RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
Arrèri ô scuru di José Russotti
Recensione di MICHELE BARBERA “Ma a notti è fatta suru di sirenzi, unni mi peddu e mi cunfunnu … intra stu mancanti i nenti iapru ‘u cori e mi lassu iri”. (ma la notte è fatta solo di silenzi, dove mi perdo e mi confondo … dentro questo vuoto di nulla apro il cuore e mi lascio andare) (da Arrèri ô scuru di José Russotti)
José Russotti, il cui estro poetico è già ben noto ai nostri lettori, ci ha donato con la sua nuova silloge Arrèri ô scuru” (Controluna Edizioni, 2019) un emozionante dualismo poetico, in cui lingua italiana e dialetto mavvaggnotu169 s’incontrano in modo simbiotico e rendono trepidante omaggio a quelle emozioni che il critico definì “scissioni dell’animo”, ovvero pure e nude verità emozionali. José, da assoluto cantore dell’anima siciliana e poeta celebrativo della “bella lingua”, è riuscito a sanare il mortificante dualismo dialettotraduzione, esaltando la musicalità poetica di entrambi i registri linguistici, talché la silloge è godibilissima nelle due anime interne che si specchiano l’una nell'altra. La silloge è afflato di silenzi e grida che animano illusioni di vuoto e nulla, ma anche germinazioni di sentimenti caldi e passionali, ritratti impressionistici e calde emozioni a volte devastanti, come la lava della Muntagna che scorre, linfa vitale e nascosta, tra i versi dei fogghi mavvagnoti di José. Tenero e struggente è il messaggio di Senzio Mazza, che apre la silloge, monito e insieme testamento spirituale a José Russotti, illuminante più di mille e acute recensioni. Senzio, poeta dialettale finissimo, ma anche vecchiu chi bramìa, depositario di una tradizione letteraria secolare, esprime in modo semplice ma efficace il timore che la “santa palora siculana” vada perduta. L’animo dell’anziano poeta si rallegra leggendo i versi di José, mùsica e meli, per tutti coloro che vivono ‘mpettu la Muntagna. Il tempo diventa così, un inutile diaframma di fronte all’eternità dell’arte poetica, tradizione e patrimonio spirituale, e allo stesso tempo, luogo immaginifico che frantuma la 169
Della città di Malvagna, in provincia di Messina. [N.d.C.]
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