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ORDINE
Di Operazione Per Il Giorno 19 Gennaio 1941
1) Al19/1/41 il X C.A.T. attaccherà in 2 ondate navi da guerra nel porto della Valletta.
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2) Prima ondata 3° Stormo Stuka con protezione apparecchi Me.110 del 3° Gruppo Caccia [3a Squadriglia Caccia Notturna] e 20 apparecchib da caccia italiani. Ora dell’attacco 10h 30m. La caccia si troverà a tale ora sopra gli obiettivi con compito di caccia libera e scorta indiretta. Due squadriglie attaccheranno la portaerei. Le altre le rimanenti navi da guerra anche nei dorsi.
3) Rifornimento carburante del 3° Stormo Stuka: serbatoi della fusoliera pieni; nei serbatoi supplementari sarà caricato carburante in quantità sufficiente alla durata del volo.
4) Con vento favorevole i serbatoi supplementari non saranno caricati. Il maggior numero possibile degli equipaggi portino le bombe da 1000 chilogrammi. I restanti velivoli caricheranno bombe SD 500 con detonatore 35 che dovrà pure applicarsi alle bombe SD 1000 e SC 500. Le bombe SC 500 e SD 500 saranno caricate in numero uguale per ogni tipo.
5) Dopo il primo attacco, al rientro, il 3° Stormo Stuka si rifornirà subito e si terrà pronto ad attaccare il convoglio già preannunciato, se avvistato dall’esplorazione già ordinata. Caricamento come per l’attacco contro La Valletta. Pieno dei serbatoi supplementari.
6) La seconda ondata sarà effettuata dal 1° Stormo Ju.88 scortato dai Me.110 del 3° Gruppo caccia pesante più venti apparecchi da caccia italiani. Ora dell’attacco 13h 30m. La caccia italiana è stata informata che dovrà trovarsi a tale ora al disotto degli obiettivi con compito di caccia libera e scorta indiretta. Obiettivi assegnati: la portaerei e le navi da guerra nei cantieri.
7) Rifornimento per 3 ore.
8) Caricamento bombe di massimo calibro da fissarsi a cura del Comandante dello Stormo.
9) Il 3° Gruppo caccia pesante [Me.110] effettuerà la scorta diretta del 3° Stormo Stuka che attaccherà alle ore 10.30 gli obiettivi navali del porto militare della Valletta. Il 3° Gruppo caccia pesante ad azione ultimata atterrerà a Catania dove si rifornirà di carburante e munizioni. Successivamente il 3° Gruppo effettuerà la scorta diretta per lo stormo LG.1 che attaccherà alle ore 13.30 gli stessi obiettivi del 3° Stormo Stuka. Dopo tale attacco il 3° Gruppo caccia pesante rientrerà a Palermo. Il trasporto degli specialisti e delle munizioni per rifornire gli apparecchi Me.110 a Catania dopo la prima azione, sarà eseguito da due Ju.52 oggi già trasferiti a Palermo. L’aeroporto di Catania è già stato informato dell’atterraggio del Me.110.
10) Esplorazione. La Squadriglia 1.(F)/.121 su Ju.88 effettuerà all’alba, con un velivolo una ricognizione sul porto militare della Valletta, c on altri due velivoli effettuerà ricognizione della zona compresa tra lo stretto della Sardegna fino al quadrato 59 numero 04 Est e 58 numero 03 Est. Il velivolo in ricognizione sulla
Valletta, secondo istruzione verbale del Comandante della Squadriglia, dovrà comunicare il risultato delle ricognizioni quanto più presto possibile.
11) I radiofari tedeschi e italiani funzioneranno dalle 9h 30m alle 14h 30m e nella notte dal 19 al 20 gennaio, dalle ore 22 alle ore 07. Nominativi e frequenze secondo lo schema come finora.
Per il X C.A.T.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE per incarico Hinkelbein (maggiore)
Al primo attacco, verificatosi tra le 10.48 e le 10.55, parteciparono quarantatre Ju.87 del I./St.G.1 e del II./St.G.2, armati ciascuno con una bomba da 500 chili, e scortati da cinque Bf.110 del III./ZG.26 e da dieci Cr.42 del 23° Gruppo Caccia, mentre nel secondo attacco, svoltosi alle 14.00, furono impiegati trenta Ju.88 del II. e III./LG.1, armati con bombe da 500 e 1.000 chili, e protetti da altri dodici Bf.110 del III./ZG.26, e da otto Mc.200 del 6° Gruppo Caccia.
