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IL PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA•

L 'importanza delle imminenti elez:ioni politiche è data principalmente dal fatto che esse hanno luogo c ol suffragio universale. Elargito, non conquistato direttamente dalle masse p o polari con insurrezioni come in Ing hilterra o con scioperi generali come nel Bdgio e in Austria. F o r se conquistato, indirettamente dal proletariato che ha dato figli e denaro per la guerra libica L a politica, specie la politica giolittiana, e mine ntemente pragmatistica, è un sist ema di equilibri e di c ompen sazioni : g uerra da una parte, suffragio universale dall'altra. Comunque, nessu no potrebbe co n testare l'imp ortanza di tale riforma. b. la realizzazione dell'eguaglianza politica, per cui milioni d i uomini privati da secoli di un loro diritto, vengono a conquistarlo. I paria; s i tramutano in cittadini, Il passo è grande. Necessario. Lo hanno sentito e lo sentono gli operai di tutto il mondo insofferenti del giogo economico, ma anche delJe differe02e nei diritti politici fra classe e classe. Ma se non vogliamo cadere nella demag?gia conviene aggiungere che il suffragio universale non è la panacea di. tu t ti i mali. come viene da taluno prospettato alle masse I Anche lo Stato borg hese vi trova i suoi v antaggi. Giolitti, concedendo il suffragio universale , non ha voluto cavarsi il capricci o, come dice ironicamente la Ntut Zeil, di compiere un esperimento rivoluiionario ; ma ha inteso d.fallargare la base dello Stato , per renderne meno instabile l'equilibrio.

D'altra par!e, era necessario rivivificare il parlamentarismo italiano gi:\: cosl decrepito dopo pochi decenni d'esistenza. La crisi del parlamentarismo Don trae origine dal fatto che il Parlamento corrompe i deputati, ccc. ccc. È un luogo comune. Il Parlamento è la genuina esprcss.ione del Paese. Un paese dal mal costume politico vi darà la Camera del Palazzo di Giustizia. Bruni.alti è degno dei zooo cittadini che gli hanno riconfermato la fiducia e i 2000 cittadini sono degni del deputato deplorato. Un corpo elettorale onesto vi darà una Ca mera politicamente onesta. Se si vuol 6ccare lo viso a ·fondo altrove si troverà la cauS2 della crisi del parlamentarismo, e precisamente nelle nuove funzioni dello Stato invadente il campo dell'economia nazionale (monopoli) per cui il vecchio parlamento, dei tribuni e dei politici è destinato col tempo a trasformarsi nel parlamento dci pratici e dei tecnici.

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* Riassunto del discorso elettorale pronunciato a Porli, al teatro Comunale, la sera del- 18 ottobre 1913.

A proposito del resoconto di questo discorso, Mussolini avvertirà: « li r,sott»JJtJ del mitJ diJtMJo pubb1i.,a10 i,ri, i la-rdellitJo di ta.nti 1varioni, ,h11 Mn4 rn1ifif'4 I 1utt1HllrÙl. Euo i più , grazi.osi, ; ,. ordini : "r11gùmalismo" Ùtrll(I di "niaionalism o"; "d1ri11J" per " dh,ersa "; " aJJJ o,i:ullzion•" ùw,r, di "anJicipaion11": ",ontallo" ÌnSJ6Ce di "tontrollo": "snnpr," in1111(• di "umplit1 "; " Gtme,a" inve,~ di " ComMn ~" , tr(I.JtUro i minori. E giaçchl pttrlo, Mff,:j 110/111 tant(J, in twim4 pHson.a, tomo 4 dir, (h, ; ,ompl111a1111n1' inuJi!, di invii.armi Il t1n1r1 (onf,r1nz, 11lmo,ali. In IJNISIO mumenlo il mio flOSlo è q11i aJ giort1ttl1 d (111, i co,npllgni mi hanno m,uo .appMnto prr(hl io p11rli - (Om, so , po1so/1H 111t1i B non flluio n1ss1ma U(t1zion, a fll1I lll r,go/.a. Nnnmmo pr, il ,olJ,gio di Porn. b m 1t. (Dall'Avim#.', No 2?0, 291, 19, 20 ottobre 191 3, XVtn.

