ottobre - novembre 2011
Rotary International Distretto 2120
Arresto del capo militare della reazione Vincenzo Petruzziello
ROTARY CLUB
MANFREDONIA Notizia!o
ottobre - novembre 2011
numero 2
Organo ufficiale del Club di Manfredonia.
HANNO PRESIEDUTO IL CLUB
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1980 - 1981
Raffaele DEL VECCHIO
1981 - 1982
Raffaele DEL VECCHIO
1982 - 1983
Adolfo FRATTAROLO
1983 - 1984
Adolfo FRATTAROLO
1984 - 1985
Raffaele CIOCIOLA
1985 - 1986
Raffaele CIOCIOLA
1986 - 1987
Gaetano SQUILLANTE
1987 - 1988
Donato CAPUTO
1988 - 1989
Michele LOMUTO
1989 - 1990
Giuseppe LANZETTA
1990 - 1991
Michele VITULANO
1991 - 1992
Matteo RINALDI
1992 - 1993
Domenichino BISCEGLIA
1993 - 1994
Michele LI BERGOLI
1994 - 1995
Giuseppe DI GIORGIO
1995 - 1996
Vincenzo D’ONOFRIO
1996 - 1997
Michele LOMBARDI
1997 - 1998
Biagio CIUFFREDA
1998 - 1999
Lorenzo PELLEGRINO
1999 - 2000
Gaetano BEVERELLI
2000 - 2001
Giovanni SPAGNUOLO
2001 - 2002
Michele GRANATIERO
2002 - 2003
Luigi SCHIANO
2003 - 2004
Emilio BALTA
2004 - 2005
Donato CAPUTO
2005 - 2006
Giovanni DI GENNARO
2006 - 2007
Antonio NASUTI
2007 - 2008
Sabino SINESI
2008 - 2009
Saverio DE GIROLAMO
2009 - 2010
Alessandro D’ONOFRIO
2010 - 2011
Michele LOMUTO
ROTARY INTERNATIONAL Distretto 2120 Club di Manfredonia Presidente 2011/2012 Bruno Leone Rinaldi
Governatore 2011/2012 Mario GRECO
CONSIGLIO DIRETTIVO ANNO ROTARIANO 2011 - 2012
PRESIDENTE
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Bruno Leone
RINALDI
PRESIDENTE INCOMING/VICE PRESIDENTE Domenico
RENZULLO
SEGRETARIO
Maria Teresa
LABONIA
TESORIERE
Mario
FRATTAROLO
PREFETTO
Pasquale
FRATTARUOLO
CONSIGLIERI
Antonio
NASUTI
Domenico
VITULANO
PAST PRESIDENTE
Michele
LOMUTO
PRESIDENTE DESIGNATO
Lina
GIORDANO
Attività del Club q
Incontri al caminetto
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Venerdì 14 ottobre, incontro con la Dott.ssa Maria De Finis
Alcol e giovani: la prevenzione delle condotte d’abuso Maria De Finis
L’adolescenza è il periodo cruciale per la sperimentazione della maggior parte delle sostanze psicoattive, lecite ed illecite. I n p a r t i c o l a re è n e l l a p re adolescenza che si creano le premesse sia per le forme di consumo che non implicano rischi elevati sia per quelle che possono evolvere nell’abuso e nella dipendenza. La sperimentazione occasionale di sostanze costituisce un comportamento “normale” tra i giovani. Essa è parte di quelle attività e comportamenti intrapresi dagli adolescenti alla prese con la conquista della propria identità L’uso di alcol in adolescenza più che il risultato di problemi di ordine psicopatologico, costituisce un comportamento a rischio che alla stessa stregua di altri (cibo, sessualità, guida), può produrre delle conseguenze sullo sviluppo psico-sociale.
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Motivazioni all’uso di sostanze tra i giovani bisogno di modificare e di estendere stati di coscienza, ricerca di sensazioni forti, bisogno di eccitazione nelle attività di tempo libero, bisogno di facilitazione sociale, ricerca di autonomia, di emancipazione, di sfida, bisogno di appartenenza e di prestigio. Gli stili del bere giovanile Nella cultura giovanile diversi sono i significati attribuiti all’alcol. I differenti stili del bere non si escludono a vicenda. In ciascuno stile sono presenti elementi di normalità ed altri predittivi di patologia. Stile conviviale L’alcol costituisce un elemento di aggregazione, in quanto facilita le relazioni interpersonali e disinibisce, favorendo l’assunzione, seppure temporanea, di un’immagine di sé più adeguata, con comportamenti meno insicuri e impacciati e creando un’atmosfera di convivialità ed amicizia.
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NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011
Stile consumistico La scelta della bevanda è fatta in base ai gusti personali, ai bisogni indotti da altri consumi, alla disponibilità economica, ai condizionamenti più o meno consapevoli delle mode. Stile alimentare Le bevande alcoliche accompagnano i pasti principali (vino) e quelli frugali (birra). Il consumo avviene quotidianamente e caratterizza il modello di assunzione mediterraneo. Stile rituale L’alcol riveste un’importanza particolare in occasioni di festa. Può essere utilizzato dai più giovani sotto forma di gioco di resistenza, rivestendo il s i g n i fi c a t o d i r i t o d i iniziazione. Stile omologante al gruppo In questo caso è prioritaria l’accettazione del gruppo dei pari. Spesso ci si lascia andare con l’alcol perché si tende ad omologarsi al comportamento degli altri membri del gruppo. Stile trasgressivo L’uso e l’abuso di alcol è praticato a scopo dimostrativo (essere diventati adulti, essere diversi da come si appare di solito) o provocatorio (trasgredire le regole socialmente condivise). Stile sperimentale del limite Ricerca di sensazioni ed emozioni forti, sperimentazione dei propri limiti, sono caratteristiche peculiari dell’adolescente. La ricerca del rischio può essere considerata fisiologica a questa età.
