ROVIGO CELLO CITY 2018 “La musica senza affetti e passioni è insignificante” scriveva più di duecento anni fa il violoncellista compositore Luigi Boccherini e il nostro obiettivo principale è proprio quello di appassionare ed emozionare il pubblico con i nostri giovani violoncellisti, affiancandoli a chi suona tutti i giorni nei teatri più importanti del mondo. Nella prima serata la giovane Alessia Bruno avrà l’incredibile opportunità di suonare insieme al grande violoncellista barocco Christophe Coin. Negli altri due concerti nel bellissimo Tempio della Rotonda il Violoncellista Onorario di Rovigo Cello City Giovanni Sollima ci presenterà Fandango e il 1° violoncello del Teatro alla Scala Alfredo Persichilli preparerà e dirigerà i Violoncelli all’Opera. Altri grandi musicisti, non violoncellisti, affiancheranno i nostri giovani talenti: il famoso fagottista Sergio Azzolini con il suo ensemble Onda Armonica, Marina Di Liso, Federico Guglielmo, Maurizio Leoni, Francesco Manara e Vladimir Mendelssohn. Quest’anno potremo visitare il Castello Librario dell’Accademia dei Concordi accompagnati dall’eloquenza e simpatia del suo presidente/ filosofo Giovanni Boniolo sulle note di Bach, ma anche ammirare il bellissimo giardino del Palazzo Torelli/Minadois/Sayler e il chiostro del museo dei Grandi Fiumi. Un concerto di chitarre e violoncelli sarà presentato dal M° Massimo Contiero nella Chiesetta del Cristo, mentre, in Sala Oliva, Luca Simoncini ci farà sognare con alcuni degli adagi più belli scritti per violoncello. Festeggeremo con una mostra alla Gran Guardia e uno spettacolo all’Auditorium del Conservatorio i 10 anni di collaborazione de I Virtuosi della Rotonda con il Teatro Sociale di Rovigo e la Rassegna MUSICA A FUMETTI dedicata ai più piccini. Nell’occasione saranno presenti Alessandro Gottardo della Walt Disney e Fabio Vettori con le sue Formiche. Desidero ringraziare tutto lo staff per la collaborazione nella realizzazione dell’evento, il Conservatorio “F. Venezze” e tutti gli sponsor e sostenitori, senza i quali il Festival sarebbe impossibile da realizzare. Buon violoncello a tutti! Luigi Puxeddu
01
A. VIVALDI (1678–1741)
1032ma manifestazione INGRESSO LIBERO*
Concerto RV 420 per violoncello, archi e basso continuo in la minore Andante - Adagio - Allegro
settembre sabato / h 21 Tempio della Rotonda
IL PRETE ROSSO CHRISTOPHE COIN violoncello SERGIO AZZOLINI fagotto L’ONDA ARMONICA HELENA ZEMANOVÁ DASA VALENTOVÁ violini GIANNI MARALDI viola FRANCESCO GALLIGIONI violoncello NICOLA BARBIERI contrabbasso PABLO KORNFELD cembalo
Concerto RV 415 per violoncello, archi e basso continuo in sol maggiore Allegro - Siciliana - Alla breve
Concerto RV 481 per fagotto in re minore Allegro - Larghetto - Allegro non molto Concerto RV 404 per violoncello, archi e basso continuo in re maggiore Allegro - Affettuoso (Adagio) - Allegro vivace Concerto RV 531 per due violoncelli in sol minore Allegro (moderato) - Largo - Allegro Solisti: CHRISTOPHE COIN e ALESSIA BRUNO Concerto RV 423 per violoncello, archi e basso continuo in si bemolle maggiore Allegro - Largo - Allegro Concerto RV 407 per violoncello in re minore Allegro - Largo - Allegro
Con il contributo della
*Posto a sedere garantito su prenotazione: €10
