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Il sistema difensivo alpino nel settore di Exilles

1) Soltosettore di Exi ll es.

2) Sottosettore di Ou lx.

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3) Sottosettore di Bardonecchia.

4) Sottosettore di Cesana.

Settore Di Exille S

Dall'archivio al terreno

l trinceramenti alpini del Piemonte sono opere architettoniche abbandonate da almeno 200 anni cd esposte ad un ciclo climatico e meteorico molto severo. ll tempo ne ha cancellato il ricordo co ll ettivo ed il c lim a ha reso spesso labile la leggibilità immediata sul terreno. Talora le opere sono ricadute sotto l'azione dell'uomo che nei secoli ha modificato il territorio a lpin o a fini agricoli, pastorali o per praticarvi degli insediamenti; in tal caso le opere in questione possono essere del tutto scomparse. Il lavoro ha richiesto pertanto una particolare metodologia all'interno della quale trova posto anche la fase di ritrovamento sul terreno di opere che talora neppure gli abitanti dei luoghi ricollegano all'epoca e alla funzionalità originaiia.

Limit i temporali

Il periodo studiato va dal 1559 al 1796, ovvero da quando il ducato fu ricostituito da Emanuele Fi lib erto, a quando lo stato fu annientato dalla repubblica francese.

Sce lta de11 'area e codificazione deUe opere l settori sono suddivisi in sottosettori: quello principale è direttamente legato alla fortezza di riferimento per tutto il settore e ne porta il nome. G li altri sottosettori hanno opere spesso autonome che possono anche difendere altri sub-baricentri.All'inizio di ogru sottosettore vi è una introduzione che spiega queste finalità e connessioni; alla introduzione seguono le schede delle singole opere.

L'arco alpino è stato suddiviso in sette settori, presentati nella introduzione, in ognuno dei quali vi è una fortezza che rappresentava il punto di riferimento delle circostanti opere di difesa e che, nel lavoro, viene trattato come polo difensivo d'attrazione dal punto cli vista storico-militare e dà il nome a rutto il settore. 1n generale i settori coincidono con una valle o con una pa1te di essa. Ogni settore ha una introduzione che ne illustra 1'evoluzionc dal punto di vista storico, architettonico e militare.

Le opere di cresta, sul confine di due valli, sono attribuite al settore che esse difendono. Nella parte a lta delle valli la stratificazione storica porta ad inserire in un settore anche delle opere che, pur ricadendo neJJ 'area, sono funzionalmente indipendenti , talora isolate, per lo più abbandonate, dopo aver tenninato il loro compito.

Le sigl e di codifica

Ogni fortificazione ha una sigla composta come di segu ito illustrato e di cui si porta un esemp io: EES2a.

La prima lette r a maiuscola id en tifi ca il settore. In questo primo rapporto sarà sempre (E) per Exilles.

Una seco nda lettera maiuscola identifica il sottosettore, in questo caso (E) per Exilles.

L'identificativo (D) o (S), che sta per destra e sinistra idrografica, è att ribuito a quelle fortificazioni del sottosetto re principale cbe erano consistenti in mm,ero. aveva no una notevole estensione s ui due versanti della valle e rappresentavano un vero e proprio s istem a difensivo esterno della piazza.

Un numero segue l'identificativo precedente e v ie ne attribuito ad ogni singola opera di tale sottosettore, pai1endo da quella più prossima alla direttrice principale da cui proveniva l'attacco nemico.

In luogo del l'id entificativo (D) o (S) può esse rci una lettera (X), in tal caso si tratta di opere, poste in un sottosettore seco ndario , non legate tra loro e costruite in epoche di verse.

L'identificativo numerico non segue in tal caso il c rite ri o della prima linea da cui proveniva l'attacco, ma è attribuito per ordine geografico .

Infine quando una scheda contiene più opere, può esser presente un a lettera minuscola che ne conferisce l'ordine alfabetico.

Co n riferimento ali 'u lti ma codifica, si ricorda che, di regola, og ni trinceramento ha una sua scheda. Si è sce lto però di raccogliere nella stessa scheda più ope re, so lo eccezionalmente, quando facevano parte di un unico campo trincerato oppu re erano legate funzionalmente tra loro e so no ogg i comp letamente scomparse.

Ricerche d'archivio, bibliografie/te e cartografich e Dopo una ricerca bibliografica s ull 'edito, con particolare attenzione a quello coevo alle fortificazioni in esame, il primo passo per l'identificazione di un'opera fortificata campa le è consistito nell'esame dei documenti d'archivio relativi sia alle campagne militari sia ai lavori di fortificazione eseguiti in tempo di pace. Una ricerca parallela, atta ad individuare ulteriori siti, oltre che a completare le informazioni precedenti, è stata svolta sui documenti d'archivio relativi a i contratti ed ai pagamenti effettuati dalle varie amministrazioni interessate. Questa prima fase ha coinvolto gli archivi maggiori, tra cui si cita l 'a rchivio di stato di Torino, quello dell'lsèrc e la biblioteca reale di Torino.

In una fase successiva sono state svolte ricerche negli archivi minori (comunali, parrocchiali, fondi privati), ove le opere fort ifi cate abbiano lasciato traccia nei documenti di storia locale.

Per l'identificazione sul terreno si è utilizzata la ricca raccolta di cartografia storica presente negli archivi, abbinandola allo stud io delle foto aeree.

Ri c ognizioni s ul terreno

Sulla base della documentazione vista prima, si sono visitate le aree che ospitavano le fortificazioni per procedere alla loro individuazione. Le strntture non sono quasi mai segnalate dalla cartografia attuale e spesso si trovano al coperto in soprassuoli arborati o in boschi d'invasione che rendono incerta la lettura delle foto aeree. In questa fase esplorativa preliminare le infonnazioni cartografiche d'epoca spesso hanno dovuto esser integrate dall'esame diretto sul tcneno e dcli ' analisi delle attitudini e delle potenziai ità dei siti ad ospitare una certa opera. Con successivi tentativi, tutte le fortificazioni di cui si è trovata traccia in arc hi vio sono state riscontrate sul terreno.

Ril eva mento

Dopo aver individuato le opere, si è proceduto a rilevare quelle di piccole e medie dimensioni aventi un perimetro chiuso. Si sono esc lu se le opere di grandi dimensioni che, per la loro estensione e impo1tanza, richiedono studi mirati, che a volte so no già sta ti effettuati in passato Ne l settore di Exilles è il caso dell 'Assietta. Non sono stati rilevati i trinceramenti aperti, il cui sviluppo è le gato principalmente, se non esclusivamente, a ll a orografia del terreno: so no semplici linee di difesa, tra loro assimilabili per funz ionalità e che non paiono prestarsi, singolam1ente, a studi metodologici sui modelli costruttivi delle fortificazion i d'alta quota.

Il rilievo ha intere ssa to le strntture perimetrali sia esterne, come mur i perimetrali, fossati, rocce d'appoggio, sia interne , come nel caso dei baracconi. Utilizzando strumenti di mis urazione tradizionali si sono raccolti i dati atti ad una prima catalogazione in pianta di tutte le opere ancora rilevabili.

Quasi tutte le strutture in pietra sono state interessate da co ll assamenti e crolli , ma hanno spesso conservato l'intera massa lapidea originaria, disposta in accumulo, sulla base dei muri L'individuaz i one delle componenti sottostanti, preliminare ad una corretta misurazione, ha richiesto s pesso un attento la voro di lettura , che ha beneficiato dell'indispensabile apporto professionale dell 'a rcheologo.

La restituzione è una pianta schematica, che nel volume è nella scala l :400, conedata dei principali dati topografici. Le porzioni interrotte da spostamenti del terreno , ma estrapolabili dalle parti conservate, sono restituite con linea tratteggiata.

Tutte le strutture so no sta te fotografate, per documentarne l'attuale stato di conservazione, anche a scopo di tutela.

Le sc he de

Le informazioni racco lte sono organizzate in schede, standardizzate, contenenti le voci che seguono.

Carta di identità con le in formazio ni base del sito.

Sintesi stor ica mirata a ricostruire gli eventi principali che hann o coinvolto il sito.

Descrizione del'opera basata sui documenti d 'a rchivio e s ulle rimanenze attuali.

Stato di conservazione dei manufatti, basato s ull'osservazione dei resti al momento del sopralluogo.

La scheda è conedata di immagini d'archivio , documenta z ione fotografica attuale, rilievo in pianta.

Il.forte e le difese alpine di Exilles

Lungo l'antica via che da Susa si sviluppava attraverso la valle omonima, in direzione del valico di Monginevro, sorge da seco l i la fortezza d'Exilles. Nel medioevo il castello delfinale, posto a cavaliere del rilievo roccioso a valle dell'abitato, assunse un ruolo sempre più rilevante nel controllo della viabilità. Per sorvegliare direttamente il traffico della via di Francia fu innalzata, ai piedi della rocca, una barriera che, appoggiando le ali rispettivamente alle rocce del castello e al versante vallivo di Ce ls, tagliava perpendicolarmente la strada, impedendo a uomini e merci di transitare senza autorizzazione. La fortificazione è rappresentata in molte vedute del castello e può forse essere considerata la prima opera esterna a integrazione del polo difensivo di Exilles ' . Con il passare dei secoli, il numero delle opere campali esistenti a l di fuori del perimetro del forte crescerà sensibilmente, sino a raggiungere il suo apice durante la Guerra delle A lp i. Questo rilevante e forse poco noto aspetto della storia di Exilles è spesso sottovalutato , circostanza che ha sovente impedito una chiara lettura di questa "macc hina militare" nella sua interezza.

Tra cattolici, ugonotti e Savoia. Il forte di Exilles durante le dispute della seconda metà del XVI secolo Durante la seconda metà del XVI secolo l 'alta valle di Susa, il cui territorio apparteneva al regno di Francia, fu coinvolta ne lle guerre di religione. 11 conflitto vide contrapporsi le milizie del partito cattolico contro quelle del partito ugonotto , così come accadeva allo stesso momento sul resto del territorio francese. TI castello di Exilles fu quasi sempre controllato dai cattolici, pur restando esposto a sporadici colpi di mano nemici. Gli attacchi erano condotti prevalentemente puntando sull'effetto sorpresa e sulla forza del numero , senza mai procedere a un assedio regolare. L'evento più rilevante si svolse il 28 aprile 1569 , quando le forze cattoliche ripresero il forte precedentemente perduto a causa di un fortunato colpo di mano ugonotto . Il presidio, composto di 80 uomini , fu sterminato e il solo comandante, gravemente ferito, fu fatto prigioniero 2• Questo genere di operazioni erano condotte con forze relativame nte piccole e pri ve d ' aitiglieria La situazione cambiò decisament e quando nel conflitto s' in serì Carlo Emanuele T , duca di Savoia, che approfittò dei torbidi della guerra per occupare, nel 1588, il marchesato di Saluzzo. Il conflitto s i estese allora agli stati sabaudi di qua e di là dai monti , facendo presto rivolgere le attenzioni del duca verso Exi lles, vera chiave per il controllo della strada ciel Monginevro. Nel 1590 il duca di Savoia decise di muovere contro il castello, allora tenuto dalle forze cattoliche comandate da Giorgio Borel di Ponsonnas. Il 7 settembre una forza di circa 2000 fanti sabaudi e spagno li , comandati da Amedeo Gerbaix de Sonnaz, avanzò verso Exilles3. Prima di procedere ali 'investimento del castello era necessario rendersi padroni delle alture che lo signoreggiavano e a tal fine, il 9 settem bre, una forte colonna sabauda si portò pres s o le grange dell 'Am boumct. Questo piccolo borgo era formato da semplici edifici addo ss ati gli uni ag li altri così da formare un fronte compatto in grado di resistere ad attacchi a bassa intensità. Non esistevano delle vere e proprie fortificazioni, ma è probabile che in caso di guerra fossero erette a lm eno delle difese in le gname ad integrazione delle già robuste abitazioni. La località era presidiata dalle milizie di Exilles e da questo luogo era possibile controllare le vie di accesso alle alture di Cels e all'importante val ico dei Quattro Denti4 La colonna sabauda investì di slancio la borgata, ma fu res pinta, patendo numerose perdite5 Intanto Lesdiguière s radunò i suoi uomini e marciò in soccorso di Ex ill es . li 20 settembre respinse le forze sabaude schierate tra Chiomonte e Giaglione, e il 28 dello s tess o mese entrò nel castello. Il fallimento sabaudo fu dovuto principalmente al limitato numero di uomini schierati in campo, a cui s i aggiunse l' aver sottovalutato le capacità difensive offerte da po-

1 Si tratta di una m urag lia medieva le att ribui ta da Jean de Beins ai romani. di cu i oggi restano poche ve~tigia. 8 ARRERA FRANCESCO,/ selle for ti d i Exilles. Metamorfosi architettonica di 1111 complesso Jòrtifìcato, Museo Naziona le de ll a Montagna " Duca d egl i Abruzzi". Torino 2002 p. 42.

2 MAlJRICE C11ARLES, l e Capitaine la Ca=ette 1520- 1590. les guerres de religion dans le Ha11t-Da11phi11 é (011/x - Exilles-Briançon). Edi ti on Bemard dc Gourccz, S t. Paul de Vence 1986. pp 237 -238.

3 PATRJA ETTORE, li forte d i F.xilles Storia di 1111 11101111me11to va/susino. Mclii. Borgonc di Susa, 1975. p. 29 sizioni modeste quali l'Ambomnet. Tre anni dopo , nel 1593 , il duca di Savoia potè nuovamente marciare contro il castello di Exilles. Questa volta il suo esercito contava 7000 fanti sabaudi, comandati dal conte di Martinengo, a cui si aggiunsero 5000 soldati spagnoli al comando di don Rodrigo dc Toledo. Tra il 4 ed il 5 maggio le avanguardie degli alleati occuparono l' Ambumet, Cels e San Colombano. Quest ' ultimo fu duramente contrattaccato dai francesi all'alba del 5, operazione cbe causò la morte o il ferimento di circa 80 saba udi e la completa distruzione dell'abitato 6 • Distrutta San Colombano il cavaliere Ponte ne fece occupare e trincerare le strategiche alture. L'iconogra fia coeva restituisce nitidamente le linee delle opere campa! i erette presso San Colombano , do ve emergono robuste ridotte a stella poste a protezione degli accampamcnti7.

4 PATR IA ETTOR I: , PATR IA L UCA Castelli efortez:e della Valle di Susa. Musco Naz iona le della Monlilgna "Duca degl i Abruzzi", Torino 1983. p. 71.

5 PMRI A, li.forte di F.xilles 1975. cit.. pp 30-3 1.

L'assedio di Exilles de l J 593. ln alto a destra sono visibili i due fo11i a pianta irrego lare cosu-u it i s ulle alture di San Co lombano a tutela delle so ttostan ti batterie d"assecLio. AST. Corte. Biblioteca Antica, Archirettura Militare. voi. JJI , f. 40.

Furono mandati poi dei distaccamenti sin sotto i Colli d'Ambino del Galambra 8 Dai valichi che dominavano la conca d 'A mbin era possibile, partendo da Bardonecchia e attraversando la lunga e detritica va l Fredda , raggiungere Grange della Valle e le alture di San Colombano. Occupate le a lture che dominavano il castello, gli ingegneri e mas tri sabaudi, tra cui si distinsero Gabrio Busca , Ercole Negro di Sanfront e il marchese Giuseppe Cambiano di Ruffia, posizionarono le a11iglierie all'lnfemel ed al Cumbarà. TI primo poggio fu occupato da falconetti in grado di bersagliare l'interno del fo11e, mentre al Cumbarà furono sistemati i pez zi d 'asse dio, che aprirono il fuoco il 15 maggio9 Le artiglierie sgretolarono rapidamente alcuni settori delle mura , ap rendo delle brecce lungo il perimeh·o del castel lo, cosa che pem1isc ai sabaudi di condurre alcuni assalti. li Lesdigu ières intanto aveva radunato le s ue forze ad Oulx, da dove non potè c he constatare il soverchiante numero degli assalitori. L 'assedio terminò il 22 maggio , dopo soli sette giorn i di hincea ape1ia 10• La rapida caduta de l forte pose in evidenza una realtà innegabile "Et non dimeno era tenuto per fortezza di grandissima stima. sì per hauere

'' San Colombano risorgerà alcune centinaia di me tri pi ù a monte. L'antico sito del paese, il poggio de ll'ln fernet. resterà libero da edifici e occ up~rà sempre una grande importanza negli assedi del forte di Ex illes.

' AST. Corte. Bib lioteca An ti ca, A1-chi1et1111·a Mili rare, vo i. lii. Exilles. vedute prospettiche de l territor io tre recinti di muraglia. & sì per il sito d[fjìcilissimo da mo111are & da.fargli approcci.& nondimeno l'essere sottoposto al monte sudetlo che gli baite l e piaz::.e di dentro. gli fa quasi perdere tutte le altre buone qualità che in sé ritiene. 11 • Jn seguito all'assedio emersero dei seri problemi: il castello poteva cadere di sorpresa se mal presidiato ed attaccato da forze preponderanti, come nel 1569, oppure cedere rovinosamente se investito con un assedio regolare. Per porre rimedio al primo caso era sufficiente accrescere la guarnigione ed aumentarne le vedette, quanto al secon do caso non era possibile porvi rimedio. li sito di Exilles , come accadde a numero se fortezze coeve, fu vittima dello sviluppo tecnologico delle artiglierie; nel 1593 esistevano artiglie1ie in grado di colpirlo da dove non sa rebbe sta to possibile farlo fino a poche decine di anni prima, e sicuramente da dove non s i poteva colpirlo quando fu costruito. La macchina militare di Carlo Emanuele I, forte di repa1ti spagnoli ed ingegneri milanesi , era forse una delle più moderne della penisola italiana, e diede una netta dimostrazione di t1Jtta la sua forza. li controllo di Exilles passò temporaneamente al duca di Savoia, che ne avviò una rapida riparazione. I lavori non erano ancora ultimati quando, il primo gennaio 1594. Lesdiguières assediò il castello. fl comandante ugonotto approfittò del fattore sorpresa, era inusuale attaccare una fortificazione nel cuore dell'inverno, e trovò il forte occupato da un presidio ridotto. l francesi occuparono per prima cosa le alrure di San Colombano e Cels, mentre le milizie protestanti di val Chisone calarono dai monti impo ssessan dosi della destra idrografica della valle 12 TI 3 gennaio si aprì la trincea. fntanto la notizia an-ivò a Torino e così Carlo Emanuele l raccolse 3000 fanti e 800 cavalieri per marciare in soccorso di Exilles. Fu in questa campagna che si pensò per la prima volta di iso lare Exilles marciando lungo la val Chisone per superare il Sestriere, scendere su Cesana e taglìare così le comunicazioni con Briançon. 1l piano prevedeva un attacco diretto contro Exilles, mentre il resto delle truppe dove vano raggiungere Pragelato marciando da Pinerolo e da Susa tramite il colle delle Finestre 13 La stagione e il cospicuo innevamento causarono il fallimento delle manovre in val Chisone. mentre l ' attacco diretto contro il castello non ebbe l'esito sperato . TI governatore d 'Ex illes, Carlo Gazzino, in seguito agli infruttuosi tentativi di soccorso del 22 gennaio, decise di rendere la piazza 14 • U duca di Savoia tenterà , nel 1597. di ripetere la manovra in val Chisonc per tagliare fuori Exilles 15 L'esito sarà non meno infruttuoso di quel lo del 1594, a causa del numero ridotto dj forze in campo, unito alla difticoltà dj gestire operazioni complesse, basate su lla simultaneità di movimenti in ten-itorio alpino.

