Pescara 1910-2010 ... cent'anni e non li dimostra.

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contenuti e realizzazione a cura degli studenti della scuola secondaria di I^ grado Pascoli di Pescara

con il contributo del Comune di Pescara

supporto grafico e impaginazione a cura della Cooperativa Sociale Alchimia - onlus


INDICE

“PESCARA: FOTOGRAFIE DI COMPLEANNO ” pag. 44 pag.

Cento anni di storia pescarese nelle sue immagini a cura della classe II C PESCARA: AVVENTURA ... EMIGRAZIONE

pag. 8

Realtà di ieri e di oggi a cura della classe III A

pag. 12

ALFREDO LUCIANI il poeta che amava le “stelle lucende” a cura della classe III C

pag. 16

CORRADINO D’ASCANIO: l’uomo che la passione per il volo ha portato molto in alto a cura della classe I A CORRADINO D’ASCANIO

pag. 20

geniale inventore della Vespa e dell’elicottero a cura della classe II A ITINERARI PESCARESI:

pag. 24

conosciamoci e divertiamoci insieme testimonianze dell’esperienza di soggiorno a Pescara a cura della classe III B Progetto Comenius

pag. 28

DAL 1910 AL 2010: IL PARCO D’AVALOS E LA SUA EVOLUZIONE a cura della classe I B 1910: POSA PRIMA PIETRA DEI MOLI DEL PORTO CANALE

pag. 32

Un fiume può raccontare storie, svelare i suoi segreti e farne dono al viaggiatore attento… a cura della classe I C


“ PESCARA: FOTOGRAFIE DI COMPLEANNO ” Cento anni di storia pescarese nelle sue immagini

F

oto per conoscere e documentare la storia dei luoghi che quotidianamente percorriamo, luoghi che hanno più storia di quella che appare. Pescara, infatti, è così radicalmente mutata nel suo tessuto urbano

da non presentare a chi la osserva significativi e immediati elementi del suo aspetto antico. Abbiamo così avuto la possibilità di “leggere” meglio la nostra città di origine o di “adozione” per rivisitarla e apprezzarla. Con il nostro lavoro, Vi guideremo in Una divertente e interessante passeggiata virtuale a ritroso nel tempo, tra le memorie fotografiche della nostra città nel primo Novecento Una mappa-guida di facile lettura, che consentirà anche ai più pigri di conoscere siti e monumenti, notizie storiche e curiosità. Abbiamo

esplorato

e

ricostruito

ambienti

a

noi

sconosciuti:strade,piazze, ville, palazzi,paesaggi e ambienti tipici del suo aspetto antico e,partendo dalla costituzione di Pescara come Provincia, siamo risaliti alle peculiarità delle due distinte cittadine chel’hanno preceduta:Pescara e Castellammare Adriatico. Una bella esperienza per tutti noi.

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4

II C


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PESCARA: AVVENTURA ... EMIGRAZIONE Realtà di ieri e di oggi

D gommoni, aerei, autobus… per arrivare, restare, tornare. Insomma per spo-

a… a… ovvero punto di partenza e punto di arrivo di carovane, treni, navi,

NE O R CA C MA GREASEB ALL

WA P

starsi dovunque nel mondo, e da sempre. Luoghi, tempi, motivi sono variabili di un movimento, quello migratorio, compiuto da un soggetto eternamente uguale a se stesso: l’uomo. Ma ogni individuo costituisce un caso particolare e quindi esperienze personali e

V

RA’ P M U U’ C

familiari diventano esemplificative di un fenomeno che, oggetto di indagine di più discipline, è comunque difficile da spiegare. una testimonianza per tutte quella di un “nostro” nonno, Antonio, che nelle sue memorie racconta: “La mattina del 9 maggio 1952 partii da casa, a Semivicoli, in Abruzzo, per andare a lavorare in Svizzera. Avevo ventitre anni. Certo che mi era dispiaciuto, perché non sapevo dove sarei andato, se avrei trovato gente buona o gente cattiva, ma purtroppo mi decisi così di partire per vedere come andava.” E alla fine è arrivato in Germania ed è rientrato in Italia nel 1962. Nella sua narrazione dice ancora: “Pensai di scrivere una canzone, già che qui c’era la fisarmonica, ma non sapevo che musica metterci. Alla fine scrissi le parole su una musica che già conoscevo:

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BL AC K DAG O


CANZONE DELL’EMIGRANTE testo di Antonio Talucci su musica della canzone “il pianino in città” La la la la – La ra la la la

A Milano noi siamo arrivati,

La ra la la la – La ra la la la

questa è la nostra città.

