Nuovo Corso Numero 2 Novembre 2009

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registrazione Tribunale di Avellino n. 2 del 5 marzo 2009

Anno I numero 2 ottobre 2009

fondATo dAl CenTro

Pr ov inc ia:

S TudI A lCIde

de GASperI dI

A lTAvIllA

Alt a vi lla Una Fornace Romana nel cuore del paese

Stanziati i fondi per i senza lavoro pagina 6

DISTRIBUZIONE GRATUITA S to ri a d i A l t av i l l es i Palazzo Comitale: La storia infinita pagina 7

pagina 3

ESCLUSIVO

Il mistero del film di San Pellegrino Dopo una lunga ricerca si scopre su internet l’esistenza di un cortometraggio sulla vita del santo venerato nella Chiesa Madre di Altavilla. Del Film, girato negli anni 30, si sono perse le tracce ma fu proiettato anche negli USA Tra le quinte della storia della cinematografia italiana, con precisione dal periodo del cinema muto, si nasconde un opera su San Pellegrino Martire. Un lungometraggio girato ad Altavilla negli anni 30 del secolo scorso. Un film commissionato da un gruppo di emigranti irpini devoti al Santo le cui reliquie sono custodite del Santuario decidato a lui ed a San’Alberico Crescitelli. Un evento perduto nella memoria del passato ma che resta traccia in internet. Ricercando, infatti, su google, nella sezione dedicata ai libri, tra tante perle custodite dal gigantesco motore di ricerca, salta fuori l’opera “Trionfo Cristiano”, pellicola lunga, probabilmente 40 minuti, in cui venivano esaltate le gesta del santo. Servizio Pag. 3

Mario Sandoli “LA “PASQUA” POLITICA DELLA NOSTRA PROVINCIA” Fino a ieri in Provincia c’era buio profondo. Tuoni e pioggia si riversavano violentemente sulla terra. Cielo e terra stavano per toccarsi. Viene in mente la “Storia” per eccellenza. Che la ricordiamo. Il Figlio di Dio fattosi Uomo lancia un ultimo disperato appello al Padre che sembra averlo abbandonato. Uno dei due ladroni che condividono la Sua stessa sorte, “provocava” guadagnandosi, così, l’inferno. L’altro invece, “credendo”, si guadagnò il Cielo. Si racconta: morì sulla Croce e quanto riportato dalle Sacre scritture si compì. Poi, all’incredulità per una morte non prevista, segue lo stupore della Resurrezione. La provocazione della Croce, l’umiliazione che ne segue, può gettare tutti nello sconforto. Chi in modo approssimativo si avvicina al mistero della Croce, può in qualche modo esserne “vittima”. Chi ne intuisce, invece, la speranza che quella Croce può dare, allora ne consolida il suo cammino spedito nella vita. La Croce va presa come un dono. Non può essere immaginata come una punizione od un

evento non gradito. E’ la strada maestra per vivere la vita secondo i precetti di giustizia. Perché, poi, a ben portarla è seguita dalla Resurrezione. Che spettacolo. E quanto mistero. Gli occhi umani che hanno visto cadere l’Uomo per eccellenza, lo hanno visto sbeffeggiato, deriso, si devono piegare al Mistero della sua Resurrezione. E’ tutta qui la chiave di lettura della nostra Storia. La vita che risorge, che vince la morte. Il bene che trionfa, che sconfigge il male. E’ la Pasqua di Resurrezione. “Pasqua di Resurrezione politica” per la nostra Provincia. La Pasqua, questa, che dà un messaggio di vita e di speranza per tutti, perché la Pasqua non è un piegarsi pietoso sul sepolcro e sulla morte, ma ricevere un nuovo slancio, spezzare il pane con Lui per poterlo spezzare poi con ogni uomo, ovunque c’è bisogno. Anche qui, in Provincia, i segni della Pasqua sono ancora piccoli, ma ben evidenti. E i fori dei chiodi sulla carne sono ancora ben visibili. Eppure c’è di nuovo una vita di attività e di proposte che prova a rinascere intorno al sepolcro vuoto. Noi, caparbi sognatori, cerchiamo di trovare i segni, qui in Provincia, della speranza. Noi, oggi, siamo testimoni di segni di speranza. E spettatori anche di un nuovo linguaggio politico. La politica ci ha troppo diviso. E nonostante questo noi dobbiamo inseguire la speranza. Il gesto politico, sia inteso come confronto e nient’altro. Continuiamo, pure a dividerci su tutto, a condizione però che prevalga la speranza. Il dibattito politico sia seme che dia coraggio a tutti. Quale può essere il gesto per eccellenza? Considerarci avversari, leali sempre, ma mai, mai nemici.

FOCUS SULLA DROGA COME CONOSCERLA? COME EVITARLA? a pag. 2

Certo, specie quando il linguaggio è abbandonato a se stesso tante sono le ferite che si lasciano sul campo. E allora è possibile che lo scoramento chiude alla speranza perché può immaginarsi che la speranza non chiude da sola le ferite. E allora quali Vie dolorose restano nella Provincia di oggi? Le ferite, ci sono. Provocate dalla incapacità di precedenti “testimoni”. Restano, per questo, ancora aperte e per sanarle ci vorrà del tempo. Le Vie dolorose qui in Provincia sono ancora tante. E’ vecchio retaggio. Penso alle incomprensioni, al lavoro che non c’è, al disagio giovanile, alle tante invocazioni inascoltate di aiuto, alla incapacità di chiunque a fare un passo indietro: credo che questa sia la principale Via Dolorosa qui in Provincia. E allora immaginiamoci tutti come “infermi” ma ostinati a salire i gradini stretti e ripidi del Calvario. Una immagine, questa, che descrive molto bene i volti della sofferenza di tutti noi qui in Provincia. Da un lato c’è la vicenda umana che ci costringe ogni giorno a sperimentare il “limite”. Dall’altro c’è la nostra forza interiore che riesce a superare ogni ostacolo, ad andare oltre. Salendo quelle scale allora noi testimonieremo che la vera forza non viene da noi stessi, ma dalla convinzione che è indifferibile bere il calice delle sofferenze, fare nostro il disagio che è preda delle giovani generazioni, lottare per una Provincia viva, onesta e sicura nella via della sua rinascita. Da poco, qui in Provincia, per quello che ci è dato di vivere, per la nuova luce che illumina i nostri territori, è finalmente Pasqua.

SPECIA LE

S I P R E S E N TA P R E M I @ LTAV I L L A L A M A N I F E S TA Z I O N E C H E P R EMIA G L I A LTAV I L L E S I I L L U S T R I a p ag 4 e 5

LA NOTA di Stella iasiello Dura vita di una scrittrice di paese a pag. 6 dopo le primarie

La Vignetta

L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

INCHIESTA

Bar Altacauda Showroom di Altavilla Irpina Via Crescitelli, 30

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Il Nuovo Corso ottobre 2009

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InCHIeSTA

Indagine a tutto campo sulle droghe in circolazione e sugli effetti dannosi delle sostanze stupefacenti. Come fare per accorgersene? Ma sopratutto cosa dobbiamo fare?

I n ch ies t a D roga: I l p rob lem a d el t erzo millen n io! ALTAVILLA IRPInA. - La droga è un veleno e l'effetto che essa produce dipende dalla quantità di sostanza assunta. Ma perché una persona assume droga? Una persona assume droga per evitare una condizione fisica o mentale indesiderata. La droga, qualsiasi droga, interferisce sia sulla fisiologia naturale dell'organismo sia, e soprattutto, sulla mente. La mente registra la sensazione piacevole data dalla droga, associandola al momento in cui è stata assunta. Quindi sarà la mente stessa ad indurre la persona a nuove assunzioni ogniqualvolta si ripresenterà una situazione simile a quella che ha registrato, seguendo un meccanismo irrazionale di stimolo-risposta. Così ha inizio la dipendenza dalla droga, con tutti i danni fisici e mentali che essa determinerà. La droga ha sempre fatto parte della cultura dell’uomo, ma mentre fino alla metà dell’800 era riservato alle caste nobili di alcuni popoli, in particolari aree geografiche, ed a particolari e specifiche occasioni (riti sciamanici o religiosi), dalla seconda metà dell’800 le sostanze più svariate iniziarono ad avere una grande diffusione vuoi per scopi terapeutici, vuoi per scopi i ricreativi. Ulteriore impulso per lo sviluppo di droghe sintetiche fu dato dalle ricerche belliche che dovevano sopperire alle necessità di molecole efficaci ed a bassocosto. Dal 1960 in poi la droga venne resa popolare dai fenomeni musicali e dai mass media, fino ad invadere ogni aspetto e settore della società, dallo studente universitario al frequentatore delle discoteche, dall’adolescente, dalla casalinga al dirigente d’azienda, dal professionista al politico. Secondo un rapporto redatto nel 2005 dalle Nazioni Unite sulle droghe nel mondo, è emerso che circa il 4% della popolazione mondiale fa uso di marijuana, con un aumento del 300% rispetto ad un precedente studio dei quindicenni che hanno fatto uso di marijuana. In aumento anche i giovanissimi che fanno uso di cocaina ed alcool. Nella società c’è chi, purtroppo, cerca di promuovere e diffondere l’uso di droga ed alcool per proprio profitto o guadagno. Ogni anno milioni di vite vengono distrutte dagli effetti diretti o indiretti della droga. L’aspetto più preoccupante del problema è il danno creato ai giovani e la minaccia che la diffusione della droga rappresenta per il futuro di ognii nazione. Il numero dei giovani che iniziano a far uso di droga aumenta sempre più: per questo motivo è di vitale importanza fornire informazioni utili sui pericoli che la droga rappresenta. Come Accorgersi se una Persona Comincia a Fare Uso di Droghe e Alcool Nella fase iniziale della dipendenza, il comportamento di chi fa uso di droghe o alcool solitamente non dà adito a preoccupazioni nelle persone che gli sono vicine e che gli vogliono bene. Quindi, come accorgersi se una persona fa uso di droghe? Durante le prime settimane, l'individuo è convinto che si tratti solo di un’esperienza e che smetterà subito; non sa che molto probabilmente diventerà un tossicodipendente o alcolista. Successivamente la tossicodipendenza o l'alcolismo cominciano a far parte della sua vita e la personalità del soggetto inizia a subire dei cambiamenti. Il tossicodipendente o l'alcolista inizia ad avere sbalzi di umore e/o di comunicazione molto ben individuabili: non dà più importanza alla sua immagine, ha lo sguardo perso, non dà importanza a ciò che gli accade intorno e manifesta un atteggiamento di ostilità nei confronti delle persone a lui care. Lo scopo di tali atteggiamenti è di non “farsi scoprire”, il tossicodipendente o alcolista sa che ciò che fa è sbagliato e non vuole che gli altri lo sappiano. Per mantenere questo segreto, comincia a chiudersi sempre più in se stesso. Comincia ad abbandonare gli amici di sempre, prova sempre meno interesse nelle cose che ha sempre fatto e, pian piano, sarà sempre meno presente nell’ambito familiare: ovviamente cerca di mascherare questi atteggiamenti tramite scuse: “sono stanco”, "dite sempre le solite cose che non mi interessano”, “sto attraversando un periodo in cui ho bisogno di stare solo”, “ho litigato con la ragazza”. L'applicazione del tossicodipendente o dell'alcolista verso lo studio o il lavoro diminuisce. I sintomi fisicidi chi fa uso di droghe si manifestano in parecchi modi. Nella persona che fa uso di hashish o marijuana, gli occhi sono arrossati e lucidi, ha sempre un sorriso ebete sulle labbra, è assente nei discorsi. Prova un immenso piacere per i dolci . Sarà molto isolato, immerso nei suoi “viaggi”. Una persona che fa uso di eroina, metadone e morfina, ha le pupille “a spillo”, con gli occhi molto lucidi. Una caratteristica di queste droghe è che la persona si gratta continuamente in varie parti del corpo. Tende ad addormentarsi ogni qualvolta si trova a leggere, a guardare la televisione o semplicemente quando non sta facendo niente. Perde l’appetito e beve molti liquidi. Un altro sintomo, specialmente all’inizio della dipendenza di questa droga, è il vomito. Chi fa uso di eroina e morfina