Nari.. inginniamoci però. Le nuove .funzioni dello Stato non ne alterano la natura e l'essen2a. Esso rimane sempre, come nella defi· ni2ionc marxiana, il « comitato d"a.fft.ri (precisamente di affari) della classe borghese». Lo Stato economico-monopolistico eserciterà un'alua tir~, forse peggiore di quella tradizionalmente politica. Le nuove funzioni dello Stato non giustificano affatto - come si è detto da qualcuno in fregola di essere chiama.to - la partecipazione al pot ere da parte dei socialisti. ·

Le masse c.b.iamate a votare col suffragio universale dovranno esprimere il loro giudizio sulla guerra libica. Tale piattaforma è stata imposta da Giolitti e accetta~ dai socialisti. Questo fatto d2. u na particolare imporunza alle imminenti elezioni, Poi, nuove forze sono scese nell'agone elettorale a rendere interessante la competizione. Mentre il vecchio liberalismo costituzionale non sa decidersi se mantenersi fedele alla sua tradizione di laicità o accettare l'appoggio dei clericali, il nuovo liberalismo imperversante particolarmente nell'Emilia stringe coi cattolici un patto d'allearu:a e parte in guerra dichiarata contro i socialisti.

Questo liberalismo - di cui le affinità spirituali col sindacalismo, collo spiritualismo e il nazionalismo sono evidenti - non ha programmi ben definiti~ Si distingue per tre connotati, finora : è giolittiano, è antisocialista, è un movimento elettorale. I cattolici hanno abolito di fatto, se non formalmente il flM expedit. Dopo la pregiudiziale r epùbblica.na, è la pregiudfaiale cattolica quella gettata a.Ile ortiche. I c.attolici1 in questo primo e.sperimento di suffragio universale, .sono assai prudenti e per ragioni ovvie. Sondào.o il terreno. Ma orma.i il ghiaccio è rotto. Non si tornerà più - salvo eventi imprevedibili - alla applicazione rigida del non ,xpedit. Tutto fa prevedete invece una semp re più larg~ e battagliera. partecipazìone de.i cattolici alla vita politica della nazione.

22,-V, l i M,molini espone argo,mnli già svolti sulle colonne de/l'Avanti I e j)4J.Ja ad esaminare i rapporti fra Partito e Silfdac,z to, Quale sarà lo strumento della Rivoluzione? Il Partito o il Sindacato? Nessuno p uò dirlo. Bisogna tener conto di altre forze che possono turbare sino a dominare un periodo storico di agita2:ioni vìolente.

D(.Jpc aver accennato ai/a gre11ezz.a programmatica dtl capo dtli'oppo.riz.ione çosh°tuzJ(male on. Sonnino, grettezza che fa il paio colla prolissità inconcludente della relazio ne Giolitti, il Mu.uo/ini tst:mù1a la sitwzio,u del Parlitr, R epHbblùano.

Il Partito Repubblicano è minato da questa intima conuaddizione. Esso vuole la repubblica, ma spostandola dal clima storico attuale.

I repubblicani che vogliono una repubblica senza classi sono dei socialisti che si ignorano e proiettano troppo lontano nel futuro H loro ideale di repubblica; gli altri repubblicani dovrebbero avere il coraggio di dirsi franca.mente «borghesi », di smetterla con quello che fu giustamente chiamato dal Ghisled mimetismo socialista e di lavorare per l'avvento di una repubblica che, oggi, avrebbe necessarWJ\Cnte i pregi e i d.ifetti di tutte le altre, pur segnando un indiscutibile pro, gresso confrontata coll'istituto monarchico. Finché il Partito Repubblicano non avrà scelto fra la repubblica quale ci data dalla sto ria e la repubblica dell'ideale, esso sarà c ond annat o, per la. contradclli::ione, all'ìmmobiJità.

Esiste la crisi socialista? Da quanto tempo? Dato il caso che ufla crisi socialista sia sempre esistita, essa ha acquistato il carattere della « normalità» e non è più una crisi. Con un procedimento analogo a quello per cui i sofisti negavano il m oto, Ja vita1 l'essere, constatata 1a perennità della crisi, noi neghiamo la crisi. Qui l'affermazione equivale alla negazione. Dir-e che il socialismo è « sempre» stato in cris i, è d ire che non è « mai » stato in crisi.

