Finito di pubblicare nel mese di febbraio 2021 Impaginazione e grafica Roberto Mendolia Proprietà artistiche e letterarie riservate Copyright © 2021 – Lisa Bachis – lisa.bachis@hotmail.it
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LISA BACHIS
2020 VISIONI NARRATE
INDICE DEI TESTI E DELLE FOTO
IMMAGINE DI COPERTINA più INTRODUZIONE – Foto di Lisa Bachis – Alba nuova – Teatro Antico di Taormina (ME) NOTA DELL’AUTORE – UNA MAGNIFICA SORPRESA PROLOGO – Foto di Angelo Savoca – Natura morta – Giardini Naxos (ME) 1#- Foto di Ursula Costa – Presa (CT) 2# - Foto di Enrico Borrometi – Taormina (ME) 3# - Foto di Rocco Bertè – Marzamemi (SR) 4# - Foto di Alfio Barca – Gangi (PA) 5# - Foto di Roberto Falcone – Marina di Sant’Alessio (ME) 6# - Foto di Nunzia Picciotto – Un paese 7# - Foto di Alessandro Licciardello – Castelmola (ME) 8# - Foto di Irene Turiano – Panorama da Savoca (ME) 9# - Foto di Augusto Filistad – Taormina (ME) 10# -Foto di Rogika – Taormina (ME) 11# - Foto di Sandra Sánchez Martín-Nieto – Giardini Naxos (ME) 12# - Foto Marah Filistad – Nei pressi di Castelbuono (PA) 13# - Foto di Peppe Gambino – Sicilia di marinai 14# - Foto di Enrico La Bianca – L’equilibrista-Enna Bassa 15# - Foto di Vittorio Aulenti – Sul Traghetto-Messina 16# - Foto di Vera Terranova – Le Eolie viste dall’Argimusco (ME) 17#- Foto di Oreste Lo Basso – Pistacchieto-Bronte (CT) 18#- Foto di Rosetta Giordanella – Taormina – L’Etna al tramonto vista dalla sua ‘Grotta’(ME)
19# - Foto di Sonia Pino – Savoca (ME) 20# - Foto di Lisa Bachis – A Polizzi “La Generosa” (PA) EPILOGO – Foto di Ernesto De Luna – Roccamena (PA)
INTRODUZIONE (Si fa per dire)
Avrebbe dovuto essere un’introduzione classica, non lo è. L’ouverture, avrebbe dovuto essere questa che segue: «Questo è 2020 Visioni narrate, un progetto che nasce per raccontare in modo diverso di un anno non semplice per noi. Un progetto che è un tour nella Bellezza. Un viaggio di visioni e parole in cui narrerò, momento dopo momento, il mio e il vostro amore per questa Isola: Sicilia. Mondo e mondi. L'album si arricchirà di volta in volta di una foto di un autore diverso corredato da un mio scritto. Una storia dentro la storia. Non mi resta che augurarvi buon viaggio perché Cultura è Bellezza». L’avevo
preparata
e
pubblicata
sulla
mia
pagina
«Facebook» per annunciare il mio intento – partendo da una piattaforma virtuale –, di avviare, sino al suo naturale compimento, l’ultimo quadro del trittico dedicato all’Ermeneusi dell’arte, iniziato con Impressioni in fase d’ascolto, proseguito con la Breve Guida Fotopoetica e da concludersi con 2020 Visoni narrate. Una corale tra diverse anime fotografiche, e i miei testi a far da guida narrativa, camminando dentro le immagini, trasferendone illuminazioni, sostenute dal medium della parola scritta. Il testo è completo. In effetti, avrebbe dovuto esser editato e poi stampato in edizione limitata, da collezione. Bisognava chiudere il trittico, poiché le rivelazioni e i rimandi all’arte, alla
fotografia
come
arte,
al
testo
come
opera
d’arte,
alla
contaminazione dei generi che si sollecitano, si confrontano e danzano, avvicinandosi e allontanandosi, fa parte del percorso di lettura e interpretazione che in questi anni ho battuto in lungo e in largo, consapevole che non si giunge mai alla fine, si compiono tappe, ma mai si raggiunge la meta. L’universo è sempre
stato
quello
del
Linguaggio,
cornucopia
di