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Alcuni adolescenti tendono a considerare eccitanti e divertenti le situazioni caratterizzate da pericolo. Questo tendenza conduce a sottovalutare il rischio , aumentando la sensazione di essere invulnerabili. Stile protagonistico Si connota per gli aspetti esibizionistici: la voglia di farsi vedere, di mettersi in mostra, m a s c h e r a n d o l a p ro p r i a insicurezza. Stile anestetizzante L’ a l c o l v i e n e u s a t o p e r “medicare” forme di sofferenza personale, familiare , sociale. I comportamenti legati all’uso della sostanza possono assumere caratteristiche autodistruttive. Stile antivuoto L’ a l c o l è u s a t o c o m e riempitivo. Il bere copre un disagio profondo, un vuoto esistenziale. Dichiarazione della Conferenza Ministeriale Europea dell’OMS su Giovani e Alcol Stoccolma 21 febbraio 2001 Obiettivi Ridurre il numero di giovani che iniziano a consumare alcol. Ritardare l’età in cui i giovani cominciano a consumare alcol. Ridurre le occasioni e la frequenza del consumo ad alto rischio da parte dei giovani. Proporre e sviluppare delle alternative significative al consumo di alcol e d altre sostanze. Incrementare il livello di coinvolgimento dei giovani
n e l l a d e fi n i z i o n e d e l l e politiche legate alla salute. Aumentare l’educazione dei giovani sull’alcol. Ridurre al minimo le pressioni esercitate sui giovani per incitarli al consumo. Sostenere le azioni contro la vendita illegale di alcol. Garantire e/o migliorare l’accesso ai servizi sanitari e di counseling. Ridurre i danni alcol correlati , in particolar modo gli incidenti, le aggressioni e gli atti di violenza, soprattutto quelli che riguardano i giovani. Dalla relazione del Parlamento I dati sui consumi alcolici e i modelli di consumo confermano il progressivo allontanamento del nostro Paese dal tradizionale modello di consumo mediterraneo. E’ cresciuta nell’ultimo decennio la quota di coloro che consumano bevande alcoliche al di fuori dei pasti, con un incremento particolarmente significativo tra le donne. Il binge drinking, modalità di bere di origine nordeuropea che implica il consumo di numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo, ha riguardato nel 2009 il 12,4% degli uomini e il 3,1% delle donne ed è ormai abitudine stabilmente diffusa, soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (21,6,1%) e di 25-44 anni (17,4%). Pratica il binge drinking anche una buona percentuale di donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%) e fra le giovanissime di 11-15 anni esso appare più
numero risposte
NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011
diffuso che fra i coetanei Con quale frequenza bevi una bevanda maschi. che contiene alcol? In generale il consumo a rischio riguarda il 15,8% degli 1° quesito - percentuali italiani al di sopra degli 11 anni , per un totale di quasi 8 35,0 30,7 milioni e mezzo di persone. 29,2 Tra esse in particolare circa 30,0 27,3 26,6 475.000 minori (il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle 25,0 19,7 19,1 ragazze al di sotto dei 16 18,7 20,0 anni), in cui il consumo Femmine dovrebbe essere pari a 0 15,0 12,0 Maschi 9,9 La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani 10,0 è il consumo fuori pasto, che 3,3 1,9 ha riguardato nel 2009 il 5,0 1,5 34,4% dei maschi e il 22,8% d e l l e f e m m i n e d i e t à 0,0 mai circa da 2 a 4 volte da 2 a 3 volte 4 o più volte a non risponde mensilmente al mese a settimana settimana compresa fra gli 11 e i 25 anni. Quante bevande che contengono alcol Già a 18-19 anni la quota dei consumatori è vicina a quella prendi in una giornata tipica quando bevi? media della popolazione e la percezione della disponibilità 2° quesito - quante bevande PERCENTUALI di bevande alcoliche è tra i 65,8 70,0 65,3 giovani italiani fra le più alte in Europa. 60,0 Il progetto Alcol free 50,0 Formazione sulle problematiche alcol40,0 correlate per i Medici di 30,0 22,2 Medicina Generale. 20,0 16,6 Indagini sul consumo di alcol nella popolazione generale ed 7,6 10,0 6,2 4,9 4,4 2,6 in quella giovanile. 1,2 1,2 0,5 0,0 una o due tre o quattro cinque o sei sette o otto dieci o più nessuna Azioni di informazione e 65,8 7,6 1,2 0,5 1,2 22,2 Femmine sensibilizzazione sui fattori 65,3 16,6 4,4 2,6 4,9 6,2 Maschi di rischio alcol-correlati. Indagine conoscitiva sul consumo di alcol Risultati della ricerca condotta a Manfredonia su un campione di 1374 soggetti di età compresa tra i 14 e i 30 anni.
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NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011
Quando prendi bevande alcoliche?
In famiglia si consumano bevande alcoliche?
5° quesito Quando prende bevande alcoliche ? - percentuali
3° quesito bere in famiglia - percentuali
43,0 41,2
45,0
70,0
62,8
40,0
59,5
60,0
35,0 30,0
50,0
25,0
19,5 17,8
20,0
40,0
17,5
17,0 14,7
Femmine
26,1
20,0
6,6
5,0
0,4
una o due voltesettimana
6,2
2,9
10,0
0,0
mai
9,8
6,6 0,2
0,0
liberamente ogni giorno
da solo
Con quale frequenza prendi 6 o più bevande alcoliche in un’unica occasione?
con amici
79,1
entrambe
diversamente
Quali bevande alcoliche scegli nelle occasioni in cui bevi?
6° quesito Tipologia bevande - percentuali
4° quesito frequenza con cui beve 6 bevande alcoliche al giorno - percentuali
35,0
29,2
80,0
30,0
30,1
70,0
50,0
20,0
40,0
15,0
Femmine
20,6
10,0
11,9
12,4 5,2
10,0
10,1 2,6
0,9 4,1
0,3 0,3
15,4
12,2
12,4
10,9
Femmine
10,7
8,1
Maschi
22,7
30,0
Maschi
6,7 4,0 2,8
5,0
3,1
4,3
4,3
0,0
0,0
mai
7
22,6
25,0 50,5
20,0
Maschi
9,4
10,0
60,0
Femmine
22,8
30,0
Maschi
12,6
15,0
una volta al mese
ogni giorno
ra
bir
o vin
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e
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NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011 Messaggi in bottiglia
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Conclusioni La maggioranza del campione intervistato consuma bevande alcoliche con percentuali più elevate tra i ragazzi (circa il 90%). L’uso di alcol in famiglia con finalità alimentare è molto diffuso ( nel 40% dei casi). L’abuso di alcol emerge nel 14% degli intervistati di sesso maschile e nel 3% degli intervistati di sesso femminile. La modalità prevalente di assunzione di alcol è in gruppo. I maschi tendono ad usare diversi tipi di bevande alcoliche. Azioni del progetto Sensibilizzazione ed informazione rivolta agli adulti Percorsi di informazione e sensibilizzazione rivolti ai giovani attraverso metodologie di tipo attivo. Programmi finalizzati ad incrementare le life skills Peer education Sensibilizzazione ed informazione per i genitori In collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Manfredonia sono stati organizzati incontri con i genitori degli alunni delle scuole materne ed elementari. Obiettivo degli incontri ( 3 per ciascuna scuola):
Informare sui rischi collegati all’abuso di alcol Sensibilizzare sui fattori di rischio che predispongono all’abuso di alcol e droghe nell’adolescenza Costruire modelli di “buon bere” ( “ meno è meglio”) L’intervento nelle scuole medie superiori Percorso di sensibilizzazione con le classi. La metodologia utilizzata stimola la partecipazione degli studenti attraverso il lavoro individuale e in piccoli gruppi. Il percorso di informazione e sensibilizzazione prevede 5 incontri 1° incontro: si parte dalle conoscenze sulle bevande alcoliche e sugli effetti provocati dal loro consumo. 2° incontro: si focalizza l’attenzione sul tema benessere/malessere. 3° incontro : si lavora sulle motivazioni sottese all’uso/abuso di bevande alcoliche. 4° incontro: si analizza la capacità di chiedere aiuto nei momenti di difficoltà. 5° incontro: produzione di un messaggio preventivo sui rischi collegati all’abuso di alcol destinato ai propri coetanei.
NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011 Prevenire è meglio che curare Occorre sviluppare programmi di promozione della salute che consentano ai genitori, agli insegnanti ai leaders giovanili di aiutare i bambini e gli adolescenti ad apprendere e a mettere in pratica le capacità utili nella vita per affrontare i problemi della pressione sociale e della gestione del rischio. Fattori di rischio e di protezione A partire dall'infanzia, possono evidenziarsi segnali predittivi di una possibile evoluzione in comportamenti di abuso. Gli stessi dati mostrano altresì la possibilità di individuare, oltre ai "fattori di rischio", anche dei "fattori di protezione", intesi come variabili che sembrano costituire uno scudo nei confronti del possibile instaurarsi delle condotte di abuso e dipendenza della dipendenza. Fattori di rischio Incapacità di dominio sul proprio comportamento (iperattività e impulsività.