Per noi le ferie sono arrivate,

Emigranti dal treno scendete,

le valige le abbiamo preparate.

che l’altro prendete, a Pescara si va!

Emigranti correte, correte,

Rit.

che il capo-stazione incomincia a fischiar.

A Pescara noi siamo arrivati,

Rit.

il bel mare dobbiamo ammirar.

A Zurigo noi siamo arrivati,

Emigranti dal treno scendete,

l’altro treno dobbiamo cambiar.

la corriera prendete, a Semivicoli si va!

Emigranti, dal treno scendete

Rit.

che l’altro prendete, in Italia si va.

A casa mia siamo arrivati,

Rit.

la mamma dobbiamo abbracciar!

A Lugano noi siamo arrivati,

Emigranti dalla corriera scendete,

il bel lago dobbiamo ammirar.

la sposa prendete, a spasso si va.

Piano, piano, che il treno si avanza

Rit.”

la lingua italiana si sente parlar. Rit. A Chiasso noi siamo arrivati, la dogana dobbiamo passar. Col sorriso e le belle maniere il bravo doganiere ci lascia passar. Rit.

Parole semplici queste, che, stazione dopo stazione, tracciano un percorso: la via di casa, del luogo in cui si riconosce la propria identità e dove in qualche modo, fisicamente o con il pensiero, sicuramente si torna.

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Si possono riassumere in fattori di spinta, che inducono a lasciare il paese d’origine, e in fattori di attrazione verso paesi economicamente e socialmente più evoluti. Considerando le condizioni economiche precarie come giustificazione di fondo del fenomeno, la decisione di emigrare può essere motivata da:

I PERCHE’ DELLA PARTENZA

-

ricerca della sicurezza nella proprietà

-

ricerca di un guadagno complementare

-

ricerca di un posto di lavoro e di un salario fisso

-

idea di far fortuna

-

idea di far carriera

PESCARA

1. Prima dell’Unità - verso le regioni vicine alla ricerca di guadagni complementari 2. Dall’Unità alla Prima guerra mondiale - in direzione delle coste americane 3.Ventennio fascista e Seconda guerra mondiale -

I TEMPI DELLA NE EMIGRAZIO E S E Z Z ABRU

alla volta delle colonie dell’Impero 4. Dalla fine della guerra agli anni Sessanta - verso il triangolo industriale (Milano, Torino, Genova), la Svizzera, la Germania e il Belgio

5. Momento attuale – Abruzzo regione di immigrati

GR EA WASEB P ALL E RON A C MAC


M

VU’ E C N O UMPRA R ’ B A L ACK C C DAGO A

La nostra indagine intendeva verificare il particolare sviluppo della popolazione di Pescara per la sua collocazione geografica lungo la costa e lungo le principali vie di comunicazione secondo una tendenza migratoria interna che si è andata manifestando specialmente nel dopoguerra e fino agli anni ’70. L’indagine, rivolta a tutti gli alunni della scuola Pascoli, certamente non ha un carattere di scientificità in IONE Z A R IMMIG CARA: quanto il campione non è rappresentativo della poA PES NE DI polazione della città, tuttavia, in qualche misura, I INDAG SE può confermare l’incremento della popolazione peA L C S scarese. Infatti sappiamo, e lo abbiamo rilevato anche dalla nostra indagine, che poche sono le famiglie pescaresi ….DOC!

