molletticrc. Alcuni reparti ebbero, al posto delle molletticrc . un alto gambak d i 1ela, simile a quello d 'artiglieria. chiudibile sul davanti con tre cinturini c relarivc fibbi e. Sempre durante b gll(~ rra (u adottato per b cavallcri;) uno zaincno leggero di tela grig ia da portare su lle spalle.

(; ll LI Fi'ICIAL T.

A l contrario della 1ruppa. l'uniforme ckgl i ufficiali subì radicali nwdìfìche, tese, come dir:-1 una circolare del 'r.:; . a ., render poco riconoscibili gli urtìciali •1 . Alct1 ne d i qtl c~ l t Jnodifìche fmono introdotte anche per loro poco pri111a della guerra. Con ìa circolare n. ;H del C.\!1. de l , .. khbraio !(Jf') furono st:~ b i li!i nuovi distinti vi di

( 1~) La ,:ispmi1ionc :~::('re', b pro>porzionc :~Jrintcr no ,t; ogni compagr1ia che \'C!lllt: ,..,,; 3 1ro13r~i: <'< Hnp:~gnil· d i f:n11 !'' i:1 di lir1c:t. g ra!lati~.:ri c hcrsa qrHln!.'fl l i di cui 1tlh '':ln,t;hctte. /' pi<'<'<> l· f<mu.:ria c 7" pict'<> /'l.i lfi ·1.:1 ppcua. ( )gll i ,.,Jfll · p:1g11ia :dpin:1 dO\l'\'a :t l 'l'l'l' Ì i l i'CCL~ , 2tl !-'ra,· inl'il<' per alpini, (•o p icco:uini d:l r:rrlln:a c: p ,·anghc u c ( ~.:t i Circolare n. F~ lkl (; .:Vt. del 2) m;1~;.; iu lt) r l>.

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grado at cappotti . l nuovi disti ntivi, sempre sotto forma di stellette, erano applicati sulle controspalline, ma in posizione diversa rispetto a quelli posti sulle ~ontrospalline della giubba e cioè non più in linea parallela, ma perpendicolari, alla controspallina. Il sistema rimaneva invaria to: r, 2 o 3 per g li uff-iciali in feriori . Controspallina bordata, con g alloncino d a 6 m m, in oro o in argento, ed r , 2 o 3 stcllette in argento per gli ufficiali superiori. Per i generali la controspallina era ricoperta parzialtnente alla base da un gallone d'argento , .alto 50 mm c filettato di pan no scarlatto, con r, 2 ·o .3 stellettc d'oro distanti 1.2 mm fra le punte, o 2 stdlette con corona. Inoltre sempre con la stessa circolare fu confermato che i bot toni erano di metallo ossidato, come <]Uelli prescritti per il cappotto grigio- verde da uLfìciale, ma disposti come <-1uclli da truppa. L'ordine di brunire le sciabol<:: degli ufficiali venne il 9 aprile 1915 (18) e rig~ardava le sciabole di tutti gli ufficiali, ad esclusione di quelle dci bersagl ieri. Sempre nello stesso giorno, ma con altra circolare fu disposto che i fregi ed i d i~tintiv i di grado al berretto di tutti g li ufficiali , d::t argento od oro, divcnis~ero in seta grigio- verde su panno grigio- verde chiaro (19). Rimanevano, in argento o in oro, il numero dd reggimento o gli altri contrassegni nel tondino. D elle vecchie disposizioni restavano in uso il tondino in panno colorato, la croce di Savoia in campo rosso per i f uori corpo, il fondo scarlatto per i generali ed il fondo robbio per i comanda.rni di reggimento o capi servizio. La visiera diveniva per tutti 111 cuoio grigio- verde opaco. A pochi g iorni dalla guerra (.20) fu concesso agli u fficia li delle armi a piedi di appli~ care, sulla mantdlina di panno grigio- verde dell'uniforme di marcia, il cappuccio della stessa stoffa. Mentre veniva vietato, sempre con la stessa circolare, l'uso dci soprabiti diversi da tluc\Ji grigio- verde (21), c venne concesso l 'uso degli impermeabili di qua lsiasi tipo di stoffa. a fon.ll a di mantcllina o cappotto, purrhé in grigio- verde. La circolare inoltre soppresse la bandoliera di marcia di cuoio nero degli ufficiali d'artiglieria; in sua vece fu data la bandoliera per

uniforme di lnarcia di cuoio grigio- verde tnod. 14 degli ufficiali d i cav::tllcria. Le sciabole, con l'unifonne di marcia, dovevano essere portate, dagli ufficiali a piedi, appese al cinturone grigio- verde con pendagli e dragona di cuoio grigio- verde e forn imcnti ossidati; erano tollerati, a consum azione, i pendagli in cuoio nero. Venne anche concesso, agli ufficiali montati, l'uso delle bisacce identiche a quelle della truppa. ma confezionate in tela ricoperta di pelo o cuoio nero o sempl icemente in tela impermeabile grigia . L'alto nu mero di morti fra gli ufficiali nei primi due mesi di guerra, facilmente identificabili sia per il diverso tono di colore dell'uniforme che per l'uso della sciarpa azzurra, convinse il Com:mdo Supremo ad adottare in via sperimentale, con le circolari n. 1570 c n. 1782 del 15 c .20 luglio 1915 (22), un a speciale uniforme detta <• da combattimento >> per gli ufficiali e aspiranti ufficiali (23). L'uniforme da

(d)) Circolare n. 240 del c;.M. del 9 aprile I9I ). (19) Cìrcolan; 11. ;2.4/ del G.M. Jd. 9 aprile I9J 5· Per gli u Hicia li delle truppe da montagna la clisposizione venne 6 giorni dopo con la circolare n. 263 c.ld C.M. del 15 aprile 1915. (2o) Circolare n. 3" c.lcl C.M. dell'x mag,l!io 19r5. (21) Fin dall'ado:Gione della grigio- verde degli ufficiali era stato conc.esso r uso di soprabiti (U rch ino scuro a consuma:Ginne e ntro c non oltre l'x gennaio del I 915; cviclentcnxnte doveva esserci stata u~a proroga che l'irnpcllcnre guerra non poteva ulteriormente procrastinare. (22) Le circolari furono riportare dal Ministero della Guerra, Scgretari3to Generale, D ivisione Stato Maggiore, Sezione 2a con i numeri I5543 e 16041 del 1.2 c IO agosto 191). (23) ll grndo d i asp irante venne ist ituito nel 19r5 con la circolare n. 65 1 del G.M. dd 20 ngosto. Cou la circolare n. 6;r c.lel C.M. d el 20 agosto 1915 venne stabilito che gli aspiranti ufficiali di complc· mento, terminali i corsi, indossassero l'uniforme dei ~ottotcncnli della ri~petti va arma o corpo, ma senza distintivi di grado c con le stellette da tr uppa al colletto. Con la circolare n. 3338 ven ne introdotto per loro come distintivo di grado la stellctt:J nera ed il filetto nero al berretto. Annnmento cc.! equipaggiamento da ufficiale. Anche gli aspiranri medici vestivano ini:Gi:Jimeme come i sorrotenemi medici ma sen· za distintivo di grado e stelleuc da truppa (circolare n. 408 del 27 mag,l!io I 915).

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FIG. 9. - CAVALLERIA. CAVALIERE. IKVERNO 191 7-18

Secondo le disposizioni, sull'elmetto metallico andava dipinto il fregio del l'arm a, corpo o specialità portato sul berretto. Gli effettivi dci quattro reggimenti della cavalleria di linea ();"i zza, Piemonte Rea le, Savoia e Genova) vi impressero , al posto della gra nata a fiam ma dritta simbolo della loro specialità, la croce di Savoia, che già portavano sul vecchio elmo ottocentesco. Lo zainetto è quello in dotazione alla cavalleria fra il H)T6 ed il 11)17.

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F fG. IO. - GRANATIERI. MAGGIORE DEI GRANATIERI. DICEMBRE 191 5

L'alto numero di morti che si registrò fra gli ufficiali nei primi mesi di guerra, indusse il Cotn ando Supremo ad avviare una serie di esperimenti di vestiario atto a mirnetizzare il pÌLl possibile gli ufficiali tra la truppa. Nacque così nel settembre del 1915 l'uniforme da combattimento per ufficiali, che era quella da truppa, in panno. Quest'uniforme non fu molto amata dagl i ufficiali che spesso la modificarono - soprattutto quelli delle armj a piedi fornendo la giubba dei piLl svariati modelli di tasche e, come nella nostra tavola, sostituendo gli spallini con le controspalline. Con questa uniforme, sempre nel tentativo di mimetizzare il più possibile l'ufficiale, i distintivi di grado vennero spostati ai paramani, prima sulla parte posteriore e successivamente sulla parte anteriore. Contemporaneamente vennero adottati nuovi distintivi al berretto sotto forma di V rovesciata ai due lati, sistema che venne però ben presto abbandonato con il ripristino dei galloni orizzontali, anche se ora in lana grigio - verde . La pistol a è la Gliscnti mod. I9ro, appesa al cinturone mod. 1914, sprovvisto però degli spallacci. Questo cinturone ben presto scomparve, sostituito prima dal cinturino da truppa c successivamente dal cinturone di cuoio marrone con spallaccio. Notare il bastone da montagna molto in voga fra gli ufficiali nel primo anno di guerra. A sinistra la placca del cinturone mod. r9r4.

.



t:rJmbattimento fu ufiìcialtnL'ntc i1ttrodotta il 10 sc::ncmbre T</1) (24). j\ Cjlll'St c circolari 111: SL~gui r nno molrc altre . con un tak ri tnw e con t:J.le ecc\.'sso di disposizioni che. soprattutto nel primo anno di guerra, si gcnen\ una tale confmione. per cui capirò spesso di VL~derL~ in uno st esso reparto ufJiciali vestiti in tnodo din:rso, al d i Et di (.jUelk clte potevano essere scelte per~onali non regoLJ.mentari. L'uniformL~ , da combatt imento n era per tutti quella di panno grigio- verde della propria tmpp:t con facolt21, dal dicembre del 'I). di porre quattro tasche alla giubb;J, analoghe a tjudk stabi lite per la grigio- verde di cardellino. purché poco appariscenti ,, (25). L'uniforme da combattimento non fu molto amata dagli ufficiali. e nonostante le ripetute circolari c.k 1• facevano di,·ieto di alterare o modificare l'uniforme da combattim.ento "· ancora nel '17 il :V1inistero della Cuerra t:ra costretto a richiamare all'ordine gli uf{tciali, soprattutto quelli dì (an teria che toglievano gli spallini o aggiungevano la martingala, o addirittura adottavano la giubba da cavalleria o qudb dei bersaglieri ciclisti. Le prime circolari dicevano che l'uniforme da combattimento doveva essere, gcnencamente, quella della truppa senza meglio specificare. ;\cl dicembre del TCjT5 i vari rnodelli vennero meglio determinati (26). l genera li. gli ufficiali di stato maggiore o in servizio dì ~ta~o maggiore nonché g li ufficiali medici c veterinari (questi ultimi solo con la circolare n. 24724 dell'H dicembre H}Fj) dovevano indossare l'uniforme cd il soprabito della cavalleria. Sul colletto i generali portavano le sok srcllette d'oro. Gli ufficiali di stato maggiore '· ' o <-ruelli sprovvisti di truppa. le mostrine del corpo dì S.1vL I medici cd i veterinari le prop rie mostrine. Tndìfferentemenre, gli uffì.ciali potevano portare gli stivali, i gambali o le fasce mollcttierc. Il berretto era per tutti quello di fanteria , con l'atjuila ricamata in seta grigio- verde per i generali e gli ufficiali di S.M. o in servizio di S.M.: per gli altri il fregio specifico ric:1mato in seta grigio- verde (27). La sottopannatura rossa per i generali fu abolita ( 28). (<

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l gctwr:di. <:cHnandanli d i brigata. i colon-·

nelli ~ in com;1ndo di brigata (o <capi SL~rvizio)

c gl i aiutanti di campo portavano l'uniìorme della truppa presso cui prestav;1nn ~crvi7. io. Sul t:ol lcno sia i ~t~ n e r:tli che i colonnelli in con;.ando di brigat ~J. port:1vano la mostrina della rispctti\a brigata con stelkttc d'oro. Sul be:rrelto da fanteria i gcr1crali brigadieri cd i colonnelli i.g.~. a\·n·:mo LK]uih rÌL:amata in grigio - verde. ma senza la ~ ortopannatura ~(ar­ latta. né il c:uatkristico color robbio dei com:mdanti e dci capi SL~n·i zio. Cii aiutanti di (ampo port:1v;mn il freg io dell'arma. corpo o specialitù. Cli uffìcialì superiori ed inferiori delle anni a piedi ed a cavallo portavano 1\mifonne delb rispctriva truppa ed in combattimento k calzature (stivalcui, ra~ce molktticrc , stivali o gambali) come h truppa. Inizialmente i gambali c k calzature avrebbero dovuto essere in cuoio naturak come tjuclli da truppa (circo-

(:q) Circolare n . .3).)iì del ComJndo Supremo d el settem hr<: l l)t) (n. 17i:i87 del Ministero della (;uerra dd 25 scttembn: H)!')). ('..:')) Circolare rt . LJ/.!i d d i\!iui~lt:ll J della Gucua d ell'~ dice m bre 1915. La nonna dd lc mschc generò 1m n:ro c proprio caos: tes\ualmenle la circolare I L 24727 dice : "E' b s<: iata fa,:ulr:t ogli ufi'tcinli di app licare esu:mamente aile g iubbe d a truppa quaLtro rasd1e, con di.~pos i<:io nc anologo o qur.lh stabilita per l'attua le giubb:.t grigio · verde, purché poco a ppariscenti "· E ppure, nonnsr:1nlr. la ,:hiaren.a della d isposiziouc apparvero un'infiuit;\ di mod elli, di ..:u i i più comuni furono le '1 r:~sc hc n r:~glio, n quelli con ie tasc hr. oi i·ianchi co n ~o fficlto . Ulcrc a qu<:sri pen'> ne appa rvero ta!m.: m e rami ail r i che si polrcbbc scri vere un inrcro volume sull'arj.;omc nro. E. ~n! o con la ristrutturazione ckll'Fse rcit·<·) do po la resislcm:a al Piave cih : lJ " situazione raschc " si norma li7.za al tCstand osi sul modello p rec<::Llentcmemc iu uso. (2()) Cirwbrc n. 24727 del Ministero della Guerra dell'8 dicembre T<fl ::;. Semi' re con b Slcssa circola re \·en ne srahiliro che sull'unitorm<: ..b combattime11to si potessero portare i soli nastr ini a l valore:, c:unpa· gne mi lirnri c u occ d i S:1vo i:L Successivar!lCJJlC a questi ~i poteva no aggiungere anche le decorazioni st ran ie re (cir(nbre n . 2-17 d el (;.M. dell·1 aprile 11)16). (~7) Cii utiìciali com m issJ r i e contabili ebbero l'uniforme da combatlimcnlo nel mod el lo per fanTeria cnn b circolorc n. 2.1727 dell'S dicembre 191 5. (21\) Circolare n. 2.f727 dd Mi uisrcro d dla (;uerra dcll·8 d icemb rc H)J 5· La solropan natura rossa ve n ne rip r istinma IH:l 1 l)JR. 10


larc n. 24727 dell'8 dicembre H)15); erano tollerati ì gambali c gli stivali in cuoio tinto nero, precedentemente in uso, che potevano essere usati a consumazione, non oltre però il 31 dicembre del 1918 (29j. Il berretto era per lutti quello da fanteria con fregio da truppa, compresi i colonnelli comandanti ed i capi servizio per i <.1uali era abolita la caratteristica sou-opannatura color robbio (3o). Gli ufficiali dei bersaglieri c della cavalleria, quando non {acevano uso dei loro particolari copricapi (.)T), portavano anche loro il berretto da fanteria (cìrcobre n. r;fh del 20 luglio T<)T) del Co.mando Supremo) con il fregio del corpo o della specìalit~l ricamato in seta grigi.o- verde, successivamente in lana grigio- verde (circolare n. 24727 dell'H dicembre T<)T)). Anche per gli ufficiali per i quali non esisteva truppa il fregio era quello precedente in lana. Con la circolare n. 37r del G.M. del 16 giugno ryr6 tutti i fregi da berretto e cappello divennero in lana nera su fondo grigio- verde. ad eccezione di quelli dei generali , dei colonnelli i.g.s., degli ufficiali di stato tmggiore e in servizio di stato maggiore c di quelli dci corpi senza truppa. Durante la guerra (circolare n. ;GG del G.M. del r5 dicembre T<)TS) fu concesso agli ufficiali mobilitati l'uso dell'uniforme grigia da fatica deJla truppa, con i distintivi di grado. Questa uniforme però doveva essere indossata solo e soltanto al fronte, ad esclusione della piazza di Venezia. Come soprabiti gli uffì.ciali avevano quelJi della rispettiva truppa. con l'aggiunta dell'irnpenneahile grigio- verde portabile con qualsiasi capo cd in qualsiasi occasione. Abolito il cinturone con placca mod. q e la bandoliera da ufficiale di cavalleria 914, nonché l'uso della sciabola (ad eccezione degli ufficiali di cavalleria che la portavano alla sCIla), la buffetteria c l'armamento degli ufficiali erano i seguenti (:p): generali, colonnelli i.g.s., ufficiali di stato maggiore o in servizio di stato maggiore, medici e veterinari, avevano la bandoliera da truppa di cavalleria con pistola (33). I generali in comando di brigata, i colonnelli (o capi servizio) e gli aiutanti di campo avevano la buffetteria de11 a rispettiva truppa con

pistola (nella realtà usarono il solo ontunno da truppa con pistola). Per tutti gli altri uHìciali la buffetteria era que Ha della rispettiva truppa con le seguenti modalità: gli ufficiali inferiori delle ar.mi a piedi portavano la buffetteria da soldato (rna con una sola giberna) e moschetto T.S. con baionetta; pistola mod. 910 con il fodero agganciato al cinturino da truppa e portato sul dietro. Gli ufficiali superiori avevano ]a sola pistola (Cacoltativamente anche la baionetta) sempre appesa al cinturino da truppa c sempre portata sul dorso. Gli uffìciali delle anni a cavallo portavano la bandoliera da truppa con pistola e sciabola brunita. L'uniforme da combattimento fu distribuita gratuitamente agli ufficiali della r" linea, delle piazzeforti in stato dì guerra, ed a quelli destinati al fronte. Secondo le disposizioni della circolare n. 24727 questa doveva essere data gratuitamente una sola volta; a ulteriori forniture doveva provvedere l'ufficiale stesso. Per questo vennero stabiliti degli accordi con l'Unione Militare che operò forti sconti. Alla lì.ne del 1917 comunque fu distribuita gratuitamente una seconda serie.

(29) Circolare n. 766 dd (~.M. dd 15 dicembre 1916, che ripona va, riordinando, tutte le disposizion i iìno a t]uel. momento in vigore. L'l d isposi:tionc riguardava soprallutto gli ufficiali delle armi a cavallo ed i generali. Ma la penuria di cuoio, che non consentÌ l'entrata in li nea di nuov e cah:aturc, mise in d isuso questa disposizione:. (3o) Circolare n . 24727 del Ministero della Guerra dell'8 dicembre· 191'). Questa venne ripristinata con la circolare n. 766. ()I) Agii ufiìciali dei cavalleggeri e lancieri vennero tolte le nappinc di metallo, sostituite con quelle di lana da truppa. Gli speciali copricapi dei bersaglieri e della cavalleria verranno aboliti ne ll'aprile dd r.9r6 con la dotazione dcll'd mcllo metallico. (32) Cirwlarc n. 1570 del Comando Supremo del 15 luglio H)T) e circolare n. 15543 del Ministero della Guerra del f2 agosto T9f). En t rambe le circolari di-· sponcvano che l'armamento c l'equipaggiamento fosse quello da truppa senza specificare in merito. E' con la circolare n. 24727 che i vari modelli da usare sono meglio specificati. (33} E ' da nota re che la pistola, uflìcialmentc adot tata per gli u fficia li dell'Esercito pcrmanent,, era la pistola automatica Clisenti mod. r910; nel corso della guerra però molti preferirono la Bcrelta automatica.

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FIG. Il. - ARTIGLIERIA. SOTTOTENF.NTE D'ARTIGLIERIA.

ESTATE 1916

);'el corso della guerra fu concesso l'uso agli ufficiali tutti dell'uniforme da fatica della truppa. Spesso però essa era portata frammista a capi dell'uniforme grigio- verde, come dal nostro sottotenente. Il modello della giubba è quello per armi a cavallo, preferito in genere dagli ufficiali per le comode tasche ai fì.anchi. ~otare il distintivo di grado portato su un pezzo di stoffa grigio- verde applicato poi ai paramani. Molti ufficiali, infatti, preferivano applicare il distintivo su una striscia di stoffa grigioverde c non direttamente al param~mo. Secondo le disposizioni dcll'8 maggio I9I2, anno in cui venne adottato questo modello di uniforme da fatica, su l colletto non doveva esserci che la sola stelletta metallica. \Ifa nel corso della guerra, anche se in modo non ufficiale, fu consuenidinc portare al colletto la mostrina. L'uniforme da fatica fu usata in zona di guerra in particolar modo dagli artiglieri, dai genten c dal personale di sanit~t, che per le specifiche mansioni erano più soggetti a sporcarsi.

