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à la BELLE ÉTOILE edizione italiana - anno 2, numero 4 - Natale 2000

Sul l e col l i ne to scane


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Quando Natale vien d’agosto di don Francesco Cassol

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I goum alla GMG

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Volevamo il deserto

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Fatiche e gioie sulle strade della conversione di Laura Patelli Nez-Casse e il Capitano

di Maria Gioia Cenci di Fabio e Maria Gioia Cenci

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di Gabriella Locatelli

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Il deserto ha il colore di un campo arato di Maria Gioia Cenci L’iconografia della Natività e la nascita del presepio di Rosa Giorgi Notizie di qui e di là

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A scuola di goum

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avvisi ai naviganti, ai propagandisti, ai lanceurs e agli abbonati...

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Croce del Sud (anno 2, numero 4) è il bollettino dei goumier italiani, fratello de “à la BELLE ÉTOILE” francese. Esce qualche volta all’anno e arriva per posta. Lo ricevono a casa tutti coloro che hanno fatto un raid negli ultimi due anni e chi lo ha espressamente richiesto. A questo numero, preparato nel dicembre del 2000, hanno collaborato Betty e Roberto Cociancich, Gabriella e Angelo Locatelli, Maria Gioia e Fabio Cenci, Rosa Giorgi, Giancarlo Cotta Ramusino, Laura Patelli e don Francesco Cassol. Redazione e impaginazione a cura di Sara Meraviglia e Matteo Bergamini. Stampato in proprio e spedito grazie a don Francesco Cassol e Marco de Cassan. Tiratura 300 copie. Chiuso in redazione il 14 dicembre 2000. Recapiti: crocesud@infinito.it Croce del Sud c/o Bergamini, viale Monte Nero 19, 20135 Milano


Quando Natale vien d’agosto di don Francesco Cassol Potrà sembrare strano, ma proprio in pieno agosto sui Causses ho capito qualcosa del Natale. Precisamente salendo il Cargo. Ormai ho fatto l’ascesa più volte, in piena notte, allo spuntare dell’aurora, sotto il caldo sole del mezzogiorno. E mi è capitato sempre, tranne una volta, di ritrovarmi piuttosto lento rispetto agli agili camosci che, zaino in spalla, salivano quasi di corsa le balze della mitica montagna. E lì ho capito qualcosa del Natale. Una luce che ti aspetta e ti attrae La prima volta, lo ricordo bene, siamo saliti di notte. Ci avevano detto che, salendo sempre nella direzione indica-


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ta, avremmo prima o poi raggiunto la cima. Cammina, cammina, cammina, cammina… della cima neanche l’ombra. Devo confessare che, quasi quasi avevo perso le speranze quando lassù, in alto, ho visto una flebile luce. Padre Étienne, che il Cargo lo fa sempre di corsa, era arrivato da tempo e stava segnalando a tutti noi la direzione. Quella luce mi diceva che ero sulla strada giusta, che mancava ancora poco, che qualcuno mi aspettava. Il Natale ogni anno mi ricorda proprio questo: • che la direzione indicata da Gesù nel Vangelo (ama Dio e ama il prossimo) è proprio quella vera e che non sono un illuso a seguirla; • che il Signore non è lontano, irraggiungibile; • che Lui mi aspetta pronto ad accogliermi. Un amico che ti viene incontro Più volte invece mi è capitato di vedere goumier arrivati da tempo sulla cima scendermi incontro. Hanno percorso poche centinaia di metri o lunghi tratti proprio per me, per offrirmi un bel sorriso, una stretta di mano, la disponibilità a portarmi lo zaino. Quanto bene fa vedere qualcuno che ti viene incontro! Ti senti, semplicemente, amato. Il Natale ogni anno mi ricorda proprio questo: un Dio che per me discende i cieli • per dirmi che mi vuole bene; • per fare un tratto di strada con me; • per offrirsi di portarmi lo zaino. Quando guarderete il presepio pensate al Cargo. Alla luce che dall’alto ci attira e all’amico che ci viene incontro. Buon Natale