A’ PR

B L D AC A G K O

M U ’C VU P WA

In recent decades, 300 000 abruzzese people have emigrated to other countries. After the end of the 1st World War, the most popular destinations for the emigrants were the USA: Canada, Brazil, Argentina, Germany, France and Belgium. After the 2st World War people started emigrating to a new continent: Australia. In the 1950s 500,000 abruzE zese people moved to Northern Italy, especially to L’EMIGRAZION E ALTR Lombardia and Piemonte to work in the new industrial IN …… PAROLE developments. Both La Spezia and Milan have been important destinations. These people had to leave their home towns in order to find new job opportunities. Some were successful, but others were forced to return south because of poor health…


ALFREDO LUCIANI

il poeta che amava le “stelle lucende”

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Li du’ dicembre novecentt’e dòdece, venive, finalmente,a visitarete! Me dissere: -Pegliéte a chesta parte, nu ponte a mane manche,e poi diritte… Nen putéte sbaglià; Une è la vie… Stu core respunnì: -Une è la vie? e, pe’ la strade, come nu uaglione, che nen se vo scurdà la lezzione, arepeteve zitte -Une è la vie !Li du’ dicembre novecentt’e dòdece, nche nu ciele serene gne na carte, tatone, j’venive a visitarte. Sole ‘n terre ce steve na fanchiglie, che me metteve li pensiere triste…

Tatò, dimme, è lu vere lu racconte? …A Rome se ne i’a cercà fatije, e lascì moglie e figlie a mezza vie…

tu che, da giuvenotte, chiù c’amice, chiù che spose, chiù assai che parentate, da l’albe a notta scure, verne e state, de sott’alla tempeste e allu serene, sole nche Die, l’ùneche vicine, te guardive li fagge e l’alecine.


Discendenza me’belle, che le bracce t’anneriste allu sole, pe’ mill’anne; stirpia me’forte, gente de capanne, de lettere tu mai sapiste niente… sol’a nu libbre te ‘mpariste a legge’, allu gran libbre de l’antica legge: dentr’allù solche, arate da li bove; e stu libbre pe’ ti fu sempre nove! Libbre de la semente, che fu la vostra Legge! Dentre a ste'recchie me'le sent'ancore, o mieteture,le vostre canzune! Che pozz'avè le benedezziune chi ve imparì a cantà tutte ssi cante ... Se la Majelle dice ca nen more, campe chiù assai li cante de l'amore: li cante de bellezze e gioventù, quand'à fiurite, nen perisce chiù ! E a mi tutte ssi cante me sò renate 'n core... Chiàmete, core mì', lu fortunate: che vulive chiù bell'eredità de li cante da mill'anne d'età? Chi chiù ricche de mi,ma che pazzie? Embè, cantéme 'n mezz'all'alecine, sole nche Die, l'ùneche vecine: vite, glorie, dulore, campusante, ched'è, tatone mi' 'n facce allu cante, cant'eterne gne Die, ch'è l'ùneche vicine?

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O RI ZA A N AS GE R R F E M ’E D

GE CO NE NF RA RO Z NT IO O NA LE


UN A E IR UR N FI LT ... E U R P E I C L AR E ’D O P O OP P


CORRADINO D’ASCANIO: l’uomo che la passione per il volo ha portato molto in alto

Alunni: Signor D’Ascanio, molti di noi la definiscono l’Icaro abruzzese del ventesimo secolo… potremmo sapere come e quando è nata la sua passione per il volo? D’Ascanio: certo, potete definirmi l’Icaro abruzzese del ventesimo secolo, infatti, a solo quindici anni, mi sono appassionato al volo e, osservando gli uccelli, progettai un aliante sul quale effettuai i primi voli lanciandomi da una

INTERVISTA A CORRADINO D’ASCANIO 16

collina. Alunni: dove ha svolto i suoi studi? D’Ascanio: ho studiato a Chieti presso l’Istituto Tecnico Ferdinando Gagliardi e


lì mi sono diplomato nel 1909. Successivamente mi sono trasferito a Torino dove mi sono laureato in ingegneria industriale meccanica nel 1914. Alunni: come reagì allo scoppio della prima guerra mondiale? D’Ascanio: allo scoppio della prima guerra mondiale seguii un corso di pilotaggio. Alunni: è rimasto sempre in Italia? D’Ascanio: no, ragazzi. Per questioni di lavoro sono uscito dall’Italia. Mi sono spinto fino agli Stati Uniti dove ho collaborato con il figlio di Gabriele D’annunzio per creare una società aeronautica realizzando un aeroplano con il motore della motocicletta Harley Davidson.

