RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
l’ultimo talamo. Tutto ciò fa di noi creature in anima, collocate dentro un guscio permeabile.
Home. Sweet home. Or not.
Gaston Bachelard: «Non solo i nostri ricordi ma anche le nostre dimenticanze sono alloggiate; il nostro inconscio è alloggiato, la nostra anima è una dimora e, ricordandoci delle case e delle camere noi impariamo a dimorare in noi stessi. Le immagini della casa (ce ne accorgiamo fin da questo momento) procedono in due sensi: esse sono in noi così come noi siamo in esse» (da La poetica dello spazio, Dedalo, Bari, 1975). Bibliografia CHATWIN BRUCE, Anatomia dell’irrequietezza, Adelphi, Milano, 1997. HILLMAN JAMES, Saggi sul Puer, Adelphi, Milano, 1988. AA.VV., Una casa tutta per lei, a cura di Valeria Bianchi Mian ed Emma Fenu, Golem Edizioni, 2017.
La cultura hobo di ANTONINO CAUSI82 L’hobo è riconoscibile in un individuo dedito al vagabondaggio che per sua scelta decide di seguire uno stile di vita basato sulla semplicità, ricerca dell’avventura e del viaggio. Non è un senzatetto è uno che si improvvisa venditore di qualcosa, svolge lavori saltuari di breve durata, perché è sempre assediato dalla voglia di libertà, cambiamento e avventura. La cultura hobo nasce negli Stati Uniti verso la fine del 1800, in considerazione dello spirito avventuroso dei primi coloni, dei cercatori d’oro, a cui si ispirarono i libri di racconti e la vita stessa dello scrittore, giornalista e drammaturgo statunitense Jack London, che svolse svariati lavori e si unì alla famosa corsa all’oro del Klondike, prima di diventare un famoso scrittore. Nei primi decenni del 1900, il fenomeno del vagabondaggio viene vissuto in America come un grosso allarme sociale e causa di disgregazione morale e civile. Si sviluppano fenomeni di intolleranza, diffidenza mediatica e popolare verso i vagabondi, barboni e gli hobo considerati dei criminali. Così vengono applicate leggi severissime che puniscono il reato di vagabondaggio, normative che rimarranno in vigore fino agli anni ’70 prima di essere considerate totalmente incostituzionali. ANTONINO CAUSI (Palermo, 1964) si è laureato in Scienze Politiche e ha ottenuto il Master Universitario di 1° livello in Immigrazione, asilo e cittadinanza presso la facoltà di Scienze della Formazione. Sottoufficiale nella Polizia di Stato. Per la poesia ha pubblicato i libri Versi in libertà (2009), Melodie dell’anima (2013) e Ogni uomo ha la sua isola, premiata al Premio “Carrera” (2018) e alla X edizione del Premio “Arenella - Città di Palermo”. Cura il blog di poesia e cultura «Tonypoet», è socio dell’Accademia Siciliana Cultura Umanistica, Consigliere dell’Accademia Universitaria di Lettere, Arti e Scienze “Ruggero II di Sicilia” e dell’Ass.ne Culturale “Ottagono Letterario”. Fa parte del Gruppo Poetico Lilybetano di Marsala (TP). Conferenziere, recensore, relatore e moderatore di incontri, è giurato in concorsi di poesia e narrativa. Scrive articoli per riviste letterarie. Da dieci anni organizza l’evento estivo “E…state in poesia”. Nel 2018 ha ricevuto dall’Accademia di Sicilia “La pigna d’argento” per la letteratura. 82
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