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I goum al l a G i or nata Mondiale della Gioventù di Maria Gioia Cenci Quando abbiamo ricevuto l’invito a comunicare l’esperienza goum nell’ambito della GMG, siamo stati molto contenti. Ma d’altra parte ci siamo ritrovati un po’ in imbarazzo sulle modalità da utilizzare per raccontare un’esperienza che trova il suo valore nella concretezza del cammino piuttosto che nelle teorie. Così semplice nel suo svolgersi da risultare quasi banale a descriversi. Nei diversi incontri preparatori, abbiamo progettato uno spazio in cui esporre delle fotog rafie fatte al goum, una serie di diapositive con commento parlato in italiano e francese e dei testi in cui alcuni elementi simbolici del goum venivano spiegati. Il pezzo forte, naturalmente, sarebbero stati i goumier che, senza tenere alcun tipo di conferenza, sarebbero stati lì a r accontare cos’è per loro il goum. Grazie al lavoro di molti siamo arrivati a Roma carichi di materiale e la città eterna ci ha accolti al massimo della sua bellezza: vuota di macchine, lustrata per il Giubileo e, soprattutto, piena di giovani di o gni lingua e colo re convenuti per la loro giornata. Il posto che ci era stato assegnato era delizioso: la chiesa dei portoghesi, proprio vicino a piazza Navona, dove siamo stati accolti con estrema ospitalità. Mentre allestivamo i nostri cartelloni, era bello notare il contra-

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Croce del Sud Natale 2000 sto tra lo sfarzoso barocco che faceva da sfondo e la povertà espressa dallo stile goum: due modi molto diversi per esprimere una fede e una speranza comune. Prima del nostro incontro ci siamo goduti la città e la GMG, partecipando all’apertura ufficiale in S. Pietro. Il giorno dopo è toccato a noi. Ai goumier arrivati per l’occasione, tra cui una ragazza francese, si sono aggiunti alcuni tra quelli che avevano appena terminato un raid italo-francese in Toscana, fatto proprio in preparazione alla GMG. La djellaba che indossavamo non mancavano di attirare gli sguardi; inoltre un comitato di “butta dentro” non si faceva sfuggire alcuno che si aggirasse nei dintorni. Le gigantografie del deserto marocchino e una grande croce d el s ud terminavano l’opera. Abbiamo avuto occasione di contattare molta gente che si è avvicinata. Ci sono state fatte molte domande: sulla djellaba, sul deserto, sullo spirito che ci anima. Anche se non è stato facile, penso che ognuno di noi sia riuscito a trovare di volta in volta, o meglio, di volto in volto, le parole giuste per dire di questo cammino che dura solo una settimana ma la cui impronta rimane profonda nella quotidianità.


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Volev amo i l de ser to di Fabio e Maria Gioia Cenci Le parole “goum” e “deserto” sono sempre collegate tra loro. Talvolta sui Causses o nell’aridità della Val d’Orcia si ha la sensazione di essere proprio in questa dimensione. Però il d esi derio di deser to, quello vero, non si appaga: è ulteriormente esaltato. Per questo quando durante l’incontro di Le Puy (autunno 1999), abbiamo saputo di un raid in Marocco, abbiamo pensato che sarebbe potuta essere l’occasione giusta per soddisfare questa sete. Le difficoltà organizzative sono state superate con una fitta corrispondenza elettronica italo-francese e finalmente il 4 aprile scorso, nell’unica chiesa cattolica di Mar r akech , abbiamo incontrato quelli che sarebbero stati i nostri compagni di cammino. Con una tappa di avvicinamento in macchina (i taxi marocchini sono una vera esperienza di vita), siamo arrivat i nei pressi della ca tena m on tu os a del l’Atlan te che taglia in due il paese. Da lì, dopo la meditazione e la messa, abbiamo iniziato il cammino. In due giorni siamo saliti fino a raggiungere il valico. Dopo un passaggio alquanto faticoso (a 2650 metri con tempesta d i gh iacci o) abbiamo iniziato la discesa su altopiani brulli spezzati da canaloni in fondo ai quali l’acqua dona la vita. E quando l’altopiano digradava a pianura ci siamo resi conto di essere in me zzo al nulla, poveri, in un ambiente che attira per la sua bellezza e che respinge l’uomo per la sua inclemenza. Non è facile descrivere ciò che si vive durante un Raid. Vorremmo soltanto comunicare alcune parole che per noi sono state significative nel nostro viaggio. Il vento che ci ha accompagnato per tutto il cammino. A volte così forte e incessante da impedire qualsiasi pensiero. Ma forse va bene anche così. In fondo siamo sempre tanto pieni di pensieri che la sensazione di vuoto data da questo soffio continuo risulta quasi consolatoria: non si può pensare, dunque si vive e

