Salute 10 più Nr. 10 Anno 2014

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Nr. 10 - OTTOBRE 2014 - www.salute10piu.it

ALIMENTAZIONE

2 TUTTI I PREGI DEI FRUTTI DI BOSCO Dott.ssa Monica Negosanti SALUTE

4 IL MAL D’AUTUNNO Dott. Andrea Flamigni ALIMENTAZIONE

6 LA “GIUSTA” MERENDA NELLE SCUOLE Dott. Giuseppe Morino CARDIOLOGIA

8 COMBATTERE LA MALATTIA CARDIOVASCOLARE Dott. Vladimir Guluta MEDICINA

10 DONAZIONE D’ORGANI IN EMILIA ROMAGNA SALUTE

12 ACQUISTARE FARMACI ON LINE Il parere della Dott.ssa Maria Nives Visani LONGEVITÀ

13 ADELINDE BALDI, CENTENARIA A RUSSI Intervista di Tiziano Zaccaria OCULISTICA

16 IL CHERATOCONO IN CONTATTOLOGIA Dott.ssa Gianna Manna e Dott.ssa Elena Berti GENITORIALITÀ

18 LA FECONDAZIONE ETEROLOGA IN E. ROMAGNA SALUTE

20 LA PREVENZIONE ALL’INFLUENZA 2014-2015 Dott. Andrea Baldisserri SALUTE IN CUCINA

24 LE CONSERVE ALIMENTARI - Terza puntata di Tiziano Zaccaria FARMACI

28 LA STORIA DEL VALIUM I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 UN CANE DI NOME WANDA Andrea Berardi SALUTE 10+ - Anno 4 - N. 10.2014 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it Proprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it - Direttore responsabile: Spada Gabriele Stampa: Modulgrafica Forlivese - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it


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ALIMENTAZIONE

GUIDA ALLE VIRTÙ DEI

FRUTTI

di

BOSCO La fragola

Dott.ssa

Monica Negosanti

Dietista - AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

Lamponi, mirtilli rossi e neri, more, fragole selvatiche, ribes, bacche di sambuco sono sinonimo di freschezza e leggerezza e tesori inestimabili di composti fitochimici dall’elevato potenziale antitumorale. Ecco quindi degli alimenti che, oltre ad essere buoni, fanno anche bene alla salute.

Il lampone E’ UN FRUTTO LEGGENDARIO Si narra infatti che un tempo fossero bianchi e che gli dei dell’Olimpo ne andassero matti tanto che, un giorno, per calmare Giove in preda all’ira, la ninfa Ida, sua nutrice, si sporse tra i rovi che crescevano lungo le montagne a Creta per raccogliere lamponi, ma si graffiò un seno tingendo di un rosso brillante i lamponi. Il lampone viene utilizzato nella medicina tradizionale di molte culture, per esempio come antidoto contro i veleni in Russia o come rimedio contro l’invecchiamento in Cina. Come la fragola, infatti, contiene acido ellagico che stimola i meccanismi di espulsione delle sostanze tossiche e possiede proprietà utili alla prevenzione dei tumori. 2

L’uso delle fragole e della sua pianta a fini terapeutici sembra essere molto antico.

La pianta della fragola è molto resistente e cresce allo stato selvatico in ogni regione del mondo. Sembra che la sua coltivazione ebbe inizio verso la metà del XIV secolo in Francia, dove re Carlo V ne fece trapiantare non meno di 1200 piante nei giardini reali del Louvre. La fragola che consumiamo al giorno d’oggi è però ben diversa da quella consumata a quell’epoca, poiché proviene da selezioni realizzate da due varietà distinte coltivate in Europa.

Gli indiani, per esempio, utilizzavano infusi con foglie di fragola per trattare i disturbi allo stomaco e i problemi gastrointestinali, come la diarrea. Alle fragole venivano inoltre attribuite proprietà tonificanti per la pelle, rimedi per la gotta, e addirittura venivano considerati un elisir Dati scientifici conferdi giovinezza. Unico mano che le fragole aspetto negativo è sono un alimento che provocano spesso dotato di qualità terapeutiche e anticancro. false allergie alimentari innescate dalla loro capacità di far libe-

Il miele di Manuka della Nuova Zelanda:

VERA MEDICINA NATURALE Questo tipo speciale di miele prodotto in Nuova Zelanda ha un'altissima componente antibatterica. Viene prodotto dalle api che si nutrono dei fiori dell'albero di Manuka che è una pianta indigena che cresce nelle distese incontaminate e prive di qualsiasi tipo di inquinamento. Questo miele è riconosciuto dai medici come una valida alternativa alle forme con-

venzionali di medicina. È un potente e naturale antibatterico, antivirale, antiossidante, antisettico, antinfiammatorio ed è un validissimo vaccino naturale ma anche un ottimo rimedio in caso di mal di gola, raffreddore e tosse ricorrente. Sulle ferite crea un ambiente di guarigione che permette alle nuove cellule della pelle di crescere a filo della ferita, prevenendo deformità della pelle e cicatrici. Contrasta reflusso gastrico e bruciore di stomaco. Ha proprietà antifunginea.

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rare istamina, che a sua volta può generare principi di asma o orticaria. La vera allergia alimentare alla fragola resta comunque un fenomeno raro tra gli adulti (meno dell’1% di tutte le allergie alimentari).

Il mirtillo Gli indiani d’America lo credevano inviato dagli Dei per salvare le loro famiglie dalle carestie, perciò lo cucinavano in tutti i modi possibili e lo sfruttavano per le sue proprietà medicinali. Fiori, frutti e foglie venivano infatti utilizzati per produrre infusi che rilassassero durante la gravidanza, tonificassero il corpo e lenissero le coliche dei neonati. Nell’antichità veniva invece utilizzato contro la diarrea, la dissenteria e lo scorbuto; ancora oggi le sue proprietà vengono sfruttate in alcuni medicinali. Il MIRTILLO ROSSO, in particolare, è molto efficace nel contrastare le infezioni delle vie urinarie: un gruppo di medici americani ha osservato che alcuni suoi

composti impediscono ai batteri di legarsi alle cellule del tratto urinario, riducendo il rischio di sviluppare un’infezione. Gli effetti medicali dei MIRTILLI ROSSI sono da attribuirsi alle ANTOCIANIDINE, molecole particolarmente abbondanti che impediscono ai tumori di crescere e sono potenti antiossidanti.

per la produzione di liquori) ed il RIBES BIANCO, anche detto "uva spina" (oggi molto difficile da reperire, soprattutto nei banchi della grande distribuzione). Il periodo di raccolta del ribes rosso e di quello nero va da giugno a settembre, mentre per quello bianco la raccolta avviene nel periodo compreso tra agosto e settembre.

Il ribes

Ottimi anche secchi e surgelati

E’ il frutto (bacca) di un arbusto perenne che raggiunge, in genere, i due metri di altezza e che vive spontaneo nei boschi con un alto tasso di umidità. Il genere Ribes comprende molte specie, circa ottanta, ma quelle maggiormente diffuse dalle nostre parti sono tre: il RIBES ROSSO (più diffuso e coltivato in Italia dove viene anche utilizzato per la produzione di sciroppi oltre che per il consumo diretto), il RIBES NERO (più diffuso nell'Europa centro settentrionale dove viene spesso impiegato

Dato che questi frutti occupano un posto relativamente modesto all’interno delle nostre abitudini alimentari, trattandosi di frutti stagionali, e considerate le loro proprietà benefiche sul nostro organismo, è consigliabile consumarli con regolarità. I succhi che si trovano in commercio sono, per la maggior parte, succhi di scarsa qualità, in quanto contengono molto zucchero e poco frutto. È preferibile consumarli essiccati, aggiungendoli, per esempio, ai cereali al mattino o a un mix di frutta secca. Ottimi e da utilizzare tutto l’anno anche quelli surgelati, in aggiunta a yogurt, gelato o altri dolci. FINE

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SALUTE

PREVENZIONE E CURA DEL

MAL DAUTUNNO ‘

Dott.

Andrea Flamigni

Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia

Il “Mal d’Autunno”, questo illustre sconosciuto colpisce in Italia circa il 25 per cento della popolazione, soprattutto donne e bambini. Si tratta di una problematica legata ad alterati livelli ormonali strettamente correlati al cambiamento di stagione. Al rientro dalle vacanze estive e con l’avvento dell’autunno, molto spesso arrivano stanchezza cronica, alterazioni del normale ritmo sonnoveglia, tono dell’umore depresso, difficoltà a concentrarsi sul lavoro, consumo smodato di cibi dolci con conseguente aumento di peso. Questi sono i sintomi principali del “Mal d’Autunno”.

Cosa succede di fatto? È comprensibile, e almeno una volta nella vita è capitato a tutti di sentirsi un po’ “giù di corda” e di avvertire una sensazione di malessere ingiustificato nel periodo autunnale. Ciò è dovuto al fatto che l’orologio biologico interno ad ogni essere umano deve adattarsi ai

cambiamenti della stagione. In autunno le giornate si fanno sempre più corte, il sole raramente spunta fra le nuvole cariche di pioggia e le temperature iniziano a scendere. La riduzione delle ore di luce diurna incide sul corretto funzionamento dell’orologio biologico (ritmo circadiano) che, avendo meno luce solare in autunno può avere

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delle difficoltà a “regolarsi” sui nuovi parametri. Questa alterazione del ritmo circadiano può portare ad alterazioni della secrezione ormonale, in particolare della MELATONINA, che contribuisce al benessere dell’organismo.

L’importanza dei sintomi In alcuni soggetti si presentano delle sindromi da cambiamento di stagione. Si tratta di una sintomatologia molto sfumata e non sempre immediatamente associata al cambiamento di stagione, ma non per questo tali sintomi non debbono essere considerati nella loro giusta misura, anche perché, se non sono ben valutati e tempestivamente corretti, essi possono agire negativamente poi nel successivo passaggio dall'autunno al periodo invernale.