In chiave di basso: violoncello e fagotto leggono così la musica, anche se poi entrambi (e soprattutto il primo, con le sue quattro ottave abbondanti di estensione) si spingono verso l’acuto della chiave di violino. Dunque, sono vicine le loro voci, entrambe scaldate nel timbro dal legno. Voci estese, duttili, versatili. Non a caso il primo dei legni ad essere inserito stabilmente in orchestra è stato proprio il fagotto, caratterista ironico quando serve, ma anche insostituibile creatore di pathos (Una furtiva lagrima docet). Antonio Vivaldi doveva amare davvero molto il colore strumentale creato dalle voci profonde di questi strumenti, avendo dedicato sia all’uno che all’altro un numero corposo di concerti, in cui essi ricoprono il ruolo, per loro non certo usuale nel Settecento, di solisti: per la precisione, ventisette sono i concerti dedicati al violoncello, e addirittura trentanove al fagotto, un corpus che Sergio Azzolini definisce addirittura come l’“Antico Testamento” all’interno del repertorio fagottistico. Ciò significa che nel catalogo vivaldiano, dopo il prediletto violino, è proprio il fagotto il protagonista del più alto numero di Concerti solistici. Eppure Vivaldi non lo suonava, né i documenti ci forniscono adeguate spiegazioni sulla committenza di queste pagine. Probabilmente, come spesso accade in questi casi, la spiegazione sta nella fascinazione per l’arte di un virtuoso dello strumento, che potrebbe essere il veneziano Gioseppino Biancardi o il boemo Anton Möser, attivo presso la corte del conte-mecenate Wenzel von Morzin. Se dunque per Vivaldi il fagotto divenne potentemente ispiratore nell’età matura, alla composizione per violoncello, invece, egli si dedicò fin dai giovanili anni de L’Estro Armonico (op. III) e della Stravaganza (op. IV). Era lo straordinario momento creativo compreso fra il 1707 e il 1714, in cui il trentenne Vivaldi era già pienamente capace di definire il suo inconfondibile stile compositivo,
fatto di toccante immediatezza e di energetica semplicità. Fra i primi Concerti scritti per strumento solista e archi ci sono proprio molti fra quelli scritti per violoncello, che contribuirono ad emancipare detto strumento dal ruolo di sostegno armonico, a cui lo aveva relegato fino a quel momento la realizzazione del basso continuo. E per otto di questi, fra cui i Concerti RV 407, RV 420 e RV 423 in programma stasera, la partitura parla più precisamente di “violoncello obligato”, in cui lo strumento solista realizza in realtà una preminente funzione concertante, che entra ed esce con grande spontaneità dalla tessitura del tutti. Anche l’interesse vivaldiano per il violoncello ha un mentore, nella persona del Conte Rudolf Franz Erwein von Schönborn, che in gioventù studiò anche in Italia, nel Collegium Germanicum di Roma, dove ebbe modo di dedicarsi all’arte musicale, e in particolare alla tiorba, al violino e al violoncello; costui, durante tutta la sua vita di diplomatico imperiale, si fece procurare numerose copie di opere strumentali italiane, soprattutto grazie al fido musico Franz Horneck, tanto che alla sua morte, nella ricca biblioteca musicale di famiglia c’erano, fra gli altri, 120 Sonate per violoncello e 90 concerti per violoncello obbligato, fra cui appunto quelli vivaldiani. Il Concerto per due violoncelli RV 531 rappresenta, al contrario, un unicum: probabilmente scritto in un periodo più tardo, attorno al 1720 (anche se il manoscritto non dà certezze in tal senso), è percorso da una vigorosa baldanza, che rende capaci i due solisti di avventurarsi con naturalezza alla conquista del registro tenorile dello strumento, tappa fondamentale nella sua emancipazione dal ruolo di mero realizzatore del basso continuo. Quell’emancipazione che accomuna il violoncello e il fagotto nel nome di Vivaldi. Nicoletta Confalone
02
settembre domenica h 9.30, 10 e 10.30 Giardino di Palazzo Torelli/Minadois/Sayler
Via Verdi, 4 1033ma manifestazione INGRESSO LIBERO - Posti limitati su prenotazione gratuita
BACH IN GIARDINO
dalle h 11 alle 12.30 Sala della Gran Guardia 1034ma manifestazione INGRESSO LIBERO
BUON COMPLEANNO MUSICA A FUMETTI!!!!
