Periodico dell’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia
#RampaFò
HO BISOGNO DI…
Anno 4 | n.ro 1 | Maggio 2016 www.verdellinozingonia.it
SOMMARIO
In copertina “Le sette opere di misericordia” dipinto dell’arte fiamminga del 1616 realizzato da Pieter Brueghel il Giovane Periodico delle Parrocchie di Sant’Ambrogio Vescovo e Dottore in Verdellino e di Maria Madre della Chiesa in Zingonia
IL SANTUARIO SANTA MARIA DEGLI ANGELI A BASELLA: LA NOSTRA CHIESA GIUBILARE 4 L’ACCOGLIENZA OGGI E LA COMUNITÁ CRISTIANA 6 CHE COS’È L’IDEOLOGIA GENDER? 7 L’ACCOGLIENZA OGGI E LA COMUNITÀ CRISTIANA 10 HO FAME DI … 12 POLIEDRO DELLE OPERE DI MISERICORDIA 13 L’AVIS DI VERDELLINO DONA UN DEFIBRILLATORE ALL’ORATORIO 14 TI AMO TANTO DA SPOSARTI 16 VITA ALLA SCUOLA MATERNA “MADONNA DELL’OLMO” 17 I NOSTRI PRIMI QUARANT’ANNI 18 MISSIONARI IN CILE: UN’ESPERIENZA MISERICORDIOSA 19 SUOR FAUSTINA KOWALSKA 20 ACCADDE L’ANNO1973 (PARTE 2) 22 DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA 23 LE INTENZIONI DI PREGHIERA NELLE MESSE DELLA NOSTRA UNITÀ PASTORALE (PRIMA PARTE) 30 1° MAGGIO 2016: XXVII GIORNATA NAZIONALE 8XMILLE 34 NUMERI UTILI Parroco: Don Marco Tasca | Via S. Ambrogio, 1 Verdellino 035 88 32 38 | 335 80 20 500 | verdellino@diocesibg.it orario di ricevimento del Parroco: ogni giovedì dalle 17.30 alle 18.30 e ogni sabato dalle 14.30 alle 16.00
Supplemento al Giornale NEW ENTRY Sede: Via Tresolzio, 48 24030 Brembate di Sopra (Bg) Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000
Vicari interparrocchiali: Don Francesco Sanfilippo | Via Roma,3 Verdellino | 035 88 21 76 | 380 36 91 515 | oratorioverdellino@gmail.com Don Alberto Bongiorno | Corso Asia, 15 Zingonia| 035 88 21 51 | 333 66 01 281 | zingonia@diocesibg.it
Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Editoriale: Don Marco Tasca
Scuola dell’Infanzia Parrocchiale: Direttrice Suor Anna Carminati | Via Santuario, 2 Verdellino | 035 88 23 46 | scmadonnadellolmo@hotmail.it
Sede della redazione: Oratorio di Zingonia C.so Asia 15 Zingonia di Verdellino 035 88 21 51
DISPONIBILITÀ CONFESSORI Venerdì dalle 16.00 alle 17.00 a Verdellino (don Francesco) Venerdì dalle 17.00 alle 18.00 a Zingonia (don Alberto) Sabato dalle 8.00 alle 9.00 a Verdellino (don Marco)
Comitato di redazione: PIETRO TOGNI - MONIA GHILARDI FRANCESCA GAMBA - FEDERICA MARCOLIN - VINCENZA PISCITELLI - LAURA PRIMOFRUTTO - DON ALBERTO BONGIORNO
VISITA AI MALATI E UNZIONE DEGLI INFERMI Si pregano i parenti di informare i sacerdoti in caso di malattia di un familiare
Hanno collaborato a questo numero: don Marco Tasca, don Francesco Sanfilippo, Padre Danilo Mazzoni, Aronne Giaquinta, Ulisse Dentella, Giovanni Cavallaro, don Mario Carminati, Redazione #RampaFò
ORARI APERTURA SEGRETERIA ORATORIO DI VERDELLINO martedì 15:30/16:30 | mercoledì 15:30/17 | giovedì 9:30/11:30 | venerdì 17:30/19 | sabato 15:30/16:30 | domenica 9:00/11:00 | Tel. e Fax 035 88 21 76 | oratorioverdellino@gmail.com
Grafica e stampa a cura di:
ORARI APERTURA CENTRO DI PRIMO ASCOLTO E COINVOLGIMENTO Martedì dalle 14.00 alle 17.00 | Tel. 035 882176 | 340 4921283 | caritasverdellinozingonia@gmail.com SANTE MESSE
v. Sora, 24 - Nembro BG 380 86 16 624 Controllo qualità: Andr ea Madaschi ilgermoglio.redazione@gmail.com
2
Giorni feriali Cimitero
Verdellino
Zingonia
7.30-17.00
18.00
ogni giovedì alle 9.30
sospesa messa di Verdellino delle ore 7.30
Sabato prefestiva
18.00
18.00
Domenica
8.00-10.00-18.00
8.00-10.30-16.00* *al Policlinico San Marco
www.verdellinozingonia.it
Editoriale
LA PASSIONE, LA MORTE, LA RESURREZIONE DI GESÙ CRISTO, LA MISERICORDIA E LE OPERE DI MISERICORDIA | Don Marco | In copertina, e riportato qui a fianco, vedete un dipinto dell’arte fiamminga del 1616, “Le sette opere di misericordia”, realizzato da Pieter Brueghel il Giovane. Anche il “nostro” Caravaggio (Michelangelo Merisi) ha realizzato un dipinto, olio su tela, che si trova a Napoli di ben 3,90 x 2,60 metri anch’esso raffigurato in questa pagina. L’arte è stata, è, e può essere messaggera dell’annuncio evangelico. Anche l’arte ha aspettato il XII secolo per avere una lista definitiva delle opere di misericordia. Nella tradizione cristiana, alle sette opere corporali si accompagnano le sette spirituali come ai sette vizi capitali si accompagnano le sette virtù. Il fascino del numero sette simbolo di ordine e di completezza, sintesi quasi magica di unità e di molteplicità. Sono sette per il corpo e sette per lo spirito, in una simmetria quasi perfetta. E diciamo “quasi” solo perché nella Regola di San Benedetto è introdotta un’ottava opera di misericordia spirituale: «non disperare mai della misericordia di Dio», che certamente può essere considerata anche la sintesi. La passione, la morte e la resurrezione di Cristo sono la sintesi, l’apice della Misericordia di Dio! Lì si vede la grandezza e la completezza della Misericordia di Dio. Ogni uomo incapace di essere giustificato con le sue opere (il bene e il male sulla bilancia del giudizio di Dio?), viene giustificato per l’opera d’amore del Cristo. “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siamo stati guariti” 1 Pt 2,24. La risurrezione strappa il “libello” del giudizio. Dio avrebbe tutti i motivi per scagliarsi con tutta la sua ira contro il peccato degli uomini, ma Dio “è lento all’ira e grande nell’amore”. Vuole “la salvezza, non la morte del peccatore”. Potrebbe vendicarsi per quello che è stato fatto a suo Figlio e si vendica, ma si vendica con la resurrezione. San Tommaso dice che “quando Dio opera con misericordia, non agisce contro la sua giustizia, ma compie qualche cosa oltre i limiti della giustizia”. L’incarnazione e il mistero pasquale manifestano il cuore di un Dio visceralmente misericordioso che eccede nel dono. Invece di ripagarci secondo i nostri peccati, ci dona il Figlio unico, l’Amato, che porta su di sé il nostro peccato. Dio eccede nel dono, Dio per-dona. “Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione” 2Cor 5,19. Nel mistero pasquale diventa esplicito come la Misericordia sia una giustizia superiore. Con la Misericordia del Signore, lo Spirito Santo, che ci avvolge e ed entra nel nostro cuore. “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” Lc 6,36. Prima di essere un comando, queste parole di Gesù sono la rivelazione di una possibilità: attestano la possibilità per ogni uomo e ogni donna di partecipare alla misericordia di Dio, cioè, di dare vita, di mostrare tenerezza e amore, di fare grazia, di con-soffrire con chi soffre, di essere vicino all’altro, di perdonare, di sopportare l’altro e di pazientare con le sue lentezze e le sue inadeguatezze.
