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Leo Shoes, la sfida continua I gialloblù affronteranno la Lube al Palapanini mercoledì 5 febbraio

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Regione, vince Bonaccini Pag.

7 Bonolis al Forum Monzani Pag.

11 San Geminiano e Corrida Pag.

21 Modena contro la Feralpi

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MODENA ATTUALITÀ

Bonaccini, una vittoria netta Il Presidente uscente confermato alla guida dell’Emilia Romagna. Otto i modenesi eletti nel consiglio regionale Una vittoria più netta di quanto si potesse pensare quella che ha confermato Stefano Bonaccini alla presidenza della Regione per altri cinque anni. Il presidente uscente infatti ha conquistato il 51,42% dei voti (1.195.742), contro il 43, 63% (1.014.672) ottenuto dalla candidata del Centro Destra Lucia Borgonzoni. Crollo del Movimento 5 Stelle il cui candidato Simone Benini ha raggiunto il 3,48% dei voti, mentre il Movimento stesso è arrivato a 4,74% (un effetto del voto disgiunto). Non hanno invece nemmeno raggiunto l’1% gli altri candidati alla presidenza Marta Collot di Potere al Popolo (0,30%), Laura Bergamini del Partito Comunista (0,44%), Domenico Battaglia del Movimento Vaccini Vogliamo la Verità (0,47%) e Stefano Lugli de L’Altra Emilia Romagna (0,26%). Interessante anche il risultato dei vari partiti con il PD che a livello di Emilia Romagna, torna ad essere il primo partito dopo essere stato superato dalla Lega alle recenti Europee (34,69% di voti ottenuti dal Partito Democratico contro il 31,95% della Lega). Il Movimento 5 Stelle invece passa dal 12,89% delle Europee al 4,74 di queste Regionali. Fratelli

d’Italia diventa il terzo partito con l’8,59% dei voti, mentre crolla sempre di più Forza Italia che si ferma al 2,56%. Importante l’affluenza alle urne che è arrivata al 67.7% degli aventi diritto. Restrigendo lo sguardo sulla nostra città l’affluenza sale addirittura al 70% con 99.488 elettori rispetto ai 140.214 aventi diritto. Una crescita notevole rispetto alle precedenti Regionali, quelle del 2014, nelle quali l’affluenza si era al 40,7% e superiori anche alle stesse Comunali di un anno fa quando era stata del 69,4%. Questi i risultati dei vari candidati nel Comune di Mode-

na. Stefano Bonaccini ha ottenuto il 61,84% (60.349 voti), Lucia Borgonzoni il 33,85% (33.027 voti), Simone Benini il 3,03% (2.959 voti). Gli altri candidati: Laura Bergamini (354 voti), Domenico Battaglia (347), Marta Collot (323), Stefano Lugli (223). Le sei liste a sostegno di Bonaccini hanno ottenuto complessivamente 52.034 voti (pari al 57.93%): Partito Democratico 35.719 voti (39,77%), Bonaccini Presidente 7.702 voti (8,58%), Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista 4.195 voti (4,67%), Europa Verde 2.320 voti (2,58%), +Europa 1.472 voti (1.64%), Volt Emilia Romagna

626 voti (0,70%). Le sei liste a sostegno della Borgonzoni hanno ottenuto complessivamente 33.027 voti (pari al 33.85%): Lega 20.808 voti (23,17%), Fratelli d’Italia 7.205 voti (8,02%), Forza Italia 2.092 voti (2,33%), Progetto Emilia-Romagna Rete civica Borgonzoni presidente 1.332 voti (1,48%), Il Popolo della FamigliaCambiamo 480 voti (0,53%), Giovani per l’Ambiente 245 voti (0,27%). Il Movimento 5 Stelle (Benini) ha ottenuto 4.024 voti (pari al 4,48%). Le altre liste: Potere al Popolo (Collot) 0,52%(468 voti); Partito Comunista (Bergamini) 0,45% (401 voti), l’Altra Emilia-Romagna (Lugli) 0,41% (372 voti), Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità (Battaglia) 0,40% (357 voti). Otto i modenesi eletti nel consiglio Regionale si tratta di Palma Costi (6.536 preferenze), Luca Sabattini (6.031) e Francesca Maletti (5.534) del PD, Giulia Pigoni (1900) della lista Bonaccini presidente, Stefano Bargi (3.926) e il sindaco di Vignola Simone Pelloni (3008) per la Lega, Michele Barcaiuolo (2374) per Fratelli d’Italia e Giulia Gibertoni (683) per il M5S. (Foto dalla pagina Faceboo di Stefano Bonaccini)

Cinquemila in piazza Grande per la festa Lunedì sera, in Piazza Grande, c’è stato un vero e proprio bagno di folla per festeggiare la vittoria di Stefano Bonaccini alle Regionali. Erano circa 5000 le persone arrivate nella piazza centrale della città per applaudire il confermatissimo presidente della Regione Emilia Romagna. Presenti anche il segretario del PD Nicola Zingaretti, il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli e alcuni personaggi che hanno sostenuto apertamente Bonaccini nella sua campagna elettorale, come lo chef Massimo Bottura e il capitano di Modena Volley Ivan Zaytsev.

MODENA ATTUALITÀ

Diabete, la scuola che accoglie Gli istituti modenesi che si sono distinti per la capacità di assistenza ai bambini di Patrizia Palladino Grazie a un protocollo per l’inserimento scolastico del bambino con diabete in vigore da un anno, gli alunni che frequentano le scuole modenesi possono contare sugli insegnanti e sugli operatori scolastici che li aiutano nelle operazioni che la malattia comporta. Di recente la Federazione Diabete Emilia-Romagna insieme all’Azienda USL di Modena ha premiato 6 “Scuole Accoglienti” per l’impegno nel garantire la corretta assistenza ai bambini con diabete di tipo 1. Ne parla con noi Rita Lidia Stara, presidente di Feder. Cos’è Feder e di cosa si occupa nello specifico? “E’ un’associazione che si occupa di diabete di tipo 1 e di tipo 2, rappresentiamo i 270mila pazienti della regione. Una delle prime normative che abbiamo ottenuto, nel 2012, è stata proprio quella sulle Linee Guida per l’inserimento a scuola dei bambini con diabete. Da allora abbiamo iniziato a lavorare, seppur con fatica, per togliere gli in-

fermieri dalla scuola. Per trattare con un bambino devi avere una relazione con lui, non può essere ogni volta una persona diversa a fare ad esempio l’insulina. Se non è la mamma, può essere la maestra e non un estraneo che entra ed esce all’occorrenza. Insieme alle Usl, facciamo corsi di formazione per il personale scolastico, dando gli strumenti perché possano aggiungere al loro compito quel passo in più, di volontariato, e occuparsi anche di seguire il bambino con diabete nelle sue esigenze”. Gli insegnanti come reagiscono in genere? Sono disponibili? “Abbiamo trovato una grandissima disponibilità, meravigliosa, e abbiamo voluto

renderla pubblica, specie in un momento come questo in cui tutti ‘urlano’ contro tutti. Abbiamo voluto, attraverso il premio, far sapere che ci sono molte brave persone e che accadono tante cose buone dentro alla scuola. Le famiglie sono supportate, non sono sole, c’è un’alleanza strategica tra loro e la scuola. Facciamo formazione anche negli istituti dove non ci sono bambini con il diabete e in alcuni casi è stato fondamentale perché le insegnanti si sono accorte che qualcosa non andava e l’hanno segnalato alla famiglia, consentendo una diagnosi precoce che è sempre molto importante”. In provincia di Modena ci sono circa 200 minori con dia-

bete 1, il progetto per l’inserimento ha coinvolto sin qui 21 istituti tra i quali avete scelto i 6 da premiare... Sì, ci sono tre scuole paritarie e tre scuole pubbliche. Abbiamo voluto dare un incoraggiamento e un riconoscimento pubblico, mostrando a tutti l’impegno che insegnanti e operatori si sono presi nei confronti di questi bambini. L’inserimento e l’accoglienza dei bambini con diabete è assolutamente fattibile, non è un impegno gravoso, si può fare. Le insegnanti sono belle persone e sono felici di poter aiutare i loro bambini, occorre solo dare loro degli strumenti e una formazione adeguata. Una scuola accogliente è una vittoria di tutta la società! (In foto i premiati: Scuola dell’infanzia paritaria S. Benedetto Abate e Istituto Figlie di Gesù di Modena, Scuola Primaria Montecuccoli di Sestola, Istituto comprensivo di Lama Mocogno - Plesso di Polinago, Istituto comprensivo 2 Ravarino - Primaria Buonarroti e Scuola materna paritaria Minime dell'Addolorata di Castelfranco)

Con l’aiuto di tutti si può Cosa fa la scuola per aiutare i bambini con diabete ad avere una vita normale? Quali le azioni concrete? “Innanzitutto - risponde Stara - in una scuola formata, il bambino con diabete è un bambino come gli altri e non è medicalizzato. Il bambino che ha il glucometro con sé o il sensore (a cui è collegata anche la mamma per vedere la glicemia), può fare tutto in tre secondi, con la penna iniettoria e l’aiuto della maestra. Se, al contrario, deve arrivare un estraneo che lo porta fuori dalla classe per la terapia, questa è medicalizzazione e sottrae il bambino alle sue attività. Con i nuovi farmaci e le nuove tecnologie, oggi i bambini con diabete possono essere come tutti gli altri. Quasi tutti ormai hanno il sensore, la mamma sul cellulare vede la glicemia e contatta la maestra che sa già cosa fare. La penna iniettoria è sicurissima e facilissima da usare, quasi banale. Molti bambini, per altro, già dai 6/7 anni sono in grado di farlo da soli”. Vengono coinvolti anche i compagni di classe? “Sì e sono risorse favolose! ‘Hai preso il succo? Ce l’hai lo zucchero? Vado io a prenderlo!’, i compagni sono i primi guardiani del bambino, sono molto attenti ai sintomi. Una scuola formata e informata è molto importante anche per arginare eventuali fenomeni di bullismo. Provare la glicemia o fare l’insulina apertamente, davanti a tutti, aiuta i compagni di classe ad abituarsi alla diversità, a viverla come una cosa normale”.

