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1°- Dalle origini all'epoca napoleonica

CAPO IV 0

IL GENIO MILITARE NELL'ESERCITO SARDO PRIMA DEL 1860

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] 0 - DALLE ORIGINI ALL'EPOCA NAPOLEONICA

Con la sommaria storia ed enumerazione degli ingegneri italiani (capo Il0), che nei secoli XVl0 e XVII0 studiar~mo, e la~ vo rarono così sapientemente alla trasformazione degli antichi metodi di fortificazione, rid-i\cendoli a quelli voluti dall'impiego ognora più possente e più distruttore delle artiglierie, si è giunti presso a poco all'epoca nella quale questi ingegneri cessarono di essere una classe privilegiata, per entrare anche presso di noi a far parte di un corpo militare, regolato su basi gerarchiche, provvisto di distintivi speciali nella divisa e stretto da particol-ari discipline.

Ma convien~ ora ordinare il quadro storico così prospet~ tato. ·

I duchi di Savoia a,vevano i~piegato fino dallo scorcio del secolo XIII0 ingegneri e truppe speciali esclusivamente per opere di fortificazione ; e si può ammettere che la prima ori~ gine di una truppa d'ingegneria italiana possa riscontrarsi negli antichiss{mi établies, cioè nelle « bande di guarnigiÒne », che s~rvirono unicamente alla conservazione ed alla difesa dei luoghi forti e che portavano tale nome (établies) per~·

chè costituivano la prima specie di truppa Habile, che si avesse nel Piemonte.

Nel secolo XIV0 trovavasi, presso la Corte, un ufficiale di alto grado, che era detto il bailivo, ed in alcune province vi erano vice-bailivi, i quali sopraintendevano ai marchesi ed ai conti (od ai feudatari) e si occupavano della tranquillità delle province, dell'amministrazione della giustizia e <l delle fortificazioni e difese delle piazze » (1).

Verso il 1521 l'istituzione delle bande di guarnigione finì,, si estinse; ma ciò avvenne probabiimente per effetto dello stato pol,itico del Piemonte ridotto dalle intestine di~cordie e dalle soperchierie straniere ad una vera anarchia.

Quando Emanuele Filiberto ritornò dalle Fiandre nel 1560e riprese possesso de' suoi stati, mise mano ad un riordinamento di tutti gli organi di governo, principalmente dell'esercito <2),.

(1) SALUZZO, Storia militare del Piemonte, voi. 1° , pag. 17 l. (2) L'amministrazione militare, che fu sempre fra le prime nel Piemonte,. fu dal saggio principe costituita da tre uffici, che si dicevano: veadoria o· veedoria (retta da un veador generale, con un suo ufficiale); contadoria (retta da un contadore generale, con un suo ufficiale); tesoreria della milizia (retta da un tesoriere generale, con un suo ufficiale) ; i quali uffici esercì tavano" l' amministrazione generale delle truppe sì nazionali che estere,. - vi erano allora a servizio del Piemonte 54 reggimenti o compagnie di fanteria svizzera-"tanto d'ordinanza che provinciali, sia a cavallo che a piedi, e cosi in tempo di pace come di guerra,. (ducali patenti). Questi tre distinti dipartimenti del dicastero della guerra costituivano però una sola azienda, e l'ufficiale capo di tutti era il veador generale delle milizie, nella persona di messer Gian Antonio Mauro (ducale patente del 10 gennaio 1561, data a Vercelli). L'azienda prese poi il nome di segretariato di stato e guerra, nel 1687, per disposizioni di Vittorio Amedeo II0 , che nominò segretario (patente del 1 O' luglio) il barone Dionigi d'Aranthon d'Alex; e dal segretariato di stato e guerra derivò poi l'odierno Ministero della guerra, che dal 1814 al 15 ottobre 1850 stette unito al Ministero della marina. A quella data si costituirono due ministeri separati, presieduti però da un solo ministro, che dicevasi: ministro di guerra e marina; e ciò fino

e, per quanto intere~sa la storia dell'Arma, soppresse la carica di baili vo ( verso il 1561 ).