dimagrisce a vista d’occhio. Questo è dovuto principalmente alla droga che sta assumendo per la mancanza di appetito che provoca. La persona che usa metadone, in molti casi tenderà gonfiarsi: questa è una caratteristica della droga chimica. La persona si gonfia, non ingrassa. Una persona che fa uso di cocaina o di anfetamina ha sbalzi di umore molto veloci. Può passare da uno stato di iperattività e di euforia ad uno stato di abulia, in maniera così veloce da lasciare attonita la persona vicina a lui. I suoi occhi sono molto lucidi, e quasi spiritati. Parla in continuazione e in moltissimi casi ha labbra e lingua molto pallidi. Muove la bocca in continuazione, come se stesse masticando anche se non ha nulla in bocca. I consumatori di queste droghe solitamente smettono di mangiare regolarmente; piluccano solo pochissimi cibi e non dormono la notte, salvo cadere in un sonno profondo dopo alcune notti passate insonni. Solitamente questo succede quando arriva il “down”. L'astinenza da alcool è più drammatica dell'astinenza dall'eroina, inizialmente si manifesta con il tremore delle mani, nei casi estremi ci sono episodi di delirio e convulsioni. L'intossicazione da alcool o ubriachezza provoca un’incapacità di coordinazione dei movimenti, lentezza dei riflessi, difficoltà a parlare, e soprattutto tendenza all'aggressività. Le cifre parlano da sole. Ogni anno decine di migliaia di persone muoiono a causa degli effetti diretti o indiretti del consumo di alcool. Più o meno la metà degli incidenti stradali mortali e una percentuale consistente dei reati di violenza sono da ricondursi a una coscienza annebbiata dall'alcool. Le persone che fanno uso di allucinogeni, solitamente fanno il “viaggio” in ambienti dove nessuno li può vedere. Questo perché solitamente il “viaggio ”, porta la persona fuori dal tempo presente, in una dimensione che non è quella attuale, fatta di colori, suoni e movimenti indotti dalla droga assunta. Una persona in questo stato , difficilmente percepisce quanto avviene attorno per cui non riuscirebbe a fare un discorso sensato con una persona normale. Le persona che fanno uso di queste droghe, tendono comunque a chiudersi molto in se stesse: la loro comunicazione si interrompe, non trovano più niente di interessante in ciò che li circonda, tendono a stare isolate o con altre persone che fanno uso dello stesso tipo di droga. Hanno uno sguardo perso nel nulla. Test droga/test antidroga Come individuarne le tracce Data la recrudescenza e la diffusione del fenomeno dell’uso di droga (cocaina, marijuana, eroina, alcool, anfetamine, ecc.), da alcuni anni a questa parte sono disponibili su ordinazione in farmacia dei test antidroga, che offrono uno strumento concreto per individuare con un semplice test droga, le tracce di sostanza presenti nelle urine o nella saliva. Tali drug test o test antidroga sono disponibili in libera vendita presso le farmacia ed accessibili a tutti coloro che hanno dei dubbi su un possibile uso di sostanze stupefacenti o abuso di alcool da parte di un proprio caro o amico. È quindi possibile eseguire un test antidroga senza necessariamente andare in un laboratorio di analisi, nell'assoluta tranquillità della propria casa e senza alcuna intromissione nella privacy familiare. Fare un test droga vuol dire accertare la presenza nelle urine di sostanze metaboliti delle varie droghe o dell’alcool. Il droga test può avere una buona efficacia tra la prima e le successive 60 ore dall’ultima probabile assunzione di droghe o alcool e la sua attendibilità dipende dai metaboliti delle sostanze che riesce a rilevare. Laddove, nonostante i risultati ottenuti dal test droga effettuato in casa, dovessero sussistere dubbi, si consiglia di effettuare dei droga test in un laboratorio di tossicologia clinica per determinare la presenza nei liquidi organici di sostanze d’abuso. Per quanto riguarda l’analisi del capello, l’efficacia del test antidroga dipende dalla lunghezza del capello e dall'intensità dell'assunzione. Teoricamente in un soggetto con capelli lunghi, in cui l'assunzione di droghe NON sia stata occasionale, ma ripetuta, il test antidroga ha la possibilità di individuarne le tracce anche per diversi mesi e perfino ad anni. Informazioni sui Vari Tipi di Droghe .Presentiamo di seguito una panoramica di sui tipi di droghe per conoscerne più dettagliatamente le caratteristiche, gli effetti, i danni e la dipendenza. Alcool L’alcool la droga più utilizzata. Costa poco, è reperibile ovunque, in qualsiasi momento, ed è socialmente accettato. Ovunque, dove le persone si incontrano si beve alcool. Dove si festeggia spesso ci si ubriaca. L'abuso di alcool viene menzionato raramente, ma le cifre di morti per malattie ed incidenti stradali e sul lavoro alcool-correlati parlano da sole. Cannabis: Hashish e Marijuana Con il termine Cannabis o cannabinoidi si intendono indifferentemente tutte le diverse droghe derivate dalla cannabis sativa o indica, ossia hashish e marijuana. Contrariamente ai tanti nomi e pseudonimi rassicuranti del gergo creato dai suoi assuntori, la sostanza attiva nella cannabis è un allucinogeno

(il THC, ovvero Delta-9-tetraidrocannabinolo), ossia di una sostanza capace di alterare il modo in cui la mente percepisce la realtà circostante. Tanto la marijuana quanto l’hashish sono solitamente assunti fumandoli in una sigaretta (spinello, joint, canna, cannone). Ma spesso queste sostanze vengono consumate fumandole per mezzo di pipe e più raramente mescolate al cibo o preparate come tisane. Cobret Il cobret è eroina molto grezza, scarto del processo di produzione dell’eroina (una dose contiene dal 15 al 25% di sostanze psicoattive) e si presenta come una polvere che ha l’aspetto dello zucchero di canna che venduta in palline avvolte in cellophane. Il Cobret bruciando dà origine a volute di fumo che ricordano la “coda del drago” ed offre per pochi euro una fortissima dipendenza. Cocaina La cocaina è l’alcaloide attivo delle foglie di coca dalle quali è stata purificata nel 1860 da chimico tedesco Albert Niemann. Usata nelle sue forme chimiche (cloridrato e base libera o crack) la cocaina è uno stimolante molto potente che agisce direttamente sul cervello. La cocaina cloridrato è una polvere bianca, cristallina e inodore, dal sapore amaro, che instaura nel cocainomane una fortissima dipendenza psicologica. Crack Il crack o base è un derivato dalla cocaina tramite un processo chimico (in gergo basatura) che elimina le impurità (in gergo taglio) e cristallizza la sostanza come base libera (free base). Il suo nome, crack, deriva dal rumore fatto dalla sostanza quando viene fumata in pipe apposite o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. Già la prima esperienza porta ad assuefazione e ad un uso continuato di crack, mentre altri effetti collaterali del crack includono la dipendenza ed i problemi sociali che possono derivare dall'uso abituale di droghe. Ecstasy o MDMA L’ ecstasy o MDMA è una sostanza psicoattiva sintetica che agisce sia come stimolante che come allucinogeno, fa sentire pieno di energia chi la usa e produce effetti di distorsione nella percezione oltre ad aumentare la sensibilità del tatto. L’ Ecstasy è conosciuta anche come MDMA, un acronimo del suo nome chimico (methylenedioxymethamphetamine, "MDMA") viene assunta per via orale, solitamente in pastiglie, ed i suoi effetti durano da 3 a 6 ore. Eroina L’eroina (diacetilmorfina) è un oppiaceo, derivato dal processo di diacetilazione della morfina che la rende maggiormente liposolubile e molto più potente della morfina stessa. L’eroina viene usata maggiormente per iniezione endovenosa, anche se nell’ultimo periodo è cresciuto il numero di eroinomani che la sniffano o ne inalano i vapori. L’eroina si presenta come una polvere bianca sottilissima, ma più spesso la sostanza si presenta di colore grigio, rosa, marrone o nera, dovuto ai differenti additivi usati nelle diverse lavorazioni o “tagli” che ne diminuiscono la qualità, aumentandone il peso ed il guadagno da parte degli spacciatori. GHB Il GHB è stato usato come anestetico generale ed ipnotico nel trattamento dell’insonnia. Negli USA è anche chiamato G, Juice, Liquid X, Liquid E. Il suo uso potenziale come droga da stupro negli anni novanta ha portato all'inserirla negli USA tra le sostanze controllate (Controlled Substances Act), nel marzo del 2000 e il 21 marzo 2001, la Commissione sui narcotici ha posto il GHB tra le sostanze psicotrope. LSD L’ LSD (dietilamide dell’acido lisergico) è tra le più potenti droghe di origine naturale che provocano alterazioni mentali. Tali sostanze vengono chiamate allucinogeni (ossia che fanno percepire come reale ciò che è solo immaginario). Dalla fine degli anni ’60, l’interesse verso l’LSD crebbe nuovamente verso la fine degli anni ’90 come droga da party e ampiamente diffusa nelle discoteche e nei rave party. Metadone Il metadone è un oppiaceo sintetico con effetti simili alla morfina. Fu sintetizzato per la prima volta nel 1937 e sviluppato dalla HOECHST nel 1942 come sostituto della morfina (che durante la guerra era diventata rara in Germania). Il metadone si presenta sotto forma di liquido viscoso di diverse colorazioni e aromatizzato con diversi sapori. Viene assunto quotidianamente per via orale; esiste però anche sotto forma di liquido iniettabile o in pastiglie. Il metadone è distribuito dai SERT ai tossicodipendenti da eroina.

