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A BATTAGLIA FlNITA

Lo sciopero generale è finito. Un comizio movimentato e tem. pestoso durato oltre quattro ore, h a deciso la r ipresa del lav oro contro il proposito di una fortissima minoranza che chiedeva la prosecuzione del movimento. Milano. la « nostra » Milano, nostra perché noi pure amiamo questa città piena di vita, non foss'altro perché reca nel suo prodig ioso grembo le avanguardie proletarie più numerose e combattive, Milano respira. L'incubo è dileguato. La ,i burrasca» - grossa o piccola - è passata. Tutto ritornerà gradaumentc no rmale. E n o n solo Milano che è stata teatro dell'avvenimento grandioso, ma tutta l'Italia borghese e ufficiale apprenderà con soddisfazione che gli operai ritornano al duro calvario dei cantieri e delle officine. Ed ecco la domanda che sgorga spontanea dai cuori e dalle labbra : lo sciopero è finito con una sconfitta o con una vittoria_? Ci tiserviamo a mente più riposata e a nervi meno tesi di fare la storia critica. d i queste giornate per trarne t utta la esperienza che e{ deve servire pel foturo 1 ma questo non c'impedisce però di dichiarare fin d'ora e con sicura coscienza che gli operai hanno vinto. Certo, noi volevamo qualche cosa di più. Perché noi, colle nostre passioni, coi nostri sogni, coi nostri odi e colla nostra fede, siamo andati già oltre, ma la folla non ancora può tendere sino allo spasimo l'arco della sua volontà per scoccare l'infallibile dardo che deve colpire nel c uore il vecchio mondo borghese. Non si può l'impossibile, è vero, ma tutta La storia è l'impossibile, l' assurdo, l'imprevisto divenuto la realtà forgiata dal cervello e dal muscolo dell'uomo, c he è, come Protagora filosofo greco ammoniva, la misura cli tutte le cose. Certo, il programma~ catastro6co » che noi avevamo tracciato, non si è completamente attuato. È rimasto parola, non sempre è diventato atto. Ma noi sentivamo il bisogno di dire al proletariato che co'sa è per i socialisti rivoluzionari lo sciopero genera.le in quella che si potrebbe dire la sua sigoi6cazionc e portata «massimalista». Noi riconosciamo dunque che lo. sciopero non è stato cosi generale come avrebbe potuto esserlo in :altre condizioni. Ma. appunto per le condizioni specialissime cli ambiente in cui lo sciopero generale si è svolto, esso si è conchiuso con una vittoria. la cui importanza n o n può essere diminuita da sofismi inutili o da tediose recriminazioni. Vittoria materiale? Non oseremmo vantarcene troppo. Qualche cosa si è ottenuto. Il prefetto h:1. d:1.to alcune assicurazioni che - comprimendo, per un momento, il nostro scetticismo in materia di promesse governamentali - vogliamo credere tassative; alcune decine di arr~tati all'impazzata sono stati riJasciaci nel po- . meriggio di ieri, e, molto pro babilmente, anche gli altri già deferiti all'autorità giudiziaria troveranno giudici meno inumani. Tutto ciò potrebbe costituire l'attivo « materiale » dello sciopeco. Era questo, in fondo, il semplice obiettivo del comitato «unico » d'agitazione dai qu:l.le non ci dolemmo di restare estranei, perché, come socialisti, non volevamo vincolata la nostra libertà d'azione. Ebbene , noi rinu nciamo a questo attivo. Se qualche gelido computista dei movi menti sociali ci venisse a dimostrare che il risultato materiale dello sciop ero è stato nullo, egli non riuscirebbe a turbare la nostra sodclisfazione, ad a vvclenare la nostra gioia. Dieci o venti scarcerati, quindici o t renta g iorni cli anticipo nei processi d'appello, che importa tutto ciò? Il significato d ello sciopero generale sta altrove. P e r noi lo sciopero generale di protesta aveva già in sé il suo valo.re e il suo o b iettivo. La riuscita stessa dello sciopei;-o generale è la più grande vitroria dello sciopcco generale. Vittoria mo rale, ideale, indiscutibile e grande anche se non fosse stata suffragata da concessioni pcefettizie. Per sentire la veriti profonda di quanto veniamo affermando, chiediamoci : Chi avrebbe mai sospettato che dopo nove anni di critica e di denigrazione riformis ta fosse ricomparso all'orizzonte il « fantasma fosco>) dello sciopero generale? Non è vittorioso uno sciopero che «impone >) un arresto cosl « sensibile » in tutta la. vita cittadina? Cè stata o non c'è stata una sosta ? una pausa ? una parencesl ? Non è una vittoria l 'aver stretto - sia pure temporaneamente - in un fascio unitario tutte le forze del proletariato milanese? Chi lo avrebbe immaginato dieci giorni fa quando più feroci imperversavano le polemiche ? E non è una grande vittoria morale l'aver dato - da Milano - una violenta scossa a questa Italia accidiosa e intorpidita ch e pur ieri n on seppe trovare uno scatto di protesta alla noti.zia del massacro d'Ettangi? Ci voleva questo sciopero per dimostrare ai governanti che il proletariato esiste ancora, malgrado la guerra che Lo ha decimato in Libia e ubbriacato in.... Italia I Ora la prova è compiuta. Si poteva prolungarla ? Forse, ma allora poteva perdere della sua. effiacia. Dopo la decisione d el Comitato Unico d'agitazione responsabile della direttiva del movimento, lo sciopero era virtualmente finito. E allora piuttosto che vederlo ago.niuare sotto l'ironia verde dei borghesi, meglio smto troricarlo N ato con un atto di volontà proletaria, con un atto della stessa volontà doveva perire. Il proletariato che ha espresso dalle sue viscere questa mirabile creatura, ha su di le.i - incontrastatoil diritto di vita e di morte. D el resto le ipotesi erano due, nd caso cli una ulteriore durata del movimento : o prolungando lo sciopero lo si « parzializzava » sempre più, o facendolo ad o ltranza d oveva sboccare in un moto apertamente insurrezionale. La massa posta davanti a questo tragico dilemma ha ~ccettato - sia pure a mallncuore - di tornare al lavoro,

L o sciopero è linito, ma la. battaglia continua. Continua cioè la n ostra opera demo litrice e ricostruttrice La borghesia non si rallegri troppo : questi sono i preludi, la grande sinfonia verrà.

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Dall'A11,znti!, N . 167, 18 giugno 1913, XVII•.

• Il Corri", d ellA S"a di Milano, N. 169, 18 giugno 1913, anno )8":

« DOPO Lo SCJOPEll.o - (+).Ma" la bcwghnia non ,1; rallegri J<roppo: q•-sli sono i preb,di, 14 g,11ndt Jinfonia "'"à", Cosl jl prof Mussolini, (+) I),

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