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L’Ark Royal fortementer sbandata ripresa di fianco dal Laforey,

Nell’immagine ripresa dal cacciatorpediniere Laforey il cacciatorpediniere Legion si sta accostando alla poppa dell’Ark Royal per recuperarne l’equipaggio.

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Altra immagine del Legion accostato alla prora dell’Ark Royal .

Prosegue ordinatamente l’evacuazione degli uomini dell’Ark Royal sul Legion.

Alle 17.30 il cacciatorpediniere Laforey (capitano di vascello Reginald Maurice James Hutton), che era la nave comando della 19a Flottiglia e della scorta alla Forza H, su richiesta del comandante Maund si accostò alla danneggiata portaerei per fornirgli con i suoi accumulatori l’energia elettrica necessaria per rimettere in funzione le caldaie. Alle 20.00 sopraggiunse il vice ammiraglio Somerville, il quale subito dopo l’arrivo della Malaya a Gibilterra si era trasferito sul cacciatorpediniere Sikh (capitano di fregata Graham Henry Stokes), che aveva poi raggiunto la zona del sinistro navigando alla velocità di 32 nodi.

Il cacciatorpediniere Laforey, si avvicina alla portaerei Ark Royal ferma e sbandata di 18° sul fianco sinistro, per fornirgli con i suoi accumulatori energia elettrica.

Nell’immagine ripresa dall’incrociatore Hermione alcuni ufficiali rimasti a bordo della Ark Royal dopo l’evaquazione dell’equipaggio della portaerei. Secondo da sinistra è il comandante dell’Ark Royal, capitano di vascello L.E.H. Maund.

A iniziare dalle 19.30 del giorno 13 novembre i rimorchiatori Thames e Saint Day, che insieme al Saint Omer, allo sloop Wild Swan e alle motolance della 3a Flottiglia ML-121, 130, 132, 135, 170, 172 e 176 avevano lasciato Gibilterra intorno alle 16.30 per andare a dare assistenza all’Ark Royal, presero a rimorchio l’immobilizzata portaerei, che aveva allagata anche la sala caldaie di prora. Prima il Thames passò il rimorchio alla portaerei e lo stesso fece quaranta minuti dopo il Saint Day. Il rimorchiatore Saint Omer, invece, non essendo riuscito nell’oscurità a trovare la portaerei, rientrò a Gibilterra. Alle 20.40, quando l’Ark Royal ebbe di nuovo l’erogazione del vapore, i due rimorchiatori cominciarono faticosamente a trainarla alla modestissima velocità di 2 miglia all’ora. Alle 21.40 il cacciatorpediniere Legion si accostava nuovamente all’Ark Royal per far tornare a bordo personale elettrico. Le possibilità di recupero di quella preziosa nave sembravano buone, anche perché la velocità era salita a 5 nodi, quando alle 02.15 del 14, a causa dell’allagamento della presa dei fumaioli causato dallo sbandamento della portaerei, che non permetteva l’uscita dei gas di combustione delle caldaie, cominciò a divampare un incendio sotto l’isola. La pressione del vapore si abbassò nuovamente, e con essa cessò la possibilità di pompare l’acqua dai locali allagati.

Sebbene il cacciatorpediniere Laforey si fosse nuovamente affiancato all’Ark Royal per continuare a fornire energia elettrica, e il capitano di vascello Hutton alle 22.24 avesse trasmesso che gli allagamenti sulla portaerei sembravano sotto controllo, le pompe non potevano più a lungo impedire all’acqua di salire nei locali allagati e di estendersi oltre.

Tra le 02.20 e le 04.30, lo sbandamento dell’Ark Royal passò dai 20 ai 35 gradi, e pertanto il vice ammiraglio Somerville, che dal Sikh si era trasferito sul Laforey per poter sorvegliare con maggiore attenzione l’opera di salvataggio della portaerei, prese la ingrata decisione di farla abbandonare da quanti ancora si trovavano a bordo. Fu allora ordinato di abbandono nave, con gli uomini che salirono sul cacciatorpediniere Laforey e sui rimorchiatori Thames e Saint Day, che poi si allontanarono. Alle 05.45 lo sbandamento raggiunse i 45 gradi e la portaerei continuò a inclinarsi per poi rovesciarsi a 90 gradi, restò in posizione per tre minuti, quindi cominciare ad affondare verticalmente di poppa. Alle 06.24 l’Ark Royal scomparve penosamente sotto la superficie del mare del Mediterraneo, in una zona che fu calcolato trovarsi a sole 25 miglia a levante di Gibilterra.28

L’Ark Royal in affondamento ripresa da un aereo britannico.

Su oltre 1.500 uomini dell’equipaggio le perdite umane di quest’importante affondamento furono limitate al solo marinaio scelto Edward Mitchell, deceduto nell’esplosione del siluro; ma l’intero complesso dei velivoli della portaerei, al momento costituito dai caccia Fulmar dell’808° Squadron e dagli Swordfish dell’816° e 825° Squadron, andò perduto con la nave.29 Si salvarono altri due reparti di volo dell’Ark Royal, comprendenti i due Squadron 807° e 812° che erano rispettivamente equipaggiati con velivoli Fulmar e Swordfish poiché, dovendo dare spazio agli Hurricane destinati a Malta, erano stati trattenuti a Gibilterra. Il 15 novembre essi furono imbarcati sull’Argus, che fu temporaneamente aggregata alla Forza H, rimasta priva di navi portaerei, senza poterle dare, per la sua limitata efficienza, l’appoggio aeronavale che le era necessario. Successivamente gli Swordfish dell’812° Squadron, che erano equipaggiati con l’eccellente radar di scoprta navale A.S.V., e che avevano equipaggi bene alleati nell’uso di quell’apparato di rilevamento, furono destinati ad operare da Gibilterra, nella zona dello Stretto, ove si dimostrarono veramente preziosi per rinforzarvi la vigilanza antisom.30

28 The Somerville papers. Selection from the Private ond Official Corrispondence of Admiral of the Fleet Sir James Somerville, G.C.B, D.S.O., cit., p. 33; Historical Section Admiralty, Mediterranean, volume II, cit., p. 197.

