di Federica Ricci
Ăˆ tutta una questione di Carattere
Caslon Transizionale
William Caslon I
Caslon fu inventato dall’inglese William Caslon I (1692-1766), il quale, nato nella città di Cradley, iniziò il suo percorso come incisore di armi e altri oggetti di uso comune, apprendendo tale arte nella vicina Birmingham per poi proseguirla a Londra. Qui si avvicinò alle legatorie arrivando grazie a esse a conoscere ed entrare in contatto con le stampanti e, di conseguenza, con le fonderie tipografiche. Nella prima metà del ‘700 fondò una propria fonderia: la Caslon Foundryell. Con la nascita della fonderia William Caslon entrò in contatto con gli altri due grandi pionieri dei caratteri inglesi del tempo, Jonh James e John Baskerville, ed ebbe modo di trasmettere le sue conoscenze a due apprendisti. La storia della fonderia di Caslon proseguì ben oltre la sua morte, passando dal figlio, William Caslon II, a parenti acquisiti per arrivare, alla fine del Novecento, dopo molti passaggi, a Justin Howes che la fece rivivere; dopo la sua morte la fonderia ha però, purtroppo, perso un po’ piede nel vasto mondo degli affari. Con la creazione della font Caslon, William Caslon ha determinato uno stile nazionale inglese. La grande leggibilità e originalità del carattere gli ha permesso di raggiungere un’ enorme popolarità e di essere utilizzato per documenti importanti, anche a livello storico come, ad esempio, la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. I tipi Caslon infatti vennero distribuiti in tutto in Regno Unito e nel Nord America.
Dopo la morte del suo autore Caslon cadde in disgrazia ma riuscì a tornare sulle scene negli anni quaranta dell’Ottocento La sua rilevanza è tale d’aver influenzato autori come Baskerville e avere revival oggi molto usati. Caslon ha una struttura che richiama la scrittura a mano con penna e i caratteri Barocchi olandesi, largamente usati nell’Inghilterra del tempo. I disegni originali prevedevano variazioni a seconda del corpo del carattere e tipologie corsive da utilizzare in casi particolare ma William Caslon non prevedette il grassetto, in quanto non utilizzato nella sua epoca. In seguito sono state sviluppate altre font, variazione della stessa Caslon, in cui si può trovare l’aggiunta di particolari audaci che non sarebbero mai stati usati al periodo di William Caslon. Nonostante la sua lunga storia, in cui ha certamente dovuto affrontare la competizione con altre font, Caslon rimane tutt’ora un carattere di grande rilievo.
Andale Mono Monospaziato
Steven R. Matteson
È Steven R. Matteson (1965) il progettista che sta dietro alla nascita di Andale Mono. Nato negli Stati Uniti compie qui i suoi studi, precisamente nel Rochester Institute of Technology concentrandosi sulla tipografia, il design e la stampa. Già da studente quindi si avvicina e si appassiona a campi precisi. I due anni successivi alla laurea li passa lavorando nel settore della SGQ (Sistema Gestione Qualità), lavoro che lo aiuterà molto nei suoi impieghi successivi. Nel 1990 comincia a lavorare per Monotype dove contribuisce alla creazione dei caratteri TrueType di base di Windows, tra cui, l’Arial e il Times New Roman. Mostra così la sua sensibilità e abilità nella tipografia, sia meccanica che digitale, che lo porterà a realizzare numerose altre font, tra cui la famiglia Droid, per il sistema operativo Android e l’Andale, innovativo e adatto per il web e i programmatori. Si cimenta inoltre non solo con l’alfabeto latino ma anche con quello cirillico, arabo greco e thai. Attento alle tecnologie più attuali, non solo nell’ambiente delle font, ha ricevuto impieghi per immagini, brand e interfacce
utente di aziende di rilievo come Microsoft, Xbox e altre. Matteson produce caratteri originali, stando attento alla loro immagine e al loro stile ma non rinunciando alla funzionalità. Queste caratteristiche si ritrovano nella sua font Andale Mono. Carattere sans-serif dalla spaziatura fissa è stato progettato per ambienti di emulazione di terminali e di sviluppo software, progetto in origine di Apple e IBM. Nato dalla Monotype fu inizialmente distribuito con Internet Explorer 4.0 sotto la denominazione di Monotype.com e venne solo in seguito, con l’uscita della nuova versione di Internet Explorer, chiamato con il suo nome attuale con cui è conosciuto: Andale Mono. Nella moderne versioni di Microsoft Windows, Andale Mono è stato sostituito da Lucida Console, continua però ad essere molto utilizzato, sopratutto per il web. È una font ampia di cui esistono varie versioni che comprendono stili e alfabeti differenti, tra cui glifi di lingue orientali.