Metanfetamine La metanfetamina è una droga cristallina che si assume sniffandola, fumandola o iniettandola. Le metanfetamine si presentano solitamente come una polvere cristallina di colore bianco, colori tendenti al marrone, giallo-grigio, arancio e rosa. Sono inodore e dal gusto amaro, solubili in acqua o alcool. Le metanfetamine sono droghe illegali della stessa categoria della cocaina ed hanno numerosi soprannomi: vetro, ghiaccio, yaba, shabu, ice, hot ice, crystal meth, meth, crank, chalk o speed, che risulta essere il più comune. Oppiacei Gli oppiacei sono i derivati dal papavero da oppio. Informazioni sull’uso dell’oppio risalgono a diversi millenni or sono. La sostanza attiva all’interno dell’oppio è la morfina, il cui nome discende dall’antico dio greco del sonno e dei sogni, Morfeo. La morfina è un antidolorifico molto potente, ma genera tolleranza ai suoi effetti ed una forte dipendenza. Dalla morfina, fu sintetizzata già dal 1874 l’eroina, poi il metadone, la codeina, l’hydrocodone, l’oxicodone e altri derivati di sintesi dagli oppiacei inibiscono l’azione degli antidolorifici naturali rilasciati dal corpo e producono un elevato grado di dipendenza, come nel caso della morfina e dell’eroina. Subutex (buprenorfina) Le pillole di Subutex (Buprenorfina) sono disponibili sotto prescrizione medica in più di 30 Paesi nel mondo, inclusa la maggior parte dell’Europa occidentale, come trattamento controllato per l’astinenza da eroina. Il Subutex contiene buprenorfina ad alta dose, un oppiaceo sintetico (molto più potente della morfina, ossia 600 µg. di subutex equivalgono a 10 mg. di morfina), destinato alla “cura” della dipendenza da oppiacei. Cosa si può fare Le Comunità di recupero tossicodipendenti e alcolisti operano per salvare i giovani dalla devastazione causata dalla droga HYPERLINK "http://www.comunitadirecupero.it/informazionivari-tipi-droghe.html" e dall’alcolismo. Si occupano in maniera globale del problema tossicodipendenza: dall’astinenza, alla disintossicazione fisica, fino ad individuare le cause che hanno reso una persona tossicodipendente. La maggior parte dei casi con problemi di droghe o alcool non ne vogliono sapere di entrare in una comunità per farsi aiutare. Dicono: “Ce la faccio da solo”, “Poi un giorno smetterò”, “Io non ho problemi e posso smettere quando voglio” ecc. ecc. Oppure, ammettono di aver bisogno di aiuto, ma al momento di prendere la decisione di entrare in un centro si tirano indietro e rimandano. Una volta lì, faccia a faccia, con l’aiuto della famiglia, gli operatori fanno opera di convincimento affinché egli accetti di essere aiutato e quindi possa iniziare subito un programma. Parlane con un sacerdote e/o con un assistente sociale , telefona al SERT al numero telefonico 0825/…… che ti aiuteranno ,e daranno una mano anche alle tua famiglia che sono quelle che in questo vortice pagano di più . ve lo dice uno che tutti i giorni vive questi drammi da una sponda diversa del fiume speriamo bene !!!!! Ricordo ancora oggi le frase di un mio amico d’infanzia che ormai da 27 anni non c’è più . Genna’ perché te combinat a così ? Mi rispondeva mia madre poveretta , mio padre quel uomo di merda che si mette sempre la giacca all’incontrario ,e la mia ragazza sta facendo il resto Ancora oggi quando li frequento per motivi di lavoro nei loro racconti sulla famiglia si rammaricano di non aver avuto la fortuna di aver dei genitori presenti nella loro crescita . Cosa altro si può fare ? …. Aiutarli …Aiutarli Aiutarli e farli Aiutare non voltiamo le spalle a quelle famiglie che in questo frangente sono entrate nelle tenebre dell’inferno , perché?......... il domani non lo conosciamo ……… Ernesto Pallotta


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prIMo pIAno

Il Nuovo Corso ottobre 2009

La pellicola degli anni 30 fu commissionata da un gruppo di irpini emigrati in America .

A realizzarla fu Elvira Notari, una pioniera del cinema moderno.

Trionfo Cristiano: Il film perduto su San Pellegrino Martire ALTAVILLA IRPInA. - Tra le quinte della storia della nema di Venezia esiste il premio Elvira Notari,un autorità civile ed ecclesiastiche dell’epoca. Resta cinematografia italiana, con precisione dal periodo riconoscimento della critica cinematografica per un mistero, quindi, il contenuto del film che è andel cinema muto, si nasconde un opera su San Pel- quelle opere che maggiormente hanno messo in ri- dato perduto. L’opera della Notari è stato oggetto legrino Martire. Un lungometraggio girato ad Al- lievo l’immagine della donna in una diversa chiave anche di ricerca, tanto che ad essa sono dedicate tavilla negli anni 30 del secolo scorso. Un film interpretativa. Il premio , quindi, vuole moltissime ricerche storiografiche. commissionato da un gruppo di emigranti irpini indicare quei films in cui emerge nelTra le altre si segnala l’opera “Roeduardo notari devoti al Santo le cui reliquie sono custodite del l’interpretazione e nella regia la previne con vista. Alla ricerca del ciSantuario decidato a lui ed a San’Alberico Cresci- senza di una nuova sensibilità culturale nema perduto di Elvira Notari” di telli. verso un universo femminile ricco di Giuliana Bruno, insegnante ad Un evento perduto nella memoria del passato ma storia e di valori, e perciò protagonista Harvard, edito da La Tartaruga. La che resta traccia in internet. Ricercando, infatti, su e non vittima della Storia e delle storie causa dell’oblio? Sotto il fascismo, google, nella sezione dedicata ai libri, tra tante narrate. Il premio è stato significativail nome di Elvira Notari sara' canperle custodite dal gigantesco motore mente intitolato ad Elvira Notari cellato dalle cronache del cinema di ricerca, salta fuori l’opera “Trionfo regista e produttrice cinematoper motivi politici e solo tre film Cristiano”, pellicola lunga, probabilgrafica napoletana dell’inizio sopravviveranno all' incuria. Resta mente 40 minuti, in cui venivano esal900; una coraggiosa pioniera della cine- il ricordo del figlio Eduardo Notari che racconta: tate le gesta del santo. Il film è stato presa , carica di entusiasmo , inventiva e di "Mia madre, contrariamente a quanto risulta da realizzato nel 1930 da Elvira Coda notevoli capacità imprenditoriali e organiz- fonti storiche del tutto disinformate, diresse tutti i notari regista e produttrice di film zative. Del film “Trionfo Cristiano” si sa film della nostra produzione, dal primo all'ultimo, muti nella Napoli di inizio secolo. La solo che era l’ultimo prodotto dalla sua casa compresi gli oltre sessanta lungometraggi. Non Notari fu una vera pioniera del ci- elvira e nicola notari di produzione, la Dora Film, e che è stato solo, era anche l'autrice dei soggetti originali e nema, una delle prime donne che si proiettato in Italia nelle parrocchie durante degli adattamenti; in genere si trattava di storie sono dedicate all’arte della cinematole settimane sante. Maggiore fortuna sem- che si ispiravano a canzoni napoletane in voga algrafia. I film da lei girati all’epoca erano dei veri bra che il film l’abbia trovata in America dove si lora, ma era sempre lei la vera autrice della e propri cult e riscuotevano un grosso successo di hanno traccia di importanti visioni organizzate a trama. I titoli delle popolari canzoni contribuivano pubblico.Tanto che dal 1986 al Festival del Ci- New York anche con la presenza delle massime ad attirare il pubblico. I soggetti originali scritti

C u lT u r A

La fornace romana di Altavilla Irpina L’impianto di produzione di laterizi in località Ortolano al momento della scoperta era tra i più integri mai rinvenuti in Irpinia. Altavilla Irpina. - I numerosi resti archeologici affiorati per lo più casualmente nei dintorni altavillesi con maggiore intensità nella seconda metà del secolo scorso danno conferma di un’indubitabile realtà: quella di un popolamento, in antico, sparso e posizionato con fini legati soprattutto alla sistemazione e alla lavorazione dei terreni e che non era alieno dall’approfittare di vie di comunicazioni per attività economiche di car a t t e r e commerciale, come nel caso dell’insediamento d’età tardo-romana scoperto in contrada Ortolano e abitato tra il IV e il VII secolo d.C. Situato in prossimità di un percorso molto frequentato in epoca romana, nel ricco sito archeologico alcuni saggi di scavo sistematici hanno portato alla luce parte di un impianto industriale con due fornaci per la cottura di laterizi (mattoni e tegole), un grande

ambiente di lavorazione dotato di vasca, un lungo muro in alzato con paramento in opera listata (filari di semilateres alternati a tufelli di taglio regolare) ed una cisterna circolare colmata con materiale di risulta. “Tale ritrovamento, di una categoria solitamente poco documentata nel campo archeologico, soprattutto in Italia meridionale, c’illumina

circa le attività artigianali dell’età tardo-antica e pertanto si inserisce nel più ampio contesto della problematica di tale tipo di produzione, quando con la crisi e la disgregazione della città, l’economia degli insediamenti rurali si esprime anche con risorse in tal senso” (M. Fariello).

Tra i materiali recuperati durante l’esplorazione archeologica, oltre ad una grande quantità di frammenti di mattoni laterizi, si segnalano frammenti di terra sigillata chiara tipo D, ollette e brocchette acrome, ceramiche decorate a “bande rosse” o “a stralucido”, quest’ultime datate tra il VI ed il VII secolo d.C. Dalla cisterna, infine, provengono una serie di frammenti di pavimentazione musiva, a testimonianza della presenza di una villa rustica romana da localizzare a monte della zona officinale (tutta l’area è comunque sottoposta a vincolo archeologico). Sarebbe auspicabile, pertanto, un futuro progetto di valorizzazione che dovrà prevedere l’acquisizione di un’area più ampia di quella già scavata (per poter mettere in luce il complesso nella sua totalità con l’insediamento rurale annesso), il restauro e la manutenzione delle strutture delle due fornaci - costituite da strutture murarie ormai estremamente friabili -, la realizzazione di percorsi attrezzati per il pubblico nonché l’indispensabile copertura a protezione del complesso.

da mia madre erano densi di vicissitudini drammatiche, di intrecci di destini tragici. Il pubblico si identificava con i personaggi al punto che il cinema Vittoria di Napoli divenne proverbiale per uno spettatore che sparò alcuni colpi di pistola sullo schermo, per uccidere il 'cattivo'. Sin da bambino lavoravo come attore in quasi tutti i film e mia madre mi creava il ruolo a seconda della mia età, ma il mio personaggio aveva sempre il nome di "Gennariello" che divenne il mio pseudonimo..."Chissà se fra qualche anno, magari in un polveroso scatolone, possa venire fuori uno spezzone dei 900 metri circa di pellicola che componeva il Film. Resta il fatto che la storia del nostro San Pellegrino doveva essere molto più presente nella vita quotidiana degli uomini di quel tempo. Un culto molto forte visto che è noto che anche il piccolo Francesco Forgione, poi divenuto Padre Pio, insieme alla famiglia, accorreva il 24 agosto ad Altavilla per rendere omaggio al santo. Un parallelo che stona molto con i nostri giorni, dove fra i mali della modernità c’è la perdita dei valori più radicati al nostro territorio. Gianluca Camerlengo

Alt avi ll a I r pi na

Consiglio Comunale: L’opposizione preferisce l’aventino al confronto.

Altavilla Irpina. Si è svolta ancora una volta senza quel che resta dell’opposizione consiliare, l’ultima seduta del consiglio comunale del comune di Altavilla Irpina. Nell’aula di piazza IV Novembre, martedì 29 settembre dalle ore 17, la maggioranza guidata dal Sindaco Alberico Villani ha proceduto ad approvare la Bozza di statuto per il costituendo Consorzio del Piano di Zona So-

La fornace nel mondo romano Nel mondo romano la lavorazione dell’argilla per la fabbricazione dei laterizi prevedeva varie fasi. L’argilla estratta dalle cave veniva prima fatta riposare e fermentare per diverso tempo poi era impastata, lavorata e sagomata mediante forme e infine fatta seccare in ambienti aerati e riparati, di solito tettoie. Una volta cotti i laterizi venivano immagazzinati per la successiva vendita e utilizzo. La fornace tipo era costituita da un prefurnio, una camera da fuoco e una camera di cottura. Il prefurnio serviva a preparare le braci che da qui venivano spinte nella camera da fuoco, di norma interrata per conservare meglio il calore. La camera da fuoco era dotata di supporti che reggevano o un piano forato (per fare passare il calore) in materiale refrattario di diverso tipo, su cui erano posati i pezzi da cuocere, oppure elementi, di solito archetti, che in ogni caso potessero sostenere i vasi o i mattoni da cuocere. Sopra questa camera da fuoco si trovava la camera di cottura in cui era posto il materiale da cuocere: era dotata di una copertura che, smontata per estrarre i pezzi cotti e raffreddati, veniva di solito rifatta dopo ogni cottura. Le camere da fuoco dell’impianto di Altavilla rispecchiano proprio queste tipologie.(G.G.)

ciale A4 e gli Equilibri di Bilancio. Quest’ultimo punto è obbligatoriamente fissato dalla normativa contabile da dover essere deliberato entro il 30 settembre di ogni a n n o . Dalla relazione del delegato al bilancio è emerso che l’ente ha chiuso con un avanzo di bilancio di oltre 70.000 Euro. Sono stati invece rinviati gli altri argomenti, che prevedevano tra l’altro l’intitolazione di alcune nuove strade, per l’assenza dell’opposizione. l gruppo di Sinistra Democratica, composto dal duo Asfaldo - Sole, ha polemicamente disertato l’asssise pubblica in polemica con il Presidente del Consiglio per la mancata convocazione della riunione dei capogruppi. Una posizione che nasconde invece un azione più polemica nei confronti della maggioranza. “Ma il gruppo di Sd dimentica che chi è assente ha sempre torto e sarebbe meglio che le

opportune azioni politiche siano svolte all’interno delle istituzioni”, fanno sapere dalla maggioranza, “le polemiche non ci interessano, ab-

biamo altre cose a cui pensare”. Tante sono, infatti, le novità che si annunciano dalla Casa Comunale, come l’inizio dei lavori della ristrutturazione dell’ex Liceo Scientifico. Un opera di circa 600 mila Euro, ottenuti da un finanziamento POR destinato alla trasformazione dello stabile in struttura Socio Sanitaria al Servizio del Piano di Zona. Si sono sbloccati anche i lavori del comparto di via capone. L’opera di ricostruzione si era fermata per delle divergenze fra l’impresa e la direzione dei lavori(revocata dall’incarico) e l’ufficio tecnico comunale.