• li Pcracca cita il col le d'Ambin. ripido passaggio tra Ex illes e la Savoia. lo rea ltà la via da presid iare era l'attuale cresu1dei co ll i Ga lambra e dei Fournca ux Le fonti sto ri c he u ti lizzano indisc rim inatameme diversi toponimi per questi va lich i (colle di Ambin, di Rochemol les. di Seguret v di val Fred d a). occupa ti ne l XVI seco lo da es tesi ghiacciai. Molto probabilmente le truppe di guardia non furono mandate sulla somm ità dei va li ch i ma alle loro pendici, nel la :zona di Grange della Valle. PERACCA LUIGI FRANC1:sco, L 'aIra val di S11sn e vicende storiche dal I 180 al I 700, Tip. Massaro, To1ino 1910,p.45.

• P,ITRIA. // forre di Exilles. 1975. cit.. p. 35.

IOfd pp. 37-37.

Con la pace di Lione del 1601 terminarono le ostilità tra Francia e Savoia, e per oltre un secolo Exilles non fu più oggetto d ' interesse da parte degli eserciti sabaudi. Le esperienze sin li maturate evidenziarono tutta la debolezza della fortezza valsusina. Il posto, di concezione tardo medievale, era sos tanzialmente indifeso dagli attacchi provenienti dalle alture circostanti; se si voleva garantirne la tenuta , era necessario impedire al nemico di occupare San Colombano.

G li ulti mi i nterve nt i fra n ces i a l forte di Exilles ln seguito alla pace di Lione il re di Francia Enrico rv diede , nel 1607, l'incarico all'architetto Jean de Beins di provvedere alla ristrutturazione del forte di Exi l les. Le attenzioni dell'ingegnere s i concentrarono sul parziale rinnovo delle strutture interne e sul potenziamento delle cortine, in particolare di quella rivolta ad ovest verso il paese, sicurnmente la più accessibile16 • Non intervenne però in a lcun modo contro le insidie che provenivano dalle altezze circostanti.

Nei decenni successivi il forte rimase sostanzialmente inva1iato, e tale restò sino alla fine del XVll secolo, q uando , nel 1692, il primo ingegnere del re Sole , Sebasticn le Prestre marchese di Vauban. fu incaricato di occuparsi della fortezza. 11 suo primo progetto prevedeva la costruzione di robuste traverse lungo i bastioni e la co r tina posti ad ovest, per proteggere almeno in parte il forte dalle offese di eventuali batterie d'assedio, poste tradizionalmente sulle alture di San Colombano. I lavori più importanti erano però rivolti alla creazione di nuove opere esterne , una sul fronte di Piemonte e l'altra su quello di Francia 17• L'opera sul lato di Francia era la più interessante: si trattava di una vasta fortificazione avanzata, di pianta rettangolare, con al centro un 'amp ia casem1a-magazzino. Tale struttura era ben progettata, ma avrebbe ancor più risentito del fuoco proveniente dalle

11 B uscA GARRJ O, Della espug11a: io11 e et dijèsa delleJònez:e , ed G io. Dominico Tarino. Turino I 598. p. 126 i zBARRIRA, / sr?lle forti di Exilles, 2002. cit pp. 27-28.

11 ld., p. 27.

14 P F RACCA L'alta ,•al/e di Susa, cit.. p 47

1' PAT RIA ETTORE, Faui d '11r111 i in Viii Chis o11e d11ra11te la Guerrn per il Marchesa LO di Sa/11.::0 ( I 59 7), « La Valaddo». n. 4 , 197'1 a lture di San Co lombano. Per comprenderne a pieno le funzioni è necessario analizzare il secondo progetto per Exilles maturato da Vauban entro il 1700; in quell'anno espose una serie di progetti aventi lo scopo di migliorare le capacità mi li tari dell'alta valle di Susa. In una lettera del 18 settembre 1700, scritta da Embrun ed indirizzata a l Signor Le Peletier, Vauban espose le sue perp lessità riguardo al progetto di una nuova fortificazione ad O u lx presso le alture di Serre Grassin e di PicITemenaud. Stimò più utile realizzare eventualmente una piazzadeposito presso la prevostura di Oulx, opportunamente fottificata ·'con una grossa muraglia.fiancheggiata da torri e coperta con u11 piccolo ramparo; tutto intorno un buonfòssato di ouo tese di larghezza 111 projòndo dieci

16 B A RRERA. I s e11efortl di fai!/es. 2002, cit., pp. 43-44.

17 ld., pp. 69-70.

Veduta a volo d'uccello del forte di Exilles con indicate le posizioni delle batterie d'assedio sabaude del 1593 B11RR F.R/\. F!<AN CF.SCO / se lle forti di Exilles. Museo Naziona le della Montagna ''Duca degli Abrnzzi'', Torino 2002. p. 52 piedi; i bordi del fossato rialzati di quallro piedi con u,1 piccolo riparo lungo il perimetro per far posto ad un cammino coperto: vi si potranno anche aggiungere delle mezzelune e far un parapetto di muratura con feritoie e cannoniere con un corridoio coperto da liii paradosso. degli edifìci e una quantità di traverse, deLLe quali bisognerà duplicare l'uso come si è fatto a Be{fort: se questo non basta bisognerà jàre un coperto al corridoio, come è stato proposto per Fenestrelle. dando cinque piedi di spessore al suo parapetto su sette e mezzo di altez:::. a. Sarà poca cosa alla prova dei pezzi da dodici e per impedire i più pericolosi di questi punti dominanti di nuocergli, bisognerà occuparli con una grossa ridorta o un piccolo jònino rivestito e circondato di un buon/òssato, dotato degli edifici di cui avrà bisogno; costruire in seguito. al! 'interno di questa piazza dieci co,pi di casenna, tre edifìci di ujjìciali, un quarlo per il comandanle e meli ere lutto il resto in hangar e magazzini addossati contro il suo ramparo per coprirl i dai tiri rovesci "19 Questa fortezza. che rimarrà solamente alla fase preliminar e di proge tto, co lpisce pe r il numero di edifici che sarebbe stata in grado di contenere: ben dieci caserme, tre edifici per gli ufficia l i o ltre a q uello per il comandante e ai magazzini. La p iazza avrebbe così assolto la funzione di po lo log is t ico, in grado d i co n tenere uomini e d a11iglierie in caso di una nuova guerra con il Piemonte. Tale necessità era dettata da l bisog no d i poter usufrui r e di un punto d'appoggio posto a l di là del Monginevro, così da esse re più prat ico rispetto a Briançon. Va uban, tuttavia, non ritenne necessario impegnarsi nella costruz ione d i un a nuova p iazza perchè Ex illes poteva già assolvere il compito di fortezza deposito20 , pur presentando enormi . carenze che sembravano averla fortificata a dispetto del buon senso: "tutti i difetti delle piazze del Re messi insieme non hanno nulla che si awicini a quelli che si trovano in questa "21 La grande opera esterna progettata nel I 692 e ampliata, sempre a livell o di progetto, nel 1700 altro non era che un grande magazzino per l'armata, a sostituz ion e di quello progettato per Oulx. In caso di guerra offensiva il forte avrebbe rappresentato un fondamentale punto d'appoggio per l'armata, nel caso invece di 1ma campagna difensiva le nuove opere, pur non ponendo rimedio alle offese dall'alto, potevano almeno contenere una guarnigione maggiore, aumentando di conseguenza la resistenza del forte: "Per supplire al difètto della piccolezza di questo luogo, aumentarne le parti coperte e la resistenza, si potrebbe approfittare della grande pìattc?forma di roccia che è davanti alla spianata. occupandola con una postazione[ ]. Realizzando quanto contenuto nella istruzione questo castello avrà tutti i pregi che si possono esigere da una piazza così piccola: non potrà essere attaccato che in proporzione alle sue capacità 21 , sarà eccellente in guerra grazie al suo grande dehors e relativi magazzini. capaci di contenere l'equipaggio di artiglieria di una armata e gran quantità di farina "23 Non fu paradossalmente progettata alcuna opera di appoggio esterno presso le alture di San Colombano, soluzione che avrebbe poh1to arginare in parte una forza d'attacco, mentre una sce lta di questo genere fu adottata, negl i stessi anni, per la copertura del forte Mutin di Fenestrelle24 Le istru z ioni di Vauban sulla difesa d'Exilles restarono lettera morta e negli anni seguenti videro la luce solamente le h averse interne, gli abbozzi del l 'opera a corona sul lato di Pi emonte e una mezzaluna sullo spalto di Francia25

Pianta del forte di Exilles con indica ti, in rosso, g li interventi di mìglioramento delle difese eseguiti entro il 1708. RMG. Exi ll es R5923.

La campagna d e l 170 7 e Je prime fortificazioni campali di Exilles

Durante la guerra di success ione di Spagna, la Francia di Luigi XIV operò con successo in Piemonte fino al 7 settem bre del 1706, q uando le sue arnrnte riportarono una decisiva sconfitta s ul campo di Torino ad opera del1'esercito alleato comandato da l principe Eugenio di Savoia. Nella campagna dell 'anno seguente le Alpi occidentali videro una prima azione offens iva austro-saba uda c he po1tò a lla ricon qui sta della vitale piazza di Susa.

La vittoria alleata riportò la linea di confine lungo il suo percorso storico, circa a metà strada tra la comunità sa-

21 PUJO BERNARD, Vt111ha11, Albin Miche I Pari.s 1991, pp. 240-241 lJ 8ARR ERA, / selle.forti di Exilles, 2002. c it.. pp. 69 -70.

14 Vauban stimava fosse necessar io auaccare una fortezza mantenendo un rappo rto tra anaccant i e d ifènsor i pari a lmeno a sc i-selle attaccanti per LLn di fensore. Stando a ques ta proporzione aumentando la guarn ig ione d i Exilles se ne ~arebhe aumentata anche la resistenza costri ngendo il nemico ad attaccare il forte con forze magg iori rispetto a quanto richic~ to in precedenza.

24 A Fenestrelle Vauban propose una ser ie di op ere <!Sterne a prote7 i<me del forte. Queste furono realizzate in versione econom ica"', poiché gli interventi p revisti da Vauban avrebbero d i fatto superato i cos ti aflronta Li sino ad allora per il cantiere del Fon M11t in e le d{(ese alpine di fai!le.1· bauda dì Gra ver e e qu e lla francese di Chiomonte, collocando Ex ill es in prima lin ea Le difese del forte non avevano ancora raggiunto il li vello desiderato da Vauban e non erano in grado di resistere a un attacco regolare . I francesi pensarono allora di e le vare una serie d i trinceramenti a dife sa s ia dell e altur e dominanti Ja fortezza, che di quelle da cui potevano penetrare i sabaudi dal lato di Pi emonte. L e fortificazioni più imp o 1ianti era no i ''Tri11ceramenN delle Ram àjatti da Francesi a dijfesa della Val d 'Exillie "26 , un 'es tesa lin ea difensiva che dalle alture di Chiomonte e dal paese di R ama ts sal iva s ino alla cresta d e lla cap pe lla Bi a nca. La linea era costellata da ridotte di diverse dimensioni erette attorno a borgate preesistenti o presso s iti re s i forti dalla natura s te ssa del terreno. Lo sbarramento copriva la v ia a me zza costa u sat a dai sabaudi per assediare Exi lles nel 1593. Altre du e ridotte , che ricopriranno importanti ruolì durante il XVIIl secolo, nacquero in due punti strategici della conca di Exi lles; la prima fu eretta presso Ja Cima del Vallone, 2435 m., mentre la seco nda occupò parte dei pascoli limitrofi alle grange d e lla Cravasse. Qu este nuov e fortificazioni furono riportate s u due note vo li documenti cartografici, datati IO febbraio 27 e 11 g iugno 1708 28 • La prima cai1a riporta va opere non più segnalate nella successiva; si trattava di tre piccole ridotte po ste s ulle alture comprese tra il vi llaggio di Exilles e quello di Cels 29 •

15 BARRER/\, / set1efoni di Exilles. 2002, c it., p 72.

I la vo ri pre sso le nuove linee difen s ive furono in parte eseguiti dalle manovalanze dcli ' alta valle, come dimostrò un ordine del 1707 nel quale fu imposto alla comunità di Bardonecchia di in v iare 130 uo mini ai lavori dei ridotti di Ex illc s 3 0 • Il 13 marzo 1708 si ordinò a "Carrachiolis Maresciallo di campo delle armate del Re, Comandante d 'Exilles e da parte del Signor di Toralba Luogotenente generale per la riparazione dei foss i. ramaglie ecc. ingombrate dal cattivo tempo. i Comuni dovranno in viare uomin i con badili e zappe sulle alture di Exi/Les come segue : Savoulx uomini 7 con zappa e badile, Beau!ard uomini 10 con zappa e badile, Mi!laures uomini 5 id. Roche molles uomini 4 id, Bardon ecchia uomini J 5 id, Melezet uomini 7 id, Arnaud uomini 2 id" 31 Alle nuo ve fortificazioni francesi si contrapposero equivalenti opere piemontesi costruite sulle alture di Giaglione. Que sta piccola guerra di posizione durò dall 'a utunn o d e l l 707 all'estate del l 'anno success ivo.

La c ampagna d e l 1708 e la c onqui sta s ab a ud a d e lla fort ezza di E xill es La campagna del 170 8 sulle A lpi doveva essere, per i francesi, strettamente difensiva, v is to l ' impegno maggiore esercitato sugl i altri fronti. Alla metà di luglio il generale Villars controllava, con 82 battaglioni di fanteria e 23 squadroni di cavalleria, tutto il settor e compreso tra N izza e la Savoia, mentr e le contrapposte forze a ll eate contavano 55 battaglioni e 18 squadroni, di cu i 49 battag lioni e 12 00 cavalli formavano il corpo d'annata offensivo, mentre solo sei battaglioni e 6000 cava lli res tava no a dife sa de l Piemonte3 2 Con tali proporz ioni di forze g li alleati potevano avere, ed ebbero, la superiorità numerica in ogni punto che desiderassero attaccare, poich é le forze france s i, con un territorio troppo vasto da pre si diare , do vettero limitar s i a parare il colpo, non potendosi p iù impegnare in di vers ioni oftènsive verso la pianura piemontese. li piano sabaudo prevede va un 'invasio ne dell a Savoia, diretta contro fort Barraux; la manovra avrebbe costTCtto il Villars a retroced ere con le sue forze per poter coprire efficacemente Grenoble e Lione. Otte nuta la ritirata del Villars, Vittorio Amedeo avrebbe po tuto ripiegare i l più velocemente po ss ibile con tutte le s ue forze, per puntare al suo reale obbietti vo : la conquista dei forti di Exilles e Fenestrelle. Il 30 luglio il generale Rehebinder attaccò il colle della RJ10 per poi di sce ndere su Bardonecchia e Ou lx . A Ex ille s v i erano 500 uomini , i cui ordini erano di re s istere a oltrnnza 33 Il duca di Savoia

: • AST Cone. Carie Top ogra fi che e Disegn i, Cane Topograjìclie per A e B. Susa 2 i> Se rv ice H islorique ùe I ' A r mée de Te rre. Chù1cau de Vincennes. Siège:,. Art 15. Scc ti on 3. piècc n° l. Dcssin. Ex illes. pubblicala in BARRERA. / selle forti di Exilles. 2002. c.:i 1. , p. 93.

2' "Carte Panic11/iere d es enviro11s de Salbenra111 , Eri/les Chau111011t & Suze avec /es Retrancliements qui y 0111 esté J àit depuis la prize de Su z e /ani de la part des E,111e111is q11e de la nostre , da tata "Jlj11i111708 M. D11mchere1-Exi/les " Serv ice Hi storique dc J' Annéc de Terre, Chateau dc Vinccnncs. Sièges An /4 pièce 11 ° 10. Dessin. Exilles. pubblicata in BARRERA. / selle.forti di Exilles, 2002. cii.. pp. 92 -93: di cu i si conserva i l pro babi le disegno p repara to ri o io AST, Corte , Carte Topog rafi che e Disegni. Carte Topografiche Segrete, S usa 19 /\ V rosso

19 Seguendo le ind icazioni della c arta la prima rid o tta indicata con la lt: ll e ra C doveva t rova rsi presso un ripiano pos to a q u ma 1049 metri , indicato da g li abita nti con i l toponimo "Comba d 'Awì" (Vallone a va ll e). GENRE ARrL:Ro, M ASSOBRIO L ORE NZO (a cura d i). At/11111e Topo110111a s1ic u del Piemonte Mo111ww Exilles. Regione Piemonlt'. voi. 30. Il Leone verde Edizioni. Torino 2006. p. 100 L a s econda ri dotta. ind icata con la lettera D, doveva trova rsi a quota 900 metr i ci rca p resso i l Coum ba rà. il , i10 dove fu p ia mata l' art ig li eria nell'assedio del 1593. La terza ridolla, chiamata fo rse "R idotta di Caclu!/011 doveva so rger e a ci rca 800 metri di quota pre~so l ' a uua le casa F in ie re. zona indicata da i locali con il toponimo "la Finiéra" ( i fieni li) , Gr- ,mr, MA SS OB RIO A1/a11te Tnpo11omastico. 1006 , c ii. p. 116 Le operaz ion i della campagna del 1708 non fanno menz io ne di ta l i o pere , di cui non v i è t racc ia neppure sull a cartografi a de l XVII.I seco lo l dat i raccolti lino ad orn n on consen tono di sta bi lire con certezza se queste opere s iano ma i state costruite; lo sfruuamcmo intens i vo d i ques ti terren i da pa rte de ll ' uo m o non ha consem ito di rintracc iare su l 1erreno resti ev identi di stru rture superstiti.