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Croce del Sud Natale 2000 si cammina e basta. I col ori dell a t err a che, in quello scenario distante dagli uomini, esprime tutta la sua fantasia pittorica, lasciando stupefatti ad ogni curva che apre su un diverso orizzonte. L’acqua rossa, raccolta dai fiumi. Da far bastare fino a sera perché nel deserto non ci sono rubinetti. Non c’è nulla, tra l’altro, che faccia venire più sete del sapere che non si può bere! Bisogna essere molto consapevoli di questo limite. E’ stato un utile spunto per la meditazione sui limiti, su come accettarli e a volte superarli. La povertà di spirit o data da qualche difficoltà comunicativa linguistica. A momenti ci sembrava di essere in cammino per la prima volta: la netta sensazione di non sapere esattamente cosa stava succedendo. E’ stata una buona occasione di umiltà! L’acco glienza sia da parte dei nostri compagni di viaggio (li abbiamo costretti a fare esercizio di inglese per una settimana intera!) sia da parte della gente del posto. Siamo stati invitati a condividere il tè alla menta (il “whisky berbero” lo chiamano loro) in case di fango e paglia. La naturalezza e la generosità con cui questi incontri avvenivano erano spiegati da un convintissimo “è Allah che vuole così”. Un vero insegnamento per noi cristiani che tante volte nella sfiducia verso le persone riveliamo lo scarso affidamento che poniamo nel Padre. Gli “angeli custodi” cioè i bambini che ci accoglievano all’inizio dei villaggi e ci scortavano curiosi fino al limite del loro territorio, osservandoci in ogni nostro gesto. I fiori del deserto. Nel nulla di pietre senza vita ci è capitato di vedere un fiore fragile, quasi un controsenso. Abbiamo pensato che anche nei deserti dell’esistenza si può trovare un fiore, segno di speranza e fiducia nella vita.


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Fatiche e gioie sulle strade della conversione di Laura Patelli “Eccomi pronta alla partenza del Goum... Intorno a me questa splendida terra, e fra poco la vivrò, la suderò. Alcune fatiche si sono fatte per organizzare certi aspetti di questo Goum, nella speranza che tutta la “tribù” possa vivere pienamente questo cammino attraverso il deserto, dentro se stesso, incontro a Dio! Ed ecco che si parte: il tema che ci accompagna, ricercato con padre Mario, è la Conver sione: “Convertitevi, il regno dei cieli è vicino!” E con questo tema ci ricolleghiamo all’anno giubilare. La Terra Giubilare è terra di Cammino! I piedi cominciano ad avanzare, il caldo a farsi sentire, le distanze a mettere alla prova tutti i goumier già dal primo giorno. La stanchezza è tanta, e sembra quasi fine a se stessa. Molti si chiedono che cosa significhi tutto ciò, a cosa serve fare tanta strada, soffrire la sete, il caldo?!? Ma il Goum non è una bella passeggiata attraverso la natura...ti porta là dove sei debole per farti ritrovare la tua forza, che non è più forza del campione, del super muscoloso, dell’atleta, ma è la forza della fiducia, dell’abbandonarsi a Dio e del farsi portare da Lui. E’ la forza della tribù di cui fai parte. E’ la forza di un sorriso che ti rianima il cuore, di un piccolo gesto di amore che ti sorprende e ti commuove! Il Goum si spiega? No, lo si vive! Ed ecco che, superati i primi giorni, anche chi era più incerto è entrato nello spirito vero del Goum, ha cominciato a fare propri i ritmi della giornata Goum, ad assaporare il cammino, la pace del deserto, l’incontro profondo con estate 2000 raid goum estate 2000 raid goum estate 2000 raid goum estate 2000 raid


