Salute 10 più Nr. 3 Anno 2013

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N. 3 - MARZO 2013

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE

RAVENNA

IN QUESTO NUMERO - Attenzione ai “nei” - Cos’è la vestibologia - Trattare le piccole ustioni

Andrea Gardini Pallavolista romagnolo

PAG. 15

Giuseppa Golnelli Centenaria ravennate

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SOMMARIO » Nr. 3 - MARZO 2013

capelli per lui capelli per lei

SALUTE

2 ATTENTI A QUESTI POLLINI

RAVENNA - Viale della Lirica, 21 Tel. 0544.403014 - ravenna@bayermann.it

Dott. Franco Borghesan BENESSERE

4 COME DEPURARE IL NOSTRO CORPO Dott.ssa Maria Nives Visani SALUTE

7 LE ALLERGIE

- Come affrontarle.

Dott. Franco Borghesan

CESENA - Tel. 335.6081505

TRATTAMENTI PERSONALIZZATI CONTRO LA CADUTA DEI CAPELLI

DERMATOLOGIA

8 ATTENTI A QUEL “NEO” Dott. Ignazio Stanganelli CENTENARI

12 GIUSEPPA GOLNELLI

- Centenaria ravennate

Intervista di Tiziano Zaccaria SPORT

NOI POSSIAMO RIDARTI IL SORRISO

15 ANDREA GARDINI Intervista di Tiziano Zaccaria SALUTE

18 LA VESTIBOLOGIA Dott. Giorgio Guidetti SALUTE

20 CHECK-UP DIAGNOSTICO Dott. Roberto Nonni PROFILASSI

21 LA PREVENZIONE ATTRAVERSO IL VACCINO Dott. Andrea Baldisserri OCULISTICA

24 IL LASER AD ECCIMERI Dott. Ugo Cimberle PSICOLOGIA

26 LA SESSUOLOGIA NELLA TERZA ETÀ Dott.ssa Donatella Valmori SALUTE

28 TRATTARE LE PICCOLE USTIONI Giulio Spinari I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 LA STORIA DI BRICIOLA E ANDREA ERRATA CORRIGE

Con riferimento al redazionale “La ginnastica della vista” pubblicato alle pagine 18 e 19 nel nr.2.2013, la redazione di SALUTE 10+ specifica che Gianni Greco non è dottore, bensì Ottico Optometrista. SALUTE 10+ N. 3.2013 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011. Proprietà, redazione e realizzazione Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it Stampa: Tipografica Derthona - Tortona (AL)

Marianna Gigliotti BAYERMANN Ravenna

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SALUTE

ATTENTI A

questi pollini Dott.

Franco Borghesan

Specialista in allergologia

Per le persone allergiche è importante conoscere le piante che liberano i pollini ed il calendario d’impollinazione, in modo da ridurre al massimo il tempo all'aperto durante il periodo critico.

IMPORTANTE - EVITARE le gite nei giorni di sole, con vento e tempo secco. - ATTENZIONE alle ore successive alla pioggia: è dimostrato che la pioggia frantuma il polline di una miriade di particelle che mantengono intatto il loro potere allergizzante e raggiungono più in profondità le vie aeree. - EVITARE i luoghi in cui l'erba è stata tagliata da poco. - TENERE le finestre di casa chiuse durante il giorno; praticare sport preferibilmente in luoghi chiusi. - EVITARE il contatto con polveri e peli di animali domestici. Seguire scrupolosamente le istruzioni dello specialista sull'uso dei farmaci antiallergici necessari per la cura della malattia. BETULLA La betulla è diffusa in tutta Europa, in particolare nei paesi scandinavi, dove detiene il primato tra le cause di pollinosi. In Italia si ritrova nei boschi delle Alpi e degli Appennini da 900 a 1800 metri di altitudine. Negli ultimi anni questo albero è sempre più utilizzato come pianta ornamentale nei giardini di nuovi insediamenti urbani di numerose città, soprattutto nell'Italia settentrionale, perciò la pollinosi da betulla è in progressivo aumento. Le betulacee hanno una pollinazione precoce (marzomaggio) e possono scatenare nei soggetti allergici rinite e congiuntivite. COMPOSITE Quella delle Composite è una famiglia molto vasta, che annovera un’infinità di 2

generi e specie diffuse in tutto il mondo negli ambienti più disparati: alcune sono ruderali, infestanti e crescono spontaneamente, altre sono coltivate a scopo alimentare (carciofo, lattuga), officinale (camomilla), industriale (girasole), o ornamentale (margherita, crisantemo, dalia). Le specie responsabili di allergie sono quelle che disperdono al vento enormi quantità di polline, come l'artemisia o l’assenzio, ma in particolare il tarassaco o soffione o dente di leone, con la sua caratteristica infruttescenza sferica. Negli ultimi anni è cresciuta una nuova pianta infestante, l'ambrosia, una composita americana che ha già colonizzato il Nord Italia e si sta diffondendo nell'area mediterranea.

E' cosi altamente allergizzante che in Canada il Governo obbliga i cittadini ad estirparla dal proprio giardino o terreno. Il suo periodo di pollinazione va da luglio a settembre; la sintomatologia è di solito rinocongiuntivitica. NOCCIOLO Presente in tutta Europa, il nocciolo produce grandi quantità di pollini durante i mesi invernali, da gennaio a marzo. I sintomi dell’allergia a nocciolo tendono spesso a perdurare nel tempo a causa della reazione crociata con i pollini di ontano e betulla, piante con la stessa distribuzione geografica e la cui fioritura va fino a maggio. I soggetti allergici possono presentare sindrome orale allergica in seguito ad ingestione di nocciole. CARPINO I carpini sono presenti principalmente nelle regioni centro - settentrionali sui rilievi delle Prealpi e dell'Appennino. Durante la fioritura liberano notevoli quantità di pollini da marzo a maggio. CIPRESSO La prima pianta che impollina all'inizio della Primavera è il cipresso, dotato di un polline liberato in enormi quantità e perciò fonte di allergie. Le manifestazioni cliniche interessano prevalentemente le alte vie aeree (raffreddore e


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congiuntivite) nel periodo febbraiomarzo. Il numero dei cipressi presenti in città è in aumento e anche altre piante ornamentali della stessa famiglia, come il cedro giapponese e il ginepro, concorrono all'aumento della quantità di polline liberata in atmosfera. GRAMINACEE Le Graminacee costituiscono la principale componente erbacea di pascoli, prati, terreni incolti e margini delle strade, sopravvivendo in condizioni climatiche variabili dal mare ai monti. Sono in assoluto le prime al mondo come agenti di allergopatia e comprendono le comuni gramigne, i cereali, le canne e in generale tutte le piante con spighe, pannocchie, ciuffi o pennacchi. Nella fascia mediterranea la pollinazione avviene tra aprile e giugno; spostandosi verso Nord o salendo in montagna ritarda di qualche settimana e si protrae nei primi mesi estivi. Il polline è responsabile di oculoriniti e più raramente di forme asmatiche.

OLIVO L'olivo, con la parietaria, costituisce la specie vegetale maggiormente responsabile di allergie nell'area mediterranea. Della sua stessa famiglia, le Oleacee, fanno parte anche il frassino, il ligustro, ma anche lillà e gelsomino, piante ornamentali per fortuna non responsabili di allergie. L'interesse clinico è dovuto alla copiosa produzione di polline e alla sua aggressività; per fortuna il periodo di pollinazione non è molto lungo, va da metà aprile a fine maggio. Una caratteristica dell'olivo e l'alternanza: un'annata di alta produzione di olive è seguita da un'altra di scarsa produttività. Questo fenomeno, legato ad un'alternanza pollinica, è causa anche negli allergici del succedersi di primavere con sintomi più intensi con altre meno fastidiose. A differenza delle altre specie vegetali, l’olivo non raggiunge il picco di pollinazione in tarda giornata, ma durante le prime ore del mattino. I pazienti allergici accusano fastidiose rino-congiuntiviti.

PARIETARIA La pollinosi da parietaria riveste grande importanza in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo. La si trova in luoghi incolti vicino a ruderi, tra le crepe dei vecchi muri, sia in pianura che in collina, ma non oltre i 900 metri. La pianta è costituita da piccoli fusti cilindrici giallo rossastri e da foglioline lanceolate provviste di peli urticanti. In primavera, gli stami, ripiegati all'interno del fiore, si distendono a scatto e lanciano una nuvoletta di polline. Il picco massimo di pollinazione si raggiunge nel periodo aprile-maggio, ma il polline può persistere tutta l’estate. Questo granulo pollinico, che riesce a penetrare in profondità nelle vie aeree, è responsabile di congiuntiviti, ma pure di forme asmatiche anche gravi. FINE

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BENESSERE

Arriva la primavera,

DEPURIAMO

IL NOSTRO CORPO

È bene in questo periodo aiutare l'organismo a liberarsi dalle tossine e dai grassi accumulati nei mesi invernali. La natura ci viene in aiuto con piante come il tarassaco, il carciofo, il cardo mariano e la bardana.

Dott.ssa

Maria Nives Visani

Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it

Stiamo lasciando il lungo inverno per arrivare ad un importante periodo dell'anno, in cui il nostro organismo si prepara, come avviene per le piante, alla “fioritura” p r i m a v e r i l e. Dopo il freddo e le giornate buie, stiamo andando verso il rinnovamento, verso la luce, verso la primavera. Il concetto di rinnovamento viene assunto anche dalla religione e coincide con la Pasqua, cioè passaggio o cambiamento. Non a caso questa festa viene preceduta da un periodo di preparazione, la Quaresima, durante la quale avviene la purificazione dello spirito con i “fioretti”, piccoli sacrifici come l'astensione dalle carni, dai dolci, o i digiuni. Questi “fioretti” avevano anche uno scopo salutistico, ovvero di depurazione del corpo. 4