" ' P1:R,\CCA /, 'alta valle di Susa. cii.. p. 11 2 ordinò subito al generale di Saint Rémy di portarsi s u lle a lture di San Colombano. Per farlo . il generale sabaudo s uperò il colle della R ho, per poi d iscendere su Bardonecchia e da qui percorrere la lu nga e detritica val Fredda sino a l glaciale colle Galambra , 3057 m , detto anche colle di Seguret o d'Ambin. Questa via era molto insidiosa, come descritto da una cronaca francese dei primi anni del XV III secolo: ''Colle di Seigurel c hiamato anche la Cornba di Ambin sopra ad Oulx e Savoulx, questo cammino non è troppo buono per la gente a piedi, a causa della grande quantità di ghiaccio che vi si trova anche nella bella stagione. In diversi luoghi misura pitÌ di I 00 piedi di altezza 34 ed è diventata completamente blu tanto è antica. Questo ghiaccio deve aver cominciato a.formarsi apparentemente a partire dal diluvio "35 • e un 'a ltra cronaca aggiunge "questo cammino non è buono. ma

.' I [d., p 113.

-'2 Po< ;r,;1 s r Ev!ILIO. Vittorio Amedeo li e la c ampagna del 1708 per la co11q11ista del co11/ì11 e a/pi110. Edizion i Roma anno X l\/, Roma 1935 , (La gue rra c la mi lizia neg li sc ri tto ri ital ian i di ogni tem po). p p 23 - 24.

" P o GN IS T Vìtwrio Amedeo Il<' la campagna del 1708 I 935. cii.. p 8'.!

Le fortilìcazioni erette dai francesi lra il 1707 ed il 1708 presso le alture di Chiomonte. AST, Corte, ('arte Topogralìche e Disegni. Carte Topograjìc/Je per A e B. Susa 2.

Le alte vie d'accesso a ll e allure di San Colombano in una carta de l 1829. A si nistra le valli Fredda e di Rochcmollcs convergono presso il ghiacciaio del Galambra, attraversato dai colli di Rochcmolles , di Valfrcdda e de l Seguret. Le t r e v ie s cendono verso Grange della Valle, loca l iià domina ta da lla ridotta Saffau. BRT, Manoscritti M ili tari 166.

14 Il piede di Francia misurava 0.3248 m, quindi lo s pessore stimato era di circa 32 metr i " Archives Départimenta lcs dc l"lsere a Grcnoblc, Serie l l C N 768.

11.fòrte e Je difese alpine di Exilles vi si può passare. ed è utile in tempo di guerra per grosse.fonnazio11i di fanteria '' 16 l pri mi p roge t ti s ab a udi p er la nuo va di fesa di Ex ill es e l'att acco de l 1 7 11

Raggiunto il Ga lambra fu poi possibile disce ndere a Grange della Val le e occupare San Colombano, tutti luoghi che furono trovati privi di difensori 37 • Su queste alture rimase il genera le Stille che iniziò così il blocco della piazza. li 4 agosto il generale Regal ricevette l'ordine di intraprendere l'assedio del fo11e, facendo giungere da Torino le necessarie artiglierie38 • Ad oltre un secolo di distanza dall'ultimo assedio, Exilles si trnvava nuovamente sotto il cannone de l duca di Savoia.116 agosto cominciarono i lavori d'investimento, il 9 si sistemarono le prime artiglierie cd il 10 sette pezzi aprirono il fuoco 39 Tra il giorno l l e il 12 i pezzi che battevano Exilles ' 'erano cresciuti fino a dieci grossi pezzi e due piccoli cannoni, con sei mortai a bombe e granate reali [ . .. ] il 12 dopo mezzogiorno la breccia della piazza era già ben avanzata. a causa della violenza del nostro fuoco. Quello del/ 'assedia to era cessato dal primo giorno, questo dava pit, libertà ai nostri cannonieri di mettere le loro batterie in barbetta "40 La sera del 12 , il governatore De la Boulaye, "avendo visto le scale pronte·· decise di prevenire l'assalto generale, programmato per il mattino seguente, chiedendo la capitolazione. Il mattino del 13 alle dieci il governatore uscì con circa cinquecento uomini del presidio e una quarantina di ufficiali~ 1 • Nel fotte si trovarono una ventina di cannoni e o ltre 700 fucili 42 Per difendere la recente conquista furono subito stanziati nei pressi del forte nove battaglioni al comando de l genera le Regal.

Il forte di Exilles era caduto dopo soli tre giorni di bombardamento, confermando inesorabilmente il giudizio dato cento anni prima da Gabrio Busca e quello più recente del maresciallo Vauban. Le artiglierie della piazza furono rovesciate dopo 24 ore di fuoco, lasciando la fortezza in balia dei proiettili avversari. Dopo la conquista del 1708, gli ingegneri sabaudi si trovarono di fronte l 'annoso problema di come riparare i gravi danni s ubiti dalle fortificazioni. La recente conquista aveva dimostrato che Exilles non sarebbe stato in grado di resistere a un contrattacco francese. La prima misurn adottata fu quella di costruire un 'es tesa linea di trinceramenti per impedire al nemico di appropriarsi delle vitali alture di San Colombano. I lavori furono intrapresi precettando numerosi lavoratori delle comunità dell'al ta valle. Uno dei maggiori interventi si concretizzò poco dopo il 16 settembre 1708, quando le comunità di Oulx, Cesana e Bardonecchia }ùrono obbligate di andare a lavorare ad Exilles per /are delle nuove.fortificazioni del borgo fino alle alture di San Colombano, dove si è fatto costruire un forte con delle jàscine e dei picchetti e un cammino coperto per raggiungerlo, e per queste costruzioni si è distrutta una grande distesa di vigneti[ ] questo lavoro è duratofìno allafìne di novembre, interrotto dalle nevi e da/freddo "-13 _ L'esteso s is tema difensivo fu probabilmente progettato dall'architetto Antonio Bertola e poteva essere considerato la versione "leggera" di quella che sarà la soluzione proposta per difendere le alture sovrastanti il forte Mutin in val Chisonc, in altre parole il futuro ed imponente forte di Fenestrelle-1-1_ li progetto delle fortificazioni di San Colombano è ben rappresentato in una serie cli disegni databili agli anni immediatamente successivi al 170845 Le opere si svi luppavano lungo due li nce. La prima linea aveva origine a monte del villaggio di Exilles, oltre il rio Galambra, e s i inerpicava lungo i fianchi della montagna s ino a raggiungere il rilievo di Sene la Garde. Qui si trovava un forte iiTegolare di medie dimensioni , vero cavaliere di h1tto il sistema. La seconda linea partiva direttamente dall 'a bitato di Exilles, per poi seguire il ciglione sinistro del Galambra sii10 a Grange della Valle , ove si trovava il fortino di Saffau. La prima linea controllava direttamente le strade proveni enti dalla Francia, mentre la seconda copriva le alture di San Colombano utilizzando le sponde de l Galambra come un grande e ripido fossato naturale. I l posto di Serre la Garde era ideale per ospitare u na ridotta a difesa delle alture di Exilles, tuttavia non fu mai occupato da opere stabi l i prima del 1708. Una poss ibile risposta alla mancanza di fortificazioni permanenti in questo sito può essere in parte fornita da un progetto d 'attacco

'• BRT, Manoscrilli Militari 73 , Frontiere del Piemonte, p 32.

1 POGNtSt. Vittorio Amedeo li e la campagna del 1708. 1935, cit.. p 84.

1 • Id., p. 85.

; 9 Id p. l 05.

" 0 Id p. l 30.

! I Id p. 130.

' ~ Id p I 05.

43 PmAVIKO, La cro naca di Pragelato, 1905, c it. , p. 99. Ta li contr ibuzion i non rim asero un fatto isolato; la eone di Torino ricevette numerose richieste di indennizzo fisca le in scg1ii to ai danni patiti durame g li anni di guerra. In queste note emergono molti ri fe ri menti relativi ad abbattiment i s istema t ici di alberi a l fine di realizzare i nuovi trin ceramenti. AST. Paesi per A e B. Susa. Vall i di Bardonecchia Cesana e Oulx. Mazzo 5

.,.. BARRERA. / settejòrti di Exilles, 2002 , cit., p 99.

, ; lSCAG, FT, Exi lles, Cart. 89. n. 6257, 6258 e Cart. 7 l n. 4557. pubbl icati in BARR t: RA. / selle/orti di Exilles, 2002, c it. , p 99 francese per Exilles della prima metà del XVJll secolo: "supponendo che si volesse costruire qualche opera sul piano della Monta (presso Cels). ve ne sono altri al di sopra per anjìteatri da dove si potrebbe battere l'opera della Monta, ed i/forte; queste ragioni hanno senza dubbio determinato il Re di Sardegna a non fare per nulla fortificare il piano della Monta "4 6 • Anche Serre la Garde presentava le stesse sfavorevoli condizioni. I sabaudi, e i francesi prima di loro , conoscevano bene tale realtà e decisero di non investire risors e in un'opera pem1anente c he avrebbe sofferto degli stessi problemi del forte di fondovalle: pensarono invece di erigere economiche opere campali, in grado di coprirsi reciprocamente, andando ad occupare tutti i siti da cui si poteva attaccare l'opera principale di Serre la Garde. Tale sistema fu ben rappresentato nella carta topografica relativa alla campagna del J 709 47 Contemporaneamente sorsero altre ridotte sulla destra della valle, che controllavano le mulattiere provenienti dal colle dell' Assietta. Nel 171 O si potevano così annoverare sulla sinistra della valle le ridott e di Malavia, di Combe e di Touche a protezione cli Sene la Garde e della sua linea di trinceramenti; lo schieramento era completato poi dalla linea del Galambra, terminante al fortino Saffau e la Sellete, e dalle elevate ridotte della Cima del Vallone e del colle dei Quattro Denti. Serre la Garde ed il Vallone erano le due posizioni chiave, la prima controllava le vie principali del fondovalle, da cui poteva passare l'artiglieria, mentre la seconda dominava dall'alto l'intero sistema, controllando il transito proveniente dal colle del Clopacà e del Clapier. La comunicazione diretta tra il posto del Vallone ed Exilles era assicurata da una ripida mulattiera che, partendo dalle Grange della Route, risaliva direttamente il fianco della montagna. Lungo questa via sorsero sette ridotte , con il compito di presidiare e rendere s icura la comunicazione tra la linea del Vallone e quella di San Colombano. Sul lato destro della valle sorgevano invece le ridotte della Courbiere e della Crevasse, a controllo delle mulattiere dell'Assictta, a cui si aggiunsero corpi di guardia minori. Vi erano poi le vestigia delle ditèse francesi del l 707 lungo la cresta della cappella Bianca e sulle alture della Ramats, che in caso di attacco alla ridotta dei Denti avrebbero pennesso di mantenere le comunicazioni con Chiomonte. Un importante documento, il "Dettag/;o per le guardie che devono fornire gli 8 Battaglioni accampati nei din-

Il siste ma campale di Ex ill es nella campagna del J 709. A) Exilles e San Co lombano B) Serre la Garde e Bessè. C) trinceramenti di San Colombano. D) ridotta la Routte E) ridotta la Touche. F) ridotta la Combe G) ridotta di Malavia. H) ridotte di Chafaut e Sellete. 1) ridotta della Dora. K) rido tta Co urbiere L) ridotta Cravasse. N) ridotta c trinceramenti dei Quattro Denti. O) ridoua e trinceramenti del Vallone. AST. Corte, Carte Topografiche e Disegni, Carte 1òpografìche per A e B, Susa 5.

46 BRT, Manoscritti tvli litari 73. p. 29.

1 AST. Corte. Carte Topografiche e Disegni. Carte Topngrc!fìche per A e 8, Susa 5

!/forte e le difese alpine di Exilles torni di Exilles,fatto a Chiomonte 1'8 luglio 1711 " 48 , elencava le nuove opere indicandone l'esatto presidio: Si fornirà un distaccamento di mille uomini comandati da un Colonnello e un Luogotenente colonnello che andrà ad accamparsi a San Colombano e sarà rilevato ogni 9 giorni. Il Colonnello distaccherà il luogotenente Colonnello con 300 uomini che andranno ad accamparsi al piano della gran Schalle sotto la ridotta del Vallone49, si daranno loro due muli per reggimento con dei barili per andare a prendere/ 'acqua che è un po ' lontana; i 300 uomini forniranno le guardie segnate qui di seguito che il Luogotenente colonnello farà rilevare ogni tre giorni. Ai Quattro Denti 40. Alla ridotta del Vallone 30. Alla settima ridotta 750 Alla sesta ridotta 7. Alla quinta ridotta 7. Totale 9 I. Il Colonnello accampato a San Colombano con 700 uomini fornirà le guardie come di seguito e le farà rilevare ogni tre giorni. Alla quarta ridotta 7. Alla terza ridotta 7. Alla seconda ridotta 7. Alla prima ridotta 7. A Serre Chafau.t 20. A la Selette IO. A la Routte 9. A la Barriere 551 • Alla cappella Bianca IO. Alla Batteria I 552 Alla Mallavia 25. Alla Touche 6. Alla Combe IO. A Serre la Garde 63. A Bessé 2653 In tutto 229. Altre guardie che gli 8 Battaglioni devono fornire ad Exilles. Al pilone nel gran cammino al di là di Exilles 5 54 Alla Barriera avanzata 9 55 Al ponte 9. Al mulino 5. Alla ridotta dell'acqua 9 56 Alla Cravasse 20. A Serre Chafaut 6 57 Al ponte della comunicazione 14. Aljòrte di Exilles 60 compreso un capitano ed un luogotenente. In tutto I 37. I rifùgiati58 guardano il posto del cantone, che è sotto il piccolo Moncenisio che è molto necessario per non essere sorpresi, tanto dalla parte delle ridotte del Vallone Quattro Denti ecc. che dalla parte delle alture di Giaglione. I detti rifi1giati hanno anche dei distaccamenti a San Colombano, a Salbertrand ed a Chiomonte, ma quelli sono solo per fare delle pattuglie quando i generali le ordineranno''. Pochi giorni dopo sarà compilato un nuovo memoriale, Memorie dei dintorni di Exilles il 12 luglio 1711 59 , dove si definivano ulteriori istruzioni riguardo alla difesa della piazza e delle nuove ridotte di Exilles. Nel documento si citavano le opere poste sopra le altezze di San Colombano, ove "c'è un posto dove si possono accampare delle truppe. si chiama il piano della gran Scha/e, esse sono in grado di sostenere e soccorrere in poco tempo i posti del Vallone e dei quattro denti. Dopo la ridotta del Vallone sino a San Colombano c'è una costa di montagna dove si sono fatte delle ridotte: il ruscello goitreux passa davanti, bisogna tenere questa costa per sostenere San Colombano. Si passava poi alla descrizione del sistema difensivo avanzato posto a copertura di Serre la Garde: "Da Salbertrand si può salire per diversi luoghi per venire alle altezze delle tre ridotte che sono sopra a Serre la Garde e che sono chiamate la Touche , la Combe e Malavia e le si può incontrareJàcilmente, si può anche passare al colle di la Val che cade sulla ridotta di Serre Schaffaut da cui si può venire a San Colombano 11 Memoire dedicava poi a lcune note alla descrizione dei passaggi che il nemico poteva utilizzare per attaccare le nuove fortificazioni: "Al di là di Salbertrand c'è il Ponte Ventoso sulla Dora; e sulla sua destra sull'altura c'è la montagna di Ricardiere da cui si può passare per andare nella valle di Bardonecchia, Rochemolle, colle des Taches 611 , ecc. ed è il cammino che fanno tutti i partis 61 nemici che vengono dalla suddetta valle sulle alture di Salbertrand e di Serre la Garde passando il Rio Secco che è tra il detto ponte e Salbertrand ed in seguito si por-

8 BRT, Manoscritti Mi litari 153.5, di cui s i conserva una copia del I786 in AST. Co rte, Materie Mi lita ri , Materie Militari per Categorie. imprese Militari. mazzo 7. non inventariato

49 11 piano della gran Schalle è indicato dag li abitanti locali con il toponimo di la Sha!, GENRE, M ASSOBRIO, A1/a111e Topo110111as1ico, 2006, cit.. p. 207. Il sito. posto ad una quota compresa tra i 2250 cd i 2300 metri. poteva ospitare un buon numero di soldati. che erano in grado di soccorre re rapidamente sia il posto del Vallone sia quello dei Dent i s, Dovrebbe trattarsi de ll a vecchia muragl ia che tag li ava la str ada principale appoggiandosi tra il rilievo del forte di Ex illes e le pendici della montagna di Ccls. G li abita mi la indicavano coo il to pon imo la 8ariéra, GENRr E MA SSOBRIO, Atlante Topo11omastico, 2006, cii., p 59. si Dovrebbe tratlars i d i uno dei siti ove furono piazzate le ait ig lierie durante l 'assedio del 1708.

;o La catena di rido tt e che co ll egavano San Colombano con il Vallone non possedevano ancora un nome propr io ma ven ivano numerat e in ordine decrescente, a partire dalla più alta. La documentazione della seconda metà de l XVl ll secolo assegneranno a ques te piccole fo1tificazioni de i nomi ben precisi.

11 Bes.sé è ind icaw dagl i abitanti con il toponimo et Bisé, cbe significa '' il bcrulleto", G t:r-:RE , M ASSOU RIO, A1lw11e Topo110111astico. 2006, ci t. , p. 67. Lungo ques to costone sorsero i trinceramenti che collegavano Ex illes con Serre la Gardc.

,.. Un p ilone s i doveva trovare lungo la stra da di Francia.

