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from SALAD DAYS MAG #42
‘Punk Faction, BHP ‘91 To ‘95 David Gamage Earthisland Publishing 280 pagine (inglese)
Txt Marco Capelli Non bastasse il titolo, le prime pagine e i primi nomi di questo libro vi proiettano dritti nella prima metà degli anni ‘90, epoca in cui David Gamage ha pubblicato i nove numeri della fanzine BHP (acronimo sdoganato come British Hardcore Press), qui ristampati in 280 pagine. “C’era del romanticismo nella ricerca della cultura che le fanzine rappresentavano” spiega Frank Turner, che introduce questa raccolta e prosegue “l’hardcore e il mondo delle fanzine erano una coraggiosa autoproduzione giovanile, in retrospettiva sembra una cosa ingenua, quasi imbarazzante, ma non cambierei una virgola”. Se ci siete cresciuti in quel periodo, se riconoscete le band e gli argomenti, se avete comprato uno dei 7” in cui suonava l’autore, ritroverete una familiarità in queste pagine che diventerà il loro maggior pregio, di pari passo con quell’ottica puramente DIY con cui tutto questo veniva realizzato. Gamage apprezza il pop punk e l’hardcore melodico del suo tempo, preparatevi a una rassegna di band inglesi (Joeyfat, Pseudo Hippies, Understand…) e a diversi ospiti internazionali (Green Day, Samiam, Lifetime...), intercettati nell’ambito dei loro primi dischi. Ci sono gli Hard-Ons che per anni sono stati la punta dell’esportazione australiana, ci sono i Jawbreaker in tour per 24 Hour Revenge Therapy, e c’è pure Butch Vig con i neonati Garbage, che offrono un rinfresco alla stampa per la loro prima uscita. Se l’anagrafe vi colloca invece distanti o se la vostra eventuale nostalgia riesce a implicare un minimo di criticità, potreste trovare Punk Faction un’operazione di ristampa che viene difficile difendere a oltranza. Le interviste sono
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spesso sintetiche, le recensioni di 25 anni fa lasciano il tempo che trovano, le tematiche socio-politiche sono anche attuali ma trattate più efficacemente in altre sedi. Molto meglio allora rileggersi il tour report di Couch Potatoes e Pseudo Hippies, che funziona come una storia a se stante con il suo parterre di personaggi e situazioni improbabili (che pure sono poco cambiate nel 2020), o il racconto di qualche concerto ormai irripetibile. “Per quanto non fosse perfetta, BHP, i gruppi di cui parlava, la scena in cui si muoveva, tutto questo ha davvero ispirato me e molti dei mie amici, e lo fa tuttora” scrive Gamage stesso ed è insindacabile; spero che chiunque abbia avuto un analogo riferimento musicale. Semplicemente non tutto merita di venire riproposto.