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Croce del Sud Natale 2000 i compagni di cammino, l’essere lì presenti con tutto se stesso, il piacere di vivere con i piedi per terra e l’anima rivolta a Dio. C’è chi ha camminato per diversi giorni con un dolore al ginocchio: per questo percorreva tutti i tratti di discesa all’indietro! Sembra follia, detto così...ma questo fatto ha toccato tutti noi, profondamente!! Padre Mario, pur nuovo al Goum, è stato una presenza fantastica, con la sua capacità di farci vivere profondamente i momenti della S.Messa, di rendersi vicino a tutti, con la sua disponibilità, e la sua allegria. La cosa bella è stata per me realizzare la gioia dei Goumier al termine della settimana, vedere i sorrisi sereni sui volti abbronzati, sentire quella fratellanzatra di noi, sapere che ognuno sarebbe ripartito con questa nuova ricchezza dentro di sè. Raid in val D’Orcia (Toscana) dal 29 luglio al 5 agosto 2000 Lanceurs: Laura Patelli, Giancarlo Cotta Ramusino, padre Mario Ughetto

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Nez-Cassé e il Capitano di Gabriella Locatelli Potete scrivere tutto quello che volete sui vostri Raids Goum estivi con tutte le scoperte, le meraviglie, le difficoltà, le allegrezze, i voli interiori... Potreste scrivere di tutto questo e molto di più ma… non riuscireste neanche ad immaginare la straordinarietà di persone ed avvenimenti che hanno indelebilmente segnato l’esperienza del nostro Raid! Venticinque goumiers (da Veneto, Lombardia e Francia!) fra i quali ben tre sacerdoti ed un seminarista! Tanta abbondanza è stata benedetta da giorni e notti di pioggia che, di fronte all’esuberanza del nostro buonumore, ha ceduto il campo ad un sole che ci ha confortati e scaldati fino al nostro giungere ad Ispagnac. Purtroppo abbiamo dovuto pagare un tributo ai temporali notturni… L’ardimentoso Maurizio che ha voluto seguire il figlio Matteo in questa avventura, ha lasciato sul campo (letteralmente) l’integrità del suo naso. Ormai sui Causses è già leggenda! La leggenda di Nez-Cassé e di Capitaine-mon-Capitaine che, con evangelica dedizione si è occupato del ferito chiamando il medico, subito accorso, e accompagnandolo poi con una vettura di soccorso guidata da una graziosa crocerossina, subito accorsa anche lei, fino all’ospedale di Mende. Qui, riscontrata la frattura al naso (Nez-Cassé, appunto) i medici hanno consigliato un rapido ritorno in patria per intervento chirurgico. Da questo momento, Capitaine-mon-Capitaine ha dato il meglio di sé… ma chi vuole conoscere bene il resto della storia deve avere pazienza oppure richiederla ad uno qualsiasi dei 25 testimoni di questi epici fatti. E che dire dei sacerdoti? Beh, solo don Francesco (un nome, un mito) basta a giustificare quel po’ di invidia che potrebbe sorgere spontanea… ma che dire di père Edouard, bilingue, che ha fatto da efficacissi-

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Ispagnac, 28 luglio 2000, foto di gruppo alla fine del raid.

Croce del Sud Natale 2000 mo trait d’union fra italiani e francesi, lasciandosi contagiare dalla nostra spontaneità e dalla simpatia dissacrante dei suoi colleghi d’oltralpe? Formidabile poi la rivelazione: Don Marcellino, il novellino, che nonostante la sua età quasi matura si è subito procurato un bel po’ di vesciche e se le è portate (con annessi rosari, giaculatorie e devote invocazioni allo Spirito Santo) fino a Cinisello. Qui non dimentica mai di pregare per chi l’ha convinto a percorrere questo deserto. Beh, devo dire che è stato davvero un raid con qualche marcia in più. L’impegno a capirci al di là della lingua, l’attenzione a cogliere le ricchezze di ciascuno, accorgersi che “diverso” è faticoso ma è anche bello, l’affidare allo sguardo, al sorriso, al gesto i messaggi più veri e incontrarsi proprio là dove non sono necessarie le parole, esprimere insieme con le architetture più creative il soffio di Dio che ci sospinge, sono semi di rara e certa potenzialità. Radici d’Europa. Raid sui Causses dal 21 al 28 luglio 2000 Lanceurs: Gabriella e Angelo Locatelli, don France sco Cassol