È bene infatti in questo periodo aiu- fiori gialli dei nostri campi e prati nota tare l'organismo a liberarsi dalle tossi- già nell'antichità, di cui si utilizzano le ne, dai grassi accumulati durante i radici e le foglie in primavera e il mesi invernali con le abbondanti liba- succo in autunno. Contiene alcaloidi, gioni tipiche delle tradizioni culinarie oli essenziali, inulina, provitamine A, locali e che spesso abbondano ed abusa- vitamina B, vitamina C. Svolge funziono di carni suine, dolci a base di formag- ni depurative, diuretiche e coleretiche (miglior produzione di bile). gi grassi e menù elaborati. Inoltre, l'inIL CARCIOFO (Cynara Scolymus), verno è anche più povero di frutta e nato da una mutazione di verdure fresche rispetto alle altre stauna varietà di cardo e gioni, anche se in realtà gli scaffali dei comparso all'inizio del negozi di frutta e verdura sono pieni XV secolo. È largamente di varietà provenienti da coltivaziocoltivato come ortaggio. ni lontane. Per migliorare lo stato di Apprezzato per l'attisalute, per ridurre gli episodi di vità nelle affezioni allergie, per evitare la stanchezepato-biliari. In mediciza tipica della primavera e per na si utilizzano le foglie non ritrovarsi con dei chili di TARASSACO (da non confondere con le troppo è bene sottoporre il nostro BRATTEE organismo ad una bella quarantena com mestibili) di depurazione che riguardi gli organi di eliminazione, in primis il fegato, che da cui si estragsecondo la medicina cinese rappresenta gono estratti secla primavera, ma anche i reni e il sistema chi ed estratti fluidi, tinture linfatico. madri, succhi da Le piante depurative pianta fresca e tisane. più comuni Oltre come depurativo, La natura ci viene in aiuto con le pian- coleretico e colagogo CARCIOFO te. Quelle di maggior utilizzo per depu- (migliora la fluidità e lo scorrimento della bile) viene utilizzato per le sue rare l’organismo sono quattro. IL TARASSACO (Taraxacum Officinalis), proprietà amaro toniche e ipoglicemizdetto anche dente di leone o sof- zanti (proprietà che permettono di fione, pianta erbacea dai caratteristici ridurre le concentrazione di glucosio


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BENESSERE nel sangue). È sconsigliato alle donne in allattamento. IL CARDO MARIANO (Sylibum Marinum), pianta selvatica dei terreni incolti di area mediterranea, con capolini color porpora protetti da brattee e grandi foglie spinose. Si utilizzano le foglie, le radici e i semi da cui si ottengono estratti secchi ed estratti fluidi, tinture madri, succhi e tisane. In medicina vengono utilizzati i semi contenenti un'alta percentuale di silimarina nota CARDO MARIANO per le proprietà epatoprotettive. LA BARDANA (Arctium Lappa) pianta biennale presente un po' ovunque di cui si ricordano i grandi capolini (infiorescenza formata da fiori sviluppatisi su un asse corto e con ricettacolo ingrossato) uncinati che, soprattutto secchi, rimangono impigliati nei tessuti. Si utilizzano le foglie che in antichità venivano schiacciate e applicate sulla pelle con attività battericida su ferite, pustole, punture d'insetti e acne. Dai semi e dalle radici si ottengono estratti secchi, estratti fluidi, tinture madri, succhi e tisane, con attività depurative, ipoglicemizzanti e coleretiche/diuretiche. È bene fare attenzione all'utilizzo di piante che per reazioni cro-

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ciate con gli allergeni potrebbero peggiorare la sintomatologia allergica. Ad esempio chi è allergico alle composite (artemisia e ambrosia) deve evitare l'assunzione di: tarassaco, cicoria, camomilla, prezzemolo, sedano e carote. Chi è allergico alle urticacee deve fare attenzione ad ortica, basilico e ciliegio. BARDANA Occorre perciò la

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massima cautela nell'utilizzo di formule complesse affidandosi al consiglio di persone qualificate. Minor rischio di effetti collaterali si verificherà utilizzando un drenaggio con farmaci omeopatici, sali tissutali, terapie omotossicologiche (appartenenti alle medicine alternative) e pratiche fisiche come il linfodrenaggio. Questi interventi dovranno essere associati a una maggiore attenzione alimentare, come vuole la tradizione nel periodo FINE di quaresima.

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SALUTE

ALLERGIE Vanno affrontate con una visione complessiva del paziente. Perché il rischio è quello di curare i sintomi e non la malattia.

Dott.

Franco Borghesan

L’allergologia è la branca della medicina interna che si occupa di manifestazioni respiratorie, cutanee e gastrointestinali. Per questi motivi viene spesso praticata da altre figure professionali mediche, che spesso non hanno un’adeguata preparazione scientifica nel ramo specifico: molte riniti vengono seguite dall’otorinolaringoiatra, molti asmatici dal pneumologo, molte dermatiti dal dermatologo, molti problemi di allergia alimentare dal gastroenterologo, molte congiuntiviti allergiche dall’oculista. Se da una parte il contributo di questi colleghi è fondamentale, dall’altra si rischia di perdere la visione unitaria della malattia allergica, dal momento che ogni specialista cura soltanto il suo ambito e trascura le altre patologie associate.

Specialista in allergologia

L’IMPORTANZA DELLA VISIONE D’INSIEME L’importanza della visione d’insieme Sovente più d’una malattia allergica è presente contemporaneamente nella stessa persona, per cui il pericolo è quello di perdere la visione unitaria del paziente allergico e di trascurare alcune importanti manifestazioni, spesso curando il sintomo e non la malattia. Si rischia, visto il benessere acquisito con la cura del sintomo, di non ricercare a fondo le cause della malattia e quindi non curarle. L’allergologo, sentito se necessario il parere degli altri specialisti d’organo, dovrebbe essere il medico che si prende in carica definitivamente l’allergico in tutta la sua complessità, con una visione olistica.

I RISCHI CAUSATI DALLE ALLERGIE Le malattie allergiche colpiscono circa il 20 per cento della popolazione e sono in continuo aumento, specie le riniti, le dermatiti e le allergie alimentari. La gran parte di esse presentano una stagionalità, legata alla presenza nell’ambiente della sostanza che provoca l’allergia, a volte banale dal punto di vista sintomatologico, ma che può risultare anche molto invalidante, come per gli asmatici, e perfino mortale, per il veleno iniettato dalle punture degli imenotteri (calabroni, api, vespe) e per certe forme di allergia alimentare e farmacologica. Inoltre, le riniti possono sensibilmente pregiudicare la qualità della vita, com-

promettendo il sonno e l’equilibrio psicofisico, rendendo stanchi, irritabili e riducendo il rendimento scolastico e lavorativo. LE ALLERGIE SI POSSONO CURARE Molti pazienti pensano che non sia possibile guarire da un’allergia, ma che si possa solo gestirla attraverso una terapia sintomatica. Al contrario, molte forme di rinite e di asma bronchiale e di reazione da imenotteri sono trattabili tramite un’adeguata vaccinoterapia, che può portare alla completa guarigione. L’immunoterapia antiallergica è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’unica terapia in grado di modificare la storia FINE clinica del paziente.

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DERMATOLOGIA

ATTENTIALNEO

CHE CRESCE Può celare un melanoma, il più aggressivo dei tumori della pelle. Piccola guida alla prevenzione, alla diagnosi ed ai trattamenti possibili. CHI È A RISCHIO MELANOMA? Sono a rischio i soggetti che hanno una o più delle seguenti caratteristiche: - MODIFICAZIONE EVIDENTE E PROGRESSIVA DI UN NEO; - COMPARSA DI UN NUOVO NEO IN ETÀ ADULTA;

Dott.

Ignazio Stanganelli

Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo

Il melanoma è un tumore che deriva dalla trasformazione maligna dei melanociti, le cellule che determinano il colore della pelle. Il melanoma può insorgere su cute apparentemente sana o dalla modificazione di un neo preesistente. La frequenza di questa neoplasia è in netto aumento in tutto il mondo: negli ultimi 15 anni il numero dei casi è praticamente raddoppiato. In Italia in media si verificano 14 casi ogni anno su 100.000 abitanti; l'età maggiormente a rischio è quella compresa tra i 25 e 50 anni e le donne sono più colpite rispetto agli uomini.

L’importanza della prevenzione Programmi di prevenzione e diagnosi precoce hanno dimostrato, soprattutto negli ultimi dieci anni, che di melanoma si può guarire. Infatti, scoperto in anticipo ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica durante la fase di sviluppo iniziale, questo tipo 8

- SOGGETTI GIÀ TRATTATI PER MELANOMA O CON FAMILIARITÀ A QUESTA PATOLOGIA; - UNO O PIÙ NEI DI DIAMETRO SUPERIORE A 5 MM E DI FORMA IRREGOLARE; - ELEVATO NUMERO DI NEI; - CAPELLI BIONDO-ROSSI, OCCHI CHIARI, CARNAGIONE MOLTO CHIARA ED ESTREMAMENTE SENSIBILE AL SOLE; - PRECEDENTI SCOTTATURE AL SOLE, SOPRATTUTTO NELL’INFANZIA E NELL’ADOLESCENZA. di tumore è del tutto guaribile, perché il rischio che abbia invaso altri organi bersaglio (metastasi) è pressoché nullo. La diagnosi precoce serve innanzitutto a distinguere il melanoma dai nei comuni. La presenza sulla nostra pelle di nei è normale: di solito si tratta di innocue macchie di forma rotondeggiante regolare, piane o rilevate, di colore bruno o nerastro uniforme, di pochi millimetri di diametro e crescita lenta e graduale. Invece è estremamente sospetto il cambiamento sulla superficie di un neo.

MELANOMA PIANO

riferimento ad un messaggio educativo sintetizzato dalla sigla ABCDE.

A

Come identificare le macchie sospette

STA PER ASIMMETRIA il melanoma è una macchia irregolare nella quale non è possibile identificare due metà simili tra loro. La gran parte dei nei benigni sono invece regolari.

Per riconoscere le modificazioni sospette di un neo o di una macchia scura di recente insorgenza, si fa

B

SIGNIFICA BORDI IRREGOLARI e frastagliati, a "carta geografica".


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C

COME COLORE A VARIE TINTE nero, rosso-bruno, rosa che sono distribuiti all'interno della macchia in modo non uniforme.

D E

COME DIMENSIONE superiore a 6 mm;

COME EVOLUZIONE PROGRESSIVA raramente il melanoma resta identico a se stesso in quanto la lesione tende a crescere e allargarsi rapidamente. La presenza di due o più di questi caratteri può far sospettare il melanoma e deve indurre un intervento tempestivo dal medico di famiglia e l'eventuale invio presso il centro di riferimento specialistico. In caso di variazione inattesa di un neo, o comparsa di un neo con colore e forma diversa dagli altri, è sempre buona regola sottoporre il problema all'attenzione dello specialista.

DERMATOLOGIA

Caratteri del melanoma Il melanoma piano è la forma più frequente di questo tumore: rappresenta circa l’80 per cento dei casi. Appare come una macchia piana, di colore variabile dal bruno scuro al nero, a contorni frastagliati, di forma irregolare ed asimmetrica. Può essere piccolo, ma di solito ha dimensioni di 5-6 mm di diametro e tende ad estendersi orizzontalmente, raggiungendo anche dimensioni di alcuni centimetri di diametro. Può insorgere in qualunque parte del corpo, ma predilige il dorso nell’uomo e gli arti inferiori nella donna. Dopo una fase di crescita orizzontale, che può durare mesi o anche anni, il melanoma piano può cominciare a crescere in altezza. Il melanoma cupoliforme rappresenta invece il 20 per cento dei casi e si localizza soprattutto a MELANOMA CUPOLIFORME

capo, collo e dorso. Appare come una formazione nodulare a rapida crescita in altezza, di colorito bruno-nerastro, a superficie liscia, a contorni netti e regolari, che talora si ulcera e si ricopre di croste ematiche.

