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RAVENNA
MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 7 - LUGLIO 2015
PAG. 14
BEATRICE VIO
“LA MIA VITA STRAORDINARIA” ENZO PRAMPOLINI (CENTENARIO) LA LABIRINTITE LE ARITMIE CARDIACHE LA PRIMA IMPRESSIONE IL GOMITO DEL TENNISTA IN VIAGGIO COL NEONATO
Il centro che si prende cura di te Via Lago di Como, 25 - 48122 Ravenna Tel. 0544.45.67.66 - Fax 0544.45.10.19 Filippo Bertini e Federico Marchetti (portiere S.S. Lazio)
Direttore Sanitario Dr. Pier Luigi Fiorella Specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia Autorizzazione sanitaria n. PG6592 del 01/03/04
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IL DOTT. FILIPPO BERTINI È IL COORDINATORE DEL CENTRO RIABILITATIVO DEL POLIAMBULATORIO OLYMPUS. Un’esperienza di studio e di lavoro ventennale al servizio di donne e uomini, giovani ed anziani, sportivi e non. La competenza del dott. Bertini viene riconosciuta anche dallo sport professionistico. Presso il Centro Olympus è completa la gamma delle terapie singole, tens, massaggi, ultrasuoni, isocinetica, ma l’aspetto peculiare è che i professionisti del centro si prendono cura del paziente ricercando la causa del problema e non limitandosi a curarne il sintomo. Un centro di riabilitazione in cui la “terapia del sorriso“ svolge un ruolo fondamentale perché, oltre alla competenza ed alla professionalità degli operatori, la serenità e la tranquillità d’animo, aiutano il paziente ad affrontare e vincere qualsiasi dolorosa patologia osteo-articolare. Nessuna “catena di montaggio“, quindi, perché ogni persona è singolarmente importante. Olympus si avvale di una palestra modernamente attrezzata e di una vasca-piscina ad uso riabilitativo. Tecar, ipertermia, pedana baropodometrica, laser ad alta potenza, ambulatorio di osteopatia, posturologia… tutto per il benessere e la salute della persona. VEDI ANCHE A PAGINA 12
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Sport, Benessere - E...state all’aria aperta. Da 60 anni sanitaria romagnola e' specialista nella realizzazione di plantari personalizzati, ortopedici e per uso sportivo. Una buona performance sportiva parte, infatti, proprio dai piedi. Ciclisti, podisti, calciatori, tennisti, atleti professionisti e amatoriali, possono trarre grande beneficio e giovamento da una corretta postura. Per questo Sanitaria Romagnola propone un esame specifico con apposite solette baropodometriche inserite all'interno delle proprie scarpe sportive. Queste solette sono collegate ad una piccola centralina che, semplicemente fissata in cintura al paziente, permette di eseguire la valutazione in piena libertà: direttamente in sella alla propria bicicletta, durante una camminata, un salto o qualsiasi altro movimento. Le solette rilevano le pressioni esattamente per quelle che sono durante l’atto sportivo evidenziando eventuali vizi o problematiche posturali. Al termine della valutazione i dati raccolti vengono scaricati in un computer ed esaminati con l’esperto: a questo punto sarà possibile stabilire se è necessaria la compensazione con un’ortesi che verrà eventualmente creata su misura per l’atleta. Il risultato che si vuole ottenere è quello di far acquisire allo sportivo maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo: che si tratti di attività agonistica o amatoriale è fondamentale conoscersi non solo per migliorare le proprie prestazioni ma soprattutto per evitare dolori, traumi ed affaticamento. Spesso è ciò che non si vede a fare la differenza. Per appuntamenti e ulteriori informazioni Negozio - Tel. 0545.23669 - info@sanitariaromagnola.it Max - Cell. 335.7848072 - Federico - Cell. 335.6363355
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Nr. 7 - LUGLIO 2015 - www.salute10piu.it SALUTE
2 LA NATURA CI AIUTA CONTRO IL CALDO ESTIVO Dott.ssa Maria Nives Visani PEDIATRIA
4 SE IL BAMBINO INGERISCE UN CORPO ESTRANEO Dott. Andrea Drei CARDIOLOGIA
7 PREVENZIONE A ICTUS E STENOSI CAROTIDEA Dott.ssa Elisabetta Giusti OCULISTICA