A questa epoca dunque non si trovavano più nè ufficiali nè truppe che rappresentassero in Piemonte il servizio del-l'ingegneria mili tare ; ma l'assoluta assenza di tecnici durò poco, perchè nell'anno 15 70 gli établies furono ricostituiti in modo regolare, determinandone la forza e l'armamento. Eranocomandati da ufficiali che si chiama vano ca~ tellani (chatelains), i quali dovevano sopraintendere tanto alla difesa dei luoghi affidati alla loro custodia, quanto a quellçt delle artiglierie e,. forse, anche a qualche macchina antica rimasta in uso, ·il che si verificò fino al principio del 1600 (1 ).

In tempo di guerra questi castellani assumevano funzioni militari, cioè dirigevano i s.ervizi tecnici, assieme agli établies ; e così ricomparvero gli ingegneri militari da campo in oppo-sizione, quasi, agli ingegneri militari architetti sempre esi-, stenti. Ai primi, Carlo Emanuele 1° (1580-1630) attribu_ì in guerra i servizi eh/oggi disimpegnano gli ufficiali di stato maggiore generale. _ Di più, con ordinanza del 15 giugno 1603, egli istituÌ. un corpo speciale d.i artiglieria (non ancora militare), di viso in minatorj e bombardieri o cannonieri. I minatori ebbero la parte più delicat~. più sapiente e più pericolosa dell'arte,.

al 1860, dopo si che si ebbe un ministro per ogni dicastero. Si vegga la storia del ministero della guerra nel I0 annuario militare pubblicato nel 1854. (1) Le cariche d.i bailivo, vicebailivo e castellano erano riservate alla più alta nobiltà piemontese e cosl vi si ebbero, degli Asinari, dei Bobba, dei Chabod, dei Chevrons~Villette, dei Luserna, dei Provana, dei Piossasco, dei San Martino, dei Sayssel, dei Solaro e dei Vagnone. V. ALESSANDRO SALUzzo. op. ,cit .. · Altra carica. importante alla corte di Savoia era quella dei marescialli. Il primo maresciallo di Savoia fu Stefano De la Baume, che fu anche uno ·dei primi cavalieri del Collare, nel 1362; e l'ultimo fu Renato di Challant che morì nel 1567. La carica di maresciallo passò verso quest'anno nel Gran Mastro d'artiglieria.

e conservarono per lungo tempo il primo posto nel!' arma del1' artiglieria (1 ). Risale anche a Carlo Emanuele 1° l'istituzione del grado o titolo di Generale delle fortificazioni, spesso però congiunto a quello di Generale dell'artiglieria; e con molta lode occu,: parono questa doppia carica : Ercole Negro conte di Sanfront; Carlo della Porta di Castellamonte ; Carlo Morello, che fu il fortifìcatore di Bard (2). , Il conte di Saluzzo (3) scrive che nel secolo XVII0 ed in · buona parte del XVIll0 " i s6ldati furono poco impiegati negli ' assed~, per un antico pregiudizio che faceva disprezzare tutto ciò che aveva relazione coi lavori di terra, ritenuto avvilente ... ,, -così appunto come si è detto aver ~critto il Gribeauval; ed ancora : " Il generale delle artiglierie e quello delle fortifì. cazioni, erano poi considerati come di un grado al di sotto dei generali di fanteria e di cavalleria,,.