In entrambe le occasioni l’obiettivo dei velivoli tedeschi fu nuovamente rappresentato dall’Illustrious, che riportò danni alla carena per bombe da 500 chili sganciate dagli Stuka. Questi inoltre, nelle loro picchiate entro il porto della Valletta, con i piloti incuranti della difesa contraerea nemica che sparava con armi di ogni calibro, causarono avarie abbastanza gravi al cacciatorpediniere Decoy (capitano di fregata Eric George McGregor) e al whaler Beryl (comandante James Collis Bird), e nuovi danni al piroscafo Essex.
Ancora una volta, nell’attacco del 19 gennaio, i danni all’Illustrious nel porto della Valletta furono causati dagli Ju.87 dello St.G.3. L’immagine, del 6 gennaio, mostra due Stuka in volo sopra le coste della Sicilia.
Particolare di danni alla scafo dell’Illustrious riportati a Malta nell’attacco del 19 gennaio, come apparivano in bacino nell’arsenale di Norfolk, negli Stati Uniti, dove la portaerei fu inviata per le riparazioni. Da Internet, Armored Aircraft Carriers in World War II.
La caccia britannica intervenne con sei Hurricane, un Fulmar e un Gladiator che si accreditarono otto dei diciannove successi vantati quel giorno dalla difesa di Malta. In realtà le perdite dell’avversario sebbene sensibili, furono di tre Ju.87 della prima ondata e di tre Ju.88 e un Cr.42 della seconda ondata. Ad esse si aggiunsero il mancato rientro alla base di un idrovolante italiano Cant.Z.506 della 612a Squadriglia Soccorso dell’Aeronautica della Sicilia, con pilota il sottotenente Ignazio Rossi, abbattuto da due Hurricane del 261° Squadron, pilotati dal capitano J.A.F. e dal sergente C.S. Bombarger, presso le coste di Malta durante la ricerca degli equipaggi tedeschi che non erano rientrati alla base dalle azioni offensive della giornata. Dei tre aerei tedeschi Ju.87 dello St.G.3 andati perduti con i loro rispettivi equipaggi, due velivoli pilotati dal sergente Rudolf Valter e dal cadetto Kurt Zube, appartenevano alla 2a Squadriglia del I./St.G.1, il terzo Ju.87 dal caporale Hans Kusters del II./St.G.2. Dei tre aerei Ju.88 del III./LG.1 non rientrati alla base, due velivoli avevano per pilota e capo equipaggio il capitano Wilhelm Durbeen, comandante della 8a Squadriglia, e un suo gregario il sergente Hans Schneider. Di entrambi i velivoli non vi furono superstiti. Il terzo Ju.88, appartenente alla Squadriglia Comando del III./LG.1, effettuò un atterraggio di emergenza a Pozzallo, rimanendovi totalmente distrutto. L’equipaggio si salvò al pari di quello di un Bf.110 del III./ZG.26, che effettuò un atterraggio di emergenza a Catania.
Una formazione di velivoli tedeschi He.111. In Sicilia vi era il II./KG.26 che disponeva di due squadriglie (4a e 5a) di bombardieri e una (6a) di aerosiluranti.