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MODENA VOX POPULI

Settant’anni di Festival Dal 4 all’8 febbraio la 70ª edizione del Festival di Sanremo. I ricordi di alcuni modenesi dell’appuntamento più atteso della canzone italiana

di Giada Chiari Anticipato dalle immancabili polemiche, dal 4 all’8 febbraio si accendono i riflettori sul Festival di Sanremo. A condurre questa 70ª edizione sarà Amadeus affiancato da diverse presentatrici che si alterneranno sul palco del Teatro Ariston: Antonella Clerici, Diletta Leotta, Sabrina Salerno, Rula Jebreal, Emma D’Aquino, Laura Chimenti, Georgina Rodriguez, Alketa Vejsiu e Francesca Sofia Novello. Nella serata finale di sabato 8 febbraio, ci sarà Mara Venier. Sarebbe dovuta salire sul palco anche Monica Bellucci che, invece, ha rinunciato a partecipare al Festival. 24 le canzoni in gara nella sezione campioni mentre saranno 8 le nuove proposte. Tanti gli ospiti annunciati, da Roberto Benigni a Massimo Ranieri, Gabriele Muccino e il grande Johnny Dorelli. Mattatori saranno Fiorello e Tiziano Ferro presenti in tutte e cinque le serate. Du-

rante la finale sarà presente anche Christian De Sica assieme dio ad avere i brani di Sanremo in anteprima, era una lotta agli attori del film “La mia banda suona il pop” (Diego Aba- continua con le altre emittenti a chi li trasmetteva prima. tantuono, Massimo Ghini, Donatella Finocchiaro e Paolo Ros- Adesso è cambiato tutto e le canzoni sono disponibili subito si). Gli artisti internazionali annunciati ufficialmente, invece, dopo l’esibizione”. “I miei ricordi legati a Sanremo fanno parsono Dua Lipa (venerdì 7 febbraio), Mika e Lewis Capaldi (en- te dell’infanzia quando il Festival era davvero un evento musicale che cambiava le cose trambi giovedì 6 febbraio). racconta Robby Menabue Sono tanti i ricordi indelebili Ferrari, Radio Stella: “Ricordo la prima, mitica, del negozio Dischinpiazza. in ciascuno di noi legati ad partecipazione di Vasco con ‘Vado al Massimo’, Nei primi anni ’70, quando un’esibizione particolare o ad quando erano ancora in pochi a conoscerlo”. ero bimbo, io e mia sorella reun fatto accaduto durante gistravamo dalla tv le canzoni una serata del Festival. “Ricordo la mitica partecipazione di Vasco nel 1982, con Vado al su un vecchio registratore Geloso a bobina per poi riascolmassimo - ci racconta Diego Ferrari, direttore di Radio Stella tarle nei giorni successivi, in casa ci doveva essere dunque - quando erano ancora pochi a conoscerlo. Noi ci frequenta- un silenzio totale per evitare che le voci dei familiari entrasvamo già da anni, andavamo a Zocca, lo incontravamo al bar sero nel microfono…negli anni scoprii che questa cosa la si e come dj nelle discoteche. Ricordo poi le difficoltà come ra- faceva più o meno tutti quanti!”.

Edoardo, studente

Lucia, pensionata

Luciana, pensionata

Chiara, visual moda

Roberto, pensionato

Mauro, pensionato

La bella canzone di Ultimo Mi è rimasta impressa la scorsa edizione, soprattutto Ultimo che non vinse nonostante una bellissima canzone rispetto a quella di Mahmood.

Pippo e l’aspirante suicida Come non ricordare quando Pippo salvò l’aspirante suicida che si voleva gettare dalla balconata, una messinscena di cui si parlò per tanto tempo

Polemiche e belle esibizioni Di Sanremo ricordo le polemiche che sempre lo hanno preceduto ma anche le bellissime esibizioni di alcuni cantanti e la bravura di Pippo Baudo.

La chitarra rotta dai Placebo Io non lo guardo però ricordo di un’edizione in cui erano ospiti i Placebo e il cantante spaccò una chitarra. Mi colpì molto quell’esibizione.

Ricordi legati all’infanzia Non lo guardo più perché è scaduto, i miei ricordi belli sono legati all’infanzia quando si aspettavo con trepidazione, adesso troppo politicizzato.

Cristicchi e Bonolis Di Sanremo mi ricordo la canzone di Cristicchi dell’anno scorso con delle parole meravigliose. Come presentatore ho apprezzato molto Bonolis.

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MODENA CULTURA

Angelo Formiggini, l’italiano Roberto Vaccari ha raccontato in un libro la storia dell’editore e filosofo ebreo morto suicida ai tempi delle leggi razziali di Mattia Amaduzzi

Lo scorso novembre, lo storico Roberto Vaccari ha pubblicato un libro dal titolo “C’è poco da ridere. Angelo Fortunato Formiggini, l’italiano” (Elis Colombini). Si tratta di una vera e propria biografia dell’editore, scrittore e filosofo modenese morto suicida, gettandosi dalla Ghrilandina, nel 1938. Vaccari, com’è nata l’idea di scrivere questo libro? Sono sempre stato un grande appassionato di questo personaggio. Ho voluto collocare la figura di Formiggini all’interno della storia del paese, allargando dunque il campo, e parlando anche delle tematiche che hanno riguardato la sua vita. Che personaggio era Formiggini? Il titolo del libro “C’è poco da ridere” parafrasa il suo carattere. Era conosciuto come un uomo molto spiritoso e amante del bel vivere. Si occupava di cultura ad altissimo livello, ma la sua seconda tesi di laurea riguardava proprio il ridere, nel senso bello del termine e in quanto attività umana dello spirito. Affermava spesso che “quando ridi, tutto il male viene sconfitto”. Era sicuramente una persona benestante, e amante del libro come oggetto e patrimonio culturale. In conclusione possiamo affermare che era un uomo con una sconfinata cultura e questo riusciva a metterlo in pratica nei suoi libri. Come mai scelse di togliersi la vita in un modo così “spettacolare”? Il suo percorso di vita sbatté contro il fascismo, che gli portò via la sua creatura, la Fondazione Leonardo, la quale avrebbe dovuto promuovere la cultura del libro in tutto il mondo e di cui lui si era preso a carico costi e oneri. Le leggi nel ’38 misero fine sia alla sua attività editoriale che alla sua sensibilità umana che non aveva mai sopportato le imposizioni. Infatti le leggi razziali stabilivano che non solo la casa editrice non potesse avere il nome di un ebreo, ma che anche non potesse appartenere ad un ebreo. La sua morte non fu una provocazione, ma un piano studiato approfonditamente. Nei mesi precedenti troviamo, infatti, lettere e altri scritti in cui Formiggini pensava ad un vero piano di manifestazione di identità personale nei confronti del

regime. E’ sbagliato pensare che sia stato l’atto di uno sbandato. Poi, in seguito, sono nate leggende, come quella che vuole che si sia buttato con in ta sca dei soldi per dimostrare che non era rovinato economicamente. Sta di fatto che la sua morte venne riconosciuta, anche dai gerarchi fascisti, come il suicidio più noto del regime, nonostante si sia cercato di mettere tutto a tacere. In che modo lo si fece? Fu fatto sparire il corpo e pulita la zona dell’impatto. Non fu permesso ai giornali di pubblicare la notizia e il funerale fu concesso di primissima mattina. Non venne pubblicato neanche il necrologio. La notizia della sua morte, però, fece lo stesso il giro del mondo tant’è che ho trovato delle pubblicazioni anche a San Paolo in Brasile. Se ne parlò ovunque ci fosse una persona raziocinante capace di comprendere che con questo suicidio, il fascismo aveva messo a tacere l’ennesima voce di libertà e giustizia. Quali ricerche ha dovuto svolgere? Dopo la sua morte, la battaglia la portò avanti sua moglie, anche lei una grande intellettuale e cristiana, quindi non toccata dalle leggi razziali. Da persona libera ha potuto salvaguardare il patrimonio librario

di suo marito. In questo modo tutte le carte di Formiggini vennero donate alla Biblioteca Estense, come lui stesso aveva lasciato scritto. Tra queste possiamo trovare lettere di James Joyce, di Pirandello, di Benedetto Croce e di tanti altri che avevano scambi epistolari con lui. Molti ricercatori hanno già lavorato su queste carte, io sono l’ultimo arrivato e forse quello che ci ha lavorato di meno. Ho cercato di dare un contributo più unitario della sua vita, tralasciando probabilmente dei particolari più interessanti, ai quali penseranno magari gli accademici. Si è fatto un’idea di com’era Modena in quegli anni? Era sicuramente una città meno provinciale di quanto si possa pensare. Qualche anno fa ho scritto una biografia su Antonio Delfini, che ha vissuto la stessa epoca di Formiggini, un’epoca molto vivace, sia per quanto riguarda la poesia, che la letteratura e la musica. Naturalmente era una piccola città, in cui mancavano anche alcuni mezzi di comunicazione. Lo stesso Formiggini, che aveva intenzione di fare l’editore a livello nazionale, ha dovuto trasferirsi prima a Genova e poi a Roma. Lunedì 27 gennaio è stata la Giornata della Memoria. Che cosa può insegnare il sacrificio di Formiggini ai ragazzi d’oggi? Formiggini è stato un massone, un’appartenente a Corda Fratres, un’associazione internazionale che propugnava la pace nel mondo, ed era un ebreo laico. Nelle sue ultime opere “Parole in libertà” aveva lanciato un appello agli ebrei di tenersi l’ebraismo in casa propria, per il timore di essere visibili. Le leggi razziali, che sembravano così fondamentali, colpivano un italiano su mille. Inoltre gli ebrei italiani erano completamente laici e svolgevano le occupazioni più svariate. L’invenzione delle leggi razziali italiane, dunque, non coglieva neppure l’obbiettivo che aveva Hitler, ovvero quello di distruggere un’intera classe sociale. Sono state uno dei più grandi abomini che il fascismo abbia fatto insieme alla guerra, poiché hanno tolto la dignità alle classi sociali che l’hanno promulgate mettendo in ombra gli italiani che le hanno accettate senza ribellarsi. A Modena, tutt’ora vivono circa sessanta/settanta ebrei, mentre a Roma dei 1019 che furono rastrellati nel ‘43 ne tornarono una ventina. Quindi la memoria va conservata