Registr. n. 2 del marzo 2009 presso il Tribunale di Avellino - Stampa poligrafica ruggiero Sede redazione via Giardini 15 - 83011 Altavilla Irpina (Av) direttore responsabile: Arch. Mario Sandoli - direttore editoriale Gianluca Camerlengo redazione: Mario vanni, Corrado di Troia, enzo Cascetta, pio Severino, ernesto pallotta, Cristian di Troia,Alberto Severino, piero Corrado.


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evenTI

Il Nuovo Corso ottobre 2009

Sabato 6 Dicembre il via la prima edizione della manifestazione organizzata per premiare gli altavillesi illustri

C ENTRO S TUDI D E G ASPERI : AL ALTAVILLA IRPINA - Sabato 6 dicembre, nel Centro Sociale “A. Sardone”, prenderà il via la prima edizione della manifestazione Premi@ltavilla. Un nuovo evento promosso dal Studi Alcide De Gasperi. L’associazione culturale che, da ormai più di anno, si sta interessando della promozione di attività ludico culturali. E di una manifestazione di questo tipo se ne sentiva proprio il bisogno. Capita spesso, infatti, nel nostro paese, che ci si dimentica delle persone che si costruiscono tutti i giorni, con il proprio sacrificio, con la gran voglia di fare, il suc cesso, sia professionale, politico e culturale. Un male di Altavilla che spesso ci induce ad avere quel senso di

rammarico vestro il nostro paese, così bello ma forse un pò freddo. Ma è solo un illusione, perchè, le fondamenta della nostra comunità si basano sulla grande solidarietà dei suoi componenti. Dai tempi del duro lavoro in miniera, passando per il dramma del terremoto dell’80 fino ai giorni nostri. Ed è questo che il Centro Studi “De Gasperi” vuole istituire questo premio che possa essere stimolo ed esempio, per tutti coloro che vivono la nostra comunità, in particolare modo per le nuove generazioni. I premiati sono stati selezionati da una folta giuria, presieduta dal prof. Corrado Di Troia, che ha lavorato intensamente nei mesi scorsi, producendo una lista di nominativi a cui corrisponde la motivazione.

AD ALBERICO CRESCITELLI – SAnTO con motivazione di Filomena Caruso Alberico Crescitelli, quarto di undici figli di Beniamino e Degna Bruno, nasce ad Altavilla Irpina, provincia di Avellino e diocesi di Benevento, il 30 giugno 1863 ed il 2 luglio dello stesso anno viene battezzato con i nomi di Alberico, Pietro, Pellegrino. Padre Giuseppe Maria Crescitelli che nel 1780 aveva portato in paese le reliquie di San Pellegrino era suo prozio, fratello del trisnonno Saverio. I genitori, in particolare la madre, gli trasmisero la fede in Cristo e l’amore per la preghiera ed il suo insegnante di latino il Sacerdote Don Giovanni Fischetti che lo seguì anche spiritualmente, probabilmente, influì sulla sua scelta di vita missionaria.Sin da piccolo manifestò una particolare devozione per San Pellegrino Martire che considerò sempre un modello da imitare ed un valido protettore, al quale raccomandare se stesso e la missione alla quale il Signore lo aveva destinato. Giovanissimo, teneva lezioni di catechismo ai suoi compagni, anche ai più grandi. A 17 anni entrò nel Seminario dei Santi Pietro e Paolo a Roma, ove studiò assiduamente e si comportò da seminarista modello, stupendo tutti per la sua tenacia e rigore, meritando encomi e riscuotendo forti simpatie anche per la sua giovialità. Il 28 luglio 1883 perse il padre e la sorella Rosina, vittime del terremoto di Casamicciola. In quell’immane tragedia scrisse: “altro non mi resta a dire se non Fiat voluntas tua”. Il 4 giugno 1887, vigilia della S.ma Trinità, fu ordinato Sacerdote. Il 10 luglio 1887 giunse in paese per salutare parenti ed amici, prima di partire per compiere la sua missione in Cina. Durante la sua permanenza, ad Altavilla scoppiò il colera ed egli volle restare per assistere i malati, spiritualmente e materialmente, stupendo tutti per la sua totale abnegazione, per il suo zelo e fervore, per la sua “pietas”. Lasciò definitivamente Altavilla il 31 ottobre 1887 e tornò a Roma da dove partì missionario il 2 aprile 1888. Operò instancabilmente per la conversione della Cina e per la difesa dei diritti primari dell’essere umano, contro i soprusi e le ingiustizie. La notte del 20 luglio 1900 fu catturato e torturato atrocemente. Legato mani e piedi ad una grossa canna di bambù, come un vitello, fu portato in strada; qui, dopo averlo spogliato, gli bruciarono i peli del corpo, sghignazzando “lui prega….noi gli accendiamo le candele”, poi dopo altre offese e torture lo trascinarono sulla riva del fiume e con una lama arrugginita cominciarono a colpirlo, infine, poiché la lama non era abbastanza tagliente la usarono come sega. Non contenti di averlo decapitato, tagliarono il corpo in tre parti, strapparono le membra e gettarono tutto nel fiume. Un testimone dichiarò che il cielo era scuro ma, quando la testa del Martire cadde a terra, improvvisamente, le nubi si squarciarono e tra lo stupore generale, si vide in cielo un cerchio luminosissimo dal quale partivano raggi di luce che illuminavano il corpo del Martire. Più volte i carnefici cercarono, con lunghi bastoni, di spingere al largo le membra del Martire, che per ben tre volte ritornavano a riva, unendosi quasi a ricomporre il cadavere. Un forte temporale notturno ed il conseguente ingrossamento del fiume portarono, poi, tutto via. Era il 21 luglio 1900. Il 5 marzo 1910 Mons. Passerini avviò il processo di Beatificazione che si concluse nella Basilica di San Pietro il 18 febbraio 1951 con Pio XII. Il primo ottobre dell’anno giubilare 2000, in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II lo proclamò Santo, insieme a 119 martiri della Cina. La Chiesa ne fa memoria il 21 luglio, giorno della sua nascita al Cielo.

di Russo Giovanna C.So Garibaldi 83011 - Altavilla Irpina (Av)

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Nelle intenzioni dell’organizzazione la manifestazione avrà scadenza annuale e, nelle prossime edizioni, si aprirà anche al voto dei cittadini per le candidature alla ricezione del premio. Insomma Premi@ltavilla ha tutte le potenzialità per essere considerata una delle iniziative più interessanti del nostro paese. L’evento ha il patrocinio del Comune di Altavilla Irpia e della Provincia di Avellino. La lista dei premiati di questa prima edizione è: Sant’Alberico Crescitelli, Carlantonio Giordano, Angelo Caruso, i MInATORI DI ALTAVILLA, Giovanni Feola, Giancarlo Capone, Manfredi Luongo, nicola Dionisio,Luigina Signoriello, Michele Severini, Michelina Tartaglia. LA REDAZIONE

A Giovanni Feola - SPORTIVO con motivazione di Cristian Di Troia tratta dalle cronache dell’epoca Nato ad Altavilla il 21.9.1909, campione italiano di motociclismo classe 450 cc, morto sulla Via Emilia per un incidente motociclistico. “Crebbe fra le macchine, nel garage del Sig. Pellegrino Caruso, dove suo padre fu costretto collocarlo. Al ritorno dalle armi, volle essere padrone di una macchina sua, tutta sua e lo fu. Ma ciò non era il compimento delle sue aspirazioni. Per competere con i campioni del motociclismo nazionale c’era bisogno di una macchina potente e la borsa paterna, non era in grado di consentire una vistosa spesa. C’erano gli amici, tutti giovani di belle speranze, ma senza base finanziaria e che potevano aiutarlo soltanto con parole d’incoraggiamento e consigli. E subì un periodo di lotte e di sacrifici, di speranze e di disillusioni. Poi il sospirato giorno venne. Foggia vibrava nel l’attesa. Convenivano nella città per cimentarsi su quel circuito i migliori campioni del motociclismo meridionale e la folla, su ogni nome cento volte letto e riletto sui giornali, faceva anzi tempo i più svariati prognostici. Che si poteva prognosticare su quel nome oscuro di Feola? Quale affidamento poteva farsi su di un fanciullo timido ed impacciato, privo di mezzi, che arrivava stanco ed impolverato dal lungo viaggio poco prima avesse inizio la gara? Accolto con indifferenza, quasi fosse un intruso nella famiglia motociclistica, egli era là, solo, disperatamente solo con la sua fede e con la sua tenacia. Ed il centauro passò. Quando la folla, estatica, vide la rossa sagoma del diavoletto Altavillese balzare in avanti sorpassando ad uno ad uno gli avversari, quando lo vide, nel suo volo fantasico in cui aveva trasfusa tutta l’anima, tagliare come primo assoluto il traguardo, cambiò 1’indifferenza in ammirazione, l’ammirazione in entusiasmo! E Foggia che lo aveva tenuto a battesimo, si offerse a madre adottiva del giovane prodigio! E vinse, in quel vicino eppur tanto lontano Settembre del 1932 la sua prima tappa sul circuito del destino! Balzò, cosi, di colpo sulle cronache sportive, fu cosi che su di lui si fondarono delle speranze. Poi a Napoli ad un mese di distanza, sul circuito di via Caracciolo. A Roma in Novembre, sulla pista del Littorio. nella finale del campionato di seconda categoria…… Il suo ritorno ad Altavilla fu un trionfo! Le vittorie che senza interruzione s’ erano susseguite l’una all’altra avevano scosso l’animo buono della operosa popolazione irpina. Ad Avellino lo amavano ad Altavilla lo idolatravano. Il sogno di Feola. non era più il sogno di un uomo, era l’aspirazione di tutto un paese, di tutta una provincia, di tutta una regione. Altavilla lo attese. E quando giunse, scortato dagli amici dei Moto Club di Napoli e di Avellino, fu una festa indimenticabile strappato alla sua macchina, sollevato a braccia, sotto una policroma pioggia di fiori, tra uno sventolio di bandiere, al suono della fanfara, tra le acclamazioni frenetiche della folla - Nessuna organizzazione, nessuna predisposizione se non la spontaneità, la sincera spontaneità di tutto un popolo accorrente. Sorgeva l’alba. del 23 Aprile. Egli era là, a Milano per la coppa Mussolini della Napoli-Milano, fra i cento contendenti, tutto preso a verificare per l’ultima volta gli organi vitali del suo imbattibile cavallo d’acciaio. Ad un ordine secco i mostri levano il loro ruggito, poi ad uno ad uno i Centauri balzano in avanti e si dileguano nel velario della nebbia, verso le incognite del destino. Nei pressi di Tavazzano all’alba di quel ferale mattino, quando le brume diradarono ed un pallido raggio di sole scese ad illuminare i piani della Lombardia, uno spettacolo di orrore s’offerse all’occhio del passeggero. La nostra speranza, il nostro orgoglio, il nostro dio, era là, esanime, col capo infranto e col cuore spezzato, sul margine della strada alla giovane età di 24 anni”. Va alla memoria il premio libertas quale figura esemplare di concittadino. A Luigina Signoriello “medici senza frontiere” con motivazione di Filomena Caruso Luigina Signoriello nasce ad Ivrea (To) il 13/05/1977, da Biagio e Carmela Caruso; poco dopo la famiglia si stabilisce definitivamente ad Altavilla Irpina (Av) e qui Gina serenamente sviluppa il suo percorso di formazione sociale e scolastica, dalla Scuola Materna alle Superiori, distinguendosi per sensibilità, capacità, maturità ed intelligente modestia. Nell’anno scolastico 1995/ 96 consegue la maturità scientifica ad Altavilla, sezione staccata del Liceo Scientifico “V. De Caprariis” di Atripalda. Il 17/07/2002 si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con 110 e lode, menzione e dignità di stampa, con la tesi “Anomalie di trasmissione del segnale via IL-12 receptor quali causa di nuove immunodeficienze primitive” (relatore Prof C. Pignata). Il 30/10/2007 si specializza in Pediatria presso l’Università di Napoli “Federico II” con 70 e lode, con la tesi “Verifica di un protocollo per la nutrizione enterale del neonato pretermine con peso alla nascita<1500gr” (relatore Prof C.F. Cascioli). Nell’ottobre 2003, a Na-