8o



Inizi nl mente l'uniforme da combatt im<..~nto era obbligntoria solo in azioni da guerra (34), mentre negl i alloggiament i, negli accampamen ti ed in seconda line:1, gli ufficiali potevano fare uso della grigio- verde di conlc.:llino senza modifiche . Fuori dalla zona di guerra l'uni forme da combattimento era facol tativa in ogni c irco~tanza, anche se si face va notare che l'uso di questa, fuori dal lronte. doveva essere contemperata ·· con le convenienze sociali e le consuetudini dd luogo n (n. 24727 dd Ministero della Guerra). \:el H)l6, con circolari n. 34 r 4 del Mini.<;tero della Guerra del 26 fe bbraio e n. ;66 de l G.M. del 15 dicembre, e~sa venne ammessa ;<in qualunque circostam.a di tempo c luogo» . Con 1\miforme da com bat tirnento l'ufficiale doYe,·a essere sempre armato di sciabola o pistola. Sempre con le stesse circolari, l' uniforme da combattimento divenne l'uniforme prima dell'uffìcialc su tutto il territorio nazionale, mentre la grigio- verde in cordellino fu ,, tollerata », sia in servizio sia fuori servizio ma mai al fronte . pu rché modificata nei gradi e nel colletto come quella da combatt imento c~s) entro il r' febbrai o del I <Jr;. Circa l'armamento, l'uni forme di cordellino seguiva le stesse presc rizioni dell 'uniforme da com battimento. Fuori dalla zona di guerra era consentito l'uso eli ~oprabiti (cappotto o mantellina) già precedentemente regol amentari. L'impermeabile grigio- verde era a m messo anche in zona di guerra. Con l'adozione dell'uniforme da combattimento i distintiv i di grado subirono una piccola rivoluzione. Aboliti sulle controspalline delle giubbe e dei cappotti, i distintivi di grado, sempre solto .forma di stellett.e, vennero spostati ai paramani (~6). Anche il trasferimento dei gradi dalle con trospalline ai p;1NJmani naCC]lle dall'esigenza di rendere meno Yisibili gli uflìci~lli : tant'è che vennero spostati alla parte posteriore del paramano, quasi alla cucitura della manica, l~ dove , teoricamente, il soldato che seguiva J'ufiìciale avrebbe pottHo facilmente riconoscerlo, mentre al ncmiw l • a fronte •> sarebbe stato difficile indiviòuarlo. Questo sistema creò però notevole con(ustonc, e i gr;1di vennero spostati sulla pane anteriore del paramano (37).

I nunvi distintivi di grado consistevano , per i genera li, in una striscia di tessuto argento con 1 . 2 o 3 srellette metalliche, o ricamate in oro a seconda del rango. Due stellette e corona reale per _il Capo di Stato Yiaggiore o generali eq m para 11. Gli uflìciali superiori ;wevano 1, 2 o 3 stcllette metalliche, o ricamate in argento, dentro un rettangolo di galloncino oro o argento a seconda della rispetti,·a anna o corpo. Per i colonnelli comandanti, il fondo del rettangolo era in panno robbio. Gli ufficiali inferiori portavano T, 2 o 3 stellctte in metallo argento , o ricamate argen to, a second a se sottotenentc, tene nte o capitano. Ai ranghi di uflìciali inferiori si aggiunse quello di r"' capitano, istituito con R.D. n. 339 del r915 c riportato sul Ciornale .tvfilitare in data 28 marzo r915 con circolare n. 210. Il distintivo di grado si componeva di 3 stellctte ed U!l<1 barretta. Inizialmente, sulla controspalli na, la barretta stava alla base di questa. Con lo spostamento del grado ai paramani. passò al lato esterno delle 3 stcllctte, perpendicolare ad esse. Il distintivo al berretto era lo stesso dei capitani. !\. tjucsti gradi se ne aggiunsero. nel corso dell a guer ra, altri , per il conferimento ad alcuni ufficiali dell'incarico al grado superiore . Questi nuovi distintivi vennero stabiliti con le circolari n. 16803 e n. 16Xo6 del 2 1 settembre r9r6. Gii ufficiali inferiori in i.g.s. (tenenti e capitani) portavano le stc llette su dischetti eli (H) Circolare n. 1570 del Comando Supremn del 15543 ùd Minisrero della Guerra ùel 12 agosto lCJI)) . (y;) L'uniforme d i corddlino f rigio- verde clove. l) luglio iC)l') (n.

va, secondo la circolare n. 7M> dd (;.M. ciel l 'j di· cembre J<j t6, r irnanere "J co nsumazione entro c no n oltre il 31 d icembre 1<,. 1R. !Yf:1 il sopravq:n ire cic li ~ iìnc della guerra c l'aboli4ionc dcll"uniforme da wrn· hattimemo' ic.:cro c:HI<'rc <.JUCsta disposizione. Anzi con la circolare n. 2)1 dd C.M. del 1~ aprile 1918 ,.<'nnc revocato il li:rrnine, c: ru ~o dcll"tmiformc grigio . verde w n t i nll<'l ad essere f:H:nlr:Jr i' o. (:;6) Circolare n. 1)/0 del Cn mando Supremo dc.l T) lug lio l(jt) cd il n. L'j'jd.) del Ministc:r() della

Cucrra del 12 agosro I l)l'i(j7) Circolare 11. .rB8 dd Comando Supremo del 10 sem:mhrc 1915 cd il n. 24727 dd Ministero d<'lla ( ;uc:ua dell 'g die<.:mbrr. l<) l:;.


panno robbio di 3 cm di diametro. I tenenti colonnelli in comando eli reggimento, raggruppamento o caricbe corrispondenti, portavano il distintivo dj grado su un rettangolo di panno robbio (HS x 43 mrn) c con fregio al berretto sottopannato robbio. l colonnelli in comando di brigata o carica corrispondente portavano i distintivi di grado come i generali, ma senza stdlette. I maggior generali in comando di divisione avevano la stelletta in oro e l'aquila del berretto sottopannate di scarlatto. l colonnelli comandanti di corpo avevano le insegne come i tenenti colonnelli i.g.s.; i colonnelli i.g.s. aiutanti di campo del re o principi reali conservavano le speciali stellette argento con cifra coronata. Naturalmente , cessando da tale incarico, lo speciale contra.ssegno al distintivo andava tolto (circolare n. 766 del G.M. del 15 dicembre I<)I6). Anche i distintivi di grado al berretto subirono una serie di trasformazioni; furono eliminate le sottopannature scarlatto per i generali e robbio per i colonnelli comandanti (3H). I gradi vennero prima portati a V rovesciata ai due lati del berretto (39), c successivamente, nel dicembre del r9r5, venne ripreso l'antico sistema, ma in lana grigio- verde an ziché in seta. Le profilature robbio ve.nnero ripristinate con la n. 766 per i soli ufficiali superiori i.g.s. e generali i. g.s .. Nel 19r8 (4o), ferme restando ]e disposizioni degli uffìciali inferiori e superiori, i distintivi di grado dei generali subirono una ulteriore modifica. I generali comandanti di grandi unità, o di brigata, o comunque in comando tattico effettivo, ebbero il rettangolo d'argento (90 x 38 mm) profilato di sca;·latto, così pure il sottocapo di stato maggiore~ i comandanti generali della cavalleria, artiglieria e genio, il primo aiutante del re, l'intendente generale, i capi di S.M. d'Armata, il generale ~.dcletto al Comando Supremo, i capi di S.M. di Corpo d'Armata, gli intendenti d'Armata ed i sottocapi di S.M. d'Armata. Per tutti questi l'aquila al berretto, ricamata in lana grigio- verde, era sottopannata di scarlatto, ad eccezione dei brigadieri generali che avevano come distintivo al berretto la sola greca.

SoTTUFFICIAT.r .c

MARESCIALLI.

Anche per i sottufficiali e i marescialli vennero introdotte alcune modifiche all'uniforme ancor prima dello scoppio della guerra. Inizialmente ci fu l'adozione di nuovi distintivi di grado per marescialli (circolare n. 257 del G.M. del T~ aprile I9I5)· fl nuovo distintivo era identico al precedente, galloncino screziato, ma per tutti, indipendentemente dall'arma o corpo, era in seta grigio- verde screziato di nero. I fregi al berretto vennero ricamati in seta grigio- verde su panno grigio- verde chiaro (4r). l contrassegni all'interno del tondino rimanevano come i precedenti. Visiera in cuoio opaco. Ai sottufficiali fu data, unitamente agli ufficiali, l'uniforme da combattimento. Dapprima questa consisté soltanto nell'adozione del berretto delle anni a piedi con fregio da truppa in lana nera. Con la circolare n. 24727 fu data loro l'uniforme completa della truppa rispettiva, con fregio da truppa. Armamento ed equipaggiamento, per i marescialli come per gli ufficiali inferiori, per i sergenti come la truppa. E' da notare, dalle foto, che la pistola in dotazione ai ~ergenti era l1uella a rotazione

mod. r889. Per i marescialli i gradi, sempre sotto forma di galloncino grigio- verde, vennero spostati alla stessa maniera degli ufficiali ai paramani. Mentre il galloncino al berretto fu sostituito (42) da un altro galloncino a zig-zag grigio- verde. L'anno successivo il galloncino al berretto divenne nero, mentre il distintivo di grado ai pararnani venne sostituito da un altro (38) Le sottopannature:: scarlatw c robbio cimanevano sulla grigio · verde di cardellino modificata. (39) Circolare 11. 3338 del Comando Supremo del ro settembre r915. Questo curioso sistema fu abo· lito con la n. :i4j27 del Ministero della Guerra del· 1'8 dicembre 1915. (4o) Decreto LtJOgotenenzinle n. 798 del 15 giugno 1914 e circolare n. 382 del C.M. del 16 giugno 1918. (4 1) La disposizione circa la trasformazione dei fregi al berretto da oro, o argento, in seta grigio· verde riguardava anche i sergenti. Ma non sembra sia stata attuata velocemente, se con la circolare n. 3338 del Comando Supremo ancora si insisteva sull'ordine di sostituzione. (42) Circolare n. 24727 del lvfinistero della Guerra dell'8 dicembre 1915.


a V rovesciata, in galloncino nero a zig-zag nell'ordine di 1, 2 o 3 a seconda del rango. Con il Decreto Luogotcncnziale n. II9I Jd 3 settembre r9r6 (riportato sul Giornale Militare con eire. n. 569 del 3 settembre I<)T6) fu istituito il grado di aiutante di. battaglia, grado intermedio fra maresciallo maggiore ed aspirante ufficiale di complemento. Al nuovo grado poteva accedere qualsiasi soldato o sottufficialc, indipendentemente dal grado precedente, soltanto però per merito di guerra. I distint ivi di grado del nuovo rango vennero riportati sul Giornale Militare, con la circolare n . 575 del 29 settembre 1916. Il distin tivo di grado era formato da tre galloni a zig- zag a V rovesciata al di sopra dei paramani (come il maresciallo maggiore), di cui l'ulrimo superiore formava un occhiello sempre a zig-zag. Sul berretto il gallone a zig-zag come i marescialli, con l'aggiunta dci tre filetti neri ai due lati ed uno sul dietro. L'uniforme come quella dci marescialli. Per i sergenti e sergenti maggiori vennero adottati nel 1915 nuovi distintivi di grado (43)

identici a quelli dei caporali, ma sormontati da 3 o 4 galloncini neri rispettivamente per sergente c sergente maggiore. Alla fine dello stesso anno essi vennero cambiati di nuovo. ll nuovo grado altro non era che il precedente, nero, sormontato da 3 o 4 galloncini neri di cui l'ultimo con occhiello superiore. Il nuovo distintivo veniv;> portato sia sul pastrano che sulla giubba. Il distintivo di grado dei sergenti venne ancora una voha cambiato con la circolare n. 163 del G.M. del t ' marzo 1917, e consisteva, ora, in un gallone (alto r6 rnm) nero sormontato da I o 2 galloncini (6 mm), a seconda del rango, di cui quello superiore con occhiello in nero. Sempre con la stessa circolare il galloncino (6 mm) a zig-zag del berretto dci marescialli divenne in lana nera e nell'ordine di I, 2 o 3 a seconda del rango.

(43) Circolare n. 15543 del M inistero della Cuerra dd 12 aprile 1915.


CAPITOLO IX

L'ELMETTO D'ACCIAIO MOD. l G

Il bisogn o di riparare il capo del soldato dalle schegge c dalle pallottole fu senrito dagli Stati Maggiori europei fin dall'inizio del secolo. Nonostante i continui esperimenti, nessuno in verità soddisfacente, gli eserciti europei entraro.no in guerra con berretti e kcpì, ad esclusione di q uello tedesco che calcava il noto pickel haube, per altro in cuoio bollito c quind i scarsamente protettivo. Fu il perdurare dd conflitto, al di l~t delle rosee previsioni che lo vedevano di breve durata, che accelerò i tempi per l 'introduzione di un pi ù efficace copricapo. Fra i vari modelli adottati nella prima guerra mondiale, l'elmerto francese Adrian, progettato dal colonnello intendente generale Adrian, da cui prese il nome, fu senza d ubbio il più fa moso. La sua costruzione iniziò nel maggio del 1915 cd il suo successo fu tale che venne adottato nel corso del conflitto, oltre che dalla Francia, anche dal Belgio, dalla Scrbia, dalla Russia, dalla Grecia, dalla Romania e dali ' Italia. L'elmetto AdTian si componeva di quatt ro pezzi : una calotta di acciaio lavorata a freddo con uno sfia tatoio sulla sommità, una crestina copri- sfiatatoio applicata con c1uattro ribattini, una visiera cd un coprinuca che, saldati insieme, venivano applicari alla calotta. Il punto di saldatura fra coprinuca c visiera reggeva anche il sottogola . Sul davanti l' Atlrùm era guarnito del fregi o dell'arma in metallo. L 'elmetto era tinto nel cosiddetto gris artìlltrié', dal colore del pezzo da 75 dell'artiglieria francese. All'interno l'imbottitura era formata da un a fascia alta di pelle: di capra, nera o rn<trrone, in cui erano intagliate sette linguett e legate a1la sommità che servivano anche da regolo; il tutto cinto da un a bordatura d i panno e fissato all'elmetto. Fra l'imbottitura e la parte interna ddl'elmet-

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to vi erano quattro L.llnierini ondulati. Sottogola in pelle marrone con fibbi a di ferro nero. L'elmetto, in base alle taglie, pesava dai 6so ai 750 grammi. In Italia la necessità Ji adottare un copricapo efficace trovò riscontro in elmetti sperimentali, opera dell'ingegner Farina. L' ingegner Ferruccio Farina, creatore dell'omonimo elmetto e corazza usati dalle <<compagnie della morte », si prodigò moltissimo nella ricerca di soluzioni atte a riparare il soldato. L'elmetto da trincea che ideò non era dissimile dal più noto <l elmo Farina )) , salvo che per l'assenza della dentatura anteriore e per il peso. Le tre taglie in cui era stato costruito pesavano circa 1 kg in meno delle corrispettive dell'elmo. L'elmetto da trincea veniva portato sopra al berretto girato con la visiera alla nuca (1). l'e furono distribuiti r .400 esemplari alla 3" Armata nel d icembre 1915 (2), ma non dettero i risultati sperati. T roppo pesanti, scomodi e con poca visuale, non riuscirono a competere con l'elmetto Adriau che contemporanea mente faceva la sua apparizione sul f~onte italiano. La d istribu-zl.one deli'Adria?J iniziò, in via speri mentale, nell'ottobre del I9T), nel numero di 6 per cornpagnia (3). L'ottima prova data fece sì che a questa prim a fornitu ra ne seguis-

(r) Direzione d 'Arriglicria dell'Arsenale di Costnl· z.ione d i Torino, novembre;: 191 5·

(2) Carrc:lla 2o8 /E 1, Archivio Ufficio Storico S..\i.E.. (3) I primi tipi arrivarono tinti gris artillerie e c.on il fregio ddla fantt:ria francese con le cifre RF (Rcpub!iqzu: Françuùe). Le wcccssive forniture arrivaremo peri:> allo stato grc7.7.o. Coloratura ed irnhottirura vennero farle in Italia. TI colore fu il grigio • verde mentre l'imbottitura fu faua in (cltro e pelle sempre grigio - verde.


se un'altra, ùi ben ro4.550 elmetti, ùistribuiti nel gennaio del 1916 sempre alla 3• Armata. Con la circolare n . 4542 del Comando Suprem o del 24 aprile r9 r6 l'elmetto Adrian fu ufficialmente adottato con la denomi nazione d i « elmetto metall ico leggero »; doveva essere, secondo le disposizioni, l'unico copricapo della truppa c degli ufficiali nella zona di guerra. c nelle retrovie, ogni volta che la truppa era in anni. 11 cappello dci bersaglieri, l'el mo dei pri mi q uattro reggimenti di cavalleria ed il colbacco dei lancicri e dei cavalleggeri furono aboliti per la durata del conflitto. Mentre per il fez, per il berre tto da fanteria e per il cappello delle truppe da montagna, venne disposto che fossero usati, in zona d'operazioni, solo all'i nterno degl i alloggiamenti e nei servizi di fatica. Con l'adozione, si cominciò a produrre l' Adrian in Italia in due pezzi anziché negli originali q uattro (4). Il modello costruito in Italia prese: il nome di (t elmetto metallico mod. 1-6 ». L'Adria1J. , comunque, conti nuò ad essere importato c i due modelli convissero per tutta la durata della guerra. Inizial mente non era statn previsto un fregio per l'Adrian ed il mod. 16. L'assenza d i un contrassegno poneva però ovviamente dei problemi di identificazione, che furono risolti con la circolare n. 12720 C.S. del rs luglio r9r G; essa stabiliva, « allo scopo di riconoscere i vari corpi e reparti lJ, di dipingere sul davanti Jel,

l'elmetto il fregio (t identico a quell o del berretto n (5) con vernice nera. Quest'operazione doveva essere fatta a cura dci corpi stessi e l'Intendenza Generale avcv;l pre parato dci campioni da distribuire; campioni che o non furono rispettati o non giunsero mai a molti repart i, perché molti freg i risultarono di versi per misura e grafica. Per ovviare a queste varietà vennero successivamente allestiti degli speciali timbri per fregi (6). Per g li elmetti non furono previsti nel corso della guerra altri attributi; da alcune foto risulta che <1. partire dal 1917 fu costume, anche se non generalizzato, di apporv·i distintivi d i grado, mentre i bersaglieri, a cui erano stati restituiti i piu metti , posero questi sull 'elmetto. Sempre nel 1917 iniziò la distribu:;;ione di fodcri ne di tela grigia per elmetti. Sulle foderinc era variamente riportato il fregio, o il numero, ma non sempre coronati.

(4) In un unico stampo veniva fatta la calona, la visiera ed il coprinuca. La crestina coprisfìatatoio veni va applicata successivamente. (5) A quc5ta disposi 7.ionc fecc1<> t:c.:c.:czio ne i primi 4 reggime nti Ji cavalleria che al posto d ella g ranata a fiamma dritta posero 5ul davanti la croce di Savoia, come sul vecchio elmo, ma dipinta in nero. Da aku ne foto sembra che parte dci reggimenti dei ca· valleggcri abbiano avuto la cornetta, anziché dipinta, in r ilievo. (6) Circolare n. 2530:~/C del IO aprile 1917.

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CAPITOLO X

TENUTE PER OPERAZlO)J"I SULLA NEVE

Con l 'entrata in guerra furono aumentati i battaglioni sciatori c le compagnie autonome sciatori. tutti al le dipendenze della 1", 2 " e 6' Armata. Questi reparti furono sciolti con l:1 circolare n. 85583 del Comando Supremo del 15 maggio 1917, e d iedero origine ai battaglion i Monte Pasubio, Monte T onale, \!fonte Nero, Cuneo, Monte Mannolada, Courmayeur e Pallanza. Con la circolare , sempre del CcJmando Supremo, n . u6790 del q settembre T<,)Iì le minori unità sciatori (plotoni e pattuglie) vennero ricostituite nella r'', 2\ 4" e 6' Arrnata e Zona Carnia, non solo nell'ambito degli alpini, ma anche per la fanreria, per il genio, per l'artiglieria c per i bersaglieri. Q uesti speciali rl'p:~rti, r.hr. nr.i mr.si t:stivi svolgevano funzioni di esp loratori, non erano contraddistinti da particolari distintivi , salvo quello di sciatore scelto portato al braccio, due sci incrociati (1), da q uant i ne avevano d iritto. Fin dall'inizio della guerra le unità sciatori ebbero delle tenute bianche per le operazioni sulla neve. Es.~e si componevano di un a l ( casacca » <1 ven to, priva di cappuccio, con sovrapantalonc e uosc bianche. Completava l'equipaggiamento un passamontagna di lana bi:mca, un p aio di guanti da sciatore, un paio di scarpe d a neve, d ue paia di calze di lana, un sacco da alpinista con fodera e guaine per le corregge bianche, una borraccia foderat a di panno , due coprigiberne cd un paio di occhiali da neve. Oltre, naturalmente, agli sci e bastonClnt per SCl . Nell ' inverno 1916- 17 venne introdotta una nuova t'uta bianca con casacca a vento, con cappuccio impermeabile, lunga fino al ginocchio, che venne però ben presto accorciata, cd un sovrapantalonc lungo. Furono adottate an-

che nuove scarpe alpine speciali per sciatori con sowascarpc bianche, nuovi guanti di lana bianca (due paia a testa), lunghi fino a coprire parte dell' avambraccio e con sovraguanro in tela impermeabile bianca. Le cal:.~e furono distribuite in ragione di quattro paia ciascuno, e furono introdotte nuove cartucciere in tela bianca con bretella e borsa per la sc iabola baionetta. La borraccia venne foderata di feltro. Passamontagna, occhiali da neve c sacco con fodera rimanevano quelli di prima. Le combinazioni bianche non furono adottate solo per gli sciatori m a anche per gli altri soldati, per le. cent'uric lavoratori e per gli operai che erano impiegati sulla neve. La prima volta che si fa menzione di combinazioni bianche per sold ati non sciatori è nella circolare n . 444o jCOM del 20 ottobre 1915, quando si autorizza l'inten denza del !'., Corpo d'Armata ad acquistare l( 4.ooo costumi di rela bianca da usarsi dalle t ruppe del 1 ' Corpo d' Armata du rante la stagione invernale, nei territori ricoperti di neve>> . Le combinazioni bianche erano praticamente identiche a quelle degli sciatori, con la differenza che il sovrapantalone era più lungo e si poteva indifferentemente usare con o senza sovracalzari . Unitamentc alle corn binazioni vennero Introdotti camicioni di tela bi anca, adottati in particolare dalle ccnruric lavoratori e dagli operai. A differenza degli sciatori, ai quali la tuta bianca era data in dotazione individuale, tutti. gli altri corpi ed armi l'avevano nella dotazione di reparto, 2" serie (2).