“L’area oggetto di intervento si trova ubicata in Via dello Zodiaco tra Via Lombroso e via Golgi, a Nord/Est del tratto terminale di Via Massolo. I lavori per la realizzazione della rotatoria in Via dello Zodiaco permetteranno un collegamento viario con le Vie Massolo e del Capricorno, attraverso la costruzione di una nuova rotatoria, mediante la realiz-

zazione di opere stradali, percorsi pedonali e ciclabili e migliorie all’illuminazione pubblica Oltre alla rotatoria il progetto prevede anche l’adeguamento del capolinea al nuovo sistema di viabilità, gestito da AMO, il verde di arredo stradale, il relativo impianto di irrigazione, la segnaletica, l'illuminazione pubblica e la estensione e ricucitura della rete pedonale e

ciclabile esistente, perseguendo l'obiettivo di una generale riqualificazione dell'area stessa, finora trascurata o inutilizzata. L'infrastruttura è stata dimensionata in modo da garantire lo smaltimento dei flussi di traffico che attualmente impegnano Via dello Zodiaco e quelli previsti con la realizzazione del nuovo collegamento a Sud di Modena.

Nell’ambito della progettazione sono state individuate le aree oggetto di realizzazione delle opere di urbanizzazione, ipotizzando una tempistica di attuazione delle varie fasi di lavoro al fine di garantire l’assenza di interruzioni del traffico veicolare di Via dello Zodiaco e la loro conclusione entro la fine di novembre, se le condizioni climatiche permetteranno i lavori di finitura”

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informa Interventi in via dello Zodiaco: nuova rotatoria, verde e illuminazione pubblica

TEMPO LIBERO

Il lato intimo di Bonolis Domenica 2 febbraio, alle 18, il popolare anchorman presenta il suo libro autobiografico Super appuntamento al Forum Monzani domenica 2 febbraio alle ore 18. L’ospite d’eccezione sarà uno dei personaggi più amati della televisione: Paolo Bonolis (nella foto), nell’inedita veste di scrittore autobiografico. Il noto anchorman televisivo presenterà infatti il suo libro dal titolo “Perché parlavo da solo”, uscito per Rizzoli. Per la prima volta, Bonolis svela il suo mondo oltre lo schermo, in un diario intimo e ironico alla ricerca del senso della vita. “Viaggia veloce il fiume del tempo”, confessa Bonolis, “molto più di quanto scorreva in passato. E scava sempre più profondo il canyon che attraversa. I miei figli sono dall’altra parte e potrebbero partire prima che possa raggiungerli. Gli vorrei consegnare quello che ho conservato. Non c’è molto tempo e, senza il mio bagaglio, ho paura che il loro viaggio possa essere più faticoso di quello che intrapresi io. Ho 58 anni adesso che scrivo e, il mio viaggio, l’ho iniziato che ero ragazzo. A quei tempi anche mio padre mi consegnò il suo bagaglio, ma gli bastò allungare un braccio per passarmelo”.

Da sempre Paolo Bonolis parla da solo. Lo fa per ritornare sui suoi pensieri, elaborarli, triturarli, rivoltarli come calzini. E per capirci di più: sul mondo, sulla felicità, sulla televisione, sullo stupore, sull’amore e la famiglia, sulla tecnologia che non rispetta i ritmi della biologia, sullo sport che è passione, su Roma (’sti cazzi), sull’uomo che è l’animale con la spocchia. Negli anni, da queste riflessioni ad alta voce sono nate delle pagine di appunti scritti che ora aprono i diciotto capitoli di “Perché parlavo da solo”, il primo libro di Paolo Bonolis, un tesoro intimo,

meditato e prezioso da consegnare ai suoi figli e a tutti coloro che nel tempo l’hanno apprezzato o anche criticato. In un flusso appassionato e coinvolgente, ricco di ricordi di personaggi ed episodi, Bonolis sorprende i lettori con le sue domande ora poetiche ora al vetriolo, sempre profonde: leggerezza e accettazione sono antibiotici per l’esistenza? La Natura Umana è senza scopo, lo Spazio la limita e il Tempo la corrode: come se ne esce? Un amore è un dato oggettivo o un fiume di farfalle? Internet ci sta rincoglionendo? E tagliare i cojoni a un gatto è un

atto lecito o arbitrario? Il titolo che l’autore ha voluto dare al suo libro, “Perché parlavo da solo” ha quindi questa motivazione, che risiede nel fatto di aver utilizzato il parlare ad alta voce anche nei momenti intimi di riflessione, usando questo metodo quasi come terapia. Bonolis è un uomo che non nasconde le sue convinzioni maturate in anni di gavetta, un uomo pieno di contraddizioni, piuttosto cinico ma non a discapito del romanticismo. Eppure il conduttore mostra anche di essere un uomo pratico, che apprezza le persone veloci nel pensiero, come goliardicamente fa vedere anche in televisione dove esorta i partecipanti alle sue trasmissioni a “non cincischiare”. Proprio riguardo al suo personaggio televisivo confida che il piccolo schermo è l’unico luogo in cui sviscera il suo lato burlone, che altrimenti non ostenta così facilmente. Il risultato è una lettura che incuriosisce, fa pensare e talvolta ridere grazie all’intelligenza affilata e alle battute ciniche di Bonolis. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. E’ un’iniziativa promossa da BPER Banca.

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Una strana coppia con Pif e Piccolo Domenica 2 febbraio, alle 17, lo scrittore Francesco Piccolo sale sul palco del Teatro Storchi con il suo testo “Momenti di trascurabile (In)felicità”. Anche quest’anno è accompagnato da un ospite speciale, nella strada insieme tra momenti di trascurabile felicità e infelicità: Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, protagonista dell’omonimo film diretto da Daniele Luchetti e scritto a quattro mani da Luchetti e Piccolo, sale sul palco per prendere parte allo spettacolo in maniera sorprendente. Lo spettacolo dà importanza e valore a quei momenti felici e infelici dell’esistenza quotidiana sui quali non abbiamo il tempo di soffermarci.

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TEMPO LIBERO

Omaggio a Morricone Al Teatro Storchi le celebri Musiche da Oscar del compositore romano Ennio Morricone è giustamente considerato il più grande compositore cinematografico vivente del mondo, una leggenda. A lui e alle sue “Musiche da Oscar” sarà dedicato quello che sabato 1° febbraio alle 21 al Teatro Storchi proporrà l’ensemble Le Muse (nella foto), diretto da Andrea Albertini. Lo spettacolo è stato insignito dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica nel 2017. Le “Muse” eseguiranno arie dalle più celebri colonne sonore del compositore romano, selezionate tra le oltre 400 musiche da film, a partire dagli esordi con Sergio Leone (1964, “Per un pugno di dollari”) fino alle più recenti collaborazioni con Tornatore e Tarantino. Il 25 febbraio 2007, dopo cinque candidature non premiate, a Morricone è stato conferito, accompagnato da una standing ovation, il Premio Oscar alla carriera, “per i suoi magnifici e multiformi contributi nell’arte della musica per film’. A consegnargli il premio l’attore Clint Eastwood, icona dei film western di Sergio Leone. Ne 2016 il maestro ha ottenuto il prestigioso riconoscimento alla miglior colonna sonora, composta per “The hateful eight”, film di Quen-

tin Tarantino. Protagonista strumentale del concerto sarà l’Ensemble Le Muse, che ha rappresentato l’eccellenza musicale italiana all’inaugurazione del semestre di presidenza italiana presso l’Unione Europea. Diretto al pianoforte dal suo ideatore, il maestro Andrea Albertini e accompagnato dalla suadente voce di Angelica De Paoli, l’ensemble “Le Muse” ci conduce attraverso un viaggio emozionale nell’universo creativo di Morricone. Musiche che diventano immagini, tanto sono radicate nella memoria collettiva le scene di alcuni film che le colonne sonore di Morricone hanno contribuito a far diventare celeberrimi. La serata proporrà anche un Morricone forse inedito e sorprendente per qualcuno,

nella veste di autore di indimenticate canzoni come “Se telefonando”, portata al successo da Mina, e “Here’s to you”, cantata da Jon Baez. Quanto alle Muse, sono un ensemble al femminile, formato da strumentiste cresciute artisticamente nei principali conservatori del Nord Italia (Milano, Torino, Genova, Parma). Dopo esperienze di perfezionamento in Accademie Musicali come Fiesole, Santa Cecilia a Roma , Chigiana a Siena, Prix Virtuositè a Ginevra, arricchiscono sul campo il loro bagaglio musicale lavorando per Enti Lirici. Tutto il repertorio Muse è creato appositamente per il gruppo dal proprio ideatore pianista e direttore d’orchestra Andrea Albertini. L’attività concertistica ha portato il gruppo ad esibirsi nelle principali sale da concerto di tutto il mondo. Sono state scelte come rappresentanza della eccellenza musicale italiana in un concerto presso il Padiglione Italia nel corso di Expo Milano 2015. hanno suonato in presenza dei reali monegaschi e alla Reggia di Venaria favore del reparto di pediatria dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Lo scorso anno sono state in tourneè in Thailandia e negli Stati Uniti.