Il Cr.42 italiano non rientrato alla base, della 70a Squadriglia del 23° Gruppo Caccia, aveva per pilota il sergente Ezio Iacone, che fu costretto a lanciarsi in mare con il paracadute. Il Cr.42 fu probabilmente abbattuto dall’Hurricane del 261° Squadron con pilota il sergente Jock Robertson, che attaccò ed incendio un velivolo di quel tipo di scorta ad una formazione di Ju.87, intercettata dai caccia britannici vicino alla Baia di San Paolo. Infine con il Cant.Z.506 della 212a Squadriglia Soccorso che portava i distintivi della Croce Rossa, decedettero i sei uomini dell’equipaggio, tra cui un sottotenente medico e un aviere scelto aiutante di sanità. Dopo aver pagato un forte pedaggio, poiché in soli cinque giorni non erano rientrati alla base cinque Ju.88 dell’LG.1 e cinque Ju.87 dello St.G.3, il Comando del X Fliegerkorps, piuttosto scoraggiato per le perdite riportate, limitò la propria attività ad azioni di disturbo contro gli obiettivi maltesi, in particolare sulla Valletta che fu bombardata nella notte del 21 gennaio da sette bombardieri in quota He.111 del
II./KG.26, mentre altri quattro He.111 del medesimo gruppo e due Ju.88 dell’LG.1 attaccarono gli aeroporti dell’isola.[17]
La navigazione dell’Illustrious verso Alessandria e il fallito tentativo tedesco per darle il colpo di grazia
Dopo l’attacco del 19 gennaio, l’ammiraglio Cunningham aveva informato l’Ammiragliato britannico che era urgente far partire l’Illustrious e le navi mercantili che si trovavano ancora negli ancoraggi di Malta. Il rallentamento delle azioni offensive del X Fliegerkorps aveva permesso alle maestranze dell’arsenale della Valletta di porre la portaerei in condizione di partire da Malta, prima che la Luftwaffe potesse infliggergli il desiderato colpo di grazia; ma la sua partenza era stata ritardata perché il tempo cattivo non aveva permesso di far uscire i cacciatorpediniere destinati alla scorta, il Greyhound, Janus, Jervis e Juno, provenienti dalla baia di Suda. La partenza fu pertanto rimandata al 23 gennaio.
Quel giorno, l’Illustrious, lasciati a Malta dodici dei suoi utilissimi Fulmar dell’806° Squadron (capitano di corvetta C.I.G. Evans) per incrementare la difesa locale, e gli Swordfish dell’819° Squadron che furono aggregati a Hal Far all’830° Squadron per le azioni offensive come velivoli aerosiluranti e minatori, salpò alle 18.46, diretta ad Alessandria, scortata dai quattro cacciatorpediniere. Quindi navigò con luna piena le prime sei ore alla velocità di 25 nodi per allontanarsi il più rapidamente possibile dalle basi aeree della Sicilia, e poi proseguì nella sua rotta riducendo dapprima la velocità a 21 nodi per poi portarla a 23 nodi il giorno 24. E con queste velocità, che rappresentavano un vero record per una nave tanto danneggiata, l’Illustrious raggiunse Alessandria alle 13.00 del 25, con una rimanenza di appena 60 tonnellate di nafta. Nella fase finale del passaggio la portaerei ricevette la copertura delle corazzate Barham e Valiant, dell’incrociatore Perth, salpati da Alessandria con la scorta dei cacciatorpediniere Diamond, Griffin, Hasty, Mohwk, Nubian e Stuart.
L’inaspettata velocità dell’Illustrious non permise ad una formazione d’incrociatori della Mediterranean Fleet, comprendenti l’Orion, Ajax, York e Bonaventure, che fin dal 20 gennaio erano stati inviati nella Baia di Suda per la scorta alla portaerei, di incontrarla essendo arrivati nella zona dell'appuntamento quando già era passata, per poi entrare in contatto più ad oriente con il gruppo delle corazzate. Fu una fortuna che l’Illustrious non avesse incontrato gli incrociatori, poiché essi furono attaccati dalla Luftwaffe.
Gli incrociatori del vice ammiraglio Pridham-Wippell furono individuati alle ore 14.00 del 23 febbraio da un ricognitore italiano a 100 miglia a nord di Tolemaide
[17] Secondo una ricostruzione fotografica del giorno 20 gennaio espletata da uno Ju.88D della 1.(F)/121, la situazione delle basi aeree di Malta appariva la seguente: Luca, dieci bombardieri Wellington; Takalì, dieci monomotori e un aereo da nave portaerei; Hal Far, qquindici aerei da nave portaerei, tre monomotori e tre aerei con ali ripiegabili; Marsa Scirocco, tre idrovolanti Sunderland.