55 Un p icco lo s barramento, pro bab ilmente in legname, doveva trovarsi nei pressi della strada di Francia o1 I partis erano l'equ ivalente francese dei va ldes i Questa truppa scelta assolveva i compiti di esploratori, cacciatori, gu id e e fanterie irregolari adatte ai combattim en ti di montagna Erano in grado di muove rsi con agi lita a l d i foo ri dei sentieri, percorrendo ripidi pend ii creste rocciose o ghiacciai. tana sulla montagna. Si trova ai piedi del piccolo Moncenisio la Valle Secca, ossia d'Ambin o affi·euse62 da dove si può, passando dietro la punta Feran 6 3 e sui ghiacciai, venire da dietro e cadere sulla ridotta di Serre Chajfaut e sulle montagne proprio davanti alla ridotta del Vallone, ma è sicuro che da qualunque via si passi della detta 11alle e del colle des Taches e di Rochemolle, bisogna sempre passare in luoghi molto difficili , e si viene sempre a battere il naso davanti alla ridotta del Vallone, o davanti alla sua comunicazione con San Colomban o, ma i partis nemici passano su detti ghiacciai per venire dalla parte della ridotta di serre Chajfaut. Il punto successivo, il più rilevante, affrontava un'attenta analisi delle singole opere in chiave strategica: "i posti di Serre la Carde e quello di Besse sono molto buoni, e li si può sostenere jìnchè si guarderanno i Quattro Denti la ridotta dei Vallone e la sua comunicazione con San Colombano senza che siano tutte e due tagliate. Quanto alle tre ridotte, la Touche, la Combe, e Malavia, non le si può sostenere, esse sono sopra Serre la Garde. Sarebbe molto dijjìcile sostenere la rido/la di Serre Chaffaut, ma si può favorire fìno nella comunicazione di San Colombano la ritirata della guardia che vi è posta. Non si può sostenere la ridotta della Crevasse né quella del piccolo serre Chajfaut64 che sono sulla montagna al di là della Dora, difronte ad E-,;illes e neanche quella dell'acqua che è al di là della Dora. Mi sembra che in estate non si possa tenere la montagna di Chiomonte a meno che si abbia un grosso co,po di truppe, così per guardare Exilles con meno truppe bisogna abbandonare l'oltre Dora e cercare di conservare almeno il ponte di Exilles e di Chiomonte in modo da dare sempre più fastidio che si può al nemico, e potersene servire al bisogno ma bisogna fàre dei trinceramenti per difenderli ed impedire che il nemico se ne impadronisca". Le ridotte difficili da sostenere erano quelle più avanzate, che in caso d'attacco in forze rischiavano di esser tagliate fuori dal sistema principale. Emergono ora chiaramente le principali caratteristiche del nuovo apparato difensivo di Exilles Le ridotte avanzate avevano il compito di sorvegliare le vie d'accesso alle alture e dovevano essere abbandonate in caso di un attacco in forze; in questo modo i difensori potevano affluire presso le opere principali, rappresentate dal s istema Serre la Garde-Gran Vallone-Quattro Denti, concorrendone a una più valida difesa. Le ridotte di là dalla Dora non erano considerate vitali , e in caso d'attacco si reputava necessario conservare so lamente il controllo dei ponti. Nel 1711 la possibilità di un attacco da parte dei francesi era più che reale e per tale motivo poco dopo la stesura delle disposizioni dei giorni 8 e 12 luglio ne seguì una terza, la "Disposizione delle truppe e dei posti che bisogna necessariamente tenere per conservare le alture di /:,xii/es "65 Dopo aver affrontato la difesa delle strade provenienti dal Moncenisio, la disposizione si soffermava sulla descrizione delle posizioni poste presso le alture di Ex ill es: "Si deve mettere un posto di 80 -100 uomini sulla sommità della montagna della Ramà per presidiare il sentiero difontaine glacie1·; che perviene tra i quattro denti e la cappella bianca detta de la Croix, e per tenere tutta questa altura della Ramà. Al posto dei quattro denti, la ridotta del Vallone e al posto del Cerosier, ci vogliono per lo meno due battaglioni. e per essere più sicuri, è necessario metterne tre, perché. è da questi posti che dipende interamente la conservazione delle alture di Exilles, essi jòrniranno delle guardie come al di sopra al sentiero difòntaine glacie,: Possono accamparsi al piano della gran schale ed al Cerosier66 A San Colombano sei battaglioni che forniranno le guardie necessarie ai posti di Serre la garde, di Bessè, al villaggio di Exilles, aljòrte di Exilles, al ponte di Exilles, ed a quello di Chiomonte. Si possono stabilire i magazzini dei viveri ad Usseau6 7 dove saranno alla portata delle truppe, al coperto, ed in tutta s icurezza. Per avere una libera comunicazione con Susa, bisogna passare a Giaglione, e fare il cammino che è in alto sopra le vigne; ma sarebbe necessario farlo discendere nel ruscello di clarea passando per le ruines (cosa che non sarebbe difficile perché c'è della terra d 'dappertutto) e venire in seguito al ruscello di Clarea sopra i mulini, di là si può salire a destra nei castagneti dove c'è un cammino praticabile con i muli ed i cavalli che sale alla Ramà, e và in seguito ad Usseau, in questo modo si sarebbe al sicuro durante tutto il cammino, e fuori portata dalla carabina dei nemici che potrebbero essere dall'altra parte della Dora. Dopo San Colombano fino al villaggio di Exilles c'è il ruscello del Galambra, che è quasi dappertutto impraticabile. cosicché si è al sicuro da San Colombano al detto villaggio, ed in oltre Serre la Garde e Bessè coprono tutta questa distesa di terreno. Le istrnzion i non s i occuparono più delle ridotte avanzate, ma si concentrarono sulla difesa del siste1na principale, i cui presidi furono notevolmente aumentati. In caso d'attacco la via di comunicazione con Susa era assicurata dalle mulattiere che da Exilles conducevano alla Ramats e di qui a Giaglione. La destra idrografica della valle era considerata perduta. T piani operativi che si susseguirono dw-ante tutta l'estate, tennero costantemente ali 'erta uomini e ufficiali e li prepararono alla prova del fuoco. Le nuove linee di difesa furono messe alla prova il 16 settembre 1711, quando le armate del re di Francia tentarono di riprendere Exilles: "Nel tempo in cui i nemici'', piemontesi, "cominciavano aritirarsi", dalla campagna in Savoia volta a minacciare fort Barraux, "per tornare in Piemonte, il Maresciallo Berwich ordinò al marchese di Asfeld di riunire tutte le truppe che erano a Briançon e nei dintorni, per andare ad investire il.forte di Exilles; noi passammo dalla valle di Pragelato, e dal colle di Argueil, per scendere su Chiomonte e il Marchese di Broglio marciava con un corpo di.fanteria dal Piccolo Moncenisio in Savoia: questi due distaccamenti dovevano attaccare contemporaneamente cinque battaglioni, che i nemici avevano nel campo di San Colombano che coprivano Exilles ' '68 Le forze piemontesi erano comandate dal generale della Rocca che scrisse 69 : ·'Jl giorno 7 settembre alle 5 di sera fiti avvertito che i nemici apparirono davanti ai nostri posti del Vallone e i Denti. lo mi portai subito a San Colombano e nel.frattempo 400 uomini che erano comandati al posto della Grande Chale a mezz'ora di cammino dal Vallone che avevano ordine di andarci al minimo allarme vi salirono per rin.forzare il nostro posto". Per avere un quadro più preciso il generale della Rocca decise di osservare di persona i movimenti nemici: ''Il giorno dopo mi sono recato alt 'alba al posto del Vallone ho riconosciuto i nemici e io vidi che essi aumentavano sempre e che avevano preso il posto a mezza portata di facile da una delle nostre ridolle e vedendo che essi non riuscivano ancora ad attaccare perchè tulle le loro truppe non erano ancora arrivate. lo diedi con il Signor Generale Canis7 0 la disposizione necessaria per la difesa dei sopradetti posti e discesi a San Colombano per aver a miglior portata d ·essere in.formati di ciò che accadeva tanto dalle parti di Oulx che da quella di Pragelato e dal Moncenisio e di Susa e cercare di fare quello che potevo con i battaglioni che mi restavano a San Colombano che erano tanto deboli a causa della quantità di posti e di distaccamenti che era stato obbligato a.fare. Come già evidenziato nelle istruzioni dei mesi precedenti i posti da sorvegliare erano troppi , e costavano una eccessiva dispersione di forze. TI della Rocca lo sapeva bene e se ne lamentava, evidenziando uno dei principali problemi che avrebbero caratterizzato per tutto il re s to del seco lo le opere campali di Exilles; gli ingegneri avevano ricoperto la montagna con un sofist icato sis tema di ridotte, che però i general i avevano difficoltà a presidiare a causa della cronica mancanza di uomini, caratteristica costante delle armate sabaude. Il conte della Rocca razionalizzò per quanto possibile le sue posizioni ponendo il quartier generale a San Colombano, conscio che l'attacco nemico si sa rebbe presto concretizzato contro Serre la Garde o contro il Vallone ma "Due ore prima del giorno del I 6 vedendo che i nemici non si avvicinavano dal basso giudicai a proposito di rin.forzare ancora il posto del Generale Canis e gli inviai per questo motivo I 'altro battaglione del Monferrato che era comandato dal Conte Brancicarde e nel tempo che il detto battaglione stava salendo i nemici attaccarono il nostro posto del Vallone dall'alto e a sinistra con tutto il vigore possibile e essi riuscirono ad occupare una piccola ridotta avanzata e a sfondare anche sulla stessa sinistra, ma per.fortuna il battaglione del Monferrato che saliva arrivò da quella parte, e li caricò vigorosamente prendendoli sul fianco e questo.fatto li obbligò ad abbandonare il posto che avevano occupato e a ritirarsi in disordine rovesciandosi uno e ne hanno fatto un gran massacro". Il posto del Vallone dimostrò così tutta la sua forza e la sua importanza , ma il s istema di trinceramenti poteva r es istere solo se ben presidiato "Vedendo che mi restavano solo più due piccoli battaglioni a San Colombano per sostenere una gran quantità di ridotte e trinceramenti ordinai al reggimento Pastoris che si trovava a L ·a,pon e al battaglione di Hacpret che era al Truc di raggiungermi in tutta fretta ma qualche tempo dopo vidi un grosso corpo di truppe nemiche che discendevano dal colle di Argueil e da quello delle Vallette e scendevano su Chiomonte e questo mi diede una grande inquietudine per Susa e la Brunetta e mi obbligò a far cambiar strada al Reggimento Pastoris [ ] ". Le forze del generale della Rocca non erano sufficienti a presidiare tutti i punti sensibili della valle: "/ nemi ci scendendo dal colle delle Vallette e di Orgeuil fecero dei segnali con della polvere ai quali risposero quelli che erano al di sopra del Vallone e questo mi.fece pensare che essi dovessero attaccarmi tutti quanti il giorno dopo al mattino allo stesso tempo e io non avevo piiì a San Colombano che un battaglione del Prin cipe Ludovico che era molto debole. Temendo di essere tagliato fuori da Susa e senza aver più rice vuto notizie della colonna del generale Schoulembourg che stava marciando in suo soccorso, il della Rocca decise di ritirars i, "ma essendo arrivato a

5 ~ Della ri dotta non ident ifi cata non si farà pili menzione nella seconda metà del XVITI seco l o.

57 Ridotta non identificata, da non confondere con l'omonima ··serre Chafaut di Grange della Valle, posta o ltre la Dora e chiamata anche piccolo s erre Chalfau1··.

58 1 rifugiati dovevano probabilmente essere uomini di fede protestante. forse p rovenien ti dal l a Francia , che fungevano da cacciatori, esp loratori e truppe di montagna, come facevano i valdesi.

59 BRT. Manoscritti Militari 153.5, di cui s i conserva una copia del 1786 in AST. Colte, Materie M il ita ri Mater ie Militari per Categorie, Imprese Militari. mazzo 7, non inventariato.

60 Si tratta de l colle d'Etiache, 2806 m.

62 Spaventosa.

63 Si tratta dei monti Nib lè, 3365 rn e punta Ferrand, 3348 m. i cui nomi s i sono alternati ne l tempo a indicare le due cime, che tuttora sono riportate invertite dalla cartografia francese e da quella it aliana.

64 Ridotta non identificata di cui s i è pe rso il toponimo dalla seconda metà del XVlll seco lo.

65 BRT, Manoscritt i Militari 153 5, di cui si conserva una cop ia del 1786 in AST, Corte. Materie Militari, Materie Militari per Categorie , Imprese MilitC1ri, mazzo 7. non inventa ri ato.

66 Luogo non identificato.

67 Luogo non identificato. Nel testo originale il termine era "le sceC1L1 , corretto da una gralia successiva in "Uss eau ".

Giaglione vi trovai una lettera del Cavaliere Chamosset che mi.faceva sapere che il Generale Schaulembeurg era sulle alture di Lannebawg e che egli aveva appreso da un miliziano inviato dalla parte del Piccolo Moncenisio che le truppe nemiche che si trovavano là si ritiravano, questo mi.fece prendere la decisione di riguadagnare al più presto le alture di San Colombano e scrissi al Generale Schaulembeurg che doveva.favorire la mia impresa facendo avanzare un distaccamento delle sue truppe dal Piccolo Moncenisio per prendere i nemici per davanti e per didietro e marciai io stesso con tutti i granatieri e tutti i valdesi ma quando fui presso la Cappella Bianca scoprii che i nemici si erano tutti ritirati e feci riprendere le postazioni e obbligai i nemici che erano a Chiomonte a disfare il ponte che avevano già costruito e a ritirarsi". La versione francese rilevò la forza delle posizioni sa baud e : "Il Marchese di Broglio si trovò obbligato ad attaccare i nemici dal colle di Thouilles, prima che arrivasse il corpo comandato dal Marchese di A.\jeld: questi cinque battaglioni erano appostati cosi vantaggiosamente, che il signor de Broglio non potè .forzarli; egli tornò prontamente a congiungersi ad una parte del suo distaccamento, che egli aveva lasciato sul Piccolo Moncenisio per assicurarsi la ritirata, poiché apprese che i nemici che dovevano attaccarlo erano arrivati sul Grande Moncenisio; e siccome non era in grado di opporsi, tolse il campo e raggiunse l'armata che arrivò ad Oulx"71 • L'operazione de l settembre 1711 dimostrò come la tenuta delle alture di San Colombano potesse impedire o ritardare la caduta del forte di Exilles. In seguito alla briE!ante azione difensiva del 16 settembre, che rischi ava di fallire a causa della mancanza di effettivi, i pre sidi della valle furono aumentati. Nelle "Disposizione delle truppe in caso di attacco data il 27 settembre 1711 " 72 si destinarono: ;,Al Vallone uomini 500 distaccati dai quattro battaglioni uno di Deportes, uno di Vìttembetg, uno del Principe Ludovico, ed uno del Monferrato; comandati dal generale Deportes. Alla Cappella Bianca e ridotta che è presso il sentiero di .fon taine glacier13 che viene dal ruscello di e/area 150 uomini distaccati dagli altri sei battaglioni che restano a San Colombano. Nei trinceramenti del villaggio di Exilles 300 uomini comandati da un luogotenente colonnello Alle ridotte sulla destra di San Colombano dopo la ridotta n°6fìno alla 11° I due battaglioni, le Guardie e Hacpret. Da Exilles fino al ruscello di Clarea lungo la Dora, due Battaglioni, Savoia e Schoulembowg comandati dal Marchese d 'Aix. Dentro Serre la Garde e Bessè 300 uomini comandati da un maggiore. Il detto distaccamento porterà le sue tende, marmitte e asce e ciascun Reggimento condurrà dei vivandieri. Le istmzioni per l'anno seguente prevedevano un maggior numero di difensori, come suggerito dall'esperienza del 16 settembre 171 l. Per facilitare la trasmissione del segna le d'allarme in caso d'attacco nemico fu e laborato un complesso sistema di fanali, con i quali era possibile avvisare immediatamente i distaccamentj di truppe posti nelle varie posizioni: u 1712. Disposizione e marcia delle truppe verso il trinceramento di San Colomba 11074 Sui posti al primo segnale che sarà dato con due fanali che saranno accesi al Vallone 4 denti cappella bianca ed alle cascine della Mulletiere sulle alture del Truc. Si sono stabiliti dieci valdesi al piccolo Moncenisio, con ordine di osservare i nemici, ed appena vedranno qualche corpo di truppe che vengono da Souliers o Bramani cinque di questi valdesi verranno rapidamente ad avvertire le truppe che sono ai quattro denti ed i cinque altri allo stesso modo avvertiranno al Vallone i quali metteranno fuoco ai fanali preparati per il segnale. Appena il segnale sarà dato i distaccamenti che sono accampati alla Grande Challe marceranno con diligenza al Vallone. li distaccamento composto da duecento uomini che saranno al Bourne ", Amburnet, ;,marceranno incessantemente I 00 uomini ai quattro denti e cento uomini al distaccamento del Vallone. Il Reggimento di Hackbret manderà una sentinella in un posto convenieme nei pressi della Rama per poter vedere il fanale affinché in caso d'allarme marci senza alcun ritardo con i due battaglioni: al Vallone per ricevere gli ordini dal generale che ivi comanderà per provvedere a!! 'attacco dei nemici. Il Reggimento di Rehbinder manderà allo stesso modo una sentinella per osservare i detti segnali ed in caso d'allarme marcerà dritto a San Colombano per rinforzare il posto de la Routte. 1/ generale di battaglia Conte di Viancin avvertirà con ogni diligenza con un u.ffìciale a cavallo i quattro battaglioni che sono due imperiali a Giaglione e due Prussiani a Venause. Un battaglione degli imperiali marcerà dritto alfe due cascine chiamate la Mulattiere sulle alture del Truc. Uno di questi battaglioni marcerà alfa cappella bianca e due prussiani marceranno dritti al Vallone. il Reggimento Schoulembourg che è ai granai marcerà con un battaglione a Serre la Garde e Besse. L'altro battaglione prenderà la strada di San Colombano. Appena si darà il segnale il Signor Conte di Viancin avvertirà immediatamente con un ufficiale a cavallo il signor Generale Barone di Rehbinder". Le campagne n

1 1 BRT, Manosc ritti Militari 73. p. 13.

153.5,

7, non inventariato.