3
Ho bisogno di... Giubileo
IL SANTUARIO SANTA MARIA DE LA NOSTRA CHIESA GIUBILARE Intervista a Padre Danilo Mazzoni Durante l’anno santo di un Giubileo, il Papa apre la Porta Santa per eccellenza: quella della Basilica di San Pietro. In questo Giubileo è stato deciso che ci devono essere Santuari giubilari in tutta Italia, così per il nostro vicariato Spirano Verdello è stato scelto il Santuario di santa Maria degli Angeli alla Basella di Urgnano. L’apparizione mariana alla Basella, è la piu’ antica del territorio bergamasco. L’8 aprile 1356, infatti, la Vergine appare a una giovinetta di quindici anni, Marina, per confortarla della dolorosa constatazione delle pianticelle bruciate dalla brina, segno di futura carestia. Il 17 aprile seguente riappare di nuovo annunciandosi come la Madre di Dio, apparsa a consolare gli abitanti della zona e
4
come segno concreto della sua apparizione invita gli abitanti a scavare tra le pietre per trovare i ruderi di un’antichissima Chiesa. Trovati questi resti, si iniziò a costruire un nuovo edificio che fu terminato in soli cinque mesi. Dopo poco più di un secolo, Bartolomeo Colleoni iniziò ad ampliare il Santuario e fece costruire un Convento che affidò ai Padri Domenicani. Nel 1474, morta Medea Colleoni, figlia del condottiero, fu eretto un sepolcro in sua memoria che rimase in quel Santuario fino al 1842 quando fu portato nella cappella Colleoni di Bergamo, accanto a quello del padre. Della primitiva chiesa è rimasto l’arco in cotto che si trova sulla facciata, a destra della porta principale, e un affresco che raffigura l’apparizione e la visita di
Galeazzo II Visconti, che si trova in fondo alla navata destra. Dopo tre secoli, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi i Domenicani furono allontanati e solo nel 1920 vi giunsero i Padri Passionisti. L’8 settembre 1921 avvenne l’incoronazione del simulacro della Vergine, alla presenza di tre cardinali e del giovane prelato Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII Che esperienza si vive ad avere un Santuario giubilare e come stanno vivendo questo avvenimento i parrocchiani? Ci si sta rendendo conto che il bisogno di misericordia e perdono non è venuto meno nel cuore dei fedeli, e l’averlo richiamato con tanta forza da Papa Francesco e averlo facilitato, moltiplicando
EGLI ANGELI A BASELLA: | Pietro Togni |
luoghi di accesso, lo rende più vivo e fruibile. Ogni giorno ce ne è data la possibilità e ci sollecita. Nel santuario ci sono stati momenti particolarmente significativi, come il giorno di apertura dell’Anno Giubilare con la partecipazione di tutto il Vicariato di Verdello-Spirano. E’ stato davvero rilevante il concorso di popolo, come toccante la serietà e serenità con cui si è vissuto. I circa venti sacerdoti a disposizione per amministrare il Sacramento della Riconciliazione sono stati impegnati per buona parte del pomeriggio, fino a sera. Come toccante è stato il Giubileo degli gli ammalati e anziani, che hanno gremito il Santuario l’undici febbraio scorso. Di tanto in tanto giunge qualche pellegrinaggio dalle varie parrocchie per condividere questa bella
esperienza. Per la sera del 23 marzo si è programmato il Giubileo degli adolescenti e giovani del Vicariato. Sarà certamente un fatto indimenticabile e occasione per vivere insieme l’abbraccio del Padre che accoglie i suoi figli. Ma credo che il fatto straordinario sia l’ordinarietà con cui è vissuto il Giubileo: giungere dei pellegrini al Santuario, soffermarsi in preghiera, affidare al Signore la propria vita e quanto ognuno porta nel cuore, la fatica del vivere, le difficoltà di ogni giorno, la delusione per il poco che si riesce a mettere insieme, toccare con mano la propria fragilità, il bisogno di scaricare quanto opprime il proprio cuore, accorgersi che non siamo soli e che c’è Lui, il Padre che ti aspetta, ti accoglie, ti ama, ti perdona
e ti invita a riprendere il cammino nella speranza (Io sono con te, non avere paura) , è l’esperienza che si vive e si fa quotidiana. Il Giubileo sta aiutando a riprendere coscienza della serietà del nostro peccato, a liberarci da quell’incontro abitudinario che lo ha un po’ logorato, ridestando un nuovo desiderio ad aprirci e incontrarci con la misericordia del Signore, riscoprendo con sorpresa gioiosa che il Signore non si è stancato dell’uomo. Ogni volta è davvero l’abbraccio del Padre che ti accoglie, ti ripete quello che sei, che non devi dimenticare, ma custodire gelosamente nel cuore: “Tu sei mio figlio, io ti voglio bene!”. Lo vedi in tanti volti segnati dalle lacrime (non è un’ esagerazione!) e da una serenità e riconoscenza infinita. Accade.
5
Ho bisogno di... Casa
L’ACCOGLIENZA OGGI E LA COMUNITÁ CRISTIANA | Anna e il CPAeC |
Il 25 febbraio scorso si è svolto nella chiesa parrocchiale di Arcene un incontro con Don Claudio Visconti, Direttore della Caritas Diocesana, che ha illustrato l’attuale situazione dei profughi presenti sul territorio bergamasco: circa 1200 giovani. La diocesi in collaborazione con la Caritas ha messo a disposizione di questi giovani l’ex casa di spiritualità di Botta di Sedrina, la comunità di Lizzola e Valbondione e altri alloggi a Sotto il Monte. Sono tutti giovani provenienti da paesi poverissimi dell’Africa sud sahariana, che presso questi centri, sono seguiti da educatori che insegnano loro non solo la nostra lingua ma anche le regole per poter iniziare a conoscere e a vivere nella realtà italiana. Fra le numerose domande poste a Don Claudio è stato chiesto di chiarire le voci che circolano circa presunti minori non accompagnati, presenti nei nostri centri, di cui si perdono spesso le tracce. Il Direttore della Caritas ha chiarito che i minori di cui si parla non sono bambini ma adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni e che considerando che il tempo di permanenza nei centri di accoglienza è di 18/20 mesi risultano maggiorenni quando lasciano i centri. Piuttosto il problema si presen-
6
ta quando dopo i due anni di aiuto economico erogato dallo stato (di 35€/giorno suddivisi tra la struttura ospitante e un piccolo contributo personale per ogni ospite) questi ragazzi non ottengono il riconoscimento di rifugiati. Considerando poi che questi minori non tengono per sé nessuna somma ma inviano tutto ciò che ricevono alle famiglie di origine, rimangono senza risorse economiche, senza documenti e impossibilitati a trovar lavoro diventano facile preda per la malavita organizzata. Don Claudio ha aggiunto che la CEI sta studiando dei micro progetti per accompagnare, i ragazzi rimpatriati, nell’apertura di una attività lavorativa nel loro paese di origine. Per saperne di più ci sono ancora due incontri a cui vi invitiamo a partecipare: 5 aprile 2016 a Zingonia, in chiesa parrocchiale alle ore 20:45, con don Claudio Visconti: “L’accoglienza oggi e la comunità cristiana: problematiche e prospettive” 12 aprile 2016 a Verdello, presso la Casa Brolis-Giavazzi alle ore 20:45, con Bruno Goisis, presidente della Cooperativa Ruah: “Chi sono i nuovi migranti? Perché si lascia la propria terra?” A presto!
Ho bisogno di... Essere
CHE COS’È L’IDEOLOGIA GENDER? | Mario Adinolfi, direttore di “La Croce-quotidiano” 12/09/2015 |
Secondo i leader della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali ) “l’ideologia gender non esiste”, per dirla con Aurelio Mancuso è “una invenzione del Vaticano”. Secondo Papa Francesco è “uno sbaglio della mente umana” che si è radicato in una “colonizzazione ideologica” che ha assunto le forme del lavaggio del cervello riservato “alla gioventù hitleriana”. Tra Mancuso e Papa Francesco noi tendiamo a credere a Papa Francesco. Ma sarà forse il caso di rispondere con chiarezza alla domanda di fondo: che cos’è l’ideologia gender? Coloro che raccontano l’ideologia gender come una invenzione dei cattolici solitamente subito dopo ammettono l’esistenza (non potrebbero fare
altrimenti) dei “gender studies” o “studi di genere”: elaborazioni e testi che in ambito accademico hanno cominciato dagli Anni Sessanta ad affermare, con l’obiettivo principale della “emancipazione e liberazione della donna”, l’indifferenzialismo sessuale tra maschile e femminile. A partire dagli Anni Ottanta i “gender studies” si sono evoluti in “gay, lesbian, transgender, queer and intersexual studies”, con l’obiettivo sempre di accompagnare fenomeni di “emancipazione e liberazione” sessuale e sociale delle categorie indicate. Potremmo dilungarci molto su questi studi accademici puramente ideologici e assolutamente a-scientifici, basterebbe riproporre il documentario “Il paradosso norvegese” per spiegare
quanto questa ideologia sia fondata su basi medicalmente e scientificamente nulle, ma la questione ci porterebbe fuori strada. Oggi qui vogliamo rispondere a una semplice domanda: cosa afferma l’ideologia gender? I “comandamenti” di questa ideologia sono cinque e concatenati tra loro. 1. MASCHIO E FEMMINA SONO UGUALI La finalità originaria dei “gender studies” degli Anni Sessanta è affermare l’uguaglianza assoluta tra l’uomo e la donna al fine di liberare ed emancipare quest’ultima dalla “discriminazione”. Negare la distinzione maschile-femminile, considerare “uno stereotipo” che esistano ad esempio mestieri tipicamente maschili e me-
7
stieri tipicamente femminili, negare la specificità del ruolo materno rispetto al ruolo paterno, sono gli elementi cardine dell’ideologia che afferma che l’uomo e la donna sono intercambiabili in ogni funzione, che solo una convenzione sociale e una oppressione di tipo storico-culturale ha cementato la donna in alcuni ruoli specifici, in particolare in ambito familiare, e da questo la donna va liberata.
si alle due sessualità biologiche universalmente riconosciute (maschile e femminile) ma adeguarsi ad infinite e fantasiose sfumature del genere, arrivando a contarne fino a 56. I social network come Facebook si sono piegati a questo diktat ideologico, mentre alcune legislazioni nazionali hanno riconosciuto accanto al genere maschile e femminile anche un fantomatico genere “neutro”.