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Alunni: e come è stata la sua esperienza americana? D’Ascanio: piuttosto deludente… decisi, quindi, di rientrare a Popoli dove mi occupai della sistemazione della piazza principale ma non solo! La mia inventiva si sbizzarrì: ottenni una decina di brevetti e, forse non ci crederete, ma creai anche un forno elettrico per il

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D’AT3,conseguii il record di durata in volo senza scalo di otto minuti e quarantacinque secondi. Purtroppo, per mancanza di finanziamenti, il progetto venne annullato. Alunni: a questo punto si è rassegnato o ha continuato a inseguire i suoi sogni? D’Ascanio: no, nella vita non bisogna pane e per la pasticceria.

mai rassegnarsi ed infatti ho cooperato

Alunni: la sua passione per il volo

con Piaggio per realizzare un motociclo

quando si è concretizzata nella realizza-

economico ed agile: la Vespa.

zione di elicotteri?

Alunni: come è nato il nome Vespa?

D’Ascanio: molto presto, infatti a tren-

D’Ascanio: mi ricordo che piaggio, ve-

taquattro anni fondai una società con

dendo il primo modello di Vespa, disse:”

Pietro Trojani ed ho realizzato diversi

questo veicolo è l’ideale per donne e

progetti di pilotaggio come il D’AT 1 e il

preti ma come farà a reggere il peso di

D’AT2.

due persone con quel vitino da vespa?”.

Alunni: è vero che nel 1930 i giornali hanno parlato di una sua impresa di volo? D’Ascanio: non vi sfugge proprio nulla! Fu alla presenza di Mussolini che, con il

In conclusione, quindi, voglio darvi una lezione di vita: ragazzi, inseguite sempre i vostri sogni e volate con le ali della fantasia. 19


CORRADINO D’ASCANIO

geniale inventore della Vespa e dell’elicottero a vespa nacque dalla determinazione di Enrico Piaggio a realizzare un prodotto a basso costo e di largo consumo . Nei suoi stabilimenti di Biella venne realizzato un “motoscooter” sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti. Il prototipo venne battezzato “Paperino” per la sua strana forma, ma non piacque ad Enrico, che incaricò Corradino D’ Ascanio di migliorare il progetto. Il progettista aeronautico non amava però la motocicletta: secondo lui era scomoda , ingombrante , con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura e, oltretutto, per via della catena di trasmissione, sporcava. Grazie alla sua esperienza aeronautica, l’ ingegnere riuscì a trovare le soluzioni del caso. Era il 1946. Per eliminare la catena immaginò un mezzo con scocco portante, a presa diretta; per rendere la guida più agevole pensò di posizionare il cambio sul manubrio; per facilitare la sostituzione delle ruote escogitò, al posto della forcella, un braccio di supporto simile appunto ai carrelli degli aerei. E infine ideò una carrozzeria capace di proteggere il guidatore, di impedirgli di sporcarsi o di scomporsi nell’abbigliamento. Fu subito un successo. Questo motociclo aveva una velocità massima di 60 km/h e rappresentava un passo avanti rispetto al “Paperino”.Quando Piaggio lo vide esclamò: “Questo veicolo è l’ideale per donne e preti ma come farà a reggere due persone con quel Vitino di vespa?”. E Vespa fu. Il cambio aveva 3 o 4 marce comandate dal manubrio e il motore era sostenuto posteriormente dalla carrozzeria in prossimità della ruota. All’epoca non aveva li cavalletto e bisognava appoggiarla su un fianco quando era ferma. Nel 1956 vennero realizzate 1.000.000 di Vespe. Ancora oggi la Vespa è uno scooter molto utilizzato.

