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Costanza Alegiani canta Lucio Dalla: La casa dei miei sogni più intimi

By Edoardo Fassio

Umorale e impegnato, lirico e surreale, declamatorio e romantico, Lucio Dalla (1943-2012) è stato uno dei personaggi più emblematici e delle voci più amate dell’Italia pop dell’altro ieri. Dalla, che nella sua prima incarnazione artistica era un valido clarinettista jazz, si era reinventato cantautore a metà degli anni Sessanta. Il suo primo lasciapassare per il successo lo esibì nel 1966, quando apparve al festival di Sanremo (in abbinamento con gli Yardbirds di Jeff Beck!).

La sua popolarità travalicò i confini nazionali; l’epica “Caruso” (1986) è tuttora considerata un classico internazionale, la seconda tra le canzoni italiane più conosciute e cantate nel mondo, dopo “Nel blu dipinto di blu” (“Volare”) di Domenico Modugno. Secondo il New York Times, Dalla fu “un intellettuale schietto”, le cui canzoni “catturarono sia lo spirito esuberante della cultura popolare italiana che l’agonia politica e le turbolenze sociali del paese negli anni Sessanta e Settanta”

Sebbene la creatività del chansonnier bolognese abbia abbracciato un arco di tempo ben più lungo, a una selezione di brani incisi in quei due decenni è dedicato Lucio dove vai?, il quarto album di Costanza Alegiani, presentato il giorno dell’ottantesimo anniversario della nascita di Dalla, avvenuta il 4 marzo 1943. Alegiani, interprete e compositrice ferrata in numerose discipline tra jazz, folk, poesia, letteratura e teatro, si accompagna al suo Folkways Trio (Marcello Allulli al sax tenore e Riccardo Gola al contrabbasso), già protagonista del fortunato lavoro del 2021, ispirato al repertorio della seminale etichetta di musica e cultura popolare.

La misteriosa, esistenziale title track, l’utopia pensosa e l’ecologismo ante litteram di “Anidride solforosa”, oltre alle riuscite riprese di un paio di fantasiose storie tratte dall’LP del 1973 Il giorno aveva cinque teste, “La canzone di Orlando” e “Il coyote”, segnano le coordinate di un nuovo traguardo per Alegiani. A differenza di Folkways, in cui prevaleva la libertà improvvisativa, stavolta la performer romana si attiene con fedeltà alla lettera e allo spirito degli autori (in cinque pezzi il paroliere è il poeta Roberto Roversi).

Il progetto partì quasi per caso nel 2022, in seguito alla partecipazione a un programma di RaiRadio 3 per il decennale della scomparsa di Dalla. Un anno di studio è valso la conquista di un’enunciazione gentile ma nervosa, immediata, quasi danzante, del canzoniere prescelto. Con umiltà e competenza, pattinando sulle sillabe, Costanza guida i visitatori in “una casa ideale dove non ho mai vissuto, ma che ho sempre conosciuto, come nei sogni più intimi”.

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