Nel 1655 Carlo Emanuele Il0 costituì un corpo di stato maggiore autonomo, ed allora ridusse il servizio degli ingegneri

(1) È bene indicare che Carlo Emanuele 1° fu il fondatore dell'esercito nazionale. Egli nel 1618 istitul i primi reggimenti di fanteria d'ordinanza, . che furono dapprima 3 piemontesi e 2 savoiardi e si dissero Reggimenti di S.A .. Ebbero vita intermittente e variarono di numero durante il regno di Vittorio . Amedeo 1° e della duchessa Maria Cristina, fìnchè nel 1664 il duca Carlo Emanuele Il0 diede una ordinanza stabile alla fanteria nazionale: fissando il numero dei reggimenti d'ordinanza a 6, e denominandoli col nome di una delle province dello Stato (meno il 1°) cosi: reggimento delle guardie (ora granatieri) · di Savoia, di Aosta, di Monferrato, di Piemont~, di Nizza. (2) Il generale d'artiglieria fu una derivazione del gran mastro d'arti• glieria; e questo nome e questa carica ricomparvero nell'esercito sardo an• . cora nel secolo Xlv°. (3) SALUZZO, op. cit ..

militari al solo servizio tecnico ; li disimpegnò dai vincoli di# sciplinari e li pose alla dipendenza dell'Azienda delle fabbriche e delle fortificazioni (1). In tempo di pace erano considerati come borghesi ed in tempo di guerra avevano nell'esercito il grado di capitano. Acquistarono rinomanza fra essi Robutti, Maurizio di Valperga e, specialmente, Amedeo di Castella~ monte al quale si debbono opere importanti nelle fortificazioni torinesi (2) e molti e belli edifizi ci vili, come : il palazzo reale e quello dell'accademia delle scienze, il castello della Venaria, i palazzi della piazza S. Carlo, ecc ..

Venti anni dopo circa, cioè al principio del regno. di Vit~ torio Amedeo II0 ( 1675), gli ingegneri furono di nuovo orga~ nizzati militarmente ed ebbero un Primo ing~gnere (3).

E qui si presentano nella cronologia una data ed un av~ venimento che hanno importanza, sebbene indiretta, con la st&ria dell'arma del genio, cioè la istituzione della Reale Acca~ demia od Accademia di Savoia, od anche Reale Convitto di Torino, avvenuta nell'anno 1678 al fine di " allevare alle armi paggi di corte od uffìziali per l'esercito,,. Quest'accademia occupò un palazzo in via della Zecca, a Torino, che era stato costrutto nel 1669 da Carlo Emanuele II0 , con disegni del Castellamonte ; lo stesso palazzo ove fu poi nel 1815 traspor~ tata l'accademia militare odiernq. ed ove ancora si trova (4).

Nell'accademia di Savoja si doveva insegnare "con esattissima applicazion·e a 'montare a cavallo, correre all'anell~ e alle teste dei mori, a ballare, far di spada, volteggiare, gli esercizi del flloschetto, della picca e .stendardo ... ,, al che s 'ag~

(1) Corrispondente ali' odierna « Direzione: generale del genio ».

(

2 ) V. BoRGATTI, Le mura di Torino. ( 3 ) V. Annuario n{ilitare del Regno d'Italia. Anno I 913. Cenni storici sulr arma del genio. (4) V. in questo capo, a questa data.

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giungevano " lezioni di geografia, matematica, fortificazioni, disegno et blasone (1),,.

Fu più volte, a seconda delle vicende della politica e della guerra, chiusa e riaperta ; nel 1730 ed anni successi vi vi si insegna vano ancora la fortificazione e l'arte degli assedi e da essa uscì qualche ufficiale del genio (2).

Riprendendo l'ordine cronologico trovasi che nel 1697 ..:.:_ editto del 18 luglio - Vittorio Amedeo II0 militarizzò anche il corpo reale d'artiglieria, e da allora i cannonieri, i bombardieri, i minatori e gli operai diventarono soldati. In origine, tale corpo consistette soltanto in un battaglione di 8 compagnie (di cui 2 erano di operai ; cioè: zappatori e minatori)~ poi fu accresciuto al tempo del!' assedio di Torino.