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Insufficiente applicazione nelle attività scolastiche. Eccessiva timidezza . Difficoltà nella gestione emotiva e nelle relazioni interpersonali. Assenza di modelli di riferimento parentali o extrafamiliari. Scarso coinvolgimento dei genitori nella vita dei figli ( modello educativo fondato sulla diade ostilità/autonomia Familiarità per problematiche alcol-correlate. Relazione genitori figli basata sulla diade affetto/controllo (genitori vigili, protettivi e affettuosi ma parallelamente capaci di stimolare e accogliere l'esplorazione e l'indipendenza) . La tendenza psicologica a perseguire mete definite, un buon livello di aspirazioni e aspettative esistenziali. L'interesse e l'impegno in attività sociali e religiose, la capacità/possibilità di identificare modelli di riferimento, l'orientamento ad
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attività pratiche (sportive, ricreative, sociali) che occupino il tempo extrascolastico. Buona performance scolastica. Il progetto Skills for life dell’OMS Con il termine skills for life si intendono tutte quelle abilità e/o competenze che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana. La mancanza di tali skills socioemotive può causare ,in particolare nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti a rischio per la salute. Peer education La peer education è un approccio educativo che punta fare dei giovani i soggetti attivi della propria formazione. Gli interventi preventivi tradizionali basati sulla trasmissione verticale delle informazioni sono risultati poco efficaci poiché non tengono conto dei codici linguistici e culturali dei gruppi ai quali sono rivolti e pertanto non sembrano incidere in modo significativo sugli stili di vita a rischio. Nella peer education il modello di trasmissione delle informazioni è orizzontale; il messaggio proveniente dai pari può essere accolto più facilmente poiché la fonte possiede caratteristiche simili ai soggetti al quale è diretto , favorendo il processo di identificazione. Il messaggio è inoltre veicolato utilizzando gli stessi codici linguistici e culturali dei destinatari.
Attraverso la peer education i ragazzi diventano protagonisti attivi del processo educativo, piuttosto che semplici destinatari di messaggi ed informazioni. Tale metodo favorisce processi di responsabilizzazione e consapevolezza circa le proprie possibilità. Pertanto, esso si rivela p a r t i c o l a r m e n t e e f fi c a c e n e l l a prevenzione dei comportamenti a rischio e nella riduzione del danno. Prevenire le condotte di abuso di alcol tra i giovani Capire cosa significa per i ragazzi bere moderatamente. Può essere pericoloso usare l’alcol in certe situazioni ( guida). L’alcol può avere effetti imprevedibili se è associato a farmaci e/o a sostanze stupefacenti. Le reazioni all’alcol cambiano da persona a persona ed è importante conoscere i propri limiti. Promuovere la sinergia tra persone e ambiente. Gestire le informazioni fornite e coinvolgere attivamente il target. Creare canali di comunicazione e collaborazione tra sistemi formali ed informali. Promuovere l’acquisizione di strumenti idonei per la gestione autonoma dei propri comportamenti.
A conferma di quanto affermato dalla Dott.ssa De Finis, alleghiamo quanto riportato da alcune importanti testate nazionali ed estere (ndr).
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NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011
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Incontri al caminetto
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Venerdì 21 ottobre, incontro con il Prof. Tommaso Prencipe
Il brigantaggio postunitario a Manfredonia Tommaso Prencipe
Introduzione Manfredonia, sede di telegrafo, ebbe una grande importanza nella trasmissione di ordini, di telegrammi da inoltrare, anche tramite “pedoni”, ai tanti destinatari privi di strutture di comunicazione. La nostra città fu un attivissimo centro di smistamento postale. È qui che arrivavano richieste di aiuti da parte di altre amministrazioni locali quando c’era bisogno d’interventi contro le squadre di malfattori e quando c’era da segnalare o da comunicare le notizie relative all’andamento delle operazioni. Bande che operarono nel nostro territorio Banda dei Rinaldi, di Lucariello, di Michele Caruso, di Angelo Maria del Sambro, di Luigi Palumbo, di Giuseppe Bruciapaese, di Gabriele Galardo, di Recchio Muzzo (Raffaele Villani), i cui misfatti commessi sono “i furti, gli incendi, le uccisioni di animali, gli stupri, i ricatti e qualche omicidio”. A. Banda dei Rinaldi Giuseppe Il nome del brigante che ricorre frequentemente nella corrispondenza tra il Sindaco di Manfredonia e le autorità provinciali è quello di Giuseppe Rinaldi, di anni 44, carrettiere. Egli era nativo di Monte Sant’Angelo, ma domiciliato da molto tempo a Manfredonia. La sua banda, che tranquillamente scorrazzava nel territorio, il 5 dicembre dello stesso anno bruciò di notte la masseria di Frattarolo, zio del Sindaco Felice Imperati, perché non volle ottemperare ad un’imposizione di pagare 1000 ducati.
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Soldati piemontesi prigionieri dei briganti
Battaglia per le vie di un centro abitato
NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011
Francesco Paolo Contadino di anni 36, nativo anch’egli di Monte Sant’Angelo e dimorante a Manfredonia. Stanco di nascondersi e morso dalla fame, una volta si avvicinò ad una masseria in località Macerone dove un certo Virgilio, curatolo, e un certo Moretti, proprietario, “con buoni ed espressivi modi” e “con bell’arte e maniera” gli suggerirono di presentarsi alla giustizia senza temere i sovrani decreti perché essi prevedevano clemenza per coloro che si costituivano. Si costituì. Arrestato venne trasferito a Manfredonia ed affidato alla giustizia. Il Virgilio ed il Moretti per questo loro atto o t t e n n e ro u n p re m i o a l l a Commissione per la repressione del brigantaggio. Giuseppe Rinaldi e Francesco Paolo da uno Stato nominativo degli assenti o latitanti compilato dal Sindaco il 7 aprile del 1863, ris ultavano es s ere fratelli, entrambi ammogliati. Un loro documento dice: Finché la fortuna loro arrise, si mostrarono ubbidienti alle leggi; ridotti a vivere dell’altrui mercede, furono indotti dal figlio di Giuseppe a nome Antonio, già preso e fucilato in San Marco in Lamis, a mischiarsi nelle bande dei briganti con sorpresa di tutti coloro che li conoscevano.
Scena di brigantaggio Battaglia tra briganti e soldati piemontesi
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C. Banda Michele Caruso Michele Caruso di Torremaggiore, ritenuto uno dei più spietati e sanguinari tra i briganti, operò, oltre che in p rov i n c i a d i C a m p o b a s s o, Benevento e Foggia, anche nel territorio di Manfredonia. Fu autore di ‘episodi di inumana violenza, stupri di ragazzine, uccisioni, sequestri, mutilazioni’.