manifestazioni legate all’umano. Umano in correlazione con la Natura: Terra e Cielo. Linguaggio: ponte ed aspirazione al divino, nella richiesta di una perfezione che si disvela nell’accettazione dell’imperfezione. 21 autori – più l’aggiunta della sottoscritta – all’interno di questo viaggio. A raccontarli – a raccontarmi – i miei testi. Io sono con loro ma anche al difuori: narratore e soggetto narrato. Questo vuol essere un dono per ciò che ho ricevuto; un atto di gratitudine a loro e a me stessa per aver mantenuto fedeltà a ciò che sono. Nonostante la ferrea volontà che mi contraddistingue, tuttavia, ho avvertito un’interiore interferenza alla piena realizzazione del progetto. Porto sempre a termine i miei testi, dalla loro sorgente sino alla nascita a stampa. Non è stato così stavolta. Un’interferenza: un sibilo dentro l’anima. Un senso di oppressione mi ha costretto a prender tempo, anche dopo avere annunciato date e via discorrendo. Un insistente sibilo. La pressante esigenza di ponderare oculatamente la scelta di giungere al termine. Avrebbe dovuto esserci anche uno sfogliabile di sola lettura, online. Non ci sarà. Avete presente quando in voi sentite quell’interferenza, il sibilo, e sapete che dopo sarà inevitabile la deflagrazione?! Allora
ho riflettuto ed ho finalmente compreso: questo testo, questo ultimo quadro non doveva essere stampato. Va lasciato tale e quale: virtuale, social, libero di vagare e di perdersi nel fiume incessante della rete. Le immagini degli autori potrete sempre ritrovarle altrove. Le ho solo chieste in prestito; non mi appartengono e non mi appartengono più quelle parole che ho messo insieme, pezzo dopo pezzo. Questa creatura non completerà il percorso di nascita. Non sarà un libro. Ho deciso di strapparmela via, in un vivace gesto surrealista. Decostruire,
sezionare,
per
una
nuova
ripartenza
dell’essere e dell’esserci. Oggi, già pregustavo il momento in cui mi sarei seduta a scrivere queste parole. Ho sentito che il sibilo non c’era più. Nessuna
interferenza
od
oppressione.
Ho
provato
un’impareggiabile senso di leggerezza perché ho capito che non tutto deve giungere a compimento. Occorre lasciar andare. A voi, spinta dall’impeto surrealista, dichiaro: fatene ciò che volete! Leggetelo sulla mia pagina; ignoratelo; passateci sopra. Ringrazio invece chi ha scommesso con me su questa avventura. Non siate tristi perché le vostre immagini e le mie parole, saranno libere di muoversi, spostarsi. Magari sparire. Tranne che un giorno qualcuno, nell’eterna memoria del Web, non abbia voglia di sostare un po’ in loro compagnia. Grazie quindi a: Vittorio Aulenti, Alfio Barca, Rocco Bertè, Enrico Borrometi, Ursula Costa, Ernesto De Luna, Roberto Falcone, Augusto Filistad, Marah Filistad, Peppe Gambino, Rosetta Giordanella,
Enrico La Bianca, Oreste Lo Basso, Alessandro Licciardello, Roberto Mendolia, Nunzia Picciotto, Sonia Pino, Sandra Sánchez, Angelo Savoca, Vera Terranova, Irene Turiano. Un ringraziamento specialeva fatto a Roberto Mendolia (Rogika), non solo valente autore, con il quale collaboro e condivido idee e progetti, ma prezioso e caro amico che ha sostenuto sin dall’inizio le mie idee. Lui sa «ca non sugnu bona i testa», quindi non sarà affatto sorpreso da questa istanza surrealista. Un altro ‘grazie’ speciale va ad Oreste Lo Basso, l’altro mio fratello, non di sangue ma certamente di cuore. Dalle chiacchierate con lui è scaturita l’idea della prima «guida fotopoetica», e la presenza di una sua immagine insieme ad una mia, anche in questo testo, era il naturale «trait d’union» tra la Breve Guida e 2020 Visioni Narrate. Se «ogni impedimento, è giovamento», molto ho imparato e tantissimo mi resta da imparare. Ora è giunto il tempo di aprire nuove rotte. Dalla decostruzione alla ricostruzione. Brindo alle sorprese della Vita augurando a ciascuno di noi, ‘Buona Vita’. Lisa Bachis
NOTA DELL’AUTRICE – La foto, mia, titolata "Alba nuova", è stata scattata la scorsa estate al Teatro Antico di Taormina. In un giorno che ha significato tantissimo per me. Perciò, l'ho scelta per accompagnare questa introduzione sui generis. Avrebbe dovuto essere anche la copertina del testo, al fine di fungere da collegamento al precedente testo Breve Guida Fotopoetica, dove vi è in copertina una foto di Oreste Lo Basso, scattata a giorno fatto, in tempi precedenti, sempre al Teatro Antico di Taormina. Le foto degli autori recano solo i luoghi dello scatto ma non l’anno. Ho pensato che fosse più adatto non datarle, visto che il progetto ha preso il via nel tempo sospeso.