Il socialismo non sarà più in crisi quando sarà morto. Veggasì la storia. Appena nato, il socialismo ha attraversato una crisi : scissione fca autoritari e federalisti nell'Internazionale. Poi, per limitarci all''Jta~ lia, nuova crisi nel 1880- '8 1 quando fu dec.iso di accettare la lotta e lett orale. Ancora crisi nel 1892. Adesso è ormai un luogo comune dire che il socialismo dal •900 ad oggi è in crisi.

Chiedere soluzioni alla crisi è un assurdo, Og ni sviluppo è u na crisi. Ogni decadenza anche. Ogni nuovo probletna pone in antitesi, suscita, se non esistono, le tendenze. Ciò che separa il riformismo dal dvolu1,donarismo è la decisa concezione del pro.es.rus del divenire socialista. La riforma non è una. anticipazione di socialismo, ma uno svolgimento . della società bo.tghese.

N d fa Rivoluzione francese è nota l'importanza delle sezioni e dei

,il,b.r. Può darsi che la democrazia sociale si risolva nel sindaa.to, ma può a.oche verificarsi il contrario. Se il socialismo ha deluso i Labriola e i Mo nicelli è altrettanto vero che il sindacalismo ha deluso le speranze del suo fondatore teorico, Sorel, che pubblicava. le sue Confessioni proprio nel momento in cui i suoi discepoli italiani si riunivano a Bologna per seppellire il sindacalismo politico.

Escludere come fanno taluni la possibilità anche attuale d i moti rivoluzionari è un assurdo. Engcls è stato male interpretato. È vero che le strade sono più ampie e le piazze più vaste, è vero che la borghesia dispone di mezzi di distruzione più perfezionati e micidiali, ma è altrettanto vero che oggi basta tagliare un filo per piombare una città nelle tenebre, bast a svellere un binario per sabotare una mobilitazio ne. E i soldati saranno sempre dei m assacratori del popolo?

Il socialismo italiano dovrà esaminare nel suo prossimo congr~so quattro problemi di palpitante att ualità. Farsi su quellO la <~ coscienza teorica>) che deve guidare l'azione pratica, Il problema. dello sciopero generale, il problema della cooperazione, il problema del movimento open1io, ìl problema della piccola proprietà. Prescindendo dai problemi prospettati nella piattaform a elettorale socialista. che sono, del resto, in relazione con quelli.

I l M11.r10/ini riçorda a questo p1111to la dithiarazJl)nt di principi/) ,he pneede lt, moz.ftm1 programmatùa dei Partito, nella quale è precisato il senso e la portata dell'azione elettorale dei socialisti e paua a .svolgere il programma elettorale del Partilo. , Che Antonio Labriola - il ma.cst~o del socialismo italianoammettesse la necessità per l'Italia di una o ccupazione deUa Tripolitania t innegabile. Basta leggere la famosa intervista concessa nel 19oi al Giornale d'italia e ripubblicata nel grosso volume degli Strilli 11ari, raccolti dal Croce, edito dal Lateua. Ma tale ammìssion e non ha valore alcuno nei riguardi dell'atteggiamento del Partito· Socialista. Anzitutto Labriola p referiva alla conquista atmata la penetrazione pacifica ; in secondo luogo ammetteva come legittima, veri6candosi la prima, una opposizione delJa democrazia.