Suoni gipsy da Barcellona Sarà la Barcelona Gipsy Balkan Orchestra (nella foto) ad inaugurare la nuova edizione del Festival L’Altro Suono, giovedì 20 febbraio alle 20.30, al Teatro Comunale Luciano Pavarotti. La BGKO è un ensemble internazionale con sede nella metropoli catalana che ha riscosso l’interesse del pubblico di tutta Europa per la sua reinterpretazione genuina della musica tradizionale dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo. Il sound unico e contemporaneo del gruppo deriva dalla sua appassionata e inarrestabile esplorazione dei suoni e dei timbri della musica rom, klezmer, balkan e mediterranea, inteso come un insieme di tradizioni musicali e culture multietniche che va oltre ogni confine geografico. Il gruppo è stato applaudito in festival e teatri in Austria, Russia, Spagna, Italia, Romania, Repubblica Ceca, Germania, Turchia, Belgio, Serbia, Svizzera, Danimarca, Ungheria, Canada e Stati Uniti. La band è composta da Mattia Schirosa alla fisarmonica, Julien Chanal alla chitarra, Ivan Kovacevic al contrabbasso, Stelios Togias alle percussioni, Dani Carbonell al clarinetto, Alex Sora al violino e Margherita Abita alla voce. L’Altro Suono festival si terrà da marzo a maggio 2020. Il programma verrà presentato il 5 febbraio prossimo.

COPIA GRATUITA € 0,052 | Editore: Sede legale, Redazione, pubblicità e annunci: via Emilia Est, 402/6 - Modena | Tel. 059 271412 | Fax 059 3682441 Direttore Resp.: Giovanni Botti | e-mail: redazione@vivomodena.com | www.vivomodena.it | Diffusione gratuita in abitazioni, attività commerciali, edicole di Modena. Autorizzazione Tribunale di Modena n. 1604/2001 del 16/10/2001 | Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (BO)

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SPETTACOLI E APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA A MODENA E DINTORNI BUONA MUSICA LIVE IN LAMBRUSCHERIA Serate dall’atmosfera speciale sono quelle che propone la Lambruscheria Ca’ Berti di Levizzano Rangone, in via Spagna 60. Il merito va al programma musicale, di grande qualità, come dimostra l’appuntamento di giovedì 13 febbraio con il concerto che vede insieme Jono Manson (nella foto) e Jason Crosby. Nella seconda metà di febbraio il locale proporrà ulteriori due serate di musica live con il solo di Giancarlo Frigieri (giovedì 20) e il concerto del canadese Bocephus King mercoledì 26. Nato artisticamente a New York, Jono è un musicista giramondo, con una voce e uno stile unici: da anni ha legato la propria carriera con l’Italia. L’ingresso è libero, ma è possibile prenotare i tavoli chiamando lo 059.741025.

NEL GIARDINO DEI CILIEGI Allestimento cecoviano da non perdere nella vicina Reggio Emilia dal 31 gennaio al 2 febbraio, al Teatro Ariosto. Va in scena il classico “Il giardino dei ciliegi”, per la regia di Alessandro Serra con un cast di dodici attori. Nonostante l’autore insistesse nel definire la pièce una commedia e il regista Stanislavskij una tragedia, l’ultima opera teatrale di Čechov è anche la più lirica. Scritta tra il 1902 e il 1903, la vicenda di Ljubov’ e della sua famiglia non rispecchia solo la decadenza della aristocrazia terriera e l’ascesa della classe borghese, né si limita a descrivere la conseguente trasformazione sociale e di mentalità, ma pone l’accento sul passare inesorabile delle stagioni della vita. Info e biglietti: 0522.458811 - 0522.458854

AL CROGIOLO CON SABRINA A partire da giovedì 6 febbraio il Crogiolo Marazzi di Sassuolo propone alcune serate cinematografiche, a ingresso gratuito, che riguardano il tema del “Crescere; la scoperta di sé, genitori e figli”. Si comincia con l’ultimo film di Gabriele Muccino, “A casa tutti bene” e l’ospite d’onore sarà l’attrice Sabrina Impacciatore (nella foto), interprete del ruolo di Sara nel film. Si comincia alle 20.30. L’ingresso è libero.

NEL SEGNO DI PARKER Ricorda il leggendario Charlie Parker, non solo perché anche lui suona il sax, ma per stazza fisica. Parliamo di Jesse Davis (nella foto), musicista afroamericano che si esibirà sabato 8 febbraio all’Abate Road 66, il locale che si trova vicino alla stazione dei treni di Modena, nell’ambito del Modena Jazz Festival, un super cartellone imbastito dallo Smallet Jazz Club. Con Davis suoneranno Nico Manci al piano, Paolo Benedettini al contrabbasso e Adam Pache alla batteria. La leggenda di Bird ispira anche il concerto del 31 gennaio - “I love Charlie Parker” - con Nicoletta Manzini al sax alto e Tom Kiekpatrick alla tromba, Nico Menci, Luca Pisani e Massimo Chiarella. Per info e prenotazioni: 345.7902481

LA CREAZIONE DI HAYDN AL COMUNALE Grande appuntamento con la concertistica al Teatro Comunale Luciano Pavarotti quello di mercoledì 5 febbraio, alle 20.30. Viene eseguito l’oratorio “La creazione” che Franz Joseph Haydn compose fra il 1796 e il 1798, per raccontare in musica la genesi del mondo, seguendo le indicazioni della Bibbia. Sul palco il soprano Mari Eriksmoen (nella foto), il tenore Patrick Grahl e il basso Florian Boesch, accompagnati dall’Orchestre des Champs-Élysées e dal Collegium Vocale di Gent, per la direzione del Maestro Philippe Herreweghe. Attraverso arie solistiche, cori e recitativi, Haydn ripercorre il processo della creazione del mondo: dalla comparsa degli elementi naturali e degli animali sino alla nascita dell’uomo, a immagine diretta di Dio. Infine, non ancora toccati dal peccato, Adamo ed Eva abiteranno il Paradiso terrestre. Fondata nel 1991 dallo stesso Herreweghe, l’Orchestre des Champs-Élysées è specializzata nell’esecuzione su strumenti d’epoca del repertorio pre-romantico e romantico; orchestra residente dell’omonimo teatro parigino, ha lavorato con noti direttori, tra cui Harding, Holliger, Jacobs e Langrée. Interprete della produzione barocca secondo un approccio autentico ed orientato al testo, il Collegium Vocale Gent sotto la guida di Herreweghe ha forgiato negli anni quella sua voce cristallina che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Sempre pronto a nuove sfide musicali, con un repertorio che spazia da Monteverdi a Stravinskij, Herreweghe vanta una ricca discografia, con oltre 120 registrazioni. Per info e biglietti: 059.2033010.

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MODENA SAN GEMINIANO

Tutti in centro per la Fiera Oltre 500 banchi di ambulanti. La messa in duomo e i musei aperti Saranno 520 i banchi degli ambulanti a San Geminiano, dislocati lungo le strade e le piazze del centro: piazza S. Agostino, piazzale Erri, piazza Grande, piazza XX Settembre, via Emilia centro, piazza Muratori, piazza Matteotti, corso Canalchiaro, corso Duomo, corso Canalgrande, via Università, Via Castellaro, via Scudari, via Canalino, piazzale San Francesco e calle di Luca. Venerdì 31 gli acquisti partiranno alle 8 per concludersi dodici ore dopo alle 20. Nel segno di una antichissima tradizione in onore del Patrono, il sindaco Muzzarelli e il presidente del Consiglio comunale Poggi, accompagnati dal gonfalone della città, interverranno in forma ufficiale con altre autorità alla celebrazione. Alle 10.30, dallo scalone del Palazzo comunale, si muoverà il corteo con i valletti in livrea gialloblù a portare in offerta i ceri e l’olio per la lampada che nella cripta del Duomo arde perennemente davanti al sepolcro del Santo Vescovo, scoperto in occasione della festa per la devozione e le preghiere dei fedeli. Il corteo, preceduto dalla banda cittadina, da piazzetta delle Ova percorrerà via Emilia fino a corso Duomo per poi entrare nella cattedrale romanica che torna a ospitare la messa dopo i restauri. Alla funzione, concelebrata dall’arcivescovo Erio Castellucci, come ogni 31 gennaio sarà presente anche una delegazione con gon-

falone della città di Pontremoli, il cui santo patrono è San Geminiano. Anche l’arte a Modena fa festa con San Geminiano. Aprono gratuitamente a orario continuato i Musei del Duomo di via Lanfranco dalle 9.30 alle 18, mentre la chiesa di San Vincenzo in corso Canalgrande si può visitare senza pause dalle 8.30 alle 16. E a Palazzo dei Musei si fanno visite guidate dedicate al Patrono.

Tutti i parcheggi per lasciare l’auto Come ogni anno, sono tante le persone attese in centro storico a Modena per la fiera. Chi usa l’auto può scegliere di parcheggiare utilizzando i numerosi posti macchina a disposizione, a pagamento, al Novi Park o nei parcheggi scambiatori che consentono di lasciare l’auto e arrivare alle porte del centro con l’autobus. La navetta del parcheggio giovedì 31 non circolerà. Tra le altre aree in cui si può lasciare la vettura c’è il parcheggio del parco Ferrari in via Emilia Ovest (per il centro bus linee 4, 5, 9 e 762 per la stazione delle corriere; dalle 14 alle 20 c’è il mercatino degli agricoltori quindi occorre fare attenzione a non parcheggiare nei loro posti); oppure c’è il parcheggio antistante l’ex Mercato bestiame in via Canaletto (per il centro bus 7, o 11); il parcheggio Darsena del Naviglio (per il centro bus 3 e 10); il parcheggio Cnh in via Pico della Mirandola (per il centro bus 13 o linea 12 in via Fanti); il parcheggio Palasport in via Divisione Acqui (da cui è possibile raggiungere le zone più vicine alla fiera con l’autobus della linea 8 che ferma in via Divisione Acqui alla fermata davanti ai Portali); il parcheggio della Rotonda di via Morane (linea 5 che arriva in autostazione o linea 3 che arriva in largo Garibaldi o alla stazione); parcheggio via Gottardi, zona universitaria (bus 7 e 9, oppure la linea 2 che transita in via Vignolese).