La sua banda uccise più di 150 persone (18 Guardie Nazionali a Orsara di Puglia e 13 contadini a colpi di rasoio a Castelnuovo della Daunia). Ecco altre efferatezze emerse dall’analisi di documenti editi: - a Colletorto sequestra, uccide e b r u c i a i l c a d av e r e d i Michelangelo Lanziti, alla p r e s e n z a d e l l a fi g l i a q u a t t o r d i c e n n e, c h e p o i violenta: - sequestra il prete Pietro Mangano, lo uccide a colpi di baionetta sul capo alla presenza di alcuni mietitori;
- a Bisaccia con i suoi adepti violenta 15 donne. Fra loro ci sono due minorenni che muoiono per le violenze subite; - a Morcone uccide, in una masseria, marito, moglie e 5 figli, Vengono prima fucilati, poi sfigurati a colpi di pugnale: - a San Giorgio del Sannio uccide 5 contadini e ne ferisce altri 4 per provare l’efficienza della polvere da sparo che i manutengoli gli hanno procurato (Luisa Sangiuolo, Il brigantaggio
nella provincia di Benevento, 1 8 6 0 - 1 8 8 0 , D e M a r t i n o, Benevento, 1975). Fu arrestato il 10 dicembre 1863. Il nostro Sindaco espresse “entusiastiche manifestazioni di gioia” e diede la notizia affiggendo manifesti “in tutti i punti del paese”. Inviò, l’11 dicembre 1863, al Prefetto il seguente telegramma: Interprete fedele del caldo patriottismo di questo Municipio Sipontino, non posso non rinunziare al piacere di
B. Banda Lucariello Essa molestava i proprietari di Campolato alla Montagna dove le autorità ordinavano spesso spedizioni di rastrellamento.
NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011 La brigantessa Michelina Di Cesare
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significarle la immensa gioia, onde questo Municipio accoglieva la tanto lieta e sperata novella della distruzione compiuta, non tanto della feroce banda dei cannibali che infestavano le campagne spegnendo a centinaia le vite di innocenti cittadini, quanto per la cattura del mostr uoso caporione Car uso, obbrobrio dell’umanità, operata dalla coragiosa Guardia Nazionale di codesto Comune il cui nome sarà ... registrato negli annali di civile eroismo […]. D. Banda Angelo Antonio Del Sambro (U Zambre) Nacque a San Marco in Lamis nel 1827. Fu soldato nell’esecito borbonico dal quale nel 1860 disertò dandosi all’attività di abigeo, insieme ad altri. Arrestato e rinchiuso in carcere a Bovino, riuscì ad evadere. Inizia così la sua carriera di brigante durante la quale ‘‘si fa portavoce della riscossa sociale e legittimista e dell’ansia di riscatto dei tanti nullafacenti che popolavano San Marco in Lamis e che vivevano in una condizione subumana di miseria e di ignoranza’’. Fu il comandante di quella banda che il 31 dicembre 1861 trucidò 21 lancieri del 25° Reggimento Montebello presso il ponte di Ciccallento, sul fiume Candelaro, lungo la pedegarganica. L’8 luglio 1862 inseguì insieme ai suoi 18 lancieri piemontesi, di cui 4 furono fatti prigionieri e portati in una valle per ucciderli. La fortuna volle che un certo Ciavarella supplicasse u Zambre a desistere da quella ignominiosa azione di uccidere i 4. In tale circostanza il brigante si mostrò pietoso e generoso. Raccolse tra i suoi una quantità di piastre che offrì ai lancieri invitandoli a raggiungere il loro reparto. Venne catturato e fucilato il 29 giugno 1862 in località Noce del Passo, dopo che, legato su di un cavallo, fu fatto passare per le vie del paese. Il suo corpo rimase esposto per tre giorni a monito dei cittadini.
E. Banda Luigi Palumbo, alias il Principe Il suo quartier generale era Campolato, nelle vigne della Montagna, ma non disdegnava incursioni nel cuore del Gargano. A Vico, insieme ad altri briganti, entrò in città, fece liberare i rinchiusi in galera, creò una nuova amministrazione costringendo i liberali ad abbandonare il paese. Saccheggiò Vieste. Qui fece recapitare un biglietto minatorio ad una latifondista locale: Gendelissima Donna Chilina Nobile, noi ti fammo conoscere che ci avite mantare mille e due cento ducati subito domani matina alle ore doteci, e se voi non le mantate questi Denare sarete ammassagrate tutta la masseria delle vacche, e tutto ciò che tinite per la campagna e mantate anco la spesa per due cento uomini, quartro barile di vine, dieci pare di casecavalli, quartre tomoli di pane, tre rotoli di tabacco, una dozzina di carta, e cinque baccotti di sicarii, e mantatelo per la stessa persona che vi porta la lettera e fate lo riscotto di tutto ciò che mantate e non altro da dirvi e sono il sig. Maggiore della Cavalleria Luigi Palumbo Te n t ò d i i nva d e re a n ch e M o n t e Sant’Angelo, ma fu respinto dalle milizie locali. Mentre si allontanava da Monte distrusse masserie ed incendiò varie abitazioni. Pe r a r r e s t a rl o, f u p ro p o s t a u n a sottoscrizione volontaria a recuperare somme da devolvere, a titolo di taglia, a favore di coloro i quali lo assicuravano alla giustizia, vivo o morto. In località Piano dell’Incudine, nel bosco Quarto, venne arrestato, insieme al fratello Pasquale, Carlo Frattarolo e Domenico Azzarone (quest’ultimo proprietario della casa in cui si rifugiò a causa delle abbondanti nevi). L’operazione ebbe felice esito perché la sua presenza in tale località fu segnalata da una spia (un certo Raimonti). Luigi fu colpito alla testa con una scure. Tramortito fu portato in paese. Morì dieci giorni dopo. Tra gli oggetti in suo possesso furono trovate immaginette
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raffiguranti Francesco II e altre due raffiguranti la Prencipe Angelantonio fu rapito dalla stessa Madonna del Carmine e Sant’Antonio. Comitiva Palumbo il giorno 11 ottobre 1862. Dopo, di lui non s’ebbe più notizia. Il padre di F. Banda Gabriele Galardo Prencipe, dietro accurate ricerche, rinvenne il Egli era nativo di Sampaolo Civitate. Intorno a lui cadavere in un fosso coverto di pietre. Si suppone nacque una leggenda secondo la quale, prima di che il Prencipe cercava tendere un agguato al essere catturato, nascose nella grotta Paglicci, sotto Palumbo. Rignano Garganico, tutto il bottino racimolato in A Giosafatte Mondelli è stata recentemente anni e anni di rapine ed estorsioni. Un certo intitolata una strada a Manfredonia essendosi egli Leonardo Esposito venne a conoscenza di questo distinto nella lotta contro i briganti. tesoro e per vent’anni mise a soqquadro la grotta Raggiunse il grado di Caporale della Milizia facendo addirittura brillare delle mine e rovinando nazionale per aver sempre disprezzato il pericolo gran parte delle strutture ipogeiche ricche di e per essere dotato di morale integerrima e di reperti archeologici. (Corriere della Sera, La grotta sentimenti liberali. Padre di 5 figli, era di stregata dall’oro del brigante, 1° sett. 2003, p. 19). “condizione industrioso”. Con i suoi risparmi e con le sue fatiche riuscì a G. Banda di Raffaele Villani (alias Recchio costruirsi un fabbricato del valore di 2.000 ducati, Muzzo) costituito da stalle che affittava a terzi. Fu crudele tanto da essere considerato Naturalmente il capitale per la realizzazione di tale l’incarnazione della stessa ferocia. Diffidente fabbricato fu preso ad interessi che, dopo la sua contro il nuovo ordine. Tradito morì il 17 morte, rimase debito della moglie, Maria Giuseppa agosto1863. Valente, la quale, il 12 maggio 1863, chiese alla Commissione provinciale per la soppressione del Uccisi dai briganti nel Comune di brigantaggio un sussidio per sé e per la sua Manfredonia numerosa famiglia. 