CARPONLINE.IT 11/11/11 Lo Studio Degli Aromi

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Boilies E Mix Lo studio degli aromi di Rod Hutchinson pubblicato il 11/11/11

L’ultimo periodo di fine primavera-inizio estate, è stato tanto strano quanto generoso nel sud dell’Inghilterra: molti sbalzi di clima e di temperatura, ma anche altrettante carpe finite a guadino. Le acque che ho frequentato hanno risposto a singhiozzo, alternando cioè giornate di fuoco ad altre “da pecora”; quindi facendo una media finale, il risultato è stato ugualmente molto buono. Fortunatamente ho avuto parecchio tempo da dedicare alle carpe, permanendo sulle rive il tempo necessario per riflettere su quanto ho vissuto. Questa particolare situazione in cui mi sono venuto a trovare, mi ha mostrato numerosi specialisti in azione: ognuno di essi affrontava la medesima occasione di pesca in modo diverso, sia nelle tecniche che nelle esche utilizzate. Bene amici miei, visto che in questa serie parliamo di esche per le grosse carpe, stavolta daremo uno sguardo ad un aspetto che è simbolo del carpfishing: il profumo dell’esca, cioè l’aroma.

L’eterno “dilemma” Nell’utilizzo degli aromi non vi sono dei canoni standard e ben definiti. Molti ragazzi mettono così tanto aroma nelle loro esche che le possiamo annusare ad oltre un miglio di distanza, mentre il mio amico Fred Wilton diceva sempre: ”se riesci a sentire l’odore delle tue esche, allora significa che hai esagerato con l’aroma”. Ma allora cosa dobbiamo fare? Il problema è che attualmente vi sono migliaia di aromi in commercio, ma davvero pochi di questi sono stati concepiti con bene in mente le esigenze dello specialista. Addirittura un buon 50% dei negozianti non sa minimamente cosa sta vendendo ad un cliente, quando questo vuole acquistare un aroma. Non si da quasi mai peso ad un fattore imprescindibile: l’idrosolubilità dell’aroma. Prendiamo l’esempio dell’aroma alla cannella, assolutamente uno dei più popolari tra i carpisti europei, e di conseguenza una proposta quasi immancabile tra le linee delle bait companies più note. L’aroma alla cannella però, ben difficilmente viene usato nell’industria di bevande, ma è invece largamente impiegato nella produzione di biscotti, torte, dolci etc..ovvero tutti prodotti che non hanno affatto bisogno di un aroma solubile in acqua. Ma se le nostre esche si trovano sul fondo del lago, ed il delizioso aroma alla cannella che contengono non è in grado di diffondersi nell’acqua per stimolare il pesce…cosa ce ne facciamo?

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Questo porta infatti alla frustrante situazione che vede alcuni team di anglers impiegare simultaneamente e nello stesso lago, il medesimo profumo ma su basi solventi diverse. Noterete che solo alcuni di loro catturano tanto e velocemente, mentre gli altri seguono a distanza, se non stanno addirittura a guardare. Volete sapere come è andata quella volta nell’Hertfordshire? I ragazzi che oltre 15 anni fà hanno fuso gli indicatori in uno dei laghi più duri della regione, si chiamavano Simon e Robert. Essi stavano usando un aroma cremoso idrosolubile, mentre tutti gli altri usavano lo stesso profumo di crema ma disciolto su basi in olio, decisamente più lento in acqua. Risulta evidente quindi, che la ragione di episodi come questo è una sola, e si chiama “solvente”. Permettetemi a questo punto un consiglio: quando scegliete un aroma tra gli scaffali, non badate solamente al suo profumo, ma interessatevi di cosa veramente quell’aroma può fare per voi. Spesso vi sarà sufficiente osservare la sua densità all’interno della boccetta: più l’aroma appare denso, più tempo dovrete aspettare perché vi faccia prendere un pesce.

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Oltre a ciò, non condivido per nulla la scelta (oggi molto diffusa) di allestire il proprio “parco aromi” affidandosi a molteplici produttori. Sarò anche un dannato tradizionalista nostalgico, ma se voglio davvero conoscere a fondo un aroma del marchio“x”, questo mi è possibile solamente prendendo prima confidenza con la gamma di aromi di quel determinato marchio, cioè con la linea di pensiero che questo segue. Fare “zapping”, per me, non ha alcuno scopo, se non quello di confondere ulteriormente le idee su quello che davvero, ci serve per prendere un pesce.