Sulle conseguenze causate dall’affondamento dell’Ark Royal, lo storico britannico capitano di vascello Donald Macintyre, famoso comandante di gruppi di scorta nella Battaglia dell’Atlantico, ha scritto:31

La perdita di questa famosa nave, tanto spesso attaccata dai tedeschi e tanto spesso data per affondata, fu un duro colpo per la Marina britannica, specie perché in quel momento la ILLUSTRIOUS e la FORMIDABLE erano ancora in riparazione negli Stati Uniti e l’INDOMITABLE era inutilizzata per i danni riportati andando in secca al largo di Kingston di Giamaica mentre addestrava gli equipaggi delle sue squadriglie. Non v’era insomma alcuna possibilità do sostituire l’ARK ROYAL a Gibilterra e, senza portaerei, la Forza H non poteva più prendere il mare per appoggiare i convogli diretti a Malta da ponente.

29 All’inizio della guerra, il 1° settembre 1939, l’Ark Royal era assegnata alla Home Fleet, con la quale partecipò alla campagna di Norvegia tra aprile e il giugno1940, ma alla fine di quest’ultimo mese, con l’entrata in guerra dell’Italia, fu trasferita a Gibilterra, dove si costituì la Forza H del vice ammiraglio James Somerville, la cui prima impresa, il 3 luglio, fu quella dell’attacco alla flotta francese nella base di Mers el Kibir, vicino ad Orano, per poi partecipare a tutte le grandi operazioni aeronavali che si svolsero nel Mediterraneo occidentale e nell’Atlantico orientale fino al momento della perdita,. Famosi, sono gli episodi della Battaglia di Capo Teulada contro la flotta italiana il 27 novembre 1940, e nello stesso anno l’8-9 gennaio 1941 la scorta al convoglio dell’operazione Excess diretto a Malta e al Pireo, il bombardamento di Genova del 9 febbraio 1941, l’operazione Tiger, l’8-9 maggio per far passare un convoglio con carri armati e aerei da caccia in Egitto. Famosissimo è l’episodio della caccia alla Bismarck, ove il suo intervento, dapprima con i ricognitori che il 27 maggio rintracciarono la corazzata tedesca, e poi con l’attacco degli aerosiluranti, fu determinante nell’affondamento della corazzata tedesca da parte delle corazzate della Home Fleet King George V e Rodney, avvenuto dopo che un siluro lanciato da uno Swordfish aveva colpito il timone rendendo la Bismarck ingovernabile. Seguirono infine nel Mediterraneo le missioni di lancio dei caccia Hurricane e le operazioni Substance e Halberd per rifornire con convogli l’isola di Malta, nel corso della quale gli aerosiluranti italiani intervennero in forze. Nei giorni 23 e 24 luglio 1941 essi affondarono il cacciatorpediniere Fearless e danneggiarono, l’incrociatore Manchester (con l’S.79 del 130° Gruppo del tenente Aurelio Francesco Di Bella) e il piroscafo Hoegh Hood, mentre il successivo 27 settembre fu affondato il piroscafo Imperial Star e danneggiata la corazzata Nelson, la nave comando del vice ammiraglio Somerville, colpita dal siluro sganciato dall’S.84 del comandante del 36° Stormo Aerosiluranti, colonnello Helmut Seidl, che subito dopo il lancio fu abbattuto in fase di scampo perdendo la vita con tutto il suo equipaggio.

30 Historical Section Admiralty, Mediterranean, volume II, cit., p. 197.

31 Donald Macintyre, La Battaglia del Mediterraneo, Sansoni, Firenze, 1965, p. 146.

La esatta posizione dell’affondamento dell’Ark Royal restò sconosciuta fino a metà dicembre 2002, quando la BBC trasmise che la società di indagini subacquee C & C Technologies, Inc. incaricata dalla stessa BBC di girare un documentario sull’archeologia marittima legata alle principali battaglie della Royal Navy, aveva individuato con un mini sommergibile il relitto della portaerei alla profondità di 1.000 metri, a 30 miglia al largo di Gibilterra, approssimativamente in lat. 36°06’35”N, long. 04°43’51”W. Pertanto il relitto si trova in una zona più a est di quanto era stato ritenuto. La portaerei, com’era stato rilevato dai testimoni al momento dell’affondamento, si era spezzata in due tronconi, che si trovano sul fondale a distanza l’uno dall’altro con sparsi tutto intorno moltissimi frammenti, specialmente dell’isola.

10 dicembre 1041. Al termine di un lunga missione di trasferimento dall’Atlantico in Mediterraneo l’arrivo alla Spezia del sommergibile tedesco U-81. Gli uomini dell’equipaggio salutano esultanti per l’affondamento della portaerei Ark Royal.

Il comandante dell’U-81, tenente di vascello Fritz Guggenberger scende a terra. Sullo sfondo la torpediniera italiana Enrico Cosenz (CS), con a poppa picchetto di marinai che rende gli onori.

Il comandante dell’U-81 accolto da una rappresentanza di ufficiali e marinai italiani saluta.

Il tenente di vascello Guggenberger tra ufficiali tedeschi e un ammiraglio italiano che si congratula, rivolto ad un ufficiale delle SS, per il successo del comandante dell’U-81.

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