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Bodoni Romano Moderno (Didone)
Giambattista Bodoni
Giambattista Bodoni (1740-1813) è l’autore della font Bodoni. Fin da piccolo venne avvicinato alla stampa e all’incisione dal padre che gli insegnò il mestiere, mestiere che continuò a svolgere in una tipografia cristiana a Roma, dove trascorse l’adolescenza. Alla morte del maestro che ebbe nella capitale, prese la decisione di recarsi in Inghilterra ma dovette desistere dato l’insorgere della sifilide. Questa disgrazia gli portò però nel contempo una fortuna: la rimanenza in Italia fece sì che venne nominato direttore della Tipografia Reale di Parma. In qualità di direttore supervisionò una notevole quantità di edizioni di rilievo, ebbe allievi destinati a divenire importanti e ottenne un’enorme successo grazie all’alta qualità dei suoi lavori. Questi venivano spesso realizzati da Bodoni in persona il quale vi utilizzava il carattere che era andato creando verso la fine del XVIII secolo. Prese spunto da autori conosciuti come John Baskerville e Firmin Didot arrivando a creare font moderne e personali, omogenee nello stile e nel gusto estetico. La sua opera postuma “Il Manuale Tipografico” ne è la più completa dimostrazione. I disegni relativi a Bodoni sono stati considerati classici per via della loro struttura fortemente geometrica ma si può notare in realtà un grande sviluppo, per cui vennero infatti anche definiti, in seguito, moderni.
Bodoni ebbe una lunga carriera che gli portò molti frutti e durante la quale il suo stile crebbe fino a giungere a un estremo contrasto tra tratti spessi e sottili, alcuni talmente sottili da raggiungere a malapena la dimensione di un piccolo punto. La tecnologia avanzata era di certo dalla sua parte. Le macchine dalle ottime prestazioni della Tipografia Reale di Parma gli permisero di concentrarsi nei dettagli, di creare maggiore contrasto nella corsa rispetto ai caratteri dei suoi ispiratori e di creare una vasta gamma della stessa font; questo gli diede modo di produrre impaginati e composizioni flessibili ed eleganti, altro compito di cui si occupava. Bodoni spopolò nella stampa moderna: in Inghilterra prese piede sopratutto nelle intestazioni e nelle riviste di alta classe mentre nel resto dell’Europa venne adoperato solitamente come corpo del testo. Considerato elegante e scorrevole, Bodoni è sempre stato ampiamente disponibile e questo gli ha permesso di avere così numerose rivisitazioni, anche digitali.
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Gill Sans Lineare d. Umanistico
Arthur Eric Rowton Gill
L’inglese Arthur Eric Rowton Gill (18821940), autore di Gill Sans, fu designer esperto in lettering, scultore, incisore, tagliapietre e saggista. È passato alla storia come un personaggio eclettico e strano, sia per via di alcuni dei suoi lavori che di aspetti della sua vita privata. Studiò nella città di Chichester presso istituti tecnici e d’arte per proseguire poi con una formazione in architettura a Londra. La frustrazione verso l’ambito architettonico lo portò a studiare scultura e calligrafia, quest’ultima con il maestro Edward Johnston, creatore della font della metropolitana londinese. Nella campo della tipografia produsse iniziali e copertine di libri. Per quanto riguarda la scultura cominciò ad intagliare direttamente figure sulla pietra ispirandosi alla statuaria egizia, greca e indiana; realizzò opere di carattere religioso, un monumento ai caduti e numerosi memoriali alla fine della Grande Guerra. Nel frattempo non abbandonò né la tipografia né la religione, in cui credeva fortemente: fondò una stamperia per edizioni di lusso e la Gilda di San Giuseppe e San Domenico, un ordine religioso laicale. In seguitò aprirà un altro laboratorio di stampa nel quale avrà numerosi discepoli e apprendisti. Gli studi d’architettura, nonostante fossero stati abbandonati, gli permisero di costruire un edificio: una chiesa cattolica romana. Per l’ambito tipografico nello specifico lavorò sia per società private che per la Monotype Corporation, realizzando font come Perpetua, Joanna e Gill Sans.