Mostra sui 10 anni della Rassegna con ALESSANDRO GOTTARDO della Walt Disney
h 18 Auditorium del Conservatorio 1035ma manifestazione
SOTTO LE STELLE Musica a Fumetti
Family concert ALESSANDRO GOTTARDO della Walt Disney disegnerà i suoi personaggi sopra le note di Notturni e Serenate e tra le gag dell’attrice Saida Puppoli. I VIOLONCELLI DI RCC I VIRTUOSI DELLA ROTONDA CLAUDIA LAPOLLA violino
03
settembre lunedì / h 21 Accademia dei Concordi
1036ma manifestazione
ADAGIO AFFETTUOSO LUCA SIMONCINI violoncello DAVIDE FURLANETTO pianoforte
J. S. BACH (1685-1750) Ich ruf zu dir, Herr Jesus Christ (Trascrizione a cura di David Vicentini) F. CHOPIN (1810-1849) Largo dalla Sonata in sol minore op. 65 F. MENDELSSOHN (1809-1847) Lied ohne worte op. 109 J. BRAHMS (1833-1897) Adagio affettuoso dalla Sonata in fa maggiore op. 99 S. RACHMANINOV (1873-1943) Andante dalla Sonata in sol minore op. 19 G. FAURÉ (1845-1924) Après un rêve C. GUASTAVINO (1912-2000) La rosa y el sauce (Trascrizione a cura di David Vicentini) A. PIAZZOLLA (1921-1992) Oblivion (Trascrizione a cura di David Vicentini)
Die blaue Blumen, il fiore azzurro di Novalis, è forse il simbolo più evidente del Romanticismo, del suo slancio a cogliere il mistero delle cose, la natura infinita anche di quel che sembra più umile e definito, come appunto un tenero nontiscordardime. E proprio ripensando alla potenza nascosta di questo effimero fiorellino, il programma di questo concerto può sostanzialmente considerarsi Romantico, anche se, fra i compositori in programma, soltanto Chopin e Mendelssohn sono da considerarsi storicamente Romantici. Ma, a ben vedere, un programma di concerto articolato come un composito florilegio di pagine meditative, spesso estrapolate da un più complesso e organico contesto sonatistico, non può che essere romantico, teso com’è alla ricerca di oasi patetiche e riflessive, in cui l’azione si interrompe, per lasciare spazio a quell’ineffabile che dell’attitudine romantica è uno dei sintomi più eclatanti. Come si è detto, fra questi brani ben tre rappresentano il movimento centrale di altrettante sonate per violoncello e pianoforte, oltre tutto fra le più importanti nella storia dello strumento. Ecco Chopin, il pianista per antonomasia, che si imbarazzava quando gli chiedevano sinfonie ed opere: “…rifletto che uno deve partire dalle piccole cose. Io sono solamente un pianista…” Eppure, fece eccezione per il violoncello, a cui dedicò negli anni della sua maturità alcune significative pagine cameristiche, probabilmente ispirate dal suo timbro così umano, ma al contempo dallo stretto rapporto di amicizia che lo legava al violoncellista August-Joseph Franchomme (1808-1884), che gli fu vicino non solo artisticamente, ma anche nella gestione delle sue finanze, e infine negli estremi giorni dell’agonia (al punto che Chopin, dopo aver ricevuto l’estrema unzione, avrebbe chiesto a Franchomme di suonargli l’incipit della Sonata per violoncello) e ne sorresse poi il feretro ai funerali. Il Largo della Sonata op. 65 si dipana in appena 27 battute, in cui i contrasti che percorrono tutta l’opera si quietano in