10 IL FEMTO-LASER PER RIMUOVERE LA CATARATTA Dott. Massimiliano Perrone OTORINOLARINGOIATRIA
12 LA LABIRINTITE Dott. Andrea Baldisserri IL PERSONAGGIO
14 “BEBE” VIO Intervista di Tiziano Zaccaria CARDIOLOGIA
17 LE ARITMIE CARDIACHE Dott. Flaviano Jacopi LONGEVITÀ
20 ENZO PRAMPOLINI NEO-CENTENARIO di Tiziano Zaccaria NEUROSCIENZE
22 “LA PRIMA IMPRESSIONE” Prof. Alexander Todorov ORTOPEDIA
24 EPICONDILITE Dott.ssa Sara Vignoli PEDIATRIA
26 IN VIAGGIO COL NEONATO Dott. Marcello Lanari I NOSTRI AMICI ANIMALI
29 I BISOGNI FONDAMENTALI DEL CANE Barbara Maioli SALUTE 10+ - Anno 5 - N. 7.2015 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it
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SALUTE
ACOUA, INTEGRATORI
E ALTRI ELEMENTI PER COMBATTERE IL CALDO ESTIVO
Dott.ssa
Maria Nives Visani
Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Estate uguale a sole, caldo, aria aperta, vitale per i nostri cicli biologici, ma non priva di piccoli e grandi problemi. L'aumento delle temperature e dell'umidità mettono a dura prova i nostri sistemi di termoregolazione, che ci permettono di mantenere la temperatura del corpo a 37°. Un aumento oltre questo valore comporterebbe gravi problemi quali febbre, cefalee fino anche alla morte. Il meccanismo di termoregolazione più importante a questo riguardo è la sudorazione, ma attraverso il sudore perdiamo anche molti sali minerali. Sarà pertanto fondamentale fare una buona integrazione di acqua (almeno 1,5 – 2 litri) ed utilizzare integratori a base di Magnesio e Potassio. In alcuni casi la vasodilatazione che avviene come altro meccanismo termoregolatore comporta una riduzione della pressione sanguigna con conseguente astenia (stanchezza), in questi casi sarà utile anche una integrazione di Sodio, facilmente reperibile in cibi come ad esempio insaccati o formaggi stagionati. 2
Per scottature e disidratazione
L’eritema solare
L'esposizione al sole soprattutto nelle ore più calde aggrava ulteriormente il rischio di disidratazione e di colpi di calore, soprattutto nei bambini e procura danni più o meno gravi alla pelle che vanno da un banale arrossamento superficiale ad ustioni gravi con comparsa di vesciche. In questo caso si applicherà una pomata a base di Calendula oppure un olio a base di Iperico noto per le sue proprietà antinfiammatorie e rigeneranti. Le conseguenze di queste scottature sono spesso irreversibili perchè il danno viene fatto al DNA delle cellule che andrà a produrre una quantità di melanina più alta dando origine alle inestetiche macchie solari brune. In questo caso saranno utili i Sali di Schussler: Kali Sulfuricum e Natrum Chloratum. I danni da raggi ultra violetti (UVA e UVB) avvengono anche a carico del collagene responsabile della tonicità ed elasticità della pelle, con comparsa di rughe; anche in questo caso vengono in aiuto i Sali di Schussler Calcarea Fluorica e Silica.
Altro importante problema dovuto all'esposizione solare è l'Eritema Solare, allergia al sole con liberazione di istamina e formazione sulla pelle di irritazioni tipo orticaria a volte molto fastidiose e pruriginose che migliorano con applicazioni di crema alla Calendula o al Cardiospermum, l'assunzione di un buon antinfiammatorio quale il Ribes Nigrum MG e di rimedi omeopatici opportunamente scelti come Apis, Urtica Urens, Cantharis, Belladonna. Anche in questo caso un sale di Schussler quale Ferrum Phophoricum sarà molto utile.
Le persone che soffrono di questo disturbo dovrebbero assumere dal mese precedente l'esposizione al sole due gemmoderivati quali Ficus Carica e Ribes Nigrum e sottoponendosi ad una graduale esposizione, ma si renderà necessaria la sospensione assoluta già dai primi sintomi di eritema.
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Nei più piccoli… …e soprattutto nei neonati il caldo e la sudorazione possono dare origine ad un'irritazione dei pori delle ghiandole sudoripare con formazione di puntini rossi pruriginosi.