La diagnostica strumentale Durante la visita dermatologica, assieme all'osservazione ad occhio nudo delle macchie scure pigmentate, si possono effettuare esami strumentali che consentono di identificare meglio la natura della lesione. Strumenti come il dermatoscopio, il videomicroscopio e lo stereomicroscopio aiutano a vedere di più, perché ingrandiscono la lesione e impiegano dispositivi che consentono di evidenziare aspetti morfologici relativi a strutture situate sotto la superficie della cute, non visi- DERMATOSCOPIO bili ad occhio nudo. »SEGUE

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DERMATOLOGIA mettere a punto, a tutt’oggi nei pazienti che mostrano capacità di risposta immunitaria specifica si può ottenere un controllo duraturo della malattia.

Evitare le scottature solari

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Chi si è scottato frequentemente, soprattutto da bambino, e possiede fattori predisponenti, ha maggiori possibilità di sviluppare il melanoma.

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Un esaminatore esperto interpreta gli aspetti morfologici a volte estremamente complessi visibili con queste metodiche ed individua melanomi in fase iniziale. Tuttavia, la diagnosi certa può basarsi solo un riscontro istologico. Pertanto è sempre consigliabile fare asportare i nei che il dermatologo considera sospetti.

Trattamento chirurgico Nel caso in cui lo specialista evidenzi una lesione sospetta o maligna, viene effettuata la biopsia escissionale (completa rimozione della lesione), generalmente eseguita in anestesia locale con un margine di 2 mm. Essa permette in ogni caso l’asportazione completa della neoformazione e la corretta esecuzione dell’esame istologico.

Trattamento medico Per terapia medica dei tumori si intende un trattamento eseguito con farmaci, che hanno il compito di uccidere le

cellule tumorali (chemioterapia) o di stimolare le difese immunitarie specifiche (immunoterapia). Nei confronti del melanoma i chemioterapici che si sono dimostrati efficaci sono la Dacarbazina, la Temozolomide, somministrato per via orale, e la Fotemustina. Non ancora in uso terapeutico, ma in avanzato stato di sperimentazione, sono alcuni farmaci “target”, che agiscono avendo per bersaglio singole molecole proprie del DNA tumorale (oncogeni) e che appaiono molto promettenti.

Terapie immunologiche Da diversi anni sono in uso terapeutico alcune citochine (molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule) che hanno il compito di “aiutare” le difese immunitarie dell'organismo. Esse possono essere usate singolarmente o in associazione alle chemioterapie.

Terapie vacciniche Numerose tecniche si stanno sperimentando, con l’uso di singole proteine che possano far riconoscere il tumore o con terapie “cellulari” che sfruttano l’attività delle cellule preposte al controllo del sistema immunitario. Nonostante vi siano ancora numerose variabili da

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Gli effetti nocivi del sole possono essere immediati, osservabili in breve tempo dopo l'esposizione ai raggi solari, come l'arrossamento della pelle accompagnato da prurito o bruciore, oppure comparire anche dopo molti anni, come l’invecchiamento precoce della pelle, che si manifesta con la comparsa di rughe e macchie su viso, collo e dorso delle mani, e la fotocarcinogenesi, ovvero l’induzione di tumori sulla pelle.

Regole per una corretta esposizione al sole - EVITA LE ESPOSIZIONI ECCESSIVE E LE CONSEGUENTI SCOTTATURE. - ESPONITI GRADUALMENTE PER CONSENTIRE ALLA TUA PELLE DI SVILUPPARE LA NATURALE ABBRONZATURA. - PROTEGGI SOPRATTUTTO I BAMBINI, QUELLI SOTTO L’ANNO DI ETÀ NON DEVONO ESSERE ESPOSTI AL SOLE. - EVITA DI ESPORTI AL SOLE NELLE ORE CENTRALI DELLA GIORNATA. - UTILIZZA INDUMENTI: CAPPELLO CON VISIERA, CAMICIA, MAGLIETTA ED OCCHIALI.


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DERMATOLOGIA - APPROFITTA DELL'OMBRA NATURALE O DI OMBRELLONI, TETTOIE, ETC... - USA CREME SOLARI ADEGUATE AL TUO FOTOTIPO, CON FILTRI PER I RAGGI UVA E UVB; IN CASO DI ALLERGIA O INTOLLERANZA AL SOLE CONSULTA IL DERMATOLOGO. - LE CREME ANTISOLARI DEVONO ESSERE APPLICATE IN DOSI ADEGUATE E PIÙ VOLTE DURANTE L'ESPOSIZIONE. - ALCUNE SEDI SONO DA PROTEGGERE IN MODO PARTICOLARE: NASO, ORECCHIE, PETTO, SPALLE, CUOIO CAPELLUTO SE CALVI. - EVITA L'ABBRONZATURA ARTIFICIALE OVVERO LE LAMPADE UVA, CHE, INVECCHIANO ANCOR PIÙ PRECOCEMENTE LA PELLE.

VERO O FALSO? SFATIAMO ALCUNI LUOGHI COMUNI CHE CREANO CATTIVA INFORMAZIONE SUGLI EFFETTI DEL SOLE SUL NOSTRO ORGANISMO. Il sole è importante per evitare il rachitismo nei bambini? VERO, ma per fissare la vitamina D sono sufficienti pochi minuti al giorno di esposizione. Al contrario, troppo sole nell'infanzia e nell'adolescenza aumenta il rischio di sviluppare un melanoma in età adulta. L'abbronzatura rende più sani? FALSO, soprattutto se non si seguono le regole di una corretta esposizione. Si rischia, infatti, di abbassare momentaneamente le proprie difese immunitarie e di creare danni permanenti alle nostre cellule. Il buco dell'ozono è fra le principali cause dei tumori della pelle? FALSO. L'assottigliamento dello strato di ozono, rilevante per l'impatto sul clima e su vari ecosistemi nel nostro pianeta, sembra trascurabile alle nostre latitudini nell'indurre maggior rischio di melanoma. Piuttosto, è il nostro comportamento sbagliato che aumenta il rischio degli effetti indesiderati del sole. Il tumore della pelle è una malattia dell'anziano? FALSO. Alcuni tipi di tumore come gli epiteliomi (tumore di derivazione epiteliale che coinvolge anche organi ghiandolari profondi) sono più frequenti nell'anziano, ma il melanoma cutaneo, il più maligno dei tumori della pelle, può comparire anche nei giovani e si deve prevenire con comportamenti corretti fin dall'infanzia. Asportare un neo è pericoloso? FALSO. In presenza di una lesione sospetta è indispensabile e necessaria una corretta asportazione chirurgica. FINE

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CENTENARI

I 101anni di

GIUSEPPA GOLNELLI

ANNI ‘50, GIUSEPPA GOLNELLI (A SINISTRA) CON LA FIGLIA MARIA: ATTINGONO ACQUA DA UN POZZO.

Oggi si gode un meritato riposo, ricordando le fatiche che l’hanno accompagnata nel secolo scorso. Il segreto della longevità? “Non essere invidiosi di nessuno e vivere serenamente”. di Tiziano Zaccaria «Sono arrivata a cento anni e non me ne sono nemmeno accorta! Nella mia vita ho sempre lavorato come un diavolo, tanto che non so nemmeno come faccio ad essere ancora al mondo. Non ho avuto tempo di pensare alla mia età, non ho mai festeggiato i miei compleanni. Ma ora finalmente posso riposarmi, ripensando ai sacrifici fatti». Giuseppa Golnelli a 101 anni gode di discreta salute e cammina ancora sulla proprie gambe, pur aiutandosi con un bastone, ma sorprende soprattutto per la sua lucidità e per il suo carattere forte, forgiato da una vita difficile. Il suo primo compleanno Giuseppa l’ha festeggiato proprio a cento anni, il 30 giugno scorso, circondata dall’affetto dei suoi cari e dei tanti amici di famiglia. E pensare che quando sua figlia le ha detto che le stava preparando la festa, si è quasi arrabbiata, dicendole di lasciar perdere. 12

LA SIGNORA GOLNELLI CON LA FIGLIA MARIA, IL NIPOTE MICHELE ED I PRONIPOTI MATILDE E MARCO

Il progresso in una bicicletta Giuseppa Golnelli è nata a Mezzano di Ravenna il 30 giugno 1912, in una famiglia di contadini piuttosto numerosa, con cinque fra fratelli e sorelle. I suoi primi ricordi, naturalmente, sono legati alll’infanzia. «Alla fine della Prima Guerra Mondiale mio padre tornò a casa dopo tre anni d’assenza ed io stentai a riconoscerlo. Per diversi giorni non volli parlare con quell’estraneo che era improvvisamente entrato nella nostra famiglia». Vita durissima, quella degli anni Venti, dove appena adolescenti si veniva spediti nei campi a lavorare la terra. «A tredici anni avevo già la zappa in mano. D’estate andavo a mietere il grano, oppure a lavorare nelle risaie di Cà del Bosco. Ogni giorno facevo dodici chilometri a piedi, sia all’andata che al ritorno, finché una volta convinsi mio padre a comprarmi una bicicletta, che conservo ancora come un prezioso ricordo. In casa mia fu una decisione sofferta: si trattava di una spesa importante e oltretutto una bici non l’avevano

ancora nemmeno i miei fratelli più grandi. D’inverno, poi, siccome era necessario portare a casa un po’ di soldi anche quando non si poteva lavorare nei campi, andavo a fare qualche faccenda domestica a due famiglie borghesi che avevano dei bimbi piccoli. Guadagnavo trenta lire al mese».

I tedeschi in casa Nell’inverno 1942 Giuseppa si sposò e l’8 gennaio dell’anno seguente nacque Maria, la sua unica figlia (le generazioni successive sono rappresentate dal nipote Michele, oggi stimato medico di famiglia, e dai pronipoti Matilde e Marco, studenti). Con la bambina ancora in fasce, la Seconda Guerra Mondiale irruppe nell’intimità del suo focolare. «Abitavamo a Mezzano, sotto al fiume, dove il fronte si fermò a lungo ed i tedeschi avevano messo la loro base. In casa mia dovemmo ospitare quattro militari tedeschi per cinque mesi. Erano ragazzi molto giovani, che mangiavano sulla nostra tavola quello che riuscivano a rimediare, molto spesso cipolle.


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CENTENARI Mi ricordo che una volta venne da me un militare con due uova e mi chiese, a gesti, di fargli una sfoglia. In casa avevo due pugni di farina e lo accontentai».