1. Mondelli Giosafatto, 2. Longo Raffaele, Briganti fucilati 3. Nobile Michele, 4. De Palma Raffaele, A) Quelli di Manfredonia 5. Vergura Pasquale, Risultano fucilati, nel nostro Comune, 8 individui i 6. Vergura Tommaso, cui nomi sono riportati in una circolare, spedita dal 7. Prencipe Angelantonio. Sindaco al Prefetto di Capitanata. Essi sono Ciuffreda Pasquale, detto Giordaniello, Mondelli, Longo, Nobile, De Palma di Monte Sant’Angelo, Russo Giuseppe, nato a Questi quattro individui, tutti di Manfredonia e tutti Casaltrinità, Francavilla Savino di San Sottuffiziali della Guardia Nazionale, uscivano, uniti ad Ferdinando, Conversa Salvatore di Casaltrinità, altri amici, a villeggiare in campagna, nella tenuta del Sig. Prencipe Grazio di Monte Sant’Angelo, Nicola Frattarolo Raffaele, detta Coppanevicata, il 29 settembre Fiorino di Messina e Franchini Giuseppe. 1862. Mentre tranquillamente fra di essi divertivansi, Ciuffreda, Russo, e Francavilla furono inseguiti e furono all’improvviso assaliti dalla grande Comitiva Caruso presi dai Lancieri di Montebello, furono fucilati il forte di circa 100 uomini. dì 23 aprile 1862 nell’ex Convento di San Essi pensarono mettersi in salvo col buttarsi nelle vicine Leonardo alle Mattine in questo tenimento. maremme; ma disgraziatamente questi quattro infelici e Prencipe Grazio, disertore, venne arrestato dalla benemeriti cittadini furono raggiunti, ed atrocemente Guardia Nazionale e dai Carabinieri il giorno 8 massacrati. ottobre 1862; consegnato la sera dello stesso I Vergura erano due fratelli che menavano innanzi giorno al Capitano della 14° Compagnia del 49° la vigna alla Montagna denominata Maramarco di Fanteria, fu passato per le armi il giorno dopo. proprietà del Sig. Del Prete Costantino, Nicola Fiorino disertò in Mattinata dal 49° Luogotenente della Guardia Nazionale; presi in Fanteria, Reggimento di stanza in provincia di sospetto dalla banda Garganica capitanata da Foggia, con un distaccamento a Manfredonia. Luigi Palumbo, furono il giorno 9 ottobre 1862, Franchini Giuseppe, disertore del Battaglione con futili pretesti, condotti a poca distanza dalla Bersaglieri. Si unì alla banda Bruciapaese. Fu casina,e barbaramente massacrati. ucciso da Michele Giuffreda, detto Quarantore,
NOTIZIARIO ottobre - novembre 2011 Ritratti di briganti a sinistra Giuseppe Schiavone, a destra il brigante Colasuonno
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guardiano de’ Signori Cafarelli nella immediatamente una richiesta di riscatto casina Castellana, il giorno 11 agosto alquanto esosa. I familiari per ben tre 1862. volte spedirono somme che, messe insieme, formavano circa 1200 ducati. B) Quelli di Mattinata sono 4 D’Errico Pasquale Raffaele Santoro Monte Sant’Angelo 1862 Il 25 ottobre 1861, 20 malviventi Giordano Michele assalirono di notte la posta Patini e Vieste 12 sett. 1862 s e q u e s t r a ro n o R a f f a e l e S a n t o ro, Prencipe Angelo “miserabile colono”, richiedendo un Vico 10 maggio 1861 riscatto di 500 ducati. La famiglia riescì a Tomaiolo G. Battista raccoglierne appena 30. Monte Sant’Angelo 1862 Pietro Pagano Sequestri Pietro Pagano dichiarò che, mentre si Questi sequestri sono ampiamente trovava nel chiostro di San Leonardo, fu documentati dalla fitta corrispondenza assalito da una trentina di briganti, epistolare tra il Sindaco di Manfredonia e catturato insieme a due suoi cavalli e il Governatore di Capitanata. portato alla masseria Bramante Al mattino successivo Pietro Pagano fu liberato. Barone don Giacomo Cessa Il 7 agosto 1861 il Barone don Giacomo Cessa, mentre tornava da Foggia, nella Assalti alle masserie e scontri a salita di Santa Lucia, venne sequestrato fuoco da circa 30 briganti e rilasciato il giorno Masseria Cafarelli dopo. Il 22 settembre del 1862 una trentina di briganti, a mezzo miglio da Manfredonia, Raffaele Frattaroli Il 6 settembre dello stesso anno una assalì la casina Cafarelli, difesa da un banda di assassini assalì la masseria di uomo armato che rispose al fuoco, Fontanarosa dove rubarono quattro costringendoli a retrocedere. cavalli e sequestrarono il proprietario Lungo la strada del ritorno, essi Raffaele Frattaroli. Se lo portarono verso catturarono due proprietari sipontini, il ponte di Brangia nelle vicinanze di “due buoni cittadini” per cui il paese era Villanova, sotto Rignano, da dove partì “rattristatissimo”.
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Masseria Bissanti La masseria di Giosafatte Bissanti, Luogotenente della Guardia Nazionale sipontina, fu minacciata dalla comitiva Del Zambro e di quella di Lucariello che chiesero la consegna di denaro e di viveri. Durante l’estate del 1862, al tempo della trebbiatura, il Bissanti fece prudentemente permanere per il controllo della masseria una quindicina di uomini armati. Appena essi furono esonerati dall’incarico, si verificò l’assalto dei briganti, anche se il fabbricato era controllato dal proprietario e dai suoi stretti collaboratori. La comitiva Lucarelli, di notte, circondò la casina intimando al padrone di uscire fuori. Intanto uno dei guardiani fece fuoco su un brigante che ebbe l’ardore di avvicinarsi audacemente alla masseria. Egli cadde esangue. Si chiamava Nicola Fiorino, nato in Sicilia, disertato, a Mattinata, il 9 luglio da una Compagnia del 49° Reggimento di Fanteria. Intervennero i Carabinieri, la Guardia Nazionale, una Compagnia di Bersaglieri ed un’altra del 49° Reggimento che rimasero lì durante la notte successiva temendo il ritorno dei briganti per incendiare la masseria. Quando tutti questi soldati arrivarono, le sentinelle, credendo che fossero briganti, fecero fuoco e ferirono due di essi. La stessa masseria, divenuta pericolosa, venne abbandonata da tutti i guardiani. Al Bissanti giunsero continue minacce di vendetta ed egli non fu più in grado di rimpiazzare i guardiani fuggiti. Masseria Pozzillo Il 2 aprile, quattro carrette cariche di vino provenienti da Barletta vennero assalite da 15 briganti in località Pozzillo, a tre miglia da Manfredonia. La notizia di questo assalto fu data dal guardiano di una masseria, un tale Francesco Virgilio, dove i carrettieri erano soliti abbeverare i cavalli. Il Virgilio non potè avvisare subito il Sindaco perché minacciato di morte. Lo fece, però, dopo 24 ore. Francesco Virgilio, che aveva dato la notizia con ritardo, rese la sua deposizione alle autorità comunali, durante la quale gli fu chiesto perché non avesse avvisato sollecitamente chi di dovere. Egli rispose che “non aveva nessun mezzo per recarsi a Manfredonia”. Non fu creduto e venne arrestato per favoreggiamento.