I soggetti più colpiti Le persone maggiormente colpite dal “Mal d’Autunno” sono le DONNE ed I BAMBINI; le prime diversamente dall’uomo presentano maggiori difficoltà nel “regolare” l’orologio biologico interno (molto più articolato e complesso di quello maschile) nel periodo autunnale. Nei bambini il giusto equilibrio dell’orologio biologico interno è alterato oltre che dal cambiamento di stagione anche dalla ripresa delle attività scolastiche che contribuiscono a “stressare” un organismo e meccanismi ormonali non ancora completamente sviluppati.

PER I BAMBINI-RAGAZZI, LA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ SCOLASTICA È IMPEGNATIVA E NEI MESI AUTUNNALI PUÒ GENERARE “STRESS”

Mantenersi informati per meglio prevenire È giusto pertanto conoscere bene l’influenza del “Mal d’Autunno” sull'organismo umano, in modo da poter attuare una buona e valida prevenzione, al fine di evitare spiacevoli conseguenze nei mesi di novembre e dicembre. A tal proposito semplici dosaggi ematici di laboratorio di alcuni parametri (MELATONINA, CORTISOLO E DHEA) implicati nel complesso equilibrio regolato dall’orologio biologico interno possono essere d’aiuto nella valutazione della sintomatologia accusata. In caso di alterazioni ormonali, semplici accorgimenti nello stile di vita o integratori contribuiscono al riequilibrio di questi

importanti parametri. Per vincere l’affaticamento e lo stress legati al “Mal d’Autunno” è opportuno scegliere un regime alimentare bilanciato, adatto al proprio stile di vita ed alla propria età. Fare sempre una moderata attività fisica, all’aperto quando il meteo lo consente, aiuta tutti a rimanere in forma e contribuisce alla regolazione dei sottili meccanismi di regolazione ormonale. Bagni in calde piscine termali ricche di oligoelementi e trattamenti massoterapici rilassanti sicuramente contribuiscono nel periodo autunnale a preparare l’organismo ed il tono dell’umore ad affrontare nel migliore dei modi i rigori dell’inverno. FINE

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ALIMENTAZIONE

LA GIUSTA MERENDA

NELLE SCUOLE L’importanza dello spuntino di metà mattina per bambini ed adolescenti. Gli alimenti da privilegiare sono frutta e yogurt. Cosa scegliere

Dott.

Giuseppe Morino

Responsabile di Educazione Alimentare Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, Roma

Dal punto di vista nutrizionale, un momento importante nella giornata del bambino e del ragazzo in età scolastica è rappresentato dal classico spuntino di metà mattina, che serve anche per staccare un po’ la spina fra una lezione e l’altra.

Vanno subito precisate due cose: lo spuntino non deve sostituirsi alla colazione che si assume al risveglio, e non deve avere un apporto calorico eccessivo. Dovrebbe fornire il 5-10 per cento delle calorie giornaliere, oscillando tra le 100125 calorie per un bambino di prima elementare e le 180-200 di un adolescente che frequenta le medie inferiori. In sostanza lo scopo dello spuntino è quello di fornire energia "a rapido consumo", per prevenire il calo di attenzione e di umore, tipici della tarda mattinata e del pomeriggio, o spezzare intervalli superiori alle 4-5 ore tra un pasto e l’altro. 6

Gli alimenti da privilegiare sono, in primo luogo, quelli facilmente digeribili, ricchi in carboidrati e poveri in grassi, quali ad esempio la frutta e lo yogurt alla frutta. Sottolineo tuttavia che un'alimentazione ben condotta deve essere anche variata, dunque al momento del break possono intervenire, a rotazione, anche altri alimenti leggeri, quali fette biscot-

tate, merendine non farcite, frollini o piccole quantità di pizza, tipo 40 grammi di "rossa" del fornaio. Vanno invece evitati panini superimbottiti, spuntini golosi, merendone o qualsiasi alimento in eccesso per quantità e calorie che impegni la digestione con conseguenze severe sull'alunno, sia dal punto di vista delle prestazioni cognitive che da quello calorico.

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Il panino è adeguato? Un conto è il panino piccolo, magari arricchito con le noci; ben diverso è il panino imbottito con affettati o formaggi. È chiaro che in quest'ultimo caso siamo di fronte a una circostanza che va ben oltre lo spuntino, da prendere in considerazione solo in pochi casi.

zaino, soprattutto quando il bambino si rifiuta di fare colazione. Dal punto di vista nutrizionale questo è un comportamento scorretto. Si dovrebbe intervenire "a monte", inducendo il bambino a consumare, sempre e comunque, la prima colazione. In questo modo non ci sarebbe alcun bisogno di supplementazioni "extra".

E se il bambino insiste per altri cibi? In questi casi serve la mediazione: a volte possono capitare spuntini più sostanziosi, ma ciò richiede una maggiore attenzione alle scelte del pranzo e della cena e soprattutto allo stile di vita. In linea di massima comunque nei bambini più piccoli sono fondamentali L’IMPORTANZA DELLA COLAZIONE A CASA l'esempio e le indicazioni della figura materna che potrebbe indirizzare le Il ruolo della scuola scelte, come in un gioco, ad esempio, sui colori o la forma degli alimenti per Gli insegnanti rappresentano una figura fondamentale nell'educazione del bamassicurare varietà e corretta quantità. Durante l'età scolare possono interveni- bino, anche quella alimentare; trattandore le istituzioni scolastiche o la figura si tuttavia di un insegnamento che deve dell'insegnante, magari attraverso trasformarsi in comportamento è necesun'educazione alimentare che parta sario partire dalle scelte concrete che il proprio dal modo di mangiare dei bambino fa allo spuntino ed alla mensa. bambini e sappia indirizzare verso la In realtà spesso i bambini rifiutano tali alisperimentazione di cibi e menu diversi menti e richiedono ai genitori cibi divere più salutari. Erroneamente invece si, spesso più calorici, ma anche più molte mamme lo inseriscono nello gustosi: il compito degli insegnanti è pro-

prio quello, attraverso un lavoro paziente di riflessione – proposta - sperimentazione, di portare il bambino ad assaporare gusti diversi e cibi più salutari.

In età adolescenziale Più complesse invece sono le strategie da applicare agli adolescenti, che non considerano più la famiglia o gli insegnanti come unici modelli di riferimento. In questi casi può riuscire utile differenziare maggiormente le proposte alimentari, magari attraverso l'inserimento - presso le zone ristoro - di un più ampio ventaglio di alimenti a basso contenuto lipidico. In famiglia comunque nell'acquisto degli alimenti e nella preparazione dei pasti principali dovrebbe essere sempre tenuto conto non solo del gradimento dei cibi, ma soprattutto di offrire ai figli una dieta variata e ben bilanciata da un punto di vista nutrizionale e calorico. FINE

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CARDIOLOGIA

COME COMBATTERE

LA MALATTIA

CARDIOVASCOLARE Dott.

Vladimir Guluta

Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com

Alcune patologie aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Tra le più rischiose ricordiamo l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito e l’abitudine tabagica. Moltissimi studi eseguiti in tutto il mondo hanno dimostrato che nei soggetti con ipertensione arteriosa oppure in quelli con diabete mellito è molto più frequente riscontrare danni del sistema cardiovascolare. Anche il fumo di sigaretta, pur non essendo una malattia, si è dimostrato essere un potentissimo fattore di rischio di grave danno a livello dell’apparato cardiovascolare.

Quali sono? Per malattie, patologie, o complicanze cardiovascolari intendiamo principalmente l’infarto del miocardio, la morte improvvisa cardiaca (per chiusura di una coronaria oppure per severe aritmie scatenate dalla mancanza di un adeguato flusso di sangue al muscolo del cuore), lo scompenso cardiaco, l’ictus, la malattia ostruttiva delle arterie (carotidi ed arterie degli arti inferiori) e la malattia aneurismatica (dilatativa) dell’aorta. 8

Diffusione Il problema non è di poco conto tenendo presente che in Europa, sotto i 75 anni di età, quasi il 40% dei decessi di uomini e donne è dovuto alle patologie cardiovascolari. Diventa quindi estremamente importante cercare di prevenire le malattie cardiovascolari, che potrebbero abbassare del 50% questa percentuale.

Meno fumatori, meno pazienti con pressione di 170/100 mmHg e meno diabetici con 300 mg/dl di glicemia significa meno potenziali pazienti che, con il passare del In questo caso parliatempo saranno mo di prevenzione affetti da patologie primaria della malattia cardiovascolare. cardiovascolari.

Sempre la prevenzione

Il ruolo delle diagnosi

La prevenzione dello sviluppo delle malattie cardiovascolari si fa principalmente curando al meglio le malattie che favoriscono la loro comparsa. In questo senso l’abolizione del fumo, la terapia efficace dell’ipertensione arteriosa e del diabete mellito rappresentano la strada maestra.

Contemporaneamente bisogna percorrere anche un’altra strada e cioè, quella di utilizzare tutti i mezzi diagnostici che abbiamo a disposizione per scoprire prima possibile il danno vascolare là dove ormai esiste già. In questi casi non parliamo più della prevenzione della malattia vascolare perché la malattia


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esiste già, ma parliamo di prevenzione secondaria. Ciò comporta la possibilità che, appurata la presenza di una malattia coronarica oppure le stenosi delle arterie carotidi e degli arti inferiori, è necessario curarla da subito per disincentivare la comparsa di infarti, ictus ed amputazioni degli arti inferiori in un arco di tempo lungo. In questi casi lottiamo contro il peggioramento della malattia cardiovascolare; cerchiamo di rallentarlo o addirittura di fermarlo.

Un compito non semplice Un team multidisciplinare deve lavorare e collaborare per combattere la malattia cardiovascolare. Si tratta di cardiologi, angiologi, chirurghi vascolari, cardiologi interventisti, diabetologi, dietisti, psicologi, endocrinologi e così via. Se il lavoro viene “eseguito bene” abbiamo veramente la possibilità concreta di diminuire di molto la probabilità di comparsa della malattia cardiovascolare e delle sue gravi complicanze.