Ancora lavoro fino alla pensione All’inizio degli anni Cinquanta un grave lutto colpì Giuseppa: la morte del marito per malattia. «A quel punto assieme a mia figlia andai a vivere in città, a Ravenna. Prendemmo in affitto una camera, col gabinetto in cortile. Per tirare avanti, d’inverno continuavo a fare lavori domestici a casa di alcune famiglie, mentre d’estate facevo la campagna agli zuccherifici di Mezzano e Classe, ma ho anche piantato pini a Marina di Ravenna, per il rimboschimento. Per la verità mi piaceva parecchio lavorare, non ho mai amato oziare.

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GIUSEPPA GOLNELLI A 40 ANNI

E ho sempre avuto la fortuna di stare bene di salute, così sono andata avanti senza problemi fino al pensionamento».

Giuseppa è nata in un’epoca in cui le auto erano rare, non c’era la tv, non c’erano gli elettrodomestici e il telefono, tuttavia non s’è mai stupita per le conquiste tecnologiche o per l’uomo sulla luna. «Ricordo soltanto una cosa: quand’ero ragazza restai sorpresa nel vedere una strana attrezzatura che, girando, produceva musica (un grammofono, ndr). La tecnologia? Per anni ho avuto altre cose a cui pensare: spesso ho passato intere giornate mangiando soltanto un pezzo di pane, finché, poco alla volta, sono uscita dalla povertà».

L’elisir di lunga vita Non sembrano esserci segreti particolari nella longevità di Giuseppa. Di sicuro non ce ne sono nell’alimentazione, perché ancora oggi mangia un po’ di tutto, concedendosi ogni tanto anche un bicchiere di vino. Forse il suo segreto sta nello spirito col quale ha affrontato la vita: «Ho fatto molti sacrifici, ma non sono mai stata invidiosa di niente e di nessuno. Ho sempre rispettato gli altri e ho sempre considerato il lusso come qualcosa di negativo - conclude – L’importante è essere sereni verso sé stessi e consapevoli FINE di aver dato il proprio meglio».

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SPORT

ANDREA GARDINI

L’ex grande pallavolista bagnacavallese oggi è il vice allenatore della Polonia. “Qui c’è grande entusiasmo ed il volley è lo sport nazionale”. di Tiziano Zaccaria In Italia da giocatore detiene un record: ha conquistato sette scudetti in quattro società diverse, oltre a numerosi trofei con la maglia della nazionale, della quale è stato a lungo un punto di forza. Andrea Gardini, nato a Bagnacavallo l’1 ottobre 1965, è stato uno dei pallavolisti più vincenti nella storia del volley italiano e uno dei più grandi di sempre nel suo ruolo di centrale. Nel 2007 è stato anche inserito nella Volleyball Hall of Fame di Holyoke, nel Massachusetts. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, Gardini ha svolto l’incarico di direttore sportivo a Modena e Milano, prima di diventare vice allenatore della nazionale italiana dal 2007 al 2010, chiamato dal commissario tecnico Andrea Anastasi in questo ruolo. E sempre come vice di Anastasi, due anni fa è passato sulla panchina della nazionale polacca.

zioni su cinque: nel 2011 siamo giunti terzi nella World League, terzi agli Europei e secondi nella Coppa del Mondo, mentre l’anno scorso abbiamo trionfato nella World League».

Alle Olimpiadi di Londra non avete centrato l’obiettivo del podio, eliminati nei quarti dalla Russia. «A Londra è salita troppo la pressione, in una squadra che non ha molta esperienza come la nostra. La Polonia resta comunque la nazionale che negli ultimi due anni ha fatto il maggior balzo nel ranking mondiale: siamo saliti dal tredicesimo al quarto posto. Le abbiamo ridato quella credibilità internazionale che le mancava dagli anni Ottanta».

E per quanto riguarda la Gardini, qual è il bilancio sua personale esperienza provvisorio di questa sua umana? esperienza in Polonia? «Da giocatore ho visto tutti gli angoli «Il bilancio sportivo è eccezionale. Quando siamo arrivati, io ed Anastasi, la Polonia era una nazionale in difficoltà, alle prese con un cambio generazionale. Abbiamo inserito i migliori giovani 20-22enni, e in due anni siamo andati a medaglia in quattro competi-

del mondo, ma non mi ero mai fermato così a lungo in una nazione. In Polonia ho trovato una straordinaria accoglienza, un popolo in grande spinta e rinnovamento, giovani aperti, che parlano più lingue e hanno la mente aperta».

ANDREA GARDINI QUI CON A. ANASTASI

Il mondo della pallavolo in Polonia è diverso da quello italiano? «Là il volley è lo sport nazionale. Quasi tutti i giorni la tv di Stato trasmette una partita di campionato. Quando gioca la nazionale, abbiamo un centinaio di giornalisti accreditati al seguito. Su internet ci sono almeno venti blog molto cliccati, che fanno anche gossip su giocatori e allenatori, cosa impensabile per il volley italiano. A Varsavia, quando vado al ristorante, la gente mi riconosce, si alza e viene a chiedermi l’autografo. » SEGUE 15


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siamo in giro per il mondo con la nazionale, per disputare le varie competizioni internazionali. In inverno, invece, andiamo in Polonia mediamente una volta al mese, per fare uno stage o semplicemente per seguire una partita del campionato nazionale, con l’obiettivo di visionare i migliori giovani».

Il vostro quartier generale è Varsavia «Io e Anastasi abbiamo a disposizione un bell’appartamento in una zona nuova di Varsavia, che negli ultimi anni è diventata una città molto moderna. Il Centro allenamento della Federvolley polacca, però, si trova a 90 km da Varsavia, in mezzo alla foresta».

Dunque è una situazione molto gratificante, anche se chiaramente, quando le cose vanno male, c’è molta attenzione nella direzione opposta e siamo sottoposti a critiche non indifferenti. Ma il gioco vale la candela».

Lei abita a Ravenna, come ha organizzato la sua vita fra la Romagna e la Polonia? «La mia famiglia resta quasi sempre qui in Romagna, mentre io mi muovo assieme ad Anastasi. Da aprile a settembre viviamo in Polonia, oppure

ANDREA GARDINI CON LA MOGLIE

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SPORT alto livello, vorrei continuare a farlo anche in un ruolo di vice. Quando nel 2010 terminai il mio rapporto con la nazionale azzurra, in Italia ricevetti alcune offerte, ma erano poco gratificanti, così ho preferito sposare la causa polacca».

Quando scade il vostro contratto? «Dopo le Olimpiadi ci è stato rinnovato fino al 2014, una data molto importante, perché fra due anni la Polonia ospiterà i Mondiali di volley. Un grande evento, che movimenterà l’intera nazione».

Con la medaglia di bronzo a Londra, la nazionale azzurra è ritornata fra le “big”.

Desidererebbe condurre in prima persona una squadra importante? «Mi piacerebbe prendere in mano una squadra come capo allenatore, ma siccome ho sempre vissuto la pallavolo ad

«E’ un risultato eccellente, perché ha sdoganato alcuni giovani e consacrato altri giocatori che sono arrivati ad alto livello un po’ avanti con gli anni».

Lei ha scelto di restare a vivere in Romagna. Cosa l’attira della nostra terra?

IL PALMARES DA GIOCATORE

7 SCUDETTI (Ravenna 1990-91; Treviso: 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1998-99; Roma 1999-00; Modena 2001-02). 1 COPPA ITALIA (Ravenna 1990-91). 1 SUPERCOPPA ITALIANA (Treviso 1998). 4 CHAMPIONS LEAGUE (Ravenna 1991-92, 1992-93; Treviso 1994-95, 1998-99). 2 COPPA DELLE COPPE (Bologna 1986-87; Treviso 1993-94). 2 COPPE CEV (Treviso 1997-98; Roma 1999-00). 2 SUPERCOPPA EUROPEA (Ravenna 1992; Treviso 1994).

«Innanzitutto mi piace la gente, apprezzo la capacità del romagnolo di sdrammatizzare anche le situazioni difficili. E poi mi piace il mare. Quando torno a casa dopo molto tempo, per prima cosa vado a Marina di Ravenna, dove ho un FINE mio “buen ritiro”».

ANDREA GARDINI CON FRANCESCO DAMIANI A LONDRA

Centro

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Il professor Franco Borghesan, si occupa delle problematiche allergologiche di ogni età, oltrechè di manifestazioni cutanee come orticaria, angiodema, dermatite atopica, dermatite da contatto, reazioni da insetti. In relazione alle diverse necessità, l’approfondimento clinico viene effettuato grazie a test cutanei (per inalanti e per alimenti), PATCH test da contatto, spirometrie semplici e con test di reversibilità, test di provocazione (per alimenti e per farmaci), terapie farmacologiche di tutte le forme allergiche acute e croniche. Monitoraggio e terapia dell’asma, vaccinoterapia iniettiva e sublinguinale.

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SALUTE

VESTIBOLOGIA E’ una moderna disciplina medica, che si occupa delle vertigini e dei disturbi dell’equilibrio in genere.

Dott.

Si tratta di un disturbo visivo inerente l'incapacità di fissare l'immagine di cose e oggetti da grandi altezze. Nella norma il cervello di una persona che guarda verso il basso a una certa altezza da terra, dopo aver ricevuto le informazioni visive dalle retine oculari, analizza le distanze delle cose e invia informazioni

Giorgio Guidetti

Unità Operativa Audio-Vestibologia Azienda USL di Modena Ospedale Ramazzini di Carpi

Cos’è la vestibologia La vestibologia si occupa delle vertigini e dei disturbi dell’equilibrio in genere. Il termine nasce dalla parola vestibolo che è un sinonimo di labirinto cioè quella parte dell’orecchio interno che garantisce l’equilibrio. E’ una disciplina relativamente nuova. In Italia in pratica, salvo rari pionieri, è strutturata soltanto dagli anni Settanta del secolo scorso. In genere se ne occupano gli otorinolaringoiatri, talora i neurologi. Lo sviluppo tecnologico ha consentito di fare grandi passi in avanti ed oggi le conoscenze sulle malattie in grado di provocare vertigini possono essere esplorate in modo decisamente più efficace rispetto al passato, quando in pratica si ricorreva unicamente alla fastidiosa stimolazione dell’orecchio con acqua calda o fredda.