Manfredonia, che aveva avuto uno scontro con 10 briganti nella contrada Posta delle capre. Due di essi furono catturati: Vincenzo d’Intino e Vito Esposito, di Vitritti, in provincia di Bari; vennero recuperati due fucili, munizioni e cappotti. Gli altri 8 assassini, tutti feriti, allontanandosi presero la direzione verso la masseria Barretta, dopo aver frettolosamente attraversato il ponte sul fiume Candelaro. Il Capitano chiese al Sindaco, che era anche Delegato di Pubblica Sicurezza, se i due briganti catturati “debbansi passare per le armi” da lui e dove. Il Sindaco passò la notizia al Prefetto, il quale impose al Capitano Verna di trasportare i due arrestati a Foggia. Masseria Candelaro Tra le contrade del tenimento di Manfredonia dove i briganti erano soliti sostare per preparare scorrerie, predare, appiccare incendi ed arrecare gravi danni ai propretari, va segnalata quella di Candelaro, guarnita di truppe solo sporadicamente. Il Candelaro, secondo le richieste del Sindaco, deveva essere costantemente controllato da un plotone di cavalleria che almeno avrebbe potuto tenere lontani i briganti, se non avesse voluto attaccarli. Era questo il deterrente migliore perché potesse rianimarsi in parte il traffico verso Foggia, specialmente nei giorni 24 e 25 novembre, allorquando ricorreva la festa di Santa Caterina che richiamava da tutto il Gargano pastori, massari, gualani, bovari e contadini per la fiera del bestiame. Il Prefetto, allarmato dal fenomeno brigantesco che dilagava sempre più, tramite un categorico dispaccio impose al Sindaco di Manfredonia di tagliare tutti i ponti provvisori costruiti sui fiumi della propria giurisdizione, incominciando da quelli sul Candelaro. Nel giro di qualche giorno esso non avrebbe avuto “più altro passaggio fuori quello del ponte in muratura” sulla strada per Foggia. Il provvedimento di abbattere i ponti fu esteso alle giurisdizioni limitrofe. Furono così chiusi tutti quei ponti costruiti per il passaggio degli armenti abruzzesi: il ponte de Peppo, di Ciccallento, di Brancia e di Villanova.
Masseria Angeloni Biglietti di ricatto Il Capitano Federico Verna della Guardia Nazionale di San Giovanni dalla masseria A don Lorenzo Guida: Angeloni comunicò, tramite lettera al Sindaco di
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Caro don Lorenzo Guida. Per lo stesso porgitore mandereta la somma di ducati 500, pistole, un fucile militare, palle, polvere, sicari mazzi sei, un orologio con collano d’oro, manderete due barili di vino. Tutto quello che stava nella palazzina l’abbiamo mangiato noi. Vostro Pasquale Giuffreda. A don Lorenzo d’Angelo: Don Demetrio d’angiulo, mipoterete man dare il vuostro ca vallo tutte due il baio e il sturno, se pure mi piacio sino te lo remanto, e mi poterete mantaro docato dueciento. e fato subito. Nunzio Tamburrino. A Don Antonio Zappetti: Caro Don Antonio Ziapeta, mandate 50 [...] di cartucio e due patrongino e due fucilo militare. Termino otto giorno di tempo e non mangate che siete distrutto. (Angelo Gravino) A don Angelo Virgilio: Mio caro D. Angelo, mille docati da te io voglio, in contrario ti farò distruggere tutto, ed un cavallo guarnito, con un fucile a due botte. Vi saluta Gabriele. A don Luigi Sipare: Caro don Luigi Sipere, in questa venuta la compagnia di quaranta persone potete mandare sei centodocato, una sella, due pistole con una cappotte, senza penzare, sino bruciame quando roba a vete. Giuseppe bricia paesi, siame pigliate sei angelli [agnelli]. Misure contro il brigantaggio
La brigantessa Filomena Pennacchio
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Forze in campo Contro il brigantaggio furono schierate diverse forze (truppe piemontesi, esercito meridionale for mato dai drappelli garibaldini, Guardia Nazionale, Reali Carabinieri, Bersaglieri, Guardie forestali, ecc.) che perlustravano il territorio percorrendolo a casaccio a causa della mancanza di conoscenza dei luoghi, nei quali spesso cadevano in rovinose imboscate. Per la iniziale esiguità numerica di militari non fu possibile tenere sotto controllo l’ampia pianura e gli intricati spazi boschivi del Promontorio, privo di strade d’accesso. I soldati impegnati nelle
operazioni di soppressione delle bande, nei momenti di massima attività brigantesca, costituivano un’entità assai scarsa. In un secondo momento, quando ormai il numero dei briganti si era ridotto al minimo, l’esercito raggiunse il ragguardevole numero di 120.000. In provincia di Foggia fu stanziato il 49° Reggimento di Fanteria. Liste di fuorbando Nel 1860 furono compilate le liste di fuorbando, affisse nei singoli paesi per offrire alla forza pubblica e a chiunque altro di arrestare o anche uccidere i briganti. In dette liste minuziosa era la descrizione fisica dei briganti, finalizzata a un sicuro ed inequivocabile loro riconoscimento. Ecco quella del cerignolano Nicola Morra: Capo di comitiva armata, di anni 31, statura giusta, naso regolare, bocca proporzionale, viso ovale, occhi castagni, orecchie regolari, capelli e ciglie castagni, butterato dal vaiuolo, di mestiere guardiano. Registro dei lavoratori Il Prefetto ordinò di aprire un registro in cui fossero, per ciascun proprietario di masserie, indicati i nomi dei propri lavoratori. Tutti, senza alcun indugio, ottemperarono a questo obbligo, anche perché erano essi ritenuti responsabili per le eventuali mancanze commesse dai propri operai. Erano tenuti sotto stretto controllo anche i mietitori, specialmente quelli che, provenienti dalle province limitrofe, possedevano “la carta di passaggio”, cioè l’autorizzazione a circolare rilasciata dalle autorità competenti. I nomi di essi dovevano essere comunicati al Sindaco del paese in cui prestavano la loro opera e al momento del licenziamento era obbligo inoltrare esplicita comunicazione allo stesso. Isolamento delle campagne Il Sindaco di Monte Sant’Angelo si lamentò con il Governatore della provincia a causa di alcune direttive eccessivamente nocive per i pastori,
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soprattutto per quelli addetti alla custodia degli animali minuti, che, in base alle disposizioni, in un certo giorno, dovevano eclissarsi dalla campagna per non essere considerati briganti dalle truppe in perlustrazione. Si chiese che per ogni gregge rimanesse, a custodia di esso, almeno un pastore per non mandare in rovina “i molti industriosi”. Coprifuoco Il 2 settembre 1862 il Comandante del 49° Reggimento di Fanteria, distaccamento di Manfredonia, invitò il Sindaco a chiudere le porte della città alle ore 8 (ovviamente della sera) in modo che nessuno, dopo detta ora, potesse entrare e uscire. Restituzione delle carte di passaggio Tutti i possessori di “carte di passaggio”, rilasciate in precedenza, furono invitati a consegnarle perché dichiarate non più valide. Solo al ragazzo Carlo Mozzillo, che aveva bisogno di una “mutazione d’aria”, fu permesso di trattenersi nella vicina casina a poca distanza dall’abitato, appartenendo egli ad una “famiglia molto ben conosciuta”.(Ivi, Lettera del Sindaco del 3 settembre 1862). Brigate forestali Le brigate forestali, il cui compito era quello di custodire i boschi evitando che ad essi venissero appiccato fiamme, furono investite di una nuova prerogativa: quella di collaborare attivamente con le truppe militari, facendo loro da guida nella perlustrazione dei boschi “per liberarli dai malviventi e per frenare le continue devastazioni che vi si commettono” (28 giugno 1862). Una circolare di emanazione prefettizia del 25 settembre del 1862 mise in risalto la triste situazione del momento: “Tutto ciò che è lecito in guerra è ugualmente giusto e legale contro i briganti che devono essere ricercati, battuti e distrutti con tutti i mezzi”.