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In caso di zanzare L’estate e soprattutto il caldo umido comportano anche un altro importante e fastidioso problema: lo sviluppo delle zanzare. Per evitare le reazioni pruriginose può essere utile l'utilizzo di insetto-repellenti naturali a base di oli essenziali di CITRONELLA geranio e citronella o piretrine naturali da applicare sulla pelle anche dei più piccoli, oppure candele o bastoncini profumati da mettere nelle camerette. Può essere utile anche l'utilizzo di un rimedio omeopatico quale il Ledum Palustre, che assunto mattina e sera riduce la reazione e il ponfo procurato dalla puntura. Localmente si possono usare impacchi di Calendula e di Tea Tree o olio di Melaleuca per il suo effetto antinfiammatorio e disinfettante.
La candida Legato al caldo umido è anche il rischio di sviluppare la Candida Vaginale, problematica femminile che colpisce soprattutto chi segue un'alimentazione partico-
larmente sbilanciata, fattori che ne facilitano la comparsa sono: un'alimentazione molto ricca di zuccheri e carboidrati, l'utilizzo di assorbenti, la frequentazione di piscine, i rapporti intimi con persone portatrici, la disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica). Occorre pertanto agire su tutti questi aspetti evitando in maniera particolare gli alimenti a base di zuccheri, lieviti (pane e pizza) e aceto, curando l'aspetto igienico e rispettando la flora vaginale utilizzando anche lavaggi esterni con Calendula TM (12 cucchiai per litro d'acqua) e Tea Tree (10 gocce per litro). In acuto si utilizzano ovuli a base di Tea Tree e estratto di semi di pompelmo e una integrazione di probiotici. FINE
Concludendo, possiamo affermare che la natura fornisce sempre molte soluzioni ai nostri problemi, ma chiede anche qualche piccolo sacrificio o rinuncia. 3
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PEDIATRIA
SE IL BAMBINO INGERISCE
UN CORPO ESTRANEO Nella maggior dei casi l'eliminazione avviene spontaneamente. Alcune volte si rende opportuna una rimozione endoscopica e solo nell'1-2% dei casi è necessaria la rimozione chirurgica. Negli ultimi tempi l'attenzione di pediatri e tossicologi si è incentrata sulle batterie a disco al litio.
Dott.
Andrea Drei
Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza - E-mail: andrea.drei@alice.it
L'ingestione di piccoli corpi estranei costituisce un problema piuttosto comune in età pediatrica, specie entro i primi tre anni. Ciò consegue alla naturale tendenza del bambino piccolo all'esplorazione orale dell'ambiente circostante. Nel caso in cui si constati l'avvenuta ingestione di un corpo estraneo, sarà necessario fornire al Pronto Soccorso informazioni precise sulla natura dell'oggetto, relativamente a composizione, dimensioni e conformazione. Possibilmente bisognerebbe portare con sé un oggetto identico a quello accidentalmente ingerito dal bambino.
Nell’80-90% dei casi… …l'eliminazione avviene spontaneamente. In tali casi potrà essere sufficiente controllare l'avvenuta eliminazione del corpo estraneo nelle feci. 4
A volte si procede all'esecuzione di una semplice radiografia di collo, torace e addome per verificare la posizione del corpo estraneo e la sua successiva progressione nel tubo digerente. In una minoranza di casi potrà rendersi necessaria la rimozione endoscopica. Tale indicazione viene posta con una certa urgenza quando il corpo estraneo sia ritenuto in esofago. Sempre in tempi rapidi si procederà quando,
pur stazionando nello stomaco, la sua conformazione lo renda vulnerante (che provoca ferite). Tempi più dilazionati sono consentiti in presenza di un corpo estraneo gastrico non vulnerante, ma le cui dimensioni siano tali da non consentirne la spontanea eliminazione. Solo nell'1-2% dei casi si rende necessaria la rimozione chirurgica. L'attenzione di pediatri e tossicologi si è particolarmente incentrata negli ulti-
Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA
NEURALTERAPIA (TERAPIA DEL DOLORE) ARTICOLARE E GINECOLOGICA
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mi tempi su una particolare categoria di corpi estranei: LE BATTERIE AL LITIO che sono generalmente denominate con l'acronimo LDB, Lithium disk battery. Queste ultime hanno goduto di un utilizzo crescente negli ultimi anni in numerose apparecchiature di uso comune: telecomandi, bilance, giocattoli, apparecchi acustici, video-fotocamere, orologi, calcolatrici, termometri ecc. Rispetto alle vecchie batterie a disco al cadmio e al manganese, esse hanno un'efficienza elettrochimica molto maggiore. Pertanto la loro ingestione determina un danno molto più elevato, dovuto non solo alla compressione meccanica, ma soprattutto all'azione chimica conseguente alla liberazione di idrossido in corrispondenza del polo negativo, con esiti talvolta drammatici. Le pile di diametro superiore ai 20 mm. si sono rivelate le più pericolose. Presentano su una delle superfici una sigla alfanumerica del tipo: CR2032. Le prime due lettere indicano la composizione, le due cifre intermedie il diametro e le ultime due lo spessore.