(r) C ircolare n. 65ì del G.M. del 10 novembre 1916. (2) Le dotazioni invernali si dividevano in 1.. serie (ind ividuale) e

2'

serie (collettiva).


LA

lembre del I<)T'), perché, pu r se ufficialmente adottato, non era regolamentare. Le prime richieste di materi ale per affrontare la stagione invernale fu rono fatte fin dall'agosto d~l r915 dalle truppe dislocate sugli Altipiani. !via la richiesta trovò l'intendenza impreparata. Si cercò allora di correre ai ripari, in previsione anche di una campagna invernale non pre vista, ricorrendo in parte alle dotazioni invernali, già disposte per le truppe da montagna, ed in parte a nuovo materiale già sperimentato dagli alleati. Gli indumenti. invernali erano suddivisi in due serie: una individuale (l'' serie), distribuila cioè ad ogni singolo soldato; cd un'alt ra di reparto (2' serie), detta per << operazioni invernali da montagna » e data in dotazione :1lle unità in quantiti't diversa a seconda della grandezza, della dislocazione e della posizione dell'unità stessa all'interno del fronte, c della grande unità da cui dipendeva. Della serie inclividuale facevano parte: 2 camicie di flanell a, 1 cappuccio di lana (passamontagna), 2 cravatte di lana per il collo, 1 paio di fasce mollcttiere o calzettoni (che in genere nel secondo inverno vennero distrihnit~ in concomitanza), 1 paio di guanti di lana che furo no di vari modelli, a 5 d ita, a 3 dita , o tutti interi. I guanti, su proposta dei Comandi. vennero allungati oltre il polso nell'ultimo anno di guerra. f ancora r paio di mutande di lana, salito poi a 2 ( 2 0 lugl io 19r6), 2 paia di calze di lana, salite poi a 3 (aprile I<)T7) ed a 4 per gli uomini di prima linea (3), 2 coperte di lana, a cui se ne aggiunsero altre 2 per la prima linea (4), ed un pacchetto di filato di lan a con aghi per riparazioni. La serie di reparto comprendeva invece i cappotti c gli impermeabili in genere, le calzature da trincea. i gambali tutti, i sacchi a pelo c gli occhi:1l i da neve o da tormen ta.

LOTTA AL FREDOO.

Il terreno su cui operò l'Esercito Italiano nella prima gm:rra mondi ale cd il rigidissimo clima che accompagnò per tutta la durata il conflitto costrinsero il soldato a combattere, parallelamente alla guerra cc armata n , una guerra contro le intemperie. Guerra che spesso fn persa nonostan te gli sfor:t.i dell'intendenza, oggi misconosciuti. Oltre la natura del terreno, che creava anche enormi difficoltà ai rifornimenti, è ùa ricor<.lare che i materiali erano sottoposti ad un'usura pressante, c'era scarsità di mezzi non solo economici ma anche industriali, c dall'estero non poteva venire un forte aiuto, poiché le industrie straniere erano già oberate dalle commesse dci propri eserciti. Un'altra causa di deficienze fu talvolta lo stesso soldato, che spesso gettava via parte del materiale in dotazione perché, come scrisse un generale in una relazione in cui consigliava di non appesantire eccessivamente il militare, << <.juesto non si cura se non di quello che gli serve al momento». Quest'insieme di situazioni fu il motivo principale di una lotta al freddo il più delle volte perduta in partenza. Le misure per porvi rimedio furono di ogni genere, da quelle concrete come la costruzione di baracche, camminamenti, ecc. , alle più empiriche. Fu comunque solo il primo inverno di guerra a trovarci impreparati. Diversamente, l'inverno 19r6- 17 fu sotto tutti gl i aspetti miglioTe, sia per la qualità che per la quantità di capi adottati . L'inverno 191 ì- r8 (a storia a sé. Lo sfondamento di Caporetto portò alla perdita di un'ingente quantità di materiale, accumulato nei magazzini di pri ma linea per l'inverno. Per cui i primi mesi della campagna invernale furono duri per la mancanza di scorte. Ma il notevole sforzo, compiuto nell'inverno l ~)J7- 18 non solo dal Governo, ma anche dalla ~azione , che contribuì con uno slancio irripetibile, colmò ben presto le lacune. Cerchiamo ora di vedere i capi di vestiario invernali in dotazione durante il conflitto: materiale piuttosto molteplice c (( di fficilmente classificabile » come ebbe a confessare l'intendenza stessa in un suo memoriale del set-

-

( ~) In concomitan7.a con la distribuzione di .), 4 paia di calze di lana venivano date scarpe di misura pi1'1 grande per permettere al soldato di infilare più paia di c:1l:.cc una sulraltra. (4) ()uando er:Jno necessarie più di quattro coperte, il soldato avc.:va d ir irto al sacco a pelo. U na curiosid: ndk rela7.ioni Jdle varie intcuden?:e risulw che il sacco a pelo della truppa era migliore di quello degli ufficiali.

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I

SOPRABITI.

Di cappotti ne furono adottati diversi ttpt e modelli. Quello p ~ù comune, sia per gli ufficiali sia per la truppa, fu il capporro per armi a piedi in panno grigio- verde con fodera di fustagno. Esso era ad un petto con grande collo rovesciato e due tasche a taglio ai fianchi con aletta, una martingala con due bottoni sul dietro, c un cappuccio applicabile con 5 bottoni. Inizialmente il cappotto per anni a piedi faceva parte della serie dì reparto e veniva distribuito solo per i servizi esterni. Ma fin dall'inverno del 1915 esso ven.ne dato al posto della mantellina agli uomini della prima linea, ad eccezione di quelli in servizio nel fondovalle c c1uando non fossero adibiti a lunghi servizi esterni o notturni (5). Gh ufficiali guarnirono inizialmente il collo e i polsi di pelliccia, cosa che, anche se tollerata, venne rimproverata dal Comando Supremo. D 'estate il e<ippotto veniva ritirato c sostituito dalla mantellìna grigioverde. Accanto a questo cappotto si affiancò un altro nwdello, di panno kaki, praticamente si-

mata ed ai colonnelli i cui reggimenti ne erano sprovvisti. Come dotazione dì reparto erano invece distribuiti a << tutti C]uei cornandi che prestavano servizio in località dove la temperatura sovente scendeva sottozero n cd a quei ' l comandi che sovente erano costretti a viaggi su auto scoperte)>. I cappotti si suddividevano in leggeri (il modello era molto simile al montgomery ), cd in pesanti (a doppio petto). Entrambi avevano il collo c polsi guarniti dì pelliccia (9). Questa guarnizione scomparve pen) nell'inverno 1916I9I7 quando si fece rilevare che il collo c i polsi di. pelliccia, sempre per via del fango c della neve, erano poco pratici. Altri modelli di cappotti completamente di pelliccia, o foderati di pelliccia, vennero approntati, sernpre come dotazione di reparto, per le vedette e per gli osservatori. 11 primo di t1uesti fu di pelliccia bianca rovesciata, ad un petto, lu ngo quasi Iino a terra e con due grandi tasche laterali; però presentava sempre il grave inconveniente che, una volta bagnato, il pelo era lento ad asciugarsi. Entrarono così in linea, nell'inverno r9r6 · Ij, due nuovi cap-

mile al modello pt:>r anni a piedi (6), provl:'-

potti di tela impermeabile foderati di pellic-

nicntc da commesse fatte negli Stati Uniti, ed apparve per la prima volta nel! 'inverno del T~)T 5· Per m.olti aspetti, a detta delle relazioni dell'intendenza era migliore di quello grigio· verde, soprattutto nella fodera che era in flanella di lana. Il sistema venne da noi copiato nell'inverno del I917. Di tluesto cappotto esistevano due versioni: una con cappuccio applicabile, cd una con collo di montone, per ahro poco amato perché la pelliccia assorbiva facilmente l'u midìtù cd era lenta ad asciugarsi (;). Oltre al cappotto per armi a piedi la '< dotazione per operazioni in vernali )) (8) prevedeva anche cappotti foderati di pelliccia, la cui assegnazione, individuale o di reparto, venne rcgolatnentata con la circolare n. 5005 UA VS del Comando Supremo del 20 dicembre TC)T'). I cappotti foderati di pelliccia vennero dati in uso individuale ai generali, ai colonnelli in comando di brigata, ai capi di stato maggicne dei Corpi d'Armata ed intendenza di Armata, ai sottocapi di stato maggiore dì Ar-

cia, uno bianco e l'altro grigio. Oltre a questi soprabiti, fin dall'inverno del 1915 furono adottate le pettorine di pelliccia (agnello o capretto) che furono distribuite in massima parte all'artiglieria. Queste pettorine erano dei giubbetti di pelliccia rovesciata, senza maniche ed abbottonabili sul davanti. Scom(::;) Pur passando alla dotazione individuale il capporro per. anni a piedi rimase, nd l'elencnione ufiì. ciale, come dotaz ione di reparto. Anche pt.:r gli animali vennero aclorr:lli cJ,~ j (( cnppotri l>, formati da gualdrappe imbottire, lunghe fino a terra. Nell'i nverno de l 1917 esse vennero provviste anche di cappuccio. (6) I cappotti kaki furono in massima parte d istribuiti nell'inverno dd TyT6 al IV, II e XXVI Corpo ci·Armara. Con l'entrata in guerra degli U.S.A., non poterono più essere commissionati né vennero mai prodotti in Italia. (7) Anche se il cappotto kaki in generale ehhe giudizi pit't positivi, rispetto al modello grigio- verde, suhl perù serie critiche per la poca impermeabilità. (R) Ministero della Guerra, pubblicazione N f 16 jRR 1914. (9) A q ues ti si affiancò anche un modello con il solo collo foderato di montone.


FIG. 12.- ALPINI. ALPINO D ELLE U!'\ITA' SCIATO RI. INVERNO 1916-1 7

La tenuta bianca entrata in uso fu pil:1 volte modificata nel corso della guerra, soprattutto in taluni dettagli come le g hette, l'aggiunta di sovrascarpe bianche o fod erature varie dello zaino c bretelle dello zaino. { guanti ed il passamontagna d i lana bianca furono spesso sostituiti da q uelli di lana grigio verde.

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FIG. 13.- VEDET TA. INVERNO 1916-17

Per le vedette c le sentinelle sugli altipiani, furono adottati degli speciali cappotti di pelliccia. I modeli i furono molteplici e non rutti cl assi fĂŹcabili. I guanti ed il passamontagna in lana grigio- verde sono quelli regolamentari, adottati per le truppe in servizio sugli altipiani . l cappotti di pelliccia vennero sostituiti nell'inverno 1917-18 da un altro in tela impermeabile, bianco sulla neve e grigio sulla roccia, foderato di pelliccia. I cal7.ari arnpi c foderati si portavano al di sopra delle normali calzature. L'elmetto non sempre era usato dalle vedette, che preferivano sostituĂŹrlo con il colbacco di pelliccia. - 92 -



FIG. 14. - STATO MAGGIORE. COLON~ELLO DI STATO MAGGIORE. INVERNO l 9 l 5 - l 6

Uno dei primi modell i di cappotti foderati di pelliccia dati agli ufficiali in servizio negli altipiani è questo modello molto simile al montgomery. Esso era catalogato << leggero» mentre l'altro modello, a doppio petto chiuso da bottoni c rimasto definitivamente in uso, era detto « pesante ». Il modello leggero non si dimostrò atto a proteggere sufficientemente dal freddo e venne eliminato, anche se a tutto il ryr7 lo troviamo ancora in uso. Entrambi i modelli erano guarniti di pelliccia al collo cd ai polsi. Ma dall'inverno del 1917 la pelliccia, soprattutto ai polsi, scomparve, perché esposta all'umidità c all'acqua si asc1ugava con difficoltà, procurando notevole disagio. -

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parvero definitivamente nell'inverno del 1917, quando con le pelli vennero foderati i calzari da trincea impermeabili per truppa da montagna (ro). Oltre al freddo, una costante del fronte fu la pioggia, altrettanto dannosa al r.norale ed al fisico de l soldato. Durante la guerra si cercò continuamente una soluzione a questo annoso problema, che per altro non fosse enormemente dispendiosa. Nei primi mesi sì ricorse alla R. Marina che cedette parte del suo materia.le impermeabile; pur essendo ottimo, esso per<"> non rispondeva in pieno alle esigenze dell'Esercito e venne per lo più usato dai motociclisti, ciclisti, centurie, lavoratori ed operai in genere. Successivamente· si ricorse a gabbani dì tela impermeabile in olona nera cosparsa dì « oleosa ))' in uso presso la marina mercantile e gli scaricatori dì porto. Ma anche i gabbani non dettero i risultati sperati . Nel 19r7 il problema fu in parte risolto con l'adozione prima dei gabbani impermeabili con cappello ( rr ), e successivamente di un poncho di nuovo modello (settembre 1917) con colletto alla << Tor di Quinto )) che riparava sia la nuca che le orecchie del soldato. Completava la dotazione un gambale di tela impermeabile. In via sperimentale, il poncho venne dato al VI, IX e XVIII Corpo d'Armata. Fu comunque solo nel 1917 che il problema dell'impermeabilizzazione su larga scala, e senza eccessi vo costo, fu risolto con il << poncho Cicconetti )) . Un 'ottima soluzione che rimase a lungo in vigore nell'Esercito Italiano c che venne ampiamente copiata. Il maggior generale Luigi Cicconetti era nel 1917 comandante della 61" divisione di fanteria. Con relazione accompagnata da disegno (q dicembre del TIJI7) propose di utilizzare come poncho lo stesso tclo- tenda, in dotazione al soldato, facendo a questo delle lievi modifiche. Le modifiche consistevano nell'aprire per 30 cm la cucitura centrale per il passaggio della testa (apertura che sarebbe stata poi provvista di 3 bottoni in modo che, quando il telotenda fosse stato usato per il suo originario scopo, non passasse l'acqua), e nel fornire i lati del tclo- tenda di lacci per fissarlo ai lati del corpo.

Dopo un breve esperi mento presso la 64" compagnia presidiaria, il ,, pom~ ho Cicconctti )) venne ufficialmente adottato per la 3' Armata con circolare n. 20H34 del 22 dicembre 1917 dell'intendenza (12).

GA'vCBALl E CALZATCRE SP ECIALI DA TRl).iCEA.

Fin dall'inizio della guerra ci sì rese conto che il persistente contatto delle calzature con la neve cd il fango delle trincee avrebbe non solo deteriorato le calzature, togliendo a queste ogni valore protettivo, ma nuociuto fortemente alla salute del soldato. Né era sufficiente la dotazione di due paia di scarpe. Nacquero così i gambali, i calzari, le sovrascarpe e gli zoccoli detti ( < di trincea n. Di questi modelli purtroppo non è rimasta traccia, salvo alcune fotografie dove si vedono soldati con strane calzature, anche perché la costruzione dei vari modelli avvenne in modo disordinato. Comunque in una classificazione fatta dal] 'Intendenza Generale, il q settembre TIJI7, vennero definiti calzari tutti quelli alti fin sotto il ginocchio, e sovrascarpc tutte quelle che non superavano, di 1 cm circa, il malleolo (I 3). Le prime calzature speciali da trincea di cui si fa menzione (settembre del I9l'5) sono le sovrascarpe di tessuto impermeabile, le sovrascarpe di feltro con piantare di cuoio (14), gli zoccoli di legno con gambale di panno e i calzari foderati di pelliccia di montone detti tipo alpino)), I calzari più usati furono llnclli in pelliccia bianca rovesciata, scomparsi nel HJI7, c i cal(<

( [()) A queste pcttorine si affiancarono, 111;1 in nu.mero irrilevante, ò.elle peuorine foderate di truciol o . (11) Circolare 11. 2785 j M.A. dell' I l luglio r9r7. Di <1uesto modello ne ve nnero d ist ribuite in via spcrimcncalc .30o.ooo unità. (12) Per <juanto r ig uarda le altre Armate non sap· pi.amo se queste lo adomtrono e in che misura, visto che a loro i campion i furono in viari solo il 27 feb braio 1918. (q) in genere i calzari era no usati per le vedcllc e g li osservatori, mentre le sovrascarpe c gli ~occoli erano usati per le trincee. ( 14) Questi mod elli vennero ben presto abband onati perché a contatto con la neve si impregnavano di umidità.


zari valdostani con apertura laterale, clJe furono fra i preferiti (T)). I calzari con piantare di legno c gambaletto di tela o feltro furono introdotti nell'inverno 1916- 17 e, data la cattiva riuscita, mai plù usati. I calzari di tela impermeabile furorlo usati in dde modelli: per twppc da montagna, foderati in pelliccia, c per gli altri, {oderati in panno o feltro (introdotti nell'inverno H) T(}- 17 rimasero fì.no alla fine). I calzari di tela gommata, molto costosi, dettero un pessimo risultato e scomparvero nel T<)I7· 1 calzari tipo francese fecero la loro prima apparizione nell'inverno del 1915 e, dati i buoni risultati, ne fu richiesta una seconda e più consistente fornitura. Erano con piantare, tomaia e gambale di tela forte, ricuciti e rivestiti da un doppio strato di gomma. Anche essi però non erano esenti da critiche. Ottimi infatti nelle zone fangose, presentavano in alta montagna gravi inconvenienti perché non avevano una lunga durata. Furono in dotazione soprattutto alla 6" c alla 3" Annata. Rimasero comunque in uso fino alla fine del conflitto. Meno amate dei calzari furono le sovrascarpe, soprattutto per la loro pesantezza e la facilità con la quale si riempivano di pulci. La stessa intendenza le trovava costose cd eccessivamente fragili. Facilmente, infatti, esse sì spaccavano facendo penetrare l'acqua. Le sovrascarpc rimasero comum1ue in uso nonostan-

te le ripetute critiche. I modelli pnt comuni

furono le sovrascarpe di tela impermeabile foderata dì pelliccia, le sovrascarpe di paglia catramata, le sovrascarpe tipo Bagnalesta c le sovrascarpe di go m ma. Ultimo tipo di calzature da trincea furono gli zoccoli. costruiti ad esclusivo beneficio delle truppe in trincea. Venivano infilati sopra alle scarpe e potevano essere semplici, cioè lo zoccolo con passante di cuoio, o con plantare di legno e gambaletto di cuoio, o panno. Anche gli zoccoli però avevano la loro dose di difetti cd anche se come idea erano validi, non furono mai amati, perché troppo spesso si impregnavano di fango togliendo mobilità al soldato; tanto che nel settembre del 1916 un assalto austriaco alle trincee del Vodil riuscì anche per la poca agilità della truppa che calzava gli zoccoli da trincea. Dopo quell'episodio molti ufficiali ne vietarono l'uso. Non sappiamo quante paia vennero distribuite dì queste varie (( calzature da trincea)); l'unico dato che abbiamo è dd dicembre del 1917 c riporta un totale di 545.614 paia.

(r5) I cal:tari valdostani apparvero nell'inverno 1915 - 16 ma non LuLLe le Armate li ebbero in dotazio;1e. Per esempio la )" Armata non li ebbe nell'inverno 1916-17.