Le vertigini d’altezza, quella paura del vuoto L’organo dell’equilibrio è situato nell’orecchio interno ed è il “labirinto membranoso”. Tutto ciò avviene perché dentro questa struttura un liquido linfatico, detto endolinfa, muovendosi appunto a 18

seconda delle posizioni della testa, stimola particolari cellule nervose a loro volta collegate ai gruppi muscolari del collo, della schiena e delle gambe. Ecco perché se si volta la testa da una parte, tutto il corpo la segue adeguandosi quasi istantaneamente alla situazione, per mantenere un equilibrio "posturale" e facilitare i movimenti verso quella direzione. Un’alterata funzione dell’apparato dell’equilibrio è causa della vertigine, la spiacevole sensazione di rotazione del proprio corpo o dell’ambiente circostante, che provoca mal di testa, nausea, vomito, tachicardia e a volte diarrea. Quando ci si trova ad una considerevole altezza dal suolo, si può invece soffrire delle cosiddette "vertigini d'altezza", considerate fisiologiche, ovvero normali in molte persone e da non riferirsi ad alcuna malattia.

APPARATO UDITIVO Orecchio esterno

Orecchio medio

Padiglione auricolare

Orecchio interno

Martelletto Nervo acustico

dit C o n d ot to u

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Coclea

Membrana del timpano

Incudine

LABIRINTO MEMBRANOSO

Canale semicircolare anteriore Canale semicircolare laterale Canale semicircolare posteriore

Coclea

VESTIBOLO

All’interno del labirinto membranoso vi sono dei corpuscoli denominati sacculo, utricolo e i canali semicircolari: i primi due sono sollecitati dai movimenti della testa avanti-indietro e dalla forza di gravità, mentre i canali sono sensibili ai movimenti nelle altre direzioni.


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SALUTE alle cellule nervose dell'equilibrio in modo tale che tutto il corpo si adatti quasi istantaneamente alla situazione. Questo automatismo di equilibrio è in genere appreso nei primi anni di vita. Nelle persone sofferenti di vertigini da altezza il meccanismo pare in qualche modo deficitario, ovvero gli occhi non riescono a inviare esatti segnali nervosi al cervello, per cui l’apparato dell'equilibrio entra in una sorta di continuo tentativo di adattamento. Dunque, questo disturbo sembra causato da un funzionamento oculare difettoso, "appreso" in modo scorretto nei primi anni di vita.

vre liberatorie”, la terapia per la vertigine provocata dai “sassolini” durante i movimenti rapidi del capo, che abbiamo effettuato per primi in Italia. L’attività clinica è sempre stata accompagnata da quella di ricerca, documentata da numerose pubblicazioni sulle riviste internazionali. Nel 2004 il servizio è passato dal Policlinico universitario di Modena all’Azienda USL, per adeguarsi alle sempre più numerose richieste di consulenza da tutta Italia. Dal 2010 ha sede presso l’ospedale Ramazzini di Carpi, dove è stato creato un ambiente adeguato alle esigenze dell’utenza e dove è possibile una stretta collaborazione con le unità operative di Otorinolaringoiatria e Neurologia.

Il centro di Modena Il servizio di Vestibologia di Modena è uno dei più “vecchi”: è stato creato nel 1980 dal professor Remaggi e in seguito sviluppato dal professor Galetti, entrambi grandi appassionati delle patologie dell’orecchio. Il nostro servizio è adeguato ai più avanzati standard internazionali. In particolare abbiamo collaborato in prima linea allo sviluppo di tecnologie come la stabilometria computerizzata, ed alla messa a punto delle rieducazione vestibolare, cioè dei metodi di riabilitazione dei disturbi cronici dell’equilibrio e delle cosiddette “mano-

OSPEDALE RAMAZZINI DI CARPI

Sei tecnici di audio-vestibologia di lunga esperienza consentono di effettuare valutazioni clinico-strumentali con le più moderne attrezzature diagnostiche in circa 12.000 pazienti all’anno provenienti da tutta Italia e da varie nazioni europee, e di effettuare terapie riabilitative per i disturbi cronici dell’equilibrio e degli acufeni. FINE

IL DOTT. GUIDETTI È IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI VESTIBOLOGIA All’inizio del 2013 la Società Italiana di Vestibologia ha eletto alla propria presidenza il dottor Giorgio Guidetti, considerato tra i maggiori esperti a livello internazionale dei disturbi dell’equilibrio. “Sono onorato da questa scelta - dice Guidetti, spiegando che - la neonata società avrà come duplice obiettivo quello di formare medici specialisti e informare i cittadini sui temi legati a questa particolare scienza medica, che studia disfunzioni e anomalie dell’equilibrio”. Giorgio Guidetti, nato nel 1953 a Reggio Emilia, si è laureato all’Università di Modena come medico chirurgo e si è specializzato in Otorinolaringoiatria e in Audiologia. Ha ricoperto sino al 2003 il ruolo di Direttore del Servizio di Vestibologia e Rieducazione vestibolare del Policlinico di Modena ed è docente di Otoneurologia all’Università di Modena e Reggio Emilia e per il Master in Posturologia alla Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sapienza di Roma. Attualmente è responsabile del Servizio di Audio-Vestibologia dell’Azienda USL di Modena presso l’Ospedale Ramazzini di Carpi. Negli anni è stato autore di numerosi articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali, oltre che di alcuni saggi monografici in ambito otoneurologico.

Punta Marina Terme - RA - Via Sx Canale Molinetto, 139/B Tel. 0544.430248 - E-mail: info@ristorantemolinetto.it Tra il mare e la città, in località Punta Marina Terme, in una casa colonica ristrutturata, il Ristorante-Pizzeria Molinetto dispone di sale climatizzate arredate con cura e particolare attenzione ai dettagli. Dalla primavera all’autunno, gli ospiti di questo tipico locale romagnolo, possono inoltre accomodarsi, per il pranzo o per la cena, in una zona all’aria aperta «estremamente godibile». Presso questo locale è presente una esposizione permanente di artisti contemporanei, denominata «Arte e cucina».

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SALUTE

Check-Up BREVE GUIDA AI TEST DIAGNOSTICI IN BASE ALL’ETÀ. QUALI FARE? L’uomo, dai 35 anni in su, è di per sé a rischio, mentre la donna lo diventa dopo la menopausa. Il fumo è il principale fattore di rischio per tutti. Dott.

Roberto Nonni

Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital Faenza E-mail: rnonni@alice.it

Rispetto a soli pochi anni fa, oggi le nuove tecnologie e l’aumento del numero degli esami eseguibili rendono possibile arrivare molto più rapidamente alla diagnosi. Nello stesso tempo, l’inaspettata carenza di risorse economiche costringe ad evitare le spese superflue. E una lista generica di accertamenti mal si adatta ad una molteplicità di soggetti. Spetta allora al medico di famiglia selezionare gli accertamenti più adatti: conosce la nostra storia personale e quella familiare, il territorio in cui viviamo, sa se presentiamo fattori di rischio o manifestazioni cliniche sospette per patologie importanti, quindi è il più qualificato per indirizzarci sulla strada della prevenzione. MALATTIE CARDIOVASCOLARI A tal scopo è utile un orientamento iniziale, ad iniziamo dal gruppo di malattie cardiovascolari, primo al mondo per mortalità. Innanzitutto deve temerle chi ha avuto genitori o fratelli con accidenti acuti prima dei 55 anni (la storia familiare è sempre molto importante). 20

In questi soggetti diventa tassativo controllare periodicamente la pressione arteriosa e praticare gli esami di glicemia, colesterolo, trigliceridi, colesterolo Hdl, CONTROLLO PRESSIONE omocisteina, fibrinogeno, acido urico, creatinina, esame urine, Pcr. Sono importanti la visita medica e un ECG periodico. PRELIEVO DEL SANGUE Attenzione all’insorgenza di ipertensione arteriosa e diabete tipo 2: accrescono di molto il rischio di eventi cardiovascolari acuti. MALATTIE TUMORALI Il secondo gruppo di malattie è costituito dai tumori e anche qui, in molti casi, la familiarità gioca un ruolo importante. Sono inoltre determinanti l’ambiente in cui si vive e le abitudini a rischio: fumo, eccessiva esposizione al sole, contatto continuo con sostanze tossiche, carenze dietetiche, ecc. Quasi sempre non esistono “marcatori” nel sangue con alto valore predittivo, per cui le strategie di prevenzione si affidano a indagini di diversa natura. Il rispetto della frequenza degli esami consigliati costituisce l’arma più efficace per sconfiggere una malattia altrimenti inarrestabile.

PATOLOGIE RESPIRATORIE Infine abbiamo il gruppo delle patologie respiratorie, con in testa la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), la cui prima causa è il fumo di sigaretta. Ogni fumatore sopra i 40 anni dovrebbe eseguire una spirometria, che aiuta la nostra capacità respiratoria e ci dà una misura precisa del ESAME SPIROMETRICO danno provocato da fumo e inquinamento dell’aria. Non dobbiamo aspettare i primi sintomi, tosse e affanno, ma agire quanto prima è possibile per tentare di bloccare una malattia subdola, che in Italia miete oltre 20mila vittime all’anno ed è in aumento. Altra malattia respiratoria subdola, diagnosticabile con un esame, è la sindrome delle apnee notturne. All’esame devono sottoporsi soggetti con sonnolenza diurna non giustificata, che russano durante la notte, che riferiscono risvegli notturni, bambini iperattivi e con scarso rendimento scolastico. In questi casi il medico di famiglia, dopo l’anamnesi, decide se conviene OSSIMETRIA praticare una polisonnografia (esame complesso da praticare in ospedale) oppure un’ossimetria (percentuale di saturazione di ossigeno nel sangue), semplice ed indolore, da praticare a casa. FINE


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PROFILASSI

IVACCINI, LA GIUSTA PREVENZIONE

In Italia sono obbligatori l’antidifterica, l’antipoliomielitica, l’antitetanica e l’antiepatite virale B. Altri sono facoltativi, ma raccomandati.

Dott.

Andrea Baldisserri

Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it

Il vaccino è un preparato che contiene sostanze opportunamente trattate, che stimolano la produzione di anticorpi in grado di neutralizzare i microorganismi causa di determinate malattie, conferendo “immunità attiva”. La possibilità di sviluppare “immunità attiva” fu notata e scoperta dal medico inglese Anthony Jenner grazie all’innesto” di vaiolo benigno preso dalle mammelle delle vacche: da qui il nome “vaccino”. La vaccinazione è uno degli interventi più efficaci e sicuri per la prevenzione primaria delle malattie infettive. I vantaggi sono indiscutibili anche per la comunità. I vaccini hanno cambiato la storia della medicina, riducendo mortalità e morbosità, portando a risultati come la scomparsa del vaiolo (avvenuta nel 1980) e praticamente della poliomielite. Come tutti i farmaci, anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, frequenti di lieve entità e transitori.