(Cirenaica). In conseguenza di quest’avvistamento, e prevedendo che la formazione navale nemica si sarebbe trovata alle 16.45 in posizione lat. 34°30’N, long. 19°20’E, il 3° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale, i cui velivoli Ju.88 erano tenuti pronti al decollo in un’ora a Catania, ricevettero l’ordine di decollare con “obiettivo per tutti i velivoli la nave portaerei, oppure, mancando l’avvistamento con essa, una nave da battaglia”.[18]
In questa fotografia del 25 gennaio del porto della Valletta, sempre scattata da uno Ju.88 della 1.(F)/121, vi è la conferma che la Illustrios e altre navi erano partite.
Pertanto, contro la formazione degli incrociatori, il III./LG.1 del capitano
Bernhard Noetsch impiegò nel pomeriggio undici Ju.88, quattro dei quali invertirono la rotta prima del tempo per avaria all’impianto radio, altri quattro rientrarono dopo infruttuosa ricerca e i tre restanti Ju.88, tutti della 8a Squadriglia, con piloti il tenente
Hermann Böhmer, il sergente maggiore Herbert Isachsen e il sergente Reinhold Schumacher, non rientrarono affatto, avendo dovuto ammarare al rientro a Catania a sud di Capo Rizzuto (Calabria) essendo rimasti senza benzina. Tra i dodici uomini dell’equipaggio dei tre velivoli, costretti all’ammaraggio, vi fu un solo superstite.
Il Comando del X Fliegerkorps decise allora di ripetere l’attacco l’indomani, impartendo ai reparti l’ordine di operazioni n. 0187/S del 24 gennaio 1941, in cui era scritto:
Forti formazioni navali inglesi sono in navigazione con provenienza da levante e probabilmente anche da ponente. Il X Fliegerkorps, il giorno 24/1/41, attaccherà le forze navali che saranno segnalate dall’esplorazione aerea. Obiettivo principale nave portaerei: dopo la distruzione di essa le navi da battaglia.
Durante la giornata furono inviati in volo dodici ricognitori (gli Ju.88 della 1.(F)/121, e gli He.111 della Sezione Comando del X Fliegerkorps e del II./KG.26), e il primo avvistamento delle forze navali britanniche si verificò nel pomeriggio. Fu dapprima localizzato il gruppo degli incrociatori, e successivamente, alle 14.25, anche la formazione della portaerei Illustrious a 170 miglia a nord-ovest (330°) di Bengasi. Immediatamente l’Ufficio Operazione del X Fliegerkorps diramò un ordine di operazione nel quale portava a conoscenza che le forze navali nemiche, avvistate con rotta a levante, comprendevano una portaerei, una corazzata, un incrociatore e un convoglio [sic], e che dovevano essere impiegati contro di esse, tutti i velivoli efficienti dello Stab./LG.1, II./LG.1 e II./KG.26. Essi dovevano attaccare la nave portaerei e come secondo obiettivo nell’ordine la nave da battaglia, il convoglio e infine l’incrociatore. In caso di mancanza di carburante gli aerei dovevano atterrare a Benina, in Cirenaica.
In base ad un ordine d’impiego approntato il mattino del 24 gennaio, che a variazione dell’ordine precedente fissava di tenere pronti nello spazio di un’ora i velivoli di tutti i reparti, a iniziare dalle 07.00 “per azione contro le forze navali inglesi eventualmente segnalate”, tra le 13.53 e le 16.50 decollarono dagli aeroporti della Sicilia ben centoundici aerei tedeschi, ripartiti nelle seguenti tre formazioni.
1a) quarantanove Ju.87 dello St.G.3, con i gruppi I./St.G.1 e II./St.G.2, guidati da un He.111 del II./KG.26 con pilota il tenete Friedrich Müller, e scortata da diciannove Bf.110 del III./ZG.26;
2a) trentuno Ju.88 dell’LG.1, dei quali diciotto appartenenti al 2° Gruppo e quattordici al 3° Gruppo;
3a) dodici He.111 del II./KG.26.