un dialogo tanto enigmatico quanto meditativo fra i due strumenti. Anche la Sonata n. 2 op. 99 di Brahms nasce dalle richieste affettuosamente pressanti del violoncellista berlinese Robert Hausmann, membro del Quartetto Joachim, ma, a differenza degli altri movimenti della Sonata, l’elegiaco Adagio affettuoso non risale all’estate del 1886, ma a vent’anni prima, essendo stato scritto da Brahms per la prima sonata per violoncello, l’op. 38, e poi eliminato dalla versione definitiva di quell’opera. La presenza attiva di un celebre violoncellista aleggia anche sulla Sonata op. 19 del giovane Rachmaninov: è Anatol Brandukov, partner concertistico del compositore russo, e probabilmente responsabile di una scrittura strumentale molto complessa, ma sempre eseguibile, pur se riservata a musicisti di valore. Una complessità che peraltro tiene indenne proprio l’Andante, in cui Rachmaninov si abbandona a quel tono crepuscolare a lui così congeniale, pienamente espresso dai Preludi per pianoforte. A questi movimenti lenti di sonata, fanno da corona cinque gemme, in cui il canto intensamente struggente del violoncello può esprimersi al meglio: si va dalla umanissima ricerca della trascendenza del Preludio -corale BWV 639 di Bach (Ti chiamo, Signore Gesù Cristo, è la traduzione italiana del suo titolo) alla malinconia che si increspa di agitazione dell’op. 109 di Mendelssohn, una delle rare Romanze senza parole non concepite per pianoforte solo; e poi c’è il violoncello che, forte dei suoi mezzi espressivi, rivaleggia con la voce umana e interpreta canzoni, scritte appunto per voce accompagnata: si passa dal dispiacere del sogno svaporato al risveglio, in Après un rêve, Mélodie di Fauré, all’accorata tristezza per la fine di un amore, raccontata in La rosa y el sauce, canzone argentina di Guastavino, per concludere con la famosissima Oblivion di Piazzolla. E dopo l’oblio, resta soltanto il silenzio. Nicoletta Confalone
05
settembre mercoledì / h 21 Tempio della Rotonda
1037ma manifestazione INGRESSO LIBERO*
FANDANGO FRANCESCO MANARA FEDERICO GUGLIELMO violini VLADIMIR MENDELSSOHN viola GIOVANNI SOLLIMA LUIGI PUXEDDU violoncelli
F. SCHUBERT (1797-1828) Quintetto in do maggiore D 956 op. 163 (1828) -Allegro ma non troppo -Adagio -Scherzo -Allegretto L. BOCCHERINI (1743-1805) Quintettino dello Scacciapensiero G 336 (1786) -Lento e amoroso -Allegro giusto ‘dello Scacciapensiero’ -Minuetto, Allegro assai (Trio) G. SOLLIMA - L. BOCCHERINI Fandango
Concerto realizzato con il sostegno del
*Posto a sedere garantito su prenotazione: €10
Dal cielo alla terra. È questa la direzione in cui si muove il concerto di stasera. Perché si parte dalle altezze sovrumane del Quintetto per archi in do maggiore D 956 di Schubert, si transita per la raffinata levità di uno dei Quintettini di Boccherini, evocatore di uno strumentino tanto disimpegnato quanto caratteristico, lo scacciapensieri, per approdare alla carnalità del fandango, danza andalusa di coppia dalle origini antichissime, ma di grande successo soprattutto nei turbinosi decenni a cavallo fra Sette e Ottocento, al punto che proprio Giacomo Casanova: sentenziava: “Nessuna donna può rifiutare nulla a un uomo con cui ha ballato il fandango.” Questa danza ricorre nelle composizioni di Giovanni Sollima: al principio, nel 2005, c’è il fandango del suo Concerto per violoncello intitolato L.B. Files, mentre sono più recenti le riscritture per vari organici violoncellistici del famosissimo Fandango di Boccherini, frutto della collaborazione con il regista Carlos Saura, autore del film La jota, uscito nel 2016, e col danzatore Valeriano Paños, che di quel film è uno degli interpreti. Il fandango che verrà suonato stasera ripensa a Boccherini, ma anche ad altre espressioni colte di questa danza (come i fandanghi di Soler e di Domenico Scarlatti), riprendendo l’organico strumentale della prima versione boccheriniana, che risale al 1788 ed è il terzo ed ultimo movimento del Quintetto in re