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Il deserto ha il colore di un campo arato di Maria Gioia Cenci Fino a pochi giorni prima non sapevamo se si sarebbe fatto questo goum. Per molti la stagione delle ferie era già finita e altri, reduci dalla Giornata Mondiale della Gioventù, desideravano una vacanza un po’ meno impegnativa del goum. Così ci siamo ritrovati con Rosa e Fabio a chiederci se fosse il caso di partir e in otto o nove. Poi la voglia di camminare insieme ha prevalso sui dubbi e abbiamo deciso di partire comunque. Al nostro arrivo a Le Volte Alte, nei pressi di Siena, siamo stati accolti con molto calore dai monaci dell’Eremo della Vita Eterna. Anche se non conoscevano i goumier, poche parole sono bastate per spiegarsi, e così abbiamo iniziato il nostro cammino dolcemente accompagnati dalla benedizione di padre Verris. Dopo la prima meditazione e la S. Messa all’ombra della “Medusa”, un enorme cedro del Libano, abbiamo cominciato il cammino vero e proprio. Non avevo mai camminato in Toscana nella tarda estate. I campi erano ormai arati, e tutte quelle tonalità di marrone, ricordavano in qualche modo il deserto che i Goumier sempre amano. I paesaggi mutavano di giorno in giorno passando delle aperture della Val d’Orcia ai canaloni scoscesi delle Crete. Sempre abbiamo potuto riempirci gli occhi di bellezza. L’unico giorno di pioggia che abbiamo incontrato, è stato incoronato sul finale da un tramonto con effetti speciali di luci e colori. Ad un certo punto il gioco dei riflessi tra sole e nuvole, nel cielo terso del dopo pioggia, mi ha richiamato alla mente e al cuore il versetto del cantico di Zaccaria “per cui verrà a visitarci dal-

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Croce del Sud Natale 2000 l’alto un sole che sorge”. E che dire del piccolo gruppo? Dopo il primo giorno, dei nove partiti siamo rimasti in otto. Abbiamo ovviamente avuto modo di conoscerci proprio bene. I due nuovi acquisti, Stefano e fra’ Mauro sembravano fatti apposta per il Goum. Come dice Fabio si sono dimostrati perfetti “portatori sani” di questa esperienza: si sono inseriti subito nei tempi e nello stile Goum, come se avessero da sempre sperimentato questo modo di cammino. Padre Marcello appena rientrato dalla GMG vissuta alquanto intensamente, era venuto al Goum “per riposarsi”, secondo le sue parole. Il percorso da lui proposto è stato “Dalla trinità, unico amore, la missione”. Ci è stato sottolineato come la salvezza sia imprescindibile dall’annuncio. Non si può tenere per sé la notizia della Pasqua di Gesù. Soprattutto al ritorno dal Goum! Francesco ha ricevuto la Croce del Sud alla fine di quello che è stato il suo secondo raid, in un’atmosfera di particolare commozione. La cr oce infatti era quella di su a figlia Bettina, attualmente in un convento francescano, che gliel’ha voluta donare. Non vi racconto i giri rocamboleschi che la Croce ha fatto prima di arrivare nelle mani di Francesco: è stato fatto di tutto perché ciò avvenisse! Sergio ha continuato quest’anno con noi la sua “buona abitudine” al Goum: un vecchio Goumier così, è una certezza per ogni lanciatore. E dei tre lanciatori che dire? E’ stato facile per noi camminare con persone così belle. Ci auguriamo di vivere insieme nuovamente l’esperienza del Goum perché fa bene al cuore. Raid in Val d’Orcia e Crete Senesi (Toscana) dal 26 agosto al 3 settembre 2000 Lanceurs: Maria Gioia e Fabio Cenci, padre Marcello Longhi