In conclusione La prevenzione primaria e secondaria della malattia cardiovascolare assomiglia molto a quello che facciamo per diminuire il numero delle vittime degli incidenti stradali. Meno persone si mettono al volante dopo avere

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consumato troppo alcol, meno incidenti stradali avverranno (prevenzione primaria della mortalità per incidenti stradali). Quando l’incidente è comunque già avvenuto, prima la vittima arriva in ospedale e viene rapidamente e correttamente presa in cura, meno decessi ne conseguiranno (prevenzione secondaria della mortalità per incidenti stradali). FINE

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MEDICINA

DONAZIONE

DI ORGANI

IN EMILIA ROMAGNA

Nella nostra regione, nel 2013 i donatori sono stati 24,4 per milione di abitanti, contro una media nazionale di 18,6. Nel 2013 i donatori di organi in Emilia Romagna sono stati 106, pari ad una media di 24,4 per ogni milione di abitante. Un risultato importante, se si considera che la media italiana risulta attestata al 18,6 per cento. Nel complesso gli organi trapiantati (rene, cuore, fegato, pancreas e polmone) sono 277; inoltre alla rete nazionale dei trapianti è stata offerta la disponibilità di 14 reni, 4 cuori e 3 polmoni. I dati sono tratti dal Rapporto pubblicato dal Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia Romagna.

Trapianti di rene Nel 2013 ci sono stati 147 trapianti di rene nei tre Centri regionali: Ospedale Maggiore di Parma, Policlinico di Modena e Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. In Emilia Romagna è attiva la lista di attesa unica per il trapianto di rene, che assicura ogni trapianto al ricevente più compatibile col donatore indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista (Bologna, Modena, Parma).

Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 1.089, contro le 1.171 dell’anno precedente. I TEMPI MEDI DI ATTESA DELLE PERSONE ISCRITTE IN LISTA SONO DI POCO SUPERIORI AI TRE ANNI. La sopravvivenza dei pazienti trapiantati in Emilia Romagna, a distanza di cinque anni dal trapianto, si aggira sul 94 per cento; il dato nazionale è intorno al 92 per cento.

Un sistema regionale efficiente «Il sistema sanitario emiliano romagnolo si conferma capace di produrre risultati significativi anche in una fase di risorse calanti ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Carlo Lusenti E’ dunque evidente l’importanza della donazione, unita alla capacità del sistema regionale di applicare soluzioni sempre nuove, per migliorare i processi sanitari e le competenze di tutte le professionalità coinvolte». 10

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Trapianti di cuore I trapianti di cuore eseguiti dal Centro del Sant’Orsola-Malpighi di Bologna sono stati 20, come nel 2012, di cui uno associato al trapianto di rene. Il programma interregionale “Adonhers”, avviato in Emilia Romagna e Toscana, ha l’obiettivo di ampliare il numero dei potenziali donatori di cuore e prevede lo studio dei donatori non ottimali per valutarne meglio l’idoneità, attraverso l’esecuzione di un’indagine sulla funzionalità dell’organo prima della donazione. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 52, una in meno rispetto all’anno precedente. I TEMPI MEDI DI ATTESA PER LE PERSONE IN LISTA SONO DI UN ANNO E MEZZO. In Emilia Romagna la sopravvivenza a cinque anni dal trapianto è dell’82 per cento; il dato italiano si attesta invece attorno al 75 per cento.

Trapianti di fegato Nei due Centri regionali, il Sant’Orsola-Malpighi di Bologna ed il Policlinico di Modena, i trapianti di fegato sono stati 115, numero un po’ in ribasso rispetto ai 119 del 2012. Cinque di questi trapianti sono stati effettuati con la tecnica “split”, che permette da un unico donatore di effettuare trapianti su due persone. In Emilia Romagna è attiva la lista di attesa unica

per il trapianto di fegato: ciò prevede l’allocazione di ogni organo donato al ricevente in condizioni più gravi, indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista, che sia Bologna o Modena. Al 31 dicembre 2013, le persone in lista d’attesa erano 256, contro le 226 dell’anno precedente. I tempi medi di attesa sono di circa due anni. La sopravvivenza in Emilia Romagna a cinque anni dal trapianto è superiore al 71 per cento; in questo caso però siamo sotto al dato nazionale, che è del 74 per cento.

Trapianti di polmone L’unico centro regionale autorizzato per questo tipo di operazione chirurgica è il Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, dove sono stati effettuati 10 trapianti di polmone (contro i soli 3 del 2012), di cui 7 bipolmonari e 3 singoli. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 17, rispetto alle 15 dell’anno precedente. Il tempo medio di attesa è di circa un anno, mentre la sopravvivenza in Emilia Romagna a 5 anni dal trapianto è del 53 per cento; in questo caso non esistono dati nazionali ai quali potersi rapportare.

Trapianti di tessuti L’attività delle banche regionali dei tessu-

ti ha permesso di trapiantare in Emilia Romagna complessivamente 4.303 tessuti, oltre duecento in più rispetto al 2012. In particolare, sono stati effettuati 582 trapianti di cornea e 78 di sclera (la membrana bianca dell’occhio), 242 trapianti di cute, 616 di segmenti osteo-tendinei e 2.474 di osso lavorato, 250 di membrana amniotica. Sono stati inoltre eseguiti 12 trapianti di valvole cardiache e 49 di segmenti vascolari, 113 trapianti allogenici di cellule staminali emopoietiche e 386 trapianti di midollo osseo autologo (cellule dello stesso paziente). Infine, sono state raccolte dalla Banca regionale del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna 296 unità di sangue cordonale, pronte per essere utilizzate in bambini affetti da leucemia in tutto il mondo. La banca del cordone ombelicale dell’Emilia Romagna, con oltre 4.000 unità conservate e pronte all’utilizzo, è la seconda in Italia per quantità di sacche certificate e FINE immesse nella rete mondiale.

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SALUTE_10piu_n.10.14_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 01/10/14 10:43 Pagina 12

SALUTE

FARMACI

L’ultima in ordine cronologico è Poste Italiane, che ha attivato una propria parafarmacia sul web. Sempre più aziende, italiane e non, anche quelle operative in settori che nulla hanno a che vedere con la medicina e la salute, si buttano sulla vendita di farmaci on line, un business evidentemente redditizio, possibile grazie alla norma che consente di vendere anche in rete, senza alcuna preparazione specifica alle spalle, tutti i farmaci da banco, quelli acquistabili senza la necessità di dover presentare una prescrizione medica. Per gli utenti il vantaggio è soprattutto economico: qualche euro di differenza, in tempi di crisi, può fare la differenza e portare a scegliere la strada dell’acquisto on line. Ma vanno segnalati anche gli aspetti potenzialmente negativi. Ad esempio, la spedizione di un farmaco come se fosse un libro rischia di comprometterne la qualità: sbalzi di temperatura o sballottamenti potrebbero danneggiarne lo stato: in fin dei conti, è sempre un medicinale che contiene un principio attivo. Ma sentiamo il parere della Dott.ssa Maria Nives Visani, farmacista naturopata, collaboratrice di “Salute 10+”: «Il mondo cambia. E’ questa la frase fatta con la quale le nuove generazioni propongono ed impongono nuovi modi di pensare, vivere e agire, e le vecchie generazioni, spesso malinconicamente e a malincuore, vi si adeguano. Inesorabilmente il mondo della rete ci ha travolto e molti non sono pronti, perchè questi cambiamenti sono davvero veloci, non danno il tempo a tutti di adeguarsi». 12

ON LINE E’ sempre necessario un buon consiglio professionale, anche per una semplice aspirina.

D Cosa pensa di quello che sta succedendo negli ultimi tempi, a proposito delle vendite on-line dei farmaci? R «Noi farmacisti studiamo per anni all'università e nelle scuole post-laurea, con continui aggiornamenti, le azioni farmacologiche e tossicologiche dei farmaci e degli integratori, superando esami che non sono certo una passeggiata. Eppure ci troviamo scavalcati da un'onda di consumatori che, senza scrupolo, si autoprescrivono solamente in base alle informazioni dettate da puro marketing pubblicitario on-line».

D Insomma, dovremmo diffidare di quanto troviamo su internet? R «La mia considerazione non vuole escludere un approccio moderno, ma cerca di far capire che ogni individuo ha una sua reazione diversa, sia se si tratta di un integratore sportivo che di un farmaco. E’ quindi necessario un buon consiglio professionale, anche per una semplice aspirina o un integratore a base di ginseng. Si trascura il fatto che ogni organismo reagisce in maniera diversa a seconda del sesso, dell'età, della razza, dello stato di salute Un semplice integratore come il magnesio, di cui si fa così largo uso ultimamente, non deve essere assunto in deter-

minate condizioni di infiammazione o quando si verifica febbre, non deve essere assunto per lungo tempo perchè può dare perdita di calcio e danni renali. Inoltre, in certi casi è meglio consigliare un sale, ad esempio il citrato, piuttosto che un sale pidolato o cloruro o carbonato. Potrei continuare ad elencare molte altre situazioni in cui è basilare i consiglio del Farmacista, anche e soprattutto sui parafarmaci, visto che per i farmaci ci dovrebbe pensare il medico prescrittore. Pertanto il piccolo risparmio in denaro che alcuni pensano di avere acquistando “on line”, alla fine potrebbe trasformarsi in una trappola per la propria salute. Continuare a fidarsi ed affidarsi a professionisti seri e preparati è un atto di amore che facciamo a noi stessi». FINE Questa rivista ha trattato approfonditamente i pericoli che si possono nascondere dietro l’acquisto sul web di farmaci: visita www.salute10piu.it e sfoglia dal ns. archivio il nr.4.2014, l’articolo è a pagina 22.


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LONGEVITÀ

I100 ANNI “ “

DI LINDA Adelinde Baldi è nata nel 1914 a Sant’Agata sul Santerno ed oggi vive, ancora lucida e in salute, a Russi. Ha trascorso gran parte della sua esistenza a lavorare la terra.

di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@alice.it Cent’anni e non dimostrarli affatto. L’8 settembre scorso Adelinde Baldi ha tagliato il traguardo del secolo di vita e lo ha festeggiato al ristorante Cà Vinona con i familiari ed il sindaco di Russi, la città in cui vive oggi. Adelinde, per tutti “Linda”, ha visto la luce nel 1914 a Sant’Agata sul Santerno. Vedova dal 1977 di Pasquale Bertoni, arrivò a Russi nel 1937, dove tutt’ora vive con i suoi cari. «Sono nata l’8 settembre, il giorno della Madonna: forse questo avrà significato qualcosa nella mia vita», scherza la bisnonna, madre di tre figli (Mario, Bruno e Rosanna), che le hanno dato cinque nipoti, dai quali sono arrivati tre pronipoti.

pa, che a quei tempi era ancora una coltivazione diffusa sul nostro territorio: di sera con il lumino a petrolio la scardavo, la pilavo, facevo le matasse e con un telaio tessevo la tela. Ad un certo punto divenni anche il “chirurgo” di casa: avevo imparato a castrare i capponi e pure i vicini di casa mi chiamavano per questo lavoro».