L’olio non è un crimine

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Da quello che ho appena scritto, non vorrei vi faceste l’idea che io consideri inutili gli aromi in olio: assolutamente no! Alcuni di essi possono essere davvero ottimi per quelle situazioni in cui intendiamo tenere a bagno le esche per periodi medio lunghi, diciamo superiori alle 10-12 ore. Il solvente oleoso ha così il tempo necessario per reagire con l’acqua, stimolando finemente la carpa conducendola sulla nostra esca. Chiaramente non possiamo aspettarci la stessa diffusione dell’alcohol etilico, ma se abbiamo pazienza, una minima ma

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26/04/12 17.00 Chiaramente non possiamo aspettarci la stessa diffusione dell’alcohol etilico, ma se abbiamo pazienza, una minima ma sufficiente quantità di aroma uscirà lo stesso dalla nostra esca, garantendoci di essere attivamente in pesca. Non dimentichiamo però, che queste considerazioni valgono soltanto in caso di acque calde, almeno oltre i 15-16 gradi, mentre sotto questa soglia, i solventi oleosi vengono totalmente inibiti, divenendo inefficaci. Denominatore comune Ho sempre pensato che vi siano delle caratteristiche comuni a molte delle esche specialistiche di successo, perfino fra le più diverse. Per quel che riguarda gli aromi, l’esperienza mi ha insegnato che un fattore in particolare, può decretarne la funzionalità: la presenza di eugenolo. Questa sostanza è l’ingrediente predominante in moltissimi aromi alle spezie ed alle erbe, mentre nella vita di tutti i giorni lo incontriamo nelle tisane e nelle creme contro la tosse. L’eugenolo è contenuto anche in sostanze come la liquirizia e la cola. Quando iniziai a sviluppare l’aroma Megaspice, il chimico che mi affiancava mi ha indirizzato subito verso una base formata da un mix di eugenolo, vanillina ed altri ingredienti. La reazione in acqua della base in questione fu formidabile, ed era esattamente quello che volevo. Il mio Dream Team fece poi il resto in pesca; mettemmo così a punto l’aroma vero e proprio, cioè quell’aroma alle spezie che oggi è un cult indiscusso in tutt’Europa. Credo che l’efficacia di un aroma stia nel suo solvente, e non come molti credono, nel suo profumo. La reazione chimicofisica in acqua: è questo che fa realmente perdere la testa alla carpa, piantandola con la bocca sul fondo, in cerca delle nostre esche. Avete già capito dove sto andando a parare…beh, lo confesso, mi avete letto nel pensiero, ma io sono da sempre fermamente convinto che ogni acqua faccia storia a sé, anche per tutti quei parametri chimici che influenzano la diffusione dell’aroma. Non è detto perciò che l’aroma alla cannella sia efficace ovunque ed allo stesso modo, ma non perché (come stupidamente si pensa), le carpe di quel lago preferiscono la cannella alla banana o viceversa. Ciò è assolutamente demenziale, ma è la triste realtà cui assisto ogni giorno. A tal proposito, vi voglio raccontare un paio di vecchie storie, che trovo però piuttosto interessanti ed attuali per farvi capire cosa intendo.

C’era una volta il Mulberry Florentine… 1993, sud est dell’Essex ed un piccolo laghetto immerso nel verde della silente campagna inglese. Stavo pasturando il posto da parecchie settimane ormai, e sebbene avessi riportato buone catture, non mi sentivo appagato e volevo di più. Il mio 50/50 Promix mix rollato con Regular Sense Appeal e Scopex mi aveva fatto divertire sin dalle prime uscite, ma faticavo sempre più a tenere il ritmo di catture del mio amico Paul. Dovete sapere che Paul pescava un’area del lago adiacente alla mia, utilizzando lo stesso mix assieme allo Shellfish, ma affiancandovi invece il Mulberry Florentine. Paul ed io eravamo diversi nei risultati, lui aveva sempre troppo vantaggio su di me perché questo potesse essere imputabile al caso. Cosa stava succedendo? Sapevo di trovarmi nel posto giusto, i miei rigs funzionavano alla perfezione e la mia esca era buona, poiché per tre anni ci avevo già catturato moltissime carpe nel sud del Kent. Perché diamine quella differenza così sostanziale? Ci misi parecchio tempo a rassegnarmi a quello che non volevo credere: la causa di tutto era l’aroma, o meglio, il suo solvente, che non sembrava interagire a dovere con l’acqua del lago. Diventai letteralmente pazzo ed iniziai a perdere i capelli, ma non potevo farci niente: in quel lago, il Mulberry Florentine(il suo solvente) aveva davvero una marcia in più, tanto che appena passai anch’io a questo aroma, i miei avvisatori si misero a suonare quanto quelli di Paul.

...e tre pazzi inglesi 1995, grande riserva nel cuore della Francia. Mi trovavo li con Dirk, Sean e Riceman per un mese di pesca non stop. Eravamo in guerra: noi contro le carpe. I nostri campers erano al limite di carico, a causa dell’enorme quantità di boilies, particles e pellets che portammo con noi. Avevamo davvero tantissimi chili di esche, ottenute dal Liver e Superfish Mix e Swan Mussel Sense Appeal, rollate però con tre diversi aromi tra i miei preferiti di sempre: Chocolate Malt, Scopex e Monster Crab. Fortunatamente per noi facemmo questa multipla scelta, perché credeteci o no, ma in quel mese di pesca, l’aroma Monster Crab produsse oltre 10 quintali di carpe. Lo Scopex ci portò circa 2 quintali complessivi di pesce, mentre il Chocolate Malt solamente 8 pesci in 30 giorni con le lenze sul fondo del lago. Provammo spesso a spostare le canne, ma il risultato non cambiava. Fu certamente una pescata colossale, ed erano anche altri tempi, ma credo che queste differenze di risultati siano così lampanti, da non poter passare inosservate agli occhi di chi abbia un minimo di senso critico. Scopex e Chocolate Malt non sono certamente inferiori al Monster Crab in termini assoluti, io sostengo semplicemente che quella volta il Monster Crab ha dimostrato di sbaragliare il continente, potete fidarvi di me.