73 Si trattava probabilmente della ridotta du S ib ill e.

4 comprese tra il 1708 ed il 1711 videro lo sviluppo di un nuovo ed innovativo apparato difensivo che interessò principalmente la sinistra idro grafica della conca di Exilles. Le recenti esperienze nella guerra di montagna permisero ai comandi alleati di codificare una nuova dottrina d'impiego per i combattimenti in quota: bisognava operare con una forza di fa nteria, appoggiata ad opere campali, in grado di spostarsi cont inuam ente su posizioni più vantaggiose logorando l'avversario su capisaldi precostituiti. In quest'ottica le nuove opere di San Colombano rispondevano a pieno a tali necessità: erano sol id e, economiche e potevano essere gradualmente abbandonate se fortemente minacciate. La validità delle nuove opere era ritenuta talmente vantaggiosa da far addirìttura progettare la soppressione della vecchia fortezza di Exilles: ''Dopo la pace del 1713.fu proposto dal Maresciallo Rehebinder un sistema difensivo per la Valle di Dora, e di Chisone di assai minore spesa nelle.fortffìcaz ioni. e da sostenersi con.forze minori in campagna. In questo sistema si doveva.fra le altre cose demolire i/forte di Exilles. Coerentemente a questa proposta.fii minato il.forte, ma dopo che i.fornelli.furono pronti ad essere caricati, se ne sospese/ 'esecutiva fino al 1730; tempo, in cui è stata presa una risoluzione opposta "75 Con queste parole il Papacino d 'Antony ri cordava il primo progetto per la difesa della conca d 'Exilles, dove le economiche opere campali avrebbero dovuto sostituire il forte. Tale progetto non sarà eseguito e la piazza sopravviverà inalterata sino al l 726. li nuovo forte di Ex iU es e l'attacco francese del 1745

Nel 1726 l ' ingeg.nere Wullencourt propose un primo progetto di ammodernamento delle difese del forte di Exilles. Dopo 18 anni di trascuratezza la piazza tornava ad essere oggetto d'attenzione da parte della monarchia sabauda. Il nuovo cantiere iù caratterizzato da un febbrile susseguirs i di progetti e vide la sost ituzione, nel 1729, del Wullencourt con Ignazio Bertela. Dopo 19 anni di studi e lavori, nel 1745, il forte aveva notevolmente cambiato la sua fisionomia . Gli ingegneri sabaudi vollero migliorare il più possibile questa fo1tezza, cerca ndo di e liminarne i difetti emersi durante gli assedi del 1593 e del 1708: accessibi lit à del fronte ovest verso il paese, debolezza della cortina di Cels, r istrettezza degli spazi interni e posizione s tessa del forte, dominata dalle alture circostanti. li lavoro degli ingegneri sabaudi pose rimedio a tutti i difetti tranne che all'ultimo. Le stmtture del forte furono ampliate sino ad occupare l'intero rilievo roccioso, i lunghi fianchi nord e sud furono uniformati e il roccione su cui poggiavano fu scarpato per circa 25 metri d ' altezza, rendendolo inaccessibile Sul lato di Piemonte fu costruito un nuovo ingresso con un'opera a coma, su l lato di Francia si ergeva il nuovo poderoso rivellino di San Carlo, grande opera avanzata dotata di fossato e pezzi traditori in casa matta 76 Adesso il forte era praticamente inaccessibile a un attacco diretto e l'unico modo per investirlo era quello di montare batterie da breccia e mortai a bomba presso le alture di San Colombano e dietro il paese cli Ex ill es così da rovesciare i pezzi in barbetta ed incendiare il forte Le artiglierie della fortezza non erano in grado di colpire con il loro tiro i pezzi d'assedio nemici posizionati da 50 a 150 metri più in alto sui terrazzamenti di Serre la Garde , distanti c irc a 500 metri dal fotte . 1n questo modo Exilles poteva difendersi solo in caso di attacco ravvicinato, restando per lo più passivo ai colpi che sistematicamente lo avrebbero bersagliato dall'alto. Ta le realtà emerse nel progetto d'assedio francese presentato al generale Lautrec il 12 settembre 1745: "Non si tratta che di avere tempo e braccia per aprire le strade per.far passare i cannoni fino ai pianori che dominano il.forte da destra e sinistra. 11 piano prevedeva di montare le batterie sulla sinistra della Dora ai piani dell'lnfernel, s ull a destra della Dora sotto alla Cravasse e nei giarduù del borgo: "ci sarebbe da augurarsi di avere suffìcienti braccia per lavorare co111emporaneamente alla strada sulla destra e sulla sinistra, per poter battere la piazza contempora11eamente sui due jìanchi e sul }i-onte con delle bombe e una batteria a palle arroventate, in tal modo il.forte sarebbe an11ie11tato in poco tempo: i_fòssati e i passaggi sono pieni di legno, di blindaggi, di.fascine, tutte le feritoie sono a semi rivestimento e continuate i11 gabbioni molto secchi e.facili da bruciare" C iò nonostante si consigliava prudenza: ''Tuffo ciò che è detto in questa relazione presenta un forte non fàcile da conquistare, i preparativi richiedono ternpo '" 71

TI controllo dcUe a lture era da sempre la prerogaliva senza la quale era di fatto impossibile procedere all'assedio. Nel progetto del Lautrec non vi è alcuna menzione alla doppia lu1ea di trinceramenti di Serre la Garde e del Galambra. La ca1tografia storica del terzo quarto del XVlll secolo raffigura presso Serre 1a Gardc solo pochi deboli resti di fortificazioni. Le ridotte di Malavia , Saffau, queUe di coUegamento con il posto del Vallone e quelle

15 BRT, Mano scritti Milita ri 150, p. 28 5.

76 B ARR.E RA / SC'IIC'jor ti di Exilles, 2002 cit p 99-ll5

17 BRT. Mano scritti Mili ta ri 130. pp 116- 11 8 li prog e no d'assedio del forte di Exilles del 1745. li piano iniziale , mai attuato , prevedeva d i porta re l 'artiglier ia alla sin istra e alla destra della Dora, procedendo poi con una regolare trincea d'approccio. La posizione de l forte non rese necessa rio un avanzamento di questo tipo cd i piani d'attacco furono presto semp li ficati (Per gentil e concessione di Francesco BaITera). di quest'u ltimo sino ai Quattro Denti risultano invece operative. Probabilmente il sistema di Serre la Garde, così come fu concepito nel 1708, fu abbandonato dura n te il lungo periodo di pace per essere poi definitivamente radiato quando si dec.ise di rinnovare le difese del forte. Le cause del suo abbandono furono probabilmente due: la prima riguardava la sua posizione, troppo esposta agli attacchi dal l 'alto, la seconda fu dettata dall'esigenza di razionalizzare le difese della stretta di Ex illes al fine di limitare il più possibile il numero dei so ldati necessari per la difesa. Le funzioni di Serre la Garde e della linea del Bessè furnno ereditate dalle opere del Vallone. Con lo scoppio della guerra per la successione al trono d'Austria, la conca di Exilles fu coinvolta in diversi interventi di rafforzamento. J lavori presso il forte andavano di pari passo con quelli di ripristino delle opere campali ritenute necessarie, come indicato in un ordine del L743: "Si.farà laForare a riparare al meglio che si potrà i trinceramenti di cui sussistono le vestigia dai soLdaN che 11011 montano la guardia "18 La nuova fortezza di Bertola ed i suoi trinceramenti stavano per subire la prova del fuoco.

Durante la campagna de l 1745, il generale francese Maillebois escogitò una diversione sulle Alpi, al fine di assottigliare ultcrionnente le forze sa baude che gli s i opponevano lungo le frontiere del Piemonte orienta le. La spedizio ne fu affidata al conte Lautrech, che ricevette il via libera il 28 agosto. L'obbiettivo prefissato fu la conquista del f011e di Exil les, ritenuto assai più debole di Fcncstrelle 79 • Le forze di lautrech ammontavano a diciassette battaglioni tra francesi e spagno l i, a cui si doveva aggiungere il pa r co d'artiglieria. La difesa sa bauda era composta da soli due battaglioni regolari, uno di reclute e delle fonnazioni della milizia, per un totale di circa 1500 uomini comandati dal conte B e rtone , governatore della piazza di Susa. n Lau trec h pianificò dettagliatamente l 'avanzata SUJ I territorio nemico, senza lasciare nulla al caso. Ordinò alle sue forze in Savoia, comandate dal conte de Sada, di avanzare il 5 settembre pe r il col le del Clapicr e quello della Rho. occupando ri spett ivamente la cresta della cappella Bianca e le alture di San Colomba no. Contemporaneamente le truppe schierate a Briançon marciarono verso il colle di Bousson per procedere poi verso i colli di Sestriere, Costa Piana e dcli' Assietta, raggiunti e occupati da picchetti fortificatisi tra il 4 ed il 6 settembre. Occupat e le creste della valle il generale francese fece poi procedere il grosso delle sue forze, sicuro così di non correre il rischio di essere attaccato lungo la marc ia80 In verità le truppe spagnole impiegarono più tempo de l prev isto a giungere dalla Savoia; durante questa pausa obbligata il comandante francese potè far eseguire un 'accurata ricognizione del forte,

80

Il.forte e le difese alpine di E-rii/es difeso da 400 soldati e 20 cannonieri 81 • li resoconto descrisse un'opera impossibile da prendere con approcci regolari e con l'apertura della breccia, questo grazie agli interventi di Ignazio Be11ola. Era però possibile occupare la riva destra della va ll e a 200 tese dal forte e la sinistra a 150 tese , in posizioni elevate dove le artiglierie dei difensori non potevano colpire le batterie d'assedio. li pia.no prevedeva, dopo aver posto i pezzi, di rovesciare le difese della piazza e incendiare i legnami che conteneva, ottenendo una rapida capitolazione. TI 9 settembre le creste da Sestriere a ll 'Assietta e quelle dalla cappella Bianca ai Quattro Denti furono definitivamente occupate. L'accerchiamento fu completato il giorno 11 con due battaglioni posti a Chiomonte, che garantirono i collegamenti tra la cappella Bianca e I' Assietta, tagliando le comunica zioni con Susa82 Le scarse forze sabaude presenti in valle erano appena sufficienti a garantire la guarnigione dei forti. Quei pochi uomini che presidiavano i posti avanzati presso Cesana e Bardonecchia furono immediata.mente richiamati da.I Bertone, così come avvenne per il qua110 battaglione di Kalberma.tten, spostato da Chiomonte a Giaglione. La mossa vanificò ogni possibile vantaggio offe110 dal terreno , consentendo ai francesi di avanzare senza com battere e permettendo loro di occupare le vitali posizioni del!' Assietta, del Vallone e dei Quattro Denti. Si perdettero così preziosi giorni di resistenza, importantissimi durante le campagne condotte nella breve estate alpina, e non fu possibile seg uire l 'esem pio de l 1711. Con la perdita delle alture di Exilles si faceva anche più difficile l'ipotesi di portare un valido soccorso al forte, visto che per farlo sarebbe stato necessario scacciare i francesi dai solidi trinceramenti sabaudi. Intanto il Lautrech , grazie al lavoro di 500 contadini, fece aprire le strade per l 'artiglieria. Il 14 settembre il parco potè partire da Briançon, e dopo dieci giorni di marcia , il 24 settembre, 25 cannoni ed 8 mortai aprirono il fuoco contro il forte83 A Torino, intanto , il ministro della guerra Bogino, allarmato dalla situazione, dubitò delle capacità del conte Bertone e decise di affiancargli il cavaliere de Rossi , anziano generale che aveva comandato il presidio de l castello di Serravallc, caduto il 4 agosto 1745. Il 14 a Susa s i tenne il consiglio di gucn-a, che portò all'elaborazione di un piano per soccon-ere Exilles. La manovra prevedeva di attaccare simultaneamente il co ll e del Sestriere, la cresta de ll 'Assietta e quella della cappella Bianca. La manovra era eccessivamente complessa e aveva due difetti fondamentali: "Primo di richiedere simultaneità di sforzi da distaccamenti lontani. slegati ed alla dipenden=a di due capi poco armonizzati tra loro. Secondo, di dover attuarsi da chi sin nel.formularlo, poca fiducia mostrava nel risultato "84 Per l'operazione furono impiegati 4.273 uomini, con quattro cannoni da una libbra e sei spingarde a miccia. La mattin a del 23 settembre le forze sabaude mossero contro i loro obbiettivi. La colonna diretta contro la cappella Bianca fallì l'attacco, la colonna di de Rossi non valutò possibile un attacco contro il Sestriere mentre quella di Bertone cacciò i francesi dall 'Assietta e da Costapiana per poi esserne respinta a sua volta da cinque battaglioni guidati dal Lautrech in persona85 La manovra fu un fallimento totale sul piano tattico, ma riuscì ad impensierire il comando francese. li generale Lautrech temette sin dal primo giorno di perdere le artiglierie e dopo la dimostrazione del 23 settembre decise di rinunciare all'impresa. Nella notte tra il 25 e il 26 settem bre, dopo soli due giorni di bombardamento, le artig l ierie d 'asse dio furono avviate ve rso il Monginevro. Il forte di Exilles era salvo, ma ciò fu dovuto principalmente alla stagione avanzata e ai timori di Lautrech piuttosto che alla capacità delle forze sabaude. La ritirata francese avvenne in maniera ordinata, con colonne di fiancheggiamento sui lati della montagna a protezione dei convogli che percorrevano la via principale. TI 30 settembre il parco era a Cesana, con la retroguardia francese accampata a San Sicario. la strategia di Maillebois era ora rivolta al mantenimento della retroguardia in alta valle di Susa, in modo da poter tenere ancora impegnati g li uomini di dc Ro ss i e i suoi valdesi fino alla caduta delle nevi, levando allo stesso tempo delle contribuzioni che avrebbero in parte coperto i costi dell 'impres a. Nei primi giorni d'ottobre le forze sabaude in val Chisone, forti di 2803 uomini , erano accampate a Jausseaux. Vista l'inoperosità piemontese Lautrcch decise di attaccarne il campo, in modo da poter trarre contribuzioni da Pragelato. La notte del 10 ottobre, sette colonne francesi, favorite dalla luna, marciarono contro Jausseaux; all'alba del giorno 11 il campo sabaudo fu travolto dagli attaccanti. La rotta sarda fu completa e le perdite e levatissime: 416 tra morti , feriti e prigionieri , il generale dc Rossi, quattro cannoni, cinquanta muli, due bandiere e h1tto il bagaglio , in altre parole un sesto della forza combattente86 La campagna del 1745 non comportò la perdita di Exilles ma ne evidenziò tutte le debolezze . Le truppe , comandate spesso da ufficiali incapaci , non riuscirono a kl Id., p p. I 0- 11

' 2 l d p 12

"' Id., p 13.

"' L'ana l isi è formu lata da Eugen io de Rossi ne l suo stud io su ll a diversione di F.xi ll es 11e Rossi. La diversione di Exilles , 1897, ci t. , p. 18.

"' Id., pp. 20-21.

"" Id p 33 conseguire alcun risultato diretto, mentre i francesi, pur contraddistinti da un'eccessiva cautela, riuscirono a portare in salvo le loro artiglierie in meno tempo del previsto e senza inconvenienti. In seguito a questa campagna i progetti d'assedio contro Exilles furono connotati da toni più possibilisti: "E' stato riconosciuto nel 1745 che non sarebbe possibile impadronirsi de/forte di Exilles se non portando il cannone sul piano de/l'Jnfernet che è proprio difronte a circa 180 tese da/fronte principale de!Jòrte ". Il piano d'assedio veniva dunque semplificato , senza ritener più necessario condurre attacchi anche dal lato della Cravasse: "Per impadronirsi del forte, servono dieci o dodici pezzi d ·assedio, sul pianoro dell 'fn./èrnet, che si divideranno in due batterie: una per battere la cortina e i due bastioni del fronte di cui stiamo parlando, l'altra per rovinare la mezza luna casamattata. Servono anche quattro mortai, che si sistemeranno nei giardini dietro il villaggio, e presso l'estremità inferiore dello spalto. Ci vuole molto lavoro per portare l'artiglieria d ·assedio al piano del/ 'Jnfernet. Essa può arrivare senza difficoltà al villaggio di Deveys dove si porrà il parco d'artiglieria. Da li per evitare i dirupi e la profondità del ruscello del Galambra,jàr salire il cannone.fin presso al mulino di San Colombano, per mezzo dell 'a1gano o di pulegge, traversare in seguito la cresta della montagna con dei traini, e scendere.fino alle batterie per una strada dritta, trattenendo i pezzi con delle corde attaccate a dei pali piantati per terra. Una volta che l'artiglieria sia messa in batteria si può essere sicuri di prendere il forte in 4 o 5 giorni, senza aprire la trincea. Bisogna osservare che se si fosse forzati dal nemico a levare l'assedio si correrebbe il rischio di perdere l'artiglieria, essendo obbligati di riportarla a braccia, dalle batterie Jìno al traverso che và al mulino di San Colombano. Si può evitare questo inconveniente tenendo in forze i posti situati sulle alture alla sinistra di Exilles; che sono Ramats, la Cappella Bianca, i Quattro Denti, il colle di Touille e le alture che dominano San Colombano. 87 Le alture del Vallone e di San Colombano si confennavano così la chiave delle difese di Exilles, anche se nel giro di pochi anni il baricentro difensivo si sarebbe spostato sul versante opposto della valle.