maggiore per due violini, viola e due violoncelli op. 40 n. 2 (G. 341). Una decina di anni più tardi, nel biennio 1798/99, il compositore lucchese riadattò una serie di suoi Quintetti giovanili per l’organico del Quintetto con chitarra, in omaggio a François de Borgia, Marchese di Benavente, chitarrista dilettante. Nacquero così I dodici Quintetti con chitarra, fra I quali uno dei più famosi è il n. 4 (G. 448), che accosta movimenti dell’op. 10 n. 6 (G. 270) al Fandango, e rappresenta la versione più eseguita di questa pagina, grazie all’affascinante sinergia fra il timbro chitarristico, che nell’immaginario collettivo
è sinonimo di ispanidad, e una danza visceralmente spagnola, quale è appunto il fandango. Sollima riporta questa pagina alla sua dimensione originaria, depurata da suggestioni di chitarre e nacchere: il quintetto con due violoncelli, che è l’ensemble prescelto, è un organico cameristico molto amato da Boccherini, ma una quarantina di anni dopo, nella Vienna caput mundi musicale, l’identica scelta di Schubert suona come una novità assoluta, considerando che sia Mozart che Beethoven avevano dilatato il quartetto tradizionale con l’aggiunta di una viola, mentre la scelta di un secondo violoncello va nella direzione di un timbro più scuro, caldo e lirico, che proprio grazie alle sue radici nella profondità dei registri medio-grave, riesce ad ampliare lo spettro coloristico dell’insieme; la maggiore ricchezza cromatica stimola l’innata tendenza schubertiana alla dilatazione formale, e fa di questo capolavoro, con la sua durata vicina all’ora, l’opera cameristica più estesa di Schubert, insieme all’Ottetto D 803. Siamo nell’ultimo, intensissimo, anno della breve vita di Schubert, anzi, negli ultimi mesi, perché Schubert scrisse all’editore Probst di averlo terminato il 2 ottobre 1828. La morte lo porterà via con sé poche settimane dopo, il 19 novembre 1828. È l’incredibile stagione creativa dello Schwanengesang D 957, dell’ultimo trittico delle Sonate per pianoforte D 958/960 e dell’abbozzo della Decima Sinfonia: Schubert riesce a conciliare l’arditezza delle modulazioni con la schiettezza dei ritmi di danza, la magniloquenza di un respiro orchestrale con la magia di momenti di assorta pace. È un commiato che abbraccia la vita nelle sue più multiformi espressioni, e proprio in quell’abbraccio se ne allontana. Tutt’altra cosa dal fuoco del fandango, “La danza che incendia l’anima.” Ancora una volta, parola di Casanova. Nicoletta Confalone
08
settembre sabato / h 21 Tempio della Rotonda
1038ma manifestazione INGRESSO LIBERO*
VIOLONCELLI ALL’OPERA MARINA DE LISO mezzosoprano MAURIZIO LEONI basso/baritono ALFREDO PERSICHILLI MARTINA LOPEZ violoncelli I VIOLONCELLI DI ROVIGO CELLO CITY Alberto Baldo, Michele Ballo, Alessia Bruno, Maria Chiara Casali, Caterina Colelli, Edoardo Francescon, Marina Pavani, Luigi Puxeddu, Anastasia Rollo, Luca Simoncini. Al contrabbasso Enrico Benà e Alessandro Spada. Trascrizioni di Luigi Bedin
G. ROSSINI (1792-1868) Dal Guglielmo Tell: Ouverture - Resta immobile W. A. MOZART (1756-1791) Dal Don Giovanni: Batti batti, bel Masetto G. ROSSINI (1792-1868) Dal Barbiere di Siviglia: Largo al Factotum - Una voce poco fa G. ROSSINI (1792-1868) Da Italiana in Algeri: Ai capricci della sorte J. MASSENET (1842-1912) Da Thais: Meditation Da Erinnyes: Elégie, (Tristesse du soir) G. BIZET (1838-1875) Dalla Carmen: Duetto G. VERDI (1813-1901) Fantasia dal Rigoletto per due violoncelli Solisti: ALFREDO PERSICHILLI e MARTINA LOPEZ Dal Rigoletto: Cortigiani, vil razza dannata Dal Don Carlo: Ella Giammai m’amò G. ROSSINI (1792-1868) Dal Barbiere di Siviglia: Dunque io son