L’amore di una vita… A circa vent’anni il colpo di fulmine per Pasquale Bertoni, un uomo che aveva dieci anni in più di lei. «Lo conobbi a

Messa: allora c’era soltanto quello svago… I miei genitori non volevano che lo frequentassi, perché era molto più grande di me. Ma a me piaceva, mi trattava bene, era gentile». Una relazione sentimentale tenuta nascosta e portata avanti con un sistema di “messaggistica sms” ante litteram: «Lui mi scriveva delle lettere e le lasciava sotto le rotaie della ferrovia che passava vicino a casa nostra. Io ci portavo la mia lettera e prendevo la sua. Era la nostra personale “casella di posta”».

»SEGUE

Il lavoro cominciava già da bambini «I miei genitori erano contadini e a quei tempi (gli anni Venti del secolo scorso, ndr.) la vita era durissima, tanto che mi misero a lavorare fin da bambina. In famiglia eravamo in sette, fra fratelli e sorelle. Io per età ero la quarta: quella del mezzo. Non avevo ancora dieci anni che già andavo a pulire la stalla, a fare il formaggio e a mietere il grano con la falce. Inoltre, ho coltivato i bachi da seta: andavo al Padiglione di Lugo a vendere i bozzoli. E ho lavorato la cana13


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ADELINDE E IL MARITO PASQUALE IN UNO SCATTO DEGLI ANNI ‘30

L’amore fu più forte delle resistenze moralistiche di quei tempi e alla fine Linda e Pasquale si sposarono il 3 aprile 1937. «Siamo stati assieme per quarant’anni, fino alla morte di mio marito, avvenuta nel 1977.

14

Sono stati quarant’anni di amore reciproco: assieme abbiamo superato i tanti problemi che la vita ci ha riservato».

…e la durezza della realtà Il primo grande problema arrivò ad

appena sette anni dal matrimonio: «Durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, scoppiò una granata nella mia camera da letto. Per fortuna in quel momento ero al riparo, ma non mi rimase più nulla: soltanto i vestiti che avevo addosso. Sfollammo in un’abitazione di via Cacciaguerra, nei pressi del cimitero di Russi, dove il fronte era già passato. E dopo la fine della Guerra, io e mio marito ci rimboccammo le maniche e poco alla volta ci risollevammo, andando anche a lavorare “sotto padrone”, perché il reddito del nostro campo non bastava per tirare avanti». IL GIORNO PIÙ BRUTTO DELLA VITA DI ADELINDE È LEGATO AL SECONDO CONFLITTO MONDIALE Una giornata di cui ha ancora un ricordo vivo: «La nostra abitazione era proprio sul Fronte: da una parte avevamo i tedeschi e dall’altra i canadesi che stavano avanzando. Un giorno del 1944 i tedeschi fecero irruzione a casa mia: cercavano un partigiano che frequentava alcuni miei parenti.


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Portarono tutti i nostri uomini in cortile e li fecero mettere in ginocchio. Ricordo che pioveva forte: io cercai di portare una giacca a mio marito, per coprirlo dalla pioggia, ma un militare tedesco bruscamente mi impedì di fargliela arrivare. Vivemmo minuti di terrore, poi ai tedeschi arrivò una telefonata e se ne andarono senza sparare e senza dire nulla. Nei giorni successivi arrivarono i canadesi. Militari buoni, soprattutto con i bambini: li prendevano sulle ginocchia e gli davano qualche soldino (probabilmente dei cents di dollaro). Noi sfollammo nell’abitazione di mia nonna, un posto più sicuro. Io dormivo nella stalla, fra le mucche».

Il segreto di Linda Dunque un’esistenza di sacrifici, quella di “Linda”, ma affrontata sempre a testa alta: «Per vari motivi, nella mia vita ho traslocato per dodici volte. L’ultima volta sedici anni fa, in un appartamento che mi ha comprato mia figlia al piano terra nel centro a Russi, dove adesso mi trovo bene». Il segreto dei suoi cento anni portati meravigliosamente bene? Forse è legato proprio alla sua umile esistenza: «Ho passato anni a mangiar fagioli e patate, mentre l’arzdor per il quale lavoravo mangiava braciole. Ma adesso qualche vizio me lo permetto: ogni tanto mangio una pizza con una birra. Birra annacquata, però, perché “schietta” è troppo forte». www.privatassistenza.it

LA FESTA DI COMPLEANNO DEI 100 ANNI

Posso dire che questi ultimi quindici anni sono stati i più belli della mia vita e per questo devo dire grazie a tutti i miei familiari, che mi vogliono bene e lo dimostrano tutti i giorni con mille attenzioni».

La sua quotidianità è simile a quella di una pensionata settantenne, appure lei di anni ne ha cento: «Mi sveglio presto la mattina, anche prima delle sette. Faccio i miei lavori, pulisco la casa e preparo da mangiare. Ogni tanto faccio ancora la “minestra” con il mattarello. Per il resto, lavoro all’uncinetto, alla sera dopo cena guardo un po’ la televisione, poi vado a letto presto, “con le galline”.

FINE

Il grande sostegno degli affetti familiari A meno che non vengano i miei nipoti a trovarmi: allora faccio anche mezzanotte.

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OCULISTICA

LA GESTIONE del CHERATOCONO in CONTATTOLOGIA A sx -

Gianna Manna - Optometrista

E-mail: giannamanna@yahoo.it A dx - Dott.ssa

Elena Berti - Ottica e optometrista

E-mail: elenabx1@libero.it

OCCHIO NORMALE

OCCHIO CON CHERATOCONO

Il cheratocono

Classificazione

Riprendiamo il discorso del cheratocono, intrapreso dal Dr. Cimberle, per definirne l’approccio tecnico. Il cheratocono è una deformazione conica (non infiammatoria) e progressiva della parte centrale o periferica della cornea. È caratterizzato da una protuberanza ed un assottigliamento della cornea, con cambiamenti strutturali evidenti negli stadi tardivi; generalmente è bilaterale e asimmetrico.

I cheratoconi vengono classificati secondo differenti scale, la classificazione morfologica è una delle più usate e prevede le seguenti tipologie di cono.

I pazienti con cheratocono possono essere trattati e corretti usando diversi ausili ottici (occhiali e lenti a contatto) in base allo stadio e allo stato di integrità della cornea. L’utilizzo della lente a contatto non influenza il decorso della patologia, non aggrava e non migliora, sono dispositivi che permettono di ottenere una qualità visiva migliore rispetto a quella con gli occhiali grazie alla riduzione delle aberrazioni (distorsioni geometriche o cromatiche) ottiche negli stadi avanzati del cheratocono. 16

1 NIPPLE caratterizzato da una dimensione ridotta (5mm) e una curvatura ripida. L’apice del cono è collocato generalmente centrale e paracentrale, decentrato verso il basso. 2 OVALE Larghezza 5-6mm, forma ellissoidale e generalmente collocato inferiormente in zona temporale (all’altezza dell’osso temporale). 3 GLOBO È il cheratocono che occupa una superficie maggiore (>6mm), può coinvolgere oltre il 75% della cornea. In base alla collocazione e allo stadio del cheratocono applichiamo lenti a contatto con parametri differenti. Ad esempio un cheratocono Nipple, richiede una lente a contatto di diametro totale piccolo e un raggio di curvatura

molto ripido, per evitare abrasioni corneali sull’apice del cono e per migliorare il centraggio. Un cheratocono ovale richiede una lente a contatto con diametro maggiore e raggio base meno ripido rispetto al cono Nipple. Un cheratoglobo può richiedere una lente a contatto sclerale (diametro molto grande) che permette di saltare l’appoggio sulla cornea, colpita dall’ectasia quasi su tutta la sua superficie. LA REGOLA PER SCEGLIERE IL TRATTAMENTO CHE, GENERALMENTE SI SEGUE PER I SOGGETTI AFFETTI DA CHERATOCONO, È LA SEGUENTE: OCCHIALI LENTI A CONTATTO LENTI MORBIDE TORICHE RIGIDE GAS PERMEABILI (RGP) IBRIDE PIGGYBACK LENTI SCLERALI

OCCHIALI Negli stadi iniziali la correzione con gli occhiali può offrire una visione nitida e soddisfacente al paziente se presenta astigmatismi relativamente ancora lievi. Negli stadi più avanzati, non avendo più la cornea una normale curvatura il messaggio che arriva dalla retina all’area visiva risulta alterato. Poiché l’occhiale non è in grado di correggere completamente queste aberrazioni, è necessario ricorrere all’uso delle lenti a contatto.