L

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La storia dell’ elicottero

a prima idea di una macchina che potesse librarsi in volo fu di Leonardo L da Vinci. Nel 1483 Leonardo,osservando il volo degli uccelli, progettò un elicoide che avrebbe dovuto avvitarsi in aria grazie ad una spirale che doveva essere tenuta in moto circolare continuo. La spirale, meglio nota come vite aerea, sfruttava alcuni principi dell' aerodinamica ma, nella versione in cui era stata disegnata, non avrebbe potuto realmente volare, in quanto Leonardo non superò il problema della controrotazione del corpo. Inoltre, ai suoi tempi la forza motrice dipendeva dall’acqua e dal vento e non poteva produrre la potenza sufficiente per il sollevamento del modello costruito. Lo studio leonardesco influenzò il nome attuale dell'elicottero, poiché "helix" ha proprio il significato di "spirale".

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Dopo molti tentativi ... l’elicottero di Corradino D’ascanio

D tori si cimentarono con il problema del volo verticale: alla fine del 18° secolo fino ai primi del ‘900 molti inven-

russi, francesi, inglesi e anche l’italiano Enrico Forlanini tentarono di far volare apparecchi che, sostanzialmente, presentavano sempre due problemi tecnici importanti: il problema della controrotazione dell’elicottero e quello del suo ribaltamento. Il primo di questi due problemi viene risolto con l’applicazione, nella coda degli elicotteri, di una seconda piccola elica (rotore di coda) le cui pale girano sul piano verticale per bilanciare la rotazione orizzontale del rotore principale. Corradino D’ Ascanio,dopo una serie di tentativi in parte non riusciti, finalmente nel 1930 risolve anche il problema del ribaltamento inventando una elica a passo variabile con una fondamentale innovazione nel rotore che permette di cambiare l'inclinazione ("angolo di attacco") delle pale ad ogni giro, in modo da equilibrare la portanza delle pale che hanno velocità assoluta più elevata con quella delle pale più lente.

Il rotore di coda impedisce all’elicottero di ruotare su stesso a seguito dell’azione delle pale orizzontali.

crash !!!

... si fanno tentativi ...

... per far volare l’elicottero

... ma ...


L’elica a passo variabile: la soluzione al problema del ribaltamento

S

e un elicottero viaggia a 100 Km/h, l’elica che va in avanti somma la sua velocità ( ad es. 50 Km/h ) a quella dell’elicottero, quindi avanzerà a 150 Km/h, l’elica che torna indietro invece, sottrarrà la sua velocità a quella dell’elicottero e quindi avrà una velocità di 50Km/h. Questa differenza creerà uno squilibrio di portanza determinando il ribaltamento del mezzo dopo pochi secondi dall’inizio del volo. La risoluzione del problema, trovata da Corradino D’ Ascanio, è semplicemente quella di applicare al piatto rotante dell’elicottero delle aste collegate alle pale per bilanciare la velocità di queste ultime inclinandole in modo da frenare o accelerare le pale ad ogni giro, ottenendo quindi una portanza omogenea sotto di esse.

... ecco che arriva Corradino ..

Pale ad assetto variabile che fendono l’aria con inclinazioni diverse e la sospingono verso il basso, generando maggiore o minore portanza a seconda delle si1930 - Elicottero D’Ascanio

... e si mette all’opera ...

tuazioni.

... si vola ...


ITINERARI PESCARESI:

conosciamoci e divertiamoci insieme

S

i apre davanti a noi un grigio cancello a righe che ci addentra in un piazzale, dove troviamo otto entrate: due per ogni tribuna e due per ogni curva.

Saliamo i gradini e ci ritroviamo davanti uno spettacolo emozionante, dove si respira una nuova aria. L’erba verde, le sedie bianche e azzurre ci fanno tornare in mente la vecchia storia di questo stadio. Due degli eventi più importanti accaduti in esso furono: la promozione in serie A della squadra del Pescara e i Giochi del Mediterraneo. Il primo avvenimento è del ’92 quando il Pescara è riuscito a pareggiare con l’Udinese. Sugli spalti cominciò l’avventura, in 40 000 erano a tifar. Il sole splendeva e lo stadio era tutto in

