Euterpe n°34 - "Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

assumendo un ruolo consequenziale o epesegetico. Così è il caso del verbo "errare", nel suo doppio significato di "vagare" e di "sbagliare", da cui rispettivamente derivano tanto gli attributi, il participio aggettivale "errante" e l'aggettivo "erroneo", quanto i sostantivi "erranza" ed "errore". Significati apparentemente estranei fra loro ma, a ben guardare, strettamente connessi. La staticità e la stanzialità sono sinonimi di appagamento e di sicurezza; all'opposto il dinamismo e il nomadismo sottintendono tensione e incertezza. Parimenti tuttavia le prime implicano abitudinarietà e tedio mentre i secondi comportano vitalità e mutamento. Realizzando un'affascinante dicotomia, le une attingono alla sfera del conosciuto, gli altri a quella dell'ignoto. Ed è proprio considerando questa complementarietà fra "stare" ed "andare" che si scopre, se non come essenziale certo come molto probabile, la seconda accezione del verbo errare. Chi sta fermo non fa nulla e chi non fa nulla non può sbagliare. Solo chi si muove lo può. Ma solo chi si muove può cambiare e quindi anche migliorare. Ergo: per migliorare occorre poter percepire e conoscere cose nuove e per far ciò occorre muoversi. Muovendosi per ottenere ciò è implicito il rischio dell'errore e si può ben dire che, se non proprio necessario e inevitabile, l'errore è pressoché fisiologico al rinnovamento, intesi i due concetti come insiti nell'estensione dei campi percettivo, esperitivo e, infine, conoscitivo. Anche se, come detto, implica quasi inevitabilmente l'errore, l'erranza dunque è il lievito della storia umana, l'indispensabile veicolo, tanto individuale quanto etnico, per poter evolvere. Se ne facciano una ragione tutti gli storici e i politici miopi di ogni latitudine e di ogni epoca. Ed ecco che il progetto dell'Ulisse dantesco del viaggio perpetuo per " seguir virtute e canoscenza", dove l'intento conoscitivo si lega indissolubilmente a quello etico, riemerge prepotente ed intatto, sempre attuale e universale. Certo, per avere dall'esistenza qualche felicità e un po' di serenità, nonché per tutelare la propria salute fisica e mentale, l'uomo sovente ha bisogno di sicurezze e di ancoraggi sia per il corpo che per la mente. Ma, per quanto noi cerchiamo un porto e un'appartenenza, una casa e una chiesa, rifugi e certezze, rimedi e consolazioni dentro un'esistenza prevedibile, placida e statica, abitudinaria e ripetitiva, è la vita stessa nel suo volgere, nel suo evolversi, nel suo compiersi, che ci costringe ancora, inevitabilmente, ineluttabilmente, finalmente, a riprendere il nostro vagabondaggio, a tornare ad errare. Nelle due accezioni del verbo naturalmente, ça va sans dire.

Dal tramonto all’alba: Bruck, Schiavoni e Puglisi di STEFANO BARDI121 27 gennaio 1945! Giorno della Memoria! Giorno in cui si ricorda la tragedia dell’Olocausto nazista iniziato nel gennaio 1942 e finito nel 1945, con le deportazioni di milioni di ebrei nei Campi di Concentramento in cui furono massacrati, schiavizzati e uccisi fino alla liberazione da parte dell’Armata Russa e degli Alleati Americani. Un buon metodo per ricordare quei drammatici momenti della storia è ricorrere a libri-testamento; vorrei parlare dell’autobiografia della poetessa e giornalista, nonché traduttrice Edith Steinschreiber, STEFANO BARDI (Chiaravalle, AN, 1985), Operatore Socio Sanitario dal 2016 e appassionato di letteratura e scrittura, In particolar modo guarda con attenzione alla letteratura italiana del Novecento, alla letteratura marchigiana, pugliese e a quella religiosa. Ha collaborato/collabora con le riviste «Euterpe», «Voce della Vallesina», «Il SudEste», «Lo Specchio», «L’Altrove. Appunti di Poesia» e «Pro Letteratura e cultura», che gli permettono di partecipare a iniziative storico-letterarie pubbliche ed eventi culturali. 121

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DOMENICO PISANA – Recensione de Indiscrezioni dal fortiliziodi Sergio Carlacchiani

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pages 133-138

MICHELE BARBERA – Recensione di Arrèri ô scurodi José Russotti

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LAURA VARGIU – Recensione de La seminatricedi Mauro Leonardi e Adriana Di Salvo

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GIOVANNA FILECCIA – Recensione de L’ultimo Ducadi Italo Iovene

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ANTONIO FIORI – Recensione de L’infinito ronziodi Davide Toffoli

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FRANCESCA LUZZIO – Recensione de Lampedusa a mille migliadi Matteo Mohorovicich

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ANTONIO VANNI – Recensione de Il linguaggio perdutodegli oggetti di M. Stella Rossi

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CARMEN DE STASIO – “Le misure creative dell’erranza”

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LUCIA NARDI – Recensione de Donne eccezionalidi Alessia Maracci

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DILETTA FOLLACCHIO – “Evasione, erranza e vagabondaggio da e nella esistenza”

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FRANCESCO MARTILLOTTO – “Torquato Tasso “peregrino errante””

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da Ulisse a Herman Hesse”

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STEFANO BARDI – “Dal tramonto all’alba: Bruck, Schiavoni e Puglisi”

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Jack Kerouac”

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LUCIANO DOMENIGHINI – “Vagabondaggio ed erranza. Appunto sulla parola “errare””

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FAUSTA GENZIANA LE PIANE – “Arthur Rimbaud, un vagabondo nato”

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GRAZIELLA ENNA – “L’erranza come ricerca inesausta di se stessi: dal trascendente all’immanente, dal sacro al profano. Esempi in Petrarca e Ariosto”

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LUCIA BONANNI – “Erranze emotive, percezioni e messaggi nel romanzo Stonerdi John Williams. Lettura critica”

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FRANCESCA INNOCENZI – “Il mito di Ulisse nella poesia del Novecento: Pascoli, Kavafis, Saba”

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ANTONINO CAUSI – “La cultura hobo”

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ANGELO ARIEMMA – “Viaggi letterari”

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LORETTA FUSCO – “Bukowski: nato per essere”

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MASSIMO BELLUCCI – “Andarsene a piedi”

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ANTONIETTA SIVIERO – “Evasione, sogno, fantasia, un quid in più della mente umana”

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SERGIO CAMELLINI – “Nell’infanzia, la stagione dei perché dà felicità o infelicità?”

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DANTE MAFFIA – “Anna Achmatova a Modigliani (Parigi, 1910)”

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ANNA VINCITORIO – “Errare alla ricerca dell’isola”

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