NOTA DELL’AUTRICE – UNA MAGNIFICA SORPRESA Vi avevo lasciati dopo aver scritto l’Introduzione, in cui ero certa che 2020 Visioni narrate non avrebbe avuto altra veste oltre a quella che io – sommariamente – avevo imbastito sulla pagina «Facebook» Cultura è Bellezza… Quando ho scritto queste parole: «A voi, spinta dall’impeto surrealista, dichiaro: fatene ciò che volete! Leggetelo sulla mia pagina; ignoratelo; passateci sopra», quasi a conclusione della stessa, mai avrei potuto immaginare che qualcuno potesse prendermi alla lettera e porre in essere il mio appello. Ciò che di fatto è accaduto. Voi direte che, conoscendo come me l’artefice di tale “Magnifica Sorpresa”, non siete stupiti. Io, al contrario, conoscendolo, perché come me e voi è un folle visionario, buono e generoso; un amico leale come ce ne sono pochi, non solo son rimasta a bocca aperta – prima – ma sono scoppiata a piangere come na picciridda davanti u rialu – poi. Detto ciò, per aggiornarvi sullo stato dell’arte, lo ringrazio di nuovo qui: «Grazie Rogika, amico mio, ti vogghiu beni». Ora, godetevi il viaggio di 2020 Visioni Narrate!
Mentre io ancora sono commossa, mannaggia a sta sensibilità…
Foto di Angelo Savoca – Natura morta – Giardini Naxos (ME)
PROLOGO «La ‘ragazza’ che scrive»: Scatta un meccanismo nell’inconscio collettivo. La gioia per una nuova vita. La disperazione per la morte. Ci unisce in lacrime di mare. Ci avvertiamo meno fragili e meno soli nella condivisione di emozioni ancestrali. Torniamo a una primigenia Umanità. Nella nascita e nella dipartita ci lega al filo del finito. Gioia genera dolore. Dolore genera rinascita. Rinascita genera decomposizione. Vita e Morte in un intreccio di foglie. Sul ponte dell'oltre sosta l'Angelo dalle ali spiegate per invitarci alla prece. Ora pro nobis Amen.
Foto di Ursula Costa – Presa (CT)
1# Palmi umbratili si sfrangiano su frammenti di vita vitrea. Aria annaspa, vapori acquei incollati a polpastrelli. Impronte di sogni esausti. Carceriere e carcerato uniti insieme hanno gettato le chiavi oltre la siepe, la libertà. Tracciata in sagome vegetali in divenire. Oltre, su un muro a secco una bava di speranza. Oltre, un sentore mortifero. La salvezza è sulla via del Cuore.
Foto di Enrico Borrometi –Taormina (ME)
2# Le solcano le guance. Saline concentrate in gocce. Memorie familiari risvegliate dal nome d'un giornale. Vorrebbe ridestarsi o riassopirsi sovra quel ramo di ricordi anneriti. Riprova a rinverdirsi la mente. Si avverte già vecchia in quell'età proiettata in desideri di donna ancora acerba. Fissata dentro giochi d'acqua e pesciolini rossi.
Foto di Rocco Bertè – Marzamemi (SR)
3# «Sarà vana l'attesa?» chiese la sedia all'impagliata sorella che faceva l'offesa. «Io ci rinuncio, la mia vetusta età non mi fa esser più paziente!» rispose quella, in un lamento quasi insolente. Le nubi scheggiate di grigio, dall'alto, incastrate nel cielo sopìto, curiose ascoltavan lo strano rimbrotto giunto da sotto. Sapevano le nubi, nella loro mite saggezza, l'inutilità di quell'umor bigio. Sarebbero giunti, puntuali allo scoccar dei battiti del cuore, gli Amanti. Stretti, l'uno all'altra, in quegli istanti. Avrebbero mescolato cristalli di sale marino, in baci al tramonto, gli Amanti. Appesi alle dita strette del tempo che fugge. Lo avrebbero fermato, il ticchettìo degli orologi, gli Amanti. Seduti, sospesi nell'eternità di un abbraccio, su quelle due sedie. Sorelle gemelle.
