THE REAL FISHING feb/mar/apr 2013 Plans for the season part 1

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PIANIFICAZIONE E ORGANIZZAZIONE DI UN INTERA STAGIONE DI PESCA 1° parte By Matteo Petrassi RH Italy Team

In questo articolo voglio trattare un tema che secondo me è di fondamentale importanza per ottenere buoni risultati in questa tecnica di pesca ovvero, come dice il titolo, quello della pianificazione e dell’organizzazione. Da qualche anno a questa parte a causa della diminuzione del tempo libero da dedicare alla pesca, mi vedo costretto a concentrare i miei sforzi nella stagioni più proficue in termini di numero e di taglia delle catture, cerco quindi di sfruttare il periodo invernale ed estivo per prepararmi al meglio, facendo solo qualche pescata qua e là per studiare gli spot e per non perdere l’allenamento !! Cercherò ora di fare un quadro generale su quelle che sono secondo me le varianti da approfondire maggiormente.

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1- LA SCELTA DEGLI SPOT La scelta dello spot è senza ombra di dubbio la prima cosa che andrà ad influenzare la riuscita della nostra stagione di pesca. Abitando nei pressi di Roma ho a disposizione parecchie acque di natura abbastanza diversa, ci sono infatti i laghi vulcanici, le dighe, il fiume e altri piccoli ambienti meno conosciuti, tutti questi posti hanno però una costante in comune, la medio-alta pressione di pesca. Solitamente quando devo scegliere uno spot su cui basare un’intera stagione, la prima cosa che faccio è quella di allontanarmi il più possibile dai posti “strapescati”, in primo luogo per evitare che ogni weekend qualcuno possa approfittare delle mie fatiche, in secondo luogo perché ho notato che nelle zone con maggior pressione di pesca i pesci sono solitamente più smaliziati e non rispondono molto bene alle lunghe campagne di pasturazione. Queste caratteristiche spesso corrispondono purtroppo a spot difficili da raggiungere e molto scomodi, dove probabilmente non potrete avere troppi confort, ma se questo ci permette di stare tranquilli e lontani dal casino ben venga !!

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Cosa cercare in uno spot ? La condizione ideale sarebbe quella di trovare una zona dove il pesce sia stazionario tutto l’anno grazie all’alta presenza di cibo e di un fondale che gli permetta di riprodursi e gli dà riparo nei periodi più freddi, purtroppo però, per quella che è la mia esperienza, spot del genere sono pressoché inesistenti. Nella maggior parte dei casi avremo a che fare con degli spot dove il pesce è di passaggio o nella, migliore delle ipotesi, dove staziona per medio-brevi periodi. Se ho intenzione di battere un posto per un intero anno cercherò una zona che mi permetta di catturare con costanza, e che abbia quindi una zona con acqua non troppo profonda e presenza di qualche ostacolo per il periodo che và da fine inverno a tutta la primavera ma al tempo stesso deve darmi la possibilità di pescare su fondali più profondi nel periodo che và dalla fine dell’estate all’inizio dell’inverno. Nei fiumi spesso queste prerogative le ho trovate maggiormente a ridosso delle isole, dove solitamente c’è sempre un ramo del fiume con meno corrente e quindi con fondali più bassi e ricchi di ostacoli o nelle grandi curve dove si và a depositare il materiale eroso formando zone sabbiose con basse profondità dove spesso prolificano le piante acquatiche. In entrambi gli spot è possibile però trovare anche delle situazioni più ideali al periodo autunnale, nel primo caso pescando nel ramo più veloce e profondo del fiume, nel secondo caso andando a pescare al centro della corrente o spostandosi di poche decine di metri a monte o a valle della curva per pescare nella parte dritta antistante o successiva della curva. Trovare queste condizioni nei laghi a volte è molto semplice, altre volte invece è decisamente molto complesso, proverò a dare qualche indicazione per quelle che sono le mie esperienza. Nelle dighe la ricerca di uno spot all season si ristringe per lo più alle grandi gole, queste infatti permettono di pescare in bassi fondali nel periodo di frega e di spostarsi su fondali maggiori nei periodi autunnali semplicemente allungando le calate o spostando i nostri inneschi dal fondo della gola all’inizio inoltre, proprio grazie alla natura di questi invasi, trovare variazioni di fondale repentine o ostacoli non è affatto difficile . Il problema maggiore di questi ambienti è la continua variazione del livello, rischiamo