Luoghi

festa ... Scattato il novantesimo minuto, ci fu l’invasione dei tifosi nel campo, felici e orgogliosi

dello Sport

allo stesso tempo. Il secondo evento invece è più recente perchè risale al 2009. Il 26 giugno c’è stata la presentazione dei paesi partecipanti e nei giorni successivi si sono svolti i trenta giochi programmati. Infine, nell’ultimo giorno dei giochi, il 9 luglio, il gradino più alto del podio è stato assegnato all’Italia, paese ospitante le varie rappresentanze dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

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Ciao! Io sono il Parrozzo! Sono uno squisito dolce pescarese alle mandorle, ricoperto da una colata di cioccolato fondente! Il mio “papà”, Luigi D’Amico, mi creò nel 1920, ispirandosi alla pagnotta preparata dai contadini abruzzesi con il granoturco e cotta nel forno a legna… anch’io sono giallo, ma son fatto con farina, zucchero, mandorle e uova e…non sono bruciato nel forno a legna ma.... tutto ricoperto di cioccolato fondente!!! Il famoso poeta pescarese Gabriele D’Annunzio era golosissimo di me e mi ha persino dedicato una canzone in vernacolo: “ E’ tante ‘bbone stu parrozze nove che pare a pazzie e San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…..”!!!

Ciao!! Io sono il Pesce, l’animale più diffuso a Pescara ma soprattutto il più buono a tavola! Con me puoi realizzare ottimi spiedini, fritture e un “brodetto” davvero speciale!

e….io sono l’Aurum, il tipico liquore pescarese, chiamato così da Gabriele D’Annunzio perché ho il colore dell’oro! Nasco dalla distillazione delle arance e venivo prodotto, nei primi anni del Novecento, nella vecchia fabbrica progettata dall’architetto Michelucci, vicino la pineta D’Avalos. Ora sono prodotto a Montesilvano dove si trova la mia nuova casa…!

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Casa D’Annunzio All’inizio di corso Manthonè si trova la casa natale del poeta Gabriele D’Annunzio, una signorile palazzina a tre piani di fine Ottocento. Dall’esterno potrebbe sembrare una casa come le altre ma appena superato il portone, ci accoglie un vivace giardinetto che ci conduce nel luogo dove Gabriele D’Annunzio visse la sua fanciullezza. Superato il cancello, la nostra attenzione è attratta da un rustico pozzo costruito ai primi del Novecento. Salendo gli stretti scalini, ci addentriamo nella prima stanza, è qui che inizia lo spettacolo ottocentesco! Le decorazioni sono la cosa che più ci affascina!!

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Luo gh i della Cult ura


Basilio Cascella

I

l più originale, forse, ma senza dubbio il più poliedrico tra gli artisti di casa Cascella è Basilio, nato a Pescara il 2 ottobre 1860. L’amore per la sua terra

e lo studio delle sue antichissime tradizioni accende l’impulso creativo delle sue celebri cartoline e litografie. Queste particolarissime cartoline rappresentano donne e contadine abruzzesi che indossano le sciacquaie, grossi pendagli d’oro a forma di mezza luna o di navicella, la presentosa, l’amorino e la pietra stregonia, tipici gioielli abruzzesi che abbiamo ammirato in occasione della nostra visita al laboratorio di oreficeria Verna e…riprodotto…come potete vedere !!! La “presentosa” è un gioiello a forma di stella, con uno o due cuori uniti al centro e contornati da spiralette realizzate in filigrana…era un dono per le giovani donne ed era una promessa d’amore! “L’amorino”, nato per propiziare fortuna e prosperità alla donna, è bendato perché allude all’amore sincero e incondizionato…Il pendente richiama la forma dell’albero, che nasce dalla terra fertile e feconda, l’albero della vita con le sue radici ben piantate nel terreno ed i rami protesi al cielo verso l’infinito… Infine…”la pietra stregonia”, un amuleto d’argento, legata al culto della Madonna e simbolo della donna…era considerato un potente antidoto contro le streghe. Sembra che queste fossero spaventate dal colore brillante dell’argento ed atterrite dalla dentellatura del castone; abbagliate dalla miriade di stelle che i cristalli della pietra formano, trascorrevano la notte a contarle, distraendosi fino al far del giorno quando, con la luce del sole, perdevano il loro potere e si ritiravano nelle loro case ...