In Fiera sicuri: controlli delle Forze dell’ordine La Polizia municipale, con altre Forze dell’ordine, sarà come sempre impegnata nei controlli sul corretto svolgimento della manifestazione, in servizi antiborseggio nei luoghi affollati, e in controlli e verifiche sul rispetto della normativa sull’anticontraffazione e sulla sicurezza dei prodotti in vendita. Oltre al personale in divisa saranno in servizio agenti in borghese, ed è stato predisposto un servizio antiabusivismo che presidierà l’area della fiera. Sarà impegnata in fiera anche la Guardia di Finanza che svolgerà in particolare controlli sull’anticontraffazione dei prodotti e su materie fiscali.

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MODENA SAN GEMINIANO

Corrida, che bella storia! Nata nel 1973, la corsa di San Geminiano è stata vinta, tra gli altri, da Arese, Bordin e Baldini di Giovanni Botti

I festeggiamenti per il mezzo secolo di vita non sono poi così lontani (la prima edizione si corse nel 1973), ma la Corrida di San Geminiano resta uno degli appuntamenti più attesi dell’anno dagli amanti del podismo modenese e non solo e continua ad affascinare anche chi, con la corsa, non ha una grande dimestichezza. Ma come e quando è nata quella che può essere definita, a tutti gli effetti, una tradizione? A raccontarcelo è stato Renzo Finelli, fondatore della corsa assieme al professor Gigliotti, in un’intervista rilasciata a Vivo qualche anno fa. “Io ho smesso di correre nel 1972 - spiegava Finelli - e in giro per l’Italia gare di questo tipo non ce n’erano ancora. Io e Gigliotti, che era nel giro della Nazionale, decidemmo di organizzare una gara su strada il giorno di San Geminiano, per festeggiare il Santo. Un tempo organizzavano la tombola in Piazza Grande, una tradizione molto sentita, ma in quel momento non si faceva più niente”. Una gara, la Corrida, diventata subito un appuntamento prestigioso a livello nazionale e per rendersene conto basta scorrere il suo albo d’oro a partire dalla prima edizione che si è disputata nel 1973. Tra gli atleti che l’hanno vinta, infatti, ci sono anche alcuni dei più

importanti mezzofondisti italiani, vincitori di medaglie ai Mondiali e alle Olimpiadi. Nel 1976 ad esempio, a tagliare per primo il traguardo fu Franco Arese (foto), forse il più importante specialista italiano di mezzofondo di quegli anni, campione europeo dei 1500 metri ad Helsinki nel 1971 e in gara anche alle Olimpiadi di Monaco ‘72. Nelle edizioni dell’80 e ‘81 ci fu la doppietta del friulano Venanzio Ortis che due anni prima, agli Europei di Praga, aveva raggiunto l’apice della carriera conquistando l’oro nei 5000 metri e l’argento nei 10.000. Continuando a scorrere i nomi dei vincitori, nella seconda metà degli anni ‘80 troviamo un altra doppietta, quella di Gelindo Bordin (1986 e ‘87). L’anno successivo la sua seconda vittoria alla Corrida il campione veneto, già medaglia di bronzo ai Mondiali, compì la più grande im-

presa della sua carriera, andando a vincere la medaglia d’oro nella Maratona alle Olimpiadi di Seul. In molti lo ricorderanno distrutto a terra subito dopo aver tagliato il traguardo davanti a tutti. Grandi campioni italiani di mezzofondo che hanno scritto il loro nome nell’Albo d’Oro della Corrida sono anche Stefano Mei, oro nei 10.000 agli Europei di Stoccarda nell’86 e primo al traguardo il giorno di San Geminiano di tre anni dopo, e Salvatore Antibo, anche per lui oro europeo a Spalato nel ‘90 sia nei 5 che nei 10 mila, e primo nella corsa modenese due anni più tardi. L’ultimo grande italiano a vincere la Corrida, prima dell’inizio di un dominio incontrastato da parte degli africani, è stato Stefano Baldini, che si impose nell’edizione del 1995, nove anni prima del suo straordinario oro olimpico ad Atene. Baldini e Bordin, i due italiani campioni olimpici che hanno trionfato alla Corrida, hanno avuto in comune il legame con il professor Luciano Gigliotti, che è stato il preparatore di entrambi. Tra i vincitori africani delle ultime 24 edizioni, segnaliamo i keniani Benson Barus e Thomas Lokomwa, che la corsa l’hanno vinta due volte: le edizioni del 2002 e 2004 il primo e quelle del 2014 e ‘15 il secondo. Per maggiori info: www.corridadisangeminiano.it

Partenza alle 14,30 da viale Berengario La 46ª edizione della Corrida partirà, come da tradizione, da Viale Berengario, alle 14,30 e avrà due percorsi diversi: quello tradizionale sulla distanza di 13,350 km e la Minicorrida, più breve, sulla distanza dei 3 km. Tre, invece, saranno le gare in cui ci si potrà cimentare ovvero la Corrida vera e propria, che rappresenta la sfida competitiva, la CorriSanGeminiano, che vedrà sfilare tutti i partecipanti non competitivi dotati di pettorale con chip per la rilevazione del tempo, e la ‘Family Run’, per tutti quelli che vogliono vivere l’atmosfera della festa cittadina lungo il percorso della Corrida o della Minicorrida. Il percorso della gara competitiva prevede il passaggio in centro attraverso le bancarelle della Fiera e il raggiungimento di Cognento attraverso le strade principali della città. Da Cognento, poi, si tornerà a modena per giungere all’arrivo, posto all’interno del Parco Novisad. L’edizione 2020 della Corrida di San Geminiano è sempre più rivolta anche ai giovani e al mondo del lavoro. Prende forma da quest’anno, infatti, l’idea di una gara aziendale in collaborazione con Confindustria ed il coinvolgimento delle scuole, senza dimenticare, ovviamente, le famiglie. Per maggiori informazioni riguardo l’iscrizione, possibile anche il giorno stesso della gara, vi rimandiamo all’articolo sul nostro sito www.vivomodena.it, nella sezione dedicata allo sport, e al sito ufficiale della corsa www.corridadisangeminianio.it.

MODENADIGUSTO

Un vino a tutto pasto

L’enologo Ivan Bortot racconta di sé stesso e del suo amato Pignoletto di Francesco Rossetti Pignoletto, mon amour! Lo dicono gli ultimi dati sui consumi. Il prelibato bianco che si vinifica a Castelfranco Emilia è forse l’unico vino che cresce a due cifre nella grande distribuzione. Uno dei massimi esperti di questo particolare vitigno è Ivan Bortot (nella foto), veneto da quasi mezzo secolo trapiantato in terra emiliana. Bortot, mi racconta in cosa consiste il mestiere dell’enologo? L’enologo è il professionista che è in grado di compiere un percorso completo, partendo dal vinacciolo arrivando sulla tavola con la bottiglia di vino. Il suo compito è sorvegliare e assicurare la qualità di questo percorso. È in sostanza l’unica persona che sa di vino. Il vino è qualcosa di liquido, di difficilmente definibile... Tra le qualità di un bravo enologo prevale la conoscenza tecnica o la passione? In qualsiasi lavoro, se non ci si mette un po’ di passione, si è sbagliato strada. Per fare l’enologo ci vuole una laurea in più che ci dà madre natura. Non esiste calendario per l’enologo. Quando c’è una fermentazione da seguire - quale che sia il periodo dell’anno - tutto il resto passa in secondo piano. L’enologo è al servizio della natura-vino. E quanto incidono le radici familiari e territoriali?

È una domanda personale, ognuno risponde per sé. Nel mio caso le radici incidono molto. Noi veneti andiamo a studiare alla ‘sacra’ Scuola Enologica di Conegliano (ndr. istituita con Regio Decreto di Vittorio Emanuele II nel 1876). Nel Veneto il vino e la vite sono norma di esistenza. La tavola viene imbandita con due elementi che vengono prima di tutti gli altri: il pane e vino. Quali sono le caratteristiche del Pignoletto? Perché si chiama così? Il nome viene dall’uva pignola. Deriva, in sostanza, dalla forma del grappolo. È un vino leggero, fresco, pieno di sentori aromatici. È un vitigno non squisitamente autoctono, ma questo riguarda tutta l’Emilia Romagna che storicamente ha vitigni d’importazione, impiantati in epoca romana. I primi insediamenti si hanno a Bentivoglio, nel bolognese. Poi il vitigno è salito verso la collina ed è ridisceso in pianura.

A Castelfranco Emilia… Sì, a Castelfranco, perché è un luogo che ha espresso due cantine sociali e una miriade di piccoli produttori. Castelfranco è diventato un centro di vinificazione del Pignoletto, grazie alle Cantine Riunite CIV, che vinificano circa il 50% del mondo Pignoletto. Cosa si fa in termini di tutela? Abbiamo in corso da tre anni a Bruxelles una pratica: se andrà a buon fine, il termine Pignoletto potrà essere utilizzato solo nella zona di produzione. Ma le contraffazioni ci sono già. Il Lambrusco fa scuola perché tutte le pratiche che ha istruito contro falsari di turno sono state vinte. Da quanto tempo è nel settore? Lavoro con il Pignoletto da 45 anni. Sono presidente dell’Unione dei Consorzi dell’Emilia Romagna. Sempre a stipendio zero (e quest’ultima è una brutta passione, dice mia moglie). La verità è che mi diverto ad andare in mezzo alle vigne a vedere la fioritura, la qualità dell’uva, anche in pensione. Come Unione dei Consorzi, cerchiamo di ottimizzare i costi, nell’ottica di tutelare il contadino che lavora dalla mattina alla sera. Sono legato al mondo cooperativo, voglio sempre tutelare chi lavora. Insomma, è un vino che fa bene anche in età da pensione? Sì, se bevuto con gusto e moderazione, con piacere e in convivialità.

