Stilista iris van herpen pdf interattivo

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Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Dipartimento di Architettura e Disegno industriale Corso di Laurea in Design per la Moda Docenti: Alessandra Cirafici; Angelo Eposito Marroccella Anno Accademico 2016/2017

Studentessa: Rossella Esposito A03000644 2

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IRIS VAN HERPEN

Si dissolvono tessuti, pellami ed ogni traccia di materiale tradizionale; restano gli abiti. Quasi fossero sculture immateriali, avvolte da particelle atomiche, in grado di formare molecole appena percettibili: sulla passerella sfila una dimensione del tutto nuova, la terza. È solo grazie ad Iris Van Herpen, sibilla olandese da anni premonitrice della moda che verrà, che questa sublimazione può accadere. Non è, infatti, un caso che, in luglio, abbia vinto l’Andam, uno tra i più prestigiosi premi del sistema moda. Plastiche tagliate al laser, rese origami, silicone, pvc trasparente, leghe di metallo ultraleggere sono i fili con i quali Van Herpen tesse le sue visioni; visioni che, nonostante ricordino la fantascienza, risultano tremendamente contemporanee ed indossabili. Fonte d’ispirazione per la realizzazione di questi capi è stata un’illuminante visita al CERN, e il “caos generato dal magnetismo” come lei stessa dichiara. Dunque, totalmente rapita da questa concezione di

caos, Van Herpen ha dovuto dare ad esso un ordine perché potesse materializzarsi: indispensabile a questo fine è stata la collaborazione con l’architetto canadese Philip Beesley e l’artista olandese Jolan van der Wiel. Il magnetico, esperimento della stilista olandese, forse l’unica, seria rivoluzione nella concezione di fare moda degli ultimi anni, mostra come investire in ricerca e sviluppo, accantonando per una volta le logiche del solo profitto, non sia un lusso sterile esclusiva del design d’avanguardia; al contrario, l’innovazione, risulta un elemento indispensabile, se si vuole sperare di eguagliare l’abilità dei grandi maestri del costume passato. Sebbene, infatti, la società e, di pari passo, l’industria della moda siano radicalmente mutate, rimane il fatto che, per quanto oggi possa assumere diverse sfumature, il talento autentico, se presente, traspare; cristallino come le monadi firmate Iris Van Herpen.

Emersa da quella sorgente visionaria e sperimentale di design che arriva dai Paesi Bassi e dalle sue accademie di fine anni Novanta, Iris van Herpen è celebrata nella mostra “Transforming Fashion”, all’High Museum of Art di Atlanta, in Georgia. Per la prima volta in un museo americano (fino al 15 maggio), questa trentunenne pioniera dell’alta moda digitale, cioè basata su tecniche come laser cut e stampa 3D, presenta 45 abiti dalle sue prime 15 collezioni, realizzate dal 2008. Nei suoi modelli biomorfi fa confluire fonti d’ispirazione disparate, dall’architettura alla scienza all’arte concettuale.

«Aspiro a reinventare la realtà… Il mio essere esigente e il mio perfezionismo mi obbligano a creare una reciprocità estrema fra bellezza e rinnovamento. La mia moda è un modo di esprimere e sottolineare l’individualità. L’essenza delle mie creazioni esprime il carattere di una donna unica e parafrasa le forme femminili fino al dettaglio».

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a designer ha uno stile eclettico e sperimentale, teso a fondere o ad accostare materiali insoliti quali l’acciaio e la seta, ombrelli rotti e calamite. Ma ciò che ha reso ancora più nota Iris Van Herpen è stata l’idea dei vestiti in 3d, stampati in tre dimensioni dalle sempre più comuni quanto precise stampanti 3d, la cui realizzazione è stata permessa dalla collaborazione con la società di Materialise. La tridimensionalità è indispensabile per Van Herpen per dare volume alle sue strabilianti collezioni riguardanti l’abbigliamento femminile, che oscillano tra la perfezione della geometria e la bizzarria dell’organico. L’uso di una tecnologia così innovativa nel campo della moda ha concesso alla stilista di adattare alla stampa tridimensionale il suo personalissimo quantoaccurato studio del movimento corporeo, conferendo anima agli abiti-scultura futuristici di sua creazione.L’intento del designer è quello di fondere il passato e il futuro, in una versione diversa del presente dalla tecnologia e tradizione artigianale.