2. IL SESSO BIOLOGICO È MODIFICABILE L’ideologia del gender vede il sesso biologico come un dato originario modificabile, di fatto transitorio e “liquido”, piegandolo alla scelta del “genere” a cui appartenere, che può essere compiuta a qualsiasi età a partire da dati comportamentali. Gli ideologi del gender incoraggiano dunque il transessualismo come prova di libertà ed emancipazione dell’individuo e sostengono che la definizione dell’essere umano anche a livello burocratico non deve limitar-
3. LA FAMIGLIA NATURALE E’ UNO STEREOTIPO Secondo l’ideologia gender la famiglia naturale composta da padre, madre e figli non è altro che uno stereotipo culturale basato sull’oppressiva azione del maschio sulla femmina ormai rotto dalla liberazione sessuale femminile, accompagnata alla fine della “dittatura del maschio” ormai liberato anch’esso in una sessualità liquida che genera i 56 diversi generi. Dunque, rotto lo schema maschile-femminile, è rotta anche l’idea stereotipata di famiglia. Gli ideologi del
8
gender dunque obbligano a usare il plurale: non esiste più la famiglia, ma “le famiglie”, intendendo ogni aggregato sociale fondato su un generico “amore” che ovviamente arriva a comprendere anche le condizioni dei rapporti a più partner indicati come “poliamori”. Di qui discendono una serie di rivendicazioni politiche e sociali che vanno dal cosiddetto “matrimonio egualitario”, comunemente noto come matrimonio gay, fino al riconoscimento appunto dei rapporti a più partner chiamati “poliamori”, visti anzi da alcuni intellettuali come Jacques Attali come l’inevitabile approdo della società della disintermediazione. 4. DESESSUALIZZARE LA GENITORIALITÀ Se è uno stereotipo la famiglia naturale, il culmine dell’ideologia gender è inevitabilmente la desessualizzazione della genitorialità. I figli dunque non nascono più dal rapporto sessuale tra un maschio e una femmina, ma pos-
sono essere generati artificialmente da qualsiasi aggregato sociale. Viene dunque incoraggiata la fecondazione assistita omologa e soprattutto eterologa, le cui leggi regolatrici più sono prive di vincoli più sono emblema di liberazione. Si sostengono pratiche oggettivamente violente e brutali, come l’utero in affitto, pretendendo però formule linguistiche edulcorate possibilmente in forma di incomprensibile acronimo come gpa (gestazione per altri) o gds (gestazione di sostegno), necessarie in particolare per gli omosessuali maschi notoriamente non provvisti di uteri. La finalità della desessualizzazione della genitorialità, culmine dell’ideologia gender, porta come conseguenza una idealizzazione della omosessualità proposta modello di liberazione da condizioni sociali oppressive e, in passato, platealmente vessatorie. 5. CONQUISTARE SCUOLA E MEZZI DI COMUNICAZIONE Lo strumento con cui realizzare la “colonizzazione ideologica” denunciata da Papa Francesco è la conquista dei luoghi di educazione e di comunicazione. Dunque, scuola
e mass media. Decisivo per gli ideologi del gender è drenare denaro pubblico per entrare negli istituti scolastici e formare le menti di bambini e giovani generazioni in particolare all’idea che la famiglia naturale sia uno stereotipo. Dunque falsi corsi contro la “discriminazione di genere” o il “bullismo omofobico” sono i cavalli di Troia con cui agevolmente penetrare nelle scuole di ogni ordine e grado, producendo testi soprattutto per bambini capaci di colpire l’immaginario più fragile e de-formarlo. Allo stesso tempo occupando ruoli chiave nei mezzi di comunicazione di massa, l’ideologia gender punta a formare più complessivamente l’opinione pubblica all’identificazione dei principi enunciati con un’idea avanzata di libertà, descrivendo gli oppositori come pericolosi retrogradi limitatori della libertà altrui motivati da pura malvagità. Le descrizioni manichee delle dinamiche in atto su questo terreno in tutte le società occidentali sono una caratteristica degli ideologi del gender che puntano a creare icone facilmente riconoscibili identificate nel mondo omosessuale e transgender, da contrapporre all’opi-
nione pubblica che a queste forme di fascinazione ancora resiste intimidendola attaccando pesantemente persino la libertà d’espressione su questi temi. Di qui legislazioni punitive, arresti di oppositori e obiettori di coscienza, linciaggio mediatico di chi non si adegua la nuovo diktat ideologico. Resistere significa conoscere i principi guida di questa “colonizzazione ideologica” in atto, questi cinque comandamenti violenti basati sul falso e non sul vero, come accade in ogni ideologia. Se questa è una ideologia che “non esiste” ora lo potrete con nettezza giudicare da voi. La realtà si può osservare o si può negare. La realtà sotto i nostri occhi, evidente a chiunque voglia vedere, è che questa ideologia marcia prepotente verso la realizzazione dei suoi obiettivi. Noi possiamo metterci in piedi, dritti, silenziosi davanti a questa colonna di carri armati. Oppure possiamo lasciarli passare, un po’ pavidi, un po’ complici. Scegliete voi. Io, per me, ho scelto. Ho due figlie e ho interesse che il mondo che costruiremo per loro sia fondato sulla verità, non sull’ideologia.
Periodico dell’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia
L’informazione che vi aspettavate sull’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia... Distribuito dai nostri volontari, a oltre 1.000 abbonati! La grande possibilità di far conoscere la tua attività...
a portata di tutti!
1/8 di pagina € 100,00* 1/4 di pagina € 150,00*
1/2 pagina 1 pagina
€ 250,00* €400,00*
Per info e prenotazioni: Andrea 380 86 16 624 oppure contattare i Sacerdoti * i costi si intendono su proposte annuali, per personalizzare la vostra proposta, o maggiori info contattaci
9
Ho bisogno di... Carità
L’ACCOGLIENZA OGGI E LA COMUNITÀ CRISTIANA (prima parte)
| A cura di: Giovanni Cavallari |
Il 5 e il 12 aprile si sono tenuti due incontri sul tema dell’accoglienza organizzati dalle Caritas del nostro vicariato col supporto della Caritas diocesana bergamasca. Scopo degli incontri: offrire alle nostre comunità una riflessione sul senso cristiano dell’accoglienza e avere un dato aggiornato e di realtà sulla situazione dei richiedenti asilo e, più in generale dei migranti, nella nostra diocesi e nella provincia di Bergamo. Ha condotto il primo incontro intitolato “L’accoglienza oggi e la comunità cristiana: problematiche e prospettive” don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana di Bergamo. Per farlo egli è partito dalla lettura di un brano estratto dal libro della Genesi (18, 1-16): quello in cui Abramo incontra tre stranieri alle Querce di Mamre, tre stranieri sconosciuti. Nel secondo incontro intitolato “Chi sono i nuovi migranti? Perché si lascia la propria terra?” Bruno Goisis,
10
presidente della Cooperativa Ruah che si occupa direttamente della gestione delle strutture di accoglienza dei migranti per conto della diocesi, ha offerto una testimonianza sulla situazione attuale. Il tema dell’accoglienza ai richiedenti asilo è molto sentito ed è un tema controverso che spesso divide anche le comunità cristiane che faticano a orientarsi di fronte alle difficoltà concrete e alle implicazioni che esso porta con sé. Ci si divide tra buonisti, idealisti, pragmatisti alla ricerca della cosa più giusta da fare. E’ forse per questo che i due appuntamenti che si sono tenuti rispettivamente nella chiesa di Zingonia e nel salone di Casa Brolis-Giavazzi a Verdello, hanno visto molta partecipazione e le esposizioni dei relatori sono state seguite in entrambi i casi da molti interventi di richiesta di chiarimento o di racconto e testimonianza di esperienze personali. L’esposizione che segue vuole essere una restituzione alle comunità parrocchiali di questa bella esperienza.
Nel redigerla ho cercato di raggruppare le provocazioni in me suscitate dai relatori per tematiche non rispettando quindi l’ordine cronologico delle due serate. La prima domanda è quindi: “perché accogliere?” Abramo, come uomo del deserto, condivideva con tutti quelli come lui uno stile di saggezza nell’accoglienza. L’ospitalità era considerata necessaria nel deserto perché non essere accolti significava morire. Oggi come allora c’è una prima dimensione dell’accoglienza che è quella immediata dell’aiuto a chi è evidentemente in difficoltà. E’ quello che fanno i pescatori di Lampedusa e delle isole greche che seguendo la legge del mare, così come Abramo seguiva quella del deserto, sanno che un uomo non può essere lasciato in balia dei flutti. Abramo non conosce i tre stranieri che accoglie, il suo agire non è dettato dal sapere che siano brave persone piuttosto che cattive o malintenzionate ma soltanto dal riconoscimento del loro stato di difficoltà. Il dott. Eugenio Torrese dell’agenzia per l’integrazione, in un incontro di formazione organizzato dalla caritas diocesana per gli operatori delle caritas parrocchiali e dei CPA&C, aveva riportato un bilancio del 2015 e, parlando delle persone morte nel mediterraneo lo scorso anno (3250 di cui 700 bambini), aveva semplicemente definito gli altri come “salvati”.
Dobbiamo anche accogliere perché abbiamo dei doveri politici verso l’Europa per aver sottoscritto la convenzione di Ginevra nel 1951 relativamente all’accoglienza dei rifugiati. L’articolo 1 della Convenzione, come modificata dal protocollo del 1967, stabilisce la seguente definizione di rifugiato: “Chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi. “ Dobbiamo accogliere perché lo chiede la nostra costituzione che all’art.10 afferma che ”….Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Infine ai credenti il papa in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato ha ricordato che “...accogliere l’altro è accogliere Dio in persona..”
30 GIUGNO - 7 - 14 - 21 - 28 Luglio
Per ricevere a casa il nuovo Notiziario, ione! contatta i tuoi sacerdoti o il comitato di redaz
Ho bisogno di... Sport Sano
HO FAME DI … | Sporting OVZ | L’anno della Misericordia ma cosa c’entra questo nell’ambito sportivo? dove trova collocazione? Beh se solo pensiamo che le dinamiche vissute in ambito sportivo sono uno spaccato di quanto nella vita di tutti i giorni proviamo, è facile capire che anche la Misericordia c’entra e come! Proviamo a concentrarci sulle prime tre opere di misericordia e sugli aspetti primari che le stesse hanno insiti. In ambito sportivo ciascuna figura chiamata al compimento del Progetto Educativo ha dei propri bisogni: i bambini hanno fame di divertimento, fame di gioco, fame di stare insieme, fame di misurarsi con gli altri, ma anche fame di aspetti apparentemente meno importanti, quali la fame di un bel campo, degli spogliatoi belli, fame di vittoria … bisogni certamente diversi da quelli di un allenatore che plasma più i suoi al servizio dei bisogni dei ragazzi: da qui la fame di risultati, che permettano loro di gestire con più serenità l’unità del gruppo, fame di strutture più idonee attese ormai da anni, fame di vedere i risultati di un lavoro svolto sui ragazzi, sia esso tecnico che “spirituale”. Molte volte infatti vorremmo vedere recepiti all’istante gli sforzi educativi fatti sui ragazzi, sforzi che sappiamo non esser vani ma che ci daranno riscontro solo dopo molti
12
anni quando gli stessi ragazzi avranno spiccato il volo nella vita della società! Ed i genitori: sotto sotto hanno fame di un ambiente sereno e pieno di valori per i loro figli, di un ambiente che con piccoli gesti trasmetta loro che la vita è fatta di vittorie e di sconfitte, come nello sport, e che alle stesse bisogna saper reagire nel giusto modo. È capitato infatti in alcune occasioni che alcuni genitori ci dicessero: siamo andati a e a fine gara hanno organizzato una merenda per i ragazzi: perché non lo facciamo anche noi?” Segno che da parte degli stessi ci sia la consapevolezza che lo sport va oltre i risultati: aspetto questo ben interpretato da un gruppo di genitori delle bimbe della pallavolo che a termine gare hanno lanciato l’iniziativa del “quarto set”. La fatica che a volte gli stessi genitori fanno è capire, e qui sta la fame dei dirigenti, che un loro mettersi al servizio è un gesto silenzioso che non sfugge agli occhi dei loro figli: piccoli gesti al servizio del gruppo e dei ragazzi che contengono però un elevato valore educativo. Ecco, i dirigenti, oltre a quanto desiderato dagli stessi allenatori in merito alle strutture, hanno fame di genitori al servizio e di riuscire finalmente con essi a costruire qualcosa che sia tangibile per i ragazzi.