Il problema va posto in questi termini: data la guerra - non voluta dal p opolo, ma dalle elusi dominanti - quale doveva O pot eva essere l'atteggiamento dd Partito Socialista, che è, giova ricordarlo~ un Partito di negazione e di opposizione? Un atteggiamento di neutralità ? Basta la semplice enunciazione di questa ipotesi per capirne la banale assurdit:à. Un'adesione esplicita alla guerra, a quella guerra di cui i moventi e gli ·inspiratori sfuggivano ad ogni controllo, ad ogni indagine ? Il Partito Socialista Italiano, cont:edendo tale solidarietà alle classi dominanti e accettando le responsabilità morali e materiali conseguenti, avrebbe firmato il suo atto di decesso dina.Òzi alla storia. Non rimaneva che la terza linea di condotta, semplice, logica e socialista : l'opposizione alla guerra. li Mussolini trac,ia a q11n lo p111110 il q11adro della rihlaz_iont all'i11/trt10. Poi con/ts/a i, affermazioni di Gioii/li a proposito della situaz.ione nti ri!Jl4"di della politùa ultra,

I l M11uolioi, a questo punto, tkmolùct ad uno ad ,mo hllli i soffrmi, llllle le favole dei naz/onalisli propalate allo uopo di rendere popolare la g##ffa. La pamggiata mi/ilare, la ,oloma di popolamento, l'ep11raz/one dell'oasi, le forche di Piazza dtl Pane, la guerra stillicidio, la pace di Onth:,, eu., tu/lo eiò ptJJta sotto la eritka rondtala e demolitrice di M,molini.

La guerra libica non è stata la prova della nostra forza, ma la prova della nostra debolezza. Un popolo forte non inganna se stesso, ubbriacandosi d'illusioni, ma guarda in faccia la realtà, quale può essere.

Anche la pretesa unificazione moraJc dell'Italia è.... una parola. Lo spettro del regionalismo è riapparso prima che altrove proprio ncll' Assemblea più alta del Paese : il Parlamento.

Ed ora siamo :a.Ua liquidazione dei conti. Mentre la Tdpolita.nia è , almeno apparentemente, pacificata, nella Cirenaica si combatte ancora. Tre soluzioni vengono prospettate allo scopo di liberarci il più presto possibile del gJchis africano. Limitarsi alla occupazione delle coste {Bissolati), proseguire la guerra sino alla distruzione delle bande indigene (Giolitti), via. dalla Libia (Viviani).

Io ho già scritto sul giornale le ragioni del mio dissenso col Viviani. Il g rido « via dalla Libia>> diventa serio, solo se ci si prepara a fare la rivoluzione per realizzarlo. Una rivoluzione che oggi non potrebbe concludersi se non coll'avvento di una repubblica, la quale molto probabilmente dovrebbe acçcttare dalla monarchia l'ingrata eredità libica. Noi~ coerenti al nostro atteggiamento di opposizione e di negazione, non abbiamo consigli da dare né in un senso, né nell'altro alle ·ctassi che hanno voluto l'impresa.

La guerra libica ha danneggiato profondamente l'econo mia nazionale. Solo l'ottimismo facilone dei governanti può I12Sconderlo. Ma la verità traspare dagli stessi d ocumenti ufficiali, Attraversiamo u a periodo di depressione.

Le Grandi Potenze che, secondo Giolitti, ci avrebbero durante la guerra date «schiette» prove d'amicizia, quali sono ? E può dirsi «ottima», come si legge nel documento giolittiano, la nostra posizione attllale .nel concerto europeo ? Posizione critica invece e piena d'incagnite paurose. L'intesa franco-.ispano-inglesc-greca nel Mediterraneo costringe l'Italia a serrmi nelle braccia dell'Austtia~Ungheria che ci ripaga, umiliandoci con misure vessatorie a danno degli ita- lia.ni del litorale e di Trieste. Gli incidenti di Trieste sono di jeri. Si ha l'impressione che l'Italia sia isola.t:a. Chi oserebbe affermare che l'Italia si trovi oggi nella posizione diplomatica privilegiata dei tempi di Algesiras? Questo stato d'incertezza generale costringe a sempre nuovi armamanti. li M11Jsolini ill11Slrt1 qliir,di gli altri p,utulati tklla pialla/orma socialista,· dimo.rlra la nectr.rità dtlla campagna anfi.pro1,ziolti1fa in vitta della jrtJ1Ji111a ritm()vaz.io,u dri tratlati di commercio, la nm .srità e la gi:111iz.ia ,ht le 1pes, della l}lt rra tiano paga_le dal/, ela.sri riceht , u,., ere.