STILE E MOOD

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A marzo del 2015 la stilista presenta Hacking Infinity, sfilata di guerriere traslucide, leggiadre e ugualmente galattiche.

Le sue sfilate sono eventi memorabili, un’alchimia di alta sartoria scultorea e performance futuristica dal vivo. Come la “mummificazione”, tematica proposta nel 2009, quasi interamente realizzata in 3d, e la “cristallizzazione” dell’anno successivo, con la quale la stilista ha esplorato il processo che trasforma l’acqua in cristallo, ispirando successivamente anche un lungometraggio di Nick

Iris Van Herpen di classe ne ha da vendere, infatti lo fa a prezzi esorbitanti: le sue linee di abbigliamento vanno sotto l’etichetta di haute couture ed hanno clienti esclusive. Per la 28enne Iris van Herpen vestibilità e funzionalità dell’abito non sono prioritari. L’importante è l’espressione della propria individualità e dell’unicità del proprio mondo interiore. Questo è per lei fare moda.

Knight. Nel 2013 la sua collezione dal titolo “Voltage” termina con una performance elettrificata che scaglia saette artificiali contro una figura statuaria, una sorta di sagoma-parafulmine, mentre attorno le modelle sfilano in vestiti/involucri sottovuoto. 8

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DAL L A M ODA, A L DESIGN, AL CINEMA

Scordatevi gonne, pantaloni, shorts e camicette, dimenticatevi accessori come borse, sciarpe e ballerine: è arrivata Iris Van Herpen con il suo stile tutto nuovo e a dir poco rivoluzionario.

Capi d’abbigliamento che sembrano usciti da una festa di Halloween, creazioni più da museo di arte contemporanea che da passerella, il tutto firmato da niente da colei che veste la Regina del Pop in persona: Lady Gaga. 11


Beyoncé nel video di Mine: la superstar indossa un vestito disegnato da Iris Van Herpen

Non solo la Lady

più famosa dopo Lady D, ma anche altre star del firmamento musicale come Björk, che ha voluto indossare a tutti i costi un suo abito per la copertina del disco Biophilia. Björk, per la quale ha realizzato l’outfit indossato per la copertina del suo ultimo album Biophilia. 12

Fashion designer dotata di grande forza creativa, Van Herpen ha vestito grandi celebrità: “Per me è stato un privilegio lavorare con grandi artiste come loro. Hanno un grandissimo talento e una forte personalità, anno quel che vogliono”. Un rapporto che però rischia di

complicarsi, quello tra artista e artista: “Dipende, con Gaga mi sono trovata subito a mio agio. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e creare per lei è stato fantastico. Con Bjork è stato un lavoro più studiato, aveva delle richieste precise, ma abbiamo raggiunto un’ottima intesa”. 13



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onda il proprio marchio nel 2007, grazie al supporto dello Swarovski Collective, un programma che in quindici anni di attività ha sostenuto oltre centocinquanta fashion designer nella realizzazione di collezioni ultrasperimentali.

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Per salutare l’annata 2004 Dom Pérignon ha chiamato in causa una designer che di metamorfosi se ne intende: Iris Van Herpen ha disegnato la veste in edizione limitata delle bottiglie ultimate dieci anni fa, che accompagna con una scultura.

«Ho giocato con due elementi che sono molto presenti, sia nel mio lavoro che in quello di Dom Pérignon, la natura e il tempo. Ho voluto ricreare il liquido che la farfalla usa per la sua metamorfosi, ho cercato di catturare il momento esatto del passaggio allo stadio successivo. Allo stesso tempo, poi, c’è molta tecnologia in 17


questo lavoro. La scultura che contiene la bottiglia è stampata in 3D e la superficie è magnetica: è stato come creare un sistema dove natura e tecnologia si fondono insieme. Movimento e metamorfosi sono temi che mi sono cari da sempre, anche per il fatto che ho danzato molto. È la ragione per cui creo: tutto il processo è molto eccitante. è qualcosa che si evolve costantemente e spesso mi piace più il lavoro in sé che il risultato finale». 18