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OCULISTICA LENTI MORBIDE TORICHE Sempre nei primi stadi del cheratocono è possibile ottenere una buona visione con lenti a contatto morbide toriche, costruite per la correzione dell’astigmatismo sulla faccia anteriore. La scelta di una correzione con la lente a contatto morbida permette di dare una visione simile o migliore a quella ottenuta con gli occhiali e con un comfort superiore rispetto alle lenti a contatto RGP, grazie ai moderni materiali che conferiscono una maggiore trasmissibilità all’ossigeno. LENTI RIGIDE GAS PERMEABILI (RPG) Si utilizzano nei casi più avanzati di cheratocono, come dice la parola stessa, sono lenti rigide con una struttura ben definita. A differenza delle lenti morbide, che si “adagiano” sulla cornea, queste mantengono la loro forma. Il vantaggio delle RGP (Rigide a Gas Permeabili) è la capacità di regola-

rizzare la superficie corneale grazie anche al film lacrimale che risiede tra la cornea e la lente a contatto e che funge esso stesso da lente. Nella loro applicazione è importante evitare l’appoggio della lente sull’apice del cono, rispettare la fragilità del tessuto utilizzando lenti idonee ad ogni circostanza, in quanto, essendo già una cornea sofferente e assottigliata lo sfregamento può indurre abrasioni corneali o altre complicanze. LENTI A CONTATTO IBRIDE Questa tipologia di lente presenta il centro RGP unito ad una periferia morbida. Le lenti ibride offrono la qualità visiva delle lenti RGP e il comfort delle lenti morbide, vanno manipolate con attenzione per non danneggiare la giunzione tra parte rigida e parte morbida. PIGGY BACK Questa tecnica prevede l’applicazione di una lente morbida, che ha la funzione di cuscinetto per l’appoggio di

una lente RGP al di sopra, e serve per migliorare la visione. L’applicazione risulta più impegnativa per il paziente perché richiede due modalità di manutenzione, uno per la morbida e una per la RGP; utilizzando due lenti a contatto, il flusso di ossigeno, che arriva alla cornea, è ridotto leggermente. LENTI SCLERALI Questa tipologia di lenti permette di “scavalcare” la cornea e di appoggiarsi prevalentemente sulla sclera, evitando complicanze, come abrasioni corneali, per via della cornea irregolare e delicaFINE ta.

©2014

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GENITORIALITÀ

FECONDAZIONE

ETEROLOGA Le linee guida in Emilia Romagna Torniamo sul tema della procreazione assistita, già affrontato di recente dalla nostra rivista nel numero 5 del 2014 (articolo firmato dal dottor Andrea Maccolini) e nel numero 7 del 2014 (articolo sulla neonata Associazione Donazione di Gameti). Lo facciamo perché il 9 settembre scorso la Giunta dell’Emilia Romagna ha adottato le “Linee guida regionali sulla fecondazione eterologa”. Il documento è stato presentato dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti: «Da tempo sostenevamo che su un tema così delicato era necessario intervenire subito, per rendere esigibile pienamente e in modo omogeneo un diritto riconosciuto da una sentenza della Corte Costituzionale il 9 aprile scorso – ha detto Lusenti Quell’impegno è stato rispettato: il 4 settembre le Regioni hanno approvato gli indirizzi operativi ed ora la nostra Giunta ha adottato la delibera regionale».

Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA

NEURALTERAPIA (TERAPIA DEL DOLORE) ARTICOLARE E GINECOLOGICA

Cosa succede di fatto

MESOTERAPIA ANTALGICA E ARTICOLARE

La delibera definisce le modalità di erogazione delle prestazioni assistenziali per la fecondazione eterologa ed i criteri di autorizzazione delle strutture sanitarie, recependo il documento con gli indirizzi operativi approvato dalla Conferenza delle Regioni.

DRENAGGIO TESSUTALE ORGANICO

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Andando nel concreto, in Emilia Romagna per la fecondazione eterologa le prestazioni sono a carico del Servizio sanitario Regionale, con il limite massimo di 43 anni per le donne riceventi e un numero massimo di tre cicli da effettuare nelle strutture pubbliche. La compartecipazione alla spesa (ticket) del cittadino è prevista solo per gli esami diagnostici e di valutazione dell’idoneità della coppia, precedenti all’avvio dell’iter. Gratuita e volontaria è la donazione, così come gli esami ed i controlli che devono effettuare donatori e donatrici.

TUTTI I CENTRI AUTORIZZATI IN EMILIA ROMAGNA

PUBBLICI PRIMO LIVELLO (abilitati alla inseminazione artificiale) OSPEDALE MORGAGNI - PIERANTONI DI FORLÌ Servizio di Fisiopatologia della Riproduzione Umana. AMBULATORIO PER LA DIAGNOSI E LA TERAPIA DELL'INFERTILITÀ DI COPPIA - Presidio Ospedaliero di Fidenza - AUSL di Parma. AMBULATORIO PER LO STUDIO DELL'INFERTILITÀ DI COPPIA Clinica di Ostetricia e Ginecologia - Arcispedale Sant'Anna di Ferrara, Cona (FE).

I DONATORI MASCHI DEVONO AVERE UN’ETÀ TRA I 18 E I 40 ANNI, LE DONATRICI TRA I 20 E I 35 ANNI

CENTRO DI STERILITÀ DI COPPIA - Ospedale di Carpi (Modena).

I centri in regione

CENTRO PER LA DIAGNOSI E LA TERAPIA DELLA STERILITÀ INVOLONTARIA DI COPPIA "P.BERTOCCHI" Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia.

In Emilia Romagna i centri autorizzati per le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono 21 di cui dieci pubblici e undici privati. Fra le dieci strutture pubbliche, quattro sono di PRIMO LIVELLO (effettuano cioè l’inseminazione artificiale), mentre le altre sono autorizzate ad utilizzare TECNICHE DI SECONDO e TERZO LIVELLO, come la Fivet (fecondazione in vitro) e la Icsi (spermatozoi iniettati direttamente negli ovociti). Anche fra i dieci centri privati, quattro sono di primo livello, gli altri di secondo e terzo.

TERZO LIVELLO (abilitati alla Fivet e Icsi)

CENTRO INCAPACITÀ RIPRODUTTIVA CIR - CLINICA OSTETRICA E GINECOLOGICA - Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma. CENTRO DI INFERTILITÀ E PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA Azienda Ospedaliera di Bologna - Università di Bologna - Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. LABORATORIO DI FISIOPATOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE UMANA Presidio Ospedaliero di Lugo (Ravenna). OSPEDALE CERVESI DI CATTOLICA (Rimini). CENTRO DI MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE - DIPARTIMENTO SCIENZE MEDICHE E CHIRURGICHE MATERNO INFANTILI E DEL L'ADULTO - SEZIONE DI GINECOLOGIA ED OSTETRICIA - A.0. Università di Modena Policlinico.

PRIVATI PRIMO LIVELLO (abilitati alla inseminazione artificiale)

L’anno scorso i centri di primo livello dell’Emilia Romagna hanno trattato in totale 698 pazienti, di cui 585 nel pubblico e 113 nel privato. L’attività di secondo e terzo livello ha riguardato 3.378 pazienti trattate, di cui 1.979 nei centri pubblici e 1.399 nei centri privati. Sul fronte della spesa, le tecniche di secondo e terzo livello si fanno in regime di ospedalizzazione diurna (sono esenti dal ticket), mentre quelle di primo livello prevedono un ticket al pari delle prestazioni ambulatoriali. FINE

NUOVA RICERCA S.R.L - Rimini. ARTEBIOS - Lugo (Ravenna). CENTRO DIAGNOSTICO RIMINESE - Rimini. CENTRO MEDICO SPALLANZANI S.R.L. - Parma. SECONDO LIVELLO (abilitati alla Fivet e Icsi) CENTRO PALMER S.R.L. - Reggio Emilia. SANTA CATERINA PEGASO S.R.L. - Riccione (Rimini). CENTRO DI PROCREAZIONE MEDICO ASSISTITA VILLA SERENA - Forlì. INACQUA CENTRO MEDICO - Piacenza. CENTRILIVELLO TERZO PRIVATI (abilitati DI SECONDO alla Fivet LIVELLO e Icsi) (abilitati alla Fivet e Icsi) SISMER, SOCIETÀ ITALIANA STUDI DI MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE, Bologna. TECNOBIOS PROCREAZIONE S.R.L. - Bologna. POLIAMBULATORIO PRIVATO GYNEPRO - Bologna. 19


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SALUTE

PREVENZIONE INFLUENZA LE RACCOMANDAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Ogni anno in Italia l’influenza stagionale colpisce tra il 4 ed il 12% della popolazione, a seconda delle caratteristiche del virus circolante. Dott.

Andrea Baldisserri

Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it

Come ogni anno, alla vigilia dei mesi invernali il Ministero della Salute ha diffuso una circolare relativa alla prevenzione ed al controllo dell’influenza. Ogni anno l’influenza può avere una diffusione ed un andamento imprevedibile sulla popolazione. La scorsa stagione influenzale è stata “lieve”, ma è necessario non abbassare la guardia: si possono fare ancora parecchi miglioramenti per prevenire la patologia e ridurne al minimo l’impatto sulla salute pubblica.

Premessa In Europa, l’influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale (è necessario specificarlo, perché in altre parti del globo si diffonde in altre stagioni). NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, i sintomi più comuni includono febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e delle articolazioni, cefalea e malessere generale. NEI CASI NON COMPLICATI, i sintomi si risolvono spontaneamente entro una settimana dall’esordio. I CASI SEVERI possono essere causati direttamente dai virus influenzali o da sovrainfezioni batteriche o virali, che si verificano dopo che il virus influenzale ha procurato danni a livello delle basse vie respiratorie. I casi severi e le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti 20

sopra i 65 anni di età e con condizioni di rischio, quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi si possono verificare anche in persone sane, che non rientrano nelle categorie sopra citate. Non se ne parla quasi mai, però le epidemie influenzali annuali sono associate ad un’elevata mortalità. Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie stima che nel nostro Continente in media circa 40.000 persone muoiano prematuramente ogni anno, a causa dell’influenza. Il 90 per cento dei decessi si verifica in persone di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli in condizioni cliniche croniche di base. In Italia, i dati forniti dal sistema di rilevazione “Influnet” stimano che ogni anno

viene colpita dall’influenza una percentuale compresa tra il 4 ed il 12 per cento della popolazione, a seconda delle caratteristiche del virus circolante.

Sorveglianza epidemiologica durante l’inverno scorso In Italia l’attività di sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali è coordinata dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, con il contributo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, dei referenti presso le Asl e le Regioni. Nella stagione 2013-14, il picco epidemico è stato raggiunto nella sesta settimana del 2014 (a metà febbraio), mentre il periodo epidemico ha avuto una durata complessiva di circa 14 settimane. Durante la stagione scorsa è stata colpita da influenze il 7,8 per cento della popolazione; il record negativo resta l’11,6 per cento registrato nel 200405. L’incidenza osservata in età pediatrica


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è stata del 21,2 per cento nella fascia di età 0-4 anni e del 12,1 per cento nella fascia di età 5-14 anni. L’incidenza ha mostrato un decremento all’aumentare dell’età, raggiungendo il valore minimo negli anziani: 3,2 per cento tra gli individui di età superiore ai 65 anni.