In Italia le vaccinazioni obbligatorie sono quattro: antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatite virale B. Abbiamo poi vaccinazioni “raccomandate” contro la pertosse, il morbillo, la parotite, la rosolia, il papilloma virus, la pneumococcica, meningococcica e l’antiinfluenzale. Non tutti gli Stati hanno la stessa offerta vaccinale: diverse programmazioni di economia sanitaria/sociale creano differenze. “La mia esperienza pratica è soprattutto nel campo della vaccinazione antiinfluenzale, che da oltre 10 anni viene effettuata direttamente dai Medici di Medica Generale ai propri assistiti che rientrano nelle categorie a rischio. Ciò vuol dire che finalmente c’è stata una diffusione capillare: io personalmente somministro ogni anno a 400/500 persone il vaccino. Le epidemie influenzali, le visite a domicilio a assistiti anziani colpiti da influenza si sono drasticamente ridotte, di conseguenza le complicanze che accompagnano l’influenza nell’anziano sono diminuite, meno ricoveri, meno sofferenze, più benessere. Speriamo che la politica dei risparmi sulla sanità non riduca questo strumento: sarebbe una visione miope, che in breve porterebbe a aggravi in ragione di morbilità e di conseguenza anche di economicità. “

I vaccini obbligatori ANTI-POLIOMIELITE Questo vaccino è diventato obbligatorio in Italia nel 1966. La poliemielite è una malattia infettiva grave, dagli effetti invalidanti, che può colpire il sistema nervoso e i cui sintomi sono quasi nulli: solo in rari casi si possono verificare febbre e mal di gola. Il vaccino anti poliomielite utilizzato in Italia è quello denominato Salk, che viene somministrato tramite una puntura. ANTI-TETANICA Le spore del batterio che causa il tetano sono presenti nel terreno. Si tratta di una malattia infettiva oggi ormai molto rara, ma in ogni caso estremamente grave, che colpisce per lo più l’apparato respiratorio, provocando spasmi e rigidità muscolare. Il vaccino si somministra con una puntura intramuscolare. ANTI-DIFTERICA Questo tipo di vaccinazione è obbligatorio in Italia fin dal 1939. Il sintomo principale della difterite è quello che attacca la gola, producendo una tossina pericolosa a livello del sistema nervoso, ma possono risentirne anche i reni e il cuore. Il vaccino, composto dalla tossina del germe che causa la malattia, viene iniettato con una puntura solitamente nella coscia. » SEGUE 21


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viene fatto insieme all’anti difterica e all’antitetanica.

ANTI-EPATITE B L’epatite B è provocata da un virus che colpisce il fegato. I sintomi però possono essere anche del tutto assenti. L’epatite B in dieci casi su cento, può addirittura diventare cronica e in alcuni casi, può trasformarsi in altri disturbi gravi, come il tumore al fegato e la cirrosi. Il vaccino anti epatite B, in Italia, è obbligatorio da pochi anni, esattamente dal 1992. Si tratta di una malattia importante, da non sottovalutare, soprattutto se a contrarre l’epatite B è una donna in stato interessante, che deve fare molta attenzione. C’è il rischio concreto, infatti che il neonato venga infettato da virus, proprio durante il parto. La vaccinazione anti epatite B, si somministra sempre tramite una puntura. Il vaccino può essere sia monovalente che combinato con altri vaccini.

I vaccini facoltativi ANTI-PERTOSSE La pertosse non è una malattia infettiva ma è considerata ugualmente a

ANTI MORBILLO-ROSOLIA PARODONTITE La vaccinazione anti morbillo-rosoliaparotite, denominata anche trivalente, viene somministrata al bimbo intorno ai 15 mesi con una puntura nel braccio.

rischio, pericolosa soprattutto tra i neonati e anche contagiosa. I problemi seri che causa la pertosse, oltre ovviamente ad una tosse molto forte, sono gravi difficoltà respiratorie. La vaccinazione anti pertosse però, pur essendo fra quelle raccomandate, non è molto “capita” dai genitori. Su cento bambini, meno della metà ancora oggi non viene vaccinato. Il vaccino, che ha alcun effetto collaterale, viene effettuato tramite una puntura sulla coscia e solitamente

I sintomi principali del morbillo sono la comparsa di macchioline rosse sulla pelle, febbre e raffreddore. La malattia dura una decina di giorni, ma il rischio è dato soprattutto dalle complicazioni che possono soprag-

LE CLASSICHE MACCHIOLINE PROVOCATE DAL MORBILLO

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PROFILASSI giungere in un secondo momento: polmonite, encefalite e otite. I sintomi principali della rosolia sono la febbre, la comparsa di macchie rosse sulla pelle e il rigonfiamento dei linfonodi. Particolare attenzione deve essere posta nelle donne in gravidanza: se contraggono la malattia, il feto può risentirne in maniera importante, riportando gravi malformazioni. Infine la parotite, meglio nota col nome di “orecchioni”, provoca il rigonfiamento delle ghiandole salivari, con conseguente infiammazioni, febbre e difficoltà a masticare. Si tratta comunque di una malattia che non lascia conseguenze, salvo casi FINE rarissimi.

VACCINI, I DUBBI ANCORA DA CHIARIRE

che la relazione temporale tra due eventi implichi necessariamente un rapporto di causa ed effetto. E una volta insinuato VACCINAZIONI OBBLIGATORIE E VACCINAZIONI CONSIGLIATE: il dubbio, è difficile ristabilire la fiducia. la differenza giuridica non significa che le une siano più rilevanti delle altre ai fini della salute. Proprio per evitare que- VICEVERSA, sto equivoco, il Piemonte da anni ha superato questa distin- per paura dei possibili effetti del vaccino, ci si espone al zione, proponendo tutte quelle obbligatorie e raccomanda- rischio delle conseguenze ben più gravi e frequenti della te sotto l’unica definizione di “vaccinazioni prioritarie”. La malattia, che può portare a condizioni gravemente invalidanstessa Regione ha sospeso le sanzioni amministrative (una ti. Va detto però che anche i vaccini, come qualunque multa di 200 euro) che dovrebbero essere inflitte a chi si farmaco, possono avere effetti collaterali. Perciò, anche rifiuta di far vaccinare il proprio figlio. Ma soprattutto sono dopo che le autorità competenti hanno accertato che il rapstate interrotte le segnalazioni al Tribunale dei Minori, che porto tra rischi e benefici è favorevole, occorre continuare la potevano comportare una limitazione o una sospensione sorveglianza. Ogni Stato ha un proprio sistema di rilevamendella potestà genitoriale, riservandole ai pochissimi casi in cui to ed a livello europeo è stato istituito il progetto Vaesco, che la mancata vaccinazione è frutto di trascuratezza e non di una permette unire i dati provenienti da vari Paesi e di accertare scelta meditata. Il ricorso ai giudici è sostituito da colloqui in la consistenza dei segnali di allarme. Non ha invece alcun supcui si cercano di capire le ragioni del rifiuto, al termine dei porto scientifico l’idea che troppe vaccinazioni possano indequali si fa firmare un modulo di “rifiuto informato”. bolire il sistema immunitario dell'organismo e che questa pratica avrebbe favorito il dilagare delle allergie. Peraltro oggi in Italia la mancanza del certificato delle vaccinazioni obbligatorie non impedisce più l’iscrizione a scuola, come accadeva fino a qualche anno fa. Ad ogni modo, la grande maggioranza dei genitori continua a far vaccinare i propri figli: la percentuale di chi si oppone è inferiore al 5 per cento. VA TUTTAVIA RILEVATO come sul web sia facile imbattersi in siti che alimentano timori ingiustificati, raccontando di bambini colpiti da gravi malattie ed imputandole alla vaccinazione eseguita giorni o settimane prima della comparsa dei sintomi. Si dà per scontato 23


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OCULISTICA

LASER AD

ECCIMERI

Oggi è la tecnica ideale per eliminare occhiali e lenti a contatto. Ma non tutti i pazienti e tutte le patologie sono trattabili. Il candidato ideale deve avere: - UN DIFETTO VISIVO STABILIZZATO DA ALMENO UN ANNO; - UNA CORNEA CON UNO SPESSORE ADEGUATO E SENZA ALTERAZIONI TIPO CHERATOCONO; Dott.

Ugo Cimberle

Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it

Molta acqua è passata sotto ponti da quando nel 1988 avemmo a disposizione a Ravenna uno dei primissimi laser ad eccimeri installati in Europa. Da allora la tecnica si è evoluta, siamo alla quinta generazione di laser, l'esperienza accumulata tramite casi operati, studi e discussioni ai congressi è notevole. Oggi sicuramente buttare via occhiali e lenti è diventato più facile, ma come tutte le cose che appaiono facili, nascondono alcuni trabocchetti da evitare accuratamente.

Una soluzione ideale, ma non per tutti In Italia valutiamo che ci sia una popolazione di 15 milioni di miopi, qualcosa in più di ipermetropi e di astigmatici. Non tutti logicamente sono idonei ad essere operati per svariate ragioni e la cosa fondamentale da fare, per chi ne avesse il desiderio, è di rivolgersi ad un centro specializzato e un chirurgo con una seria preparazione specifica. 24

- NON PATOLOGIE TIPO GLAUCOMA, CATARATTA O RETINOPATIE; - LE FORME INFIAMMATORIE ESTERNE TIPO CORNEO-CONGIUNTIVITI O BLEFARITI DEVONO ESSERE TRATTATE EFFICACEMENTE. Tutte queste cose, compresa l'esatta misurazione del difetto refrattivo e della completa morfolologia corneale dopo un adeguato periodo di sospensione dalle lenti a contatto (di solito 20-30 giorni), necessitano di una sofisticata strumentazione specifica. La presenza di patologie generali tipo diabete o malattie auto-immunitarie deve essere valutata caso per caso così come l'assunzione di farmaci.

Una precisa e corretta misurazione ed un colloquio attento con il paziente permettono di stabilire un programma chirurgico adeguato, sfruttando le notevoli potenzialità dei laser di ultimissima generazione, che ci permettono di ottenere risultati una volta impensabili, anche per i casi più complessi. Per venire allo specifico, le miopie possono essere trattate da poco meno di una diottria fino ad un massimo di 9-12 diottrie (unità di misura della capacità visiva dell’occhio), limite che dipende dallo spessore della cornea, dalla sua forma e dall'apertura del diaframma pupillare con poca luce. Gli ultimi laser hanno dei programmi che permettono di creare un profilo corneale molto simile al fisiologico, cosa che facevamo manualmente con i laser di vecchia generazione, e questo riduce di molto il rischio, fin quasi ad annullarlo, di avere dei fastidiosi fenomeni di aberrazione ottica come aloni o raggi attorno alle luci o immagini fantasma anche per trattamenti di difetti elevati.


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OCULISTICA

Per correggere l’astigmatismo…

per cui conviene informarsi bene prima di operarsi nel caso si sia portatori di un difetto astigmatico importante.

Gli astigmatismi erano la bestia nera fino a qualche anno fa. Oggi i laser hanno sistemi che permettono di correggere in maniera molto precisa anche astigmatismi molto elevati ed irregolari come quelli da trapianto di cornea. Fondamentale è l'eye-tracker, cioè il sistema di puntamento del laser, che permette di seguire costantemente anche i più piccoli spostamenti dell'occhio e di mantenere così perfettamente collimato e centrato il trattamento.