Odio le mode Avete capito che non amo i trend momentanei, soprattutto nella pesca specialistica, dove é assurdo non far tesoro dei risultati di decenni di esperienze precedenti. Osservo con rammarico che si finisce spesso per inventarsi cose strampalate, che spesso risultano dei clamorosi buchi nell’acqua e che non hanno alcuna utilità se non quella di provare a smuovere il mercato. Non riesco proprio a capire perché, dalla fine degli anni ’90, moltissimi carpisti hanno iniziato a combinare fra loro profumi su basi differenti, creando degli orribili miscugli che non portano a nulla di concreto. E’semplicemente stupido pensare che miscelando alcohol etilico ed olio(ad esempio), si ottenga un’esca che sfrutti i vantaggi di entrambi i solventi, perché questi sono di per sé immiscibili fra loro…se non dopo averli agitati dentro alla boccetta, e comunque per tempi brevissimi. Credete che la miscela di basi solventi rimanga stabile ed omogenea durante le lunghe fasi di creazione dell’esca, bollitura compresa? La risposta è scontata, come é scontato che seguendo strade simili, si perdono solo tempo e denaro. Voglio mostrarvi ora quello che, nel corso di tutti questi anni, ho dolorosamente imparato sulle basi solventi a noi utili. Segue quindi, una lista dei solventi utilizzati per la produzione della (quasi) totalità degli aromi oggi reperibili, nella speranza possiate chiarirvi le idee su di un argomento riguardo al quale, ogni giorno vengono dette delle sciocchezze immani.

1. Alcohol Ispropilico. Da impiegarsi quando abbiamo bisogno di un elevato grado di solubilità in acqua, proprio come accade nell’industria delle bevande. Troviamo pertanto l’alcohol isopropilico all’interno di limonate, cole, succhi, birre etc…

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2. Propilenglicole. E’ la miglior soluzione per quei settori industriali dove si sottopone il prodotto a processi di lavorazione ad elevate temperature, come avviene nel caso della panificazione e della dolciaria in generale. Sebbene sia molto meno idrosolubile dell’alcohol ispropilico, il propilenglicole viene usato per quelle bibite dove il primo è vietato da leggi specifiche. E’ il solvente su cui si basano molti degli aromi a disposizione dei pescatori di carpe, come avviene in molti casi per profumi cremosi/dolci quali: burro, crema, caramello, latte, toffee, etc… 3. Alcohol Etilico. Viene considerato come il miglior solvente ad uso pesca, e anch’io credo sia quello che può generalmente ritenersi come il più ben accetto dalle carpe. Il suo handicap però è il costo elevato, poiché viene prodotto naturalmente dalla fermentazione del lievito. Sembra che questo processo di estrazione non piaccia al governo inglese, il quale ha ben pensato di applicarvi una pesantissima tassa di produzione. Fortunatamente il resto dell’Europa è (per ora) al riparo, e l’alcohol etilico si può reperire a cifre ragionevoli, pertanto molti grandi nomi del settore spostano la lavorazione di questo prodotto direttamente nel continente. L’alcohol etilico ha dimostrato di poter lavorare benissimo con ogni tipo di profumo, senza limitazioni di sorta ma…se volete un aroma costruito con l’alcohol etilico, allora preparatevi a spendere più del solito. 4. Diacetina. È un acido acetico esterificato della glicerina, particolarmente apprezzato quando il costo del Propilenglicole era troppo elevato. Oggi invece è la Diacetina a costare di più, ma viene comunque ancora impiegata per alcune produzioni di punta di aromi per la pesca sportiva. Esempi pratici sono lo Scopex ed il Maplecream. 5. Triacetina. Si tratta di un estere simile alla diacetina, ma con un differente punto di ebollizione. I settori d’impiego sono gli stessi, e nella pesca alla carpa, troviamo spesso gli esempi di aromi all’albicocca o alla pesca tra i best leaders di mercato.

Ricordatevi di usare pochi ma buoni ingredienti nelle vostre esche, non diventate pazzi con miscele incredibili in cerca della pozione magica, perché lo abbiamo già fatto noi trent’anni fà. Ora voi disponete di tutta quest’esperienza sugli aromi, come allora io possedevo l’esperienza sui cibi per cani e gatti dei miei predecessori. Siate furbi e sfruttate questo prezioso patrimonio a vostro vantaggio; usate quello che realmente vi serve e godetevi senza pensieri la vostra pesca. Precedente | Successivo

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