La prevenzione dell’influenza La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Perciò, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitarne la diffusione. Sono raccomandate le seguenti azioni: LAVARSI LE MANI soprattutto dopo aver starnutito portandosi le mani sul naso.

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La vaccinazione Il vaccino per la stagione antinfluenzale 2014-15 è invariato rispetto alla stagione scorsa, perché non sono state riscontrate modificazioni nei ceppi virali in circolazione. Per quanto concerne i gruppi a rischio, ai quali la vaccinazione va offerta in via preferenziale, esiste una sostanziale concordanza, in ambito europeo, sul fatto che i principali destinatari del vaccino antinfluenzale stagionale debbano essere gli over 65, nonché »SEGUE tutte le persone con…

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…alcune patologie di base che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza. Il periodo destinato alle campagne di vaccinazione antinfluenzale, per la situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, va dalla metà di ottobre al termine di dicembre. L'offerta gratuita attiva è rivolta anche alle persone non a rischio che svolgono attività di particolare valenza sociale. L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra i 6 mesi ed i 5 anni…

…nelle categorie da immunizzare prioritariamente, è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia. L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità Americana e Canadese e da pochi Paesi della Comunità Europea (Gran Bretagna, Finlandia, Ungheria e Malta), ma i dati di copertura vaccinale

finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto, non si ritiene necessario promuovere l’offerta gratuita del vaccino influenzale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini “sani” di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Per tutte le altre persone che decidano di vaccinarsi contro l’influenza stagionale per vari motivi (timore della malattia, viaggi, lavoro, etc.), il vaccino stagionale è disponibile presso le FARMACIE. Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei - otto mesi, poi tende a declinare. Perciò, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni inverno.

Categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.

Soggetti di età pari o superiore a 65 anni. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti. Medici e personale sanitario di assistenza. Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umano. Una sola dose di vaccino antinfluenzale stagionale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dei bambini sotto i 9 anni di età mai vaccinati in precedenza…

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casanotizie.com

www. DUE DOSI RACCOMANDATE PER I BAMBINI DI ETÀ INFERIORE AI NOVE ANNI MAI VACCINATI …per i quali si raccomandano due dosi, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane. Il VACCINO ANTINFLUENZALE, va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata per tutti l’inoculazione nel muscolo deltoide; solo nei bambini fino ai 2 anni e nei lattanti la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia. Il VACCINO INFLUENZALE TRIVALENTE INTRADERMICO (contiene 2 ceppi di influenza A e 1 ceppo di influenza B), indicato nella profilassi di influenza per adulti ed anziani, è preconfezionato in siringa speciale per inoculazione attraverso la pelle; anche in questo caso il sito di somministrazione raccomandato è la regione del deltoide.

Conservazione del vaccino Il vaccino antinfluenzale deve essere conservato a temperature comprese tra +2° e + 8°C, e non deve essere congelato. I vaccini inattivati contro l’influenza, se conservati a una temperatura corretta, rimangono stabili per almeno un anno. Per un mantenimento ottimale si raccomanda di assicurarsi che il vaccino permanga il meno possibile fuori dal frigorifero e che non venga interrotta la catena del freddo.

Controindicazioni e precauzioni Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a: LATTANTI SOTTO I SEI MESI (per mancanza di studi clinici che ne dimostrino l’innocuità in tali fasce d’età).

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RAVENNA & Provincia » FORLÌ » CESENA LUGO&BAGNACAVALLO » IMOLA SOGGETTI che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose. UNA MALATTIA ACUTA di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta. UN’ANAMNESI POSITIVA per sindrome di Guillain - Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino.

Controindicazioni non veritiere… Allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche. Malattie acute di lieve entità. Allattamento. Infezione da HIV ed altre immunodeficienze congenite o acquisite.

Altri vaccini inattivati o vivi attenuati. I soggetti che rientrano nelle categorie sopra indicate possono ricevere, se necessario, il vaccino antinfluenzale contemporaneamente ad altri vaccini, in sedi corporee e con siringhe diverse.

…e reazioni indesiderate I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. Soprattutto nella stagione fredda, infezioni respiratorie e sindromi con sintomatologie simili a quelle dell’influenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei cui confronti il vaccino antinfluenzale non può avere alcuna efficacia protettiva. Gli effetti collaterali comuni dopo la somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione. Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. FINE

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SALUTE IN CUCINA

CONSERVE

ALIMENTARI LE REGOLE PER UNA

PREPARAZIONE di Tiziano Zaccaria E-mail: zaccariatiziano@alice.it

CORRETTA

TERZA PUNTATA L’igiene personale e della cucina, la scelta

degli ingredienti, i trattamenti termici di stabilizzazione. Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo delle conserve alimentari, soprattutto negli aspetti che riguardano l’igiene personale e della cucina: la prima fonte di contaminazione, infatti, può essere rappresentata da questi due fattori. Il semplice lavaggio delle mani con sapone associato alla frizione asporta dalla pelle gran parte dei microrganismi che vi sono presenti.

La pulizia delle stoviglie Le stoviglie devono essere lavate con apposito detergente e risciacquate bene per eliminarne i residui. Se si usano i disinfettanti, occorre tenere presente che non sono tutti efficaci

allo stesso modo. Il disinfettante più utilizzato è l’ipoclorito di sodio, meglio noto come varechina o candeggina, efficace anche contro i microrganismi sporigeni, ma con l’inconveniente di rovinare le superfici metalliche.

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Il lavaggio delle mani deve essere fatto SUBITO PRIMA DI INIZIARE A MANIPOLARE GLI ALIMENTI; OGNI VOLTA CHE LE MANI APPAIONO VISIBILMENTE SPORCHE; DOPO ESSERE STATI IN BAGNO; DOPO AVER MANGIATO, FUMATO, TOSSITO O STARNUTITO; DOPO AVER TOCCATO ALIMENTI CRUDI, ANIMALI DOMESTICI, RIFIUTI O ALTRE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE. 24

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L’ipoclorito di sodio deve essere utiliz- prodotti conservati, consentendo di evizato diluito - generalmente una parte denziare eventuali anomalie senza aprire di candeggina e venti il barattolo. Di contro, la trasparenza d’acqua - poiché se del vetro permette il passaggio viene utilizzato della luce, che può provocapiù concentrare modicazioni del colore del SPUGNE E STROFINACCI to, la sua efficaprodotto, perciò è necessario DEVONO ESSERE “SUPER” PULITI cia disinfettante collocare le conserve in luoghi diminuisce. A prescindere al riparo dalla luce. dal prodotto, è sempre Sono da preferire i contenitori necessario leggere attencon il collo ampio, che facilitano le tamente le istruzioni operazioni di riempimento, e con la riportate in etichetta in capsula di chiumerito alle modalità di utilizzo ed alla sura di metallo, sua tossicità. Inoltre, le spugne e gli ma vanno bene strofinacci impiegati per la pulizia anche quelli CONTENITORE A COLLO degli utensili costituiscono il perico- con la guarni- LARGO CON GUARNIZIONE lo maggiore di diffusione dei zione in gomma e la cerniera. microrganismi e vanno quindi camLe capsule e le guarnizioni dovrebbero essebiati di frequente. re sostituite ad ogni utilizzo, per garantire la loro tenuta ermetica; in ogni caso non utiLe attrezzature in cucina lizzate quelle con deformazioni, ammaccaNon utilizzare contenitori troppo grandi, ture, segni di ruggine o corrosione. per evitare di conservare in frigorifero le I contenitori e i coperchi vanno perfettaconserve aperte per periodi troppo lunmente puliti e lavati con acqua e deterghi; preferire generalmente contenitori gente prima del loro utilizzo. Le pentole da mezzo litro. per cuocere le conserve devono essere in Il vetro è il materiale migliore: non assor- acciaio inox; quelle in alluminio o rame be odori, può essere non dovrebbero esseriutilizzato innumerere utilizzate, sopratvoli volte, può essere tutto per conserve facilmente lavato e acide, poiché l’acidità sterilizzato. Inoltre, potrebbe provocare essendo trasparente, rilasci metallici nel permette un’immediata ispezione dei prodotto. SOLO ACCIAIO INOX

Come scegliere gli ingredienti Per ottenere conserve di frutta e di verdura che mantengano intatti i sapori, gli aromi e le fragranze delle materie prime, è ideale scegliere sempre prodotti di stagione, perché più ricchi di sali minerali, vitamine, e nutrienti. Nel periodo di massima produzione, oltre a poter essere acquistate a prezzi più convenienti, sicuramente frutta e verdura subiscono trattamenti di conservazione pre-vendita minori. Se si scelgono prodotti locali a km zero, questo rischio diminuisce sensibilmente. I VEGETALI DEVONO AVERE UNA GIUSTA MATURAZIONE. Prodotti troppo maturi potrebbero perdere la loro consistenza dopo i trattamenti di preparazione, mentre quelli poco maturi possono risentire di una diminuzione del sapore. L’aceto deve essere di vino, meglio se bianco. L’aceto di vino rosso infatti contiene sostanze, chiamate antociani, che si ossidano facilmente. Essenziale nella scelta dell’aceto è il quantitativo di acidità dichiarato in etichetta, che non deve essere inferiore al 5%. L’olio deve essere di prima qualità: si raccomanda l’utilizzo di olio extravergine di oliva. Per quanto riguarda lo zucchero, è consigliabile usare quello semolato perché non altera il sapore e il »SEGUE profumo…

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SALUTE IN CUCINA della frutta. In sostituzione si può trovare in commercio uno zucchero speciale per confetture, che contiene pectina. Per le conserve sotto sale si consiglia l’uso di sale marino. Il sale raffinato può tuttavia essere utilizzato per insaporire le conserve.