…e l’ipermetropia La stessa cosa vale per la correzione dell'ipermetropia, dove la differenza la fa il laser, se è dotato delle caratteristiche tecniche di cui sopra. Non tutte le gradazioni di ipermetropia possono essere trattate, ma il range trattabile è molto più ampio per certi laser in confronto ad altri, tanto che abbiamo operato bene ipermetropie fino alle 67 diottrie.

Le difficoltà con la presbiopia

EYE-TRACKER

Questo, associato ad un programma che rileva l’esatta morfologia di quella data cornea astigmatica (che ricordiamo non è in questi casi rotonda ma ovale, schiacciata e quasi mai in modo simmetrico) e la riporta al sistema di ablazione del laser, ci dà risultati negli astigmatismi spesso sorprendenti. Non tutti i laser hanno un programma di questo tipo o, anche se presente, realmente efficace,

Diversi dubbi continuiamo ad averli per il trattamento della presbiopia (vista migliore da lontano che da vicino). Questo non è un difetto "statico" ma "dinamico", si perde cioè la capacità di variare la messa a fuoco a causa dell'età e del conseguente indurimento dei tessuti. Non possiamo agire direttamente sulla causa e quindi da molti anni stiamo cercando soluzioni che aggirino il problema. Una di queste è lavorare la superficie della cornea con il laser per renderla "multifocale", magari in maniera diversa tra un occhio e l'altro, un po' come

si fa con gli occhiali progressivi. Purtroppo questo cambiamento induce con una certa frequenza delle aberrazioni tipo aloni o doppie immagini, spesso fastidiose e difficili da eliminare, delle quali non è possibile prevedere l'entitá.

Conclusioni Io penso che questo tipo di trattamenti non siano ancora da proporre su vasta scala. In definitiva oggi la tecnologia unita all'esperienza ci permette un'ampia gamma di risposta ai difetti refrattivi con una sicurezza di risultato eccellente, ma, come per tutte le tecnologie sofisticate, è necessario un approccio altrettanto sofisticato e preciso per sfrutFINE tarne al meglio le potenzialità.

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PSICOLOGIA

LA SESSUOLOGIA

NELLA TERZA ETA’ Menopausa e andropausa non impediscono al desiderio la possibilità di manifestarsi, perché è legato in gran parte a vissuti psichici. Mantenersi attivi sotto questo punto di vista è perciò consigliabile, perché aiuta anche a mantenere alto il tono dell'umore.

Dott.ssa

Donatella Valmori

Psicologa e Sessuologa Email: d.valmori@libero.it

Sappiamo che l'invecchiamento rappresenta un fatto naturale, tuttavia non è inesorabile e demolitivo in modo inevitabile. La capacità cognitiva, la memoria, la funzionalità motoria, se adeguatamente preservate, mantengano a lungo la loro integrità. La senescenza (invecchiamento, vecchiezza) è primariamente legata al significato individuale che il concetto assume e, dunque, soggetta all'influenza di vari fattori. Questo periodo della vita, più di altri, risente di influenze sociali, religiose e culturali, che intervengano a giudicare e denigrare ogni velleità di conservare la giovinezza perduta.

I segnali degli ormoni Non v’è dubbio che nella donna e nell’uomo, al sopraggiungere rispettivamente della menopausa e dell’andropausa, si manifestino alcuni correlati fisiologici legati ad una diminuzione dei livelli ormonali. NELLA DONNA si ha la sospensione della capacità riproduttiva, nonché una serie di alterazioni secondarie che riguardano il tono della pelle, della quantità e distribuzione dell'adipe nel corpo, del trofismo della mucosa vaginale e compare il rischio di osteoporosi. NELL’UOMO non si ha la cessazione completa della

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capacità procreativa, ma intorno ai cinquant'anni si osserva un calo della produzione di testosterone, ormone correlato al desiderio sessuale, ne deriva un rallentamento in quanto ai tempi di eccitamento e nella fisiologia della risposta sessuale, e spesso si ha ipertrofia prostatica. Ma questi sono solo aspetti corporei, che non possono essere imputabili in primo grado nella complessa strutturazione mentale che determina la risposta sessuale. L'eros non è soggetto ad usura, si ama e si desidera sempre, questo potenziale umano non si esaurisce e non si deteriora nel corso del tempo. Lo scadimento di alcune funzioni fisiologiche non è sovrapponibile all'espressione affettiva ed erogena nel suo intero.


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Tuttavia, è opinione diffusa che a tale periodo corrisponda la cessazione della vita sessuale e del piacere, perché in modo particolare nella donna, viene fatta coincidere la femminilità e la sessualità in modo esclusivo alla capacità riproduttiva. Le modificazioni che avvengono non impediscono la possibilità di desiderare, eccitarsi e di fare l’amore, perché questi elementi sono legati in gran parte a vissuti psichici. Mantenersi vitali anche sotto questo punto di vista è pertanto consigliabile, poiché ad ogni età vi è la necessità di contatto fisico, di calore affettivo di tenerezza, ingredienti che tengono alto il tono dell'umore, quindi lontano l’invecchiamento psichico. La medicina ci conferma che una sessualità attiva anche nel periodo autunnale della vita aiuta a mantenere l'organismo in buono stato di salute. Mentre ci si bacia, è dimostrato che si ha un aumento di Immunoglobulina A (anticorpo) nella saliva, quindi si potenzia l’efficacia difensiva del sistema immunitario. Una diminuzione di patologie cardiovascolari, come infarto e ictus, è correlato all'attività sessuale, questa aiuta infatti a liberarsi dallo stress e ad attenuarne i danni, inoltre aiuta a dormire meglio poiché svolge un'azione sedativa del sistema nervoso centrale grazie alla produzione di endorfine. Perciò possiamo concludere che il navigare nel mare dei sentimenti e dell'intimità non deve esaurire col tempo i suoi benefici, ma anzi continuare, per aiutare a mantenere il corpo e la mente in buono stato di salute. FINE

PREGIUDIZI DA ELIMINARE Purtroppo, per quanto si viva in una società che ha sdoganato (quasi) tutto, l’amore tra le persone di una certa età suscita ancora imbarazzo. Si stenta a liberarsi dagli stereotipi che vedono per esempio il maschio come il nonno ringalluzzito, “il lupo che perde il pelo ma non il vizio”, e l’identità sessuale femminile legata alla fertilità, dunque destinata ad esaurirsi all’arrivo della menopausa. DA RECENTI STATISTICHE, invece, si è scoperto che la terza età sta riscoprendo l’amore, e le storie che nascono hanno un vero valore terapeutico. Eppure, per l’immaginario comune, amore e giovinezza vengono reputati

un binomio inscindibile: probabilmente per i motivi biologici, che spingono a pensare all’attrattività del partner dal punto di vista della capacità riproduttiva. A generare fastidio non è solo il sesso, ma più in generale la volontà degli anziani di presentarsi ancora come individui sessuati, rifuggendo dalla condizione di “vecchiaia”. QUESTO NON SIGNIFICA mantenere la giovinezza a tutti i costi, ma difendere il proprio benessere ed il proprio aspetto, accettando le trasformazioni che avvengono con filosofia ed amorevole comprensione verso se stessi. È dunque utile sottoporsi ad indagini regolari per verificare il proprio stato di salute, ma anche non rinunciare a trucco, profumo e creme, continuando ad andare dal parrucchiere o dall’estetista. A COSTO DI ESSERE RIPETITIVI, sono poi d’obbligo un’alimentazione equilibrata e una moderata ma costante attività fisica, per evitare aumenti di peso (non tanto per l’estetica, quanto per la salute) e mantenere in forza gli apparati cardiovascolare, respiratorio e osteoarticolare.

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AUTOMEDICAZIONE

TRATTARE

LE PICCOLE

di Giulio Spinari

USTIONI

Queste lesioni della cute possono essere provocate da agenti termici (solidi o liquidi eccessivamente caldi o freddi), elettrici, chimici (sostanze acide o alcaline molto forti) oppure dal sole. Oltre a essere dolorose, le ustioni anche modeste possono complicarsi, perché le aree in cui la pelle ha perso la sua funzione di barriera difensiva diventano facilmente sede di infezioni.

Applicare olio di oliva, burro, miele o dentifricio, strofinare la lesione sul cuoio capelluto, sono solo alcuni tra i tanti rimedi suggeriti dalla tradizione popolare per il trattamento delle piccole ustioni. La gravità delle ustioni è determinata dalla loro estensione e profondità

Un’ustione che copre oltre un terzo della superficie corporea di un adulto è associata a un alto rischio di morte. Per

valutare approssimativamente l’area dei vari distretti del corpo è possibile utilizzare la “regola dei 9”: la testa e ogni arto superiore equivalgono ciascuno circa al 9 per cento della superficie totale del corpo, il tronco al 36 per cento e ciascun arto inferiore al 18 per cento.

Le ustioni dal primo al quarto grado Anche se non è grave, non bisogna mai sottovalutare un’ustione, ma la 1° GRADO si deve trattare correttamente, tra9% lasciando i suggerimenti più straè interessata solo l’epidermide, vaganti. Si possono curare autoche appare arrossata, e la parte è legger18% nomamente le ustioni di I° e mente dolente, calda e ipersensibile. petto II° grado che non siano trop9% 2° GRADO po estese o localizzate in 9% 18% schiena sono interessati anche i tesaree particolarmente delisuti profondi (sottocutaneo, muscocate del corpo, come 1% li) e la pelle è annerita e carbonizzata. viso, collo, articolazioni e pieghe cutanee 18% 18% LA SUPERFICIE DEL 3° GRADO e genitali - in questi casi è NOSTRO CORPO ESPRESSA IN sono interessati necessario rivolgersi immediaPERCENTUALE anche i tessuti pro fondi (sottocutamente al medico o al Pronto taneo, muscoli) e la pelle è annesoccorso, anche per valutare rita e carbonizzata. l’opportunità di praticare la 4° GRADO tutti i tessuti sono carbonizzati. profilassi contro il tetano. 28


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Da fare e da non fare In caso di piccole ustioni, in primo luogo bisogna allontanare o eliminare la causa, successivamente raffreddare la parte interessata con acqua

FARE SCORRERE ACQUA FRESCA

corrente fresca (mai con il ghiaccio) per almeno 5 minuti, senza applicare oli o sostanze simili che impediscono la traspirazione e l’ossigenazione della lesione. Se si sono formate vescicolette piene di liquido (flittene), è bene non romperle di proposito ma attenderne la rottura spontanea, disinfettare la cute con le apposite soluzioni e proteggerle con garze non aderenti. A scopo SI disinfettante si possono impiegare l’acqua ossigenata, i preparati a base di cloro, di iodio o gli antisettici a base di sali di ammonio quaternari. L’alcol non è invece adatto, perchĂŠ irritante e dotato di scarso potere antimicrobico. Se l’ustione provoca prurito si può applicare una pomata antistaminica; se si teme la possibilitĂ di infezioni è bene utilizzare una pomata antibiotica. Nel caso di ustioni gravi o estese, in attesa dell’ambulanza, applicare sulle zone colpite un panno imbevuto di acqua fresca, senza tentare di rimuovere gli abiti eventualmente rimaFINE sti attaccati alla pelle.