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L’icono gr afi a del l a Nati vi tà e l a na sci ta del Presepio di Rosa Giorgi Se dovessi raccontare tutta l’evoluzione iconografica che, a partire dal III secolo, si è svolta fino ai nostri giorni riguardo l’immagine della Natività, avrei bisogno di molti bivacchi, e siccome io non ho davvero il dono della sintesi probabilmente alla fine non ne potreste più e addio piacere dell’arte! Ma su una bella immagine che ci parla di Natale ci si sofferma volentieri, anche perché è qualcosa che viviamo ancora, nelle nostre case, ed è molto bello recuperare quella dolcezza che spinse San Francesco a cominciare quella tradizione divenuta tanto popolare. È vero che non è la stessa cosa parlare di rappresentazione della Natività e di presepio, ma nell’una e nell’altra si intrecciano valori di arte e di fede. Quando Francesco d’Assisi nel 1223 decise di voler celebrare il Natale anche in maniera visibile con una sacra rappresentazione, vi era già una tradizione iconografica del Natale di Gesù e certamente a questa il santo si ispirò. All’inizio del XIII secolo l’arte italiana incominciava a liberarsi dell’influenza figurativa bizantina che ancora per questo tema sceglieva una grotta come luogo dell’evento, e rappresentava la madre del Signore sdraiata, e non inginocchiata in adorazione, come invece si preferì più tardi. Stilisticamente era ancora vicino il ricordo dell’arte paleocristiana (che pure aveva prodotto diverse Natività) dove Maria riprendeva l’immagine della matrona romana, e Giuseppe - sempre in disparte per sottolineare la straordinarietà dell’evento - quella della tipologia del filosofo. Ma i personaggi (dopo una prima fase che vide rappresentazioni essenziali e quasi simboliche nell’epoca tardo antica) non si limitavano alla Sacra famiglia: non mancavano l’asino e il bue, presenti non solo per ragioni di poetica o realistica am-

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Vita di San Francesco: la Messa di Natale a Greccio (Giotto, Basilica Superiore di Assisi) bientazione, ma anche perché citati nelle scritture (Isaia 1,3: “Il bue conosce il suo padrone; e l’asino la mangiatoia del suo Signore”), gli angeli, i pastori, e Zelomi e Salome, le due levatrici trovate da Giuseppe che secondo il racconto degli apocrifi avrebbero accudito la madre e il Bambino dopo il parto. Tutte queste “comparse” rimasero a lungo nelle raffigurazioni artistiche grazie anche alla curiosità popolare di sapere ciò che nel Vangelo non era raccontato e vennero decisamente proibite solo in seguito al Concilio di Trento (1563) poiché non aderenti alle fonti ispirate, perciò possibile inganno per i fedeli e le persone semplici. Con gli angeli e i pastori rimasero a diritto (grazie alla citazione di Isaia) anche l’asino e il bue che venivano, inoltre, caricati di significato sim-


Natale 2000 Croce del Sud bolico (umiltà per l’asino e sacrificio per il bue). Che cosa fece dunque San Francesco nel Natale del 1223? Francesco voleva rappresentare dal vivo la verità del Vangelo pensando di rievocare l’evento della nascita di Gesù. Per questo chiese la collaborazione del suo amico castellano di Greccio, Giovanni Velita che preparasse ogni cosa perché si potesse vedere “con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato Gesù per la mancanza delle cose necessarie ad un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. E così avvenne. Questo è il senso anche dei presepi che componiamo nelle nostre case. L’immagine della pagina precedente è uno dei 46 episodi della Vita di San Francesco dipinta da Giotto nella Basilica superiore di Assisi tra 1291 e 1294. È la rappresentazione della messa di Natale nel castello di Greccio in cui san Francesco, che veste la dalmatica da diacono (in quella celebrazione proclamò cantando il Vangelo e ne fece il commento), adagia nella greppia un bimbo in fasce che viene riconosciuto come Gesù Bambino e che - secondo il racconto di Tommaso da Celano - un fedele presente vide come privo di vita e poi rianimarsi con Francesco “che lo destava da quella specie di sonno, simbolo di Gesù che dimenticato nel cuore di molti, per grazia di lui veniva resuscitato per mezzo del servo suo Francesco” (Celano Vita Prima).