La Francia è tornata alla f erma triennale, la G ermania ha votato un miliardo per i nuovi armamenti, cli nuovi crediti militari si discute in questo momento alle delegazioni austriache. ~che l'Italia parte• cipa :.l.lla gara. Si annuncia la costruzione cli una dreadnought all'anno che costerà 120 milioni, il bilancio della guerra raggiungerà i 7 00 m ilioni annuì e non tarderà molto a toccare il miliardo. Il P artito Socialista si propone di combattere con ogni mezzo ogni :a.umento di s pese militari e sta bene. Ma n o n è tutto. Bisogna attaccare il militarismo , come istituzione, Qui è proprio il caso di dire : tk la darli, meu iturt I Predicheremo la diserzione ? La rivolta nelle caserme ? O ci limite· remo alla solita deprecazione o deplorazio ne orale ?

Tutte le frazioni del socialismo, dalle più rosee alle più accese, ripudiano i primi due mezzi. Io credo che il mezz.o migliore di propa. ganda antimilitarista sia ancora la costituzione del So11 d11 1oldat. Bisogna preconizzarlo e propagandarlo senza restrizioni dovunque.

Il Partito Socialisu si presenta all'agone solo contro tutti. Il più grande giornale politico della Francia, il T1mp1, ha dov uto ammettere çhe l'unico programma di opposizione è quello dei socialisti. 11 Partito Socialista italiano va ritrovando la sua anima. Oh, certo. Ci sono ancora qua e là confusioni, incertezze~ ricadute. È la convalescenza. Ma la linea, nel suo insieme, è superba. Tutti i Partiti della conservazion e sociale sono ora in armi e in guerra senza tregua contro il Partito Socialista. L'avevamo preveduta e l'acccttia.mo. ~crò non sarebbe stato possibile sostenere l'urto se noi avessimo avuto fra le nostre file coloro che ortlW sono per la reazione e non per la. rivoluzione.

Alludo ai riformisti di d estra. Per espellere i quali, non e·~ stato bisogno di maschciare Man: da bJanquìsta, come opina l'on: Ca.nepa Marx è an~hc bla.oquist:a, iosurrezionista. Pagine meravigliose lo attestano: basta ricordare la prefazione alla Critica de/J'E, onomia PoliJiça e il :rapporto della Comune nella quale Man: giustificò gli incendi e la fucilazione degli ostaggi. Né il paragone· con quanto avviene in Gctmania, stabilito dal Canepa, ha maggior fondamento . A nche nel paese della. Rll,gia11 Pralka, si.... praticano le espulsioni. Max Schippel è stato cacciato dal Partito Soci2list:a per le sue opinioni ereticali in materia doganale; Hildebmnd, al congresso di Chcmniz, è stato espulso per reato .... coloniale e Kautsky nella sua Ne11e Ztil approvò incondizio.nantmente il voto del congresso. L'accu sa di inquisizione a noi riv olta è semplicemente ridicola. Un Partito è un esercito che presuppone e richiede una disçiplina di ferro, e non già un'accademia.

Il taglio di Reggio è stato provvidenziale. Ma occorre accentuare ancora la nostra intransigenza e riaccostarci ancora di più 'alle m2sse Questo primo esperimento dì suffragio universale sarà la prova del fuoco per il Partito Socialista. Sarà l"in dice della sua vitalità e della sua forza. (Q11andfJ il Mmsolini giunge al punt o dd mo dùcorso in mi si at « nna alla ru pon.rt2biliià del re nella g11erra l ibica, il delegato Tfrthio si avanza p er inle"ompers l'oratore. Sor!fJnO fischi altiuimi, a.uordanii i' s11/ paln,. Jctnùo, data la g rande folla, at(adono taffe,-11gli. li delegato Tir.hio eh., si ajfaNM a gridare non t i Ia che, prtc'ipita di sotto, in orchuira. Finalmente Ba-mi e 1'011. Gauànzi, cfJ mparso sNI palmmniro, riescono ad otlmtre la calma, pe,-r:hi MKs.rolini p rm a conlirmart il mo disrorso. Mentre Mmsoli11i parla> di IO, fra l e quinte, alla chetichella , vmgom1 ç()mpù,ti degli arresti , ck nn11 .rono p oi man/muti. T t rmù,olo il discorso Muuolini, non t.rse11do!i presmlato ak11110 per il contradittorio, i l comizio fra il massimo ent11sùumo li sdog/it).