poli frequenta il Programma Formativo di Rianimazione Neonatale. Nel settembre 2005, sempre a Napoli, partecipa al corso “L’intervento precoce per i bambini con sindrome di Down – L’intervento precoce attraverso la relazione bambino-genitori: il metodo responsive Teaching”.Nell’anno accademico 2008-2009 presso l’Università di Chieti “G. D’Annunzio” segue il

Corso di Perfezionamento in Ecografia Neonatale. Dal 02/01/08 al 31/03/08 ha prestato la sua opera, con contratto a tempo indeterminato con la qualifica di aiuto pediatra presso il Nido e la Terapia Intensiva Neonatale della Clinica Pineta Grande di Castelvolturno (responsabile dott. Gianluca Iovine). Dal 01/04/08, assunta con contratto a tempo indeterminato con la qualifica di aiuto pediatra, presta la sua opera

presso il Nido e la Terapia Intensiva Neonatale della Clinica Malzoni di Avellino (responsabile dott. Gerardo Chirichiello). Per ben due volte, novembre 2007 e novembre-dicembre 2008, ha prestato servizio volontario nel reparto di Pediatria e Neonatologia presso l’Hospital “La Croix”di Zinviè in Benin (Africa), dichiarandosi, alla vigilia della partenza, lieta di svolgere il suo lavoro “….nel suo vero significato: alleviare le sofferenze altrui nel rispetto della dignità umana senza rimunerazione, senza pubblici riconoscimenti, senza neppure la finalità di imparare se non una grande lezione di vita…” Dal 2009 è tra i soci fondatori dell’associazione onlus “Mosi Cicala” che si occupa dell’organizzazione e promozione di eventi per raccogliere fondi da investire in progetti per migliorare l’assistenza sanitaria e la qualità di vita in Benin. Partecipa a numerosi congressi, è autrice di pubblicazione scientifiche su riviste nazionali ed internazionali. Ama partecipare a vari concorsi di poesia (es. concorso nazionale di Poesia comune di Gavazzano con Villavesco, 1995. Va il premi@ltavilla quale figura esemplare di concittadino.


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Il Nuovo Corso ottobre 2009

Per l’occasione della prima edizione di Premi@ltavilla ci sarà un annullo postale “speciale” dedicato all’evento.

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Ad Angelo Caruso – SOVRInTEnDEnTE Figlio del Gen. Cosimo Caniso, il Dott. Angelo Caniso ,versato negIi studi umanistici, terminate le scuole superiori, si iscrisse alla facoltà di legge presso l'università di Napoli conseguendo brillantemente la laurea, cui seguì il diploma presso la scuola di Paleografia, IDipIomatica ed Archivistica istituita nell'Archivio di Stato di Napoli. Negli anni '30 entrò nell'P~mministrazione degli Archivi di Stato e dal '33 al '47 diresse l'Archivio napoletano eccetto gli anni dal 41 al 42 in cui fu impegnato a Potenza. Il contributo dei suoi sforzi di ripristino e sistemazione di interi archivi in completo stato di abbandono (come l'archivio di Foggia) hanno permesso li1 recupero di documenti di inestimabile valore riguardo l'organizzazione fiscale del periodo riormanno-svevo che a tutt'oggi costituiscono il nucleo fondante per le ricerche di numerosi stildiosi itaiiani e stranieri. (la trascrizione delle preziose Tavole Amaptane) La collaborazione con nomi illustri quali il prof. Morghen, Mons. Manselli (Biblioteca di Monte Vergine) Evelyn Jamison lasciano l'esempio e l'impronta indelebile di una intellettualità consapevole dell'importam del passato nella gestione di un presente eccessivameiite proiettato al futuro, ed oggi, quasi desideroso di ignorare il gigantesco e impegnativo pottrimonio (e la conseguente responsabilità nel mantenervisi all'altezza) culturale, archeologico~artistico, etico-filosofico di cui l'Italia, traino dell'Europa, è stata teatro e prima attrice. Gli anni della "ricostruzione" dal '47 al '59, che coincisero con il suo incarico a Foggia, videro, infatti la generazione degli storici italiani ed internazionali impegnati in una faticosissima ricerca- scavo (di cui si ha la testimonianza in un carteggio Jamison-Caruso) tra le macerie dei disastrosi bombardamenti, in cui videro la luce pergamene e diplomi imperiali di età frilclericiana, come archivi ecclesiastici di età posteriore e numerose altre testimonianze non solo cartacee ma anche fittili e votive. In particolare si deve segnalare il contributo del Dott. Caruso nella compilazione da parte della Jamison del Catalogus Baronum, importante documento sugli incastcllamenti di età normanno-sveva, che costituisce una testimonianza fondamentale nella datazione e nella toponomastica dei numerosi borghi del Mezzogiorno d'ltalia. L'affetto verso la sua cara Altavilla lo ha dimostrato attraverso ciò che sapeva fare riieglio: studiare, facendo chiarezza attraverso le sue ricerche nel nebuloso passato molto remoto di una delle tante comunità rurali sorte nella splendida cornice irpina, ma povere di testimonianze scritte atte a dare segno tangibile della propria esistenza come identità "politica". Appare quindi la pergamena del 1183, oggi custodita nella Biblioteca Diocesum di Benevento, in cui compare Altacaudu, identificata, tramite toponomastica e prove incrociate, con l'attuale Altavilla, già allora borgo fiorente di attività commerciali e agricole ( lussureggianti vigneti e frondosi noct;ioleti, oltre che Mulini siti sui corsi dei diversi torrenti di cui è ricchissima). Inoltre è da ricordare la "battaglia" nel recupero delle più evidenti testimonianze del passato illustre di Altavilla rappresentato da Palazzo Baronale e Dal Monastero dei Virginiani, oggi sede del Municipio, e spesso cornice di suggestive e ben riuscite nevocazioni storiche "a tenrian( I1 periodo è circoscritto quasi sempre al personaggio di Costanza di Chiaromonte). I1 dott. Camso ha contribuito alla crescita di Altavilla non solo ideologicarrilente ma anche fattivamente lasciandoci eredi della sua collezione privata di libri ,nucleo primario della Biblioteca Comunale che oggi conta circa 11.000 volumi e che per suo volere è sita nel palaiczo di famiglia , palazzo Caruso ,e dedicata ad un suo omonimo Padre Angelo Caruso dell'ordine degli Agostiniani. La crescita della nostra comunità nei secoli ha seguito alterne vicende con alixettante alterne fortune, ma mai è venuta meno la vivacità d'ingegno, l'amore per la terra e la consapevolezza del profondo senso di appartenenza che lega gli individui al rispettivo passato, ai propri ricordi, nelle memorie delle rispettive famiglie in cui spesso ricorrono i nomi di generazione in generazione e che costituiscono l'identità in cui ci riconosciamo e ci muoviamo. Le tante testimoniaze di impegno nella comunità ci investono della medesima responsabilità, nell'accogliere il ''testimcme" dei valori e delle conoscenze di cui siamo temporanei custodi per trasmetterle alle generazioni che seguiranno. A Manfredi Luongo – MAGISTRATO con motivazione di Corrado Di Troia Nato ad Altavilla Irpina (AV) il 19 settembre 1945, primo figlio di Gino Luongo (uno dei medici più amati dagli altavillesi), frequenta le scuole elementari nelle cinquecentesche mura del Gran Comital Palazzo, non avendo ancora il paese un vero e proprio edificio scolastico. Le scuole medie inferiori ed il ginnasio lo vedono nei banchi del Collegio “La Salle” di Benevento. Conseguì la maturità classica a Napoli presso il Liceo Bianchi, con il massimo dei voti. Dopo la maturità, nell'anno '67, si Laureò brillantemente in Giurisprudenza all'Università “Federico II” di Napoli. Allievo del prof Guarino, nell'anno 1970 vinse il concorso in magistratura e nel settembre dell'anno 1971 venne assegnato al Tribunale di Modena con l'incarico di Pretore. Nel 1983 passò alla Procura con l'incarico di Sostituto dove restò dal 1985 al 1995 per poi essere chiamato a dirigere la Sezione Fallimentare del Tribunale di Modena. Nel 2000 venne nominato Procuratore Generale della Sezione Penale del Tribunale di Bologna e fino al 2008 restò anche a Modena con l’incarico di Vice Procuratore della Repubblica. Nel settembre 2008 venne nominato Procuratore della Repubblica di Forlì. È autore di numerose pubblicazioni in campo penale e fallimentare.Durante tutta la sua carriera si è occupato, con successo, di numerosi casi di rilevanza nazionale, collaborando con le più importanti procure italiane, imbattendosi in personaggi famosi e situazioni delicate ma la sua tenacia e soprattutto il suo rigore morale non gli hanno mai offuscato la sua rettitudine ed il suo equilibrio. A Giancarlo Capone - IMPRENDITORE con motivazione di Mario Vanni Figlio del comandante Teodorico Capone, discendente diretto di Federico Capone è stato il continuatore di una storia secolare. A metà degli anni ottanta quando la richiesta di zolfo in agricoltura si faceva sempre meno frequente per l’avvento dei prodotti chimici cosiddetti di “sintesi”, la gloriosa miniera Capone sembrava destinata a seguire le sorti della vicina Di Marzo che chiuse i battenti. Fu allora che una nuova maggioranza di soci, volle puntare al rilancio dell’azienda e nominò un nuovo Presidente con un nuovo Consiglio di Amministrazione. L’attuale presidente Giancarlo Capone fu designato alla guida della società, affiancato dall’ingegnere Federico Buzio e dal professore Vittorio Caruso. L’attività estrattiva era, ormai, superata dal tempo a causa delle inondazioni che avevano fatto crollare le gallerie e degli elevati costi che l’estrazione del minerale comportava. L’attività prevalente rimaneva la lavorazione del minerale che giungeva da posti in cui il costo per l’estrazione era più competitivo per l’utilizzo di tecnologie più avanzate. Erano lontani i tempi della massima occupazione che annoverava circa 900 dipendenti e della massima produttività che faceva dello zolfo made Altavilla il 3% del fabbisogno mondiale ed il 16% di quello nazionale. Erano lontani anche i tempi bui del “grande esodo” nonostante il sostegno economico che pure non mancò nel trentennio post bellico da parte dello Stato grazie ad una deputazione irpina attenta alle dinamiche del territorio. Ma le capacità commerciali del presidente Capone, consentirono di acquistare lo zolfo direttamente dalle industrie petrolifere. Infatti, per effetto della legge Merli, che imponeva la desolforiz-

Ai MInATORI DI ALTAVILLA ….. con motivazione di Mario Vanni I minatori della SAIM, con il loro sacrificio, hanno fatto conoscere Altavilla nel mondo. La loro immagine ancora riaffiora nei ricordi di chi li ha visti, con lo zainetto della merenda e col lume acetilene, percorrere la scalinata in pietra della “Cupitella” per poi dileguarsi nelle viscere della terra dove il sudore della fatica spesso si mescolava a quello della paura per un infortunio sempre in agguato. Con la loro estinzione, una pagina della cultura, dell’attività economica, del progresso sociale e sindacale e, più in generale, della vita del paese, si è chiusa ma resta un solco profondo nella coscienza di ogni altavillese oltre ad un sentimento di gratitudine per chi ha lavorato col capo chino e con dignità assecondando i capricci di una pietra misteriosa e, spesso dal valore di una vita umana.