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CAPITOLO

Xl

I CA RABI:-Tl E RI

Il 2 maggio r915 fu costituito il reggimento carabinieri reali da inviare al fronte, secondo la disposizione del 1905, che preve-deva che in .caso ùi ostilità i carabinieri avrebbero (ornito un reparto tattico della forza di un reggimento. ll reggimento, con un organico di 65 ufficiali e 2 .500 uomini (ra sottufficiali e truppa, era su 3 battaglioni di 3 com.pagnie ciascuna. Venne sciolto nel novembre dd 1915 c la sua forza fu assegnata alle Grandi Unità. Ufficialme nte i carabinieri ebbero l'uniforme grigio- verde solo il 27 giugno 1915 (dispaccio n. 1956 R.S.), da usarsi, come diceva il testo, « solo nei servizi esterni » . Nella realtà l'uniforme grigio- verde fu distribuita fin dal maggi0 del 1915 al reggimento mohil it::tto r. successivamente alle unità mobilitate alle dipendenze delle Grandi Unità. l carabinieri ebbero sia l'uniforme delle armi a piedi sia quella delle armi a cavallo, a seconda del servizio disimpegnato dai militi. A differenziarli dalle altre anni e corpi dell 'Esercito , oltre naturalmente alla caratteristica lucerna, fu il colletto di panno nero con l'alamaro d'argento che, nel corso dell a guerra (r), divenne di cotone bianco su richiesta dello sresso Comando Supremo. I carabinieri ebbero in dotazione due copricapi. Il berretto per arrni a piedi e la lucerna ricoperta da una foderioa di tela grigio - verde. Entrambi portavano il fregio dell'arma in lana nera, con le fiamme più rialzate, su fon do grigio. Dei due copricapi, la lucerna risulterà il copricapo più usato per volere dello stesso Comando Supremo, che con circolare n. 3.338 del IO dicembre 1915 stabilì che la lucerna doveva essere l'unico copricapo dei carabinieri in servizio presso l'Esercito mobilitato, mentre il berretto poteva essere usato solo negli accantonamenti cd all'interno degli accampamenti.

I carabinieri in servizio presso l'Esercito mobi litato ebbero tutti la buffetteria delle arrni a piedi mod. r907, o la bandoliera da cavalleria rnod. 1889 con l'aggiunta della pistola mod. r889. L'armamento, oltre alla pistola, consisteva sia nel moschetto 91 sia nel fucile 91 c, per i carabinieri a cavallo, nella sciabola rnod. 187r, ma ad una sola campanella, con dragona e pcnd agli in cuoio grigio - verde. La bandoliera nera della piccola uniforme, seppure tinta grigio- verde (23 fe bbraio ryr6), raramente venne usata al fronte se non in pattuglia nelle retrovie, non immediate, o in qualche servizio di rappreseo tanza. Come soprabiri i carabinieri ebbero quelli, relativi, delle armi a pied i e a cavallo. Sul colletto del la mantcllina, oltre 3lb stcllet Ul, i soli marescialli potevano portare il distintivo di grado sotto forma di gallone ondulato nero nel numero di 1, 2 o 3 a seconda del rango (2). I carabinieri a piedi ebbero il cappotto per armi a piedi solo nel 1917 (3). Sul colletto, nell'inverno dello stesso anno, vennero posti gli alamari. T carabinieri ebbero anche l'elmetto nel ryr7 (4); fu distribuito ai soli carabinieri di prima linea ed era usato solo '<nel raggio d'azione del tiro efficace nemico ». L'elmetto

(r) Dispaccio n. 15919 del 28 g iugno I(}J7 delh Segreteria Generale, Di vi~ione di Stato Maggiore, Sezione 2'·. (2) Circolare n. 3414 del :Ministero della Guerra, Scgretariato nenerale, dd 26 febbraio 1916 c dispaccio n. 8!!43 del 22 maggio 1914. (3) C ircnla rc n. 305oo! C dell'I settembre 1917. Kon sappiamo quando, ma da dive rse foto custodite dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri risult::t che dalla fine dello ~tesso :tnno g li alamari furono portati anche sulle mantdline grigio- verde. (4) Circolare n. l!tp del Comando Supremo del 17 gennaio 1917.


era q uello italiano rnod . 1G grigio- verde, guarni to sul davanti del cappictto con granata da carabiniere. Fra il cappietto e la granata era posta la coccatda tricolore del diametro d i 5 cm. Superata la prima fase veloce c somm ari a d i adozione della grigio- verde per il reggimento mobilitato, la ripartizione dei vari modelli d i giubbe grigio- verde all'interno dell'Arma d ivenne più precisa. !\'el corso della guerra i sottuffi.ciali, mobilitati e non, ed i carabinie ri ciclisti ebbero la giubba delle armi a piedi, ma con le contros palline al posto degli spallini. I carabinieri dei reparti d'assalto portarono la giubba aperta degli arditi , mentre quelli in servizio presso l'aviazione non sembra seguirono, se non altro dalle foto, una regola precisa; per cui indossarono sia la g iuhba da sottuffìcialc dell'Anna sia q uella da ufficiale con tasche. Le rimanenti uniformi per carabi n ier i a piedi c car abinieri a cavallo rimasero quelle di prima. Anche se l'uniforme g rig io- verde era obbligatori a per tutti gli ufficia li de ll' Arma delle truppe mobilitate e per q uelli che risiedevano in 7.0na d i g uerra, fu solo con la circolare n. 516 del 2 luglio 1915 che l'uso della grigio - verde venne esteso a tutti gli ufficiali dci carabinieri. L'uniforme grigio- verde degli ufficiali era del tutto identica a quella dei pari grado delle altre armi. Inizialmen te , per g li ufficiali mobilitati, il colletto era gr igio- verde con gli alamari da ufficiale orlati d i nero. Successivamente, con l'adozione de li 'uniforme da combattimento, esso divenne completamente nero con l'alamaro da truppa . L'uniforme da combattimento per gli ufficiali dei carabinieri (u quella delle armi a piedi. Tutto il resto, fregi, distintivi, ecc., seguirono le prescrizioni per gli ufficiali del Regio Esercito. Unica differenza, rispetto ai colleghi dell ' Esercito, fu per g li u(fìciali dci carabinieri a cavallo l'aggiunta della fe luca foderat a in grigio- verde. La buffetteria er a quella delle armi a cavallo.

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t;i\Ri\Bl:-.I!F.R l GUA ROTF.,

Il desiderio di Vittorio Emanuele III di segui re la guerra dal fro nte cd il conseguente spostamento della Casa Militare a ~eguito del Re, portò lo sq uadrone carabinieri guardie a disimpegnare le sue funzioni (servizio d 'onore, d i vigilanza e sicurezza dd sovrano) al fronte. Lo squadrone panì da Roma il 2G maggio 1915, ad eccezione d i un piccolo distaccamento al comando di un maresciallo che ri mase al Q uirinale. La forza dello squadrone era di 5 uffic iali (compreso il comandante), 73 uomini tra S0ttuHìciali e truppa c 69 quad rupedi. L'uniforme che lo squadrone carabinieri guardie portò al fronte fu la grigio- verde delle armi a cavallo, ma con due tasche ai fianchi. a taglio obliq uo. con aletta e colletto rosso guarnito dell'alamaro da carabiniere. C-ome buffcueria quella delle armi a cavallo c come ar111amento la sciabola da carabtniere guardie e il m oschetto 9 r . Come copricapi i carabi nieri g uardie ebbero sia i l berretto da ufficiale guarnito sul davanti dell'aquila di Savoia coronata e caricata al petto delle cifre reali, sia l'elmo speciale da cara· binieri guardie mod. 1900 ricoperto della foderina grigia, come i primi quattro reggimenti di cavalleria, con sottogola in cuoio grig io verde. Sul davanti della fo derina lo stesso fregio dd berretto, ma completamente in lana nera. I distintivi di grado furono g li stessi del Regio Esercito per gli uffi ciali ed i marescialli, mentre per i sottufficiali e graduati rimasero dello speciale d isegno per i carabinieri guardie: T gallone a V argento (appuntato), I alto gallone a V argento (vice- brigadiere), 2 galloni a V argento (brigadiere). Tutti i distintivi erano sormontati dall a corona reale . 1\. nota va ricordato che i carabinieri guardie:: ebbero due morti nella prim a guerra mondiale. Entrambi medag lie d'argento al valor militare, prestarono servizio. n d corso della guerra. nd corpo aeronautico.

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FIG. 15. - CARABINIERI. CARABINIERE IN SERVIZIO

PRESSO LE GRA:\"DI Uf\:lTA'. 1916

I carabinieri in servtzto presso l'esercito mobilitato portarono l'uniforme, il soprabito e la buffetteria delle armi a piedi o a cavallo a seconda del loro servizio, sempre comunque con l'aggiunta della pistola a rotazione mod. r889 e con il moschetto 91 da cavalleria. Anche se in talunc foto appaiono carabinieri con il fucile 91. Pur provvisti dd berretto per armi a piedi, per ordine dello stesso Cadorna i carabinieri in dalla foderina borioia servizio nelle unitĂ mobilitare dovevano portare sempre la lucerna ricoperta b con fiamma in lana nera. 11 hcrretro era consentito solo negli accantonamenti e negli accampamentĂŹ. In servizio di rappresentanza i carabinieri indossavano la bandoliera da carabiniere in cuoio grigio - verde. -

IOO --



CA PITOLO Xll

BERSAGL IERI CICLISTI

il pantalonc alla gamba mediante 3 piccoli bottoni d'osso anneriti . Due tasche ai fian chi sulle cuciture. Come calzatura i bersaglieri ciclisti avevano i gambali in cuoio neri. Quesri erano fatti in uri solo pezzo, leggermente sagomato per aderire al polpaccio, aperti sul lato esterno della gamba e venivano chiusi da 4 ganci a molla di ferro vernici ato in nero. Tanto i ganci che i riscontri erano assicurat i mediante una piccola inchiappatura di pelle fer mata al gambale con bottone a pressione. Stivalctti in cuoio e vacchctta nera. ;\el r9rr (1) venne adouato un altro modello di stivalctto, dato in seguito anche alla cavalleria, con tomaia liscia c linguetta a so{fietto. L'a.nno successivo (2) ~sso v~nn e provvisto di chiodatura. Cotne buffetteria i bersaglieri ciclisti mantennero le loro giberne speciali in '' borsa doppia , con coperchio, che al contrario di guelk della fanteria non aveva la linguetta per la chiusura ma di.rettamente un bottone. I bersaglieri ciclisti non ebbero lo zamo, ma il tascapane mod. H)07 f<J ¡ Oltre a <..}uesto avevano alla canna della bicicletta un piccolo zaino di rela. La borraccia veniva portata o a tracolla o agganciata al lato sinistro della canna della bicicletta, dove si poteva agganciare anche il fuci le quando non si portava ad armacollo. Nel ICJT 4 (3) furono dati ai bersaglieri ciclisti degli occhiali con lcnri di celluloide gialla, con armatura di metallo bianco fod erata di pel le e due nastrini .

L'uniforme grigio- verde da campagna venne data ai bersaglieri ciclisti il 6 giugno 1910 con la circolare n. 21 r del G.M .. L'uniforme si componeva del cappello da bersagliere con piumetto, completato in campagna della fodcr ina grigio- verde riportante il numero dd reggimento in nero. Giubba ad un petto in panno grigio- verde, chiusa da una fila di 5 bottoni, di cui il primo in alto a vista e gli altri coperti da coprihottoniera. Collo montante rovesciato, provvisto sotto di aletta che si poteva chiudere con un bottone, con mostrina da bersagliere sul colletto. C'.,ontrospallinc in panno grigio - verde con bottone di frutto, e numero del battaglione seguito dalla lettera C. Due tasche al petto a toppa con aletta e bottone di frutto. Al punto vita, su l dav anti, due passanti semi - fissi con bottone, per il passaggio dd cinturino. Paramani a punta. Il dietro della giubba era identico al modello per armi a piedi, ma con una grande tasca ((all a cacciatore >> sul fondo. l lati di questa erano forniti di una linguetta con bottone per la chiusura. Sulla manica sinistra era portato il distintivo da ciclista: il profilo di una bicicletta in lana nera. L'interno. foderato del solito cotone basino grezzo, aveva due tasche al petto cd una in fondo alla parte anteriore sinistra, chiusa da un bottone, per il pacchetto delle medicazioni. Piastrino dĂŹ riconoscimento cucito alla parte interna sinistra fra la prima e seconda asola. Al posto della camicia . i bersaglieri ciclisti avevano un maglione a collo alto in lana grigia, lavorata a costa larga (collo c polsi a coste piccole). T1 maglione era completamente aperto dal collo alla spalla su lato .sinistro e si ch iudeva con 6 bottoncini (3 sul collo c 3 sul le spalle). I pantaloni avevano le gambe piuttosto ampie c arrivavano sotto il ginocchio, dove finivano con un gambaletto che serviva a fermare

(1) Circolare n. 288 del C.M. del 20 giugno (2) Circolare n. 34 del C.M. del 24 gennaio (3) Circolare n. I 15 dd G.M. del IO marzo 102

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1911. 1912. 1914.


SoTTU r.HCIALT El> T.JFFICIAL r.

I sottufficiali ed i man::sciallì vestivano la stessa uniforme dcll;! truppa con in più il berretto con fre gio ricamato oro. L 'u niforme era confezionata 'su misura c con lavo razione più accurata, come per gli altri sottuff1ciali. Gli ufficiali vestivano come i loro colleghi fino al T<) IO (4), anno in cui fu d ata loro una nuova uniforme. Questa altro non era che la cordellina grigio - verde, ma con il

collo rovesciato c pantalon i identici a quelli dei bersaglieri ciclisti. Tutto il resto, mantellìna, distinti vi, fregi, armarn.ento, ccc., come gli altri ufficiali dci bersagl ieri. \l'e] corso della guerra i bersagl ieri ciclisti seguirono le stesse prescrizioni sul vestiario co~11uni a tu tto I'Esc;cito tnobilitato.

(4) Circolare n. 388 del G.M. del 5 settembre

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1910.


FIG. 16. - BERSAGLIERI. MARESCIALLO DEI BERSAGLIERI CICLISTI. INVERNO 191 7 - l 8

Sul finire dd 1917, riavuto il piumetto, i bersaglieri lo applicarono sull 'elmetto, divenu to dal r9r6 unico copricapo della truppa al fronte. L'uniforme è guella regolamentare per bersaglieri ciclisti rnod. ry1o. con collcrro rovesciato, tasche al petto e grande tasca alla caccia10ra sul dietro della giubba. Al posto della camicia il maglione a collo alto. Spcovvista di spallacci per le speciali giberne, la cintura era sostenuta da due passanti scmihssi posti su l dav<Jnti della giLJbba. Anche se da alcune foto risulta che reparti dci bersaglieri ciclisti ebbero le fasce mollettierc. per lo piÚ tennero i loro gambali di cuoio nero. mentre come calzature adottarono il modello per truppe da montagna. come tutto l'Esercito. I distintivi di grado in galloncino ondulato nero entrarono in uso nel 1916, anche se a tutto il 1918 alcune foto ci rnostrano marescialli ancora con il distintivo precedente a barre verticali al paramano. Il fucile è il moschetto da cavalleria <)T, spesso daro in dota7.ione agli ufficiali c sottufficiali . Notare il piccolo zainetto speciale per bicicletta con appesa la borraccia di nuovo modello. -

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TA V OL E PARTE

SECONDA















PARTE

TERZA

TRU PPE E SERVIZI SPECIALl



CAPITOLO Xlii

LE UKITA' D'ASSALTO

GLI

ESPLORATORI.

Con il nuovo <' rcC1olamento d'esercizi per b la fanteria» approvato il 30 giugno J9J 4 venne creata la specialità di <(esploratore>> (1), con il compito di precedere le colonne, esplorare il terreno per rendere <( esatto conto dei particolari ropogralìci >>, sventare eventuali at~ tacchi, impedire l'infiltrarsi di << pattuglie o dt piccoli nuclei nemici », prenclere conta.rto con il nern ico e «spingersi innanzi per g1ungere fino alle colonne nemiche » . Allo scoppio della auerra ogni reggimento aveva un proprio rcp~rto di esploratori della forza di 4 ufficiali cd 8o- 90 uomini fra sottuffìcial i c truppa. Il reparto. era suddiviso in tre gruppi , ciascun~ al comando di un ufficiale esploratore. Ogm gruppo era di 4 pattuglie. Ad ogni comandante di gruppo era assegnato un certo numero di ciclist i come porta ordini o staHetta (2). Sull'uso degli esploratori lo stesso Cadorna emanò delle direttive il 27 maggio 191'5 (n. 246 di P.C.) raccomandando di '(incoraggiare e premiare audaci colpi di mano su deboli presidi nemici; una larga, intensa esplorazione che inondi il terreno nern ico di pattuglie >>. Ma la trincea ed il filo spinato resero assai difficile l'impiego di ques te unit~ anche se, nel cors~ della buuerra, vennero costituiti dei reparti dt esploratori autonomi. Gli esploratori non avevano parti~olari uniformi ma ebbero quella della propna arma o corpo. Segno distintivo era una stelletta a sei punte (3) sulla manica sinistra a 10 cm dalla spalla. In lana nera per la truppa ed in argento od oro per gli ufficiali. L~: CO~fPAGNlF. DE:LT.A MORTE.

Agi i inizi della guerra la prese w .a _minacciosa della mitragliatrice e l'uso del hlo spt-

nato contro cui andavano a coz,zare le fanterie, '(eccro sentire allo stato maggiore la necessità di dotarsi di speciali reparti atti a precedere la fanteria e ad aprire varchi negli sbarramenti di filo spin;Ho. A questo scopo con la circolare n. 4~ii P.R.S. del 16 giugno 1915 il Comando Supremo emanò disposizioni circa la creazione di piccole unità che << insinuan_dosi tra le accidentalità del terreno, dovranno trradiarsi , protetti dagli schermi mobili (scudi), verso i reticolati del nem ico l>. Ogni unità era for mata da una squadra di volontari del genio (3, 4 sol dati), esperti in esplosivi, coadiuvata da 3 o 4 squadre d'appoggio, composta ognuna da 4-5 uomini abili tiratori, che potevano essere indifferentemente di qualsiasi arma o corpo.

.

Agli uomini di ciascuna squadra d'appoggJo venivano dati strumenti da zappatore, una coppia di pinze ragliafì.li, qualche sacco a terra, 4- 5 bombe a 1nano e scudi protettivi (4). Gli spe~ialisti del genio portavano la sola geh.tina. Queste unità d'assalto non ebbero mm un no1;1e ufficiale c vennero sempre chiamate genericamente tagl.iafì.li o ,, compagnie della morte », nome datogli dai fanti per l'alto numero di perd ite e la pericolosità del loro lavoro. Esse operarono in particolare ncll.a 2" e ,~· Arm ata fra il giugno del H)T) cd tl maggw (,) La spccialir:ì eli « esplorawre >> esisteva anche nell'arma di c:.mtllc.:ria c arciglieria. (2) 1 ciclisti portavano l'uniforme dell'arma di appartenenza, con il disrinrivo di ciclista sulla mamca sinistra, unicamente a l!ucllo d i esploratore. (~) Circolare 11. 300 del G.M. del 27 giugno '9'4· (4) Di scudi proletrivi nel corso della guerra ne furono sperimentai i diversi modelli, eia tjuello << offcllsivo francese "• allo u scucio Daigrtt )), al modello "componibili Caetaneo », al tipo che crta~'a una sorte di bunker cii acciaio mohile. Ognuno dt qutsll ehhe pere) la sua dose di difetti c nessuno nella realtà (u ad<>tr:Ho su i<trga scala. !23-


FIG. 17.- GEl\'10. GNITt\.' TAGLIAF!LI. 1915 - 16

Detti per la pericolosità del loro lavoro ((compagnie della morte n, questi soldati, dotati di elmo c corazza ((Farina » , ricordavano più gli armati del medioevo che un esercito moder.no. Oltre all'elmo, alla corazza ed ai grandi guanti di cuoio, atti a proteggere le mani, queste unità vennero dotate, negli ultimi tempi, di alti stivali di pelle che, oltre alle ginocchia, riparavano le caviglie ed i polpacci. Il fìlo spinato infatti, una volta tagliato, tendeva ad attorcigliarsi alle gambe.



meno disordi natamenre nacquero in tutte le Armate formaL.ioni di esploratori di maggiore o minore importanL.a. Oltre ai compiti esplorativi, queste unirà operavano colpi di mano, azioni contro i reticolati laddove non arrivava la bombarda, ecc .. Queste piccole formazioni, spesso guidare da semplici sottufficiali, erano tenute in gran conto dal Comando Supremo che le favorì con premi in denaro, licenze e tenendolc lontane dai lavori più umil i (G). I militari che ne facevano parte vennero chiamati << militare ardito >> (denominazione lJUesta da non con(ondcrc con quella dell 'ardito dei reparti d'assalto), ed ebbero uno speciale distintivo (7). Lo spec iale dis tintivo consisteva nelle cifre reali in a-rgento, sormontanti il nodo di Savoia orizzontale, c ve ni va portato sul braccio destro a metà fra la spalla cd il gomito. Il distintivo era ricamato in lana nera sull'uniforme grigio- verde (8).

del T';)TO, anno in cui con la comparsa della bombarda, artiglieri a idonea alla distruzione dci reticolati, venne meno la necessità di servirsi di quesri specialisti. Poiché questi uomini agivano allo scoperto si sentì il bisogno di offrirgli una particolare protezione. A questo scopo vennero adottati per !è « compagnie della morte >> gli elmi c le corazze Farina, costruiti a Milano dalla ditta dell'ing. Ferruccio Farina, da cui poi presero il nome. La prima distribuzione avvenne il 3r ottobre del 1915 ed era di 40 elmi e 50 corazze che salirono nel dicembre dello stesso anno a 700 elm i c 700 corazze, c nel gennaio del 1916 ad altri 610 elmi e 610 corazze , consegnati alla 3'' Armata. L'elrno era su tre taglie, la corazza in una unica taglia. La cora7.7.a era formata da un piastrone trapezoidalc (30 x 40 cm), formato da 5 strati di fogl i d'acciaio incurvati sui fianchi c riuniti da 23 chiodi incernierati, e due spallacci, fissati tramite due linguette metalliche. Anche gli spallacci erano formari da 5 srrati d'acciaio. Lo spessore della corazza era di circa 7 mm cd il peso si aggirava sui kg 8,6oo circa. La corazza, tinra grigio- verde, era provvista di due bretelle di canapa, con fi bbia, fissate sul dietro degli spallacci. Le bretelle incrociandosi su l dorso si affibbiavano sul davanti. A Il 'interno della corazza, in basso, due bracciali di canapa ne consentivano l'uso anche come scudo. La corazza fu mal vista dall a truppa, perché più che di protezione era d'impaccio nei movimenti c riduceva la mobilità del sol dato esposto al fuoco nemico. Accompagnava la corazza l'el mo Farina, anche esso in acciaio (mm r, T per la calotta, I ,3 per il frontale e I,I il laterale e nuca). Internamente erano applicati come fodera 3 cuscinetti al frontale, sostituiti poi da cuffie imbottite (5). Sottogola dì cuoio grigio- verde con fibbia brunita. L'cimo pesava dai 2,250 kg della prima taglia ai 2>850 kg dell'ultima. l'L

REl'ARTI n'ASSNLTO.