Foto di Alfio Barca – Gangi (PA)
4# La mia pelle ha memoria di tutto. Offese, ingiurie, inganni. La mia pelle è una tela. C'è chi ha aggiunto uno scarabocchio o chi ha dipinto uno splendido arazzo. La mia pelle è un libro. Vi ho letto sterili frasi e meravigliosi idilli. La mia pelle è uno specchio. Riflette un ritratto di memorie. La mia pelle è una mappa. Sapersi soffermare sui punti giusti conduce a Me.
Foto di Roberto Falcone – Marina di Sant’Alessio (ME)
5# Piove. La terra lancia al Cielo beate risate. Gli scheletri si dissetano. Rifioriscono le Anime degli afflitti. Domani nuovi germogli custodiranno promesse floreali. La Vita è più sincera nell'espressione dei desideri. È l'uomo che s'ammanta di sbrindellate menzogne.
Foto di Nunzia Picciotto – Un paese
6# La notte ha il sapore del ferro arrugginito. Gli odori del corpo si mescolano al fiato più denso della nebbia. Mente. Ingranaggi in movimento. Clang clang clang. Tumtumtum. Cuore. Attività meccanica. Quella sigaretta con cui non volevi ricongiungerti è lì a tenerti compagnia. Due ubriachi a scambiarsi peccati che domani non ricorderanno più. Tutto questo ha avuto inizio nella vita precedente ed ha preso possesso di quella attuale. I fantasmi, divenuti amici necessari. Il sollievo momentaneo e residuo del lavoro. La notte ha il colore di un'ombra. La mia.
Foto di Alessandro Licciardello – Castelmola (ME)
7# Ho visto giungere la tempesta. Non mi sono sottratta. Sobbalzi, vortici. Scossa, dilaniata, eviscerata. Pietre, polvere, vento. Forte era il vento. Sporca era la pioggia. Il vento ha danzato ritmi omicidi. La pioggia s'è fatta acqua di battesimo. Ho visto giungere la tempesta. Non mi sono sottratta. La tempesta s’è dissolta. Una finestra m'attende lo sguardo si culla nel diurno luminoso. Occhi mi cercano oltre i vetri scheggiati. Uno sguardo paziente mi culla nel diurno luminoso.
Foto di Irene Turiano – Panorama da Savoca (ME)
8# Intraprendere il cammino su gambe nuove. Il mio cuore è nuovo. S’è risciacquato in un fiume di meraviglia. Mi son destata ed ho visto con occhi nuovi. Il Mondo. Le lacrime hanno lavato il cuore. Il mio cuore è nuovo. Ciò che è stato è il mio bagaglio per vestirmi di ciò che è. Il mio cuore è nuovo. Pellegrino nel viaggio che sarà.
Foto di Augusto Filistad – Taormina (ME)
9# Appare il Pupo, s’ammanta di ciò che mostra. Il Pupo lo sa di non esser mastro di perfezione. Nonostante quel belletto sfida gli sguardi di teste senza volto. È fragile il Pupo nella sua scostante fierezza. Piume, lustrini, abiti vezzosi da manichini. Il Pupo però non vuol fare Cupido non vuol mica sedurre un’anonima calca. Tornare bambino, svestirsi da Pupo è il suo sincero tormento. Giocare a rincorrer nuvole sbirciare da buchi di case costruire nidi dove riporre molliche. Il Pupo è Bambino. Tale vuol essere. Un Essere che sa di latte materno e miele. Un essere, che sosta in posizione fetale seguendo la naturale via ancestrale.
Foto di Rogika – Taormina (ME)
10# «Breve epistola al figlio mai nato» Avrai gambe forti e veloci. Saranno le tue ali per librarti su vie sterrate o lisce d'asfalto. La tua mente sosterrà il corpo. Il tuo cuore custodirà la memoria di ciò che sei oggi, di ciò che sarai domani: Un uomo o Una Donna. Non importa il genere. Fondamentale è la Differenza nell'esistere. Sarai Speciale perché sei un Essere unico. A me, il compito di condurti alla Vita, per donarti la Libertà di sbagliare, amare e danzare nel mondo.