Con il contributo della
*Posto a sedere garantito su prenotazione: €10
Un’orchestra interamente composta da violoncelli (con il sostegno di due contrabbassi) sarà la protagonista di questo viaggio nell’affascinante mondo dell’opera lirica. Si tratta di un’occasione unica in cui verrà data eloquente prova delle capacità dello strumento: da un lato è dotato infatti di rara cantabilità e considerevole estensione sonora, dall’altro di un suono morbido ed avvolgente. Un’orchestra così costituita si caratterizza dunque per una notevole varietà e densità sonora di assoluto impatto. In linea con le celebrazioni dei 150 anni della morte, il programma prevede un omaggio a Gioacchino Rossini. Il musicista pesarese in effetti è stato punto di riferimento fondamentale per la definizione dell’opera lirica, completando la precedente esperienza buffa e arrivando a portarla verso una soluzione di comicità più totale con punte di moderno surrealismo, e allo stesso tempo inglobando nel genere serio elementi di importazione francese. Il Guglielmo Tell, messo in scena all’Opera de Paris il 3 agosto 1829, segna peraltro la conclusione della carriera di Rossini in qualità di operista; e corrisponde inoltre al punto di congiunzione tra Classicismo e nuova corrente Romantica. La trama, alquanto intricata, narra la storia della liberazione de popolo svizzero dalla dominazione austriaca e le gesta del leggendario arciere Guglielmo Tell. L’ouverture sintetizza tutta la vicenda narrata ed è suddivisa al proprio interno in quattro sezioni: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti, la tempesta, l’andante pastorale, e la fanfara che conduce al grande finale. L’aria “Resta immobile” è uno dei momenti di maggior pathos e struggente fascino: cantata dal protagonista che, per vincere la sfida e trafiggere il pomo con il proprio arco, raccomanda la totale immobilità al proprio figliolo sul cui capo è stato posto il frutto. L’accompagnamento del violoncello è di rara e meravigliosa cantabilità. Tratta invece del grande repertorio mozartiano, “Batti batti, o bel Masetto” è anch’essa un’aria in cui il violoncello è strumento “solo” che accompagna mirabilmente la linea del canto. Questa scena del Don Giovanni è divisa in due parti: nella prima Zerlina invita Masetto a punirla al fine, nella seconda, di ricomporre i loro dissidi causati dall’arrivo del seduttore Don Giovanni. Ma torniamo nuovamente a
Rossini con il Barbiere di Siviglia; le due cavatine, ovvero le arie che servono da presentazione dei vari personaggi (Figaro e Rosina), sono probabilmente tra le pagine più amate e celebri dell’intero repertorio. Il duetto tra i due, inserito nel finale del programma, palesa il ricambiato interesse tra il Conte d’Almaviva e Rosina e pone Figaro in qualità di intermediario; Rosina dimostra fin da subito le proprie doti di astuzia e abilità nel corteggiamento. L’altro celeberrimo duetto tra Isabella e Taddeo propone lo stesso clima brillante: i protagonisti qui decidono di fingersi parenti («sarem nipote e zio») per “gabbare” il Mustafà dell’Italiana in Algeri. I punti di contatto tra Rossini e la Francia sono molteplici e davvero affascinanti, non è questa la sede in cui affrontare l’argomento ma è proprio a quella direzione geografica che il programma volge proponendo ora pagine tratte dal repertorio più marcatamente romantico. La Meditation de Thaïs, è pagina di lirismo in cui il tema descrive in maniera mirabile