Le esperienze de l 1745 e la "scoperta" dell' Assietta

Una memoria autografa di Papacino d 'Antony, databile alla fine del XVTil secolo, riportava una serie di massime, elaborate nella seconda metà del seco lo , contenenti numerosi riferimenti legati all'esperienza della guerra di s uccessio ne d'Austria, a partire dall'anno 1744. La m emo ria trattava inizialmente della situazione dell 'esercito, che durante la guerra raggiunse i 40.000 uomini, oltre a 4000 cavalli e 1200 artiglieri a cui si sommavano le milizie e le compagnie franche. li paese non era in grado di fornirne altri e tale numero fu comunque insufficiente a cop rir e le campagne difensive del 1744 e 1745. Il problema principale derivava dall'eccessiva dispersione di forze causata dalla necessità di dover assicurare il presidio delle fo1tezze , che sottraeva all'esercito un numero troppo elevato di effettivi. Questi dati portarono ali' elaborazione di una prima massima: "Di destinare nelle Piazze di primo ordine, come sono la Cittadella di Alessandria, la Città di Cuneo e la Brunetta, solamente quel numero di combattenti, che basta a dijèndere la più estesa Ji-a le fonti attaccabili, e di regolare coerentemente a questa massima la quantità de cannoni, mortai, e munizioni da guerra". La prima massima impone va così un limite ai presidi, in modo da ottenere il miglior risultato con il minor dispendio di uomini. Nelle valli di Susa e Chisone tale prima massima perdeva però validità, perchè i forti di Susa, Exilles e Fenestrelle potevano essere investiti dalle armate francesi in una sola campagna, cosa che avrebbe richiesto guarnigioni troppo numero se. Da qui la seconda massima: "Disporre il più che sia/allevo/e in detti/orti quegli ostacoli inanimati, che di loro natura rendono la jòrtezza inaccessibile all'inimico o ne ritardano considerevolmente la resa, piuttosto che cercar di dilungare la difesa con un maggior numero di uomini e maggior opposizione di fuoco "88 Questo valeva particolarmente per il forte di Exilles, reso pressoc hé inacce ssib ile grazie agli ostacoli naturali. La campagna d el 1745 aveva inoltre dimostrato quanto fosse controproducente condurre azioni di disturbo in territorio alpino senza forze e comandi adeguati. Le espe rienze maturate sul campo non tarderanno ad essere impiegate nella progettazione di nuovi sistemi difensivi. Due anni più tardi, nel 1747 , lo spettro dell'invasione si manifestò nuovamente contro Exilles e le piazze limitrofe. Durante la campagna di quell'anno, le truppe austrosarde erano impegnate all'assedio di Genova, circostanza che spinse il comando francese a elaborare una nuova diversione su Il e Alpi, "sul finire di Giugno dimostrando l'armata Gal/ispana di voler instradarsi nel Piemonte per le montagne, che superiormente a/li Forti di Fenestrelle ed Exilles si trovano, S. M. giudicò necessario che con trinceramenti e Ridotti sifortijìcassero diversi posti[ ] dalla parte di Exilles trovandosi le al!ezze di quei colli non tanto disastrosi e ripide anzi potendo il nemico all'occasione co11 qualche lavoro agevolarsi il cam- mino si giudicò che quivi si dovesse eseguire la maggior quantità delle opere su accennate Superiormente poi alla Terra di Oulx, e né confini di Chiomonte alla sinistra d 'Exilles trovasi diversi colli: che tra di loro.fòrmano quasi come una catena denominati il Fontana, I 'Assietta, il Serrano, Gran lago, Valletta, gran Valletta I 'Orgoglio, Crevasse, Corbieres, Vallone dè morti. e le Rovine che necessariamente doveansi difendere per impedire il passaggio al nemico. E qui appunto come pure sovra diverse altezz e alla dritta d'Exilles sono statijòrmati li trinceramenti, ridotti, tenaglie, opere a stella, e frecce colle loro necessarie comunicazioni da un sito a!! 'altro con teppe, terre, pietre, fàscine, travi e legnami come pure diversi baracconi di ritiro della truppa e corpi di guardia e li palizzamenti, barriere, .fòssi, banchette piatteforme, archiere, e tutto ciò che per difendere un posto resta bisognevole ed ogni cosafù prontamente eseguita ' '89 I movimenti nemici non erano sfuggiti alla corte di Torino, che aveva deciso di inviare nelle valli Susa e Chisone tutte le forze disponibili. Stando alla seconda mass ima di Papacino d'Antony non sarebbe stato possibile garantire la difesa di tutte le piazze di queste valli, e per questo motivo fu presa la decisione di occupare il piano dell 'Assietta. Tale posizione dominava il fronte sinistro de l fotte d'Exitles, e controllava la via di cresta che conduceva a Fenestrelle e a Susa tramite il colle delle Finestre; in sostanza era in grado di impedire l'attacco a tutte e tre le piazze: "fu questione di cercare nelle valli di Exilles e Fenestrelle una posizione che potesse supplire al piccolo corpo di fanteria che noi potevamo fornire per la loro difesa, che era soltanto di I Obattaglioni delle nostre truppe [ ] e di 11 imperiali [ ] S. M. conosceva perfettamente l'importanza del posto di San Colombano, del Vallone e delle alture che li dominano sulla destra di Exilles, e non ignorava di conseguenza quanto era essenziale conservarli al fine di impedire ai nemici di fare l'assedio di questa piazza, ma non avendo truppe a sufficienza per permettersi di dividere le.fòrze era difficile ed anche pericoloso insistere a sostenere questi posti poiché si poteva.fè1rlo solo scoprendo la Valle di Pragelato e la comunicazione di Fenestrelle. fl Re considerava inoltre, che se il nemico si fosse impadronito, senza trovare opposizione, della catena di montagne che separava le valli di Exilles e Fenestrelle avrebbe potuto scendere su Chiomonte da dove, passando la Dora, avrebbe aggirato da Giaglione il corpo che era a San Co lomban o. Questo gli sarebbe stato .fàcile con delle forze così superiori, tanto più che poteva esserfàvorito di questo progetto da un corpo di truppe spagnole che si trovava in Maurienne , il quale poteva facilmente penetrare nella Valle di Susa attraverso il grande ed il piccolo Moncenisio. Queste riflessioni avevano determinato S. M. a perdere di vista i posti del Vallone e di San Colombano, per piaz zare tutta la fanteria sulla catena di montagne che divide le valli di Oulx e di Pragelato ed occupare tutta la parte di questa catena che si trova tra il Colle de!/'Assietta e quello di Fatieres per essere a cavallo delle due valli, e proteggerle così entrambe. Questa posizione in e.fjètti era soggetta a meno pericoli ed offriva dei vantaggi maggiori de!! 'altra: noi avremmo coperto nello stesso tempo Exilles e Fenestrelle, senza temere di essere aggirati. Tposti di cui parliamo erano forti di Loro natura e se malgrado questo noi.fòssimo stati malauguratamente forzati, avremmo potuto ripiegare mettendo le truppe dentro ifòrti di Fenestrelle e della Brunetta, e avremmo potuto raggiungere se lo avessimo giudicato utile il celebre Campo di Catinat. In verità i nemici avrebbero potuto fare l 'assedio ad Exilles dalle alture di San Colombano, ma non avrebbero potuto tagliarci la comunicazione con questa piazza, cosi che non se ne sarebbero impadroniti.facilmente. in conformità di questo piano, il Conte di Bricherasio era stato incaricato, alla fìne del mese di giugno, di visitare accuratamente la catena di montagne ed i posti di cui abbiamo parlato e di scegliere con l'ingegner Vedani. i luoghi che si potevano trincerare al fine di renderli pitì forti e di supplire così per quanto possibile alla sproporzione di numero" [ ... ] "Furono impiegati in grande quantità dei paesani, a lavorarvi dai primi giorni di luglio insieme ai soldati del battaglione delle Guardie, e quello del Casale, che erano accampati al piano dell 'Assietta per ogni circostanza '">0 L'unico modo per aggirare tale baluardo naturale era, secondo Bourcet, quello di collocare un fotte presidio al colle di Costapiana, mentre il grosso delle truppe si sarebbe diretto, sfilando a mezza costa lungo la s inistra della va l Chisone, a minacciare il colle delle Finestre Questo movimento avrebbe potuto far temere alle forze schierate ali' Assietta di esser tagliate fuori da Fenestrelle, cosa che avrebbe garantito il loro sganciamento9 1 , così come avvenuto durante l'aggiramento delle barricate in va ll e Stura di Demo nte nel 1744. TI comandante francese della spedizione del 1747, cavaliere di Belle-Isle, non st imò necessario attuare questa complessa manovra, preferendo presentarsi direttamente di fronte ai posti saba udi. La maggior parte dei trinceramenti piemontesi erano stati elevati solo da alcune sett imane , dietro disegno del cap itano ingegner Vedani, e coprivano un 'estesa porzione di territorio, dalla testa dell'Assietta, 2567 rn, sino al colle delle Vallette, 2551 metri. L'esteso sistema di fortificazioni era chiuso da un perimetro esterno continuo di muri a secco e palizzate, lasciando aperti solo i settori difesi naturalmente dalla natura del terreno. In punti strategici erano poi poste delle ridotte irregolari di medie dimensioni che rafforzavano il perimetro e avrebbero consentito, in caso di sfondamento, di poter ripiegare via via su posizioni più sicure ed elevate. Una delle migliori descrizioni coeve di queste difese si trova nella didascalia di una delle ca11e topografiche9 2 eseguite, entro i 1 1748, al fine di ritrarre le nuove fortificazioni dell 'Assietta: "Carta topografica delle montagne dalla Sieta alla Valletta, e lateralmente verso la valle di Pragelato, lejàlde d'esso sino al Chisone, e verso la Dora fino alla detta Dora, in cui vedesi la pianta de' trinceramenti in seguito ad ordine indicativo de/l'JJl.mo Sig. Commendatore Berto/a per la visita de' posti, dal Cavaliere Vedani trazzati nella Campagna del 1747 val a dire alla Butta, alle Rovine del Rio Boccone, alla Sietafino al Serano. e le Corbiere, ed alle Cravasse, eccettuata una Ridotta ivi trovata; e quanto sia al Orgoglio, Gran Lago, Vallone de Morti, e Valletta dal detto Cavaliere Vedani fatti costruire a seconda de' trazzamenti in questi ultimi posti ritrovati, con aggiunta di diverse opere, il tutto come segue. la Butta oltre alle fortificazioni esteriori ha cinque tagliate interiormente marcate al num. l mediante le quali si può disputare al nemico, dopo preso il primo.ft·onte, pezzo per pezzo della lunghezza d'essa Butta. Al n ° 2 marca una Ridotta/atta costrurre sulle altezze ove il nemico piazzò la batteria in tempo d 'attacco, sito il solo a portata e che domina la della Butta, la comunicazione alla quale e per le altezze inaccessibili sulla sinistra, e sostenuta per la dritta dalle linee marcate 11° 3 che dominano il basso e le , 1enute, e dalle rido/le n° 4 fiancheggianti la detta Butta Il piano della Si eta è circondato da trinceramenti tra di loro ben fiancheggiati, e di più ali 'interiore d 'ess i si sono costrutte quattro Ridotte a portata l'una da li 'altra marcate n ° 5 che devono servire allorché il nemico avendo rotto in qualche posto il trinceramento venisse per alloggiarsi in detto piano. Le ridotte e trin ceramenti marcati al n°6 c he dal piano della Sieta vanno a legarsi al Rio Saccone chiudono tutto l'accessibile tra detto piano e rio e fiancheggiano nello stesso tempo li trinceramenti della delta Sieta. Li trinceramenti tanto a dritta che a sinistra, li quali dal detto piano della Sieta vanno a legarsi al Serano, oltre al di loro fiancheggiamento e buona rasante hanno interiormente le ridotte a portata l 'una dall'altra marcate al 11°7 che servono alfìne che si è detto di quella della Sieta, e sono situate ne posti più eminenti. la ridotta del Serano è doppia al 11°8 affine che, se mai il nemico guadagnasse il primo jì·onte 11 ° 9 , sia obbligato a subire il secondo del detto n°8. A/li Valloni ed Altezze Gran Lago, de Morti e Valletta dalla parte di Prage/ato si sono aggiunte le opere marcate 11° 1 O ed oltre quest e si sono fàtte ammassare sulle altezze delle falde laterali a delli valloni grossi mucchi di pietre, perchè in caso di attacco nè medesimi valloni, dovendo il nemico defìlare per passaggi scoscesi, ne quali non è possibile il formarsi, o il posarsi, col svalancamento di dette pietre si può flagellare il nemico avanti c he si presenti ai trinceramenti che chiudono alla cima i detti valloni, e scompagnarlo anche allorché jòsse obbligato a ritirarsi. Ritornando alle Rovine del rio Baccone, dopo li trinceramenti sopra descritti. detto Rio é inaccessibile fìno alle Corbiere e Crevasse, posti fortificati a più ranghi come appare al n° 11 afjìne perchè volendo il nemico intraprendere contro li trinceramenti delle montagne suddette dalla parte di Dora, o dovrebbe passare.frammezzo a detto posto delle Corbiere ed i/forte d'Exilles per conseguenza in mezzo a due fuochi o montare le altezze di San Colombano e poscia discendere a Chiomonte, da dove prima dovrebbe intraprendere sulle Fort(fìcazioni de/l'Orgoglio, in parte trazzamenti vecchi al n° 12 in parte aggiuntati al 11 ° 13 e dalle Crevasse, e poscia su quelle alte:=ze delle montagne suddelte, cosa difficile; tutti li trinceramenti suddetti sono stati valutati nelle loro grossezze e solidità a proporzione del bisogno, e della maggiore e minore esposizione a resistere al Cannone di Campagna. Al n° 14 si vede la disposizione jàtto dai Gal/ispani seguito li 19 luglio 1747 in presenza de trinceramenti della Butta e della Sieta, da dove furono distaccate tre colonne. cioè quella del centro contro li due angoli fìancheggiati della Butta al 11° 15 quella della dritta dopo la marcia per il punteggiato di rosso contro la Ridotta e Trinceramenti del Serrano al n° 16 e quella della sinistra contro li trinceramenti della Sieta al 11° 17 li quali furono obbligati ritirarsi dopo il combatto riassunto più volte nello spazio d 'ore cinque e pilì con perdita considerabile di molte truppe ed ufficialità di rimarca. Così accommodate le dette montagne secondo quanto appare dal ragionamento soprascritto pare che tenendosi in istato i trinceramenti sopra descritti colle riparazioni necessarie, dopo la fondila e poscia ben custoditi e difesi. sarà difficile al nemico impadronirsene: in conseguenza col possesso de medesimi si terrà sempre aperta la comunicazione da Fenestrelle coljòrte d'Exilles oggetto di li.forte e le dijèse alpine di Exilles tenere.fuori d'in::.ulto le valli di Dora e Chisone, che è quanto serve d'instruttiva alta presente carta. Torino li 4 del 1748" 93

91 BRT. Manoscri tti Mil i ta ri 154. li documento cartografico preso in esame può esse re considerato come la mi g liore fonte iconografica relat iva alla dorsale Susa-Chisone degl i ann i relativi alla guerra di successione d'Aust ri a. La pecu lia ri tà di questa fonte consta nell'indicare chiaramente, oltre ai movimenti frances i legat i alla battaglia del 19 luglio 1747, quelle che erano le fortificazioni antecedenti agli i ntervent i del Vedani, perm etten do, almeno in patte, di far luce su ll e diverse fasi costruttive di questo comp lesso difen sivo.

Le ricogni z ioni francesi sottovalutaro no la forza di tali opere e le artiglierie da campagna, le uniche in grado di demolire i trinceramenti, restarono bloccate a causa delle asperità del teneno; gli unici pezzi che raggiunsero il campo di battaglia furono dei piccoli cannoni da montagna, incapaci di recare offesa a fortificazioni di tale entità . ln queste condizioni, le forze del Belle Islc, che contavano complessivamente circa 20.000 uomini, reiterarono sa nguinosi assalti contro le fortissime posi zioni sabaude, difese da circa 7.400 uomini tra regg im e nti piemontesi , svizze ri e imperiali La giornata costò la morte di circa 1.300 fanti francesi contro 77 sabaudi 94 • Lo s t esso cavaliere di Belle [s ie cadde sul campo. Il comandante del campo dell'Assi etta, conte Cacherano di Bricherasio, s i trov ò a difendere una vera e propria fortezza, di cui il punto chiave era il Gran Se1in. l r egg imenti alleati erano coperti da va lidi camminamenti, avevano un 'ampia po ss ibilità di manovra e pote vano accorrere celermente dove il nemico colpiva con maggior v igore In va lle di Susa non era mai stata real izzata una fortificazio ne campale co s ì grande ed efficiente, ve r o capolavo ro degli ingegneri militari sa baudi . La battaglia dell 'Assietta fu l 'a poteo si d e lla vittoria difensi va; l 'am1ata a ustro-sarda non do vet te far altro che mantenere la po s izione senza muovers i. Secondo Bourcet i piemontes i, in seg uito alla vittoria, avrebbero potuto ins eg uire e annientare i re s ti dell 'a rmata francese, minacciando la stessa Briançon9 5; qu es ta po ss ibilità non sfuggì al conte di Bricheras io , che tutta v ia prese la prudente decisione di restare all'interno del campo96 Que sto passo è molto important e per la corretta co mpren s ione dell e diver se stra tegie che caratterizzavano i due comandi avversari La mentalità francese, s pesso spregiudicata, era figlia di una grande tradi z ione militare, maturata in seno alla più potente nazione del tempo. Quella sabauda era, in vece, orientata verso tatti che strettamente difen s i ve, non avendo spesso gli uomini n é tanto meno i mezzi p er poter condu1Te operazioni di ampio resp iro . Il l 9 luglio 174 7 il comando sabaudo non aveva alcun interesse a raccogliere ultcrio1i frutti da quella gloriosa giornata; i francesi però non potevano esserne ce11i. e dovettero co1Tere ai ripari per mettere al sicuro la piazza di Briançon contro eventuali colpi di mano alleati; nelle settimane successive alla battag l ia dell'Assietta si vide come la costruzione sulle Alpi di vasti sistemi tr incerati a protezione di fronti passati in difensiva non fosse prerogativa del solo esercito sardo. l francesi, temendo un 'imminente invasione alleata contro Briançon, eressero imponenti trinceramenti a protezione delle creste d'accesso alla piazza, come già avevano fatto in seguito al la campagna del 1708. In una lettera del conte de Mailly, scritta a Briançon il primo settembre 1747. furono descritti i trinceramenti appena terminati e il modo in cui andavano difesi 97 Tali opere erano divise in tre corpi principali, a protezione delle maggiori creste della conca di Briançon, per una lunghezza comp lessiva di diverse decine di chilometri; grazie alle loro ottime posizioni, le difese erano forti di natura e non richiedevano un numero elevato di uomini per garantirne il presidio. Innanzi alle nuove linee si trovavano numerosi posti e corpi di guardia aventi lo scopo di osservare i movimenti del nemico. Le opere campali a protezione di Briançon tispondevano a tutte le necessità della guerra difensiva: protezione degli accessi di cresta, interdizione delle vie di fondovalle, guarnigioni ridotte , corpi di guardia avanzati per osservare le mosse nemiche. Le fortificazioni a difesa di Exilles seguivano g l i stessi criteri, ma a differenza di quelle francesi non era sempre possibile assicurarne il presidio, problema che le grandi armate di Luigi XV non conoscevano.

Carta topogralìca del terrilorio di Exilles, datata 1748, con le fortificazioni costni ite o aggiornate da Vcdan i. A) forte d i Ex ill es. B) borgo di Exilles. I) trinceramenti della Cou rbiere e Cos ta Be lla 2) campo tr incerato della Cravasse. 3) campo trincerato de ll e Ruine. 4) campo tr in cerato dell'Assie tta. 5) trinceramenti del Gran Lago. 6) campo rrincerato dell'Argueil. 7) trinceramenti del colle de i Morti. 8) tri nceramenti del co ll e delle Va llc t1c. BRT, Disegni lH 97.

93 BRT, Manoscritti Militari 73. pp. 161 - 162.

' A L BERTI ADRlAI\O. la Ballaglia de/f 'Assiell(I. Francesco Casanova Editore. Torino 1902 p. 94.

95 D E BOURCE T, Principes de la G11erre de Mu11111g11es 1888, c it p. 190.

°" A lberti nel suo studio, dilènde il comportamento di 13richerasio asserendo che dopo la battaglia, le cond izioni di luce e la netta inferiorità numerica sconsig liassero d i in segu ire il nemico, a nche per evi tare che i soldati s i m uovessero disord inatamente spinti da ll a fame di bottino. L'annata francese possed eva ancora numeros i repart i pressoché intalli diffic il i da sopraffa re A l. BER TI , La Ba11aglia del/ 'Assielfa, 1902. cit., p p 98 -99.