Nel decembre del 1726 - decreto del giorno 26 - gli ingegneri militari dell'esercito di Savoia vennero aggregati allo stato maggiore del corpo d'artiglieria sopradetto e con l'occasione fu stabilito l'organico in numero di 12 ingegneri, cioè : 2 col grado di maggiore, 3 di capitano, 3 di luogotenente. e 4 di sottotenente; ai quali, non molto dopo, venne aggiunto, èol grado di luogotenente colonnello, l'insigne ingegnere Ignazio Bertola .

Più tardi, nel 1733, Carlo Emanuele II1°, separò il genio dall'artiglieria e costituì il Corpo degli ingegneri, con un capo

(1) Cosi diceva il Regolamento. Fu primo governatore Carlo Luigi San Martino d'Agliè, marchese di San Damiano, cavaliere dell'Annunziata, ecc .• · (2) Appartenne a quest'accademia Vittorio Alfieri, che vi stette dal 1758 al 1766, nel quale anno fu licenziato porta insegna nel reggimento provinciale d'Asti.

particolare, che fu Ignazio Bertola predetto, col grado di colonnello (1).

Nel bilancio del I 734 il corpo del genio figura va composto di 24 ingegneri e precisamente : 1 colonnello, 1 luogotenente colonnello, I maggiore, 4 capitani, 6 luogotenenti, I I sottotenenti.

Volendo poi assicurare l'istituzione degli ufficiali nelle due armi tecniche, Carlo Emanuele II 1°, per opera e per consiglio del colonnello Bertola, aprì in Torino, nel 1739, un apposito istituto che chiamossi, dapprima, « Regie scuole teoriche di artiglieria e fortificazioni » (direttore il Bertola) (2) e poco dopo prese il nome di Scuola reale militare d'artiglieria e genio e vi ve ancora nella Scuola d • applicazione d'artiglieria e genio. Al Bertola segui nella direzione delle « Regie scuole teoriche d'artiglieria e fortezza » Alessandro Vittorio Papacino d'Antoni, che di venne poi tenente· generale e fu comandante dell'artiglieria ( v. a hg. 16, il suo ritratto, preso da un bellissimo busto policromo posseduto dal l\!Iuseo). Fu anche insegnante alla scuola stessa e pubblicò una reputatissima opera col titolo: Trattato di architettura militare, in 6 libri, tutti riguardanti le fortificazioni e le regole di attacco e di difEsa delle piazze. Oltre al Papacino, ecco il nome dei migliori insegnanti di quei primi anni : · Gasp; re Tignola ufficiale d'artiglieria, autore di parecchi libri di · testo ; Ignazio Andrea Bozzolino, uffi-

( 1) Di questo illustre ufficiale, che fu il nostro primo comandante, verranno d:1ti il ritratto e lo. biografia al capo VII0 : / grandi comandi e le qipendenze. (2) Tre anni ·prima della istituzione delle regie scuole militari, s'era creata a Torino·un'accademia per le arti del disegno, ove sì era dato luogo ancora àll'architettura militare, con "esempio non più veduto nè prima nè dopo,. come scrisse P ROSP ERO B ALBO nella Vita di A lessandro Vittorio Papacino d'Antoni.

ciale dei minatori, morto maggior generale, e che. da ten. colonnello degli ingegneri scrisse un libro di Architettura mili~ tare ( v. capo 11°, pag. I 04); Carlo Andrea Rana" uomo di molta

Fig. I 6. Papacino d'Antoni

fama nell'architettura civile, idraulica e militare,, come scrive PROSP ERO BALBO (Vita del d'Antoni, citata).

Gli allievi destinati ai maggiori gradi-, in numero di 36, era~ ~o detti « di carriera,, od anche« cadetti » ; ma potevano fr~ quentare i corsi anche alcuni sottufficiali e soldati del real corpo.