Il successo irresistibile del Pignoletto Ivan Bortot, perché il Pignoletto piace così tanto? Beh, sicuramente va incontro a quelle che sono le nuove esigenze di mercato. È un vino leggero, in più la bollicina è un aspetto gradevole e ben accettato dal consumatore. Inoltre il Pignoletto, come vitigno, ha uno spettro ampio di possibilità: si adatta a essere frizzante, spumante e fermo, contemporaneamente. È vero che si accompagna benissimo al pesce? Perbacco! Come tutti i bianchi è un vino che si sposa benissimo con il pesce, ma a differenza di altri bianchi, il Pignoletto ha anche una certa struttura, quindi si adatta anche a carni bianchi oppure a fine pasto con i dolci. Lo definirei un vino a tutto pasto. È vero che lei è anche un teatrante a km 0? No, sono salito sul palco del Teatro Dadà, ma solo per gioco. Non avevo mai fatto teatro, ma il mio amico Giovanni Boccaletti mi ha detto: vieni a fare una piccola parte. Mi sono prestato perché a un amico tendenzialmente non dico mai di no. Dopo la prima, però, qualcuno mi ha preso sottobraccio e mi ha detto: Ivan, tu è meglio se continui a far del vino. Ma lei si sente più veneto o più emiliano? Vivo qui in Emilia dal 1972. Ribadisco di esser veneto, ma qui mi sono trovato molto bene, anzi vado fiero di essere un veneto che vuole difendere e preservare il carattere emiliano, lo spirito di questa terra che ha caratteristiche uniche.

NONANTOLA NOTIZIE

Apre Caffè Alzheimer Al Centro Diurno di Nonantola al via le iniziative del 2020 per familiari e care giver Un luogo di incontro per chi si prende cura delle persone affette da disturbo cognitivo, ma anche uno spazio d’accoglienza, confronto e sostegno alle persone che si trovano a condividere l’impegnativo percorso che affronta un malato di Alzheimer. Questo l’obiettivo di Caffè Alzheimer, spazio aperto ai cittadini. Il primo appuntamento al Centro Diurno del Comune di Nonantola (Piazza G.Rossa 16) si è tenuto sabato 18 gennaio, con “La demenza attraverso i film: Still Alice”, riflessioni condotte dalla dottoressa Annalisa Chiari neurologa e dalla dottoressa Chiara Galli neuropsicologa sul film “Still Alice” che ha conquistato il pubblico grazie alla sensibilità del racconto e alla profondità di analisi rispetto al tema trattato. Il primo appuntamento utile in febbraio è quello del 15 febbraio dal titolo ‘Si può morire di demenza? L’approccio palliativo nella demenza’. Il 21 marzo la riflessione sarà sul tema degli Assistenti domiciliari: aspetti contrattuali e gestionali e problemi dei familiari. Si dialoga di disturbi comportamentali il 18 aprile mentre il 16 maggio la riflessione ruoterà intorno alla Stimolazione cognitiva con modalità ludiche e ricreative. Come organizzare l’ambiente in casa per gestire meglio i problemi della persona malata è l’argomento al centro della giornata del 13 giugno e il 19 settembre, in occasione della Settimana dell’Alzheimer, la

proposta è quella di organizzare un evento con i nostri cari. Il 17 ottobre si parla di Terapia non farmacologica nella demenza e delle attività per stimolare e mantenere le capacità residue. Penultimo appuntamento del ciclo quello del 21 novembre dedicato ai Consigli del medico di medicina generale ai familiari e, in chiusura, il 19 dicembre si parla della Relazione tra familiare - care giver e malato.

Appuntamenti al Troisi Punto di riferimento per le iniziative culturali a Nonantola il Teatro Troisi prosegue la sua programmazione tra teatro di prosa e teatro ragazzi. Il cartellone del Teatro per i Ragazzi prosegue domenica 16 febbraio alle 17 con ‘Racconto alla Rovescia’ di Claudio Milani che si chiede: “Perché fai un conto alla rovescia? Lo faccio per fare un tuffo nel mare, per partire in una gara, per spegnere le candeline, per stappare lo spumante a fine anno, perché ho finito di aspettare. Il conto alla rovescia è la fine di un’attesa. L’attesa è tutta la vita che c’è tra un conto alla rovescia e l’altro”. Domenica 1 marzo alle 17 tocca alla nota favola ‘Il lupo e i sette capretti’ con Danilo Conti. Il lupo che vuole mangiare i 7 capretti e aspetta l’occasione favorevole che si presenta quando la mamma va a fare la spesa. Il lupo, con stratagemmi e travestimenti, riesce infine a divorare sei dei sette capretti ma, niente paura, il settimo capretto e la mamma riusciranno a salvarli. La prosa al Teatro Troisi da invece appuntamento agli spettattori adulti per sabato 22 febbraio alle 21 con ‘Nessuna pietà per l’arbitro’ portato in scena dal Centro Teatrale Mamimò. Uno spettacolo dal ritmo incalzante, che con ironia tocca tematiche importanti. Contro la figura dell’arbitro una famiglia che vive per il basket si allea, si accalora, collabora e si accanisce. www.comune.nonantola.mo.it

Teatro Dialettale, tre date da non perdere Torna anche quest’anno, organizzata dall’Associazione ricreativa e culturale ‘La Clessidra’ di Nonantola la Rassegna di Teatro Dialettale. Il primo spettacolo in cartellone al Teatro Troisi sabato 1 febbraio alle 21 è ‘Santen e Tango’ della Compagnia ‘Gloria Pezzoli’ di Bentivoglio. Sabato 8 febbraio tocca a ‘Sàta a chi tàca’ della Compagnia gli Artristi di San Cesario, mentre sabato 15 febbraio sempre alle 21 chiude la mini rassegna la Compagnia ‘La Quèrza ed Ganazè’ di Ganaceto con lo spettacolo ‘Camomèla a Colaziòun’. Per prenotazioni e info chiamare l’Associazione allo 059/548170.

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RUBRICHE MUSICA di Giovanni Botti Artisti Vari ‘Come On Up To The House’ L’album tributo ad un grande artista e alla sua carriera è una formula abbastanza inflazionata negli ultimi anni, che ha prodotto cose interessanti ma anche altre assolutamente dimenticabili. Alla prima categoria appartiene sicuramente questo “Come On Up To The House: Women Sing Waits”, la cui peculiarità è proprio quella di vedere le canzoni del musicista californiano interpretate da voci femminili. Una scelta interessante e soprattutto riuscita quella operata dal produttore Warren Zanes, considerando anche quanto sia difficile interpretare un artista come Tom Waits. A prevalere è l’anima da balladeer del cantautore di Los Angeles, anche per le caratteristiche vocali delle interpreti (manca forse qualche voce più rock, una Lucinda Williams ad esempio), mentre l’album più gettonato nella scelta delle canzoni è “Mule Variations” del ‘99. Tra le interpretazioni migliori segnaliamo la splendida “Ruby’s Arms”, rifatta da Patty Griffin voce, piano e poco altro, la scarna e fascinosa “Hold On” di Aimee Mann, la countreggiante “House Where Nobody Lives” di Iris DeMent, e la raffinata versione di “Time” di Rosanne Cash. Una bella raccolta che potrà far riscoprire le capacità di songwriter di Tom Waits e il lato più melodico della sua musica.

Ciacarare modenese Là dove riposa la paccottiglia: la bottega

di Stefano Piccagliani Bottega: apertura anteriore dei pantaloni (l’apertura posteriore è rara). Di solito è gestita da cerniera lampo anche detta ‘zip’ o da bottoni. Frase tipica ‘Tirati mo ben sù la fessa’, nel senso chiudi la zip. Quando ero bimbo, mia madre, tanto per scatenare un edipo bestia, mi diceva ‘tirati su la fessa che si vede tutta la roba’, intendendo con ‘roba’ una non ben definita paccottiglia di dubbio gusto. Spostandosi a sud, la fessa acquista significati molto più sconvenienti, in quanto letteralmente significa fessura, con tutto il conguaglio che ne consegue. Quindi, se un modenese si trovasse a transitare in ambito partenopeo e dicesse ad una ragazza ‘guarda che hai la fessa aperta’ provocherebbe un incidente diplomatico mica da ridere (soprattutto se la ragazza in questione dovesse trovarsi accompagnata da guappo munito di serramanico). In alcune recondite zone della suburbia provinciale si può sentir dire anche ‘sfessa’, una variante che nulla toglie e

nulla aggiunge. Dato quindi l’abnorme carico di possibili equivoci dato dall’uso di ‘fessa’ per indicare la zip-lampo, converrà ricorrere al meno malizioso termine ‘bottega’, purtroppo in generale disuso. Con ‘bottega’ si intende la medesima cosa, ma appare evidente l’ironica allusione alla serranda del negozio, nel senso che ‘lasciare la bottega aperta’ può significare esporsi a rischi di varia natura (esempio colloquiale ‘a girèr cun la fèsa avérta agh vìn dal fèss), naturalmente in armonia con il concetto di ‘mercanzia da non esporre’. Quindi, la frase ‘ho lasciato la pistola nella bottega’ assume un duplice significato: da una parte può riferirsi ad un negoziante Clint Eastwood munito di arma da fuoco per difesa personale contro eventuali mariuoli dalla mano lesta, dall’altra la dolorosa presa d’atto di aver inavvertitamente tirato su con violenza la zip proprio nel momento in cui l’inquilino del piano di sotto si trovava fuori dalla sua comfort-zone, con conseguenze sanguinose e varie divinità nominate per l’occasione.