Lavaggio dei prodotti Le materie prime utilizzate per preparare le conserve vanno processate al più presto dopo la raccolta, per evitare la perdita di alcune caratteristiche organolettiche e nutrizionali. È NECESSARIO LAVARLE SOTTO ACQUA CORRENTE, IN MODO DA ELIMINARE LE PARTICELLE DI TERRA ED ALTRI EVENTUALI RESIDUI. L’immersione per qualche minuto in acqua contenente bicarbonato di sodio può essere utile per ridurre le tracce di pesticidi dalla superficie esterna. Dopo aver asciugato accuratamente gli ortaggi, eliminare le eventuali parti danneggiate (ammaccature e marciume) e quelle non edibili, come torsoli e noccioli. Se si preparano le confetture, è consigliabile non togliere la buccia della frutta, che contiene molta pectina, responsabile dell’addensamento della

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confettura stessa. Alcuni prodotti dopo la sbucciatura e il taglio tendono ad assumere una colorazione bruna, dovuta a fenomeni di ossidazione, che possono essere rallentati fortemente con succo di limone o mediante scottatura.

Scottatura dei prodotti La scottatura consiste nello scaldare i vegetali in acqua bollente o vapore per un breve periodo di tempo. Questa operazione, essenziale per tutti i vegetali che devono essere congelati, serve a bloccare l’azione degli enzimi che possono causare la perdita di sapore, colore e consistenza. La scottatura inoltre lava la superficie esterna, privandola di eventuali residui di terra e microrganismi, e rende morbidi i prodotti, facilitandone il confezionamento. Il tempo di trattamento è cruciale e varia a seconda del tipo di vegetale e in funzione della sua pezzatura. Nella scottatura con acqua bollente è importante rispettare il giusto rapporto di 5 litri di acqua per 500 grammi di prodotto. Per un corretto trattamento, i vegetali devono essere messi in acqua soltanto quando questa bolle. La scottatura mediante vapore, che necessita di un tempo più lungo, è raccomandata solo per pochi vegetali, come broccoli, zucca e patate dolci.

Quando la scottatura è stata completata, i vegetali devono essere immersi in acqua fredda; subito dopo vanno scolati, per evitare la perdita di sali minerali.

Trattamenti di stabilizzazione LA STABILIZZAZIONE DI UN ALIMENTO È UN PROCEDIMENTO CHE NE IMPEDISCE O RITARDA L’ALTERAZIONE. Può essere ottenuta inattivando gli enzimi e/o i microrganismi presenti, oppure impedendone semplicemente la crescita. Refrigerazione, congelamento, riduzione dell’attività dell’acqua, acidicazione, aggiunta di conservanti, rimozione o aggiunta di gas (ossigeno, anidride carbonica), sono metodi che impediscono lo sviluppo dei microrganismi presenti in un alimento o in una preparazione alimentare. Scottatura, cottura, pastorizzazione e sterilizzazione sono tecniche basate sull’utilizzo del calore per inattivare/eliminare i microrganismi presenti in un alimento o in una preparazione alimentare. Tra queste tecniche di stabilizzazione degli alimenti, solo la pastorizzazione e la sterilizzazione riescono ad eliminare i microrganismi di interesse per la salute pubblica. L’ottimizzazione di un processo termico di stabilizzazione è strettamente correlato alla resistenza dei patogeni alimentari e delle spore: ogni alimento ha pericoli microbiologici e livelli di sicurezza diversi.


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Per esempio, la pastorizzazione del latte è basata sulla riduzione della popolazione di Coxiella burnetii da mille miliardi a uno; mentre quella delle uova liquide è basata sulla riduzione di Salmonella Seenberg da un miliardo a uno.

Sterilizzazione La distruzione di tutti i microrganismi, inclusi le spore batteriche, avviene mediante l’azione del vapore surriscaldato a temperature maggiori di 100 °C in apposite autoclavi. A livello industriale la sterilizzazione è applicata alle conserve alimentari nelle quali può svilupparsi il Clostridium botulinum. I prodotti sterilizzati non necessitano di ulteriori trattamenti e possono essere conservati anche a temperatura ambiente. MA A LIVELLO DOMESTICO QUESTO PROCESSO NON È APPLICABILE, in quanto la pentola a pressione non garantisce il raggiungimento delle temperature idonee alla distruzione delle spore resistenti al calore.

Pastorizzazione Si definisce pastorizzazione qualsiasi trattamento applicato ad un alimento per ridurre i microrganismi vitali ad un livello tale che non rappresentino un rischio per la salute. A differenza della sterilizzazione, però, ha un effetto molto limitato sulle spore batteriche, pertanto deve essere combinato con altri sistemi di conservazione, come la

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refrigerazione, l’acidicazione o la riduzione dell’attività dell’acqua. Il latte è uno

dei prodotti alimentari più comunemente sottoposto a pastorizzazione. A livello domestico è possibile effettuare un trattamento di pastorizzazione in grado di eliminare la maggior parte dei microrganismi, ma deve essere condotto in maniera accurata per evitare il possibile deterioramento del prodotto. Il tempo di trattamento termico dipende dal tipo di alimento e dalla dimensioni del barattolo in cui IMPIANTO DI PASTORIZZAZIONE INDUSTRIALE viene posto. FINE

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FARMACI

STORIADEL

VALIUM

Il noto ansiolitico è “figlio” di una molecola ritrovata fortuitamente, nel 1957, nel laboratorio del ricercatore Leo Sternbach. E’ conosciuto in tutto il globo quasi quanto l'aspirina. Parliamo del Valium, nome commerciale del Diazepam, un farmaco della categoria delle benzodiazepine prodotto fin dal 1963 dalla multinazionale svizzera Roche. Questo medicinale è comunemente utilizzato per trattare i disturbi d'ansia, l'insonnia e gli spasmi muscolari. Inoltre può essere utilizzato prima di alcune procedure mediche per ridurre la tensione ed in alcuni interventi chirurgici per indurre amnesia. È usato anche nel trattamento delle convulsioni epilettiche, degli spasmi muscolari e nella sindrome delle gambe senza riposo. Ma al di là dei suoi utilizzi, vale la pena conoscere gli eventi che nella metà del secolo scorso portarono, casualmente, alla scoperta del suo principio attivo.

Sternbach, il pioniere delle benzodiazepine La storia delle benzodiazepine è legata a Leo Sternbach, un chimico ebreo di origine austro-ungarica che acquisì la nazionalità polacca subito dopo la Prima Guerra Mondiale. 28

Dal 1940 Sternbcach lavorò a Basilea come ricercatore dell’industria farmaceutica Roche, la quale, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, trasferì tutti i suoi ricercatori ebrei negli Stati Uniti, in un laboratorio a Nutley, piccola cittadina del New Jersey poco lontana da New York. Al termine del conflitto bellico, all’inizio degli anni Cinquanta in tutto il mondo occidentale si intensificò l’utilizzo

di tranquillanti e barbiturici, così la Roche chiese a Sternbach di provare a sintetizzare nuove molecole ad attività sedativa, ansiolitica ed ipnotica.

Una molecola ritrovata accidentalmente Nel 1954 il ricercatore avviò la sua ricerca partendo da composti la cui attività biologica era ancora pressoché

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sconosciuta, ovvero da alcune benzodiazepine, una classe di molecole che aveva sintetizzato prima della Guerra come potenziali coloranti, portandole con sé negli Stati Uniti. Partendo dalle strut- LEO STERNBACH ture di queste sostanze, Sternbach creò una serie di composti che però nei primi test si dimostrano privi degli effetti farmacologici desiderati. Nel frattempo la Roche stava manifestando forti interessi anche verso il crescente mercato degli antibiotici e l’anno seguente l’industria farmaceutica gli chiese di dedicarsi ad un nuovo progetto indirizzato a tale settore. Ma nel 1957 un collaboratore del ricercatore, mentre stava ripulendo il laboratorio, ritrovò fra flaconi e provette una sostanza base battezzata “Ro 5-0690”, un derivato delle molecole elaborate in precedenza ma che non era stato mai sottoposto a test farmacologici. Poiché il prodotto risultava puro e la sua composizione chimica ben definita, Sternbach decise di fare un ultimo tentativo, inviandolo al laboratorio di farmacologia per la sperimentazione animale.

Gli esperimenti su topi e gatti rivelarono un ottimo effetto miorilassante e sedativo, e a dosi maggiori anche un prolungato effetto ipnotico.

riore, per efficacia e selettività, ai barbiturici ed agli altri farmaci utilizzati a quei tempi nella terapia ansiolitica, ipnotica ed antiepilettica.

INOLTRE, RISULTÒ ECCEZIONALE IL FATTO CHE LA MOLECOLA, PUR COSÌ FARMACOLOGICAMENTE EFFICACE, ERA PRATICAMENTE PRIVA DI EFFETTI TOSSICI COLLATERALI.

La nascita del Librium, poi il Valium

Nessuno degli animali trattati era deceduto. In seguito “Ro 5-0690” fu somministrata anche a scimmie particolarmente aggressive del genere Rhesus, diminuendone il comportamento violento e rendendole mansuete, pur senza ridurne l’attività locomotoria. Tutti i test dimostrarono quindi che questa molecola era decisamente supe-

Risultati eccezionali nella sperimentazione animale I risultati relativi a “Ro 5-0690” furono di straordinario interesse: la molecola risultò molto attiva in tutti i test utilizzati.

Naturalmente i risultati entusiasmarono la Roche, che con uno studio più approfondito delineò con precisione la struttura chimica del composto in esame. La molecola fu chiamata clorodiazepossido e rappresentò il principio attivo di un nuovo farmaco, il LIBRIUM, che in pochi anni divenne il più utilizzato nella terapia dei disturbi d’ansia e delle turbe del sonno, facendo la fortuna della Roche. Dopo essere stato testato su 16mila pazienti, nel 1960 il Librium entrò nel mercato americano e quindi in quello mondiale, diventando in breve tempo uno dei farmaci più prescritti in assoluto. Con la scoperta del clorodiazepossido iniziò la ricerca di derivati ed analoghi sempre più efficaci e specifici. Nei due anni seguenti fu sintetizzata una nuova e più potente benzodiazepina, denominata appunto Diazepam, che tuttora costituisce il principio attivo del Valium, farmaco noto a prescritFINE to in tutti i continenti.