Gli ultimi int e r ve nti al forte di Ex illes e la prov a de ll a gu e rr a d e lle A lpi

La difesa di questo settore alpino ebbe una svolta con la vittoria dell'Assielta. La fama della battaglia si diffuse in tutta Europa. Lo stesso imperatore d'Austria Giuseppe II , nel suo viaggio in Piemonte del t 769, vi si recò in visita la domenica de l J 8 giugno98 Nei mesi immediatamente successivi la battaglia, un furore fortificatorio coinvo lse lo spmiiacque Dora-Chisone. li campo trincerato principa le fu potenziato da nuove opere presso la Butta dei Granatieri in grado di aumentare il campo di tiro della posizione. Contemporaneamente fu fortificata l'altura dove i francesi posero i pezzi da montagna, così da prevenire un futuro attacco da questo lato. Sul versante destro della valle Susa furono poi terminati, in direzione di Exilles, i campi trincerati delle Ruine, della Courbiere, della Cravasse e dell'Argueil. Lungo la cresta spa rtiacque Dora-Chisone furono parimen t i ultimati i trinceramenti del Gran lago del colle dei Morti e di quello delle Vallette. Nello stesso periodo, i trinceramenti della parte sinistra della valle, facenti capo al Vallone, furono trascurati. li centro di gravità si era nettamente spostato sulla cresta opposta. Tra la fine della guen-a, 1748, e i tre decenni successivi furono prodotti numerosi e dettag liati documenti cartografici della zona, il più rilevante dei quali è una ca,ia topografica della valle di Susa divisa in nove parti 99 In questi pregevoli documenti è possibile apprezzare la notevole estensione che le opere campa li de l forte di Exilles finirono per ricoprire in questi anni. L'impo1tanza de ll e difese dell'Assictta e dei suoi camp i esterni traspare da numerose descriz ioni mi litar i stese nella seconda metà del XVIll secolo ad uso della corte di Torino.

Tra i document i più 1ilevanti troviamo le ··osservazioni su lla dijèsa delle valli di Stura. Mayra, Varai la, di San Martino, di Pragelato, & di Exilles " 100 • Nella premessa si trovano alcune note generali s u lle caratteristiche de lla guerra di montag na: "un generale incaricato della dijèsa delle nostre montagne potrà agevolmente far.fallire i progetti di un nemico temibile . Dato che in una guerra di alta montagna la sproporzione dellefor:::e non è decisiva, una volta che la debole si sia ben postata, e che la debolezza è sovente vantaggiosa contro il forte, unicamente perché essa ha meno da temere. L'ultima campagna del 1747 ce ne ha .fomilo u,, bel/ 'esempio con la gloriosa difesa fatta sul colle dell'Assietta il I 9 luglio da 14 battaglioni. I O di rmppe del Re, e 4 austriaci agli ordini del Luogotenente Generale Conte di Bricherasio e dei Generali Maggiori Conte Colloredo e Cavaliere Alciati: di cui 8 soli sono stati vivamente attaccati nei loro tr inceramenti in 4 d(fferenti riprese da 42 battaglioni ji-ancesi. Le nostre truppe hanno sostenuto con tale valore questa importante posi:::io11e che i nemici sono stati battuti in modo che, questa brillante giornata ha pressoché cambiato la natura della guerra per il resro della campagna· [ ] "la pe~fètta conoscenza delle nostre montagne èfo11damentale per assicurare la difesa degli stati di S. M. anche se i nostri nemici vi arrivassero non credo che potrebbero resrarci nostro malgrado. Uno degli autori dogmatici che abbia meglio scritto sulla scienza della guerra ci prescrive come massima che quella di montagna offì'e dei vantaggi determinati e molta gloria per chi li conosce bene poiché i luoghi chiusi sono sempre favorevoli al debole. bravo e determinato. Se ciò è vero non vi è dubbio che ogni militare che serva con zelo il nostro Augusto Sovrano non dovrebbe risparmiare alcuna cura per portare alla perfezione la conoscenza della/orza delle nostre montagne: poiché si frutta di tenere indietro un nemico non meno ambizioso che potente; poiché se mai lo si lasciasse sboccare nella piana ~arebbe assurdo burlarsi di lui a meno che soccorsi stranieri e reali si 1rovi110 a porlata dell'armata di sua maes1à. Io non dubito ajjàuo che si debba difendere con tutto il vigore possibile le nostre montagne ogni volta che siamo in guerra con la Francia: e con ragione perché esse eguagliano non solo il debole al.forte ma gli presen1a110 addirittura occasione di villoria". La guerra di montagna poteva offrire numerose occasioni di vittoria a un piccolo esercito che, in condizioni normali, non sarebbe stato in grado di opporsi alle armate francesi su un campo di battaglia convenzionale, senza essere sostenuto da forti aliquote di truppe alleate. Le osservazioni proseguono attraverso un 'attenta analisi dei vari settori della frontiera, fino a raggiungere la conca di Exilles e i trinceramenti detrAssietta, considerati come la svolta nella conduzione della guerra di montagna da parte del! 'esercito sardo: 'Dopo il successo che abbiamo avuto nella campagna del 1747 sarebbe ardito proporre idee nuove per la difesa delle valli di Exilles e Pragelato e non intendo farlo: ma soltanto produrre qualche piccola nota che ho scritto visitando le alture delle valli di San Martino, Pragelato ed Exilles. Mi sono risolto a scrivere questo articolo per due motivi il primo per scriver gli elogi del posto più famoso di tutte le nostre montagne; e anche de/le persone che hanno saputo indicar/o e del/ 'ingegnere che ha mod(fìcato con tanta arte un terreno che la natura gli ha offèrto per dargli l'occasione di farsi un onore infinito per la heltà e hontà dei trinceramenti che ha tracciato e pe,.fèzionato. È dunque sul colle del1'Assietta che ragionerò [ J,._ Dopo aver tessuto le lodi dell' Assiena vengono illustrate le ragioni che hanno motivato la scelta di questa posizione strategica: "TI posto del colle dell 'Assietta mi è parso unico per la sua siluazione poiché offì·e una protezione naluraie al forte di Exilles, una Libera comunicazione con la città di Susa e può molto influenzare Fenestrelle [ ] ". ··Questo rilievo domina la valle di Exilles e quella di Susa così come tutte le montagne che Ia circondano; in questo modo si vede distintamente il legame che hanno tra di loro. I trinceramenti che si son falli per il colle dell'Assietta sono 1110/10 estesi. poiché abbracciano un numero di rilevi che si uniscono a quel colle; per tanto non sono attaccabili che da due luoghi lontani uno ed irraggiungibili dalla portata del cannone di campagna". Si passa poi all'esame delle caratteristiche tecniche che rendevano il campo imprendibile: ;'l. Dal suoji·onte che è dalla parte della ridotta nuova, e da quella del Belleisle dove gli approcci non possono jàrsi che dalla cresta del rilievo di Costapiana che è ragionevolmente phì bassa di fronte ai trinceramenti Dato il modo con cui questo fronte èfortifìcato attualmente, è inespugnabile; eccetto che i nemici non portino dei grossi cannoni ma allora incontrerebbero delle dlfjìcoltà insormontabili. 2. Dalla parte della ridotta del Serrant, a cui si può arrivare solo salendo dal suo arresto che conduce diritto alfiw1te di questa magnijìca opera che è protetta dal jùoco dei trinceramenti che terminano sui suoi.fìanchi. È vero che da questa parte gli approcci sono meno dif.lìcili visto che la rampa che conduce ali 'attacco della ridotta è dolce, ma in cambio vi si arriva -~finiti dopo la grande portata delle carabine su un terreno liscio come un foglio di carta Di conseguenza prima che la truppa che assale si trovi in situazione di animare il suo attacco deve già essere ricacciata dal gran fi,oco di artiglieria e moschetteria che non può evitare. I,!fè1tti i trinceramenti che affiancano questa ridotta sono così ben costruiti che il giorno del/ ·azione del 19 luglio. ii Reggimento di Kalbermatten che difendeva quelli di destra. ha.fallo .fì,oco a sei gradi di a/tez;:a come i11 un anfiteatro e per due volte ha diviso in mezzo la colonna comandata dal Signor de Villemur". La descrizione prosegue con l'individuazione della vera chiave de l sistema: "Non c'è dubbio che il posto del Serrant è il piiì delicato di tutti quelli che formano la linea difensiva del colle del/ 'Assietta. Non si prenderanno mai abbastanza precauzioni per metterlo al riparo d'esserforzato; poiché u,1 tale avvenimenLo si porterebbe dietro le conseguenze più disastrose dal momento che si vedrebbe Ia piazza d 'Exilles assolutamente scoperta da quel lato, la comunicazione con Susa attraverso il cammino degli Argueil perduta, e lo stesso quella con Fenestrelle; così pure il cmpo di truppe destinate alla difesa dei trinceramenti del colle dell 'Assietta senza possibilità di ritirata; non potendo io credere che dei nemici vittoriosi vogliano accordarci il tempo di defilarci dal cammino di comunicazione denominato delle Rovine. che conduce su Exilles e che è la sola strada che si possa prender in questa triste circostanza".

Carta topograCìca relat iva alle alte valli di Susa e C h isone ù1 segu ito alla ballaglia dell'Assietta. Ollre alle forti(ìcazioni permanenti e a quelle campali sono indica ti i movimenti effettuati delle truppe francesi nella giornata de l 19 luglio 1747. La posizione de ll e nuove fortificaz ioni campali rendeva possib i le coprire e far comunicare tra loro le tre piazze di Exi ll es, Susa e Feaestre ll c, razionalizzando enonnemente le forze necessarie alla difesa delle vall i BMG , Assiette, Cliché Cd 297.

So no poi a na l izzate le a li del campo: "lo trovo che i trinceramenti deifìanchi della linea di difesa del colle del-

! 'Assietta siano inattaccabili. I. Perché il loro aspetto dalla parte di Exilles. che è il .fìanco destro. rende impossibile l'approccio. essendo la rampa pressoché inaccessibile. Prova ne è che. il giorno il Signor de Mailly alla testa di una colonna li ha attaccati per di là e vi ha perduto una quantità di uomini infinita senza ombra di speranza di riuscirvi. lo non credo in tutta la vita di aver visto un attacco piiì.fò/le e mal immaginala.

2. Quanto a! fì-anco sinistro, che è dalla parte del vallone per il quale si sale al trinceramento venendo da Balboutet o da Pourrieres, le rampe presentano un accesso penoso e difficile; i trinceramenti da quel lato r[fiutano il loro centro agli aitaccanti. Di conseguenza i nemici sono obbligati ad avvicinarsi i,~fìlandosi in un rientrante dove si troverebbero coperti di fuoco da tutte le parti. Un simile attacco sembrerebbe altre/lanto stravagante di li.forte e le difese alpine di Exilles quello jàtto al jìanco destro". Il giudizio finale è assolutamente positivo: "In fine percotTendo le montagne non ho incontrato un posto più degno d'esser vis ro del colle del/ 'Assietta. Le persone che hanno saputo suggerirlo o che lo hanno scoperto hanno reso un servizio speciale a sua maestà. E lo stesso l'ufficiale ingegnere c.:he ha assecondato questa mirabile posizione con dei trinceramenti fatti con tutfo il genio e l'abilità possibili non avendo trascurato i minimi vantaggi che la natura gli offriva··. Le riilessioni sul!' Assietta ponevano le basi di un discorso sulla difesa della frontiera, dove si proponeva di presidiare le sei valli di confine con la Francia mediante l'impiego di 36.000 uomini, di cui 10.800 destinati alle valli Susa e Chiso ne: "Io piazzo 2200 uomini di truppa regolare con 600 milizie sulle alture di San Colombano, e Quattro Denti; ma vorrei che i trinceramenti fossero assolutamente sulla cresta: poiché quelli che io ho visto che sono stati costruiti nel corso campagna mi sono sembrati dominati, e quindi difettosi, a meno che il mio occhio non mi abbia ingannato. lo piazzo 3000 uomini n el trinceramento del colle de/1 'Assietta con 600 milizie". Dopo aver descritto l 'entità delle forze necessarie l'autore delle osservazion i si acc in ge ad analizzare i vantaggi e g li svantaggi di questa disposizione: "lo mi aspetto che qualcuno mi dirà che il mio progetto è insosrenibile perché piazzando un corpo di 10.800 uomini non metto affatto al sicuro il forte di Exilles che è uno degli obbiettivi principali: poiché il colle del1'Assietta protegge bene in qualche modo questa piazza ma non la mette al riparo d'esser assediata e presa: supponendo che i nemici vengano ad attaccare le alture di San Colombano e dei Quattro Denti e che /orzino facilmente i trinceramenti, poiché essi non sono affatto sostenuti da un corpo sufficiente di truppe di seguito si vedrà se colui che è piazzato ai trinceramenti del colle dell 'Assietta può impedire l'assedio e la caduta della suddetta piazza. Questa obbiezione pare fondata: ma è facile da respingere con delle buone ragioni. Non c'è dubbio che i nemici possono portare i loro attacchi più vigorosi dalla parte delle alture dei Quattro Denti e di San Colombano. Comunque siccome essi non possono volare. si deve naturalmente essere informati dei loro movimenti: di conseguenza se gettano la più parte delle loro }orze dal lato delle valli di San Martino, di Pragelato e di Exilles noi scegliamo di rinforzare i nostri posti con la differenza che noi abbiamo un grande vantaggio su di loro nei nostri spostamenti per restar loro davanti. Poiché le nostre montagne formano !a figura di un arco, che è girato dalla parte della Francia. Ordunque, i nemici sono obbligati a/are il giro per portarsi da destra a sinistra delle nostre montagne: mentre la nostra catena di difesa delle sei valli rappresenta;/ cordone che si percorre da un lato all'alto in molto meno tempo di quello che serve ai nemici per eseguire i loro disegni. Questa favorevole circostanza ci fornisce dei mezzi sicuri perfarfàllire tutte le loro imprese sulle nostre alture e prova che la mia idea non è interamente sprovvista di solidità. Può darsi, mi si obb ietterà che quando i nemici avranno jìssato il loro punto di vista su Exilles, non si trovera11110 nella necessità di portarsi dalla destra alla sinistra delle nostre montagne per raggiungere il loro scopo: poiché a loro basta avere un co,po di.fèmteria nella valle di Saint Jean de Maurienne, il quale piomberà per due differenti strade sulle alture dei Quattro Denti e di San Colombano; ed al medesimo tempo la loro armata si presenterà sul fronte di fu Ife le nostre valli e che in tal caso noi non avremo più la possibilità di rinforzare i posti minacciati. lo rispondo che è abbastanza sicuro che i nemici possano piazzare un c01po diftmteria nella valle di Saint Jean de Maurienne con l'idea di servirsene per tentare di prenderci i trinceramenti dei Quattro Denti e di San Colombano; ma mi si concederà che questa disposizione da parte del nemico è un movimento deciso che non potrebbe esser jèlfto a nostra insaputa né con la speranza di scacciarci. Di conseguenza senza portare disturbo alla nostra catena di difesa delle valli Stura A1aira e Varaita vi si può prendere un co,po di 3000 uomini difanteria per rinforzare le alture dei Quattro Denti e di San Colombano. Quando questi posti saranno sostenuti da 5200 uomini di truppa regolare io credo impossibile che i nemici possano obbligarci ad abbandonarli. Tuttavia noi vediamo che in guerra sopraggiungono incidenti inopinati, che l'ignoranza di un ufficiale incaricato di un posto, o il cattivo comportamento di una truppa determinano malgrado le precauzioni pii) giuste, e giudiziose della scienza militare prese dal comandante in capo Di conseguen=a potrebbe capitare il caso in cui i nemici abbiano lafòrtuna di rendersi padroni dei trinceramenti dei Quattro Denti e di San Colombano. e una tale perdita sarebbe senza dubb io di grande conseguenza", ma anche in tale circostanza L' Assietta è ritenuta la vera chiave per la difesa di Exilles, "se per tanto essa non c i priva interamente di tutte le risorse per proteggere iljorte di Exilles: poiché il colle dell'Assietta offi'e una libera comunicazion e con questa piazza per la Porta di Torino che ci sarebbe diffìcilmente preclusa. Ora siccome si è nella possibilità di rifornire la guarnigione ogni volta che lo desideri e di farci entrare le munizioni di guer ra e di bocca quanto si vuole, una simile piazza cade raramente. Tanto phì che se i nemici vogliono intraprenderne/ 'assedio. fìn che un corpo rispettabile delle nostre truppe occupa il colle del1'Assietta. sono obbligati ad impiegare almeno 30 battaglioni unicamente per/onnare una catena per coprire alla meglio la marcia dei loro convogli che saranno sempre esposti a delle continue imboscate", a differenza di li.forte e le d((ese alpine di Exilles quanto s i fece nel 1745 , "in/àlti s ic come il co lle del/ 'Assietta scende direllamenle nella va lle di Exilles e ci si porta con facilità in quella di Oulx e di Cesa na. come anche verso Brian con ". Le osservazioni si chiudono con un'apologia delle fortificazioni campali alpine: "È dunque eviden t e che s i possono ritardare le operazioni d'assedio dei nemici. Bisogna di co nseguenza mettere in atto tutto per venire a questo scopo: io penso che sia facile pro vare che ogni giorno che si.fàrà perdere agli assalitori davanti ad una piazza come quella di Exilles p osso no essere co ntat e come altrettante piccole vitto rie riportate su di essi dato che il tempo che ess i hanno a disposizione per agire ha un termine limitato ed irreparabile una volta che lo si è perso. [ ]Con un co,po di 26000 uom ini sul colle dell'Assieffa, non so lo s i devono inquietare i nemici nella loro trincea davanti ad Exi /1es; ma cosa più importante piombare ogni g iorno su i loro con vogli attaccando la loro catena di comunicazione tanto da una parte che e talora per luoghi d ivers i 11,11/i allo stesso tempo. in questo modo sono persuaso che oltre a ritardare le operazioni d'assedio s i assicurerebbe alla piazza di no11 poter mai esser presa. quantunque i nemici fossero padroni delle alture dei Quattro D enti e di San Colombano".

I tri ncera menti compresi tra Grange della Va ll e, San Colombano e la cima d el Vallone ne ll a secon d a me1à del XVlll secolo AST, C o rte, Carte Topografiche e Di segni, Carte 1'oµograjìche per A e 8, Susa 3.

