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7.2 Ripercussioni della sconfitta
7.2) Ripercussioni della sconfitta
La portata delle battute d'arresto del Regio Esercito potrebbe essere facilmente magnificata ex-post, denotandone la marcata diffor mità rispetto alle vittorie tedesche. È però indubbio che le battute d'arresto sulle alture dell'Epiro fecero trapelare per la prima volta le debolezze dell'asse nazifascista, instillando consequenzialmente una notevole dose di fiducia negli Alleati: essi compresero immediatamente che la battuta d'arresto italiana fosse «actually and potentially more calamitous than was at first suspected».25
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Al contempo, inoltre, diede adito a riserve in merito alla possibilità di entrare nel conflitto da parte della Spagna franchista, che pure nutriva velleità considerevoli.26 Francisco Franco era refrattario ad entrare nel conflitto vista la delicata situazione in cui versava l'economia nazionale, che continuava a risentire degli strascichi della della guerra civile,27 ma alla vigilia della Campagna di Grecia, si riteneva che l'«intervento spagnolo nel conflitto [dovesse] considerarsi come prossimo».28 Nel giugno precedente, infatti, la Spagna era passata da uno stato di neutralità ad uno stato di “non belligeranza”, iniziando a fornire assistenza militare ed appoggio economico ai regimi nazifascisti.
Mussolini, dopo che la Wehrmacht invase Jugoslavia e Grecia, fu costretto a sottostare ai diktat del cancelliere tedesco, che in realtà, all'indomani dell'istituzione del Protettorato di Boemia e Moravia, gli aveva dichiarato che «qualunque possa essere la vostra vita [...] Voi dovete vedere in me e dovete vedere in noi degli amici immutabili».29 In seguito alla disfatta greca si verificò invece una
25 W.P.I.S. n. 62, 11 dicembre 1940, pp. 9-10. 26 Ramón Serrano Súñer aveva richiesto ad Hitler «rettifiche di confine nei Pirenei, [...] la Ca talogna francese, […] Orano e tutto il Marocco fino al 20o parallelo»; Colloquio tra il Capo del Governo, Mussolini, ed il Cancelliere del Reich, Hitler, Firenze, 28 ottobre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume V, n. 807, p. 772. 27 «Questa lotta [...] ci coglie tanto indietro a causa della triste eredità che ricevemmo dall'ab bandono e dalla mancanza di preparazione nel passato, aggravati dalla situazione deficitaria di viveri, carburanti e altri elementi indispensabili alla vita e che, per la mancanza di divise e cre diti stranieri, non possiamo immagazzinare»; Il Capo dello Stato Spagnolo, Franco, al Capo del Governo, Mussolini, Madrid, 30 aprile 1940, D.D.I., IX Serie, Volume IV, n. 260, p. 212. 28 Il Ministro a Lisbona, Bova Scoppa, al Ministro degli Esteri, Ciano, Lisbona, 24 ottobre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume V, n. 782, p. 749. 29 Il Cancelliere del Reich, Hitler, al Capo del Governo, Mussolini, Roma, 25 marzo 1939, D.D.I., VIII Serie, Volume XI, n. 394, p. 483.
completa subordinazione30 dell'Italia nei confronti dell'alleato tedesco, e Mussolini fu, definitivamente, «crocefisso alla croce uncinata»,31 tanto che in seguito anche la Repubblica Sociale Italiana appartenne, come Norvegia, Croazia, Slovacchia, Romania ed Ungheria, agli stati-satellite della Germania: tutti i loro capi erano infatti nient'altro che delle marionette nelle mani di Hitler.32
Per quanto concerne invece la Grecia, il risentimento causato dall'invasione italiana non venne superato, tanto che la domanda di armistizio venne rivolta solamente all'Esercito tedesco,33 e, quando venne consolidata l'occupazione del suolo ellenico, gli italiani, a differenza dei tedeschi, venivano guardati con di sprezzo, poiché non avevano avuto la meglio sulle armate greche.34
In seguito all'Armistizio di Cassibile, le forze tedesche subentrarono alle truppe di occupazione italiane, ma, all'approssimarsi della discesa dell'Armata Rossa nell'ottobre 1944, si ritirarono, permettendo a Georgios Papandreou di instaurare un governo di unità nazionale.35 Il risentimento nei confronti dell'Italia non era però scemato, tanto che Georgios Exindaris, rappresentante gre co nel Comitato Consultivo per l'Italia e nella Commissione Alleata, riteneva che fosse «necessario attendere ancora prima di poter contare su una revisione totale dei sentimenti popolari del suo Paese verso l'Italia».36 La decisione di ristabilire le relazioni diplomatiche con l'Italia venne presa dalla Grecia solo una volta terminato il conflitto.37
30 GUERRI, Galeazzo Ciano, p. 714; MARIO TOSCANO, Avvertenza, in D.D.I., IX Serie, Volume V, p. X; PIETRO PASTORELLI, Avvertenza, in D.D.I., IX Serie, Volume VI, p. IX; COLLOTTI; KLINKHAMMER, Il fascismo e l'Italia in guerra, p. 56. 31 MONDINI, Prologo del conflitto italo-greco, p. 138. 32 WOLFGANG SCHIEDER, Fascismo e nazionalsocialismo nei primi anni trenta, Italia Contemporanea, 196 (1994), p. 517. 33 Il Capo del Governo, Mussolini, al Ministro degli Esteri, Ciano, Roma, 21 aprile 1941, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 954, p. 892. 34 LUCIOLLI, Mussolini e l'Europa, p. 252; questa tesi è sostenuta anche dallo storico greco Antonis Liakos, si veda La percezione oggi della ricorrenza del 28 ottobre, Atti del convegno, Atene, 19 gennaio 2006, p. 20. 35 Papandreu torna ad Atene ed il comunismo dilaga, La Stampa, 19 ottobre 1944, p. 1. 36 Il Segretario del Gabinetto, Pierantoni, al Segretario Generale agli Esteri, Prunas, Roma, 2 novembre 1944, D.D.I., X Serie, Volume I, n. 509, p. 587. 37 Il Segretario Generale agli Esteri, Prunas, al Ministro degli Esteri, De Gasperi, Roma, 16 agosto 1945, D.D.I., X Serie, Volume II, n. 422, p. 569.