Spilloni

L' AFFARE DEL «MANICHINO» ..

« Nelle ore critiche della storia lecito discutere tutte le r esponsabilità. Il re non è un manichino.... ». Queste le parole pronunciate al comizio di Porli da chi scrive queste righe . T ermina re la frase no n fu p ossibile, perché ]'.interruzione dd delegat o suscitò il t u multo. Fischi, grida, colluttazioni in pak osccnico, ondeggiamenti nell'udit orio , uno squillo di tro mba fesso fes so, un delegato che precipita in platea e si fra ttura un braccio, intervento del dep utat o , arresti tra le quinte e.... finalmente ripresa del discorso.

Completiamo il pensiero e la frase. Il re non è un manichino, ma. un uomo cli carne, nervi e ossa, come noi, come voi, come tutti, e, come uo mo e come re, egli ha le sue preferenze e le sue antipatie.

Il re abulico, il re fantoccio, il re figurante 1112ionale esiste nella finzione del costituz.iona.lis mo, ma. non nella realtà storica antica e moderna. Leo nida Bissolati ci presenta il sovrano s uffrag ista, radicaloid~ bloccardo ; Innocenzo Cappa il « giovane re » latino che spin ge le navi al sud verso Je fortune d'Italia ; tutti ammettono che la rapidissima carriera del Millo do vuta alla volo ntà della Corte.

Dal momento che il re interviene diretta.mente nelle faccende politiche della nazione, e diventa un personag g io politico, perde tutte le sue qualità semidivine e lo si può discut ere e contro llare come c hiunque altro mortale. Ma co me I Si discute il Padre E terno - re dei re -, gli sì att ribuisco no dei delitti (leg gere per credere Lu crimes dN Die11 di · Sebastiano Faure) e non si potrà discutere su un re della tetra, di una d eterminata porzione di tcua ?

Questo è il secolo degli spiriti spregiudicati per cui tutto o n ulla è sacro : a seconda. Perché non sequestrare Enrico Heine che nel Ger111atlÌ4 frantuma. i re magi e nell' Alla Troll promette il cospicuo regalo di trentasei re a chi gli offrid un ombrello?...

DEMOCRAZIA ?

La Stampa di Torino ci fa l'ambito onore di riprndurre nel suo numero di ieri lunghi brani dei nostri articoli e talune vignette del nostro Scalarini. Il tutto porta a grandi caratteri questo titolo: L'on Ca.1t1/ini t la democrazia.

Che cosa c'entra Casalini colla democrazia e questa e quello coli' A11anti I ?

Ecco : il gio rna1e torinese è ircitato per una suana scoperta da da lui fatta a lla vig ilia delle elezioni, la scoperta, cioè, che ron. Casa lini1 deputato del terzo collegio di Torino, ancora socialista. Socia• lista, si badi, regolarmente inscritto all'unico Partito riconosciuto dall'Internazionale socialista e di cui è segretario, tanto per meglio intenderci, Costantino Lazzari. La cosa - naturale in sé, chti i precedenti e la condotta del nostro compagno - sembra invece inverosimile e assurda all'avv. Frassati. Come? I, pare si chieda il direttore della. Stampa, l'on. Casalini militt nelle schiere capeggiate dli rivoluzionari? E !'on. Casalini, senza turbarsi dinnanzi alle siniulate o sincere meraviglie della Stampa, dichian. con lealtà. ch'egli è inscritto al Partito Socialista, che intende seguirne la tattica e accettame la disciplina e che - dopo tutto - non si sente affatto a disagio.

E allora la Stampa ritorna alla carica. Riporta alcuni brani dei nostri articoli, caricature dello Scalarini e chiede, anzi non chiede, m a la domanda traspare dal titolo m.aliziosetto : L'on. Casalini d'accordo coli' Avaflli 1 nell'atto d'accusa - reiterato e violento - con~ tro la democrazia ?