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onostante la sua scelta di vita eremitica è diventat o uno dei goumier più famosi: fra’ Mauro, che ha camminato que st’estate in Toscana con Rosa, Maria Gioia e Fabio, appare sul numero di Dicembre di “Terre di Mezzo” con tanto di foto. E’ stato infatti intervistato da Carlo Giorgi, goumier pure lui, nell’ambito di un’inchiesta sull’esperienza degli eremiti.

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n buon goumier è sempre in viaggio. Quindi, se cercate don Francesco Cassol, sappiate che ha cambiato casa: il suo vescovo lo ha spedito a Sedico, dove fa il parroco. Questo comunque non gli impedisce di continuare a occuparsi di un sacco di cose, goum compresi. Il suo nuovo indirizzo è : Parrocchia di Roe, 32036 Sedico (BL) telefono 0437.852177

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monaci di Sant’Antimo, favolosi lanceurs, sono sempre più... lanciati sul web. Il loro sito ora è raggiungibile più facilmente, digitando l’indirizzo www.antimo.it. Su queste pagine è anche possibile abbonarsi alla rivista telematica “Sant’Antimo On Line”, che tiene aggiornati sulla vita e gli incontri della comunità.

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nche Daniela Delladora e Angelo Motta, dopo aver mancato per un soffio il loro primo goum insieme, hanno cominciato la vita matrimoniale. Sono s posati dal 9 se ttembre: a loro mandiamo uno zaino pieno di auguri “dritti e sorridenti”!


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’è felicità più grande di quella che si prova sposandosi? Bisognerebbe chiederlo a Sonia Gaiani che dal 14 ottobre è moglie di Antonio Currà. Auguri a t utti e due , sperando di reincontrarli presto sulle strade del goum! bbiamo ricevuto una graditissima lettera da Luciano Moccia, che, dopo il lungo periodo in Danimarca e ormai prossimo alla Laurea, non riesce a starsene fermo a casa, in quel di Trento. Ora si trova nientemeno che in Vietnam, in una località chiamata Bac Giang vicino ad Hanoi, da dove ci scrive così: “Lavoro come collaboratore del G.V.C., una ONG di Bologna, su due progetti: uno di microcredito, realizzato attraverso il prestito di denaro per piccoli progetti a famiglie povere dei villaggi, e l’altro di recupero di ragazze di strada, alle quali insegniamo le lingue straniere perché abbiano l’opportunità di trovare un lavoro dignitoso. La situazione qui è molto difficile : la povertà è diffusissima, le condizioni di vita e di lavoro sono a volte estreme, le autorità invece chiuse e sorde ai bisogni della gent e. Ma la forza e il coraggio dei più poveri sono davvero molto grandi. Soprattutto ho notato in loro una cosa che noi, soffocati dalle nostre mille comodità e schiacciati dalle nostre vite frenetiche abbiamo perso: la speranza”. Davvero un bel messaggio da portare in questo periodo di Avvento! Per chi avesse voglia di scrivere a Luciano, il suo indirizzo fino a febbraio è quest o: Luciano Moccia G.V.C. – 3, Hoang Van Thu - BAC GIANG, Vietnam.

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otte sotto le stelle per più di un centinaio di temerari milanesi, fra cui non pochi goumier, lo scorso 17 ottobre. Su iniziativa del giornale di strada “Terre di Mezzo”, in solidarietà con i senza fissa dimora che “à la belle étoile” dor-

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mono ogni notte, l’insolita esperienza aveva lo scopo di attirare l’attenzione su coloro che non dormono all’aperto per scelta ma per mancanza di alternative.

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embra che Marco Poggiato abbia ritrovato il sorriso dopo un periodo piuttosto nero, durante il quale un suo ginocchio ha cercato di scoraggiarlo a non fare più pazzie del tipo andare in montagna, in bicicletta o addirittura… fare un raid goum! Grazie anche al valido e fedele sostegno di Maria Teresa e alla forte fibra del nostro, ci auguriamo che tutto sia passato e speriamo di vederlo presto zampe ttare, più forte di prima, sui nostri altopiani francesi.