Ho bisogno di... Credere
POLIEDRO DELLE OPERE DI MISERICORDIA | I catechisti e le catechiste | Ciao ragazzi e ragazze In quest’anno speciale del “Giubileo della Misericordia”, si sente parlare molto delle opere di bene per il corpo e per lo spirito. Sono sette le opere di misericordia spirituali e sette le opere di misericordia corporali. Sono i gesti che fanno bene al corpo e allo spirito e appartengono alla tradizione della Chiesa e per il Papa sono il segreto del Giubileo. Utilizzeremo come fonte “Il Popotus”, un bellissimo e utilissimo inserto dell’Avvenire, per cercare di spiegare in modo semplice e comprensibile il loro significato. OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI Per far del bene bisogna partire dalle cose semplici. E il cibo è la più semplice di tutte. Sfamare chi si trova nel bisogno non è solo un segno di buon cuore, Gesù stesso ci ha dato l’esempio: dalle nozze di Cana alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, fino all’Eucarestia, nel Vangelo il cibo è sempre un momento di gioia e di condivisione. DAR DA BERE AGLI ASSETATI L’acqua sta diventando un bene prezioso. L’umanità, in molte parti del mondo, non sa come dissetarsi. Senz’acqua, non ci può essere vita, ma non può neppure esserci dignità. Anche questa volta, è Gesù che ce lo ricorda, per esempio con il suo dialogo con la Samaritana al pozzo di Giacobbe. VESTIRE GLI IGNUDI Non è solo questione di vergogna. Pensate al freddo, pensate all’impossibilità di ripararsi dalla pioggia. I vestiti fanno parte del nostro stare al mondo. Che siano l’ultima moda non è importante. In ogni caso, però, devono essere puliti e senza strappi, della misura giusta e adeguati alla stagione. Tanti non se li possono permettere, tutti ne abbiamo bisogno. OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALI PERDONARE LE OFFESE ‘’Questa me la paghi!’’: quante volte siamo stati tentati
di reagire con queste parole davanti a un dispetto. Tenere il muso, rimuginare, cercare di vendicarsi non sono mai buone soluzioni. Rendono più duraturo l’effetto del male, anziché cancellarlo. Solo il perdono riesce a farci andare avanti e a rimediare il torto.
INSEGNARE AGLI IGNORANTI L’ignoranza rende schiavi, sia che si tratti dell’incapacità a leggere e scrivere, sia che si tratti della cattiva informazione su ciò che davvero conta nell’esistenza di ciascuno di noi. Spiegare come stanno le cose è sempre un servizio reso alla verità, oltre che un modo per aprire la mente e il cuore degli altri indirizzandoli verso la libertà. CONSOLARE GLI AFFLITTI Piangere è brutto, piangere da soli è bruttissimo. E’ nel momento del dolore che abbiamo più bisogno degli altri. Ma stare vicino a chi soffre è un’arte difficile e preziosa, che richiede sensibilità e pazienza. Si può imparare? Certo che sì. Ed è meglio esercitarsi presto, perché non sappiamo quando saremo chiamati a consolare. Nel prossimo numero andremo avanti con la spiegazione, augurandoci che leggendole, tutti possano trovare, chi in un modo chi nell’altro, quello slancio necessario per lasciarci coinvolgere dalla tenerezza.
13
Ho bisogno di... Donare
L’AVIS DI VERDELLINO DONA UN DEFIBRILLATORE ALL’ORATORIO | Aronne Giaquinta | Il 20 gennaio 2016 sarebbe dovuto entrare in vigore il noto decreto Balduzzi (prorogato di sei mesi) che obbliga le società sportive a dotarsi di un defibrillatore e ad organizzarsi con personale formato all’uso dello stesso in occasione di ogni attività sportiva. Anche il gruppo sportivo dell’Oratorio di Verdellino, lo Sporting OVZ, si è mosso per tempo formando una serie di volontari, al quale va il nostro grazie, che si prestino a garantire a turni la loro presenza sui campi. La sezione AVIS di Verdellino-Zingonia dal canto suo, da sempre attenta ai bisogni del territorio, colto l’occasione per contattare il gruppo sportivo, offrendo la propria partecipazione all’acquisto del defibrillatore per il 50% del costo. E così l’estate scorsa, in occasione della festa dell’Oratorio, mentre si ringraziava l’AVIS per la partecipazione ai costi d’acquisto del defibrillatore, il presidente della sezione di Verdellino Ennio Rovaris, accompagnato da un paio di consiglieri, ha spiazzato tutti rilanciando l’offerta iniziale. Percepito infatti concretamente quale fosse l’operato del gruppo sportivo in parrocchia, preso il microfono annunciò che qualora il gruppo sportivo fosse stato in grado di trovare almeno dieci potenziali donatori volontari, la sezione dell’AVIS di Verdellino-Zingonia si sarebbe fatta carico dell’intero
14
costo del defibrillatore. Da lì è iniziata la piacevole e sana sfida che all’appello fatto ha trovato riscontro da parte di ben 20 persone che si sono offerte come nuovi volontari donatori AVIS, molti dei quali, in cuor loro, avevano da sempre pensato un giorno di fare questo gesto, ma mai si erano mossi per pigrizia. La sfida lanciata dal presidente della sezione AVIS di Verdellino-Zingonia è stata assolutamente vincente ed ha raggiunto lo scopo: nuovi donatori ed un defibrillatore regalato all’Oratorio dall’AVIS di Verdellino. Il gruppo sportivo sporting OVZ porge, dunque, un affettuoso ringraziamento all’AVIS ad a tutti quei volontari che, da un lato, si sono offerti come donatori e dall’altro, come volontari abilitati all’uso del defibrillatore. E SONO 50 Nella serata di giovedì 18 febbraio gli avisini della sezione AVIS di Verdellino-Zingonia si sono riuniti per l’Assemblea Annuale Ordinaria dei Soci, che ha avuto luogo nei locali della Sede in via Santuario dell’Olmo. L’assemblea, diretta dal presidente della sezione Rovaris Ennio, ha visto la partecipazione di un discreto numero di soci sottolineando ancora il ruolo dell’Avis all’interno del tessuto sociale di Verdellino e Zingonia.
Il presidente ha esordito salutando tutti i presenti e gli iscritti alla sezione. Al 31/12/2015, l’AVIS Verdellino-Zingonia raccoglie 120 donatori attivi e 15 aspiranti ed ha totalizzato più di 200 donazioni, con un aumento del 15% rispetto fine 2014. Nel corso dell’anno appena passato le iniziative sono state numerose e hanno tutte riscosso una larga partecipazione della comunità, durante l’anno che verrà oltre alle collaborazione con l’istituto comprensivo e con gli oratori, ci sarà la realizzazione della settimana dell’Avis, una settimana di festeggiamenti e celebrazioni del 50° anniversario della sezione, fondata nel 1966. Le iniziative saranno concentrate nella settimana a cavallo tra maggio e giugno 2016, partendo il 25/05 e concludendo domenica 05/06/2016. Le manifestazioni ancora in via di sviluppo saranno svolte presso gli spazi dell’oratorio così da garantire un maggior flusso di persone. La giornata principale sarà quella del 5 giugno dove l’Avis affollerà le strade di Verdellino e Zingonia facendo il tradizionale corteo con le Avis consorelle per le vie del paese e premiando i donatori benemeriti e pranzando tutti assieme presso gli spazi dell’oratorio di Verdellino. Con entusiasmo viene annunciato che durante il corteo si avrà l’oc-
casione di ascoltare la Millennium marching band di Verdello, la quale lo stesso pomeriggio intratterrà tutti con un suo spettacolo presso l’oratorio stesso. Il presidente sottolinea che si possono svelare solo pochi dettagli perché le sorprese saranno molte e a tempo dovuto sarà tutto svelato. Successivamente, la parola è passata al vicepresidente Perhat Giovanni. Parlando riguardo al lavoro svolto dall’Avis ha ribadito che tra poco la sezione compirà 50 anni e
quindi sia giusto festeggiare, inoltre quest’occasione particolare può essere buon stimolo per far riflettere sul lavoro fatto e su quanto si debba ancora fare. Nel nostro piccolo siamo riusciti ad aiutare chi stava soffrendo. Un piccolo gesto che ci permette di salvare delle vite umane, testimoniando con il nostro piccolo dono che ci sta a cuore la vita di tutte le persone che sono intorno a noi. Il nostro principale obbiettivo sarà rendere partecipi del nostro progetto le nuove generazioni e tutte
le persone che fin’ora non sono mai state coinvolte. Inoltre ha preso la parola il segretario Giubertoni Nunzio che, oltre a ribadire le parole del vice-presidente, spera che il 50° sia una grandissima festa e auspica che tutta Verdellino e Zingonia possa prendervi parte, essendo loro stessi i protagonisti delle celebrazioni perché, alla fine, lo scopo di Avis è indirizzato al prossimo. Vi aspettiamo!