LE ALTRE MOTIVAZIONI DELLA MANIFESTAZIONE PREMI@ALTAVILLA SONO RIPORTATE A PAGINA 7

zazione dei derivati del petrolio, tali colossi industriali ebbero la difficoltà e la necessità di provvedere allo smaltimento di un prodotto di scarto dai grandi volumi. Fu così che la SAIM poté cogliere l’opportunità di disporre di materia prima ad un prezzo sufficientemente competitivo per avviare un nuovo e più vigoroso processo produttivo. Ben presto l’azienda riuscì a rilanciare il prodotto ed a recuperare fette di mercato sia in agricoltura che nel settore delle industrie chimiche, riconquistando la fiducia di clienti e fornitori, ma soprattutto il prestigio di un tempo lontano. E fu così che gli ingranaggi arrugginiti di un meccanismo caduto ormai in disuso, si rimisero in movimento ed il binomio capitale-lavoro riprese a funzionare così bene che presto anche gli azionisti poterono riscuotere i dividendi di fine esercizio a cui rinunciavano da anni per la necessità di dover azzerare le perdite. Riuscì un progetto di recupero di un “patrimonio” e fu possibile, per alcuni operai, continuare a sperare in un salario, prima ed in una pensione dopo. Grazie a quell’entusiasmo ed a quella passione, si è alimentato anche un percorso culturale iniziato negli anni ’90 quando l’Università di Salerno volle pubblicare una ricerca dal titolo “Il recupero del patrimonio storico nel mezzogiorno: Altavilla Irpina”. Da allora l’occhio, sia pur distratto, degli organi di governo sovraordinati non si è mai del tutto distaccato da quella realtà, è cresciuto il mito ed, allo stesso tempo, il desiderio di sostenere un rilancio inteso anche come opportunità di affermazione turistica di una realtà interna che per anni non ha goduto delle opportunità che il governo regionale ha riservato alle fasce costiere. Va il premio libertas quale figura esemplare di concittadino.

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A Carlantonio Giordano – MEDICO, STORICO E PATRIOTA con motivazione di Giampiero Galasso tratta dalle cronache dell’epoca

I1 dottor Carlantonio Giordano nacque il 28 novembre 1854 ad Altavilla Irpina e vi morì all’età di 82 anni. Fu educato da suo padre Carlo Giovanni Ignazio, medico, letterato, poeta, all’amore “per il buono e il bello” e visse la sua giovinezza “tra palpiti d’amor patrio e l’immediatezza dei ricordi dei moti risorgimentali” essendo suo padre stato carbonaro e liberale ed avendo lo stesso subito vessazioni e persecuzioni dalla polizia borbonica. Abituato a veder considerare la Patria, la famiglia e lo studio come “il tripode d’oro sul quale l’imperativo delle coscienze rette brucia la fiamma della propria esistenza” egli visse per la Patria, la famiglia e lo studio. Si laureò a Napoli ove fu allievo prediletto di grandi medici, come Antonelli, Capozzi, Semola, Rummo, Von Schron e Cardarelli: quest’ultimo lo onorò di molta stima. Clinico di alto valore prestò successivamente la sua preziosa opera medica ad Altavilla per oltre un cinquantennio. Ed il suo valore come medico era così noto in paese e fuori che spesso, nei casi più dubbi e difficili, ricorrevano a lui anche dai comuni circostanti e le sue diagnosi e cure trovavano poi costante approvazione e riconferma dai più illustri luminari del tempo. Semiologo fine, adusato alla ricerca del sintomo per risalire senza ritardo alle cause eziologiche ed alle lesioni anatomopatologiche, egli pazientava sui malati “con meticolosità che sembrava posa ed era coscienza quando non era scienza”. Sempre attivo fino alla sua morte non permise a nessuna causa di distrarlo dalle sue quattro o cinque ore di studio giornaliero. Spesso soleva dire: “I1 primo svago è il dovere a compiersi, la prima soddisfazione il dovere compiuto”. Nelle ore di studio non tollerava che alcuno lo sottraesse alla lettura di scritti di grandi clinici e patologi. Curvo sui classici di medicina, a volte si astraeva al punto di non rispondere alle chiamate dei familiari per ore ed ore. Nell’epidemia del dopoguerra si consunse nello spasimo di una fatica veramente eroica, non dormiva quasi mai, perché sapeva che 1’eroe vero è chi sacrifica sé stesso agli altri e non gli altri a sé stesso. In quell’occasione rifulse la sua adamantina coscienza di apostolo. Offerte paradossali, iperboliche, gli vennero per recarsi a consulenza in lontani centri ma il dottore Giordano le rifiutò tutte, giacché lo reclamavano i poveri suoi concittadini, che gli offrivano il cuore, a volte le lacrime, sempre una devozione da fedeli. Egli scrisse : “Un altro fattore della degenerazione fisica da noi è l' uso invalso di adibire, per sete di guadagno, i piccoli minorenni ai lavori insalubri delle miniere di zolfo. Per ora essendo pochi gli anni di osservazione, noi non vediamo altro che un grandissimo numero di riformati dal servizio militare, ma più tardi, quando questi fanciulli e fanciulle saranno divenuti padri e madri, oh si può essere più che sicuri di un aumento sconfortante nel numero dei bambini, i quali porteranno con la nascita il triste retaggio della miseria organica !”. E specie per gli operai fu “tale medico che neppure le cicatrici rese visibili ! “. Coltivò ogni branca dello scibile umano e fu fecondo scrittore e storico interessato al suo paese e all’Irpinia in generale. Le sue monografie storiche e i suoi numerosi contributi scientifici trovarono sempre approvazioni generali e consensi dagli studiosi del tempo. Amò Altavilla e si interessò alle sue sorti sino agli ultimi giorni di vita. Fu ufficiale sanitario del Comune e fece moltissimo per il progresso del paese. Dotte relazioni, dense di statistiche e di esperienze locali, scrisse sul “morbillo” sulla “tubercolosi” sull’“infortunistica” con particolare riguardo alle condizioni ambientali e allo studio dei mezzi onde prevenire la diffusione e il contagio in caso di epidemie. Altre questioni come il ripristino dell' antico Ospedale dell’Annunziata, la salvaguardia della parte residuale del Palazzo Comitale, la protezione degli acquedotti civici, l'istituzione di un campo sportivo e la costruzione di un conveniente palazzo scolastico furono da lui trattate con impegno. Anche nelle origini storiche locali si profuse con dotte ricerche e il suo libro “Irpi-Irpini e Altacauda” ne attesta la profondità delle indagini e la maturità dell’ingegno. Il dottor Carlantonio Giordano fu anche un benefattore nel vero senso della parola e spesso nel campo professionale sovvenne non solo della sua opera gratuita ma anche di pietosi soccorsi personali ai più derelitti. Costituì una rendita di lire 100 annue, pari al capitale di lire 2000, per un erigendo antitubercolosario locale né mai dimenticò i bimbi dell’Asilo Infantile. Volle i suoi figli educati nelle migliori scuole e lavorò per essi senza conoscere limiti di sacrificio. Li volle anche dediti alla Patria ed il suo esempio fece sì che nella grande guerra tre dei suoi figli fossero combattenti e decorati tutti di medaglia d’argento e di bronzo. Un intellettuale, un patriota, uno scienziato ma soprattutto un altruista e un benefattore.

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SoCIeTA’

Il Nuovo Corso ottobre 2009

La Giunta di Centro Destra accoglie le richieste dei sindacati per istituire il

sostegno al reddito dei nuclei familiari colpiti dalle difficoltà economiche

Crisi:la provincia stanzia 700 mila euro per i senza lavoro. Resta da stabilire le modalità per accedere ai contributi previsti. L’atto è stato proposto dall’Assessore Solimene. Soddisfazione per il Presidente Sibilia: “era un atto dovuto.” guimento di ogni iniziativa utile a fronteggiare l'emergenza occupazionale e ad alleviare le conseguenze del minor reddito prodotto dalle famiglie dei lavoratori, escludendo lo strumento di un sussidio puramente monetario in segno di rispetto della dignità personale di ogni singolo lavoratore». In pratica, si dovrà individuare la formula adeguata per garantire il supporto. Il contributo, come sottolineato nei giorni scorsi da Sibilia, rientra in una cornice più ampia di programmazione di interventi per rilanciare lo sviluppo in Irpinia, nei vari settori produttivi e nel terziario, in linea con le indicazioni proposte al Tavolo Istituzionale Anticrisi - guidato da Sibilia e Solimine - da imprenditori e rappresentanti dei lavoratori. Quest'ultimi hanno sintetizzato in una bozza di piano le priorità da prendere in esame, unitamente all’Unione degli Industriali. «È questo un altro importante segnale del nostro impegno a favore di lavoratori e imprese, che stanno sopportando notevoli disagi in questa difficile fase di crisi - dichiara il presidente Sibilia -. L'attenzione al problema è massima e lo stiamo dimostrando sin dall'inizio del nostro mandato con azioni concrete». Appena qualche giorno fa, pro-

L A N O TA

prio il senatore del Popolo della Libertà aveva chiarito al tavolo la posizione dell'ente rispetto alla ridda di voci circa l'ammontare del contributo da destinare ai lavoratori. Sempre nel corso della medesima riunione di giunta, su proposta dell'assessore all'Agricoltura e alla Ricerca Scientifica, Raffaele Coppola, è stato deliberato l'utilizzo delle economie del piano stralcio 2009, per incrementare il numero delle giornate lavorative degli operai forestali, che registrano - ormai da anni - le difficoltà legate alla condizione di precarietà. Una situazione che, in passato, è stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica anche con clamorose iniziative di protesta. Oltre ai temi del lavoro, l’esecutivo provinciale ha discusso anche di altre questioni. Da segnalare, che su iniziativa dell'assessore alla Protezione Civile, Maurizio Petracca, è stato deciso di fissare per il prossimo 31 dicembre il termine ultimo per la presentazione della bozza del Piano di Protezione Civile per i 119 comuni, in linea con quanto concordato nelle riunioni con i Coc e i Com nei giorni scorsi a Palazzo Caracciolo, pena la revoca del finanziamento previsto dalla Provincia. «Non avevo nessun dubbio

Lettera al Direttore.