Gill Sans, ispirato al carattere di Edward Johnston, divenne in Inghilterra popolare tanto da essere usato nel design classico e famoso delle British Railways. I molti lavori di Gill fecero sì che venne nominato, dalla Royal Society of Arts, Royal Designer for Industry, il più alto riconoscimento britannico per i progettisti. Il carattere più diffuso creato da Gill è proprio il Gill Sans, la prima font sans-serif di successo immediato basata sui modelli umanisti del Rinascimento. Gill Sans, con il suo carattere distintivo, ha avuto una grandissima diffusione non solo in Inghilterra ma in tutti i Paesi, ed è stata utilizzata per tantissimi impieghi diversi. Commissionata da Stanley Morison, un dirigente della Monotype, venne creata per dare un’impressione classica e moderna al tempo stesso, che si adatta sia a manifesti e pubblicità di grandi formati che ai più piccoli libri e opuscoli. Il dominio che ottenne nel mercato portò Monotype ad ampliarne nettamente gli stili, alcuni poco coerenti tra loro, sia durante che dopo la vita di Eric Gill. Gill Sans si rifà alla tradizione romana per il maiuscolo e ha uno stile molto diverso rispetto ai caratteri dalla progettazione geometrica pur mantenendo delle tradizioni come un avvicinamento al Caslon per quanto riguarda il corsivo. Ampio materiale storico che riguarda la font sopravvive grazie a Monotype, accostato ai nuovi stili adattati per i display e il web e molte sono stati i caratteri influenzati dal Gill Sans.
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Franklin Gothic Lineare a. Grottesco
Morris Fuller Benton
Figlio di Linn Boyd Benton, inventore del pantografo, macchina che ha rivoluzionato il campo della stampa, Morris Fuller Benton (1872-1948), designer americano del carattere è l’autore della font, tra le molte che possiamo trovare, Franklin Gothic. Laureato in ingegneria meccanica presso la Cornell University, venne iniziato alla tipografia dal padre, cominciando a lavorare nel reparto di progettazione della società di fondatori di tipo americano (ATF), di cui divenne ben presto il capo progettista. Perfezionò insieme al padre le macchine da lui inventate arrivando a livelli di precisione davvero incredibili. Fu il più prolifico inventore di caratteri degli Stati Uniti, arrivando a completarne 221, progettando disegni originali, diversi e ricchi di varietà e risvegliando font di grande successo come Bodoni e Garamond. È possibile che fu proprio questa sua ricca produzione a portarlo a inventare il concetto di divisioni delle font in più famiglie diverse. Franklin Gothic fa parte dei caratteri sans-serif e il termine “Gothic” era allora utilizzato per indicare ciò. Benton si ispirò alle font americane del secolo precedente, creando in origine un “extra-grassetto”, e gli diede il nome che porta in omaggio a una stampante di allora: la Benjamin Franklin.
Impiegò dieci anni per completare tutte le diverse versioni. Si trovano font più condensate, il Gothic alternativo, o più leggere. Usato per pubblicità e titoli, ottenne importanza che perse solo verso gli anni trenta del Novecento per poi risalire. ATF, anni dopo, ampliò nuovamente le versioni e tante società hanno copiato via via Franklin Gothic, data la sua popolarità, sia in anni passati che in quelli più attuali con copie digitali e più versioni. La versione più comune è quella prodotta dalla fonderia ITC, nonostante qualcuno l’abbia criticata ritenendo che modifichi troppo la struttura originaria.
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Officina Sans Umanistico
Erik Spiekermann Ole Schäfer
Officina Sans nasce dalla collaborazione dei tipografi e designer tedeschi Erik Spiekermann e Ole Schäfer. Erik Spiekermann (1947), oggi professore all’Università delle Arti di Brema, ha iniziato i suoi studi in storia dell’arte alla Free University di Berlino, pagandoli con il lavoro di stampatore e tipografo. In seguito lavora, per qualche anno, come grafico freelance a Londra per poi tornare nella capitale tedesca dove fonda, insieme a due soci, la MetaDesign, società di consulenza di progettazione multidisciplinare, dalla quale usciranno noti marchi. Qualche anno più tardi, assieme alla moglie e il grafico Neville Brody, fonda un’altra attività: FontShop, primo distributore di font digitali il cui marchio viene denominato FontFont. Spiekermann è una personalità importante nel mondo della tipografia e della grafica, ha vinto premi e lavora molto anche a livello internazionale e allargando i propri campi ad altri come, ad esempio, la progettazione urbanistica. La MetaDesign permette a Spiekermann di iniziare a collaborare con il designer Ole Schäfer che lì era impiegato. Questa collaborazione fa sì che Schäfer lavori all’ampliamento alle font create da Spiekermann, tra cui l’Officina Sans. Prima di lavorare alla MetaDesign, Ole Schäfer (1970) compie studi di graphic design.