15
Ho bisogno di... Noi
TI AMO TANTO DA SPOSARTI | Don Mario Carminati |
Quanto è difficile rassegnarsi a non vedere celebrato l’amore! Quel rito, quegli elementi cerimoniali e soprattutto quel “sacramento”, che suggella l’amore umano nel matrimonio, non è retaggio di altri tempi o nostalgia di un passato che mai tornerà. Il sacramento del matrimonio, pur segnato da un tempo di crisi che ha destabilizzato una concezione del vivere la famiglia, ha ancora la sua forza evocativa e sa far cogliere che l’amore tra un uomo e una donna ha sapori di mistero, meglio ha sapori di divino. Ce lo hanno testimoniato ancora il gruppo di coppie che hanno deciso di intraprendere, nelle nostre comunità di Verdellino, Zingonia e Verdello, il percorso dei fidanzati, in vista e nella prospettiva di celebrare le loro nozze nel Signore. Un percorso impegnativo se pensiamo che gli otto appuntamenti hanno consumato ininterrottamente i sabati di queste coppie. A questi appuntamenti vanno poi aggiunti la celebrazione del ritiro e la festa finale tenuta nella chiesa parrocchiale di Zingonia. Queste coppie hanno non solo consacrato sabati sera nell’ascolto di proposte o riflessioni intorno al senso del celebrare le nozze cristiane, ma hanno saputo giocarsi in un confronto significativo, traducendo
16
linguaggi di significato religioso con la loro esperienza di relazione. I nostri incontri sono infatti proposti con un piccolo momento introduttivo che enuncia un argomento e poi lasciati alla discussione libera delle coppie, che su questo si confrontano. Mi fa sempre poi interesse, vedere che molte volte loro stessi continuano la riflessione proprio a livello di incontro di coppia. Il risultato di un percorso come quello che stiamo proponendo non è facile da misurare. Abbiamo trovato coppie che in questo contesto si sono riavvicinate significativamente alla comunità, abbiamo visto chi ha manifestato gratitudine per l’offerta di riflessioni che ben corredano una preparazione a celebrare il matrimonio, abbiamo tante suggestioni positive che ci invitano a continuare e a precisare sempre più l’offerta del percorso. Una considerazione però mi sento di condividerla ed è questa: abbiamo tutti registrato che il corso aiuta a recuperare la reciproca stima e fiducia: da parte dei ragazzi nei confronti della comunità cristiana e da parte della comunità nei loro confronti perché ci testimoniano ancora il coraggio di sancire e voler vivere il matrimonio, dentro l’esperienza buona che il Vangelo ispira.
Ho bisogno di... Crescere Bene
VITA ALLA SCUOLA MATERNA “MADONNA DELL’OLMO” | Una mamma | Il nostro progetto “Arte a scuola” è quasi arrivato alla fine, ma i bambini hanno fatto e stanno facendo bellissime esperienze, colorare con pennelli, con le mani, con i piedi, scoprire il mondo dei colori è stato bellissimo anche se all’inizio qualche difficoltà. La paura di sporcarsi, di toccare, manipolare, ecc…, ma poi superata la difficoltà iniziale i nostri eroi sono partiti con i loro capolavori tanto da tappezzare tutti gli ambienti della scuola ( forse tra loro qualche futuro Picasso?). Anche per la festa del papà i nostri piccoli hanno realizzato un’opera d’arte, all’interno della quale c’era la loro foto con il papà consegnata la sera dell’aperitivo. Il nostro progetto continua con la prossima uscita al laboratorio del maestro di pittura per concludersi con la mostra di fine anno scolastico all’in-
terno della festa. Non solo pittura ma anche solidarietà con le bottigliette della Quaresima che hanno coinvolto i bambini nel progetto dell’ufficio missionario “ una goccia di salute” per la Bolivia, sono state consegnate durante la preghiera della Via Crucis la domenica delle Palme, sono stati generosi. Che dire, i nostri piccoli ci stupiscono sempre e auguriamo loro di conservare questo stupore per tutta la vita.
Torna a sorridere! Trattamenti per la salute dei denti di adulti e bambini Verdellino (BG) - Via Principe Amedeo, 26
035 48 21 579
17
Ho bisogno di... Cantare
I NOSTRI PRIMI QUARANT’ANNI | Il Maestro pro tempore, Ulisse Dentella | In occasione del 40° anno di fondazione del coro S. Ambrogio di Verdellino, vorrei brevemente ripercorrere i momenti più significativi della storia della corale. Nato come coro C.A.S.A.V. – Coro Accademico Sant’Ambrogio Verdellino-, si costituisce nel Gennaio 1976 per volontà di un gruppo di appassionati e sostenitori della musica e del canto. Alla guida di tale compagine si segnala il Maestro Giuseppe Nozza (mio suocero), direttore e organista della parrocchia. Il suo fondamentale apporto viene bruscamente interrotto solo due anni dopo, a causa della prematura scomparsa, all’età di soli 56 anni. A lui seguono numerosi direttori, organisti e apprezzati musicisti, che si sono distinti per aver dato un taglio ben preciso al vasto e variegato repertorio polifonico. Costituitosi come coro accademico, con tanto di statuto redatto e controfirmato da un notaio, il Casav si è esibito in varie rassegne corali e chiese provinciali e non (Roma 1979, 2000). Il coro ha partecipato con successo ad una rassegna in terra elvetica, presso i centri di Amriswill, Egnach, Romanshorn. Da rimarcare il prezioso 4° posto ottenuto ad un Concorso Nazionale milanese. Scioltosi come coro accademico nel 2010, per motivi di varia natura, il gruppo canoro è diventato Coro Parrocchiale, sotto la presidenza del Parroco don Marco Tasca, da poco nominato guida spirituale di Verdellino. Nel corso di questi ultimi anni, la Corale si è per lo più dedicata allo studio del repertorio sacro e liturgico, cercando di solenizzare al meglio le numerose funzioni re-
18
ligiose. Permettetemi di ringraziare i tre sacerdoti, don Marco, don Francesco e don Alberto che, con circospezione, ma sicura determinazione, hanno dato linfa nuova ai cantori, motivandoli ed incoraggiandoli ad un impegno comunitario di più ampio respiro. Possiamo considerarci molto fortunati nel collaborare con gli attuali ministri di Dio, che sempre hanno palesato interesse, sensibilità e motivazione. Queste mie annotazioni, credetemi, non vogliono essere una sorta di piaggeria fine a se stessa, bensì sono il frutto di esperienze, conoscenze e lavoro di oltre 50 anni, presso varie comunità parrocchiali. Non posso infine dimenticare i numerosi coristi che, nel corso di questi quarant’anni, sono deceduti o hanno declinato per evidenti ragioni anagrafiche. Il mio pensiero e ringraziamento è quindi indirizzato a tutti coloro che si sono prodigati nel valorizzare il canto e renderlo sempre più espressione di fede e riflessione spirituale. Da ultimo, vorrei fare l’ennesimo invito a tutti coloro che, amanti del canto e della musica, volessero mettersi in gioco per infoltire la nostra compagine corale (ormai ridotta a circa 20 unità) e non farla morire di morte naturale. Verdellinesi, diamoci una mossa!!! Verdellino, per i suoi trascorsi, ha l’obbligo morale di continuare a fare vivere il Coro Parrocchiale! A tutti i miei attuali coristi, al M° Bruno Vezzoli di Seriate (collaboratore all’organo, nonché mio “discepolo” musicale), ai futuri cantori (si spera), gli auguri più sinceri.
Ho bisogno di... Incontrare
MISSIONARI IN CILE: UN’ESPERIENZA MISERICORDIOSA | Luisa Morelli | Non è stata una scelta eroica, né coraggiosa, anzi non è stata nemmeno una scelta. Potrei cominciare così: “Era una notte buia e tempestosa…”. Era piuttosto il tardo pomeriggio di un giorno grigio, greve di nubi e di malumore quando ho pensato: ”vado in Cile”. Siccome i miei collegi si sono messi a ridere io l’ho fatto davvero. E quando hanno smesso di ridere ed hanno capito che facevo sul serio hanno cercato di scoraggiarmi perché sostenevano che cercavo la fuga, che la mia avventura non mi avrebbe aiutato a “uscire dal tunnel” che stavo attraversando a fatica. In Cile stava mio fratello, religioso dell’ Opera don Guanella, direttore di Case che ospitavano ragazzi minorenni, figli di situazioni disagiate. Avrei potuto andare a trovarlo, passare qualche tempo con lui che da decenni viveva là dove nemmeno riuscivo ad immaginare come stavano le cose. Del Cile sapevo la situazione politica e negli anni settanta avevo più volte partecipato a manifestazioni in favore del “Chile libre!” e contro il regime di Pinochet. A questo punto, già che mi aveva soccorso il “giorno grigio”, potevo fare luce. In pochi giorni, complice mia mamma, sono riuscita a organizzare “la fuga”. Il Cile è un Paese stupendo. Ho visto cieli stellati profondissimi, foreste d’argento incantate, boschi cementificati dagli incendi provocati dai pionieri che pareva di stare in una fiaba. E il vento! E l’ Oceano! “E adesso che hai visto tutto questo?” Mi chiedevano i soliti colleghi. “Io ci ritorno” “Ma a fare cosa? Attenta! Non si può sempre fuggire!” Abilissimi a seminare il dubbio, ma non tenaci quanto me! Il Cile è un Paese povero. Lo si vedeva per le strade popolate di cani randagi, bambini a brandelli, taxi collettivi malmessi, abitazioni (!) di latta , cartone e pavimento di terra battuta. Lo si sapeva attraverso le storie dei ragazzi che venivano accolti dall’Opera don Guanella, che oltre a soccorrerli economicamente offriva loro anche la possibilità di frequentare la scuola. Cosa avrei potuto fare io? Non lo sapevo. Però mio fratello mi ha detto “Vieni!” e io l’ho seguito. Ho chiesto una aspettativa dal lavoro.