Dura vita di una scrittrice di paese di Stella Iasiello C’è un detto della nostra tradizione campana che recita “Del maiale non si butta via niente”. Questo modo di dire, che era usato in un passato in cui un maiale, o addirittura una parte di maiale, bastava (o doveva bastare!) a sfamare una famiglia per un intero anno, mi è venuto in mente quando mi è stato chiesto di scrivere questo articolo. Nella mia maniera di sentire le cose in realtà quindi, è più accostabile al modo di dire meno nostrano in cui “Tutto fa brodo”. È difatti una costante della mia vita la continua richiesta di scrivere qualcosa: lettere e poesie d’amore, prefazioni e postfazioni di libri, necrologi, campagne e manifesti elettorali (…), liste della spesa, ricette di cucina, LIBRI e, soprattutto ultimamente, articoli per i tanti fogli e giornali che, affiancando nuove realtà associative (o pseudotali), si affacciano nel panorama mediatico altavillese. In genere sono contraria a partecipazioni “occasionali” di questo tipo, poiché mi piace veder nascere i progetti, seguirli costantemente e farne parte; insomma, mi piace sapere cosa sto facendo e dove sto andando. Ho creduto opportuno rispondere positivamente a questo invito per due motivi fondamentali: primo, perché mi veniva data l’opportunità di scrivere di qualsiasi cosa senza nessuna censura, e poi, per mettere in chiaro che, se da un lato mi lusinga l’essere richiesta per la mia presunta capacità nello scrivere, dall’altro mi offende chi crede che lo faccia per passare il tempo o peggio ancora, chi crede di poter sfruttare le mie invettive. Il fatto è che a noi altavillesi piace leggere degli altavillesi come se leggessimo costantemente gossip: un’attività non indispensabile, sicuramente non costruttiva, ma tuttavia piacevole. Quello che ci piace leggere è ciò che interessa gli altri, i nostri vicini, i parenti, i nostri nemici, soprattutto, senza fermarsi a riflettere, e senza esporsi. Insomma, quello che ci piace è un vago odore di sangue e meglio è se nell’arena c’è un matador che prende il toro per le corna mentre noi ci godiamo lo spettacolo. Mi piacerebbe che un giorno qualcuno mi chiedesse di scrivere approntando un altro tipo di discorso: tenendo in considerazioni le mie doti da “scrittrice” – creatività, inventiva, sarcasmo, ironia e un ottimo uso della grammatica – come la capacità di calcolo di un matematico o quella di progettazione di un ingegnere. Per allora, mi converrebbe smettere di scrivere. Teoria che ritorna continuamente nella mia poetica. Ma mi piace pensarla come un noto scrittore il cui ammette, tutto sommato, che “scrivere è solo una forma sofisticata del silenzio”.

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PD: dopo le Primarie.

Caro Direttore, le mie continue frequentazioni con i cittadini di Altavilla Irpina in occasione delle diverse iniziative che certamente non mancano, specie nel periodo estivo, ed i continui scambi di opinione sul nuovo assetto urbano, ed in particolare sul “Nuovo Corso”, mi hanno fatto riflettere a lungo, anche per restituire “Verità”. Le scrivo al fine di informare la cittadinanza Altavillese tutta , delle spinose questioni sollevate sulla realizzazione dei lavori al Corso Garibaldi su cui vengono espresse diverse valutazioni. Molte opinioni sono il frutto dei numerosi dubbi che nella mente dei cittadini si rivelano quando non si conoscono direttamente i fatti o ne vengono a conoscenza da persone che per propri “interessi” cercano di screditare gli altri. Prma di tutto, da tecnico, devo precisare, che nonostante ci sia un alone di pessimismo nella maggior parte dei cittadini di Altavilla Irpina, tutti devono essere “orgogliosi” dell’intervento che l’Amministrazione Comunale ha messo in atto con la riqualificazione del Corso Garibaldi. Sia per la qualità progettuale dell’intervento (con la eliminazione dei marciapiedi per realizzare una piazza continua), sia per la qualità tecnico - realizzativa che ha consentito di risolvere le problematiche legate al convogliamento delle copiose acque meteoriche. Per ciò che riguarda i materiali, la loro scelta è stata dettata dalla necessità di lasciare inalterato il prestigioso decoro del “Corso” con una pietra che da un punto di vista dell’utilizzo non compromettesse la fruibilità nel periodo invernale (acque, gelo, neve)del fondo stradale. Il progetto iniziale invece prevedeva una diversa qualità di materiali , che nel corso della realizzazione l’Amministrazione ha ritenuto di variare per diversi motivi al fine di fronteggiare le suddette problematiche. Se non vi fosse stata l’esigenza di aprire il “Corso” alla carrabilità in maniera troppo tempestiva, non si sarebbero nemmeno verificate le insignificanti problematiche riscontrate in alcuni punti della pavimentazione. Rimane comunque elevata la portata dell’intervento di riqualificazione e riconversione di un’area così importante per la città di Altavilla Irpina, già punto di riferimento provinciale sotto il profilo economico, turistico e ambientale, del quale andare tutti fieri. Arch. Florindo De Rosa

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circa la disponibilità dell'Amministrazione Provinciale di Avellino, guidata dal senatore Cosimo Sibilia, ad accogliere tra le tante richieste avanzate dai sindacati, quella proposta in primis dalla Cisl, dell'istituzione di un fondo di sostegno al reddito a favore di tutte quelle famiglie che versano in una situazione di disagio non solo economico, ma spesso anche psicologico perché provate dall'incertezza e dalla precarietà di vita quotidiana». L’ha dichiarato, in merito alla questione, il segretario provinciale della Cisl, Mario Melchionna, commentando la notizia dello stanziamento di 700mila euro da parte della Provincia a favore dei cassaintegrati e di coloro che hanno perso il posto di lavoro. Melchionna ricorda che i criteri di assegnazione saranno concordati in sede di riunione del Tavolo Anticrisi istituzionalizzato presso lo stesso Ente, secondo il calendario di incontri deciso. «Mi auguro - conclude Melchionna - che sia non solo l'inizio di un percorso condiviso con le parti sociali, ma soprattutto proficuo e funzionale alla fuoriuscita dal tunnel della crisi, che nel nostro territorio non ha risparmiato nessun settore produttivo, del terziario e dei servizi».

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Si sono tenute le elezione degli organi del Partito Democratico. Anche in questa provincia si conferma il risultato nazionale con la vittoria dell’ala Bersani. In questo si rafforza l’anima diessina di un partito che molti ritengono non sia mai nato in quanto continuazione dell’esperienza della sinistra italiana, tanto da spingere il leader della Margherita, Francesco Rutelli ad incontrare Casini e De Mita per dar vita alla “Cosa Bianca”. “D’Alema chiama! Non è una novità” telegrafico il commento di De Mita, ai forti segnali di apertura al centro da parte del nuovo partito di sinistra. Ma l’ex premier e leader nazionale della Democrazia Cristiana chiosa così ad un recente incontro “…non è per esaltarci, ma abbiamo la consapevolezza di essere un punto di riferimento per recuperare la democrazia partecipativa nel nostro Paese. L’Udc di cui parliamo non è un partito, ma la cultura del prossimo governo”. Ma quale sarà il punto di

p a r tenza? Per De Mita non c’è dubbio: “il recupero delle comunità”. “Non dobbiamo partire dal basso, ma dalla consapevolezza dei bisogni del territorio. In questo la Lega non ci ha anticipato, è stata solo pioniera. Ha saputo percepire questo bisogno, ma ne ha dato una lettura negativa senza riscoprire la realtà comunitaria e scatenando l’estinzione della vita sociale. Come dire… da solo non mi salvo, muoio con lo Stato. L’attenzione della politica sul territorio non deve riflettersi sul vecchio municipalismo, ma riprendere il processo di aggregazione. Le comunità devono essere organizzate all’interno di una geografia che è cambiata. Quando impiantammo la Fiat in Valle Ufita avevamo chiaro un concetto: partire dal punto più lontano in direzione di Napoli. Oggi è il punto più vicino quello più lontano”. Un De Mita interessato ai problemi tanto locali che nazionali, dunque, piuttosto che alle alleanze in vista delle prossime regionali.

La freddura interna

Avellino. Promessa mantenuta: la Provincia mette a disposizione 700mila euro per le famiglie che stanno pagando gli effetti della crisi economica. La proposta, venuta fuori dal Tavolo Istituzionale Anticrisi promosso dall'ente di Palazzo Caracciolo, è stata recepita dall'esecutivo guidato dal presidente Cosimo Sibilia. In tal senso, erano giunte richieste da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in considerazione del delicato momento. La decisione è stata adottata dall'esecutivo di Palazzo Caracciolo. La squadra di giunta ha approvato la delibera «per il sostegno al reddito e ai consumi delle famiglie dei lavoratori». Su proposta del presidente e dell'assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale, Giuseppe Solimine (che sta tenendo una serie di incontri tematici per affrontare le singole vertenze e i problemi dei diversi settori), l'assessore al Bilancio e Patrimonio, Carmine Gnerre Musto, impegnato da settimane per trovare le risorse economiche per venire incontro alle istanze delle persone che vivono situazioni di difficoltà, ha reperito e previsto i fondi da inserire nella delibera varata ieri dall'esecutivo dell'ente di piazza Libertà. Si tratta di un provvedimento finalizzato «al perse-

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STorIA del pAeSe

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Riproponiamo l’intervento in consiglio comunale del Dott. Mario Vanni ‘aprile 2002. Un analisi dello stato di fatto del palazzo che maggiormente rappresenta la nostra storia.

Palazzo Comitale: La storia infinita dei lavori di recupero Pubblichiamo l’intervento in consiglio comunale del dott. Mario Vanni, all’epoca Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Altavilla Irpina, sulla situazione del Palazzo Comitale, situato nel nostro centro storico. Proponiamo la lettura di questo documento perchè riteniamo che sia un utile documento per capire la questione del Palazzo Comitale e perchè sia da stimolo per rilanciare una tematica a noi così cara: Altavilla Irpina, 10/04/2002 Ai Signori Consiglieri Comunali di Altavilla Irpina Gentilissimi colleghi, si parla tanto di bellezze paesaggistiche, di economia del turismo, di valorizzazione dei beni culturali, di snellimento delle procedure ma poi inevitabilmente si cozza contro il muro della indifferenza di burocrati senza scrupoli, sordi ad ogni appello, abili giocolieri nella pratica dello scaricabarile e dell’invenzione di pretestuosi arroccamenti di potere. È quanto accade nel nostro comune per il futuro utilizzo del Palazzo Comitale De Capua grande potenziale di crescita per un paese dell’entroterra che ricerca disperatamente una vocazione. Il progetto di restauro, infatti, dopo il sisma dell'80 fu affidato dall'organo competente, Soprintendenza BAAAS, all'arch. Castelli ed all'arch. Revetria di Roma. Il restauro è stato finanziato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e i lavori eseguiti, hanno impegnato la somma di circa 3 miliardi e mezzo. Sono stati anche effettuati (stando alle dichiarazioni verbali rese dall’architetto Cirillo) i collaudi statici ed amministrativi. La messa a norma degli impianti elettrici e le grosse infiltrazioni di umidità dovuta essenzialmente al fatto che i locali interrati sono stati inspiegabilmente riempiti di detriti, anziché essere svuotati e recuperati, hanno reso necessario un ulteriore stanziamento di lire 700 milioni (lavori progettati ed affidati inizialmente all’impresa NER srl via della libertà, 40 – 87020 S. Gineto Lido COSENZA). Solo di recente il Provveditorato alle OO. PP. ha ritenuto di dover rescindere i rapporti con l’impresa aggiudicataria per redigere direttamente il progetto esecutivo da sottoporre all’approvazione della Soprintendenza B.A.A.A.S. Il palazzo, gioiello di architettura rinascimentale, ospitò la dinastia dei De Capua, feudatari di Altavilla Irpina, di cui Andrea sposò Costanza di Chiaromonte nel 1395. La sua vita recente può essere sintetizzata nelle seA Nicola Dionisio – SPORTIVO con motivazione di Gianluca Camerlengo