Sfortunatamente la prima formazione, quella più numerosa e pericolosa per l’attacco in picchiata contro obiettivi navali, non riuscì a raggiungere la portaerei a causa dell’insufficiente autonomia degli Stuka, che pure erano forniti di serbatoio supplementare. Tutti i restanti velivoli, meno uno Ju.88 del III./LG.1, arrivarono invece a contatto con le navi britanniche. Sebbene non fossero riusciti ad avvistare l’obiettivo principale costituito dall’Illustrious, essi rintracciarono il gruppo degli incrociatori a circa 170 miglia a nord di Bengasi e, a iniziare dalle 17.25 e fino alle 18.00, i trenta Ju. 88 e i dodici He.111 martellarono quelle navi con bombe da 500 e 1.000 chili, senza però ottenere significativi successi. Infatti, il solo incrociatore pesante York (capitano di vascello Reginald Henry Portal) ebbe qualche danno per un colpo in prossimità dello scafo inferto da uno Ju.88 del III./LG.1, il cui equipaggio ritenne di aver colpito in pieno una nave da battaglia in posizione lat. 34°20’N, long. 20°20’E. Per contro uno Ju.88 del III./LG.1 andò perduto e altri quindici furono costretti ad atterrare a Bengasi, avendo operato al limite dell’autonomia ed essendo rimasti a corto di benzina per il rientro a Catania.
Formazione di Ju.88 del III./LG.1 in volo di guerra nel Mediterraneo.
Nel medesimo tempo, rientrati e rifornitisi rapidamente, gli Ju.88 del 3° Stormo Stuka erano stati inviati, assieme ai Bf.110 del 3° Gruppo caccia pesante della scorta, alla ricerca di eventuali navi a levante di Malta. La missione fu interrotta alle 17.20 senza aver trovato nulla in quel deserto tratto di mare.
L’indomani, 25 gennaio, non rientrò alla base da una missione di ricognizione uno Ju.88 della 4a Squadriglia del II./LG.1, con pilota il sottufficiale Gustav Ulrich, che fu abbattuto da un caccia biplano britannico Gladiator di Malta aggregato al 806° Squadron del’Aviazione Navale, pilotato dal sottotenente Jackie Sewell. Poi, nel pomeriggio del giorno 26, si verificò la prima perdita di un ricognitore Ju.88D della Squadriglia 1.(F)/121, avvenuta nel corso di una missione di esplorazione. Il velivolo, con pilota e capo equipaggio il sottotenente Helmuth Fund, fu attaccato da due Hurricane del 261° Squadron e, danneggiato al motore, finì in mare mentre tentava di raggiungere la Sicilia.
Dopo il rientro ad Alessandria, l’Illustrious fu inviata, via Durban, a Norfolk, in Virginia, per le riparazioni, poiché l’arsenale britannico di Portsmouth era troppo esposto agli attacchi aerei della Luftwaffe. Un aiuto notevole, come al solito, che gli statunitensi ancora neutrali concessero ai loro alleati britannici. La portaerei dopo riparazioni che portarono a ricostruire molte parti della nave ultimate il 29 novembre
1941, rientrò in servizio alla metà del 1942, andando ad operare nell’Oceano Indiano contro i giapponesi.
I risultati dell’attacco degli Ju.87 tedeschi e italiani del 10 Gennaio 1941 alla portaerei Illustrious. I pallini 9, 10 e 12 sono quelli dove caddero le bombe sganciate dagli Ju. 87 italiani del 96° Gruppo Bombardamento a Tuffo. Da B.B. Schofield, La notte di Taranto, p. 84.
Dettagli grafici della portaerei Illustrious. La distribuzione dell’armamento contraereo. Sui fianchi della nave, a prora e a poppa, i cannoni su impianti binati da 114 mm; al centro, sempre sui due lati e sull’isola, i sei complessi contraerei a otto canne da 40 mm. Da TheBlueprints.com.
Ha scritto il generale Santoro:[19]
Il transito del convoglio [Excess] era costato alla Marina britannica perdite piuttosto severe: il SOUTHAMPTON affondato, il GALLANT danneggiato in modo irreparabile, L’ILLUSTRIOUS gravemente avariata ed inutilizzata per lungo tempo, danni più o meno gravi ad unità minori. L’operazione doveva, tuttavia, considerarsi completamente riuscita, in quanto tutti i piroscafi del convoglio erano giunti a destinazione; ciò per o’errore commesso dall’Aeronautica italiana e dall’Aviazione tedesca di attaccare di preferenza le maggiori unità militari di scorta, anziché le navi da trasporto, la cui incolumità ed il cui arrivo a destinazione costituivano lo scopo dell’operazione stessa.