il miracolo spirituale e la trasfigurazione estatica di quella che era stata una donna impura, ora redenta dalla penitenza. La Elegie è invece costituita da un toccante tema legato dal clima marcatamente malinconico, la voce e il violoncello cantano in modo appassionato fondendo le loro anime in un unico profondo afflato. Il duetto di Carmen, dall’ultimo atto dell’opera, è ricco di eleganza e cantabilità: si tratta di una breve scena d’amore tra Carmen ed Escamillo prima dell’arrivo di Don Josè e degli eventi terribili che seguiranno nella vicenda. Nel programma troviamo successivamente due opere del Verdi più maturo, ovvero Don Carlos e Rigoletto. Le variazioni e trascrizioni dei temi più famosi diventano qui testimonianza tangibile della diffusione dei contenuti e ovviamente del rilevante valore musicale e teatrale. “Cortigiani vil razza dannata” infatti è una delle scene più disperate, drammatiche ed assolute del teatro lirico: il padre che chiede di riavere la figlia e disprezza il mondo per tale dolore, assume qui una valenza universale. La struttura è idealmente divisa in tre parti: la prima ha il carattere della disperazione e della rabbia, la seconda della supplica straziata, la terza contiene invece la nobile richiesta del perdono ai cortigiani stessi e la restituzione della figlia. Gerardo Felisatti
09
09
1039ma manifestazione INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti
1042ma manifestazione INGRESSO LIBERO
Un breve intervento musicale di Alessia Bruno al violoncello ed Enrico Benà al contrabbasso, seguito da brioches, caffè e the caldo, in collaborazione con il bar pasticceria Gocce di Miele
MARINA DE LISO, voce
settembre domenica h 8 Chiostro del Museo dei Grandi Fiumi
ROSSINI CON BRIO(CHES)
h 9.30, 10.15 e 11 Accademia dei Concordi 1040ma manifestazione INGRESSO LIBERO Posti limitati su prenotazione gratuita
SUITE NEL CASTELLO
Scalata di 6 piani del castello librario accompagnati da Giovanni Boniolo, Presidente/Filosofo dell’Accademia dei Concordi, che nel tragitto si fermerà ad illustrare alcuni dei libri più rari della biblioteca sulle note di Bach. E’ sconsigliata a persone di ridotta mobilità, si avvisa che gli spazi saranno ridotti e che non è consentito portare borse durante la visita. Il numero massimo per appuntamento è di 12 persone su prenotazione gratuita da fare in sede dal 27 agosto (ore 10-12).
h 11.30 Sala della Gran Guardia 1041ma manifestazione INGRESSO LIBERO
I PICCOLI VIOLONCELLI DI ROVIGO CELLO CITY
LUIGI BEDIN tastiera PAOLO ANDREOTTI batteria Concerto dei piccoli violoncellisti del Conservatorio F. Venezze e della Scuola Suzuki del Veneto. Docenti Sara Zalloni, Edvige Forlanelli e Marta Storer.
settembre domenica h 16.30 Chiesetta del Cristo
6+4 STRINGS ENSEMBLE Le 6 corde delle Venezze ChitarrEnsemble dirette da Monica Paolini e le 4 corde dei violoncelli di Rovigo Cello City. Trascrizioni di Luigi Bedin Presenta il M° Massimo Contiero J. S. BACH (1685-1750) Aria dalla cantata BWV 156 per violoncello H. VILLALOBOS (1887-1959) Aria dalla Bachiana n. 5 (Cantilena) MARINA DE LISO voce J. RODRIGO (1901-1999) Adagio dal Concerto De Aranjuez per chitarra A. VIVALDI (1678-1741) Concerto RV532 per due chitarre Allegro - Andante - Allegro
dalle h 17.30 alle 19 Sala della Gran Guardia 1043ma manifestazione INGRESSO LIBERO
BUON COMPLEANNO MUSICA A FUMETTI!!!! Chiusura della mostra con alcuni interventi musicali dei Virtuosi della Rotonda e dell’attrice Saida Puppoli commentati in diretta dal famoso disegnatore FABIO VETTORI CON LE SUE FORMICHE.