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infatti di impostare la nostra stagione in uno spot che a distanza di 2-3 mesi si troverà senza acqua, quindi, dato che ogni lago fa storia a se, tenete ben presente questo aspetto nella scelta del vostro settore di pesca. Nei laghi vulcanici la situazione è ben diversa in quanto solitamente i settori di frega sono ben circoscritti e nel periodo primaverile sono presi d’assalto, questa situazione può portare notevoli benefici se si ha intenzione di pescare un po’ qua e un po’ là ma è assolutamente da scartare nel caso in cui si abbia voglia di battere uno spot per un lungo periodo perché sicuramente ci troveremo a dover discutere con altri carpisti, che come noi voglio giustamente sfruttare quelle zone in quel periodo. Inoltre le aree di frega solitamente hanno fondali che degradano molto lentamente e ci obbligherebbero a pescare a distanze stratosferiche nel periodo autunnale. Per contro bisogna dire che in questi laghi le carpe si muovono sempre in grandi branchi, e fanno parecchi chilometri per arrivare alle zone di acqua bassa nel periodo primaverile, in questi mesi solitamente cerco di intercettarle durante il loro tragitto, posizionandomi nei settori adiacenti le zone di acqua bassa che mi permettono di calare i miei inneschi più corti e che restano solitamente meno affollati. Questo genere di spot permette inoltre di effettuare buone catture anche nel periodo che và dalla fine dell’inverno alla prima metà di aprile, in quanto sembra essere uno dei primi ad essere battuto dalle carpe più grandi subito dopo il loro risveglio. Altri spot ottimi nei grandi laghi vulcanici sono quelli adiacenti i porti (attenzione però perché c’è una distanza minima da rispettare), questi solitamente non hanno fondali troppo bassi perché creerebbero problemi alle barche, ma al tempo stesso diventano dei rifugi per le carpe nel periodo invernale, ciò ci permetterà di intercettarle la primavera in uscita e l’autunno in ingresso. Molti di voi si saranno chiesti come mai tutto questo sbattimento per cercare uno spot che sia valido sia in primavera che in autunno quando potrei pescare per un periodo nelle zone di frega e poi spostarmi in zone con fondali differenti…beh la risposta è semplice, in primo luogo perché nei laghi che frequento non è così facile trovare dei settori dove si possa intraprendere un lunga campagna di pasturazione, in secondo luogo perché sono convinto che per capire ed ottenere il massimo da un dato settore, bisogna pescarci

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costantemente lungo tutto l’arco dell’anno o quantomeno nei mesi più proficui.

2-TECNICA DI PASTURAZIONE Una volta scelto lo spot ci troveremo nella condizione di dover decidere come gestire la nostra stagione, personalmente avendo poco tempo, cerco di pasturare con la maggior costanza possibile e di pescare almeno una notte a settimana. I fattori da tenere in considerazione per scegliere il giusto approccio sono sostanzialmente due, il periodo e la tipologia di acqua. Il primo è fondamentale per “partire con il piede giusto” infatti secondo me è di notevole importanza scegliere quando iniziare una campagna di pasturazione e mai mi sognerei di farlo in pieno inverno o a fine autunno quando le carpe sono pressochè bloccate. Solitamente inizio le mie campagne di pasturazione la seconda metà di marzo o i primi giorni di aprile, quando la temperatura dell’acqua comincia a riacquistare timidamente qualche grado e le carpe riprendono a muoversi; comincio di solito con un paio di settimane di pasturazione leggera, e poi provo subito a pescare per vedere come ha risposto il pesce, in questo caso anche un cappotto può insegnare molto, infatti già il fatto di passare 24 ore sulle sponde aiuta a capire quanto il pesce sia in attività. Per questa prima fase di pasturazione mi affido di solito a esche del 18 o del 20 e a mix molto digeribili con basse percentuali di pesce preferibilmente predigerito e idrolizzato, andando avanti con i mesi la quantità di grassi e proteine animali aumenteranno per riscendere poi nell’ultima fase dell’autunno quando l’attività delle carpe torna a rallentare. Se il periodo ci condiziona sulla quantità e il diametro delle nostre esche, il tipo di acqua ci

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condiziona sulla qualità. Trovandoci infatti a pescare in ambienti con alta pressione di pesca, ciò che farà la differenza sarà per lo più la qualità delle nostre esche, che dovranno essere superiori a quelle dei nostri “colleghi” per ingannare i pesci più interessanti. In questi ambienti infatti le carpe sono già avvezze alle boiles e per condizionarle l’unico modo è scegliere ottimi mix che non le stanchi nel tempo e che gli apporta un certo beneficio nel lungo periodo. Utilizzando piccole quantità di esche per questo genere di ambienti preferisco affidarmi a mix commerciali di provata efficacia, nel mio caso mix rod chiaramente, in quanto solitamente un carpista medio come me non riesce ad ottenere un mix complesso e bilanciato come quello che può fornirgli una ditta con 20-30 anni di esperienza, e anche se economicamente forse è un po’ più sconveniente, ci guadagno in tempo e sbattimento.

Matteo Petrassi Rod Hutchinson Team Italy www.rodhutchinson.co.uk


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