Alle stesse conclusioni arrivò anche l’ammiraglio Fioravanzo, che riportò:[20]
Dal punto di vista italiano, la più importante constatazione riguardò il valore positivo dell’apporto dato dall’aviazione tedesca in aiuto a quella nazionale. Il fatto però, che tutti i piroscafi fossero giunti a destinazione sollevò i primi dubbi sulla convenienza di dare la precedenza – negli attacchi – alle navi da guerra sulle navi da trasporto: l’obiettivo più importante era ovviamente quello di provocare l’esaurimento di Malta per mancanza di rifornimenti, mentre l’affondamento di qualche unità da guerra non poteva incidere sensibilmente sulla potenza complessiva della Marina britannica.
Queste considerazioni dei due eminenti storici italiani non le condividiamo del tutto, perché affondare qualche piroscafo, dei quali soltanto l’Essex era diretto a Malta, dove rischiò di essere affondato, e i piroscafi salpati dalla Valletta erano scarichi, non avrebbe causato le conseguenze cui invece porto, per i britannici, il danneggiamento dell’Illustrious e l’affondamento del Southampton; e ciò finì per allarmarli; anche perché quelle perdite portavano a cambiare i loro piani, costringendoli a stare lontano con la loro flotta dal Mediterraneo centrale.
Scrisse infatti Winston Churchill, il 13 gennaio 1941, al generale Hastings Ismay, Capo del Comitato dei Capi di Stato Maggiori britannici:[21]
L’effettivo insediarsi dell’aviazione tedesca in Sicilia può essere l’inizio di sfavorevoli sviluppo nel Mediterraneo centrale”, “Mi preoccupa molto la possibilità che i tedeschi si stabiliscano a Pantelleria, nel qual caso con un buon numero di aerei da picchiata sbarreranno il Mediterraneo.
[19] Giuseppe Santoro, L’Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Volume Primo, cit., p.471.
[20] Giuseppe Fioravanzo, Le azioni navali in Mediterraneo, Volume IV, cit., p. 342 sg.
[21] Winston Churchill, La Seconda Guerra Mondiale, Volume 3°, Milano, Mondadori, 1966, p.1078 sg.
La preoccupazione che la Luftwaffe si insidiasse saldamente sull’isola italiana era assai sentita dal Primo Ministro britannico, il quale era a quell’epoca fermamente convinto ad attuare l’Operazione “Warkshop”, ossia l’occupazione della stessa Pantelleria che egli riteneva d’importanza fondamentale per il controllo del Canale di Sicilia. Realizzando questa impresa avrebbe permesso ai britannici di strangolare le rotte italiane per Tripoli, che con la perdita della Cirenaica passavano soltanto lungo la costa orientale della Tunisia, ma anche di consentire di approvvigionare il fronte terrestre della Cirenaica, da dove gli italiani si stavano ritirando, evitando ai convogli con i rifornimenti la lunga rotta intorno all’Africa, per raggiungere Suez.
La portaerei Illustrious nell’arsenale navale di Norfolk dove i lavori di riparazione portarono per alcune settori della portaerei a una ricostruzione.
L’Illustrious a Norfolk durante i lavori di riparazione nell’ottobre 1941. Da Internet, Armored Aircraft Carriers in World War II.