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

UN CANE DI NOME

WANDA Un storia che, come altre, mostra tutta la sensibilità e il bisogno di dare-ricevere affetto dei nostri grandi amici a quattro zampe. Il soccorso e la svolta

Andrea Berardi Educatore cinofilo

Da una “sventura” all’altra WANDA ERA LA FEDELE COMPAGNA DI UN CLOCHARD Una vita dedicata al suo sventurato padrone, senza porre domande, senza chiedere il perchè di quella quotidianità così difficile ed ingrata. Non è facile vivere in strada, abitare sotto un ponte, riscaldarsi dentro dei cartoni, cercare rifugio in locali abbandonati o diroccati. Wanda, come tutti i suoi simili, ha dei sentimenti veri, nutre profondo affetto verso gli uomini e, ovviamente, verso quel suo strano padrone che le vuole tanto bene anche se non può garantirle una "cuccia sulla testa". NONOSTANTE LE ATTENZIONI E L'AFFETTO DA CUI È CIRCONDATA, WANDA SI AMMALA, MANGIA POCO E MALE Mosso da amore e pietà il suo padrone realizza che non è più possibile continuare questo rapporto, Wanda sta male e lui non ha i mezzi per poterla curare. 30

È così che questa deliziosa signorina di mezza taglia e di appena otto mesi, viene portata al canile di Cervia. Accolta con tanto affetto, Wanda inizia una nuova vita. Ora può correre libera nelle aree di sgambamento del canile, può essere curata in modo adeguato, può mangiare con regolarità. La dolcezza di questa signorina a quattro zampe conquista tutti. Ora la nuova sfida è quella di trovare una famiglia che la adotti e che le possa donare tutto quell'amore che lei

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richiede con i suoi occhioni dolcissimi. Gli operatori del canile ricevono numerose richieste di adozione. La cosa, però, non è così semplice perchè adottare un amico a quattro zampe è una cosa seria, una scelta che deve essere responsabile e non il semplice frutto di un fuggevole innamoramento. Molte persone si recano nei canili per adottare mossi da compassione e pietà salvo, poi, "mollare tutto" alle prime difficoltà. I cani parlano, comunicano le proprie sensazioni ma non tutti sono in grado di rispondere ai loro messaggi perchè, non tutti, sono in grado di capire il linguaggio del corpo, i movimenti con cui il nostro cane comunica gioia, dolore, rabbia etc etc. Gli operatori del canile di Cervia individuano, fra le tante, una famiglia che potrebbe adottare felicemente la dolce Wanda. Viene richiesto l'intervento di un esperto addestratore, un professionista in grado di dare consigli, di aiutare il futuro padrone, e, soprattutto, di capire se "quell'umano" può essere in grado di adottare "quel cane". La famiglia prescelta viene invitata dagli operatori del canile di Cervia assieme al responsabile di un centro di addestramento cinofilo. Wanda capisce perfettamente che tutta quella gente si è data appuntamento di fronte al suo box proprio per incontrarla. Mostra tutta la sua gioia ed il suo affetto, dà e riceve coccole su coccole; all'improvviso però decide di rientrare nel box e si mette a sedere in un angolo. L'addestratore capisce subito che questa era la risposta che Wanda dava ad "un brutto ricordo", qualcosa di già vissuto: delle persone arrivavano, tante carezze e carezze ma poi... nulla di nulla, lei “sarebbe rimasta nuovamente da sola”. Questa volta l'intuito di Wanda si è, però, sbagliato. L'addestratore si è convinto che quella famiglia è realmente interessata all'adozione e che, soprattutto, è in grado di garantire alla cagnolina una vita serena e felice.

Barbara Maioli

EDUCATRICE CINOFILA Iscritta APNEC (Associazione Nazionale Educatori Cinofili) Regione Emilia Romagna n.43 - Disciplinato ai sensi di legge 4/2013

»Lezioni individuali di educazione di base, anche a domicilio. » Attività di avviamento all’huntering (obbedienza, traccia e riporto)

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nuovo branco e dei nuovi padroni e, mentre sta per uscire definitivamente dal canile, si gira, improvvisamente si ferma.. Vuole salutare tutti i volontari che l'hanno accudita e coccolata prima di seguire, a testa alta, la sua nuova famiglia. Grazie alla collaborazione degli operatori del canile di Cervia e del Centro Cinofilo che è stato contattato, oggi Wanda è una cagnolina felice. Il padrone è quello giusto, la famiglia è quella giusta, una famiglia che sa come comportarsi e che capi-

sce il suo linguaggio. Una storia a lieto fine. I cani non devono mai essere abbandonati. Se ci sono dei problemi basta rivolgersi a dei professionisti che possono, in poco tempo, risolvere la "crisi coniugale". I cani non sono dei giocattoli da restituire al mittente quando ci si è stancati, i cani hanno bisogno di un padrone e di una famiglia presente e consapevole. Sono tante le Wanda che, nei vari canili, aspettano la famiglia giusta. Non abbandoniamoli. FINE

Il lieto fine Ora Wanda ha il collarino, il guinzaglio, una nuova famiglia. Esce, finalmente, dal suo box, contenta, allegra di avere un 31


SALUTE_10piu_n.10.14_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 01/10/14 15:27 Pagina 32

HANNO COLLABORATO al numero di OTTOBRE di Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Andrea Berardi Educatore cinofilo

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A sx - Gianna Manna - Optometrista E-mail: giannamanna@yahoo.it A dx - Dott.ssa Elena Berti - Ottica e optometrista E-mail: elenabx1@libero.it Dott. Andrea Flamigni Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia

Dott. Giuseppe Morino Responsabile di Educazione Alimentare Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, Roma

Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com

Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata

Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

E-mail: salutenaturasnc@alice.it

I NOSTRI COLLABORATORI Dott. José Aguayo Ph.D. Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it

Dott. Stefano Farioli-Vecchioli Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia - Centro Santa LuciaEbri-CNR, Roma - E-mail: stefano.farioli@inmm.cnr.it

Dott.sa Azzarello Maria Germana Iscritta AGI (Associazione Grafologi Italiani) Iscritta ANGRIS (Ass.ne Naz. Grafologi Rieducator) E-mail: azzarellogermana@gmail.com

Dott. Maurizio Fontana - Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia - Presidio Ospedaliero di Faenza

Dott. Antonio Salzetta Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna

Massimo Greco - Associazione Pet Levrieri Onlus www.petlevrieri.it

Francesco Spadoni - Tecnico ortopedico Email: francesco@ortopediaspadoni.it

Dott. Marco Ioni Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna

Dott.ssa Susanna Stagni Laureata in odontoiatria e protesi dentaria.

Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott. Matteo Biserna - Psicologo e scrittore - Ravenna Email: matteobiserna@gmail.com www.marginidelfoglio.blogspot.com Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB - Faenza - Tel. 0546.623355 E-mail: info@studioabb.it

Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport - Direttore sanitario Astrea Medical Center Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia

Dott.ssa Chiara Bucherini - Biologa nutrizionista Dott. Eugenio Bucherini Angiologo Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB Faenza - Tel. 0546.623355 - E-mail: info@studioabb.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com Dott. Giorgio Maria Cicognani Medico Geriatra - AUSL Ravenna E-mail: giorgio.cicognani@fastwebnet.it Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna - E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott. Guido Cocchi Responsabile Centro Malformazioni Congenite e Amb/DH MR UO-Neonatologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna E-mail: guido.cocchi@unibo.it Dott. Sergio D’Addato - Dip. di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Bologna - Ospedale Sant’Orsola Malpighi Dott. Calogero Di Stefano - Specialista urologo E-mail: loger99@libero.it Prof. Marinella Di Stani - Psichiatra Responsabile Ambulatorio del Comportamento Alimentare di Ravenna - AUSL Romagna Dott. Andrea Drei - Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza - E-mail: andrea.drei@alice.it

Dott.ssa Enza Lamanna - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it

Dott. Alessandro Repici Responsabile Endoscopia Digestiva Humanitas Milano

Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola - www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it

Prof. Pierluigi Strippoli - Università di Bologna Dott. Angelo Lofino - Psicologo Psicoterapeuta www.psicologia-studio-sessuologia.it Dott. Leonardo Loroni Pediatra a Ravenna presso Ospedale Privato San Francesco e presso Ravenna Medical Center E-mail: leonardo.loroni@gmail.com

Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Prof. Catrin Tamburini - Psicologa Clinica Ambulatorio Disturbi del comportamento Alimentare di Ravenna, AUSL Romagna

Doriana Togni - Bottega dei Servizi E-mail: info@bottegadeiservizi.it

Barbara Maioli Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - Reg. Emilia Romagna Disciplinato ai sensi della Legge nr. 4/2013 E-mail: barbara.maioli@alice.it

Monica Tramonti - Collaboratrice circoli ippici FISE E-mail: monica@mo-maeventi.it

Dott. Andrea Maccolini Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it

Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it

Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it

Dott.ssa Donatella Valmori - Psicologa e Sessuologa E-mail: d.valmori@libero.it

Federico Marchetti - Direttore Dipartimento Maternità ed età evolutiva Ausl Ravenna Dott. Francesco Motta - Primario del reparto di Ortopedia Pediatrica Ospedale “dei Bambini” Vittore Buzzi di Milano E-mail: francesco.motta@icp.mi.it Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott.ssa Valentina Orlandi - Ortottista E-mail: valentina.orlandi28@libero.it Dott.ssa Antonietta Pace - Logopedista Cell. 339.7196006 - Email: paceantonietta@libero.it

Dott.ssa Valeria Fabbri - U.O. Officina Trasfusionale, Centro Servizi AVR - Pievesestina (Cesena) E-mail: vfabbi@ausl-cesena.emr.it

Dott. Fabiano Palmieri - Dirigente medico UOC Urologia AUSL Romagna - PO RAVENNA

Simonetta Ferretti - Responsabile U.O. Consultori Familiari Ausl Ravenna

Dott. Giuseppe Plazzi - Dipartimento di Scienze Neurologiche Università di Bologna - E-mail: giuseppe.plazzi@unibo.it

Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Dalila Visani Psicologa - Psicoterapeuta E-mail: dalila.visani@gmail.com

Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico www.dicasavismara.it Dott. Salvatore Voce Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott.ssa S. Zamuner - Medico Nutrizionista E-mail: info@stefaniazamuner.it Dott. Franco Ziccardi Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza E-mail: caspitafaenza@gmail.com


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