RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
Evasione, erranza e vagabondaggio da e nella esistenza di DILETTA FOLLACCHIO140 Dio, la vita non è proprio altro che solitudine, malgrado tutti gli oppiacei, malgrado la stridula, posticcia, allegria delle “feste” senza scopo, malgrado il sorriso falso che tutti indossano.
(SYLVIA PLATH)
Lily Everit, personaggio del racconto La presentazione di Virginia Woolf, è appena arrivata a una festa per il suo ingresso in società; accanto al misto di emozione e timore, desiderio di esporsi e vergogna di essere notata, vive dentro di sé un’indecisione tra il mondo che le è appartenuto fino a quel momento e nel quale lei poteva essere sé stessa – «le appartenevano, piuttosto, correre e affrettarsi e meditare nel corso di lunghe passeggiate solitarie, scavalcando cancelli, avventurandosi per sentieri fangosi, nella foschia, nel sogno, nell’estasi della solitudine […]» 141 – e il mondo nel quale sta entrando in punta di piedi, con la paura di non riconoscersi abbastanza nella parte che la società ha scelto per lei e che ora le viene imposta – «[…] se avesse lasciato cadere un fazzoletto (com’era già successo) un uomo si sarebbe precipitato a raccoglierlo per restituirglielo»142. Lily, inoltre, è chiamata a lottare tra due dimensioni, quella del mondo messo su dagli uomini, quella «massiccia realizzazione mascolina»143, fatta di «alte torri, le campane solenni, i palazzi che la fatica degli uomini aveva costruito mattone su mattone, le chiese erette con la fatica dell’uomo, gli stessi parlamenti; e persino l’incrocio dei fili del telegrafo»144, e quella del ruolo delle donne di «arieggiare e abbellire questa vita ordinata dove tutto era già stato fatto»145. La lotta di Lily è duplice, tra maschile e femminile, e tra superficialità, quella della festa, e profondità, quella del suo saggio sullo stile del decano Swift, valutato eccellente dal suo professore proprio la mattina della festa. Tali consapevolezze – «La vita si divideva (ne era sicura) in realtà – quel saggio – e finzione – la sua uscita»146, – messe sempre più a fuoco dalla protagonista mentre attende che la signora Dalloway la tiri fuori dal suo angolo per essere presentata a qualche giovanotto, portano Lily a estraniarsi per qualche istante dalla stanza dove conversano gli invitati e si muove eccitata e commossa la signora Dalloway; ma già prima della sua uscita, quando la sorella e la domestica provvedono agli ultimi ritocchi, ciò che importa a Lily è sempre il suo saggio, pur intercettato in qualche momento dalla distrazione e dalla novità del suo splendido aspetto, come se avesse paura di perdere la concretezza della sua profondità. Lily si estranea per riflettere sulla propria condizione di donna e sul gorgo nel quale sta per essere gettata, dove «sarebbe perita o si sarebbe salvata»147; considera il dislivello tra ciò che hanno costruito gli uomini e quello che lei in rappresentanza di tutte le donne può presentare senza poter competere di fronte all’opera maschile; riflette su chi è lei DILETTA FOLLACCHIO (Pescara, 1987), vive tra Pescara e Verona dove insegna lettere alla scuola secondaria di primo grado. Laureata in Italianistica presso l’Università di Bologna, ha curato un’intervista al critico Goffredo Fofi su La Bibbia in Spagna di George Borrow in occasione del Festival delle Letterature dell’Adriatico ed è stata il critico letterario della raccolta di racconti La Mia MelaMarcia dell’esordiente Simone Di Plinio durante le prime presentazioni del libro. Ha già scritto per «Euterpe». 141 VIRGINIA WOOLF, La presentazione, in La signora Dalloway in Bond Street e altri racconti, Newton Compton, Roma, 2014, p. 89. 140
Ibidem Ivi, p. 90. 144 Ibidem 145 Ibidem 146 Ivi, p. 87. 147 Ivi, p. 88. 142
143
108