Ultir:nate le scuole, e dati gli esami, i cadetti venivano nominati nei posti vacanti dei rispettivi corpi dell'artiglieria

e degli ingegneri, col grado di luogotenente ; e siccome non era raro il caso in cui le vacanze fossero considerevoli, così spesso ai cadetti primi classificati veniva dato il grado di capitano~ luogotenente.

Poco si sa dell'ordinamento di tali scuole nei primordi della istituzione. Nel 1755 erano divise in tre corsi : due corsi comuni agli a_llievi delle due armi duravano 5 anni, e l'ultimo corso, speciale a ciascun'arma, durava. 2 anni.

L'importanza di queste scuole e la celebrità che acquistarono inducono ad accennare qui le materie d'insegnamento. Nei primi 5 anni si facevano studi specula ti vi e studi militari. Gli studi speculativi comprendevano : l'aritmetica, la geometria piana, la trigonometria, la geodesia, la geometria solida, le sezioni c9niche, la meccanica ragionata compresa la balistica, l'idrostatica, i principi generali di idrodinamica. Si chiama vano studi militari : il disegno, la fortificazione, l'arte del costrurre, le mine, l'attacco e la difesa delle piazze. Negli ultimi due anni di corso si compÌetavano le istruzioni speciali degli ufficiali, cioè : gli artiglieri impara vano la fabbricazione delle pol ver,i e le istituzioni dell 'arti.gli eri a in pace ed in guerra ; gli ufficiali ingegneri imparavano a conoscere i materiali da costruzione ; ed inoltre, al fìne di rendere più proficua l'istruzione, gli allievi erano condotti all'arsenale, alla fabbrica delle poi veri, al la bora torio dei bombardieri, alle fortificazioni ed alle celebri contromine della cittadella di Torino. Verso la fine del corso di allievi costruivano un Jor~ tino, ed intorno ad esso eseguivano un ~imulacro di attacco e di difesa, eçl ·a ciò la guarnigione di Torino forni va le truppe necessarie.

La divisa dei cadetti-alunni delle regie scuole teoriche di artiglieria e fortificazioni (fig. I 7) consisteva in (1) : abito lungo

"(1) V. GALATERI DI GENOLA, Armala sarda: undormi antiche e moderne (1844). 'Benchè il Galateri indichi che i costumi dei cadetti da lui riportati

azzurro scuro con fodere alle falde e risvolti ali 'esterno gialli (il bavero ed i risvolti sul petto erano di seta nera con bottoni dorati); panciotto bianco e bottoni dorati (la camicia usciva alla scollatura con pieghettature bianche); crayattone dello' stesso colore; brache corte, d'azzurro scuro come l'abito; calzettoni a guisa di uose fino al ginocchio, con bottoni dorati lungo, il fianco esterno ; scarpe nere ; cappello a feluca, disposto trasversalmente rispetto al capo, di panno nero orlato di gallone d'argento; parrucca bianca con codino.

Al fianco, un cen turino di tessuto dorato con larga fibbia rossa e spadi~o con ricca elsa dorata ; fodero di cuoio nero e lungo puntale.

L'anno 1747 fu l'ultimo ·della guerra della Prammatica sanzione, e gli ultimi episodi si svolsero in Alta Italia, Delfinato e Savoia. Erano in lotta da una parte gli Spagnuoli, collega ti ai Napoli ta~ ni, ai Francesi ed a quasi tutti i prìncipi

Fig. 17. Cadettoalunno delle R. scuole teoriche d 'artiglieria e fortificazioni.

della Germania, dall'altra parte gli Austriaci coi Piemontesi e gli Inglesi.

Uno dei piò gloriosi episodi fu la battaglia dell'Assietta (19 luglio 1747) fra i Gall~lspani, comandati dal cavaliere di Bellisle e gli Austro~Sardi, comandati dal conte di Eriche~ rasio, ed ivi rifulse l'eroismo dei Piemo~tesi e l'ardimento « te~

si riferiscono ai tempi di Carlo Emanuele I 11° ed agli anni 1736 e 1739, forse si deve scendere un po' più verso di noi, cioè ai tempi di Vi ttofio Amedeo Il 1°, nella seconda metà del 1700.

stardo>> ma compensato dalla vittoria, del conte di San Se ... bastiano.