CINEMA di Gianluigi Lanza ‘Richard Jewell’ di C. Eastwood Proiezione all’Astra, al Raffaello e al Victoria. Atlanta, Georgia. Richard Jewell è un trentenne sovrappeso che vive ancora con la mamma e si considera un tutore della legge, ma in realtà svolge per lo più lavoretti di sorveglianza. Richard considera sua missione proteggere gli altri ad ogni costo: dunque, durante gli eventi che precedono le Olimpiadi del 1996, è il primo a dare l’allarme quando vede uno zaino sospetto abbandonato sotto una panchina. Questo fa sì che l’attentato dinamitardo del 27 luglio al Centennial Olympic Park abbia esiti po’ meno tragici di quelli previsti dall’attentatore, e Richard diventa l’eroe che aveva sempre sognato di essere: ma la sua celebrità istantanea non tarderà a rivoltarglisi contro e a farlo precipitare dal sogno all’incubo (My Movies). Grande, grandissimo Clint Eastwood: alla soglia dei 90 anni (è nato a San Francisco il 31 maggio del 1930) continua con i suoi film ad indagare la complessità e le mille sfaccettature della società americana, e dunque del nostro mondo. E lo fa anche in questa sua ultima fatica, prendendo spunto da una storia realmente accaduta nel 1996, quella di un uomo prima considerato un eroe e poi terrorista.

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DAL 29 GENNAIO AL 4 FEBBRAIO 2020

a21-3ARIETE / 20-4

s21-4TORO / 20-5

Erano mesi che non vi sentivate motivati in questo modo, ma occorre rimanere con i piedi ben saldi al terreno alla luce delle prossime sfide che arriveranno a breve. Da conoscere: Toro Da evitare: Gemelli

Questa settimana vi scoprite straordinariamente istintivi, proprio voi inguaribili organizzatori; se qualcuno vi fa battere il cuore non è più possibile far finta di nulla. Da conoscere: Ariete Da evitare: Cancro

d21-5 GEMELLI / 20-6

f21-6 CANCRO / 22-7

Sappiate trovare la giusta continuità in amore dato che il vostro atteggiamento ondivago non dona le necessarie garanzie a chi vi vuole bene e vi sta valutando. Da conoscere: Cancro Da evitare: Ariete

Troppa emotività in un momento della vostra vita dove un pizzico di freddezza e cinismo non guasterebbero. Sappiate parlare con cognizione di causa in tutti i settori. Da conoscere: Gemelli Da evitare: Toro

g LEONE

h VERGINE

23-7 / 22-8

23-8 / 22-9

Siate prudenti nelle scelte che dovrete fare nei prossimi giorni; la tranquillità che riuscirete a mettere in campo si rivelerà direttamente proporzionale al risultato. Da conoscere: Vergine Da evitare: Bilancia

Alti e bassi in questo inverno che si presenta decisivo per voi in molti settori della vostra vita. Non fatevi prendere da ansie che sarebbero per lo più ingiustificate. Da conoscere: Leone Da evitare: Scorpione

j23-9 BILANCIA / 22-10

k 23-10 SCORPIONE / 21-11

Tutto fatto per una questione che vi ha tenuto per settimane in sospeso; certo il compromesso è il vostro forte ma stavolta non è stato facile essere diplomatici. Da conoscere: Scorpione Da evitare: Leone

Troppa pressione in campo professionale dove mai come adesso avete una possibilità che definire allettante è perfino riduttivo. Audacia ma solo dopo attenta analisi. Da conoscere: Bilancia Da evitare: Vergine

l SAGITTARIO 22-11 / 21-12

v CAPRICORNO 22-12 / 20-1

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48 anni, laureato, senza figli, un uomo consapevole di avere fascino e molte chance per conquistare una donna, ma non disposto a nuove storie banali, incontrerebbe signora di bella presenza, ottima cultura e carattere aperto. Tel. 348.41.41.2.41 Carina, solare bel carattere, una donna piacevole 56 anni, cerca un signore intorno ai 60 anni, libero serio davvero in-

mi ha lasciato. Sono 38 enne, celibe, sei anche tu decisa ad un rapporto stabile, ma hai qualche timore ad affrontare il futuro? Incontriamoci, insieme potremo vincere le nostre esitazioni ed offrirci la serenità. Tel. 348-4141241 AG.MEETING CENTER Seria e sincera, a volte lunatica, ma di carattere franco ed aperto, ho 38 anni, sono nubile, carina, impiegata, determinata a costruire un solido rapporto. Ci incontriamo? Tel. 348-4141241 AG.MEETING CENTER Ho quasi 50 anni, sono libero, diplomato, ho un lavoro che, anche se non mi coinvolge del tutto, mi appaga, un aspetto gradevole e, mi manca una compagna! Ma non una qualunque! cerco una donna femminile, sincera, affettuosa, leale. Tel. 3484141241 AG.MEETING CENTER Gemelle? Le nostre anime !! Ti sto cercando da sempre. Ho 36 anni, sono nubile, impiegata, quando ci incontreremo spero mi riterrai carina, desidero una famiglia e dei figli. Col tuo sorriso!? Tel. 348-4141241 AG.MEETING CENTER Mi piace la natura, le ore trascorse coi miei cavalli mi appagano, spesso più del tempo trascorso con gli uomini, mi piacerebbe avere una donna capace di impegnare totalmente la mia mente ed il mio cuore. Sono 47 enne, laureato, libero professionista, separato senza figli. Tel. 3484141241

tenzionato a stabile legame. Tel. 348.41.41.2.41 36 anni, separata, una bellissima donna, estroversa, colta, di ottimo livello sociale, desidera conoscere laureato affascinante, libero, galante, educato e disposto a costruire un rapporto stabile. Tel. 348.41.41.2.41 Non sono perfetta, a volte sono troppo diretta e non diplomatica, ma sono sincera e leale, legata ai valori della famiglia, odio l’ipocrisia. Ho 40 anni, sono divorziata, vorrei cominciare, da qui, una nuova vita accanto ad un uomo affidabile. Tel. 348.41.41.2.41 Arriva anche l’uomo per me? Io ci provo: sono una 47enne, libera senza figli credo carina e generosa verso gli altri. Cerco una storia importante! Anche tu? Tel. 348.41.41.2.41

la speranza di incontrare un compagno capace di prenderti per mano e condurti con tenerezza . Ho 39 anni, credo di essere carina, sono qui per incontrarti. Tel. 348.41.41.2.41 Ha 43 anni, è commerciante, fisicamente piacevole, è sportivo, ama viaggiare, ha un carattere forte e determinato, è separato senza figli, deciso ad incontrare una ragazza capace di conquistarlo . Se desideri conoscerlo, prova a telefonare. Tel. 348.41.41.2.41 60 anni, divorziata, economicamente agiata, giovanile e piacevole, ma lei afferma che le sue doti migliori sono la tenacia e l’intelligenza, vorrebbe incontrare un uomo di buona cultura, dinamico, interessato a vivere un rapporto sentimentale serio. Tel. 348.41.41.2.41

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A Salò una sfida da Play-off Domenica contro la Feralpi, il Modena gioca la prima di due gare con squadre che hanno il suo stesso obiettivo di Giovanni Botti La partita pareggiata in extremis al Braglia contro l’Imolese, ha messo di nuovo a nudo alcune difficoltà ataviche della squadra canarina, prima tra tutte quella di non aver grandi soluzioni in attacco, dove si sente soprattutto la mancanza di un bomber di categoria (Ferrario, pur essendosi sbloccato a Padova, continua a dare l’impressione di essere molto al limite in una serie C caratterizzata da grande fisicità e da difese arcigne ed esperte). Contro la squadra bolognese poi, il Modena ha risentito in maniera particolare dell’assenza di due giocatori: il portiere Gagno e il fantasista Tulissi, i cui sostituti non si sono rivelati del tutto all’altezza della situazione e sono da rivedere. In porta Pacini non ha le stesse qualità del numero uno di proprietà della Ternana nel gioco con i piedi e non riesce a dare alla difesa quella sicurezza, soprattutto nelle uscite alte, che garantisce il titolare. In attacco, Salvatore Pezzella, avanzato dietro le punte, pur dando l’impressione di avere le caratteristiche giuste per quel ruolo, ha faticato mol-

tissimo a prenderne le misure e, se si si eccettua un assist al bacio per Ferrario, con conseguente grande occasione fallita dal bomber lombardo, non si è praticamente mai visto. Alla fine possiamo quindi dire che il punto rimediato con l’Imolese non è da buttar via, soprattutto per la reazione che i gialloblù hanno tirato fuori nel momento più diffiicile del match, quando tutto sembrava far presagire una clamorosa sconfitta. Le prossime due partite, quella di domenica alle 17,30, sul campo della Feralpisalò e quella della domenica successiva, in casa con la Sam-

benedettese, potranno dare qualche indicazione in più sulle possibilità del Modena nella lotta per i play-off. Gli uomini di Mignani, infatti, affronteranno due avversarie dirette che, rispettivamente, li precedono e li seguono in classifica. Costruita per un campionato di vertice, la Feralpisalò, prossima avversaria dei canarini, ha vissuto finora un campionato altalenante, confermato dai risultati delle prime partite del 2020. La squadra affidata all’ex tecnico del Carpi Stefano Sottili, ha infatti vinto a Verona contro una Virtus in crisi e in casa con la Fermana, ha pa-

reggiato fortunosamente sul suo campo con la Reggio Audace (decisivo un errore pacchiano del portiere granata), ma ha anche perso a Rimini sul campo dell’ultima in classifica. I bresciani stanno pagando sicuramente i problemi fisici e il rendimento altalenante dei loro uomini più esperti, su tutti il bomber Caracciolo (7 reti finora), ma anche i difensori Zambelli e Rinaldi e il centrocampista Pesce, quest’ultimo fuori fino al termine della stagione per la rottura di un legamento del ginocchio. E’ soprattutto in attacco che la Feralpi non riesce ad essere continua (27 le reti segnate fin qui, una sola in più del Modena), considerando anche che la difesa qualcosa lo concede (26 reti subite contro le 21 dei canarini). Difficile, al momento in cui scriviamo, ipotizzare una possibile formazione dei bresciani. Di solito mister Sottili schiera la sua squadra col 4-3-2-1 e, escluso Caracciolo, i giocatori più pericolosi sono il centrale di centrocampo Scarsella, bravo negli inserimenti da dietro e autore già di sei reti, e la veloce ala destra Ceccarelli, che ha al suo attivo tre reti e due assist.