guenti tappe: 1983 (allegato 1) il consiglio comunale di Altavilla Irpina “fa voti che l'Intendenza di Finanza conceda alla Soprintendenza Archeologica il Palazzo allo scopo di istituirvi un centro di restauro e documentazione della Soprintendenza stessa, al servizio delle province di Avellino e Benevento, costituito da laboratori specializzati per il restauro dei materiali archeologici con annessa scuola di restauro; da un gab i n e t t o fotografico, da archivi e da una biblioteca specializzata, con annesse sale studio, nonché una sala per mostre temporanee (per l’esposizione dei materiali restaurati e per l’effettuazione anche di mostre-scambio organizzate da altri enti culturali)” –così la delibera del cc.nel 1984 il Ministero delle Finanze, proprietario del bene (allegato 2), “dispone l’assegnazione in uso governativo dell’immobile all’Amministrazione per i beni Culturali ed Ambientali e per essa alla Soprintendenza perché venga adibito alle esigenze di istituto proprie della predetta Amministrazione” su accettazione da parte della Soprintendenza - nel 1998 l’Università del Sannio, nella persona del rettore prof. Pietro Perlingieri, si ritenne disponibile, dietro richiesta del comune, all’utilizzo della struttura quale sede di attività di istruzione, ricerca e formazione. Oggi però il rettore è cambiato e non sappiamo se poter contare sulla stessa disponibilità; - il 16 marzo 1999, su iniziativa dello scrivente, si tenne la prima conferenza di Servizio tra: Soprintendenza Archeologica di SA, AV, BN, Ministero delle Finanze Direzione Compartimentale del Territorio per le regioni Campania e Calabria, sez. staccata di Avellino (dott. Saverio Landolfi), Provveditorato alle OO.PP. (assente), Soprintendenza B.A.A.A.S. di SA Ufficio Archeologico di Avellino, Università del Sannio Rettore prof. Pietro Perlingieri e Comune di Altavilla Irpina. Nell’incontro viene ribadito l’interesse da parte dell’Università del Sannio all’utilizzo e la disponibilità da parte della BAAAS alla rinuncia, che successivamente viene formalizzata da codesta e confermata dal Ministero delle Finanze ; Il 28/09/1999 il Consiglio Comunale di Altavilla, unendosi alla Giunta, avanza presso il Ministero delle Finanze, la richiesta di assegnazione in uso ai sensi della L. 390/86 (unico sistema possibile per rendere funzionante l’immobile) per gli utilizzi con-

Continua da pag. 5

Nicola Dionisio, classe ’64, esordisce nel mondo del calcio all’inizio degli anni ’80, quando, ancora 16enne diventa arbitro iscritto alla FIGC per circa 5 anni. Successivamente, abbandona tale attività e si rende promotore della istituzione di una scuola calcio con sede presso lo stadio comunale di Altavilla Irpina, ponendosi alla guida della stessa, con l’ausilio di esperti dell’ambiente calcistico giovanile. Costituisce la squadra dei giovanissimi regionali e dei pulcini di Altavilla Irpina, ottenendo ottimi risultati in campionato. Ai principi degli anni novanta, dopo aver superato brillantemente l’esame per Procuratore Sportivo, inizia la sua attività di Procuratore Calcistico prima e di Consulente di mercato poi, scoprendo numerosi giovani talenti in diverse province campane e che tutt’ora portano alto il nome della nostra regione in Italia. Dopo una costruttiva collaborazione con l’attuale Direttore Generale del Napoli Soccer, Pier Paolo Marino, allora D.G. dell’Udinese calcio, e dal quale ne riceve validi insegnamenti, alla fine degli anni 90 e inizio anni 2000 viene chiamato a dirigere il Benevento Calcio, portando risultati eccellenti nei vari campionati. Inizia così la sua attività di Direttore Sportivo. Arriva alla Cavese, dopo i successi nel Benevento, nell’estate del 2004, con Ottavio Cutillo presidente e Sasà Campilongo allenatore. I soldi non sono tanti e al Direttore Sportivo spetta il compito di tirare le somme di una stagione delu-

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cordati con l’Università e con la C.tà Montana del Partenio che cerca una sede idonea per i propri uffici, nel Marzo 2000, il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Avellino ing. Francesco Maselli, aderisce al nostro appello di indire una nuova conferenza di servizi da cui è scaturito che l’Intendenza di Finanza ha inoltrato al Ministero la richiesta del comune di Altavilla Irpina tesa ad ottenere l’opera in uso ai sensi della succitata legge 390/86 ma limitatamente all’Università (precludendo ogni possibile intesa con la Comunità Montana del Partenio, così come nelle intenzioni iniziali del comune) e, ancora una volta, si registra l’assenza del rappresentante del Provveditorato ai LL. PP. di Avellino; l’11/09/2000, dopo numerose sollecitazioni da parte del nostro Comune, il Provveditorato trasmette alla Soprintendenza B.A.A.A.S. il vecchio progetto esecutivo, redatto dall’impresa NER, per l’esame istruttorio; il 20/10/2000 l’assessorato comunale ai LL. PP. lancia un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Giuliano Amato, al Presidente della Giunta Regionale della Campania Antonio Bassolino sin anche a Maurizio Costanzo, il 22/11/2000 la soprintendenza NON AUTORIZZA l’esecuzione delle opere in questione in quanto trattasi di interventi non risolutivi per l’umidità che pervade i locali del palazzo; il 3/09/2001 l’assessorato ai LL. PP. del comune di Altavilla I., verificata l’inerzia del provveditorato alle OO. PP., chiede al Presidente dell’Amministrazione Provinciale, ing. Maselli di riunire di nuovo le parti; il 30/10/2001, il Presidente dell’Amministrazione Provinciale convoca la riunione da cui è emerso l’orientamento del Provveditorato di risolvere il contratto con l’impresa aggiudicataria dei lavori, per inadempienza contrattuale ed è venuta fuori, su segnalazione dell’assessorato ai LL. PP., la opportunità di effettuare i lavori di ultimazione in maniera tale da recuperare i locali interrati (la cui chiusura è la più probabile causa di umidità). Si è ritenuto possibile, inoltre, procedere alla consegna parziale dell’immobile al Comune di Altavilla Irpina da parte del Ministero delle Finanze a cui il Comune ha già fatto richiesta; il 13/12/2001 la Provincia di Avellino, la Comunità Montana del Partenio ed il Comune di Altavilla Irpina, formalizzano in una missiva indirizzata al Ministero delle Finanze (Servizio Demanio di

dente. Contro ogni pronostico la squadra viaggia a tutta velocità ed illumina il campionato di Serie C2. Peccato che le difficoltà economiche pesano sul rendimento della squadra. Nella stagione 2005/2006, la Cavese approda, dopo 20 anni in Serie C1. Per la prima volta, Nicola Dionisio, affronta con la Cavese il campionato di Serie C1. Ma la forza del suo gruppo e le competenze del Direttore portano la Cavese ad essere la protagonista del campionato. A livello giovanile la Cavese conquista lo Scudetto Allievi Nazionali. Non era mai successo prima. Nella stagione 2008/2009 la Cavese arriva ai play-off. La Cavese è la sorpresa del torneo con 53 punti. Ancora una grande stagione per il Direttore che si guadagna “sul campo”, dagli esperti, il titolo di “uomo capace di grandi risultati in condizioni di grandi difficoltà”. I tifosi della Cavese lo hanno salutato così: “In bocca al lupo Direttore, che tu possa avere la fortuna che meriti e che il tuo saluto nei confronti di Cava de’ Tirreni non sia un addio, ma un piacevole arrivederci.” È con tale spirito che Dionisio viene chiamato e fermamente voluto dagli amministratori della nuova Avellino 12, ponendolo alla guida di una squadra che riparte dal niente pur avendo una grande tradizione calcistica nazionale. È con il solito suo coraggio che Nicola affronta questa nuova sfida per la nostra provincia. Va il premio libertas quale figura esemplare di concittadino.

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Avellino) ed al Provveditorato alle OO. PP. quanto emerso nella riunione del 30/10/2001 chiedendo, tra l’altro, di disporre una verifica sulla consistenza degli eventuali furti o danni consumati da ignoti sulla struttura a tutela del pubblico patrimonio; il 12/03/2002 il Presidente Maselli riunisce di nuovo tutti intorno ad un tavolo per fare il punto della situazione. Dalla riunione è emerso che il Provveditorato alle OO. PP. ha fatto le perizie geologiche e sta preparando un nuovo progetto da sottoporre al parere della Soprintendenza e il Ministero delle Finanze ha richiesto al Comune di Altavilla la formulazione di una ulteriore istanza contenente il dettaglio specifico della destinazione dell’immobile in questione; il 2/04/2002 l’assessorato ai LL. PP. del Comune di Altavilla Irpina ha formulato al Ministero delle Finanze l’istanza così come richiesto nella riunione del 12/03/2002. COnSIDERAZIOnI: quanto tempo ancora dovrà trascorrere prima che i Lavori saranno ripresi e definitivamente ultimati? quanto tempo ancora dovrà passare prima che Ministero delle Finanze accolga la richiesta del Comune di Altavilla per una consegna anche parziale dell’immobile? Gli amministratori pubblici sono sottoposti all’ordalia elettorale, i pubblici dirigenti quando, come e da chi saranno giudicati? Il risultato sin ora ottenuto è stato quello di risvegliare una burocrazia che sul palazzo si era addormentata come non mai. Il Provveditorato è riuscito, finalmente, a svincolarsi dall’impresa e sta redigendo, come già detto, il progetto definitivo che prevede tra l’altro la possibilità di recuperare il materiale di riporto depositato nei locali interrati, materiale che sicuramente è di interesse storico ed il Demanio ha ottenuto di nuovo il pieno possesso del bene dal momento che la Soprintendenza ha, su sollecitazione del nostro Comune, rinunciato alla possibilità di utilizzare l’immobile come deposito. Sono state tentate tutte le strade per non disperdere un pezzo della nostra storia. Abbiamo lottato sin ora spinti dalla responsabilità del ruolo di pubblici amministratori ma non molleremo la presa neanche da semplici cittadini almeno fin quando il nostro Palazzo Baronale non riaprirà le porte agli altavillesi alla loro storia ed al loro futuro. MARIO VAnnI

A Michele Severini – STORICO con motivazione di Giuseppe Sabatino” Michele Severini, nato ad Altavilla Irpina il 13.11.1882 in via “Salita Orticelli” (attualmente via R. Sabatino). Il suo nome di nascita fù Feliciano Michelino Vittorio fino a quando con sentenza del 31.05.1902, il tribunale di Avellino, lo modificò in Michele Feliciano Vittorio. Nipote di Feliciano Orlando, diplomatico in medio oriente, nacque da Luigi e Caruso Ernestina. Morì il 7.9.1957. Dopo una lunga carriera come funzionario del Ministero delle Finanze si dedicò agli studi di storia locale grazie al prezioso carteggio custodito dal padre, segretario comunale presso il Comune di Altavilla. Riuscì nel 1907, a redigere una opera fondamentale per la storia locale dal titolo: “Monografia Storica di Altavilla Irpina”. In essa sono riportati usi, costumi fatti ed altre informazioni fondamentali che costituiscono uno dei pilastri della soria locale. Le sue interpretazioni sull’origine del paese non coincidevano con quelle esposte dal dott. Carlantonio Giordano tanto che nacque una lunga controversia per la quale, il prof. Boccieri, fu designato arbitro. Vi fu un processo dialettico che animò il dibattito culturale e non solo di quegli anni e che, almeno, è servito alla migliore interpretazione e ricostruzione dei fatti locali. Oggi, a distanza di circa 100 anni, come in ogni processo dialettico si perviene ad una sintesi che mette definitivamente fine alla contesa e pone entrambi tra i personaggi locali degni di essere ricordati.

Il Centro Studi de Gasperi ringrazia per il fattivo contributo offerto per la realizzazione della seconda edizione della manifestazione pizza al palio: Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, Concessionario fiat MIrA di Mercogliano,Centro Mobili Monteforte di Montemiletto, progress di Manocalzati ed il sig. Mario de francesco, oltre che a tutta la cittadinanza.


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