L'idea di costit uire degli speciali reparti atti ad assalti, colpi di m:1no, creazioni di teste d i

ponte, ccc., al di là delle '' occasionali >> formnioni precedenti, venne all'allora capitano Giuseppe Alberto Bassi del rso" fante ria (brigata Lambro); egli, in una ((memoria \) inviata 1'8 novembre H)I6 al generale Giardino, comandante della 4.8"· Di~isionc, propose la costituzione di sc7,ioni di pistole mitragliatrici » che '< incuneandos i nella difesa nemica dovevano favorire l'attacco delle ondate susseguenti \) , l compiti dei reparti d'assalto ed il loro l(

(;) Preced~mcmcnu: all'adO?.ione della cuflìa protettiva erano stati adon:ui un cappuccio trapuntato, o indiffcn.:ntement~ un carnaglio che riduceva ancora di più In mobilie?! del collo. (6) Circolar~ n. 3624 dd Comando Supremo del y ottobre 1915 c n. 6250 C.S. del 14 maggio 1916. (7) Circolare n. 15810 del Comando Supremo del T5 luglio 1916 riportata sul (;.\4. COn circobre Il. 539 ciel 1•• sctt~:m l>re J 916. (Il) Va ricordato che non essendo stata abolita l'uniforme rurchina durante b ~uerra, il colore dci di· srinrivi era sempre riferito essa e con a ppend ice il colore cht: il distinrivo avrebbe avuto sull'uniforme grigio· verde.

MILITARE ARDITO.

;d

Nel corso della guerra la necessità di az10111 di disturbo fu enormemente sen tita, e più o

T20


apporto nella prima guerra mondiale, ispirati alla nuova U~ltica, sono noti e non è questa la sede per parbrne. Per la cronaca, alla fine di maggio del 1917 al promosso maggiore Bassi venne affidato il compito dell'addestramento, in base alle sue teorie, di una nuova compagnia di formazione.. A questa prima unità che si riunì a Russig, nelle retrovie di Gorizia, il r2 giugno 1917 concorsero con un plotone a testa i reggimenti di fanteria 143", 150", 205·; e 64", ognuno con due pistole mitragliatrici, una sezione mitragliatrici Fiat mod. Il)J4, cd una sezione della 68'" batteria sorneggiata. Dopo un sommario addestramento e la presentazione della nuova formazione al generale Capello (comandante della i' Annata), che ne caldeggiò l'approvazione, il Comando Supremo riconobbe la costituzione della nuova specialità con la denominazione di << Truppe d'Assalto», con la circolare n. 21000 di I>. Op. del 5 luglio H)IJ. La prima unità era nata all'interno della 2" Armata ma, in breve, anche in altre Armate furono create truppe d'assalto. Nel 1918 furono cos1it11itc gr:mdi nnit~ cl':m:1lto (s>), c:hr. il 28 giugno dello stesso anno vennero riunite in un cor})Q d'annata d'assalto. Dati i particolari compiti della nuova specialità il maggiore Bassi studiò un'uniforme più pratica rispetto ai modelli esistenti. Ne propose due: 1\miforrne numero r e la numero 2. La numero T si componeva della giubba da bersagliere ciclista, ma con il colletto completamente aperto c bavero rovesciato (va detto che l'Esercito italiano fu il primo ad adottare la giacca a bavero rovesciato su larga scala); sul colletto, le mostrine nere a due punte con la stelletta (ro). Maglione da bersagliere ciclista grigio, pantalone corto da truppe da montagna mod. 909 con (asce mollettiere o calzettone c mantellina per armi a piedi. L'uniforme numero 2 era del tutto identica, ma con la camicia grigio- verde, a colletto rovesciato, con cravatta lunga nera. Nonostante il concorso di diversi artist-i che pure mandarono molti progetti, non si arrivò a scegliere un nuovo modello di copricapo perché il sopraggiungere di Caporetto rimandò la decisione. Alla fine, fu

adottato il fez dci bersaglieri, ma in feltro e fiocco neri. L'uniforme proposta dal Bassi non piacque al Comando della 2" Annata che la trovò eccessivamente borghese, né così la mostrina nera, c consigliò per la nuova specialità l'uso di un semplice distintivo. Il nuovo distintivo che caratterizzò gli arditi nacque il 10 luglio I<)Ij, in una riunione tra il col. brigadiere Egidi, il tenente Campello e lo stesso maggiore Bassi. Trasmesso al Comando Supremo c da guesti approvato venne riportato sul Giornale Militare con la circolare n. 455 del r2 luglio 1917. .. Il distintivo si componeva di un gladio rotnano con il motto di casa Savoia << PERT )) sulla crociera, circondato da un serto di alloro c di quercia. Per tutti doveva essere in lana nera sull'uniforme da combattimento e, sulle altre, in oro per gli ufficiali, in argento per i sottufficiali e in nero per la truppa. Il problema della nuova uniforme con mostrine nere venne invece risolto dal Re che, dopo una visita a Sdricca, dove nel frattempo si era venuta a creare la nuova scuola dei reparti cl';~ss:1lto, approvò il ')C) luglio la nuov;\ uniforme con il maglione (u). L'armamento e · l'equipaggiamento delle truppe d'assalto consistevano in una giberna

(9) Circolare n. 1621.3 del Conundo Supwno del giugno 1918. ( 10) La mostrina nera fu proposta dal Bassi, come dichiarò in un'intervista di C. Piva apparsa il 6 ottobre 1917 sul << Resto dd Carlino lJ , a ricordo dd capitano Pietro fortunato Calvi, suo antenato di parte materna, che nel ·48 al servizio della Repubblica di Vene7.ia combatté nel Cadore contro gli austriaci. Come emblema sia l'avo sia gli ufficiali delle milizie cadorine portavano una cravatta nera al collo, simbolo rivoluzionario dci carbonari veneziani. La concomitanza del nemico, del nome della trincea, San Marco, dove gli nacque l'idea_, dello stesso grado che rivestiva al momento e del fatto che il 1917 (anno di nascita degli arditi) era il centenario della nascita dell'avo, colf)irono la fantas ia del Bassi che in onore dell'avo c delle milizie irredcntìste del Cadore pro· pose l'adozione della mostrina nera. ( 11) Foglio n. 2()67 di P. Op. del I) luglio 1917 del Comando 2° Armata. La camicia grigio- verde fu introdotta solo nel novembre del 1917 dopo la ritirata di Caporetto e per mancanza di maglioni. IO

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FIG. 18. - ARDITO DELLE T RUPPE D'ASSALTO. 19 17- 18

Ogni un ità d'assalto era p rovvista d i un ce rto numero d i uomini dotati di lanciafiamme. L 'ardito r affigurato (notare il numero romano sull'elmetto) è perfettamente eq uipaggiato secondo la sua specialità. Giacca aperta con maglione, d istintivo da ardito al braccio, sacco per le bornbc a mano, pugnale c giberna. I calzetton i furono preferiti alle fasce rnollcttiere. -

I 2H -



da fanteria, con solo cinturino, e tascapane porta bombe. Moschetto da cavalleria 91, bombe a mano e pugnale. Quest'ultimo vera ed autentica novità, atto soprattutto a colpire silenziosamente il nemico, e meno ingombrante della baionetta. Quando si formarono le grandi unità d'assalto non furono date partièolari disposizioni uniformologiche, per cui mentre i preesistenti nuclei di truppe d'assalto vestivano la nuova uniforme, le altre truppe continuarono a portare la precedente. Gli ottimi risultati conseguiti con i reparti d'assalto, c l'enorme numero di richieste d 'impiego, consigliarono Cadorna a diffondere più ampiamente i loro criteri d'impiego, ordinando che assistessero alle esercitazioni delle truppe d'assalto uffìciali di ogni grado cd unità

dell'Armata. L'ordine diede il vta alla formazione degli «arditi reggimentali>>, formati con i vari militari arditi cd esploratori non confluiti nella nuova specialità. Gli arditi reggimentali, che al contrario delle truppe d'assalto non dipendevano dal Comando -Supremo ma dalle singole unità, vestivano la stessa uniforme delle fiamme nere e con lo stesso distintivo al braccio, ma con mostrine c copricapi peculiari del corpo o arma di provenienza. Come buffetteria ebbero quella dei bersaglieri ciclisti,· armamento c rimanente cquipao-o-iaht> mento come le truppe d'assalto (12). (12) Sia pure per un hrcvc periodo esistevano anche gli arditi di cavalleria. Dalle foto non risulra però che questi ebbero l'uniforme degli arditi, eccezion fatta per il distintivo al braccio.


CAPITOLO XIV

I MITRAGLIERI

Allo scoppio della guerra i mìlìtarì addetti alle sezioni mitragliatrici campali indossavano la stessa uniforme del reparto in cuì servivano (cavalleria, fanteria, ecc.). A distinguerli era solo un distintivo: un profilo di mitragliatrice sulla manica sinistra, ricamato in argento, o in oro, per i sottu(ficiali, ed in lana rossa (nera per la grigio- verde) per i graduati e soldati (x). l mitraglieri scelti po-rtavano lo stesso distintivo sormontante uno scettro ricamato in oro, o argento, per tutti (2). Sugli spallìni, o sulle controspalline, il numero progressi vo seguito, o preceduto, dalla lettera M (vedi schema a pag. T7)· Nel corso della guerra le sezioni mitragliatrici vennero progressivamente ampliate fino alla crea7.Ìone Ji sezioni. mitragliatrici di grandi unità. Si sentì allora la necessità di distinguere queste dalle sezioni mitragliatrici reggimentali. Furono così introdotti, nel corso del conflitto, nuovi fregi e mostrine riportati sul Giornale Militare con la circolare n. 266 del 24 aprile

reggimento, portava, se proveniente dalla fanteria le mostrine orizzontali a barre verticali (4); se invece proveniva da altre armi o corpi, portava la mostrina della rispettiva arma, corpo o specialità. Quando il reparto era organicamente assegnato ad una brigata o ad un corpo aveva le rnostrine della brigata o del corpo. Qualunque mostrina portassero, essa era sottopannata di turchino scuro. Sulla manica sinistra di qualsiasi capo, il distintivo da mitragliere in lana nera, su rettangolo di panno ). nerri baio- verde ( ... ) Se c'era sul braccio altro distintivo, quello di mitragliere veniva posto al di sotto dell'altro, ma senza superare il gomito. La distanza fra i due doveva essere dì 20 mm, come d'altronde in tutti i casi analoghi.

PERSONALE

Con la creazione delle squadriglie autoblindo, i mitraglieri che ne facevano . parte ebbero nuovi distintivi. Gli ufficiali, i sottufficiali e la truppa portavano ìl fregio dell'arma di fanteria. Nel rondino, una piccola mitragliatrice caricata dì un volante; per gli ufficiali, in metallo ossidato o ricamato, per i sottuffìciali e

1918. L'unifor:rne per uff1ciali, sottuff1ciali e truppa era quella del reggimento a cui il reparto era assegnato o, se non (acenti parte di un reggimento, quella del corpo dì provenienza ma con talune differenze (3). Se ìl reparto era organicamente alle dipendenze di un reggimento portava il fregio o il numero di questo. Se invece il reparto era assegnato ad una divisione o ad una brigata portava ìl fregio dell'arma (fanteria, cavalleria) o corpo (bersaglieri, granatieri, alpini) di provenienza. Nel tondino del fregio una piccola mitragliatrice di profilo in metallo ossidato, per gli uffìciali, e direttarnentc ricamato per i sonufficiali e truppa. Sul colletto, se il reparto era assegnato ai Comandi di divisione, o comunque non faceva parte organicamente di una brigata o di un -

OELl..E SQUAURIGLIJ:: 1\CTOMI'fR.'\GLIA-

TRICl.

( t ) Circolare n. 128 del G.M. Jel 30 marzo )()14·

(2) Circolare n. 235 del C.M. del 2 aprile

J~15.

(~) T mi r. raglieri di fanteria non reggimentali ave-

vano l"unitormc delle armi a piedi, ma senza spallini. Al posto di <juesti, le controspalline. (4) Le mosrrine a barre bianche verticali erano rosse per le compagnie mitragliatrici modello FIAT cd a<.zurre per le compagnie modello 1907- f. (s) Se in servizio presso una grande unit~1, la mitrag liatrice era sormontata dal numero progressivo della compagn ia. Il numero venne spostato nel 1918 sulle controspalline. 131


FIG. 19. - MITRAGLIERE DI GRANDI. UNITA'. 1918

L'uniforme indossata dai mitraglieri delle grandi unitĂ si componeva della giubba delle armi a cavallo c dci pantaloni truppe da montagna, con fasce mollettiere o calzettoni. Per essi vennero adottate le speciali mostri ne a barre verticali bianche, su fondo azzurro per le compagnie dotate di mitragliatrici 1907 F, su fondo rosso per quelle annate di mitragliatrici FIAT. I mitraglieri portavano il loro speciale distintivo sia sul braccio sia sull'elmetto sormontato dal numero progress1vo. -

132 -



spalline del.la giubba, cappotto o pastrano era riportato il numero del reparto. L'unifo rme era completata. nel scrvJ7.JO a bordo. da un casco protettivo del tutto simile a quello degli aviatori c bandoliera per armi a cavallo. Pur non essendo confermato da circolari, risu lta da alcune foto che fossero dotati di giaccone di cuoio.

la truppa ricamato o tessuto. Sul colletto , la mostrina dci mitraglieri in forz a alla divisione, sottopannata di turchino scuro. Sulla manica sinistra, il distintivo da mitragliere delle squadriglie automitragliatrici in lana nera; profilo di mitragliatrice caricato di volante. Gli automitraglieri scelti portavano al di sotto del distintivo uno scettro oriz2ontale. Sulle contro-

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-


CAPITOLO XV

MOTOCICLISTI ED AUTOMOBlLTSTI

Fin dalla loro appanz10ne gli automobilisti ebbero l'uniforme delle armi a piedi, ma con stivaletti al cromo (r) con gambaletto e giubba delle anni a cavallo. Mentre i motociclisti ebbero l'uniforme delle armi a cavallo con gambale da artiglieria c bandoliera da cavalleria. Per tutti, come copricapo, il berretto di fanteria cd occhiali tipo bersagliere ciclista . Come soprabito ebbero il cappotto. Nel 1915 (2) vennero introdotti per la truppa degli speciali cappotti. Quello per automobilisti era in panno grigio- ferro scuro ad un petto, chiuso da una fila d i 5 bottoni di frutto nascosti da un copribottonicra. Quattro tasche a taglio verticale: due al petto c due ai fian chi. Controspalline con bottone d'osso nero. Sul dietro un gran picgone verticale, con in fondo uno sparato di 35 crn, e martingala con 2 bottoni. Collo rovesciato guarnito al dì sotto della linguetta con 2 bottoni. Pararnano con linguetta e 2 bottoni per potere, :tll'occorrenza, stringere il polso. Il cappotto per motociclisti era identico, ma in panno grigio - verde e con le tasche ai fianchi a taglio orizzontaJe e con aletta. Per gii specialisti (meccanici, ecc.) vennero introdotti nel 19J 4 (3) camicioni di tela rasata blu, sul tipo di quelli degli operai d'artiglieria, ed una tuta di tela rasata blu. La tuta era intera con colletto in p iedi, completamente aperta sul davanti fino al cavallo; si chiudeva con 9 bottoni d'osso. Due tasche a toppa al petto con aletta e bottone. In vita, una cinta con 2 bottoni per chiusura. l polsi e le caviglie erano fo rniti di linguetta per essere a!l 'occorrenza stretti. Anche gli ufficiali vestivano come quelli delle armi a cavallo con in più, per gli automobilisti, di una speciale tenuta di pelle nera (4), che venne estesa anche agli ufficiali dci motociclisti, o che facevano uso di motociclette (5).

Questa speciale uniforme si componeva del berretto ordinario e di un giubbone a doppio petto di pelle nera, con collo rovesciato di panno nero, p rovvisto di stellette e controspalline di pelle nera con i distintivi di grado. Pantaloni da cavallo in pelle nera, con cui si potevano portare sia i calzettoni che le fascf mollcttiere, o i gambali, o gli stivali . I fregi degli ufficiali , sottufficiali c truppa, sia dei motoc iclisti sia degli automobilisti, erano quelli dell 'arma o corpo in cui servivano, salvo i sonuflìciali c truppa non appartenenti a corpo o arma specifica, il cui fregio era una stella a cinque punte caricata nel tondino dell'automobile. Qualora un militare (uftìciale, sottufficiale o truppa) fosse distaccato, effettivo o comandato, p resso un reparto automobilisti diverso da quello d'appartenenza, pur mantenendo il proprio fregio, caricava questo nel ton dino, al posto del numero, del profilo di un'automobile (in metallo argentato per gli ufficiali, ed in metallo bianco per i sottufficiali c truppa). Con la trasformazione dci fregi in grigioverde e lana nera le automobili d ivennero in metallo brunito. I sottufficiali e truppa autieri portavano sulla manica sinistra della giubba, e del cappotto, il prolìlo di un'automobile; i motociclisti, il profilo di una moto (6), ricamata nera su panno grigio- verde per caporali c truppa, ed in argento o in oro per i sottufficiali. su panno grigio - verde.

(1) Cirçolarc n. 278 del C.M. del !9 giugno 1914.

(2) Circolar<.: n. 134 del G.M. òcl 1° marzo 1915. (3) Circolare n. 278 del 182 ciel (5) Circolare n. 87 del (6) Circolare n. 266 del

(4) Circolare n.

I35-

C.M. C.M. G.M. G.M.

del 19 giugno del 15 aprile ciel 4 marzo del 29 marzo

1914. 1911. 1913· 1915.


FIG . 20. - T ENENTE AUTOMOBI LISTA. 1915 - 16

La tenuta è quella di pelle nera rcgobmentare con bandoliera delle armi a cavallo, introdotta per gli ufficiali nel J()TT. La stessa rcnuta fu data anche agli uffÏciali che facevano uso della motocicletta, ed agli aviatori. Questa tenuta comunque cadde ben presto in disuso e fu w stituita da nuove tute.



-CAPITOLO XVl

IL CORPO AERONAUTICO MlLlTARE

Le ottime prove date dall'aerop lano durante la campagna di Libia - com 'è noto l' Italia fu la prima ad utilizzare l'aereo come mezzo bellico portò alla costitu?:ione (27 giugno It)I2) del <(Servizio Aeronautico l) in seno all'arma del genio. Il 7 gennaio 1915 con Regio Decreto il Servizio venne trasformato in Corpo Aeronautico Militare (r) su 2 Comandi d'aeronautica. 1 battaglione di dirigibilisti. 1 b;Jtt:Jg lione d'anostieri, r stabil irnemo costru7.io ni aeronautiche. I battaglione squadriglie aviatori. 1 baltaglione scuole avialori, r direzione tecnica dell'aviazione, 2 depositi del Corpo Aeronautico cd un Istituto Centrale Aeronautico. La guerra trovò comunque il Corpo Aeronaulico impreparato ad affrontare i vari compiti ai quali era chiamato. e certamente le 12 squadriglie c 3 dirigibili J cll 'Esercito. ed i rs idrovolanti c 2 dirigibili del la Marina, erano insufficienti. Ma in breve tempo la situazione venne ribaltata, tan ro che alla fine del settembre del 1915 l'aeronautica aveva in lin<.:a 244 aerei, memre andavano cos tituendo~i !lllove squadriglie caccia, specialità inesistente a il 'inizio del conflitto, c ancora squadriglie bombardieri, da ricognizione c gruppi squadriglie aviatori per :miglieria (le prime due vennero assegnate alla 2" e 3" Armata). Pur con la trasform a~ione da servizio in corpo l 'aeronautica non ebbe né fregio. né mostrine propri . L'uniforme che portavano gli ufficiali c la truppa era quella dell'arma o corpo di provenienza con relativi fregi o e mostrina. i\. dist inguerc il corpo, cd il servizio che il militare svolgeva all'interno della nuova specialità, erano prescritti numerosi distintivi. La prima disposizione sull'uniforme dell'aeronautica risale alla circolare n. 388 del G.M.

dd 1910, quando venne adottato per gli aviatori il fregio degli speciali~ti del genio, cancato nel tondino da un dirigibile ricamato in argcn lo ( 2 ). Con la n ascita del servJZIO aeronautico, fernao rcstand1l il fregio ed il distintivo precedente. venne introdotto un nuovo distintivo (3) per il battaglione aviatori . Questi portavano il fregio dell'arma o corpo di provenienza cancato nel 10ndino di un motorino con eli ca in oro. Con la trasformazione in corpo le disposizioni sui fregi del berretto e relativi distintivi vennero precisate (4). Il fregio del berretto era per tutti quello dell'arma, corpo o ~pecialità di provenienza. sia p er g li ufficiali effettivi, sia com:md:Hi al corpo aeronautico; ad eccczio11.e di l}uelli provenienti dal ge nio che portavano il fregio degli specialisti del genio. Al centro del tondino, gli ufficiali dci reparti c stabilimenti dip<.:ndenti dal comanclo aeronautico (dirigibilisti e aerosti<.:ri), dell 'ist ituto centrale aeronautico c reparto cos truzioni edilizie di aeronautica (dirigibilis ti e aero~ t ieri) portav:Jno il dirigibi k d'argento. Cii uflici:Jii dipendenti dal comando aeronautico portavano invece la sagoma dell'elica.