I Concerti in Rotonda dell’ 1, 5 e 8/09 sono ad ingresso libero con possibilità di prenotazione del posto a sedere al costo di € 10 presso la sede dell’Associazione a partire dal 27 agosto, tutti i giorni dalle ore 10 alle 12, esclusa la domenica. I concerti del 2 e 3/09: Ingresso gratuito per i soci dell’Associazione Venezze e gli studenti del Conservatorio. Per i non soci € 10 biglietto intero, € 5 ridotto per i minori di 18 anni. I biglietti sono acquistabili mezz’ora prima dei concerti. BACH IN GIARDINO (via Verdi, 4) e SUITE NEL CASTELLO (Accademia Dei Concordi) sono ad ingresso libero con posti limitati prenotabili a partire dal giorno 27 AGOSTO, tutti i giorni dalle ore 10 alle 12, esclusa la domenica, in sede dell’Associazione. In caso di maltempo Bach in giardino viene annullato. In sede si possono acquistare al prezzo di € 10 le magliette di RCC. La Chiesa del Cristo si trova in via 4 Novembre L’Auditorium del Conservatorio si trova in via Pighin La Chiesa della Rotonda si trova in Piazza XX Settembre Il Giardino di Palazzo TORELLI/MINADOIS/SAYLER (XVII secolo) si trova in via Verdi, 4 La Sala della Gran Guardia si trova in via Cesare Battisti, 8 (angolo Piazza Vittorio Emanuele) Il Chiostro del Museo dei Grandi Fiumi si trova in Piazza San Bartolomeo, 18 Consiglio Direttivo dell’Associazione Musicale F. Venezze: Presidente e Direttore Artistico Luigi Puxeddu Vice Presidente e Tesoriere Nicoletta Confalone Consigliere e Segretario Luigi Spoladore Consigliere Angela Biasin Consigliere Leonardo Chini Consigliere Gerardo Felisatti Consigliere Marco Schiavon Staff tecnico e organizzazione: Annalaura Dolcetto e Gianluca Quaglio
Associazione Musicale “F. Venezze” - Vicolo Venezze, 2 - Rovigo - Tel. 0425-21405 info@associazionevenezze.it - www.associazionevenezze.it - www.rovigocellocity.it Seguici su Facebook Rovigo Cello City
Photo di pagina 6, 7, 16, 17, 20, 21 © Luca Biasioli Illustrazione di pagina 10, 11 © Alessandro Gottardo Illustrazioni di pagina 2, 3, 24, 25 © Fabio Vettori Le biografie dei musicisti sono scaricabili dal sito www.rovigocellocity.it Realizzazione grafica: TERAPIXEL grafica - Rovigo
In stampa Agosto 2018 Opuscolo stampato su carta offset 170 gr.
Riassunto Eventi RCC 2018
01/09 - h 21 - IL PRETE ROSSO dom 02/09 - h 9.30 - BACH IN GIARDINO - 1° turno sab
- h 10 - BACH IN GIARDINO - 2° turno - h 10.30 - BACH IN GIARDINO - 3° turno - h 11/12.30 - Inaugurazione MOSTRA - h 18 - SOTTO LE STELLE*
lun
- h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI - h 21 - ADAGIO AFFETTUOSO*
mar
- h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI
- h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI - h 21 - FANDANGO
gio
- h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI
03/09
04/09 mer 05/09 06/09 ven 07/09 sab 08/09
09/09
dom
* ingresso a pagamento
- h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI - h 17.30/19 - MOSTRA MUSICA A FUMETTI - h 21 - VIOLONCELLI ALL’OPERA - h 8 - ROSSINI CON BRIO(CHES) - h 9.30 - SUITE NEL CASTELLO - 1° turno - h 10.15 - SUITE NEL CASTELLO - 2° turno - h 11 - SUITE NEL CASTELLO - 3° turno - h 11.30 - I PICCOLI VIOLONCELLI DI RCC - h 16.30 - 6+4 STRINGS ENSEMBLE - h 17.30/19 - Chiusura MOSTRA Manifestazione per i più piccini
Posti limitati su prenotazione