L’Hogar. dove operava mio fratello, era articolata in nuclei chiamati “case” riproducevano una conduzione quasi familiare. C’era una “tia” che provvedeva al buon andamento della casa, proprio come una mamma provvede ai suoi (una dozzina) bambini che avevano tra i sei e i diciotto anni. Tutto qui. Semplicemente! Scoprivo che non era poi così difficile volere bene. Quasi quasi volevo bene anche a me e quindi come tornare alle giornate grigie e piene di vuoto? Sono tornata in Italia, sì, dopo quel primo anno di aspettativa, ma per licenziarmi dai colleghi (gufi mancati!) e partire senza limiti di tempo verso il mio Cile. Poi le cose sono andate per un altro verso. Mio fratello fu trasferito verso un altro Istituto che però ospitava bambini, ragazzi (e non più ragazzi) handicappati. Io l’ho voluto seguire, ma io con quei “figli di Dio” non ce l’ho potuta fare. Mi angosciava di non potere (sapere) avvicinarmi a loro. L’unica consapevolezza che avevo raggiunto era che…. “i diversi sono diversi” e a me sembrava un baratro. E poi, dopo qualche tempo, mi ero presa un compito più grande, che non avrei potuto svolgere in Cile. Che cosa ha a che fare tutto questo con la Misericordia, io vorrei chiederlo a voi che avete avuto la pazienza di “ascoltare”. Tirate voi le conclusioni. Io ringrazio mia mamma, mio fratello, San Luigi Guanella (perchè no, anche i miei colleghi-gufi-mancati) ma soprattutto il Signore e la Sua Misericordia! Grande!
19
Ho bisogno di... Santità
SUOR FAUSTINA KOWALSKA | A cura di: Don Michele Sopocko | Santa Faustina Kowalska , l’apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull’atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Santa Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Glogowiec (attualmente diocesi di Wloclawek). Al battesimo nella chiesa parrocchiale di lwinice Warckie le fu dato il nome di Elena. Fin dall’infanzia si distinse per l’amore, per la preghiera, per la laboriosità, per l’obbedienza e per una grande sensibilità verso la povertà umana. All’età di nove anni ricevette la Prima Comunione; fu per lei un’esperienza profonda perché‚ ebbe subito la consapevolezza della presenza dell’Ospite Divino nella sua anima. Frequentò la scuola per appena tre anni scarsi. Ancora adolescente abbandonò la casa dei genitori e andò a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandrow, lodl e Ostrowek, per mantenersi e per aiutare i genitori. Fin dal settimo anno di vita avvertì nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare nel convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 10 agosto del 1925 entrò nel convento delle
20
Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni in diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilnius e Plock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. All’esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sè una profonda e straordinaria unione con Dio. Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: O mio Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in s‚ una delle Tue virtu; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sara il mio segno distintivo in questa e nell’altra vita (Diario, p. 418).
LITANIE ALLA DIVINA MISERICORDIA
L’AMORE DI DIO IL FIORE, LA MISERICORDIA IL FRUTTO. “L’anima dubbiosa legga queste considerazioni sulla Misericordia e diventi fiduciosa. Misericordia di Dio, che scaturisci dal seno del Padre, confido in Te. Misericordia di Dio, massimo attributo della divinità, confido in Te. Misericordia di Dio, mistero inconcepibile, confido in Te. Misericordia di Dio, sorgente che scaturisce dal mistero della Santissima Trinità, confido in Te. Misericordia di Dio, che nessuna mente umana né angelica può comprendere, confido in Te. Misericordia di Dio, da cui scaturisce ogni vita e felicità, confido in Te. Misericordia di Dio, al di sopra dei cieli, confido in Te. Misericordia di Dio, sorgente di miracoli e di eventi eccezionali, confido in Te. Misericordia di Dio, che abbracci tutto l’universo, confido in Te. Misericordia di Dio, venuta nel mondo nella persona del Verbo Incarnato, confido in Te. Misericordia di Dio, che sei sgorgata dalla ferita aperta nel Cuore di Gesù, confido in Te. Misericordia di Dio, rinchiusa nel Cuore di Gesù per noi e specialmente per i peccatori, confido in Te. Misericordia di Dio, imperscrutabile nell’istituzione della Santa Eucaristia, confido in Te. Misericordia di Dio, nell’istituzione della santa Chiesa, confido in Te. Misericordia di Dio, nel sacramento del santo battesimo, confido in Te. Misericordia di Dio, nella nostra giustificazione per mezzo di Gesù Cristo, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci accompagni per tutta la vita, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci abbracci specialmente nell’ora della morte, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci doni la vita immortale, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci segui in ogni momento della vita, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci difendi dal fuoco dell‘inferno, confido in Te. Misericordia di Dio, che converti i peccatori induriti, confido in Te. Misericordia di Dio, meraviglia per gli angeli, incomprensibile ai santi, confido in Te. Misericordia di Dio, insondabile in tutti i misteri di Dio, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci sollevi da ogni miseria, confido in Te. Misericordia di Dio, sorgente della nostra felicità e della nostra gioia, confido in Te. Misericordia di Dio, che ci hai chiamati dal nulla all’esistenza, confido in Te. Misericordia di Dio, che abbracci tutte le opere delle Sue mani, confido in Te. Misericordia di Dio, che coroni tutto ciò che esiste ed esisterà, confido in Te. Misericordia di Dio, in cui tutti siamo immersi, confido in Te. Misericordia di Dio, dolce sollievo dei cuori affranti, confido in Te. Misericordia di Dio, unica speranza delle anime disperate, confido in Te. Misericordia di Dio, riposo dei cuori e serenità in mezzo alla paura, confido in Te. Misericordia di Dio, delizia ed estasi delle anime sante, confido in Te. Misericordia di Dio, che infondi speranza contro ogni speranza, confido in Te.
Suor Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Gesù Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la misericordia Divina nell’opera della salvezza delle anime smarrite. Rispondendo al desiderio e all’esempio di Gesù offrì la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre nell’amore per l’Eucarestia e nella profonda devozione alla Madre di Dio della Misericordia.
Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell’ubiquità, il dono di leggere nelle anime, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi.
21
Ho bisogno di... Storia
ACCADDE L’ANNO1973 (PARTE 2) Continua la lettura del diario di Don Felice Bellini nell’anno 1973. A luglio Don Paolo deve abbandonare Zingonia per Selvino, mentre Don Franco Defendi di Bolgare viene assegnato alla nostra parrocchia. In ottobre si svolge la seconda festa patronale di Zingonia accompagnata dalla posa della prima pietra del Centro Parrocchiale Giovanile. Viene inoltre sotterrata una pergamena contenente l’augurio del Vescovo alla nostra comunità. Luglio 1973 Stefano Baronchelli, per telefono, mi informa che Don Paolo deve lasciare Zingonia per essere trasferito a Selvino come coadiutore parrocchiale. [ ] L’11 mi incontro con D. Paolo e Don Fausto nel mio studio. Don Paolo è sereno e mi dice che deve essere a Selvino per venerdì 13. Stiamo insieme un paio d’ore. Lo invito a ritornare a Zingonia per una festicciola d’addio, ma lui non è del parere. Ci lasciamo con il proposito di incontrarci presto. 4 settembre Nella sede del Centro Sociale in Via delle Viole si riunisce il Comitato Festeggiamenti per la celebrazione della 2° festa patronale della Comunità di Zingonia. Si stabilisce la parte organizzativa della parrocchia: Fiaccolata religiosa dalla Cappella di Via Bologna (dopo la messa delle h. 20) alla Cappella di Piazza Affari 10.
22
La fiaccolata, come l’anno scorso, sarà accompagnata dalla banda
musicale. Pesca di beneficenza e concorso di Arte Figurativa per dilettanti dei 5 Comuni del comprensorio di Zingonia. Posa della 1° pietra con la partecipazione di S. E. Mons. Clemente Gaddi, Vescovo di Bergamo. Amministrazione Cresime e Concelebrazione in Piazza Affari alle ore 11,30 del 7-10-73. 8 settembre A Martinengo è ordinato Sacerdote Don Franco Defendi da Bolgare che verrà assegnato alla nostra parrocchia agli inizi di ottobre. 7 ottobre: Festa Patronale [ ] Il sottoscritto legge la pergamena che poi verrà interrata sotto l’altare a circa 1 metro sotto il livello del pavimento. La pergamena contiene il seguente testo:
“Oggi 7 ottobre 1973, S. E. l’Arcivescovo Clemente Gaddi, Vescovo di Bergamo […] benedice e pone la 1° pietra del Centro Giovanile Parrocchiale, con l’augurio che la gioventù e le famiglie, in gran parte immigrate da lontane terre, trovino comprensione, stima e amore. Il Centro Giov. Parr. Sorgerà su un’area donata dal Comm. Renzo Zingone. Con la pergamena sono state murate in un contenitore di plastica (astuccio) anche una decina di monete di varie nazionalità. [ ] Mons. Vescovo, dopo i convenevoli, ha benedetto l’opera, o meglio le pietre del Centro Giov. Parr., i cui lavori erano già iniziati da 15 giorni circa. Viene interrata la pergamena. 20 dicembre I lavori del Centro Parrocchiale, affidati alla Ditta Luciano Mascheratti di Ciserano proseguono alacremente. Nei prossimi giorni sarà ultimata la copertura degli ingressi, della centrale di riscaldamento, dell’atrio e delle aule. Ieri han fatto visita al cantiere l’Arch. Trevisan e il suo segretario. [ ] Hanno brontolato per il fatto che il Centro è stato alzato di quota. D’altra parte per poter avere nelle ante aria e luce era necessario. Non siamo delle talpe!! Ad opera ultimata potremo dire che nella pianura di Zingonia è nata una nuova montagnetta.