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DAL 1910 AL 2010: IL PARCO D’AVALOS E LA SUA EVOLUZIONE

“Nonno Pino, vorrei tanto sapere cosa accadeva in questa Pineta Dannunziana prima della mia nascita.”

“…Tante primavere fa… che gli uomini direbbero al tempo dei Borboni… una bella duchessa adorava passeggiare in questo posto…

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…e un tale Carlo v, con piacere, glielo regalò”.


Pinuccio, meravigliato, esclamò: “Quindi abbiamo origini nobili?” Il nonno rispose: “In un certo senso sì! Devi però sapere che questo parco era molto più vasto di come appare oggi e, un tempo, passeggiava da queste parti, cercando ispirazione, il nostro più grande poeta Gabriele D’Annunzio talvolta accompagnato dal suo caro amico Michetti”.

“”Nonno, allora mi spieghi perché adesso siamo così pochi?” “Nel ‘700 iniziò l’abbattimento di tanti nostri avi per venderne il legname e creare spazi per l’edificazione”.

Pinuccio, meravigliato, esclamò: “Quindi abbiamo origini nobili?”“Che peccato, nonno! Gli uomini, da sempre, pensano solo a fare soldi.”

“Hai ragione, Pinuccio! Pensa che agli inizi del ‘900 gli uomini hanno iniziato a dividere in lotti l’area e a costruire degli edifici”.

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“E come mai adesso si sono fermati, nonno?”

“Per fortuna esistono anche persone che ci amano ed infatti, dal 2001, siamo protetti da una legge regionale che ha creato quest’area di riserva”.

“Allora è per questo,nonno , che ho notato che intorno a me non ci sono solo pini come noi ma anche piante tipiche della macchia mediterranea come i miei amici giunchi e le rovelle che sono vicino al laghetto!”

“E il laghetto, come si è formato?”

“Devi sapere Pinuccio, che dal 1910 è alimentato dall’acquedotto della val di Foro.”

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“E quell’edificio, nonno?”


“Quello è l’ex edificio Aurum dove si produceva un liquore molto amato dai pescaresi”.

“E quelle?”

“Quante cose vuoi saper, Pinuccio mio! Sono villette che gli uomini definiscono in stile liberty”.

Nonno, sai che ti dico:

NU SEM NU PURTET RISPETT !!! 31


1910: POSA PRIMA PIETRA DEI MOLI DEL PORTO CANALE Un fiume può raccontare storie, svelare i suoi segreti e farne dono al viaggiatore attento .. La presenza di un fiume caratterizza significativamente il territorio che attraversa e le popolazioni che lo abitano. Il potenziamento del porto canale fu motivo di distensione nella storica rivalità tra i due comuni Castellammare e Pescara. Nella richiesta indirizzata al ministero dei Lavori Pubblici, i capi delle due amministrazioni sottolineavano “ la necessità assoluta dell’accordo tra i due comuni … in quanto l’unione sola dà la forza”. Anche oggi, all’interno di una visione complessiva di una Pescara che si trasforma, il fiume è simbolo del riavvicinamento di quartieri apparentemente lontani, per sviluppo e tessuto sociale. Nell’antichità il fiume era una conca occupata da un grande lago. In seguito il livello del lago si abbassò e l’acqua scavò un suo percorso dando origine al fiume. Per secoli le zone interne dell’Abruzzo venivano raggiunte o lasciate dai viaggiatori percorrendo la valle

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di questo fiume che è uno dei principali punti di accesso all’Adriatico. I latini lo chiamavano Aternum e dava nome a numerosi templi e località, fra cui Ostia Aterni, l'odierna Pescara. Il nome attuale compare solo nel 1035 quando nel Chronicon casauriense (la raccolta dei documenti dell’abbazia di S. Clemente a Casauria) si annota che “Gualtiero del fu Rainaldo s’impegnava contrattualmente col monastero per 300 moggi di terreno iuxta fluvium Pischarie, a capite ponte regale…”. Da quel momento tutti i documenti storici riportano il nome Pischarie, riferito molto probabilmente alla pescosità delle sue acque, e come tale è indicato nelle mappe cinquecentesche, talvolta con l’aggiunta di Aternum olim. Questa stretta connessione trova un preciso riscontro nella denominazione tecnica del corso d’acqua, definito come fiume Aterno-Pescara.