Churchill, dopo il grave danneggiamento della portaerei Illustrious e l’affondamento dell’incrociatore Southampton, cui si aggiunsero gli attacchi del X Fliegerkorps non solo contro Malta ma anche lungo le coste della Cirenaica e dell’Egitto, dovette presto convincersi che con l’aviazione tedesca in Sicilia la “Warkshop”, concepita come un’audace operazione da attuare di sorpresa con uno sbarco notturno, era destinata a fallire. Il 18 gennaio, nella preoccupazione per la sorte dell’Illustrious a Malta, in cui non si sapeva ancora se sarebbe stato possibile farla partire e arrivare salva ad Alessandria, Churchill, pur amareggiato, si trovò d’accordo con i Capi di Stato Maggiore nel rinunciare per un mese alla conquista di Pantelleria, rendendosi conto di non poter “decidere altrimenti dall’incalzare di problemi più gravi”.[22]
In effetti il rinvio dell’operazione per la conquista di Pantelleria risultò definitivo dal momento che l’evolversi degli avvenimenti, con l’intervento tedesco in Libia e l’evolversi degli avvenimenti su tutti i fronti terrestri, aerei e navali nel Mediterraneo orientale, costrinsero i britannici a dedicarsi sempre in modo più intenso alla difesa delle loro posizioni.
In tali condizioni anche il problema di Malta finì per costituire per i britannici una notevole fonte di preoccupazione, poiché di fronte all’offensiva della Luftwaffe i difensori dell’isola, per mezzo del Governatore, generale William Dobbie, e delle richieste dei locali comandanti, non mancarono di sollecitare appoggio di ogni genere. Di ciò fu ben consapevole il Primo Ministro britannico, il quale pur nelle difficili condizioni fece di tutto affinché l’isola potesse continuare a sperare in giorni migliori, ben sapendo che essa costituiva il fulcro della strategia britannica nel Mediterraneo.
[22] Scrisse Churchill nelle sue memorie: “Se avessimo avuto il possesso dell’isola –molte nostre belle navi avrebbero potuto essere risparmiate e le comunicazioni nemiche con Tripoli sarebbero state rese ancora più problematiche”.
Nel frattempo, la resistenza opposta dalle forze difensive di Malta per fronteggiare i primi massicci attacchi del X Fliegerkorps, contribuì a creare un certo ottimismo a Londra, che Winston Churchill tradusse il 21 gennaio nella seguente lettera di elogio per il Governatore Dobbie:[23]
Vi mando a nome del Gabinetto di Guerra le nostre più cordiali congratulazioni per la magnifica ed eternamente memorabile difesa che la vostra guarnigione e i vostri cittadini, aiutati dalla Marina e soprattutto dalla R.A.F., stanno opponendo agli attacchi italiani e tedeschi. Gli occhi di tutta la Gran Bretagna, anzi quelli di tutto l’Impero britannico, stanno seguendo Malta nella sua lotta quotidiana: noi siamo certi che il successo e la gloria ricompenseranno i vostri sforzi.
Nelle sue osservazioni sugli attacchi degli Stuka della Luftwaffe, l’ammiraglio Cunningham scrisse:[24]
Il bombardamento in picchiata tedesco fu l’attacco più efficientemente condotto e suscito una spiacevole sorpresa.
Esso costituisce un potente nuovo mezzo di guerra nel Mediterraneo che, senza dubbio, ci impedirà quel libero accesso alle acque circondanti la Sicilia e Malta che noi abbiamo fino ad oggi goduto a meno che le nostre forze aeree non siano aumentate in maniera adeguata per contrastarlo”.
L’Ammiragliato britannico, informato del danneggiamento dell’Illustrious, il 12 gennaio, mentre era ancora in corso l’Operazione Excess, dispose di sostituirla nella Mediterranean Fleet con la gemella Formidable che, trovandosi dislocata nell’Atlantico meridionale, ebbe l’ordine di raggiungere Alessandria il prima possibile, passando per il Capo di Buona Speranza. Ad Alessandria rimaneva disponibile la portaerei Eagle. Ma essa era troppo vecchia e malandata, e in grado di portare al massimo una ventina di velivoli; quantità del tutto insufficiente per appoggiare i molteplici e urgenti compiti cui era chiamata ad assolvere la Mediterranean Fleet, dovendo rifornire non soltanto Malta, ma soprattutto il fronte greco con un continuo afflusso di convogli, e dovendo stare sempre allerta nei confronti della flotta italiana, che pur mancando di iniziativa era pur sempre ritenuta temibile.
[23] Winston Churchill, La Seconda Guerra Mondiale, Volume 3°, cit., p. 1082.
[24] AUSMM, Admiralty, “I convogli nel mese di gennaio 1941, l’Excess”, fondo Scambio notizie con Ammiragliato britannico.