Ho bisogno di... Dio
DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Questo pomeriggio, 03 aprile 2016, abbiamo celebrato il sacramento della prima confessione insieme a 55 bambini (40 di Verdellino e 15 di Zingonia) accompagnati dai loro famigliari. I bambini, ben preparati dalle catechiste, sia durante tutto l’anno che nel ritiro del giorno precedente, hanno partecipato con grande entusiasmo e consapevolezza di ricevere un Amore Misericordioso così grande da
cambiare la vita! Dopo un paio d’ore in chiesa, siamo saliti in cortile, accolti da una bellissima giornata di sole, dove i bambini hanno lanciato i palloncini bianchi, puri e leggeri come la loro anima che sale a Dio. A seguire, è avvento un’abbondante rinfresco preparato dai genitori e coordinato dai catechisti. Rendiamo lode alla Misericordia di Dio!
Festa dell’Oratorio di Zingonia rio di Zingonia ato Or
2016
15-16-17 e 22-23-24 settembre 23
I D R O C I R O FOT
24
25
I D R O C I R O FOT
Ci trovi anche su smartbeauty.it Oggi mi amo!
26
27
Ho bisogno di... Comunità
FESTE E RICORDI BATTESIMI Perez Diaz Daima Chiara di Perez Diaz Aleannis 26 marzo 2016 Cugliari Asia Isabella di Francesco e Favella Isabella 24 aprile 2016 Duzioni Nicole di Diego e Dimito Enza 24 aprile 2016 De Luca Brenda di Giuseppe e Crianga Valentina Loredana 24 aprile 2016 Cosentino Mirko di Massimiliano e Medici Sabrina 24 aprile 2016 Ferrari Emma di Paolo e Fiorentino Katia 24 aprile 2016 Cini Samuel di Alessandro e Tumbarello Elena 24 aprile 2016 Bruno Gioia di Simone e Palma Luana 15 maggio 2016 Virga Federico Antonio di Vincenzo e Mazzola Elisa 15 maggio 2016 Marcellini Alessandro di Daniele e Pellegrini Paola 22 maggio 2016
Verdellino Verdellino Verdellino Verdellino Verdellino Zingonia Zingonia Verdellino Verdellino Zingonia
DEFUNTI 2015-2016 Vitali Luigia Elsa di anni 90 Valagussa Maria Elvira di anni 92 Provenzano Ignazio di anni 86 Cacopardo Leonardo di anni 82 Mozzi Pietro di anni 56 Coffetti Orsolina Enrica di anni 81 Canton Eleonora di anni 99 Scarpellini Damiano di anni 81 Cavagna Pietro di anni 81 Breviario Angelo di anni 86 Guerini Maria Adelaide di anni 46 Bussi Maria di anni 77 Agazzi Agostino Carlo di anni 81 Pinotti Costanzo Angelo di anni 74 Aldegani Pierina di anni 78 Pizzaballa Maria di anni 92 Bazzana Ada di anni 78 Savio Michele di anni 79
† 31 dicembre 2015 † 01 gennaio 2016 † 11 gennaio 2016 † 08 febbraio 2016 † 13 febbraio 2016 † 15 febbraio 2016 † 16 febbraio 2016 † 23 febbraio 2016 † 26 febbraio 2016 † 03 marzo 2016 † 11 marzo 2016 † 05 aprile 2016 † 06 aprile 2016 † 14 aprile 2016 † 28 aprile 2016 † 30 aprile 2016 † 03 maggio 2016 † 16 maggio 2016
Verdellino Zingonia Verdellino Zingonia Verdellino Verdellino Verdellino Verdellino Verdellino Zingonia Verdellino Verdellino Zingonia Verdellino Verdellino Verdellino Zingonia Verdellino
MATRIMONI Grisetti Carlo Fabio e Del Vecchio Vanessa
22 aprile 2016
Zingonia
La foto dei defunti (anche per anniversari) è pubblicata solo su esplicita richiesta dei familiari e consegna della relativa foto in formato digitale e inviata all’indirizzo mail verdellinozingonia@gmail.com
28
Auguri a Evbu Francess Osaikhuwuomwan (Francesca) studentessa di Zingonia che nella Veglia Pasquale in duomo a Milano, il 26 marzo 2016, ha ricevuto i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucarestia.
LAUREE
che il 22 URA PRIMOFRUTTO LA a str no a all I UR G di a AU all’università degli stu ata re lau è si so or sc auguri febbraio aniere! Complimenti e str re atu ter let e e gu Milano in Lin da tutta la redazione!!!
AUGURI alla nostra CHIARASTELLA PESENTI che il 22 marzo 2016 si è laureata all’Università degli studi di Bergamo in Scienze Psicologiche! Complimenti e auguri da tutta la redazione!!!
AUGURI al nostro FATONE GI ORGIO che l’ 8 aprile 2016 si è laureato all’Universit à degli studi di Milano Bicocca in Scienze Infermieristi che! Complimenti e auguri da tutta la redazione!!!
29 29
Ho bisogno di... Suffragio
LE INTENZIONI DI PREGHIERA NELLE MESSE DELLA NOSTRA UNITÀ PASTORALE (PRIMA PARTE) | a cura di don Marco |
30
I testi in corsivo e le sottolineature sono note di redazione di don Marco; le altre parti sono testi della nostra Diocesi tratti dalla scheda 5 per la catechesi degli adulti (che è stata utilizzata in Quaresima) per l’approfondimento della lettera pastorale del Vescovo “Donne e uomini capaci di carità” e dall’Appendice del Direttorio Liturgico Pastorale (DLP) entrato in vigore il 10 febbraio 2016. Ciò che è riportato nei testi sopra menzionati, che trovate di seguito, è quanto realizziamo, quanto intendiamo realizzare e quanto vogliamo far maturare ispirandoci ai principi generali della liturgia che nel celebrare e nel modo di celebrare insegna, annuncia e fa vivere quel rapporto di comunione con il Padre e con i fratelli nella verità della fede cristiana. I destinatari e i motivi delle intenzioni di preghiera nella Messa sono molti: si va dalle preghiere per i vivi alle preghiere per i defunti; dalle situazioni positive alle situazioni negative. Ci sono tutte le forme di preghiera: dalla benedizione alla adorazione, dalla domanda alla intercessione, dal ringraziamento alla lode. In particolare, considerando la preghiera per i defunti e l’offerta che viene annessa per il sostentamento dei sacerdoti e per le opere di carità della comunità è bene leggere e riflettere su quanto segue: forse inaspettatamente sentiremo parlare in questo ambito della Misericordia. Colui che teme il Signore osserva i suoi comandamenti e pratica, in modo del tutto speciale, l’elemosina, la misericordia. Essa assume i tratti più svariati ed intercetta gli ambiti di vita più diversi: la misericordia è, per natura sua, creativa e creatrice, non si lascia immobilizzare da nulla, non teme niente. La misericordia supera addirittura la cortina della morte, raggiungendo anche coloro che giacciono nelle tenebre. La morte non interrompe i legami ma, in qualche modo, chiede che essi si ripresentino e si solidifichino in un modo nuovo: proprio il momento che sancisce la “fine” della vita può aprire la strada verso relazioni “infinite”, perché radicate in Dio. Tutto ciò non ci appaia come pia illusione, bel desiderio difficilmente realizzabile, una sorta di palliativo per allontanare il dramma del morire; grazie al Cristo Risorto la vita ha vinto il tremendo duello con la morte e sgorga la nuova comunione dei viventi. La Chiesa, immensamente grata per il dono della vita eterna, è comunione di santi e, in quanto tale, annunzia che indissolubili sono i legami di coloro che vivono in Cristo. Poiché l’amore è fedele, la morte non potrà mai separarci dall’amore di Cristo! E’ proprio all’interno di questa logica che si colloca la secolare tradizione di celebrare il sacrificio eucaristico in suffragio dei fratelli e delle sorelle defunti.