(t) Circolare n. )OI del G .M. del 191). (2) La st:elta del fregio del genio, che succcssi,·a mente venne generaliuaru, (u logica perché ra,·ia· 7.ionc t:ra nata, e si svilupperà in seno a quell'Arma, t:d anche se alia sua crescita concorsero anch t: altre armi, il grosso provenne sempre dal genio i n1i lln·· mini (ufficiali e tr uppa) avevano pill dimestichc:7.7.<t con il m<.:7.7.0 meccanico. Succcssi\'amente il dingi· bile sar:\ confezionato in metallo argentato. (:;) Circolare n. 339 dd C.M. del 24 luglio 1912. (4) Circolare n. ))-! del G.M. elci y luglio 1915.


Nel 1916 vennero unificati i fregi (5). Per tutti gli ufficiali effettivi al corpo aeronautico militare, piloti e non, il fregio era quello degli specialisti del genio (r 910) caricato del dirigibile. o dell'elica a seconda del servizio. I soli con~andati continuavano a portare il fregio ddl'arma o specialità di provenienza, caricato dell'elica o del dirigibile. Anche i sottuffì.ciali e la truppa in servizio all'aeronautica non ebbero né speciale uniforme né mostrine; quelli che provenivano dal genio portarono l'uniforme del genio specialisti, e cioè berretto delle armi a piedi, giubba delle armi a cavallo, pantaloni delle anni a piedi con fasce mollettiere (quando queste vennero adottate per tutte le armi a piedi). Quelli provenienti dall'artiglieria, berretto, giubba c pantaloni delle armi a piedi. Nel corso della guerra vennero introùotti per tutti i militari in servizio nel corpo ae ronautico i pantaloni delle armi a cavallo con le fasce mollettierc; mentre la giubba delle armi a piedi tese a scomparire, sostituita da <.Juella per armi a cavallo. I f:regi al berretto erano diversi a seconda se il mllitare era dipendente dal corpo aeronautico o dall'aviazione di artiglieria. Per quelli dipendenti dal corpo aeronautico il fregio era quello degli specialisti del genio, in lana nera caricato del dirigibile (6). Facevano eccezione i militari del battaglione aviatori, che portavano il fregio caricato dell'elica (;). Per i militari appartenenti all'aviazione d'artiglieria il fregio era quello dell'artiglieria da campagna caricato nel tomlino dell'elica. Per ìl gruppo specialisti d'artiglieria delle squadriaviazione d'artiolieria il freb(rio era nuello ..glie b .; '1 dell'artiglieria da fortezza caricato nel tondino della croce di Savoia (8). Ulteriori segni distintivi vennero introdotti con la eircol;;~e n. _302 del 1915 che stabiliva che sugli spallini o sulle controspalline venissero portati, al posto del numero, i seguenti distintivi, in lettere bianche su riquadro nero: Dr (battaglione dirigibilisti), Ar (battaglione aerostieri), SQ (battaglione squadriglie aviatori), se (battaglione scuole aviatori), Av.A. (gruppo di squadriglie di aviazione per artiglieria), Sp.A. (gruppo specialisti di artiglieria). -

DISTINTIVI DI CARICA.

Per individuare a quale mansione era addetto l'ufficiale o il soldato furono adottati i distintivi detti (( di carica>>. I primi furono introdotti con la circolare .n . .339 dd G.M. del 24 luglio 1912 per gli ufficiali aviatori. Il distintivo consisteva in un'aquila in volo, ricamata in oro, ed era portato su ambedue le maniche. L'aquila era coronata per gli ufficiali che avevano conseguito il secondo brevetto di pilota militare, c non coronata per quelli che avevano conseguito il primo brevetto. A questi distintivi ne seguirono altri. Nel 1914 (9) vennero introdotti quelli per gli uffìciali dci dirigibili. Comandante di dirigibile: due ancore incrociate e alate, sormontate dalla corona reale, completamente ricamato in oro. Comandante in seconda: lo srcsso distintivo ma con la corona d'argento. Cflicialc di bordo: lo stesso distintivo ma senza corona. Ufficiale osservatore d'aeroplano ( ro): uno scettro alato e caricato da una " O >ì, tutto in oro tranne la <(O» in argento. l distintivi erano portati su ambedue le maniche, come gli aviatori. Sempre nel 1914 (r r) furono stabiliti anche quelli per i sottufficiali e truppa dei ruoli naviganti e tecnico- meccanici. I militari aviatori che avevano conseguito il brevetto di 1" grado di allievo pilota portavano su ambedue le maniche un'elica alata ricamata in argento. Per quelli che avevano conseguito il brevetto di 2" grado (pilota .militare) il fregio era ricamato in oro, indipendentemente dal grado o arma di appartenenza (r2). I falegnami mon(5) Circolare IL 514 dd G.M. del r8 agosto 1916. Oltre a rivolu7.ionare i fregi la circolare introdusse il fregio in lana nera per . il berretto dell'uniforme da combnttimento ed in seta gcigio - verde per il berretto della cordellina grigio- verde. (6) Circolare n. )88 del G.M. del 5 settembre 19t0. (7) Circolare n. 568 del c;.M. del I3 dicembre 1912. (8) Circolare n. ~02 dd G.M. del 28 aprile t915. (9) Circolare n. 225 del (;.M. dd 27 maggio 1914· (10) Circolare n. 40 dd C.M. del 31 dicembre 1914. (t t) Circolare n. 226 del G.M. del 24 maggio 1914· (rz) Da alcune foto risulca che i sottufficiali piloti dei carabinieri portavano, al posto dell'elica alata, l'a<]uila in volo dei piloti sul petto a sinistra, come venne poi adottato dall'arma aeronautica. 1 39-


FIG. 21. - GEKfO. Sf.R. V!ZIO AERO~/\ l JT!CO

L'uniforme degli aviatori era la stessa degli altri uffĂŹciali dell'Esercito. con l'aggiunta del

giubbone di cuoio foderato di pelliccia. Di delli, sempre pen') in cuoio nero.

l}Uesti giubboni ne furono confezionati. diversi mo-

-

qo



tatori avevano un 'ascia incrociata con un 'elica. l meccanici motoristi un motore. I naviganti su dirigibili portavano sulla sola manica sinistra due ali con al centro un 'elica, se meccanici motoristi> e due ali con al centro un timone, se timonieri. f distintivi erano in lana nera per caporali e truppa e d 'oro per i sottufficiali.

Co~iBI"I\·AzwNr Dl voLo.

Per bo·li ufficiali del ruolo naviaante venne b adottata, come combinazione di volo, la tenuta completa di pelle nera, già in dotazione agli ufficiali automobilisti e motociclisti (13) e completata> nel dicembre del T9f4 (14), dal berretto di pelle nera con coprinuca e copri- orecchie, foderato internamente in seta nera. Allo scoppio della guerra il giaccone fu distribuito anche ai sottufficiali e truppa del ruolo navigante. Dalle foto però non risulta che la tenuta completa di pelle nera sia stata usata su larga scala. Fu preferito l'uso del so lo giaccone, foderato di pelliccia nera al collo c (fi montone bianco al corpo. Il resto della combinazione consisteva

nell'uniforme da combattimento, sempre con pesanti calzettoni di lana. Cuffia di pelle marrone c casco da aviatore. ll casco da aviatore con para- orecchie era fatto in due parti con l'anima di ferro e ricoperto di cuoio marrone. In dotazione anche gli occhiali del tipo detto <' da tormenta ». Nel! 'ultima fase della guerra apparve una combinazione fatta di una tuta con apertura laterale sul p etto che andava dal collo al cavallo. !n fondo alle gambe veniva chiusa da una linguetta di stoffa girata su se stessa. Molto comoda, soprattutto per ripararsi dallo sporco, veniva indossata indifferentemente sopra o sotto il giaccone di pclk. Unitamentc a questa apparvero degli stivali imbottiti. l meccanic-i e gli specialisti usarono nello svolgere la toro particol are mansione la tenuta '' bigia )) mod. ryr2, fino all'introduzione ddla tura mod. 19r4 ptr motociclisti cd automobilisti.

(13) Circolare n. 87 dd G.M. del 4 marzo 1913. (q) Circolare n. li49 del C.M. dd 20 dicembre 1914.


CAPITOLO XVlf

LA MILIZIA TERRITORIALE

L'uniforme della milizia territoriale, sia dcgli ufficiali che dei sotlufficiali c deLla truppa, era del tutto identica a quella dc !l'Esercito permanente. Variava soln. nelle mostrine che erano del tipo a fiamma ad una punta per la fanteria di linea (scarlatto) c gli alpini (verde); a due punte per l'artiglieria (giallo) ed il genio (cremisi). Colletto pieno per la cavalleria (scarlatto), per gli uflìciali medici (nero filettato velluto ·~unaranto scuro), per i commissari contabili ed i veterinari (velluto nero). L'armamenro e l'equipaggiamento era quello m od. 70- R; (r ). I fregi al bcrreao erano gli stessi dell'arma o corpo corrispctti vo dell'Esercito permanente ad eccezione della fanteria di linea che aveva, al posto del numero ckl rrggim<~ nto, i] numero del bauaglionc, sempre sormontato dalla corona reale. Il fregio era ricamato in argento, ad eccezione di quello degli ufficiali non assegnati a battaglioni, ma effettivi aì distretti che avevano il fregio ricamato in oro. A quattro mesi dall'entrata in guerra (2) furono introdotti nuovi fregi. Quello per gli ufficiali di cavalleria era formato da due sciabole incrociate e coronate, caricale nel tomlino di panno nero della croce di Savoia. Il fregio era ricamato in argento. Quello per il colbacco era identico (stesse misure e dimensioni), ma in rnetallo argentato. Per gli uff1~iali della fanteria di linea, facenti parte degli stati maggiori di reggimenti della M.T., il fregio era il numero del reggimento i n ricamo d'argento, sormontato dalla corona reale ricamata in oro (il tutto non dovev;l superare i 73 mm). Gli t~ffì.cia]i delle compagnie presidiarie avevano lo stesso fregio degli ufficiali dell'anna o corpo corrispettivo dell'Esercito permanente, con le seguenti differenze. Le compagnie presicliarie dei granatieri e della fanteria di linea avevano la granata n i fucili

incrociati caricati nel tonclino del numero della compagnia in ricamo oro, su fondo nero. Le compagnie presidiarie dei bersaglieri avevano il fregio da bersagliere in oro caricato nel tondino del numero. della compagnia in argento, su fondo nero. Gli uffìciali degli stati maggiori dei battaglioni presidiari avevano il fregio dell'anna o corpo (in oro o in argento) caricato nel 10ndino nero del numero del battaglione sormontante uno scettro in oro oppure .. in argento. Qucst i fregi ebbero però breve durata, perché nel marzo del I9I5 (~) furono di nuovo cambiati. Per tutti, ad esclusione della cavalleria che mantenne <.1udlo precedente, il fregio divenne quello della rispettiva arma o corpo del Rt~gin F:snrito, tna con il tonrlino in panno verde caricato del numero del battaglione (fanteria) o dd reggimento cui l'ufficiale era assegnato (artiglieria da fortezza, genio ed alpini) in oro. Per le altre armi e corpi, e per i non assegnati ad un battaglione o ad un reggimento, il tondino era caricato della croce di Savoia oro. Gli uffìciali facenti parte degli stati maggiori di reggimento avevano la corona, sormontante il fregio, ricamata in oro c nel tondino d i panno verde il numero del reggimento ricamato in oro. Con la circolare n. 766 del G.M. del 15 dicembre I9r6 anche agli ufficiali della \tf.T., comandati presso l'Esercito rnobilitato, venne data l'unifo~·me di combattimento, con le stes.se modalità dci colleghi del R. Esercito; conservarono però il fregio precedente con il tondino verde.

( 1) Per tutto il primo anno di guerra non solo la M.T., ma anche reparti che non erano in prima linea, ebbero la buffetteria mod. 70- H7. (z) Circolare n. 1)2 del G.M. del 20 febbraio 1915. (3) Circolare 11. 2o8 dd C.M. dd 26 mar;!O r915. 1

43


Pe r l' uniforme di corde !lino grig io- verde valsero le stesse disposizioni emanate per l ' Eser-

cito permanente. Anche l'armamento e ra identico a quello degli uf.fĂŹcia]i dell'Esercito mobilitato, ad eccezione degli ufficiali Ji complemento, o ausiliari della M.T. , o r iserva, che portavano la pistola a rotazione rRR9 (4). Le uniformi da fatica e ran o Jel tutto identiche a quelle dell'Esercito pe rmane nte . Face-

-

va no eccezione alcu ne ar m i della milizia territoriale che avevano le controspalline colorate: fanteria, scarla tto ; artiglieria, plotoni requisizione quadrupedi c treno ausiliario, giallo; genio, cremisi ; co mpagnte di sussistenza,

amaranto.

(4) Circolari del (;.M. n. HJ7 del 19II, n. 149 del 1911 e n. 135 dd 1915.

T44 -


TAVOLE PARTE

TER Z A













PARTE QUARTA

VOLONTARI E MILITA RIZZATI



C1\ PTTOT

n

XVIII

LE MILIZIE VOLONTARIE

1907 in cuoio naturale. Sul colletto la mostrina

Il fenomeno del volontarismo in Italia ebbe un rigurgito ai primi del novecento per l'esplosiva situazione nei Balcani e l'atteggiamento assunto dall'Austria. Divenne così esteso, che si dovette regolarnentarlo con una legge, la numero 49 del 190R ( r ). Essa istituiva il Corpo nazionale volontari ciclisti e automobilisti (V.C.A.), sotto la vigilanza del Ministero della Guerra, in cui confluivano tutte le varie associazioni di ciclisti e automobilisti (2). Compito primario del V.C.A. era gucllo di ((servire da supporto all'Esercito fornendo materiale umano gii1 addestrato all'uso delle armi >>. Primo presidente fu il tenente generale, in posizione ausiliaria, Cesare T arditi. Sulla .scia del V.C.A. sorsero altre formazioni volontarie guaii i volontari guide a cavallo (3), i volontari alpini (4) ed i. volontari costieri; tutte formazioni che una volta riconosciute, pur adottando lo stesso statuto del V.C.A. (s), ne rimasero staccate amministrativamente. Con la circolare n. 673 del G.?\1. del 191 r e con Decreto Luogotenenziale n. 1036 (6) venne istituito il <<corpo delle milizie volontarie» comprendente sia il V.C.A. che i volontari alpini, le guide a cavallo ed i volontari costieri. Nelle disposizioni legislative venne Jefinita anche l'assimilazione dei gradi, secondo lo schema riportato a pag. 162 (7). Le milizie volontarie scomparvero alla fine del 1915; i volontari furono congedati o confluirono , se ne avevano i requisiti, nell'Esercito con lo stesso grado acquisito nelle milizie volontarie. · All'inizio Jella sua costituzione il V.C.A. vestì la tenuta bigia dell'uniforme da fatica con berretto ((all'autista» bianco c visiera e sottogola in cuoio nero. Uosc bianche, calzature i1ere c buffetteria per armi a piedi mod.

ad una punta nera senza stcllette. ~el marzo del 1915 (8) i corpi volontari ebbero l'uniforme grigio- verde; ulteriori precisazioni giunsero il mese successivo per quanto riguardava i volontari costieri, alpini e gui-

de (9). L'uniforme del V.C.A.. era quella dci bersaglieri ciclisti con relativa mostrina cremisi con stelletta speciale (ro). Sulle controspalline le cifre V.C.A. in lana nera e numero del battaglione. Il soprabito era quello dci bersaglieri, ( 1) La legge venne pubblicata sul G.M. con la circolare n. 81 del 16 febbraio t<)08. (2) 11 Corpo Volontari Cidi~ti ed AuLomobilisti fu il primo a sorgere ed essere ufficialmente riconosciuto. Per lo più era composto di piccola borghesia proprietaria di automobile e bicicletta, che si era già distinta in esercitazioni accanto ai bersaglieri. L'es~r­ citnione c l'istruzione dd V.C.A., c dci vari corpi che seguirono, erano fatte sotto la direzione dello stato maggiore che ne determinava l'assegnazione e l'impiego in guerra, nonché l'eventuale scioglimento, o riunione di repar<i in caso di non effettiva forza o inefficienza dd reparto. Anche le promozioni, pur proposte <Jll 'int.erno del comitatO direttivo del V.C.A., dovevano avere: il placct del Ministero. (~) Circolare n. 164 del C.M. del 1914. (4) Circolare n. 242 del G.M. del 6 aprile 191). (5) Lo statuto dd V.C.A. venne appwvato con R.D. del 19 marzo 1908 e modificato con R.D. del 18 giugno .. 191 r; ult~riori regolamentazioni furono emanate con le circolari dd G.M. n. 167 del r914, n. 545 del 19r5 c n. 126 del ryr6. (6) Pubblicato sul G.M. con circolare n. 543 del r" luglio 1915. (7) Circolare n. 861 del G.M. del 1915 e circolare n. 126 del 1916. (8) Circolare n. 186 del G.M. dd 21 marzo 1915. (9) Circolat-e n. 284 del G.M. del 22 aprile I9J5· (ro) Con la circolare n. 167 del G.M. del r8 marzo 1915 vennero introdotte speciali stellette per i Corpi Volontari ed i Militarizzati. Queste erano a 5 punte caricate di un tondino di smalto di vari colori, a seconda del Corp,), con un fregio o lettere del Corpo.

I)9


FIG. 22. - VOLONTARI CICLISTI ED AUTOMOBILISTI. SOTTOTENENTE. 1915

L'uniforme indossata dal sottotenente del V.C.A. è quella regolamentare sanzionata nel 1915, con il cappotto comune a tutti gli autisti del Regio Esercito. Notare le speciali stcllctte e gli occhiali caratteristici del V.C.A .. A destra il distintivo comune a tutti gli autisti del R. Esercito. Il distintivo divenne, nel corso della guerra, in lana nera> anche se tale determinazione non fu sancita sul Giornale Militare.

-

r6o-



Volonwri

Volontnri cidi,c i

Grado

a.uton1obi~ i~ci

Volc,ma ri ;tl l'ini

Vu lo!lt:trl

V o:orH:t!'Ì

co.. lJ (.;ri

gu:dt!

--capitano

capo battaglione

capo ha tra g l ione

capo harrag lio n r.

tenente

capo compagnia

capo compagnia

capo compagnia

capo squadrone

sottotenente

capo plotone

capo plotone

capo reparto

sergente

sotto capo plotone meccanico auto· sotto capo plorone sotto capo plotone mobilista patcnrato

caporale

capo squaura

soldato

volontario

volontario auto- capo plotone rnohilisra

rnccca n i cn

l

3\l[()·

capo ~q uadra

capo squadra

l

volontario

volontario

l guida

mobili~ta

ad esclusione degli automobilisti, che portavano il cappotto di panno grigio - verde degli automobilisti del R. Esercito. Sulle controspalline del pastrano erano applicati la cifra VCA ricamata in argento su panno grigio- verde c gli evenruali gradi. Sulla manica sinisrra (anche della giubba) l'automobile ricamata in oro su panno grigio - verde, come i conduttori del R. Esercito. Il berretto era per tutti quello detto <! all'autista » in panno grigio- verde, guarnito sul davanti del fregio del V.C.A. ricamato in argento: un'aquila sormontata dalla cifra VCA caricante una ruota . Con la circolare n . 284 il fregio divenne in metallo brunito, mentre per gli equiparati al grado di sergente divenne in seta grigio- verde con le lettere oro. I distintivi di grado dei sottuffìciali e graduati consistevano in un gallone (alto 8 mm) in lana nera o argento portato alla sola manica sinistra al di sopra del paramano. Con la 284 vennero adottati quelli del R. Esercito, ma per tutti gli equiparati a sergente un gallone in argento indipendentemente dal corpo. Gli ufficiali del V. C.A. vestivano l'uniforme degli. ufficiali dei bersaglieri ciclisti con il berretto speciale del V.C.A., guarnito del fregio dei volontari ricamato prima in argento su panno grigio- verde, e successivamente in seta grigio- verde con la cifra VCA oro. I distintivi di grado erano portati sulle controspall ine come per il R. Esercito, unitamente alle ci fre VCA ricamate in argento. Sulla soprafascia dd berretto 1, 2 o 3 galloncini argento (alti 4 mm).

effetti va c ali ievo guida

La divisa dci volontari costieri (ufficiali, sottufficiali c truppa) era guella della fanteria di linea, ma con il copricapo c fregi e distintivi alle controspa lline come il Y.C.A .. Le mostrine erano quelle della fanteria di linea della milizia territoriale con le speciali stellette. L'u niforme dei volontari guide a cavallo (r r) era per tutti quell a degli ufficiali di cavalleria, ma confezionata per i ranghi inferiori con panno da truppa. Al colletlo, privo di mostrine. un distintivo ricamato in argento, formato da una cornctra con fiamma inclinata caricante due sciabole incrociate. Come copricapo il berretto delle armi a piedi guarnito del fregio in argento identico al distintivo del colletto, e successivamente la speciale stelletta ed il fregio del V.C.A .. - L'uniforme dci volontari alpini era quella degli alpini del R. Esercito, ma con il fregio degli alpini ricamato in lana verde, argento per gli ufficiali, e caricato nel tondino del monogramma V A in lana gialla (oro per gli ufficiali). Al colletto la fiamma ad una punta in panno verde con la speci ale stelletta c la sigla V A sulle controspalline in lana nera. Numero della compagnia sugli spallini come il R. Esercito. Distintivi di grado come il V.C.A .. In più il berretto speciale del corpo volontari come il V.C.A .. ( 11) Anche se il Corpo venne ufficialmente rico· n~ciuto

più tardi, lino dal 11)09 (22 d icembre) con il

« Regolame nto provvisorio per j volontari guide a cavallo >>, art. r ), era stata prescr itta l'uniforme che

runase, salvo l'agg iunta delle speciali stellelle, invariata .


