RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
positivo, cioè logico, né scientifico, cioè funzionalità né psicanalitico ossia narrativa e teoria delle proiezioni, né micro-costruzioni sociologiche ossia ideologie prosaiche. Distinguere l’apertura futura non detta e non pensata dell’uomo, capire che la nostra epoca non ci appartiene, come una proprietà nostra ma invece che siamo noi che apparteniamo ad essa come se fossimo suoi figli, in un’apertura culturale e poetica, in una produttività sociale e divergente. Per questo dobbiamo essere aperti al fascino del tutto- nulla, provando sia il tutto che il nulla. Il gioco del mondo si fa da quando il mondo è mondo e fino alla fine del mondo con questo disperante ritardo che è l’eredità delle redenzioni. La questione che si pone è come rispondere simultaneamente alla corrente sotterranea che si muove all’ombra nello spazio-tempo e all’orizzonte degli orizzonti lontani che si procura le sue luci.
Arthur Rimbaud, un vagabondo nato di FAUSTA GENZIANA LE PIANE113 Se si parla di fuga, non si può non parlare di Arthur Rimbaud. L’esercizio della poesia, che – dai Parnassiani a Baudelaire – aveva dato luogo a concezioni estetiche varie, anche opposte, diventa, con Arthur Rimbaud, decisamente una intensa avventura spirituale. Nato a Charleville (Ardenne) nel 1854 e cresciuto in un ambiente familiare limitato e provinciale (sua madre – figlia di agricoltori di Roche - è una donna autoritaria e bigotta, presto abbandonata dal marito, capitano del 47° reggimento di fanteria), il giovane Rimbaud, la cui intelligenza è straordinariamente precoce (a quindici anni con facilità traduce versi latini), rifiuta ogni conformismo e rivela una natura indocile e vagabonda: “La mia città natale” – scrive ad un amico – “è di gran lunga la più idiota di tutte le cittadine di provincia”. Così, è certamente in questo stato di spirito che fugge, a sedici anni, per recarsi a Parigi e poi a Bruxelles. È il periodo (1869-1870) delle sue prime poesie che sono già notevoli da tutti i punti di vista. Nel 1871, anno di nuove fughe a Parigi, invia all’amico Paul Demeny una celebre lettera in cui annuncia la sua idea di poesia: “Il poeta” - scrive – “si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi”. Per fare ciò, deve sperimentare “tutte le forme d’amore, di sofferenza, di follia”. Ecco perché scrive a Georges Izambard: “Ora io diventerò canaglia (questa parola rimabaldiana deriva da “crapula”, gentaglia, plebaglia, mascalzone, farabutto) il più possibile”. Rimbaud è dunque pronto per l’avventura. Alla fine del mese di agosto del 1871 inizia la corrispondenza con Verlaine (che allora aveva ventisei anni), al quale invia alcune sue poesie. Verlaine non è ancora celebre, ma è tuttavia conosciuto negli ambienti parnassiani e invita il suo giovane amico (“Venite, cara grande anima, vi chiamiamo, vi aspettiamo!”) che non aspetta altro per andare ancora una volta a Parigi. Porta altre poesie tra le quali Le Bateau ivre. FAUSTA GENZIANA LE PIANE (Nicastro, CZ, 1941) vive e lavora a Roma. Laureata in Lingue, ha insegnato francese e ha vinto una borsa di studio per la Romania. Ha curato le schede di lingua francese per la grammatica italiana comparata di Paola Brancaccio e adattato classici francesi per la scuola superiore. Per la poesia ha pubblicato i libri Incontri con Medusa, La Notte per Maschera, Gli steccati della mente, Stazioni/Gares, Ostaggio della vallata, Parole scartate, Cappuccio rosso e Scene da un naufragio. Con Tommaso Patti ha pubblicato la raccolta di racconti Duo per tre, cui ha fatto seguito Al Qantarah-Bridge, Un ponte lungo tremila anni fra Scilla e Cariddi, La luna nel piatto, Interviste a poeti d’oggi, A colloquio con,,,, Un libro, un luogo: itinerari dell’anima , Gente (non) comune, La meraviglia è nemica della prudenza. Invito alla lettura de “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza . Ha collaborato con «Il Giornale d’Italia», è iscritta all’Ordine dei giornalisti. Sue poesie sono state musicate dai compositori Giorgio Fiorletta e Amedeo Morrone. 113
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