Le osservazioni restituivano la vis ion e strategica degli alti comandi sabaudi in seguito alla campagna del 1747 , visione che s i conservò inalterata nei decenni successivi. Le riflessioni compilate nella seconda metà del XVIIl secolo non potevano che evidenziare come la tattica segui ta ali' Assietta fosse la chiave del successo; in questo però peccavano spesso di una leggera ingenuità, non riuscendo a comprendere che se la Francia avesse voluto aprire s ulle Alpi un fronte principale sarebbe stata in grado dì attaccare contemporaneamente i principali pa ss i alpini con armate di entità pari o s uperiori a quelle impiegate all ' AssiettaHn. Le osservazioni sulla difesa delle valli toccavano marginalmente il problema , asserendo che la conformazione geografica delle Alpi avrebbe consentito di spostare le truppe in direzione de l fronte maggiormente minacciato, senza però considerare che il fronte minacciato pote va essere rappresentato da li 'intera lin ea di frontiera, confine che nessun esercito sabaudo sarebbe mai stato in grado di difendere. Le campagne di guerra condotte dal duca di Vendome nel 1704 e quella del principe di Contì del 1744 avrebbero do vuto far considerare con più attenzione questa eventualità. li dis corso sulle posizioni campali andava di pari passo con quello legato alla fortificazione petmanente. Le artiglierie d'assedio potevano ora essere traspo11ate sotto Exilles in tempi minori rispetto a quanto previsto nel 1745, e il forte continuava ad essere esposto ai micidiali tiri proveni e nti da San Colombano. Per difendere la fo11ezza dalle artiglierie d 'ass edio, la cui potenza era notevo lment e aumentata ris petto ai pezzi della prima metà del se-

1 too v util del o li fb rte e l e d((ese alpine di Ex illes colo , L ' ingegnere sabaudo conte Lorenz o Bernardino Pinto di Bani ricevette , nel 1756 , l'incarico di provvedere all ' adeguamento delle difese di Exilles. Tra il 1756 cd il 1780 La piazza fu notevolmente migliorata , insistendo particolarn1ente nella creazione di più vasti ambienti interni e nella costruzione di volte, muri e casamatte più resistenti. La roccia fu sistematicamente sca lpellata fino a divenire totalmente inaccessibile, fossati e tenaglie divi s ero il fo11e in più settori, molte artiglierie furono sistemate in ca s amatta e le re stanti bocche da fuoco furono protette da muri e traverse. fl problema principale che aveva sempre accompagnato tale fo11iftcazione non trovò tuttavia rimedio; dalle alture di San Colombano rimaneva sempre possibile bombardare il forte in modo indisturbato. Pinto cercò di creare una piazza in grado di r esistere il più a lungo possibile al tiro avversario, tenendo sempre in considerazione che i pezzi della difesa non sarebbero stati in grado di sviluppare un valido ed efficace fuoco di controbatteria. Come scrisse il conte di Robilant: ' 'il nemic o[ ] an c h e se rius c iss e a battere in breccia alcune parti del ,Fonte opposto. non potrebbe a causa degli scarpa menti stabilirsi sulle brecce. La natura d e l paese presenta grandi d{/jìc oltà per iniziare le operazioni. le nevi delle montagne non n e c onsentono il transito che a luglio. e per poca opposiz ione che trovasse ro , sia all'Assietta, sia alle Vallette ed agli altri trinceramenti dei Quattro Denti, l'attacco alla piazza non ne s arebbe che ritardato. p e r cui non reste rebbero che due mesi circa per questo assedio. e anche se ne riducessero il fi'onte in rovina non rius c irebbero ad obbligare i/forte alla cap itolazione, se esso ha una guarnigione sufjìciente, determinata e munita a sufficienza di artiglieria e di munizioni da bocca" 102 • Si trattava , forse, di una sottostima di quanto la potenza di fuoco degli eserciti di fine Settecento fosse in grado di sviluppare durante un assedio, in cui l ' obbiettivo principale non era più quello di aprire vistose brecce praticabili, ma bensì quello di rovesciare le artiglierie della piazza al fine di renderla inoffensiva. Papacino d 'A ntony nella sua terza massima forniva, forse con maggior realismo , precise disposizioni per gli armamenti delle piazze di prima linea, al fine di limitare i vantaggi che i nemici avrebbero potuto trarvi in seguito alla loro conquista: "Nel doiare le Fortezze. le phì avanzate verso le frontiere, vi si destineranno artiglierie di que calibri. c h e sono passati in disuso. chiamati Calibri rotti, affinché venendo la piazza a cedere dopo d 'essersi ben difesa, il nemico più non fia in caso valersi di quelle artiglierie" Tra queste piazze figurava Exilles: "l 'architetto militare ha usato i ripieghi i più adatti per rendere il c orpo di piazza inaccessibile in caso di assedio avrebbe però patito molto le offese date ai suoi fianchi da moschetti e canno ni Gli spazi interni erano ridotti e non consentivano a l presidio di muoversi agilmente anche a causa del limitato vantaggio dato dai blindaggi. In seguito a un eventuale bombardamento poi, le rovine avrebbero finito per ostruire buona parte dei loca l i del forte. Le conclusioni non potevano che tener conto di queste di verse realtà: il fotte era inaccessibi le grazie ai lavori di scarpamenlo operati sul roccione, ma questo valido elemento difensivo veniva in parie vanificato dalla sua infelice posizione: "Da quanto sopra avviene, c he la difesa d 'Exilles non potrà corrispondere al vantaggio della sua ina ccess ibilità, ogni ora che questo forte verrà assalito con un jùoco continuo, e molteplice 103 In segui to ai lavori di Pinto la difesa de l forte fu affidata principalmente alla robustezza passiva delle strutture murarie e alla inacc ess ibilità della posizione naturale più che al fuoco delle sue artiglierie, che dovevano anzi essere vecc hie e di difficile reimpiego da parte del nemico. Il compito di ritardare il più possibi le un futuro investimento da parte dei francesi doveva essere assolto 111011 tanto dal tiro di controbatteria del forte ma dai trinceramenti del!' Assietta e del Vallone, a cui andava aggiunta la complicità della breve stagione estiva. li fo1te sostanzialmente non era in grado di difendersi che da attacchi ravvicinati, riducendosi a una sorta di grande caserma fortificata. Nel 1792, dopo quasi cento anni di interventi e sperimentazioni, la fo1iezza di Exi lles e il suo esteso sistema di opere campa li dovettero prepararsi ad affrontare una nuova guerra contro la Francia, la guerra delle Alpi. Il conflitto oppose la giovane repubblica francese a buona parte delle monarchie europee, compresa quella del regno di Sardegna. In previsione di futuri attacchi, nel J 793 furono condotti sistematici lavori di ripristino delle opere campali facenti capo all ' Assietta 1o.i Durante la campagna del l 794 s i scatenò la più imponente offensiva militare che il Piemonte avesse affrontato nella sua storia: dalla contea di Nizza fino al Piccolo San Bernardo le forze repubblicane impegnate contro il Piemonte, che grazie alla Levée en Masse della legge Camot raggiunsero i 70.000 uomini, attaccarono i 36.000 uomini che l 'a rmata austro -sarda era stata in grado di schierare. Uno degli obbiettivi della campagna cons i steva nell 'attaccare contemporaneamente l'intera linea di frontiera alpina al fine di impegnare il più possibile gli alleati , mentre il grosso dell'esercito si sarebbe mosso alla conquista della contea di Nizza per poi dilagare nel Pi emonte meri-

102 BRT Mano scritti Mil i tari 112 li forte e le d(fese alpine di Exilles nl dionale. Le operazioni sulle Alpi fmono affidate al generale Dumas, che con i suoi 30.000 uomini attaccò le forze sabaude de l duca di Monferrato, fort i di soli 12.000 uomini 105 Nel giro di poc he settimane i principali valichi d i front iera caddero nel le mani repubblicane: "Dopo l'occupazione del Moncenisio. i rappresentanti del popolo presso L'Armata delle Alpi avevano proposto di assediare Exilles e Pinerolo: ma questo progetto appmvato il 22 maggio dal comitato di salute pubblica, aveva ben presto ceduto il passo al piano di operazioni combinate deciso dai rappresentanti del popolo presso l'Armata d'Italia. Tu/favia in seguito ali 'invio di I Obattaglioni all'Armata del Reno, il generale Dumas, non credendosi più così forte da prendere l'o,ffensiva, considerava la presa di Ex;//es come il solo mezzo di poter conservare, durante ! 'invemo, l'alta valle della Dora Riparia e di assicurarsi così uno sbocco a/! 'inizio della campagna seguente.L'otto luglio, A/bitte e laporte manifèstavano questo modo di vedere, pensando senza dubbio di essere in grado di terminare rapidamente la spedizione ''. Term inata la stesw-a del pia n o operativo i repubb l icani passarono all'az ione: ''Settecento Sapeurs sono riuniti ad Oulx per l'esecuzione dei lavori, di cui prende la direzione il capo brigata del genio Lapeyrouse. E 'dato ordine a Grenoble di dirigere il parco d'assedio su Santa Caterina di Briançon e di costruire delle scale per l'assalto. Benché la brigata Vallette avesse occupato I 'Assietta, il corpo piemontese della Valle di Susa era rima.S'lo sulle alture dell 'Arcangel, a sud di Bard, difronte allo sbocco del Gran Moncenisio, disponendo una catena di posti per assicurare la comunicazione tra la Brunetta e Fenestrelle dal colle delle Finestre" Le st esse ragioni che videro sorgere le fortificaz ion i de l! ' Assietta ne ll a campagna del l 747, ne decretarono l'abbandono nel 1794. La situazione strategica era profo n dame n te ca m b iata, i francesi si erano impadroniti del Moncenisio, posizione dalla quale minacciavano la B ru netta di Susa. Per mantenere il collegamento tra Exilles, Susa e Fenestrelle era pe r tanto necessa r io arre t rare la d ifesa sulle a lture che dominavano la Brunetta ver so il Toasso Bianco, la cos iddetta linea dell 'Arca ngel. Questa nuova catena fortificata garantiva d i controllare le strade provenienti dal Mo ncen is io senza pe rdere i contatt i con Exi lles, tramite G iag li one e la l inea del Gran Vallo ne, e con Fenestre l le, tra m ite il colle delle F inestre. In questo scenario J' Assietta si t rovava isolata, priva di q ua ls iasi va lore strategico e per ta l i ragioni fu abbandonata. "Restava anche il collegamento, attraverso le due rive della Dora Riparia, con il Forte di Exilles: lo difendevano, a sinistra un distaccamento piazzato all'alpe d'Argueil, a destra 250 uomini sulle alture del Vallone. Per intraprendere in sicurezza i lavori d'assedio, era indispensabile impadronirsi di queste alture. Tre colonne le attaccarono il 16 luglio. Due di queste, forti ciascuna di 300 uomini, conve,gono sul monte Clopaca; l'una viene dal Piccolo Moncenisio, passa dal colle Clapier e supera il ghiacciaio del! 'Agnello; l'altra parte da Salbertrand e si dirige sulla testa del torrente Galambra. Queste due colonne riunite non hanno difjìcoltà a cacciare dal monte Clopacà i 60 uomini che lo occupano. Questo punto è collegato alla cima del Vallone da una sorta di strettoia. che era sbarrata da una vecchia muraglia con fèritoie, ma dominata dalle pendici del monte Clopaca. D ·altra parte. la terza colonna aveva preso San Colombano, sulla riva sinistra del Galambra e, combattendo con le guardie esterne del forte di Exilles, si allungava sul versante della montagna, nella direzione della Ramats. Gli ufficiali piemontesi, temendo di vedere tagliata la loro ritirata, presero Ia decisione di ritirarsi a Giaglione dalla parte dei Quattro Denti e Cappella Bianca. Il generale Vallet occupa questi due posti. Tuttavia Chiomonte resta in mano al nemico, per cui l 'investimento non è completo". 1 posti del Vallone, nuovamente privi del necessario numero di difen sori, non riusc irono, ancora una volta, a resistere; in seguito ali' occupazione di questi luoghi e dei trinceramenti dell 'Assietta, poteva incominciare l'assedio: "Ciò nonostante 5 batterie sono ben presto costruite a 900 o I 000 metri dal forte di Exilles;··. L'armata repubblicana , accampata nei prati di Fenils, predispose una batteria di quattro cannoni e una di mortai presso la vecchia chiesa di San Colombano, una batteria di mortai sui resti della ridotta di Serre la Garde, e una batteria di dieci cannoni disposta lungo le pendici del Bessè 106 ; per collegare il campo con le batterie, i sapcurs francesi aprirono una strada che collegava Fenils a Deveis e San Co lombano 1°7

103 BRT, Manoscriui Militari 150, pp. 277-288.

I pezz i nemici aprirono il fuoco il 28 luglio 108 , senza subire apparentemente alcun tipo di contrasto da parte delle batterie sabaude 109 TI grosso dell'artiglieria però non era ancora arrivato: ''era più dij}ìcile portarci i cannoni da 16 e da 24 fermi davanti al tourniquet, tra Claviere e Cesana. Dei tentativi fatti con dei carri da munizione vuoti non riuscirono, e ci si risolse di trasformare le rampe in un solo canalone rettilineo, quando, il 31 luglio, è dato ordine di sospendere i lavori, e poi riportare il parco d'assedio a Mont Dauphin, dove deve egualmente portarsi da Gap l'equipaggio da campagna. I rappresentanti del popolo presso l'Armata delle Alpi avevano in effetti deciso di assecondare gli sforzi del! 'Armata d'Italia, cooperando a li 'esecuzione del progeuo d'operazione deciso a Nizza". 110 Il 31 luglio, dopo so li tre giorni di fuoco , i cannoni repubblicani furono smontati e ripresero la via del Monginevro. Il forte d 'Exilles era salvo, ma la facilità con la quale il nemico era riuscito ad arrivare sotto le sue mura fu sconcertante. La campagna terminò senza che lungo questo settore de) fronte si verificassero ulteriori avanzamenti nemici. Durante l'assedio della piazza valsusina, i francesi approfittarono dell'occas ione per demolire buona parte delle ridotte del Vallone e forse anche alcuni se ttori del campo de l!' Assietta. In questo modo il sistema di opere campali posto a difesa del forte usciva particolarmente lesionato. Per risolvere la questione il comando sabaudo predispose una serie di interventi, come testimoniano le memorie di lgnazio Thaon di Revel: "Exil les. Questa piazza arresterebbe essa stessa le avanzate del nemico. Ma bisogna anche prevenire jìn che è possibile il suo investimento chiudendo gli sbocchi intermedi tra Exilles e la Brunetta. La posizione più importante a questojìne è quella del Gran Vallone; se noi ne siamo padroni il nemico non può assediare Exilles, quanto meno senza un lavoro ed una pena straordinarie. La pendenza delle montagne sulla riva destra della Dora, è tale che il nemico non può portarci dei cannoni, di conseguenza per fare l'assedio di Exilles, occupando noi il Vallone, bisognerebbe far salire l'artiglieria all 'Assietta e.farla discendere dalla parte di Chiomonte, operazione tanto lunga che difficile e azzardata, poiché nel caso in cui il.forte di Exilles non venisse preso, l 'artiglieria dei nemici correrebbe un grande rischio d'esser presa essa stessa. I.fran cesi essendosi impadroniti di questa posizione nella campagna precedente, [ 1794), ne hanno distrutto le fortijìcazioni. In verità giudicando dalle vestigia non è stato un gran male. Questi trinceramenti si estendevano dal C/opacafino ai Quattro Denti per una lunghezza di 2000 trabucchi. C'erano alcune tenaglie e dei redans ma niente di chiuso ed al riparo degli attacchi; allora le sole strade dalla parte del nord erano difese, quelle dalla parte della Salle e della Ramats, che sono i punti d'attacco più essenziali nel caso in cui il nemico voglia seriamente fare L'assedio di Exilles, erano senza difesa. Io proporrei di fare due ridotte: una verso Clopaca, dove c'era prima una doppia tenaglia, l'altra che domina/ 'arresto che scende ai Quattro Denti. Un.fossato profondo o piuttosto un grande taglio nella roccia metterà la prima ridotta fuori da Il 'offesa dalla parte di Clopaca e termina la difesa da farvi, poiché gli scarpamenti la rendono pressoché inattaccabile dalle altre parti. La ridotta principale sarà messa al riparo dagli attacchi con un fossato profondo a Levante e a ponente e dalle altre parti dalla natura del terreno e da/l'elevazione dei profili. Due pezzi da quattro e delle spingarde ne renderanno pericoloso l'attacco ed assicureranno una superiorità dijùoco sui nemici che potranno al massimo portarci dei cannoni da montagna. Un piccolo trinceramento sarà sufficiente per proteggere la guardia dei Quattro Denti, il solo lato abbordabile dalla parte di Thouille e di Ciauri. li posto del Gran Vallone dovrà sempre tener aperta la sua comunicazione con la Ramats e spingere dei posti d'osservazione verso la strada della Valle e l'origine della Galambra. 11 1 • Gli interventi furono condotti durante la campagna del 1795 dietro la probabile supervisione del! 'ingegner capitano Rana 112 • Sul fronte delle Alpi marittime intanto, la guerra stava volgendo a sfavore delle forze aush·o-sarde, e con la campagna dell'anno successivo fu definitivamente perduta. In seguito alla pace di Parigi , ratificata il 15 maggio 1796 , il forte di Exilles fu distrutto con le mine. Il vasto sistema di opere campali cretto durante i cento anni di dominio sabaudo al fine di salvaguarda re e ampliare la resistenza della piazza valsusina, fu definitivamente abbandonato; con questa data si chiudeva la lunga storia di queste fortificazioni. Durante il XIX secolo l'interesse nei loro confronti non fu del tutto abbandonato, anche se non portò a una vera rinascita del sistema così come era stato pensato nel XVIII secolo.

106 11 nemico occu pò tutti i siti che, duran te la campagna de l 1708, il coman do sabaudo aveva deciso di custodire con opere campal i.

10 7 Le infonnazioni su l le batterie e le v ie d'approccio costru ite dai francesi sono tratte da una carta esegui ta da lgna/. iOGavuzzi, cap itano del Corpo reale degli ingegneri, a Torino 1'8 settembre 1794. "A bozzo dimostrativo della posizione del Campo e ballerie dè Francesi contro il Forte d"Exilles nel! ·anno 1794 ", G11 IRFRT ALFREDO PATRIA LUCA. Vista da Lontano. La Com ha di Exilles Incisioni e disegni dal XVI al XIX secolo, Mell i, Borgone di Susa 1994, p. 53.

'°" PAI RIA, !I forte di Exilles. 1975, c it., p. 64.

109 A ta l ri guardo Léoncc Krebs ed Henri Moris affermarono ne l loro studio: "Contrariamente a/1 'asser:ione di Pine/li, Bejay de fa Coche 11011 dice che questi favori siano stati comrariati dal.fuoco del.forte: riferisce solamente che i Piemontesi. allendendosi di esser bombardati. hanno coperto le loro pialla.forme di /erra". KRFBS LÈONCE. MORtS HENRJ, Campagnes da11s /es afpes µenda111 la révolution, Librairie Plon E. Plon. Nourr it Et C'., Paris 1891. p 148. no ta I.

11°KR EBS. MORIS, Ca111pag11es da11s /es afpes pendant la révollllion. 189 J. cit.. pp. 145-148.

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