CAPITOLO

XIX

LE ASSOC IAZIONI DI SOCCORSO

LA CROcE !\ossA fT ..\LIA:-;:\ ED 1 C.-\VALIJ::RI D! MALTA.

Con il Regio Decreto dd 23 maggio J<.)T) il personale mobile della Croce Rossa Italiana c dd Sovrano Ordine di Malta, limitatamente al periodo di guerra, venne militarizzato e assoggettato alla disciplina militare. Il Governo riconosceva il grado, o l'equiparazione di questo, che il personale aveva all'interno delle associazioni fino al rango di maggiore. Il grado comunque era considerato provvisorio c solo per la durata dell a guerra ( r). La gerarchia era parificata come da schema riportato a pag. r66. Allo scoppio del conflitto sia la C. R. T. che i Cavalieri di Malta avevano proprie uniformi stabi lite con loro regolamenti. Entrambi erano forn iti di una grande uniforme c di una uniforme di marcia. Noi tratteremo solo la seconda. L'uniforme di marcia del personale di assistenza della C.R.I. era in due versioni, in panno cd in tela. L'uniforme di panno di colore grigio- marrone era identica a quella delle armi a piedi con le seguenti differenze. I bottoni, in osso nel numero di 6, erano scoperti. Due tasche al petto a taglio con aletta e bottone d'osso. Al posto degli spallini, controspalline semifisse con bottone d'osso. Sul dietro della giubba niente aperture per il passaggio dei cinturini. Al collo le mostrine ad una punta di panno cremis i con la speciale stelletta caricata della Croce Rossa su fondo bianco. Sul berretto, del modello per armi a piedi, la stella ricamata in lana bianca con la croce rossa. Calzature come la fanteria. L'uniforme di tela color grigio era del tutto simile, tranne nei pante1loni che erano lunghi e portati fuori degli stiva letti, e nel berretto che era il modello da fatica per anni a caval-

lo, ma con v1s1era di sroffa. Il fregio era la stella bianca con croce rossa. Gli equiparati al rango di sergenti c marescialli avevano la stessa uniforme ma con il fregio ricamato in argento. I marescialli avevano la stella coronata. Dall'aprile del 1915 il fregio divenne in seta grigia eccettuato il tondino bianco e la croce rossa (2). Dalla stessa data anche il gallone degli equiparati a marescialli, da argento screziato di nero, divenne grigio - verde scre%iato di nero. ll resto dei distintivi di grado era identico a quelli del R. Esercito. Gli equiparati al rango di ufficiale portavano come uniforme di marcia l'uni forme grigio - rnarrone identica nella foggia a quella grigio - verde del R. Esercito. Sul colletto la mostrina di diverso colore a seconda del ruolo: ufficiali medici, panno cremisi; ufficiali farmacisti, panno nero fi lettato celeste; ufficiali ammin istrativi, panno nero filettato di cremisi. Sulle mostrine la speciale stclletta. Il berretto era identico al modello degli ufficiali del R. Esercito, ma con i bottoni ossidati ed un filetto di velluto al bordo inferiore della soprafascia, crem1s1 per medici c amministrativi e celeste (•) L 'e<Juiparazione ed il riconoscimento di grado vc:nncro pubblicati sul G ..Yf. con le circolari n. 448 del 191'j per la Croce Rossa c n. 545 sempre del 1915 per i Cavalieri di Malra. Con quc:stc: circolari fu stabilito anche che agli appartenenti alle Associazioni, che per obblighi di leva erano in servizio nell'Esercito mobilitato, veniva riconosciuto il grado precedentemente occupaw ndk ;\ssociazioni. Il dcpau pcramcuto del personale portèl ad un abbassamento dell'etĂ nelle Associazioni, che fu stabilito con Decreto Luogotenenzialc: riportato sul c;.\t con la circolare n. 295 del 5 marzo 1916. Potevano far parte rutti i cittadini incensurati c senza obblighi di lcva dai 2o ai 48 anni, c dai 48 ai 6o anni solo per i servizi territoriali. (2) Circolari n. 257 e n. 203 dd C.M. del 17 aprile !91).


FIG. 23. - SANITA'. BARELLIERE. 1916-18

L'uniforme indossata dal personale di sanità è quella delle armi a piedi. Notare la bretella porta- barella in tela dura con finale a passante di cuoio e asola di corda. Le borse sono quelle in dotazione alle unità sanitarie, talvolta con impressa la croce rossa, così come la fascia bianca con croce rossa.



R.

1-~<crciw

Croce Ross.t i::•li:m:•

colonnello

delegato generale e d'armata commissario delegato ispettore medico superiore

sanitario capo direttore generale

tenente colonnello

ispettore m edico 1" classe ispeuo re ammin istrativo 1" classe

ispettore medico T' classe ispettore generale

maggiore

ispettore m edico 2" classe ispettore amministrat ivo 2" classe ispettore farmaci sta

vice ispettore mcd ico direttore d i uni t?i ospedalicra

ca pitano

medico capo farmacista capo commissario amministrativo contabile revisore

vice di retto re di unitù ospcclalicra me d ico ,~apo fa rrnac isra capo

tenente

medico assistente 1" classe farmacista 1 '' classe commissario ammi nis trati vo contabile r• classe

2"

classe

,~a ppe llano

2"

classe

sottotenente

med ico ass istente 2" classe farmacista assistente 2" classe commissario amministrativo 3'' classe contab ile 2° classe

maresciallo maggiore

assisrenrc amministrativo

furiere maggiore ma~giore

med ico ass istente 1 ''· classe farmat: ista J" classe segretario 1 '· classe medico assistemc 2" dasse farmacista 2" classe segretario 2 " classe

capo sorvegliante

classe

~or\·egliantc 2"

cbsse

capo sor veglian te

1'

classe

sergente

capo sorveglia nte

2·'

classe

capora!t: magg iore

sorvegliante r'' classe

sorvegliante

infermiere

infe rmiere

sergente

capo

1"

1"

classe

caporale soldato

la circo lare n. 263 del G.:\1. del 17 aprile 1915 divennero tutti in seta grigia. L'armamento e l'e<.Ju ipaggiarnento erano comc que lli del }{. Esercito, rna con il cuoi ame marrone. Le armi d a fuoco potevano essere date solo con speciale autorizz azione. T u tti al braccio sinistro oortava no il bracciale internazionale. Gli ufficiali dei Cavalieri di Malta non erano provvisti di una uniforme da campo per cui entrarono in guerra con l'uniforme avanetta dd personale di assistenza. L'uniforme del personale di assistenza era identica a q uella della C.R.l., salvo che nd

per i f:lrm acisti. Sul davanti del berretto il fregio : una stell a coronata (in argento per gli ufficiali medici e farmacisti, cd in oro per gli uffici al i amministrativi), caricata nel tondin o bianco della croce rossa . Nell' aprile 1915 (3) i fregi ed i d istintivi divennero in seta grigia ad eccezione del tond ino e croce . Il fregio dei ruoli amministrativi venne sovrapposto a due fronde d i q uercia in seta grigia. T utti gli altri capi erano come q uelli degli ufficiali dell'Esercito, m a in panno grigio - marrone. I distintivi di grado erano portati, dagli uffici ali, alle controspalline ed al berretto come per l'Esercito, in argento per i medici c farmacisti, ed in oro per gli amministrativi. Con

(:~) Circola re n . 263 del

r66

c;.M, dd

17 aprile I9I).


colore delle controspalline, che erano nere (4). Il fregio era lo stesso della C.R.I., ma con il tondìno rosso caricato della croce dì :\1alta in bianco. Gli ufficiali ebbero l'uniforme di color avanetta di rnodello identico a quello del R. Esercito ma con le controspalline nere. Il fregio del berretto era come quello della truppa ma in argento caricato del tondino rosso e croce di Malta argento. Distintivi di grado, armamento ed equipaggiamento come la C.R.I.. Con la circolare n. 263 ì fregi c distintivi di grado divennero grriuioverde. . o Sulla manica sinistra era portata la speciale fascia a due bande, rossa in alto e bianca in basso. Sulla banda rossa era riportata la croce di Malta bianca c su quella bianca la croce greca rossa. Nel settcmb.:.-e del 1915 entrambe le associazioni ebbero l'uniforme grigio- verde, su cui mantennero però i peculiari fregi, che riportarono anche ·sugli dmetti. ·

L'uniforme degli assimilati al rango di sottuffi.ciali e truppa era c.1uella grigio- verde della fanteria con le seguenti diHerenze. La giubba era senza spallìni, la mostrina, ad una punta, era in panno azzurro filettato dì bianco con le speciali srellette caricate del tondino bianco con croce azzurra. U fregio al berretto era costituito da una stelletta in. panno grìgìoverde orlato di nero caricato nel tondino bianco della croce azzurra. I distintivi di grado per i sottuffi.ciali erano come quelli dell'Esercito, mentre le stcllette per gli ufficiali erano ad 8 punte. Gli assimilati al grado di ufficiale avevano l'uniforme dei loro pari grado dell'Esercito, ma con le controspalline nere. Le mostrine come sopra, con le speciali stellcttc argento con tondino a smalto bianco caricato della croce azzurra. Il fregio al berretto era come quello della truppa ma in seta grigio- verde. Gli ufficiali facevano uso della pistola automatica mod. H)IO acquistata a loro spese. Gli altri assimilati, la pistola a rotazione mod. 1889, distribuita a spese del Governo.

L.,. CRocE Az:wRM. Un'altra associazione volontaria era la Croce Azzurra, addetta alla cura degli equini convalescenti presso l'Esercito mobilitato. L'uniforme per questa associazione fu stabilita con la circolare n. so8 del G.M. del !2 luglio I9T).

-

(4) E' curioso notare come le controspalline nere sono una caratteristica dci milirari:aari mentre, a norma della circolare n. 167 dd G..l'vf. del d) marzo 19r5, i Cavalieri di Malta facevano parte dei volontari.

167 ·-


CAPITOLO XX

I CAPPELLANI MILITAR I

La gerarchia ecclesiastica all'interno dell'Esercito, c la relativa assimilazione di grado, vennero definitivamente stabilite con Decreto Luogotenenziale n. 1022 del 27 giugno 1915. Il decreto sancì che la suprema direzione del servizio spirituale, sia per l 'Esercito sia per la Marina, era affidata ad un « Vescovo da Campo >> parificato al grado di maggiore generale. A coadiuvare il vescovo da campo erano tre vicari, parificati al grado di maggiore, di cui uno distaccato presso l 'Esercito mobilitato, ed un cappellano coadiutore, parificato al grado di capitano. Le successive gerarchie erano rappresentate da cappellani capi d'armata (capitani) c cappellani ordinari (tenenti). Generalmente, salvo particolari necessità, si preferì assegnare all'Esercito mobilitato i sacerdoti aventi obblighi militari, o già appartenenti ali 'Esercito permanente o alla milizia mobile; essi vennero assegnati alla fanteria, cavalleria, artiglieria, agli ospedali da campo, agli ospedaletti sezioni sanità, ed ai treni di sanità. Mentre gli altri sacerdoti furono inviati agli ospedali di riserva e territoriali. L'uniforme dei cappellani militari fu riordinata 1'8 novembre del 1915 con la circolare n. 22950 del Ministero della Guerra. Con essa si ribadiva che l'uniforme <<prima» dei cappellani militari era l'abito talare, dell'ordine al quale il sacerdote apparteneva, con controspalline nere e bracciale internazionale (bianco con la croce rossa) sul braccio sinistro. Il cappello era per tutti quello pastorale (da prete), con due giri di cordone grigio - verde, e tutt'intorno alla cupola i galloni in argento del distintivo di grado. Sul davanti dd cappello il fregio dell'arma o corpo se prestavano servizio presso uno di questi. Il distintivo di grado era portato sulle controspalline sotto forma d i stellette d'argento ad 8 punte (ad esclusione del vescovo da cam-

po che ne era sprovvisto). Sul colletto il vescovo da campo portava le stellette ad 8 punte d'oro. Gli altri, se avevano obblighi militari, la stelletta a 5 punte d'argento degli ufficiali; altrimenti, la stelletta ad 8 punte d'argento. Facevano eccezione i cappellani comuni, che pur prestando servizio nei corpi o nelle unità sanitarie mobilitate del R. Esercito o Croce Rossa o Cavalieri di Malta, non portavan o stellette, e quelli degli ospedali di riserva privi sia di distintivo di grado che di stellette. L'abito talare aveva anche una sua versione « da campo », sempre di color nero, che si componeva del cappello da prete come quello sopra descritto, giubba ad un petto con colletto rovesciato, con la stelletta a 5 o ad 8 punte. distintivo di grado su controspalline nere, bracciale internazionale. Pantalone corto con fasce mollcttiere nere o gam bale a stecca. Calzature nere. Come soprabito, il cappotto nero da prete con controspalline e stellette. Sempre con la circolare n. 22950 venne concesso, ai cappellani dei corpi e delle sezioni sanità mobilitate, l'uso del! 'uniforme grigioverde (x). L'uniforme grigio- verde dei cappellani militari, obbligatoria in combattimento e facoltativa in altre circostanze, altro non era che quella << da combattimento >> degli ufficiali e ne seguiva le stesse disposizioni, con i distintivi di grado ai paramani , sotto forma di stellettc ad 8 punte in seta grigio - verde . A distinguerli nel loro particolare ministero c'erano una croce di panno rosso (cm ro x 10) sul

(t) Con la circolare n. 306 del G .M. del 20 marzo 1916 l'uso dell'uniforme grigio· verde venne esteso anche ai sacerdoti ufficiali deUa M.T. c della riserva, effettivi alle compagnie, o richiamati alle armi.

168 -


petto a sinistra al di sopra di eventuali tasche, il bracciale internnionale al braccio sinistro, c la croce appesa ad un cordone grigio- verde da portare al collo, posta dentro un'eventuale tasca. Sul colletto, i "cappellani in servizio presso i corpi portavano la mostrina del corpo, con stelletta a 5 o ad 8 punte a seconda se con obblighi militari o no. Gli altri la sola stclletta a 5 o acl 8 punte.

Come copncapo i cappellani ebbero sia il cappello da prete, con sottogola c foderina grigio- verde su cui era riportato il fregio del corpo, sia il berretto da uffÏciale da usarsi però, facolt-ativamente, solo in combattimento. L'uso dell'uniforme grigio- verde era previsto, con identiche modalità , anche per i rabbini e per i pastori evangelici in forza presso l'Esercito mobilitato.


FIG. 24. - CAPPELLANO. 1916

Perfettamente in linea con le disposizioni, il cappellano indossa l'uniforme da combattimento degli ufficiali con l'aggiunta delle tasche. Il cordone appeso al collo sostiene la croce portata nella tasca, mentre la stola e gli altri oggetti sacri indispensabili al rito religioso sono portati in una borsa posta a tracolla. Notare il cappello da prete con foderina grigio- verde. -

170 -



CAPITOLO

XXI

IL PERSOJ\ALE MILITi\RlZZATO

La continua necessità di inviare uomini al fronte, il bisogno di liberare l'esercito il più possibile da incombenze che, pur non prettarnente militari erano necessarie alla vita dell'esercito stesso, le nuove necessità connesse al tipo di guerra, i nel ussero l'Esercito italiano, come quasi tulti gli eserci ti in lotta, ad utilizzare personale civile per talune mansioni. Il personale civile, non avente obblighi militari, che prestava servizio presso l'Esercito mobilitato, era tratto dalle amministrazioni della Guerra, dei Lavori Pubblici, del Tesoro, delle Poste c Tclcgrafì e dell'Agricoltura e Com mercio ( r). Oltre questi facevano parte dci militarizzati i medici civili in servizio negli ospedali di riserva c di tappa, gli interpreti, le guardie caccia campestri giurate, k guide alpine del C.A.I. e gli sciatori valligiani. Le prime disposizioni, sul vestiario dd personale civile dipendente dalle amministrazioni dello Stato e i.n servizio presso l'Esercito mobilitato, furono e1nanate nel gennaio del T<)T5; ad esse seguirono ulteriori normativc (2). Il personale militariZ?.ato in servizio presso l'Esercito mobi litato vestiva l'uniforme grigioverde, oppure dei semplici contrassegni (fasce al braccio) sull'abito civile. Per il persona le dell'amministrazione della Guerra l'uniforme era obbligatoria, per il rimanente personale era facol tativa. La fascia era obbligatoria per tutti. Il personale assimilato al grado di ufficiale vestiva l'uniforme grigio- verde degli uffìciali dell'Esercito con le seguenti differenze . Il fregio al berretto, diverso a seconda delle mansioni. era ricamato in oro oppure in argento. Le controspall ine erano nere. l distintivi di grado erano portati come nell'Esercito, con la di((erenza che le stcllcttc sulle controspalline erano ad 8 punte. Sul collo della giubba le speciali stellette. Tutto il resto, guanti, calzature , ccc., erano quelli prescritti per gli

ufficiali della fanteria di linea, come pure gli altri accessori (borsa zaino c cassetta bagaglio, borraccia, binocolo, borse per carte, ccc.). Facevano eccez ione i magistrati, chiamati a far parte dell a giustizia militare, ed i funzionari ddb regia avvocatura erariale, che difendev;mo gli interessi dell 'amministrazione della Guerra (3) . Questi potevano portare, al posto dell'uniforme data loro con la circolare n. 795 del r9r5, un semplice bracciale di velluto azzurro scuro al braccio sinistro. Il bracciale era guarnito al centro del fregio del personale civile della giustizia militare (fascio littorio coronato fra due fronde) ricamato in oro. Sotto il fregio le stcllwe ad 8 punte del distintivo

(1) L'amministra7.Ìone della Guerra comprendeva il personale della giustizia militare, il personale tecnico civih.: dell'istituto gcografìco mililan:, il personale t CCIÙCo civile d 'artiglieria e Jel genio (ragionieri, geom etri d el genio, rag ionieri di artiglieria, capi tec nici d'artiglieria c ge nio, c con la circolare n. 167 del G.M. del x8 rnar7.0 1915 i disegnatori tecnici, assisreuLi del ge n io, ufficiali d 'ordine, operai addetti alle forte 7.7.r., ti pografi e tnrcnl ir.ri litograf1 adclclli al Comando Supremo cd all'intendenza generale); g li specialisti tecnici dd serv i:1.io aero n::lll tico; il persoua le fotografico non militare, addetto alle s<luaùre fotogrnfìchc da campag na ed alle squadre telefotografiche da montagna per il servizio aeronautico, e gli operai pcr il serviz io aeronautico (con la circolarc n. 167 del 1915 anche il personale fotografico eò addetto al servizio aeronamico in genere vennero aggiunti). Il personale dell'amministrazione dci Lavori Puhhlici era quello del genio civile incaricato della manutenz.ionc delle srradc in guerra c il personale ferroviario: dell'amministrazione del Tesoro era il pcr~onak Ji cassa e controllo; dell'amministrazione delle Jlosre e Telegrafi il servizio postale e servizio rclcgrafico: Jcll'amminisrrnionc dell'Ag ricoltura c Commercio le guarùie forestali in zona Ji guerra. (2) Circobre n. 42 Jd G ..\L del IO g ennaio 1915 c circolare n. r67 del C.M. del 18 marzo 19r5. (3) C ircobre n. 919 del G. M. del 2 ) d icembre 1915·



f di grado. Cli assimilitati al rango di uffiCiale superiore avevano il bracciale bordato, sopra e sotto. di un galloncino in oro alto 6 n1m. Cli assistenti del genio c gli ufficiali d 'ordine dei magazzini (4) portavano il solo berretto grigio- verde degli ufficiali, privo però !!li assidci distintivi di grado. Come freoio o stenti del genio avevano q uello del genio zappatori, mentre gli ufficiali d'ordine quello del corpo amrninisrra~ione . Per entrambi il tondino era pieno e senza numero. Al braccio sinistro portavano il bracciale di panno (5) (cremisi per gli assiste nti del genio, arancio per gli ufficiali d'ordine) con la stclletta a 5 punte d 'argento. I fotografi e tclcfotografi, g li operai delle fortezze e dci servi ~i aeronautici, i tipografi ed i torcolieri nonché il personale subalterno del Tesoro e delle Poste, indossavano l'uniforme grigio- verde delle armi a piedi, ma senza mostrine né stellette .; al posto degli spallini, controspalline dì pann o nero con bottoncino d'osso. Sul berretto il fregio senza numero. Su questa uniforme base, ogn uno aveva i seguenti distintivi : fotografi c telefotografì, fregio del battaglione specialisti del genio e bracciale panno celeste con stcllctta; operai addetti alle forte zze, fregio dell'artiglieria da fortezza in lana gialla, bracciale panno giallo con stelletta; tipografi c torcolieri , fregio composto di scudo crociato con corona, in lana rossa e bracciale rosso e nero con stelletta ; operai del servizio aeronautico, fregio battaglior1e specialisti del genio, bracciale celeste con stelletta; subalterni del Tesoro, fregio ovale con croce e coronato den tro un serto in lana bianca, bracciale panno bianco con stellerta; poste e telegr afi, fregio cornetta con corona in lana rossa c bracciale rosso con stelletta . Per le altre amm inistrazioni c settori le d isposizioni erano le seguenti. l funzionari dell'amministrazione ferrovia ria richiamati, se non p rovvisti della divisa, facev ano uso di un bracciale turchino con stelletta ad 8 punte ricamate in oro, nel numero corrispondente all'assimilazione di grado (6). Le stellette erano poste in linea orizzontale se 2 ed a triangolo se 3· Se il funzionario era assimilato al rango di ufficiale superiore aveva il bracciale bordato d a galloncino oro (6 mm). Gli agenti dell'aml.