Non c'interessa conoscere la risposta dell'on. Casalini. Probabilmcrrte -da quanto è detto in una corrispondenza da Torino che pubblichiamo in altra parte del giorn:ale - egli è con noi. Niente di nuovo è intervenuto in questi ultimi mesi per farci modifi.~ o attenuare o annullare i giudizi che noi abbiamo espresso sulla dcmocruia italiana. Noi manteniamo l'articolo del 14 dicembre 1912 e quello dd 31 dello stesso mese. L'avv. Frassati avrebbe potuto alluogue la sua documentazione sfogliando la collezione del 1913 e avrebbe dovuto riconoscere che non abbiamo deflettuto un millimetro dalla nostra linea di condotta, per cui tanto oggi, come nove mesi fa, in- tendiamo lasciare quella tal signora agli svaghi peripatetici del marciapiede. ·

Sappiamo bene che in taluni collegi le folze democratiche voteranno per i candidati socialisti> qua perché i democratici non hanno aderenti. o mancano del candidato, là per ragioni punmente locali o personali ; ma da quanto ci risulta i socialisti hanno fatto tutto il possibile pct non meritare queste gentilezze. Noi intendiamo anzi di riaffcrmue, solennemente e in modo ancora uma. volta inequivocabile, il dissenso teorico e pratico che ci divide cklla democrazia. Anzitutto : Quale democra.zia ? Quella della Vita di Roma o quella del Secolo di Milano ? Oppure : quella di Fera o quella di Fovel? O anche quella di Angiolino. Pavia ? La democru.ia che è già attivata, quella che vuole arrivare, o quella che non ar:riveci. mai? La libica o la aoti-libica? La protezionista con Colaianni o la liberista con Giretti ? Potremmo constcllacc tutta la pagina di p unti intcno~tivi e arriveremmo alla conclusione che la stessa democrazia è.... un punto interrogativo. Ora : che cosa può esserci cli comune tra un Partito e un non-Partito? Alleanze e compromessi si spiegano laddove esistono organizzazioni costituite che rappresentano u na somma d'interessi e un preciso postulato idea.le. Si spiega il patto tacito (e secondo noi ingiustificabile) dello «smorzamento>> fra socialisti e liberali in Germania; In Spagna esiste una « congiunzione>> repubblicana-socialista, vera e propria alleanza dei due Partiti allo scopo d'impedire a qualunque costo il ritorno al potere cli Maura e di affrettare l'avvento della~rcpubblica. Ma in Italial anche se fosse possibile, sarebbe « morale »-diciamo « morale » - stabilire rapporti con una democrazia che appoggia indiHcrentemente taluni socialisti riformisti e un uomo equivoco come il sotto-segretario Pavia ? Non vedete come sono irose e ingiuste le corrispondenze che giungono al SmJ/o dai paesi del Cremonese e del Mantovano dove l'afferlilazione precisa delfintt2..0sigeiua socialista minaccia di mandare alla malora i «blocchi» amministrativi locali?

Qualcuno può chiederci : insomma, accettate o respingete i voti dei democratici ? A domanda esplicita, risposta categorica. Li respingiamo. In nome della sincerità politia li resl)ingiamo. P er i supremi interessi del Partito che non si tutelano accontentandosi di successi immediatiJ respingiamo gli aiuti elettorali della democrazia. In questo momento ripetiamo la nostra formula : « il Partito socialista fa da sé ». Noi non cerchiamo i voti, ma. le cosciem:e. E poiché abbiamo b isogno di mis":rare la. estensione e l'! profondità raggiunti dalle « nostre » idee nelle nuove masse degli elettori, cosi scendiamo in campo da soli. Se, maJgrado tutto ciò che abbiamo scritto durante questi mesi, i de- mocratici - gruppi o individui - crederanno di votare pC% taluni candidati socialisti, s•accomodino p ure, ma non siano cosl ing~nui da aspettarsi da n oi un q ualsiasi segno di riconoscenza

E adesso la Stampa può rip ortare anche quest'uticolo e convincersi che noi siamo veramente incorreggibili.... o, piuttosto, siamo coerenti sempre, anche alla vigilia delle elezioni, colle nostre idee.

D all'Av,t;.tti !, N. 294, i3 ottobre 191), XVII •.

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