E da citar~ questo fatto nella storia dell'arma del genio perchè segna 1..m'incontestabile vittoria del tecnicismo. Se gli Austra...Sardi, pochi di numero - 7400 uomini circa - e male armati, poterono respingere i numerosi attaccanti, forse il doppio, infliggendo loro gravissime perdite - 5300 soldati ·e 430 ufficiàli - in confronto alle minime perdi te sofferte - 185 soldati e 7 ufficiali Piemontesi e 25 soldati e iufficiali Austriaci - lo si deve indubbiamente ai provvedimenti di ... tensivi adottati dal capitano-ingegnere Vedani, che prese gli ordini e gli opportuni concerti col comandante conte di Bri ... cherasio (1 ). Ma di queste opere si farà accenno più partico ... lareggiato trattando degli zappatori (capo I X0) .

Lo stesso Re Carlo Emanuele I I 1°, " volendo poi ncono ... scere gli zelanti servizi resi nelle passate guerre dagli ingegneri mili tari ,, (2) ordina va ( decreto 4· luglio 1752) che il corpo da essi costituito fosse considerato militare e prendesse anzianità e rango nell'esercito, con la denominazione di Corpo degli ingegneri militari di S. M ..

Questi ingegneri ebbero una divisa che differiva poco da quella degli ufficiali d ',artiglieria, e consisteva in (fìg. 18) abito lungo còn panciotto e.brache di panno bleu scuro (l'abito aveva · larghi risvolti al petto, ampio ba vero rovesciato e manopole di panno bianco, con sopra bottoni alternati d'oro e d'argento); lunghi calzettoni, fìn sopra al ginocchio, di panno bianco e

(1) VrITORIO DABORMIDA, La battaglia delf Assiefta. Studio storico.

Enrico Voghera, Roma, 1891 , za edizione. (2) Specialmente alla difesa di Torino, di Vercelli, di Verrua, di Chivasso, e di Cesana (1703- 1712); all'assedio di Fenestrelle; a Parma e Guastalla·; . a Castel Delfino ; alla Madonna dell'Olmo ed all'Assietta (1748).

scarpette b _ asse ; cappello a tre pizzi od a tre corni, di pànno ~ero, orlato di largc gallone d'argento, e nodo di n.astro azzurro sulla falda rialzata a sinistra ; spadino con elsa dorata.

Gli ufficiali di artiglieria porta vano risvolti az:~urri invece

Fig. 18. Ingegnere militare di S. M. Carlo Emanuele II1°

di bianchi ed avevano i bottoni dorati ; di gallone d'oro era l'orlatura del cappello.

L'anno 1775 è memorabile nella nostra storia, essendochè, . con decreto dell' 11 giugno, Vittorio Amedeo I I 1° accordò tanto al genio come all'artiglieria il titolo di corpo -reale, chiamando il genio << Corpo reale degli ingegneri » e stabilendo che la sua anzianità nell'armata fosse computata dal 1752; e quélla dell'artiglieria (alla quale fin dal 1739 era stata accordata la bandiera) venisse computata dal 1696.

Gli ingegneri del corpo reale ebbero allora, stando all'albo del Galateri, una divisa speciale e diversa da quella degli altri corpi, e cioè: abito lungo di panno azzurro, con largo bavero rovesciato, risv.olti sul petto e manopole del tutto cremisi. E la prima volta che questo colore, rimasto poi tradizionale, ap~