Questa prassi non ci appaia un retaggio del passato, un’ imprecisata modalità per raccogliere offerte, una privatizzazione dell’universale destinazione dell’efficacia dell’Eucarestia. Lasciare una libera offerta affinché si celebri la santa Messa, ricordando in modo speciale qualche defunto, è una modalità assai semplice per unire se stessi e i propri cari all’offerta del sacrificio di Cristo. Non si tratta di “pagare” la Messa (bruttissima questa espressione usata da qualcuno che viene in sacrestia per far “segnare” una Messa e fuorviante la consegna dell’offerta solo a Messa celebrata che induce a pensare al pagamento per un servizio liturgico richiesto e finalmente adempiuto) ma di esprimere, attraverso una offerta, la misericordia verso i nostri defunti: è un atto di amore affinché la preghiera sia accompagnata dalla carità e l’amore operoso raggiunga ogni nostro fratello e sorella, vivente in Cristo. le intenzioni della Messa e le offerte Per quanto riguarda la normativa inerente alle intenzioni della Messa il DPL chiede che ci si attenga a quanto di seguito riportato, definito in base alle disposizioni del Diritto Canonico e alle scelte diocesane. La Messa pro populo Ogni parroco ha l’obbligo (senza ricevere nessuna offerta), alla domenica e nelle feste di precetto, di celebrare una Messa pro populo, secondo quanto stabilito dal diritto. La celebrazione della Messa in suffragio dei defunti L’Eucaristia, memoriale del sacrificio di Cristo e azione di grazie di tutta la Chiesa, è sempre celebrata per il bene dell’intera comunità, in particolare per l’assemblea riunita. In questo contesto orante sono da collocarsi le particolari intenzioni di preghiera, in modo speciale quelle in suffragio dei defunti. Esse rivestono una significativa rilevanza in quanto coinvolgono la sensibilità di molti fedeli . Occorre aiutare il popolo di Dio a maturare nella coscienza ecclesiale, per evitare il rischio di “privatizzazione” delle celebrazioni e ovviare al pericolo di disomogeneità tra le diverse parrocchie (soprattutto nel caso, come per noi, di Unità pastorale). La menzione del nome del defunto La normativa precedente all’attuale DLP prevedeva che nelle domeniche e nei giorni festivi, anche nel pomeriggio del sabato o vigilia di festa (noi in contrasto a quella norma lo facevamo), fosse vietata la menzione particolare dei defunti, soprattutto nella preghiera eucaristica, a meno che non si trattasse della Messa esequiale (funerale), per evitare che l’assemblea domenicale e festiva del popolo di Dio assumesse una dimensione privatistica. In tutte le altre celebrazioni il nome del defunto poteva essere ricordato in una intenzione della preghiera universale (nei giorni feriali
31
noi ricordiamo il defunto anche all’inizio della Messa dopo il saluto del celebrante. Inoltre, nelle domeniche e festivi abbiamo introdotto il ricordo nella preghiera dei fedeli dei defunti per i quali nella settimana precedente è stata celebrato il funerale. Circa la prassi da seguire per la menzione del nome del defunto in suffragio del quale viene celebrata la Messa: - in ogni celebrazione eucaristica, anche in domenica e nei giorni festivi, si può ricordare il nome del defunto purché in un’intenzione della preghiera dei fedeli (questa nuova norma sembra opporsi al testo base della celebrazione liturgica “Principi e Norme del Messale romano” e se applicata contrasta e creerebbe confusione con l’introduzione che abbiamo fatto del ricordo del def.to di cui si è appena celebrato il funerale); - il nome del defunto sia ricordato nel Canone solo nelle Messe rituali dei defunti (dopo la notizia della morte, nelle esequie, in occasione della sepoltura, nel primo anniversario della morte). La Messa plurintenzionale (al momento le celebriamo a Zingonia nella Messa festiva della vigilia del sabato dove inseriamo le intenzioni di più offerenti) Per quanto riguarda la Messa plurintenzionale ci si attenga alla disciplina diocesana. In particolare questa celebrazione è consentita: - nel caso in cui gli offerenti, previamente ed esplicitamente avvertiti, consentano liberamente che le loro offerte siano cumulate con altre in un’unica offerta, per una santa Messa celebrata secondo un’intenzione collettiva; - non più di due volte alla settimana; - solo nei giorni feriali (non nelle domeniche, nelle feste di precetto, nelle solennità, nel pomeriggio di sabato o della vigilia di feste o solennità); per ora , come detto sopra lo facciamo, in contrasto alla norma, al sabato nella Messa della vigilia sia a Zingonia che a Verdellino; in quest’ultima Parrocchia solo quando ricordiamo i def.ti di una classe di coscritti); - indicando pubblicamente il giorno, il luogo e l’orario. Si ricorda che al celebrante è lecito trattenere la sola elemosina stabilita dalla Diocesi dell’offerta di un solo offerente. La somma residua eccedente tale offerta sarà conse-
32
gnata all’Ordinario tramite l’Ufficio competente della Curia diocesana. Significa che, per esempio, se un offerente da un’offerta di € 15,00 per i defunti della sua famiglia, le offerte di altri offerenti non dovrebbero rimanere per il sostentamento delle parrocchie e dei sacerdoti, ma essere portate in Curia come si fa per parte dell’offerta della eventuale seconda Messa che noi sacerdoti celebriamo nello stesso giorno . E’ ovvio che questa norma vuole evitare speculazioni più che “sgradevoli” sul motivo per cui si accumulano più offerte in una sola Messa. Nel nostro caso, se si applica la norma in modo restrittivo, non si tiene conto del fatto che noi tre sacerdoti celebriamo in un anno circa 120 Messe senza offerta (ne è al corrente anche il Vicario Generale). Trattenere tutte le offerte della Messa plurintenzionale in parte compenserebbe per le parrocchie e per i sacerdoti questa differenza rispettando, come è ricordato in seguito, la destinazione delle offerte. L’offerta per l’intenzione della Messa e per altre celebrazioni L’offerta per la celebrazione della Messa è un modo tradizionale per concorrere alle necessità della Chiesa e al sostentamento del clero. Siano rispettate le disposizioni del Codice e le norme diocesane ricordando che non è lecito a nessun sacerdote, sia secolare sia religioso, chiedere un’offerta superiore a quella periodicamente fissata dalle norme diocesane. È tuttavia consentito accettare un’offerta data spontaneamente, maggiore o anche minore di quella stabilita. Si eviti comunque anche solo l’apparenza di ogni forma di lucro. Anche per altre celebrazioni liturgiche (battesimi, matrimoni, funerali), la tradizionale forma di offerta sia presentata non come il corrispettivo per una prestazione, ma come partecipazione riconoscente alle necessità della comunità ecclesiale e per manifestare attenzione ai poveri; sia evitata perciò ogni rigida determinazione di tariffe per non dare un’immagine di Chiesa come centro di distribuzione di servizi religiosi. Le offerte date al parroco e ai presbiteri che collaborano con lui, in queste occasioni, siano versate nella cassa della parrocchia, fatte salve eventuali disposizioni del vescovo diocesano circa la quota da riconoscere al celebrante.
L’energia della pubblicità, nelle tue mani #artigianidellapubblicità
Grafica Stampa Web Social 380 86 16 624 rockcommunication.it
studio@rockcommunication.it
Ho bisogno di... Sostegno
1° MAGGIO 2016: XXVII GIORNATA NAZIONALE 8XMILLE Una giornata per far conoscere a tutti l’effetto che fa. L’8xmille alla Chiesa cattolica infatti sostiene ogni anno migliaia di progetti per il bene comune e in aiuto dei più deboli. Molti di questi progetti sono presenti nella mappa interattiva sul sito www.8xmille.it. Le parrocchie sono chiamate, in questa Giornata Nazionale, a diffondere il messaggio e a comunicare con trasparenza come la Chiesa usa i fondi destinati dai contribuenti italiani. Celebrando in questo modo la XXVII Giornata Nazionale di sensibilizzazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica, si raggiungerà un duplice obiettivo: informare a livello locale i contribuenti sulla destinazione dei fondi dell’8xmille e avere la possibilità di vincere un contributo per un progetto utile al bene comune. Inoltre sarà una valida occasione per ringraziare tutti coloro che hanno già scelto di destinare l’8xmille alla Chiesa e per continuare a promuovere la partecipazione alla firma. “La firma racchiude in sé un significato molto profondo. E’ la capacità di pensare agli altri in modo misericordioso. Perché grazie anche all’8xmille si possono sostenere tante opere di misericordia sia corporali che spirituali a favore di chi abita quelle ‘periferie esistenziali’, come ricor-
34
da Papa Francesco, presenti sia nelle nostre città che nei Paesi in via di sviluppo”, afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio C.E.I. per la promozione del sostegno economico alla Chiesa. “Lo diciamo da 27 anni, ma vale la pena ribadire ancora una volta che l’intero sistema nasce da alcuni valori quali la solidarietà, la perequazione, la corresponsabilità. La firma, quindi, rappresenta un gesto consapevole di partecipazione alla missione della Chiesa. È importante ricordarlo ogni anno durante la Giornata Nazionale, informando le comunità sulle destinazioni dei fondi affidati alla Chiesa. Partecipare ad ifeelCUD, scendendo in piazza, può rappresentare un’opportunità in più. E comunque si può sempre visitare anche la mappa dell’8xmille su www.8xmille.it”. Info ancora più dettagliate oltre che possibilità di interagire con lo staff organizzatore sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/ ifeelcud) e Twitter (https:// twitter.com/ifeelCUD). Ricordiamo che grazie ad un gesto semplice come una firma sulla dichiarazione dei redditi, ogni anno si sostengono migliaia di progetti di carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, opere di culto e pastorale per la popolazione italiana e 36 mila sacerdoti diocesani.
Ho bisogno di... Preghiera
BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA
Il capo famiglia:
Appena dopo la Resurrezione, i discepoli stavano riuniti nel Cenacolo e Gesù, apparso in mezzo a loro disse: La Pace sia con voi! Ricevete lo Spirito Santo! (Gv 20,21-22). Oggi, noi, come famiglia, riceviamo Gesù nella nostra casa perché la benedica. Gesù conosce la nostra casa; conosce le persone che qui vivono e quelle che ci visitano. Accogliamo Gesù in mezzo a noi! Tutti: Benvenuto Gesù, nella nostra casa. Rimani con noi . Il capo famiglia:
Eleviamo a Dio la nostra lode e ringraziamento per tutto il bene che Lui ha realizzato nella nostra famiglia: (qui ognuno esprime il suo “grazie”)
Dal Vangelo secondo Giovanni (15,9-14)
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati . Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Il capo famiglia:
L’amore è fondamentale per la vita della famiglia. Questo amore
viene da Dio. Amare non vuol dire solo voler bene, ma trattare bene le persone e servirle come Gesù ci ha insegnato. Servire è morire affinché gli altri abbiano la vita. Così fece Gesù. Per questo egli è il Risorto: perché ha dato la Vita per darla a tutti noi. Eleviamo le nostre preghiere a Dio per la nostra famiglia .E ripetiamo: Ascoltaci o Signore Per la nostra famiglia, perché, vivendo nell’amore, costruisca una vita felice. Preghiamo Per tutte le famiglie, perché imparino ad amare come Gesù ci ha insegnato. Preghiamo Per tutte le famiglie che soffrono per la mancanza di amore. Preghiamo Perché regni un buon rapporto tra genitori e figli. Preghiamo
Preghiera di benedizione della casa (insieme)
Padre di bontà, vogliamo chiedere la tua benedizione per la nostra famiglia e per la nostra casa. Volgi il tuo sguardo di bontà su di noi. Concedici di vivere nella pace e nell’amore. Allontana da noi ogni pericolo, principalmente la mancanza d’amore. Fai della nostra casa la tua casa. Donaci lo Spirito Santo, perché cresciamo offrendo i nostri doni al servizio di tutti. Ti domandiamo forza nelle difficoltà, allegria nei successi e gioia tutti i giorni. Amen
Benedizione: (Il papa’ e la mamma benedicono i figli) Padre del Cielo, che ci hai affidato questa famiglia, spargi su di essa le tue benedizioni e le tue grazie. Affidiamo i nostri figli (e nipoti) alle cure di Maria, Tua e nostra Madre e di San Giuseppe.
35