tmmstrazwne ferroviaria richiamati facevano uso della loro speciale divisa su cui aggiungevan.o le stellettc militari al colletto, e bracciale turchino privo di distintivi di grado. Gli age nti subalterni del gen io civile incaricati della manutenzione delle strade nella zona d ' operazioni avevano il berretto di panno grigio verde con fregio dci zappatori del genio, con tond ino pieno e sen~a numero; il bracciale in panno cremisi con stelletta metallica (7). l medici civili in servizio presso g li ospedali di riserva e di tappa portavano un bracciale di panno bianco con croce rossa. Gli interpreti un bracciale di panno rosso e bianco con stelletta metallica. Le guardie forestali c guardie campest ri senza obblighi di leva, a disposizione dell'autorità militare, avevano un bracciale verde con stelletta metallica . Le guide e portatori alpini del C.A.I. e sci atori valligiani senza obbl ighi di leva, a disposiz ione delle autorità militari, portavano l'uniforme grigio verde degli alpini, ma con controspalline nere e il fregio del cappello con il tondino sen7,a n umero, le speciali stellette ed il bracciale rosso e verde con stelletra metallica. Gli assimilati al rango di ufficiale provvisti di divisa non facevano uso né di sci abola né d i spada da combattimento, ma solo della pistol a automatica mod. 1910 distribuita a pag a~ mento. Facevano eccezione il personale della gi ustizìa militare, che ebbe la sciabola già prescritta sul G.M. del 1877, cd il personale farmaceutico militare che seguiva le stesse norme degli ufficiali medici del R. Esercito. Gli assimilati ai ranghi di sottufficiali e truppa, che portavano la divisa, erano armati di pistola a rotazione mod. 1889 d istribuita gratuitamente e temporaneamente.

l.J

(4) Queste due categorie di funzio nar i non avevano un o specifico grad o, rna agli effetti delle competenze erano parifìcati al grado di tenente. (:;) Tutti i bracciai i erano alti ro cm e ve n i vano portati al braccio sinistro, la stelletta era posta al centro. (6) Atto 11. 217 del G.M. del I89i\. (7) Per il genio civik apparvero altre due fasce: una turchina con le lettere in bianco GC, ed un'altra rossa con la d icitura in nero << Tn tendenza della 1• 1\ rmata. D i re zione del Genio Ci vile >> (cartella 26B carte Intendenza, Ufficio Storico S ..\1.E.).

!74


Dì questa pistola era fornito anche il seguente person~t!c non assimilato o non provvisto di divisa: ufficiali d'ordine dei magazzini, assistenti del genio, interpreti, guide e portatori valligiani i-scritti al C.A.I. e sciatori vailigiani. Con il proseguire del conflitto anche queste uniformi subirono le variazioni che man mano venivano stabilite per l'Esercito (8). Con la circolare n. 2Hr del G.M. dell'n maggio J<.)T6, le controspalline del personale tutto della giustizia militare c dei farmacisti militari in servizio presso l'Esercito mobilitato divennero grigio- verde c le stellette ad 8 punte vennero sostituite dalle stcllctte a 5 punte dell'Esercito.

PF.RSONc\LE ~fTLJTARJZ7i\TO ~AVIGANTE.

Il personale navigante della marina mercantile temporaneamente esonerato dal serviZIO .militare -e appartenente ai ruoli del R. Esercito portava il bracciale di tela azzurra (9), guarnito al centro di un'ancora (alta 28 mm, larga r9 mm) in lana rossa per sottocapi e comuni cd in oro per gli ufficiali, senza altri distintivi di grado.

Gu

ricato al centro di una stella a 5 punte metallica. Nel 1917 per distinguere la gerarchia milirare a cui erano parificati fu introdotto un nuovo modello di bracciale ( 11 ). Questo sempre alto 10 cm era aaurro e caricato al centro della striscia tricolore in orizzontale con stellctta in argento per i proprietari, consiglieri, direttori, ingegneri c personale di concetto, ed in metallo bianco per gli altri. La fascia era bordata di un gallone oro per i proprietari, consiglieri c direttori generali; d'argento per i direttori, ingegneri c personale dì concetto.

GLI

OPERAI DEGLI STAf\l'LIMJ::~TI MILITARI.

Gli operai civili d'ambo i sessi, effettivi c straordinari degli stabilimenti militari, vennero assoggettati alla giurisdizione militare. [n sostituzione della divisa, venne loro data, con la circolare n. 743 del I9T), una fascia blu con la stelletta. Nello stesso anno (r2) fu adottato anche un distintivo di .metallo (una coccarda tricolore caricata della stella a 5 punte), mentre sulla fascia oltre alla stella veniva riportato anche il nome e la località dello stabilimento. Unitamente a questa indossarono anche altre fasce tricolori con le lettere 0\1 intervallate da una stelletta (q).

OPERAI.

Tutti i militari, a qualsiasi rango appartenessero, richiamati alle anni ma temporaneamente esonerati dal servizio perché insostituibili negli stabilimenti privati o pubblici di interesse vitale per l'Esercito, portavano (ro) un bracciale tricolore a fasce orizzontali (rosso in alto, bianco al centro e verde in basso), ca-

-

(8) Con la circolare n. 767 del G.M. del I) dicembre 1 9r6 tutto il personale civ ile militari:L:.:ato ebbe l'uniforme da comhattimcnto, con relativi galloni e stcllctte ad 8 puule in seta grigio·· verde. (9) Circolare n. 83 del G.M. del 26 gennaio I<)Ij. (10) Circolare n. 363 dd C.M. dd 21 maggio 1915. (n) Circolare n. 241 del G.M. del 5 aprile rgrj. (12) Circnbrc n. 854 del C.M. del 1915. (13) Circolare 11. 124435 del \1inistero della Cuerra.

lì) ·-



TAVOLE PARTE

QUARTA











TAVOLE RIASSUNTIVE DEI DISTINTIVI DI GRADO









RINGRAZIAMENTI

L'Autore desidera rzngrazzare le persone la cuz collaborazione è stata fondamentale per il compimento dell'opera. In particolar modo il dotto1¡ Alberto Maria Arpino dell'Istituto Centrale per la Storia del Risorgimento ed i signori Alfredo Bartocci, Ernesto Chiappa, Piero Crociani, Enzo Pezzolet ed Ernesto G. Vitetti.



I N D l C l



I:\'DICE DEI CAPITOLI

Presentazione

P ARTE

Pag.

3

Pag.

7

P RIMA

L'AD OZIONE

Cap . l.

- Le premesse .

Cap. Il.

- Il plotone grigio .

))

Cap. III.

- L'uni/orme grigio - tJcrde

)l

Cap. IV.

Cap. V.

))

L'uniforme da fatica .

))

Le armi a cavallo

))

21

L 'uniforme da fatica .

))

25

))

26

Le anni a piedi .

))

26

I....e anni a cavallo

))

27

))

30

))

30

))

3I

- Equipaggiamento ed armamento

- I sottuf{iciali

- Gli u fficiali . Armamento ed equipaggiamento

Cap. VIL

I7

Le an ni a piedi (graduati e truppa)

L'uniforme da fatica . Cap. VI.

9

))

- l distintivi

I7 20

34

))

36

Disti ntivi di grado

))

36

Distintivi di canea

))

38

Distintivi per merito di guerra

))

38

-

1 99

-


p ARTE

LA

Cap. VIII.

SECO:-<DA

GUERRA

- La guerra

Pag. 63

Le armi a piedi .

))

63

Le armi a cavallo

))

72

Gli ufficiali .

))

72

Sottufficiali e marescialli .

))

83

Cap. IX.

- L'elmetto d'acciaio mod. 16.

))

85

Cap. X.

- Tenute per operazioni sulla neve

))

87

La lotta al freddo

))

88

I soprabiti

))

89

Gambali e calzature speciali da trincea

))

96

))

98

Cap. XI.

- I carabiniet·i .

I carabinieri guardie . Cap. XII.

99

))

- Bersaglieri ciclistz:

l)

Sottufficiali ed ufficiali

102

))

103

Pag.

123

Gli esploratori

»

123

Le compagnie della morte

))

123

Il militare ardito .

))

I26

I reparti d'assalto

))

!26

))

1

PARTE T ERZA

TRUPPE E SERVIZI SPECIALI

Cap. XIII.

Cap. XIV.

- Le unità d'assalto

- I mitraglieri . Personale delle squadriglie automitragliatrici

Cap. XV.

- Motociclisti ed automobilistt' .

-200 -

35


Cap. XVI.

- IL Corpo aeronautico militare.

Pag. 138

Distintivi di carica

))

I39

Combinazioni di volo

))

I42

))

1

~

Cap. XVII. - La milizia territoriale

43

PARTE QuARTA

VOLONTARI E MILITARIZZATI

Cap. XVIII. - Le milizie volontarie . Cap. XIX.

Pag. 159

- Le associazioni di soccorso

))

r63

La Croce Rossa Italiana ed i Cavalieri di Malta .

))

163

La Croce Azzurra

))

r67

Cap. XX.

- I cappellani militari .

))

r68

Cap. XXI.

- Il personale milĂšarizzato

))

Ij2

Personale militarizzato navigante

))

I75

Gli operai

))

I75

Gli operai degli stabilimenti militari

))

175

))

205

Fonti documentali c bibliografia

-201-


INDICE DELLE FIGURE

Fig.

r. - Fanteria. Caporale della brigata Cremona (21" e 22'' reggimento). Maggio 1915

>>

2. - Alpini. Alpino del 1° reggimento (2" battaglione). Estate 1915

»

3· - Cavalleria . Cavalleggero (sezioni mitragliatrici) del reggimento Cavalleggeri di Foggia (n•). Estate 1915

Pag. 12·13 ))

14-15

))

22-23

))

4· - Artiglieria. Sergente maggiore dell'artiglieria a cavallo. Maggio 1915

))

28·29

))

5· - Generale di divisione. Maggio 1915

))

32•33

))

6. - Bersaglieri. Bersagliere ordinario. Inverno 1915 - 16

))

66-67

))

7· - Genio. Caporale del genio. Estate 1917

))

68-69

))

8. - Fanteria. Caporal maggiore della brigata Liguria ( rsr e 158°). Gennaio 1918

))

70-JI

))

9· - Cavalleria. Cavaliere. Inverno 1917- r8

))

74'15

>>

ro. - G ranatieri. Maggiore dei granatieri. Dicembre 1915

))

76'17

>>

u. - Artiglieria. Sottotenente d 'artiglieria. Estate 1916 .

))

8o-8t

» 12. - Alpini. Alpino delle Unità sciatori. Inverno . 1916 - 17

))

90"91 92"93

»

13. - Vedetta. Inverno 1916- 17 .

))

>>

14. - Stato Maggiore. Colonnello di stato maggiore. Inverno 1915 - r6

))

94"95

))

15- - Carabinieri. Carabiniere in

))

IOO·JOt

>>

r6. - Bersaglieri. Maresciallo dei bersaglieri ciclisti. Inverno 1917 - r8

))

104•105

>>

17. - Genio. Unità tagliafili. 1915- 16 .

))

124-125

»

18. - Ardito delle truppe d'assalto. 1917- 18

))

128·129

>>

19. - Mitragliere di Grandi Unità. 1918

))

132-133

>>

20. -

Tenente automobilista. 1915 - 16 .

))

136-137

>>

21. -

Genio. Servizio aeronautico

))

14()-141

))

22. - Volontari ciclisti ed automobilisti. Sottotenente. 1915

))

r6o-161

})

23. - Sanità. Barelliere. 1916- 18

))

164·165

))

24. - Cappellano. 1916

))

170•171

))

25. - Distintivi. Bracciali del personale militarizzato

))

173

SClYÌ:LÌU

rll'CS~O ]c;

-

Granùi Unità. 1916 .

2 02 -


INDICE DELLE TAVOLE

Parte prima Tav. I.

- Pregi per berretti da granatieri, farsetto di lana a

m:~glia

(1900)

Pag.

41

>>

II.

))

lll.

• Hl:rretw per marescialli, fregi per berretti da marc~cialli (I 907)

))

43

>>

IV.

- (~uarniturc pe.r c.:hepì, cappelli e colbacchi (1907)

))

44

»

V.

- C7:unbali di cuoio per marescialli d'artiglieria <.la campagn:1, manrellina per marescialli <.li tutte le armi ( 19<J7) .

))

45

>>

VI.

Distintivi di grado per ufficiali (r906)

))

- Distintivi di grado per controspallini c bcrrcno d:1 maresciallo, sciabola per maresciallo a pi·e<.li (I9<l7)

))

VII.

- Particolari della bandoliera e della fodera per canne da tamburini (1 907)

>>

VIII.

- Particolari degli zaini e del grembiule da tamburino (1907)

»

IX.

- Borsa d i tela impermeabile (I 907)

))

»

X.

• Horsa di tela impermeabile, tasca di tela impermeabile (1907) .

))

»

XI.

- Parti di bastone a tubo scorrevole per tel i da tenda, borraccia completa con cingh ia

l>

))

))

( 1907)

so

))

- Sacchetto per cartucce, giberna mod. 1907 per pacchetti c caricatori (1907)

»

XII.

»

XIII.

Cniforme di panno grigio- verde per uff1c iali ( 1909)

))

>>

XIV.

- Cappotto di panno grigio - verde per ufficiali (1909)

))

54

»

XV.

Chiodature varie per stivaletti, stivaletti per armi a cavallo (1912)

))

55

>>

XVI.

fregio per l'artiglieria da montagna, fregio per gli alpini, distintivo per i militari promossi per merito di guerra (1912)

))

)

))

57

))

58

))

59

>>

XVII.

- Pregio per i militari del 3" reggimento genio, distintivo per radiomarconista c radiotelc.::grafista (1914) di~tìntivi

>>

XVIII.

Distintivo per i militari delle sez1on1 mitragliatrici,

>'

XIX.

Distintivi per operai militari (r9r4), fregio per ufficiale del 6"' reggimento gemo (1910)

da guardalìli (1914)

))

-6

Parte seconda T av. XX.

- Borsa per vaughcna c per piccozzino (1907), bandoliera, giberna e fondina per ufficiali di cavalleria (1914) .

Pag.

109

»

XXI.

- Spada da combattimento M. 191 4 per ufficial i delle armi a pied i (I914) .

))

I IO

>>

XXII.

• Elsa spada da combattimento e borsa per spada M. 1914 ( r914)

))

li!

>>

XXIII.

- Distintivi di grado per il pastrano da ufficiali, distimivo di grado per primo capitano (I915)

))

1!2

))

II3

>>

XXIV.

Distintivo per ( 1916)

militari lancia bombe, distintivo di grado per aiutante di battaglia

203


Tav. XXV. >>

XXVI.

>>

XXVII.

>>

XXVIII.

>> >>

- Distintivi di grado degli ufficiali per uniforme grigio- verde e da combattimento, distintivo per gli ufficiali aventi funzioni di stato maggior:: (1916) . - D istintivo per militari feriti in guerra, fregio per il berretto di aspiranti dentisti (!917) Distintivo per merito di guerra (r9r8)

Pag.

114

))

))

u6

- Distintivi di grado per gli ufficiali generali (1918)

))

Il]

XXIX.

- Bandoliera per ufficiali medici (1918)

))

118

XXX.

- Fregio per b::rretto da ufficiale del battaglione specialisti del genio (r910), fregio per ufficiale di fanteria del battaglione aviatori (1912)

))

Parte terza Tav. XXXI. ))

))

XXXII. XXXIII.

- D istintivi per gli ufficiali aviatori (1912), distintivo per gli ufficiali di bordo (1914)

Pag.

147

- Distintivo per sottufficiali e militari di truppa piloti, distintivo per falegname montatore del battaglione aviatori (1914) .

))

148

Distintivo per meccanico motorista d'aviazione, distintivo per motoristi di dirigibile (1914)

))

149

Distintivo per timonieri di dirigibile, berretto con coprinuea (1 914)

))

150

))

XXXIV.

))

xxxv.

- Distintivo da esploratore (1914), disti ntivo per i militari dei reparti d 'assalto (1917)

))

!51

))

XXXVI.

- Fregi per la milizia territoriale, fregi per militari delle compagnie automobilisti d'artiglieria (1915) .

))

1)2

))

153 154

>>

XXXVII. - Distintivo per reparti controaerei, fregio dei reparti m itragliatrici (1918)

>>

XXXVIII. - Mostrine e distintivi per militari dei reparti mitragliatrici (r9r8)

))

>>

XXXIX.

))

1 55

Pag.

179

- Fregi e distintivi per militari delle squadriglie automitragliatrici (1918) .

Parte quarta Tav. XL.

- Fregi per berretto del personale militarizzato (1915)

))

X LI.

- Fregi per berretto e per bavero del p::rsonale militarizzato (1915)

))

r8o

))

XLII.

- Stellette per bavero per il personale m ilitarizzato (1915) .

))

r8 r

))

XLIII.

- Stelletta per il Corpo Volontari Ciclisti Automobilisti (1914), berretto e fregio per il Corpo Volontari Ciclisti Automobilisti (r915) .

))

r82

))

XLIV.

- Distintivi per cariche speciali, distintivi di grado dei volontari (1915)

))

183

))

XLV.

- D istintivi p::r i maestri civili di scherma e di ginnastica (1917)

))

184

))

XLVI.

- Fregio, mostrine e bottoni per gli ufficiali della Giustizia Militare (1918)

))

185

Tavole riassuntive dei distintivi di grado Tav. XLVII.

Gradi degli ufficiali in uso dal 1_908 al 1915 Gradi degli ufficiali in uso dal 1915

>>

XLVIII.

Âť

IL.

- Gradi dei sottufficiali e graduati di truppa in uso dal 1908 al 1915

))

>>

L.

- Gradi dei sottuffĂŹciali e graduati di truppa in uso dal 1915

))

-

204 -

))


FONTI DOCUMENTALI E BIBLIOGRAFIA

DOCUMENTI

MINISTERO DEVLA DIFESA, STATO MAGGIORE .DEu:EsERcrro, UFFICIO SToRICO: -

Carteggio sussidiario delle Armate, cartelle 4' 14, 23, 26, 38, s6, II2, II3, ITJ, 145> 1)9, 173> I83, H;)6, 197, 208, 209, 306, 3 I3; Raccolta delle disposizioni di carattere permanente relative ai servizi di Commissariato, luglio 1916;

-- Raccolta delle disposizioni principali dì carattere permanente relative a1 serv1z1 di Commissariato, aprile 19I7; -

Fondo fotografico della prima guerra mondiale.

MusFJo CENTRAILE DEL RisORGIME:-lTO: -

Fondo fotografìco della prima guerra mondiale.

PUBBLICAZIONI UFFICIALI MrNISTE~o

DEU.A GuERRA :

·- Giornale Militare Ufficiale, annate dal 1900 al 1918; -

Istruzioni sulla mobilitazione, Tomo l e fl;

-

Nomenclatura del materiale dei servizi amministrativi, categoria I', 19u;

-

Raccolta conti di costruzioni,

-

Dotazioni per operazioni invernali, H)I4·

2"

serie c varianti;

MrNIISTERO DEI.JLA DIFESA, STA'W MAGGIORE DELL'EsERClTO, UFFICIO STORICO:

-

L'Esercito italiano nella

1"

guerra mondiale, Roma, 1978.

PRINCIPALI OPERE CONSULTATE

BARToccr- S..UVATICI, Armamt·nto individuale dell'esercito piemontese ed italiano 1814- 1914, Firenze, 1978. CHIAPPA ERNESTo, Il plotone g1·igio, in Accademia di S. Marci-ano, Torino, I972. FARINA SALVA'PORE,

Le truppe d'assalto italiane, Roma, 1938.

FrscH Vl. RoBERT, Soldiers

of W or/d War

I,

West Point Museum.

TREVES (fratelli editori), La Guerra, 18 fascicoli, Milano, 1916- 1921. -205 -


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