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I TRE STRATI DELLA PELLE La pelle è il rivestimento protettivo del nostro corpo; nell’adulto ha uno spessore compreso tra 0,5 e 5 millimetri. La pelle ha numerose importanti funzioni come la traspirazione, la sudorazione, la termoregolazione. Ăˆ composta di tre strati sovrapposti: l’epidermide all’esterno, che è un tessuto di rivestimento, il derma immediatamente sottostante, ricco di vasi sanguigni e nervi e l’ipoderma piĂš all’interno, che ha la funzione di riserva energetica e di proteEPIDERMIDE DERMA zione mecIPODERMA canica.

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

Briciola, il cane che curò un bambino

dal mutismo La storia vera del pinscher che ha sbloccato un fanciullo con manifeste difficoltà comportamentali ed affettive.

Antonio e Briciola Accogliere un cane nella propria vita è un’esperienza unica per tutti, ma diversa per ognuno. La sua vivacità, il suo modo cordiale di avvicinarsi a tutti, di leccare le mani in segno di amicizia, il suo correre e giocare felice per ore, insomma l'affetto e la fedeltà che riesce a donare, sono meravigliosi. Ci sono poi storie di cani che commuovono. Come quella che ci viene raccontata da Antonio, un signore di Ravenna sulla sessantina, da sempre appassionato di cani, che qualche tempo fa era proprietario di un pinscher di nome Briciola: «Era un cane molto affettuoso, disponibile al contatto con tutti, soprattutto con i bambini, al quale ero molto affezionato».

Le difficoltà di Andrea La vicenda iniziò circa cinque anni fa, il giorno in cui Antonio lasciò Briciola per un weekend ai suoi vicini di casa, una 30

famiglia con un bambino di tre anni di nome Andrea, che non parlava e manifestava difficoltà comportamentali ed affettive. «Il pediatra - spiega Antonio aveva consigliato a quella famiglia di accogliere nella loro casa un animale domestico, un cane più che un gatto, perché la cosiddetta “pet terapy” poteva avere benefici sul fanciullo. Casualmente, proprio in quei giorni io chiesi ai miei vicini se potevano tenermi il pinscher per qualche giorno, perché dovevo partire e siccome vivo da solo avevo la necessità di trovare una giusta sistemazione temporanea per il mio cane. Chiaramente loro ne furono molto contenti, vedendo che il cane si affezionò subito al piccolo Andrea. Quel weekend passò velocemente: mi dissero che il loro figlio, pur restando rinchiuso nel suo mutismo, iniziò ad affezionarsi al cane, accarezzandolo ed interagendo con lui». Qualche tempo dopo Antonio tornò ad avere la necessità di affidare Briciola a qualcuno e lo lasciò nuovamente ai vicini di casa, i quali però gli chiesero di poterlo trattenere qualche giorno in più, continuando a notare piccoli miglioramenti

nel comportamento del figlioletto. «Io accettai - continua Antonio - perché mi ero accorto che trattavano il cane come se fosse un altro figlio. Poteva andare sui letti e lo mettevano a tavola nello stesso seggiolone del piccolo Andrea. Insomma, ormai Briciola si era pienamente integrato con quella famiglia. Ma la sorpresa grande doveva ancora arrivare. Una sera, i genitori sentirono una vocina provenire dalla cameretta del loro fanciullo. Aprirono la porta e con grande sorpresa scoprirono che il bambino stava parlando al cane, il quale gli stava leccando il viso in segno d’affetto. Immagino che per i genitori sia stata una grande commozione. E quando me lo raccontarono, chiedendomi con le lacrime agli occhi di lasciargli per sempre il mio pinscher, non ho potuto fare diversamente. Devo tuttavia ammettere che è stata una rinuncia molto sofferta: non ci ho dormito per qualche notte».

Andrea e Briciola Oggi Andrea è cresciuto, ha otto anni e i suoi problemi comportamentali sono risolti. Briciola ha tredici anni e con gran-


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I NOSTRI AMICI ANIMALI de affetto continua ad accompagnarlo quotidianamente nella sua crescita. Antonio, invece, ha trasferito la sua residenza e non li vede più con una certa frequenza: «Ma ogni tanto vado a trovarli – racconta – e quando mi vede, Briciola si precipita subito verso di me, saltandomi in braccio, poi scende e va festoso di corsa verso il bambino, come se volesse dirmi che mantiene intatto il suo affetto per me, ma che si trova altrettanto bene nella sua nuova casa, col suo nuovo padroncino». «Il miglioramento comportamentale del bambino a contatto col pinscher può avere qualcosa di miracoloso, ma non mi sorprende – conclude Antonio – Non mi stupisco perché da quando sono nato in casa mia c’è sempre stato un cane, per cui conosco bene i benefici che possono apportare alle persone col loro affetto». Oggi Antonio ha un nuovo amico: «E’ un meticcio di tre anni. L’ho trovato abbandonato, senza medaglia e ho deciso di accoglierlo nella mia casa. Probabilmente qualcuno lo aveva preso da cucciolo per giocarci, poi s’è stancato e l’ha abbandonato. Colgo l’occasione per dire che la scelta di adottare un cucciolo è una scelta di grande responsabilità, che va ponderata e non bisogna sottovalutare l'impegno che richiederà il

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HANNO COLLABORATO AL NUMERO DI MARZO DI Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Dott. Franco Borghesan Specialista in allergologia

Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott. Giorgio Guidetti Unità Operativa Audio-Vestibologia Azienda USL di Modena Ospedale Ramazzini di Carpi Dott. Roberto Nonni Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza E-mail: rnonni@alice.it

Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo Dott.ssa Donatella Valmori Psicologa e Sessuologa E-mail: d.valmori@libero.it Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it

I NOSTRI COLLABORATORI Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott. Giuseppe Ballardini Medico Specialista Reparto Infettivi c/o Ospedale di Ravenna E-mail: campehna@me.com Dott. Pier Luigi Bedei - Medico, ginecologo E-mail: plbedei@hotmail.com

Alessandro Benazzi Gruppo Astrofili Faentini “G.B. Lacchini” E-mail: astrofililacchini@racine.ra.it Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com Dott. Michele Ciani - Dottore in psicologia - Osteopata Fisioterapista c/o Studio di Terapia Manuale e Poliambulatorio Osteolab E-mail: ciani.michele08@gmail.com www.micheleciani.com Dott. Giorgio Maria Cicognani Medico Geriatra - AUSL Ravenna E-mail: giorgio.cicognani@fastwebnet.it Prof. Fabio Fabbri Responsabile tecnico area fitness e spinning Cosmos Fitness Club - Faenza E-mail: fabio.cosmos@virgilio.it Dott. Fabio Fusconi Odontoiatra c/o Ospedale Privato Domus Nova Dott. Fausto Pasqualini Galliani Responsabile clinico “Dental Unit” Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: dentalunit@gvmnet.it

Gianni Greco - Ottico - Optometrista E-mail: info@otticagiannigreco.it Dott. Davide Guglielminetti Responsabile Reparto Chirurgia d’urgenza Ospedale Santa Maria delle Croci E-mail: d.guglielminetti@ausl.ra.it Dott. Giovanni Innocenti Medico Chirurgo - Specializzato in malattie infettive Medico responsabile per il Consorzio Solco/Corif nella RSA San Rocco (Fusignano)

Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it Dott.ssa Chiara Lisi Tecnologo alimentare E-mail: dipartimentotecnico@naturhouse.it Dott. Massimo Liverani Biologo Nutrizionista Consulente programma Dimagrimento c/o Centro Dimagrimento THOMAS TAI E-mail: info@indacosrl.it Dott. Angelo Lofino - Psicologo Psicoterapeuta www.psicologia-studio-sessuologia.it

Anna Tampieri Ricercatrice Istec-Cnr Faenza Prof. Carlo Tagariello Villalba - Bologna - E-mail: catag@iol.it Dott.ssa Mariarosaria Venturi E-mail: mrventuri@yahoo.it

Max Vismara Educatore di cani - www.dicasavismara.it Dott. Mario Vitale - Resp. Neurochirurgia Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: mvitale@gvmnet.it

Marina Zoli Educatrice Nido Fondazione Marri Sant’Umiltà Faenza

Dott. Maurizio Marangolo Specialista in Medicina Interna ed Oncologia Medica Ricercatore volontario Istituto Oncologico Romangolo E-mail: m.marangolo@libero.it

Dott.ssa Chiara Barboni

Dott.ssa Monica Negosanti Dietista Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: mnegosanti@gvmnet.it

Dott. Andrea Bulzacca

Dott.ssa Barbara Pallareti Medico Veterinario specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione E-mail: barbara.pallareti@gmail.com

Alessandro Benazzi

Flaminia Buttazzi Dott. Stefano Carlini Dott.ssa Cinzia Cesari Dott. Stefano Costa

Dott.ssa Anna Pasi Specialista in ginecologia e ostetricia E-mail: a.pasi1961@libero.it

Dott. Lauro Di Meo

Dott. Giuseppe Plazzi Dipartimento di Scienze Neurologiche Università di Bologna - E-mail: giuseppe.plazzi@unibo.it

Dott. Pierluigi Fiorella

Dott. Luca Rossi Direttore Tecnico Centro Studi del Cane Italia ASD E-mail: direzione@centrostudidelcane.com Dott. Maurizio Santarini - Medico Veterinario, Ravenna E-mail: maurizio.santarini@gmail.com

Barbara Sartoni - Insegnante di Scuola Primaria Fondazione Marri Sant’Umiltà - Faenza Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it

Prof. Fabio Fabbri

Agostino Ghesini Dott. Maurizio Grilli Dott. Antonio Iammarino Dott. Massimo Margheri

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Giacomo Scoccia Claudia Serena Monghini Dott.ssa Laura Venturelli

Mauro Zaccarini

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CROCE D’ORO

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Offriamo all’utenza di Ravenna e di tutti i comuni limitrofi, una gamma di servizi professionali a favore di persone inferme, soggetti con handicap fisici e problemi di deambulazione.

La Cooperativa opera, oltre che in tutta Ravenna, anche in tutta Italia e nel resto d’Europa e/o Comunita Europea.


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