Le sue abilità gli consentono di lavorare anche in proprio e di insegnare tipografia alla Design Academy di Berlino. All’inzio del XIX secolo fonda inoltre la Primetype, fonderia con caratteri suoi e di altri designer con i quali lavora. Nato, come detto, da una stretta cooperazione, Officina Sans, all’apparenza semplice, è tutt’altro; progettato con uno stile che rimanda alle vecchie macchine da scrivere e da stampa, è stato creato in modo da migliorare la leggibilità di documenti d’ufficio e aziendali solitamente stampati a bassa risoluzione.
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PT Mono Monospaziato
Alexandra Korolkova
Alexandra Korolkova (1984) è colei che, insieme alla partecipazione di Isabella Chaeva, ha creato le PT Fonts, famiglia che comprende PT Sans, PT Serif e PT Mono. Studia all’Università Statale di Mosca di stampa, iniziando poi, solo qualche anno più tardi, a lavorare come Art Director per Paratype, dove realizza le sue font. Anche ricercatrice, consulente e insegnante di tipografia in istituti superiori di grafica a Mosca, ha vinto molti concorsi internazionali e tenuto conferenze sulla struttura del cirillico. Ha scritto un libro in russo sulla tipografia per principianti, “Living Typography” tradotto, che ha già avuto tre ristampe. PT Mono fu commissionato a Korolkova da Paratype e dal dipartimento russo del Ministero delle Comunicazioni con lo scopo di ottenere una famiglia font che sostenesse tutto l’alfabeto cirillico con le sue varianti, oltre all’alfabeto latino.
PT mono, una delle versioni della famiglia, si presenta, sia nello stile regolare che in quello grassetto, monospaziato. Questa caratteristica è necessaria alla funzione d’origine della font che viene sviluppata per esigenze specifiche quali l’inserimento in moduli, tabelle, fogli di lavoro... documenti complessi, presenti anche nel web, la cui compilazione viene così facilitata, per via della possibilità di calcolare agevolmente, per esempio, le larghezze delle colonne.
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Rockwell Egiziano
Frank Hinman Pierpont
Rockwell deve la sua nascita all’americano Frank Hinman Pierpont (1860-1937). Formatosi come meccanico comincia a lavorare per l’azienda elettronica berlinese Loewe AG e successivamente diventa direttore della fabbrica, sempre di Berlino, che produceva la macchina tipografica Typograph: la Typograph GmbH, funzionale per le composizioni. Alla fine del XIX secolo si trasferisce in Inghilterra entrando a far parte della fonderia Monotype prima come responsabile del livello di qualità dei caratteri tipografici e poi come direttore. Suo compito fu di adattare i caratteri esistenti alle macchine tipografiche della fonderia fino all’invenzione della sua prima font, Plantin, nel 1913. Sempre per la Monotype Pierpont crea, qualche anno dopo la progettazione di Plantin, la font Rockwell. Nasce come sviluppo di una font antecedente, Litho Antico, ma Pierpont antepone nel suo lavoro la ripresa dei modelli americani rispetto a quelli europei.
Rockwell viene presentato in diverse versioni e si presenta fortemente geometrico nelle forme, dal carattere audace e sicuro che vuole trasmettere la sensazione di onestà. Non gli manca la versatilità e la potenza che gli permettono di essere largamente diffuso tutt’oggi nonostante sia nato negli anni trenta del Novecento. Queste sue caratteristiche le possiamo trovare nelle sue linee contundenti e nei terminali angolari. La sua struttura porta a far sì che venga utilizzato per manifesti e titoli, essendo leggibili in brevi testi. Ampio uso ne fecero un’importante casa editrice di poesia la Tall Lighthouse, Guiness World Record e l’Expo 86. In breve tempo divenne il carattere Egizio di maggior successo del XX secolo.
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Accademia Albertina di Belle Arti di Torino Elementi di Grafica Editoriale A.A. 2015/2016