Fig. 19. Ufficiale degli ingegneri di Vittorio Amedeo III (1775)

pare nelle nostre divise. Sul risvolto dell'abito e sulle ·maniche, al disopra delle manopole, sono applicati piccoli alamari, di tes~uto d'oro e d'a;gento, alternati; con finte asole per bot~ toni, corti spallini di cordon'i alternati d'oro e d'argento, usati forse nella grande uniforme, perchè in altri figurini dell'epoca gli spallini non sono indicati (fig. 19) ·(1) ; panciotto e brache

( 1 ) Oltre ;ill'album del GALATERI già citato, si consultano alcuni album esistenti nella regia biblioteca di Torino ; uno porta il titolo État des paies et uni/ormes des troupes de la M. le Roi de Sardaigne e porta in matita la data del 1782 ; un altro è dedicato a Vittorio Amedeo I II0 ed ha la data del 1789'; un terzo, fin al men te, senza alcuna indicazione speciale, porta la data 1795-1796.

di panno bianco e il panciotto con bottoni alternati dorati ed· argentati ; uose lunghe, forse di panno nero, sormontanti il ginocchio (in alcuni figurini è indicata una fila di bottoni lungo la gamba, all'esterno ; ed in alcuni altri la uosa nera è ·sostituì ta da calze bianche) ; scarpette basse (probabilmente nell'abito di corte); cappello a due punte, od a feluca, messo a tra verso al capo, con larga bordura di gallone d'oro e fiocco di seta azzurra verso l' es tremi tà sinistra.

Attorno alla vita gira un cintura azzurra con sovrapposto un largo gallone d'oro e ricchi fiocchi di cordone d'oro al fianco sinistro, ove è appeso lo spadinc dall'elsa dorata, fodero di cuoio nero e lungo puntale dorato. La cintura di stoffa azzurra coi galloni a fìocèhi d'oro era forse indicazione di servizio (come al presente la sciarpa azzurra), perchè non si trova in tutti i figurini, da alcuni dei quali si rileva che la spada è portata da un centurino agganciato sotto al panciotto. In un figurino del J 796 si trova lo spadino appeso ad una bandoliera di pelle, -che è messa sotto all'abito e sopra al panciotto.

Il 22 marzo 1775 Ignazio Bertola era morto e lo aveva sostituito nel comando e nella direzione ,nel nuovo corpo il -conte Lorenzo Bernardino Pinto.

Il corpo reale degli ingegneri militari, ad onta della regolare e militare organizzazione datagli da Carlo Emanuele III0 e confermata da Vittorio Amedeo III0 , non ebbe truppe. f: ben vero che erano stati istituiti nel 1775 una Legione degli accampamenti (il nome ne dice l'ufficio) (1) e nel J 793 un Corpo di guastatori~ ma tutti dipendevano dal Quartier mastrQ dell'armata, come gli zappatori ed i minatori continuavano a dipendere dall. arglieria.

( 1 ) Creatore e primo comandante della legione fu Benedetto Nicolis di Robilant, che poi comandò anche l'arma del genio.

La legione accampamenti fu portata nel 1786 alla forza ,di 1 brigata di 4 battaglioni : ogni battaglione era costituito di 4 compagnie di cannonieri, più una· 5a compagnia, che era : .di bombardieri nel 1° battaglione, di operai nel 2°, di zappatori nel 3°, di minatori nel 4°. Il corpo fu di nuovo trasformato, e nel 1792 fu di~ viso in due reggimenti : l'uno detto dei grana.ti eri reali e l' al~ tro dei g~astatori o pionieri. Il museo del genio pos~iede una rara lastra di rame (1 ), che porta il ruolo della brigata degli accampamenti e dal quale s1 rileva che vi erano : · - allo stato _ maggiore : maggiore di brigata ; capitani - maggiori; aiutante maggiore di brigata; aiutanti maggiori di battaglioni ; chirurgo maggiore ; sergenti e caporali maggiori ; tamburo maggiore ; ·- alle truppe : capo e quartier mastro generale ; co~ lonnello comandante; luogotenenti colonnelli ; maggiori co~ mandanti; capitani dei granatieri e d'ala; capitani~luogote~ nenti; luogotenenti; sotto luogotenenti .; sergenti di compagnia ; sergenti di squadra ; tambµri e pifferi ; caporali di squadra ; appuntati ; cadetti; soldati. La divisa . dygli ufficiali degli accampamenti era simile a quella degli ufficiali degli ingegneri ; ma i risvolti dell'abito -ed il bavero erano azzurri. Anche i soldati in grand'uniforme erano vestiti pressochè come gli ufficiali, con maggior parsi~ · monia nelle decorazioni e nei galloni di tessuto d'oro e d'argento. Sopra al panciotto, di panno 'bianco, avevano un cinturone di ·Cuoio giallo, da cui pendeva una· corta spada. Quand'erano ·« sotto alle armi 1> porta vano a tracolla, dalla spalla sinistra al fìanc9 destro, una larga bandoliera di cuoio bianco, che reg~ · ·gevà una borsa di cuoio nero, la quale servi va per piccoli stru~