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Controllo delle coste e delle spiagge Le coste erano tenute sotto costante controllo perché non si desse la possibilità ai briganti di tentare imbarchi per l’estero. Nel mese di settembre del 1862, un telegramma inviato al Sindaco di Manfredonia da parte dell’autorità prefettizia di Potenza, invitava a “invigilare attentamente” sulle partenze di individui, specialmente di coloro che erano possessori di passaporti per l’Inghilterra. Si era venuto a sapere anche che parte delle armi e munizioni di guerra in possesso dei briganti da cui purtroppo si trovavano infestate alcune province napoletane, venivano importate dall’estero per mare da porti austriaci e dall’Albania. Concorso del clero il quale con perseveranza doveva insegnare che il primo dovere del cristiano è di rispettare il prossimo e la proprietà altrui, […] che la violenza e la rapina sono peccati e delitti gravissimi, che orribile è la vita del brigante, il quale è costretto ad intanarsi nei boschi come lupi, e a fuggir sempre, perché la morte lo insegue, che presto o tardi finisce per essere fucilato, o gettato in un carcere, dove dovrà languire per tutta la vita, tormentato dal rimorso, lontano dal suo paese, dalla sua famiglia, fatto segno dell’esacrazione universale, che non può sperare di godere mai il frutto delle sue rapine, che la sua famiglia vive in uno spasimo continuo, perseguitata da tutti e nella miseria. Il clero, o gran parte di esso, ormai si era attestato su posizioni diverse da quelle espresse agli albori dell’Unità allorquando i preti venivano avvisati “di non uscire dalla cerchia delle loro funzioni religiose”. A distanza di due anni essi non continuarono più “a mescersi di politica e a sovvertire le plebi”.
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Incontri al caminetto
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Venerdì 18 novembre, incontro con il Dott. Matteo Santodirocco
I problemi prostatici in età adulta: IPERTROFIA E TUMORE PROSTATICO
Matteo Santodirocco
Cos’è la prostata? …ricordi di anatomia La prostata è una ghiandola a forma di castagna; si adagia sulla fascia endopelvica, ed è compresa tra i fasci mediali del m. elevatore dell’ano ed è sormontata dalla vescica urinaria. Ha rapporto con l’arco pubico anteriormente e col retto posteriormente. Istologicamente è costituita per il 70% da aggregati di elementi ghiandolari e per il restante 30% da tessuto stromale. e, … di fisiologia La prostata come tutti gli organi dell’apparato genitale maschile si sviluppa sotto la spinta degli androgeni e va incontro a picchi di crescita significativa nel corso dello sviluppo fetale, della pubertà e nella tarda età media. Tra 31 e 50 anni il tempo di raddoppiamento del peso prostatico è 4.5 anni, tra 51 e 70 è 10 anni.
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L’ a u m e n t o m e d i o d e l l e dimensioni della prostata è di 6 ml/decennio. IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA Epidemiologia • INCIDENZA - in USA: - 4,5 milioni di prime visite per IPB - 8 milioni di visite complessive per IPB PREVALENZA • - nel mondo: - 8 milioni di visite complessive per IPB - 50% degli uomini con età fra 51 e 60 aa - 80% degli uomini con età > 80 anni Patogenesi Con l’avanzare dell’età, si abbassano i livelli di testosterone e si innalzano quelli degli estrogeni.
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TESTOSTERONE ê 5-α-REDUTTASI ê DIIDROTESTOSTERONE ê EPITELIO SINTOMI
ANDROGENI AROMATIZZABILI ê AROMATASI ê ESTROGENI ê STROMA E EP. DUTTALE SINTOMI IRRITATIVI
I sintomi possono essere di tipo irritativo (fase di riempimento) o di tipo ostruttivo (fase di svuotamento)
Pollachiuria
SINTOMATOLOGIA 1. Meccanismo ostruttivo a. Disuria b. Mitto ipovalido c. Attesa preminzionale d. Gocciolio postminzionale 2. Meccanismo irritativo a. Pollachiuria b. Minzione a rate
Nicturia
Urgenza
SINTOMI OSTRUTTIVI Esitazione
Debolezza del getto
Sgocciolamento
Minzione prolungata Flusso intermittente Minzione in più tempi
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COMPLICANZE − Sepsi urinaria − Ritenzione d’urina o Acuta o Cronica (completa o incompleta) − Insufficienza renale (acuta o cronica) − Calcolosi vescicale − Diverticolosi vescicale
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ITER DIAGNOSTICO − Anamnesi − Esame obiettivo o Addome (globo vescicale) o Esame genitali esterni (D.D.) o Esplorazione rettale − Esami di laboratorio o Esame urine/urocoltura o Creatininemia o Antigene Prostatico Specifico (PSA) − Indagini strumentali o Uroflussometria − Diagnostica per immagini o Ecografia addominale o Ecografia transrettale o (Urografia e.v.) o (TAC, RMN)
TURP Resezione Transuretrale della Prostata
OPZIONI TERAPEUTICHE − Nessuna terapia − Terapia medica − Terapia chiriurgica TERAPIA CHIRURGICA − Endoscopica o Resezione endoscopica − Chirurgia a cielo aperto o Adenomectomia retropubica o Adenomectomia transvescicale
Adenomectomia retropubica
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TUMORE PROSTATICO Epidemiologia del carcinoma prostatico (CaP)
stato associato ad aumento del rischio di CaP. Fleshner et al, J. Urol. 2004
Viceversa diete ricche in verdura L’incidenza è in continuo aumento (soprattutto pomodori), pesce, soia, per: innalzamento dell’età media, tè verde avrebbero azione protettiva. Bostwick et al, Cancer 2004 maggior diffusione del dosaggio del PSA, progressi della diagnostica ecografica transrettale, diagnosi Fumo mediante mapping bioptici Studi recenti associano il fumo alla ecoguidati; in Asia per cambiamenti comparsa di forme di carcinoma abitudini alimentari. Si registrano prostatico più aggressivo e 11.000 nuovi casi e 6.300 morti progressivo. (23/100.000) per anno e, la mortalità Hickey et al, Epidemiol. Rev 2001 per CaP tra il 1955 e il 1994 è salita dal 5,5% al 7,2% di tutte le morti per Genotipi GSTM1-null mancano di tumore nei maschi. Negli ultimi dieci enzima che metabolizza sostanze anni il tasso di mortalità è in carcinogeniche nel tabacco e sono diminuzione. quindi più a rischio di sviluppare una neoplasia. FATTORI DI RISCHIO Roberts et al, J. Urol. 2003
Familiarità
TOPOGRAFIA
La familiarità, intesa come presenza − ZONA PERIFERICA 70% di almeno due casi in famiglia, − ZONA CENTRALE 15-20% riscontrabile in almeno 20% dei casi. − ZONA DI TRANSIZIONE 10-15% Si riscontrano forme familiari più frequenti nei pazienti più giovani. Nel SINTOMATOLOGIA 5% dei casi c’è ereditarietà. Si può pensare ad una suscettibilità genetica • Nessun sintomo poligenica e multifattoriale, cioè la • Pollachiuria possibilità di individuare specifici geni • Disuria di suscettibilità alla neoplasia • Urgenza minzionale prostatica. • Ematuria • Stranguria Dieta • Insufficienza renale (su base ostruttiva) In molti studi il consumo di carne • Sintomatologia legata a rossa e di grassi di origine animale, in metastasi (ossee, epatiche, ..) particolare l’acido alfa-linoleico, è