VAN HERPEN’S DIGITAL COMMUNICATION

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Iris Van Herpen, attraverso il social, Instagram, rende visibile a milioni di persone, esattamente 227mila, i suoi lavori, la sua interiorità , libera sè stessa, in quanto, secondo ciò che si è gia detto prima, per lei fare moda è esprimere il suo modus vivendi, non a caso non pensa alla vestibilità. Non ci resta che ringraziare questo social, grazie al quale possiamo ammirare i suoi lavori e quelli di artisti come lei, riempiendo i nostri occhi di bellezza, creatività ed arte; non resta anche a lei che ringraziare questo social, con cui può far conosere ciò che lei ama fare e può esprimersi.

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T H E

S O U N D

O F

B E A U T Y

La collezione riflette forme circolari e modelli geometrici comuni alla Cimatica, che costituiscono la base per i volumi biomorfi di questa collezione. Van Herpen continua a esplorare il suo ethos di “couture moderna” e ricopre migliaia di bolle di vetro soffiate a mano in silicone trasparente, creando un prisma bioluminescente intorno al corpo.

E infine ci sono le creazioni in leggerissima organza giapponese, realizzata con fili più sottili di un capello umano lavorati secondo la tradizionale tecnica del Shibori. Prendono forma così motivi geometrici di haute couture, che richiamano il movimento delle onde sonore.

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ispirazione parte dal principio che la natura è generata da vibrazioni che producono la forma sensibile. Esse sono colte e studiate dalla Van Herpen per immaginare abiti come risonanze armoniche secondo un processo di materializzazione della forma. Le forme si manifestano a volte come una cristallizzazione più o meno fluida da indossare. E' certamente la bellezza primordiale - non nel senso di primitiva - ad essere colta per essere indossata su corpi umani. La designer dice essere questa "la visualizzazione del suono". Si tratta di un concetto poco noto ma dalle radici arcaiche. Prestare attenzione a queste creazioni è comprendere qualcosa di significativo e profondo sulla creatività umana, qui imitatrice di un sottile quanto immanente "ordine invisibile" della realtà che è il fondamento della natura stessa. Si tratta di una visione e realizzazione difficile e d'avanguardia non solo nel fashion ma più in generale nella cultura e conoscenza.

L’impatto è paradossalmente conoscitivo e umano, incredibilmente umano. Una volta compresa l’arte e la tecnica, cambia la nostra visione e senso della realtà prima. Grazie a Iris Van Herpen. Per la collezione “Seijaku”, presentata a Parigi il 4 luglio 2016, Iris van Herpen esplora lo studio della Cimatica, che visualizza le onde sonore come modelli geometrici in evoluzione. Nella Cimatica, maggiore è la frequenza dell’onda sonora, più complessi sono i modelli visibili. Per offrire un’esperienza senza soluzione di continuità tra lo spettacolo e il suo concetto, Van Herpen ha collaborato con il musicista giapponese Kazuya Nagaya per creare un’installazione audio Zen bowl. “Seijaku” è la parola giapponese e il concetto di trovare serenità nel caos della vita. L’esibizione dal vivo del giapponese, ha accompagnato la sfilata di abiti eccentrici con suoni meditativi che grazie all’acustica eccezionale si sono fusi tra loro e con il movimento delle ragazze. 24

Ispirato all’opera dell’artista giapponese Kohei Nawa, Van Herpen utilizza una tecnica analoga e una serie di decine di migliaia di cristalli di goccia di Swarovski, creando un vestito con l’aspetto di una pelle bagnata rivestita di gocce di rugiada.

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L’IMPERFEZIONE COME PARTENZA E COME ARRIVO https://www.behance.net/gallery/54630735/Iris-Van-Herpen?

Lunghezze: corto e lungo Colori: bianco e nero Materiali: PVC, tulle, pietre, pelle, seta, lana Forme: scultoree Accessori: sandali con tacco in metallo

Iris Van Herpen continua il suo viaggio nelle forme: sovverte le geometrie, distorce la prospettiva, manipola la realtĂ attraverso un gioco di sovrapposizioni e di abbinamenti inusuali e crea una collezione di abiti scultura di una bellezza imperfetta. 26

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