1 ) Dono del signor Carlo Magni di Roma.

menti del mestiere. L'arma era ~il fucile della fanteria, con corta baionetta, il cui fodero s.i agganciava vicino .alla ~pada (fig. 20) (1). .

Poche ed insignificanti modificazioni avvennero hell'ar~ ma nella seconda metà del 1700.

Nel I 788 morì il generale Lorenzo Bernardino Pinto <2)

Fig. 20, Soldato della legione accampamenti

e gli successe nella carica di comandante in capo del corpo reale del genio Spirito Benedetto Nicolis di Rq_bilant Mallet,. l'institutore e comandante della legione degli accampamenti, il quale resse la carica fino all'invasione francese. "-

( 1 ) L'ingenua rappresentazione è presa da una raccolta di figurini che è nella biblioteca del Duca di Genova a Torino e che è preziosa per gli esatti particolari. (2) Se ne darà biografia e ritratto nel capo VII0•

Per molti anni della seconda metà di questo secolo, il Piemonte, in lega con l'Austria, sostenne lunghe lotte contro la Francia, e nell'esercito piemontese sono ufficialmente ricono'Sciute eél annotate le campagne del 1792, 1793, 1794, 1795, 1796, 1797, 1799, 1800 (da gennaio a giugno).

Ad esse presero parte ufficiali ingegneri, ufficiali della le-gione accampamenti, ed anche ufficiali dell'armata, che poi, nel 1814 o dopo, 'passarono a far servizio regolare nell'arma, comè : Domenico Tiburzio, Luigi Nuytz, Giuseppe Alziari di Malaussena, Carlo Cochis, · Giovanni Ant. Rana, Amedeo Tempia, · Ferdinando Gavuzzi, Giusto Marcello Nicolis-Frassino, Vittorio Nicolis-Robilant, Giandomenico Danesi, T omm.aso Cisa-Asinari (di Gresy), Michele Nocenzo, Giovanni Emici, Luigi Boursetti, Ferdinando Martini, Nicolao Quaglia, Francesco Alzi ari di Malaussena, Gaetano Quaglia, Lodovico Porro, Giuseppe Ribotti-Vassallo, Giovanni Persoglio, Carlo Bauzani, Pietro Vincenzo D-enis, Vittorio Denis, Giuseppe Lau·gier, Luigi Gianotti (seniore), Vittorio Boyl. Non tutti presero 0 parte a tutte le ca~pagrie, nè tutti, allora, col grado di ufficiale ; e si particolareggieranno meglio le circostanze quando si riprenderanno in esame i nomi di essi alla ricostituzione del corpo nel 1814, e negli anm success1v1.

Sciolto il 9 decembre 1798 l'esercito piemontese dal giuramento di fedeltà al Re, il corpo del genio ebbe nell'esercito -della nazione piemontese alcune truppe dipendenti, riunite in una compagnia di minatori ; ma nel maggio del 1799 an-

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