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ltim’ora: sulla rivista “Famiglia Oggi” datata dicembre 2000 appare un articolo dedicato al goum scritto da una camminatrice instancabile: Serena Gaiani. È uno scritto davvero molto bello!

Aiutateci a raccogliere quelle notizie “di qui e di là” che rotolano lontano dalla nostra attenzione! Scrivete un’e-mail a crocesud@infinito.it oppure spedite un biglietto a

Croce del Sud c/o Bergamini viale Monte Nero 19 20135 Milano Grazie mille!


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A scuola di goum I lanceurs in full immersion: un incontro lungo un fine settimana per fare il punto della situazione sulla realtà f rancese , italiana e belga. Una quarantina di lanceurs si sono ritrovati a Lione il 28 e 29 ottobre scorsi, per camminare, pregare e confrontarsi, nel tentativo di approfondire la conoscenza la relazione sui della “magia” del goum. raid estivi Il rendez-vous prevedeva alcune chiaccherate con ospiti illustri: un generale ( decoratissimo) e un parr oco (appr ezzatissimo). Michel Menu e Jean Latil hanno condotto le relazioni sul bilancio e sulle caratteristiche dei par tecipanti ai raid. Jean Cauvin si è occupato dei problemi principali riscontrati nei raid dell’esta te appena conclusa, approfondendo soprattutto g li aspetti di metodo e contenuto. Tra l’altro, lo sapete c he i rapporti con gli abitanti dei Causses sono migliorati? Solo un esempio: alcuni goumier hanno spedito ai residenti di Frepestelle una cartolina per ringraziare dell’ospitalità (nei campi) e ciò ha stemperato l’ostilità che si è respirata negli anni passati. Potere della cor tesia! Non è m ancata una piccola mostr a di carnet di goum (i libretti con preghiere, meditazioni e canti preparati ad ogni raid), una bellissima messa in “ambiente afr icano”, una veglia di pr eghiera con supporto audiovisivo, ma soprattutto una splendida passeggiata per la campagna circostante. Insomma, due giorni con gli scari carnet dei raid: poni... al cervello! idee in mostra


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 siete goumier “na viganti”?  v olete ricevere notizie sul goum via e-mail?  vi piacer ebbe essere collegati agli altri “pellegrini del deserto” attraverso una mailing list? * scrivete all’indirizzo goum@libero.it per essere inseriti nell’indirizzario * usate la stessa e-mail ogni volta che avete notizie da condividere con gli altri vi aspettiamo!


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Incontro per lanciatori di goum Chiamata a raccolta per tutti coloro che fanno par te delle equipe di testa dei raid goum (ma anche per coloro che intendono diventare lanceur): stiamo organizzando un raduno per la prossima quaresima. Sarà l’occasione per metter e a fuoco i punti fondam entali dei r aid, per consigliarci sulle attenzioni da tenere, per parlare dei progetti per il futuro e della struttura italiana dei goum. E probabilmente potrem o confrontarci con un esper to di pellegrinaggi, con il quale chiaccherare di spiritualità e cammino. Lo stile, per quanto ce lo permetterà il tempo, sarà simile a quello dei nostri raid. I dettagli verranno com unicati appena possibile a tutti gli iscritti. Quando: dal pomeriggio di sabato 24 a domenica 25 marzo 2001 Dove: nella campagna modenese Per chi: lanceurs di raid e aspiranti lanceurs

Informazioni e iscrizioni: goum@libero.it

Croce del Sud, in continuo rinnovamento, si sta impegnando per poter raggiungere i goumier italiani con maggior puntualità. Per questo motivo stiamo rivedendo l’elenco degli “abbonati”: se desiderate continuare a ricevere Croce del Sud ma avete fatto l’ultimo raid goum più di due anni fa, scrivete alla redazione.

e-mail: indirizzo:

crocesud@infinito.it Croce del Sud c/o Bergamini viale Monte Nero 19, 20135 Milano



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