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Iter diagnostico − Anamnesi − Esame obiettivo o Esplorazione rettale
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Sensibilità Specificità
60 - 85% 35 - 45%
Esami di laboratorio o Antigene Prostatico Specifico (PSA) V.N. (< 4 ng/ml) Sensibilità Specificità
80 - 95% 15 - 25%
PSA É una glicoproteina PM 34 KD la cui funzione è: LISI DEL COAGULO SPERMATICO
AUMENTO MOTILITÀ SPERMATOZOI PSA sierico o 95% LIBERO o 5% CONIUGATO (antichimotripsina, α-chimotripsina) − PSA DENSITY
PSA sierico Volume prostata
− PSA VELOCITY
Tasso di incremento del PSA nel tempo
− PSA LIBERO/TOTALE Valore PSA libero Valore PSA totale
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− Diagnostica per immagini o Ecografia addominale o Ecografia transrettale o (Urografia e.v.) o TAC, RMN) − Conferma cito-istologica o Agoaspirato o Biopsia − Stadiazione o Rx torace o TAC A-P/RMN/PET o Ecografia transrettale o Scintigrafia ossea Sedi di metastatizzazione − Linfatiche − Ossee − Epatiche
77% 70% 13%
Opzioni Terapeutiche − − − −
Terapia medica Terapia chirurgica Terapia radiante Terapia combinata
Indicazioni terapeutiche − Forme localizzate, buone condizioni generali, età biologica < 70 anni PROSTATECTOMIA RADICALE
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− Forme avanzate, cattivi performance satus, età avanzata TERAPIA ORMONALE +oRADIOTERAPIA TERAPIA MEDICA − Etinilestradiolo − Antiandrogeni − LH-RH analoghi (+/antiandrogeni) − Chemioterapia (Estramustina fosfato, Taxolo) − (Castrazione chirurgica)
TERAPIA RADIANTE FOLLOW-UP − PSA totale
Ripresa della malattia − Ecografia transrettale/RMN transrettale − Biopsia su anastomosi uretrovescicale − Scintigrafia ossea/ Rx Torace/ Eco epatica
TERAPIA CHIRURGICA − Linfoadenectomia iliacaotturatoria bilaterale: o Chirurgica o Laparoscopica
+
− Prostatectomia radicale o Retropubica o Perineale TERAPIA CHIRURGICA − Laparoscopica − Robotica
Chirurgia robotica
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Valore > 0,5 ng/ml
Attività del Club q
Incontri extra moenia
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Venerdì 25 novembre, incontro all’Auditorium di Palazzo Celestini con la Dott.ssa
Insieme contro la violenza sulle donne: presentazione della “Campagna del Fiocco Bianco” Il 25 novembre u.s., in occasione della “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, l’Auditorium del Palazzo Celestini ha ospitato la manifestazione “Io non resto in silenzio” organizzata dal Gruppo Donne in Movimento, con la collaborazione del Rotary Club di Manfredonia. La manifestazione si è svolta con la proiezione dello spot “Io sono donna” di Annarita Caracciolo, cui ha fatto seguito la presentazione della “Campagna del Fiocco Bianco” da parte dell’Avv. Raffaela Emanuela Di Noia e della Dott.ssa Lucia Palmieri (Psicologa). La Dott.ssa Annarita Del Vecchio ha portato la sua eperienza maturata presso il centro anti violenza di Barcellona “Asociaciòn para el bienestar y el desarrollo” riferendo le storie di alcune donne spagnole che avevano subito vari tipi di violenza in ambito domestico. Infine, la scrittrice Loredana De Vitis ha presentato il suo progetto “Io Sono Bellissima”,
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con il quale la De Vitis esorta le donne a non andare dietro gli stereotipi che la società ci presenta attraverso i media e di accettarsi come si è. Nel 1999, il 25 novembre è stato dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, per ricordare tutte le donne vittime di violenza. La Giornata venne istituita con la risoluzione 54/134 dell'Onu, invitando governi, organizzazioni governative e non governative, media e società civile a sensibilizzare le società sulla violenza di genere. La Campagna del Fiocco Bianco (White Ribbon Campaign) è una campagna internazionale di sensibilizzazione promossa da uomini contro la violenza sulle donne. Dopo il massacro di Montreal del 6 dicembre 1989, in cui 14 donne furono uccise da un antifemminista,
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in Canada nacque un movimento in cui si vestiva un fiocco bianco per manifestare la propria opposizione alla violenza contro le donne. La «Campagna del Fiocco Bianco» iniziò nel 1991 in seguito a questo movimento. Oggi è diffusa in più di 50 paesi in tutto il mondo. Il principio di base è l'importanza che uomini e ragazzi alzino la voce contro qualsiasi forma di violenza contro le donne. In Canada, la «Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne» (National Day of Remembrance and Action on Violence Against Women) è il 6 dicembre, mentre nell'altra parte del mondo si celebra il 25 novembre di ogni anno.
La campagna si protrae in genere per due settimane, dal 25 novembre al 7 dicembre, durante cui gli uomini manifestano la propria adesione con un gesto semplice ma significativo indossando un piccolo fiocco bianco. La manifestazione si svolge con modalità molto diverse nelle diverse Nazioni e nelle diverse città, fermi restando il fiocco bianco e la finalità.
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Premio di laurea del Rotary Club di Manfredonia Scadenza 31 gennaio 2012. Il Rotary club di Manfredonia bandisce un concorso per un premio di laurea dell'importo di 2.000 euro da assegnare ad un laureato che abbia discusso la tesi di laurea magistrale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Foggia. Per ulteriori informazioni, collegarsi all’indirizzo sottostante.
http://www.unifg.it/Ufficio-Relazionicon-il-pubblico/Informazioni-e-serviziall-utenza/Premi-di-laurea/
Sommario
Caminetti Alcol e giovani: la prevenzione delle condotte d’abuso di Maria De Finis
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Il brigandaggio postunitario a Manfredonia di Tommaso Prencipe
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I problemi prostatici in età adulta; Ipertrofia e tumore prostatico di Matteo Santodirocco
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Incontri extra moenia Insieme contro la violenza sulle donne: presentazione della Campagna del Fiocco Bianco
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Caporedattore Michele Li Bergoli
Comunicazioni Premio di laurea del Rotary Club di Manfredonia
Notiziario Rotary Club Manfredonia
Redazione 28
Pasquale Frattaruolo Leonardo La Torre Bruno Rinaldi
REGIOHOTEL MANFREDI Km 12, S.P. 58 per San Giovanni Rotondo
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