Un solo precedente al Turina nel 2016 C’è un solo precedente tra Feralpisalò e Modena giocato allo stadio Turina (foto) della città lombarda ed è negativo per la squadra gialloblù. Quel match, infatti, giocato all’inizio del campionato di serie C 2016/17, fù vinto dalla Feralpi, allora allenata dall’ex fantasista del Torino Antonino Asta, grazie ad un gol di Romero a metà ripresa. Era il Modena appena precipitato in terza serie e guidato da Simone Pavan, che tra le sue file aveva già un giovanissimo Tiziano Tulissi. A far legna a centrocampo nella squadra bresciana c’era invece Guido Davì, che domenica sarà quindi un ex della partita.

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Di corsa verso il big match La Leo Shoes ha conquistato la quarta vittoria consecutiva e guarda alla sfida con Civitanova di Mattia Amaduzzi Continua il percorso netto della Leo Shoes Modena Volley in questo mese ricco di impegni. Infatti, sono salite a quattro le vittorie consecutive per 3-0 della banda gialloblù. Domenica scorsa, in un PalaPanini al suo primo sold out del 2020, Zaytsev e compagni hanno “passeggiato” contro la Consar Ravenna, spinti sia dal pubblico che dalle giocate spettacolari dei singoli. Mattatore del match è stato lo stesso capitano canarino: lo “Zar” ha abbattuto letteralmente la ricezione romagnola dalla linea dei nove metri (5 ace per lui). Buone risposte sono arrivate anche da Kaliberda e dal rientrante Max Holt al centro. Coach Giani ha avuto modo di far entrare in campo anche chi quest’anno aveva avuto poche chance di giocare, come il secondo libero Iannelli o il centrale Sanguinetti. Standing ovation invece per i due punti dello schiacciatore cubano Elian Mazorra, sempre più idolo e beniami-

no dei tifosi canarini. “Abbiamo interpretato bene quello che dovevamo fare - ha affermato coach Giani al termine del match - finalmente ho visto ad alto livello muro e difesa. I cambi? Dobbiamo lavorare sulla parte tecnica ed è importante che tutti prendano ritmo e i titolari abbiano respiro: però è fondamentale meritarsi lo spazio in allenamento. I progressi che stiamo facendo sono il riflesso dell'attività settimanale, soprattutto sull’atteggiamento in dife-

sa”. Questi saranno i prossimi appuntamenti di Modena Volley. Mercoledì 29 gennaio la Coppa CEV tornerà al PalaPanini, grazie alla sfida contro i cechi dell’Ostrava. Domenica 2 febbraio, invece, i canarini andranno in trasferta a Cisterna di Latina per affrontare la Top Volley, degli ex Lorenzo Tubertini e Marten Van Garderen. Una squadra ostica e tosta da sfidare, che all’andata impensierì Modena Volley tra le mura amiche del Palazzo. Zaytsev e com-

pagni dovettero sfoderare una grande prestazione per portare a casa i 3 punti. La data segnata col rosso sul calendario dei tifosi geminiani è, però, il 5 febbraio. Mercoledì prossimo, infatti, nel “Tempio del Volley” andrà in scena il big match della sesta giornata del girone di ritorno, la rivincita dell’ultima semifinale di Supercoppa Italiana, la sfida tra due delle principali candidate alla vittoria dello Scudetto, una partita dalle mille sfacettature e sfumature: signore e signori, questo e molto altro sarà Leo Shoes Modena Volley - Lube Civitanova. Da una parte la squadra più titolata, dall’altra i campioni d’Italia, d’Europa e del mondo in carica. Da una parte ChristensonZaytsev-Anderson-Holt, dall’altra Bruno-JuantorenaLeal-Simon. Due modi di intendere e interpretare la pallavolo differenti e, soprattutto, due grandi allenatori in panchina: il canarino Andrea Giani e il cuciniero Fefè De Giorgi. Lo spettacolo sarà assicurato.

Il 22 e 23 febbraio le Final Four di Coppa Grazie alla vittoria per 3-0 sulla Consar Ravenna dello scorso 22 gennaio, la Leo Shoes Modena Volley si è qualificata alle Final Four di Coppa Italia. L’atteso appuntamento, che assegnerà il primo trofeo del 2020, andrà in scena il weekend del 22-23 febbraio nella splendida cornice dell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO). Come accade già da qualche anno, saranno le solite quattro squadre a contendersi il prestigioso titolo: oltre a Modena Volley, infatti, le altre tre contendenti saranno la Lube Civitanova, l’Itas Trentino e la Sir Safety Perugia. Si comincerà dunque sabato 22 febbraio con le semifinali, per poi proseguire il giorno seguente con la finale. Il primo match è in programma alle 16 e vedrà fronteggiarsi la Lube Civitanova e l’Itas Trentino. A seguire, alle 18.30, invece Modena Volley sfiderà i detentori del trofeo, ovvero la Sir Safety Perugia. L’anno scorso andò in scena la medesima semifinale e fu una completa disfatta per i canarini, liquidati in poco più di un’ora dai perugini, guidati da un devastante Wilfredo Leon. Quest’anno, invece, Modena Volley spera di poter invertire il risultato, anche se la corazzata Perugia è sempre più temibile e organizzata, grazie alla mano sapiente e geniale del proprio allenatore Vital Heynen, alla sua prima Final Four. Anche per il coach gialloblù Andrea Giani si tratterà di una prima volta, visto che alla guida delle sue precedenti squadre, non era mai riuscito a superare lo scoglio dei quarti di Coppa Italia. (MA)

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Giacobazzi, grande andata I biancoverdeblu hanno concluso la prima parte del campionato al secondo posto. Ora la sosta Il Giacobazzi suona la nona e resta in scia del Florentia capolista. A Collegarola il quindici di coach Rovina ha superato 30-12 il Cus Siena grazie alle mete di Debortoli, Pianigiani (doppietta) e ai calci di Cuoghi, incassando il nono successo in campionato nell’ultima gara del girone d’andata. Più difficile del previsto il compito dei biancoverdeblù, meno brillanti del solito, che in lunghi tratti di gara hanno subito la spinta della mischia toscana. Dopo un primo tempo non esaltante, le squadre sono tornate in campo sul 16-10 per il Giacobazzi. Anche nella ripresa l’avvio è stato incoraggiante: il Giacobazzi ha alzato il ritmo e al 9’ Pianigiani ha concluso in meta un’azione da manuale. Invece di cercare il colpo del ko, il Modena si è ritirato, lasciando l’iniziativa agli avversari nella fase centrale del secondo tempo. Al 15’ la situazione si è complicata dopo il giallo a Parmeggiani e la meta tecnica assegnata a Siena che ha accorciato la distanza tra le due squadre. Gli ospiti hanno continuato a premere sull’acceleratore, non riuscendo però a creare grosse occasioni e, passata la tempesta, il Modena si è riorganizzato, tornando protagonista negli ultimi dieci minuti di gara. Pianigiani, questa volta da posizione centrale, ha siglato la sua doppietta personale al termine di un’altra bella azione in velocità. C’è stato anche il tempo per l’esordio

in prima squadra del pilone classe 2000 Michael Lutti, ma non per la quarta meta del Giacobazzi, che ha vinto dunque senza conquistare il punto bonus, rallentando in questo modo la rincorsa sulla capolista Florentia, distante ancora 8 lunghezze. Chiuso il girone di andata, il campionato di serie B si prende due domeniche di sosta: capitan Michelini e compagni torneranno in campo domenica 16 febbraio nella trasferta di Jesi.

Volley, a Montale arriva Giulia Pincerato L’Exacer Montale ha raggiunto l’accordo contrattuale con la palleggiatrice Giulia Pincerato. Classe ’87, la Pincerato è originaria di Dolo, in provincia di Venezia. Dalla stagione 2004-2005, Giulia ha sempre militato in Serie A, tra A1 e A2. Nelle ultime tre stagioni ha militato ancora in Serie A, avendo vestito le maglie di Sudtirol Bolzano, Liu Jo Nordmeccanica Modena ed Èpiù Pomì Casalmaggiore. La palleggiatrice ha iniziato la stagione attuale con la Green Warriors Sassuolo, per poi rescindere il contratto con la società neroverde il 14 gennaio 2020. Prenderà il posto di Francesca Saveriano.

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23 Pallanuoto, pareggio per la Sea Sub Il campionato di serie B di pallanuoto, che vede impegnata anche la Sea Sub Modena, è giunto alla seconda giornata. La formazione modenese, dopo la vittoria nel derby contro la Reggiana, ha pareggiato alle piscine Dogali 3-3 contro il Brescia WP. E’ stata una sfida dominata dalle difese che hanno avuto la meglio sugli attacchi in una partita intensa, giocata con carattere e concentrazione. Il primo tempo chiuso con Brescia in vantaggio, è stato pareggiato dai geminiani nel secondo. Un rigore e alcune occasioni sprecate da Modena hanno portato avanti con grande equilibrio la partita che Brescia è riuscita a pareggiare con un rigore trasformato nel corso del 3° tempo a 2 minuti dalla sirena, dopo che il gol di Cojacetto (foto) aveva portato avanti Modena. “Forse abbiamo avuto l’occasione per vincere, ma è stata una partita giusta”, ha dichiarato soddisfatto a fine partita coach Pederielli. “I ragazzi hanno sprecato qualche occasione, ma la difesa è stata perfetta. I giovani che per la prima volta si trovano a giocare in campionato si sono mostrati pronti. La squadra cresce e lo ha ben dimostrato. Dobbiamo crederci”. Le squadre che compongono il gruppo 2 della serie B, oltre alla Sea Sub, sono Pallanuoto Como, Plebiscito Padova, Pallanuoto Bergamo, CUS Geas Milano, la retrocessa Brescia WP, NC Monza, Varese Olona Nuoto e Sporting Lodi.

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