Foto di Sandra Sánchez Martín-Nieto – Giardini Naxos (ME)
11# Ci si disfa lentamente per riprendere in mano ago e filo. Ricucirsi. Non è un rattoppo ma un ricamo sottile. Straluce e setifica i dolori trascorsi. Una maglia di pelle nuova. Ed è allora che il viaggio può allargarsi a nuovi inizi.
Foto Marah Filistad – nei pressi di Castelbuono (PA)
12# Si scuciono pensieri. Rammendo di tempi andati. Un filo pende solitario. Non serve al rattoppo. Vola via allo sbalzo d'aria. Chissà quale cucitura del cuore avrebbe dovuto rifare?
Foto di Peppe Gambino – Sicilia di marinai
13# Te li fai bastare certi momenti. Ti ci aggrappi quasi fossero gli ultimi dell’intera esistenza. Li ami infine muori con essi.
Foto di Enrico La Bianca – L’equilibrista – Enna Bassa
14# In bilico si librano sospesi tra terra e cielo i funamboli della Bellezza. Non si curano della velata ombra benpensante. Si muovono lungo un filo sottile d’incertezza. Spinti avanti dallo schiarìo d’un barlume di tenerezza. Son viaggiatori del tempo i funamboli della Bellezza. Esseri leggeri. Sospiri di desideri appena appena sbrinati dall’alito d’un bacio rubato al quotidiano. Sono i Funamboli della Bellezza. Cercatori di gemme da far germogliare tra crepe d’asfalto.
Foto di Vittorio Aulenti – Sul Traghetto - Messina
15# Viscere centrifugate. L'anima si rimescola ai succhi gastrici digerita lentamente. Il cuore boccone mal masticato resta groppo in gola. Spezzata frantumata. Immagine divisa. Allo specchio. Sentire troppo. Sentire male. Sentire.
Foto di Vera Terranova – Le Eolie viste dall’Argimusco (ME)
16# Si dà tanto. Talvolta troppo. Ci si sfilaccia dapprima. Dappòi se si riesce s'annodano i fili di quel che resta. Di chi resta.
Foto di Oreste Lo Basso – Pistacchieto-Bronte (CT)
17# Ha denti, la Madre, d'ossidiana opaca. Ha unghie spinose. Ad artigliare ciò che le appartiene per diritto di sangue. Ha chiome arruffate, svettanti al cielo. In preghiera. Offerte votive di piccoli umani, dal sapore di terra e fieno, non placano il ventre urlante. Corrono in rapide di pioggia nubi sospese su funi di speranza. Azzurro è il sogno di colui che si piega in riverente inchino. Plasmare in un cristallo di tempo ciò che è forma in divenire. Opere di mani dalle impronte callose s'abbandonano al senso del fluire. Cantano di tregue di sudore. Di dolori finiti. Umani imperfetti nell’ incessante incedere moto del tutto.
Foto di Rosetta Giordanella – Taormina – L’Etna al tramonto vista dalla sua ‘Grotta’ (ME)
18# Per sentirsi a casa: una nuvola invita alla leggerezza della mente. L' orizzonte reca promesse di riscatto. La Natura sorride tutta dentro a un amore soffuso. La Madre benedice i passi indicando la via dell'esistenza. Si procede verso la vetta in una muta preghiera di Ringraziamento.
Foto di Sonia Pino – Savoca (ME)
19# Anima danza un canto antico. Deposto nell'angolo buio di un'emozione, giace il frammento d’una scheggia calcarea. L'epigrafe della Memoria esige traduzioni fedeli al lascito di cui siamo fragili custodi.
Foto di Lisa Bachis – A Polizzi “La Generosa” (PA)
20# Luce bianca tiene ombre lontane. Sono spettri d’antenati. S’aggirano a custodia di questa terra arsa da sputi infuocati di sole. Esiste un senso d’umano sentire racchiuso in un’unica spiga di grano non ancora raccolta. Tra una balla di fieno e un pozzo non ancora asciugato da sete. Di questa madre di latte amaro di lacrime irrigata di miele ambrato di zolle irrisolte. Uno scatto. Un sommario ritratto.
Foto di Ernesto De Luna – Roccamena (PA)
EPILOGO «Nota a margine» Il ritorno tra gli occhi e le mani della gente. Un privilegio l’esser vivi nella cura dell'imperfezione.