Il fiume Pescara nasce a Popoli e scorre per 70 km fino al capoluogo di provincia. Nella città, adagiata lunga e sottile sulla linea di costa, il fiume entra e si urbanizza nei suoi ultimi 500 metri.

Lo sapevi che… …Il Pescara è il fiume più lungo d’Abruzzo e il maggiore per estensione di bacino tra quelli

Lo sapevi che…

che sfociano nell’Adriatico a

…Il bacino idrografico del Pe-

sud del Reno?

scara occupa un’area di 3.190

Scorre per 152 km attraver-

kmq ?

sando l’Abruzzo da ovest verso

Le portate massime possono

est .

sfiorare i 3000 m3/s tanto che durante le piene stagionali la città di Pescara corre seri rischi d’inondazione nelle zone circostanti il porto situato sull’estuario .

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La flora e la fauna del fiume il fiume è poco “dentro” la città, pur attraversandola: è usato, ma poco O ggi vissuto, guardato, ma non “visto”. Risalire il corso di questo fiume significa ammirare un paesaggio a tratti intatto, originario. Tutt’attorno alla zona umida, dove le acque sono più basse, si crea un ambiente paludoso e si sviluppano i caratteristici canneti. Proseguendo verso l’interno si sviluppa un intrigo di rami, di alberi ed arbusti. I tronchi chiari del pioppo bianco si mescolano agli altri alberi ripariali, agli arbusti, alle numerose piante lianose ed erbacee. Ecco un piccolo schema per capire meglio la vegetazione maggiormente rappresentativa che possiamo incontrare:

A= canneto B= salici arbustivi C= salici arborei D= pioppeto La fitta vegetazione ripariale ospita uccelli pregevoli, che stanziano lì o vi sostano nel periodo di passo. Vista la sua lunghezza l’ittiofauna del fiume varia molto in relazione al territorio attraversato. Dalle trote e dai gamberi dell’alto corso si passa ai lucci, ai cavedani, ai barbi, alle carpe e alle anguille del medio e basso corso, mentre in prossimità della foce sono presenti anche specie marine, soprattutto cefali.

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“Classe III e IV. Ambiente inquinato o comunque alterato; ambiente molto inquinato o comunque molto alterato.” Così sembra recitare la carta d’identità attuale del fiume Pescara in base ai risultati delle ricerche sul suo stato ecologico. E pensare che circa un secolo fa la sua acqua, tersa e incontaminata, era utilizzata per essere bevuta ! Sulle sponde si estendeva una volta la pineta, a stretto contatto con l’insediamento urbano:una peculiarità suggestiva, testimoniata anche da Gabriele d’Annunzio nelle Novelle della Pescara. “…QUANDO LA COMPAGNIA GIUNSE AL BOSCO DEI SALICI PRESSO LA FOCE DEL PESCARA, SULLA RIVA SINISTRA, TURLENDANA SI ARRESTO’ POICHE’ VOLEVA DISSETARSI AL FIUME. IL PATRIE FIUME RECAVA L’ONDA PERENNE DELLA SUA PACE AL MARE. LE RIVE, COPERTE DI GHIANDE FLUVIALI TACEVANO E SI RIPOSANO, COME AFFATICATE DALLA RECENTE OPERA DELLA FECONDAZIONE. IL SILENZIO ERA PROFONDO SU TUTTE LE CASE. GLI ESTUARI RISPLENDEVANO AL SOLE TRANQUILLI, COME SPERE, CHIUSI IN UNA CORNICE DI CRISTALLI SALINI. SECONDO LE VICENDE DEL VENTO, I SALICI BIANCHEGGIAVANO O VERDEGGIAVANO…”

Recuperare e disinquinare: questo è oggi il nostro impegno per un fiume che da solo non sa difendersi. 35


www.pescara1910-2010.it


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