Come capire se è avvenuta un’ingestione Spesso l'ingestione della pila avviene in assenza di testimoni e il bambino può presentare sintomi molto aspecifici come inappetenza, vomito, febbre, tosse, rigurgiti ecc. Ciò rende difficile il riconoscimento del problema e ne ritarda il trattamento. Se la batteria staziona per almeno due ore nell'esofago la sua parete può subire un grave L’EFFETTO DI UNA BATTERIA AL LITIO SUI TESSUTI DI UN WURSTEL
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danno che può a sua volta estendersi agli organi circostanti.
Possibili conseguenze negative Si sono osservate perforazioni esofagee e fistole esofago-aortiche che hanno dato luogo ad emorragie massive. Altre volte si sono create fistole esofago-tracheali, polmoniti e ascessi polmonari ed altre gravi complicanze. Due bambini sono morti in Italia negli ultimi anni per emorragie fatali conseguenti ad ingestione di batterie al litio. Il National Capital Poison Center riporta una casistica di 39 casi fatali a tutto il 2014 negli Stati Uniti con netto incremento di incidenza negli ultimi anni. In altri 162 casi si sono registrate gravi lesioni. A volte l'emorragia fatale si è verificata a distanza di diversi giorni dalla rimozione endoscopica, a seguito dell'indebolimento che la parete dell'organo aveva subito. Ciò ha imposto la necessità di procedere, dopo la rimozione dell'oggetto, all'esecuzione di una risonanza magnetica per valutare meglio l'integrità della parete esofagea e dei tessuti circostanti.
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Non solo per via orale Anche le pile ritenute nel naso o nelle orecchie possono essere pericolose. La potenziale drammaticità e le difficoltà che si osservano nel trattamento di queste emergenze hanno portato ad insistere sulla prevenzione, tramite una adeguata divulgazione del problema e sensibilizzando sull'argomento sia la popolazione generale che le ditte produttrici.
Prevenzione informativa I tre centri antiveleni della Lombardia (Pavia, Milano e Bergamo) hanno emesso un comunicato congiunto rivolto alla popolazione generale, in cui vengono illustrati i rischi derivanti dall'accesso da parte dei bambini alle pile al litio. I genitori vengono invitati ad essere particolarmente cauti con i dispositivi ad uso domestico, controllandone l'integrità e l'accessibilità ai bambini ed eventualmente fissando con nastro adesivo i compartimenti che contengono le batterie. Alle ditte produttrici di utensili con pile a disco si chiede di mettere in atto dispositivi di sicurezza nei confronti dell'alloggiamento che contiene la pila, così da impedirne l’apertura da parte del bambino o in caso di caduta FINE accidentale. 5
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CHIRURGIA CARDIOLOGIA
ICTUS E STENOSI
CAROTIDEA
LA PREVENZIONE COME MIGLIOR STRATEGIA TERAPEUTICA
Ictus emorragico Arteria rotta e fuoriuscita di sangue
Dott.ssa
Elisabetta Giusti
Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova E-mail: ela.giusti@gmail.com
L’ictus cerebrale (dal latino, letteralmente, “colpo”) è una lesione cerebrale causata dall'interruzione del flusso di sangue al cervello dovuta ad ostruzione o a rottura di un’arteria.
L’ostruzione o la rottura di un’arteria sono la causa… …di un ictus, detto stroke in inglese, un’emergenza medica ad alto rischio di inabilità permanente, demenza e morte. L’ostruzione (ictus ischemico) rappresenta l’80% dei casi mentre la rottura dell’arteria (ictus emorragico) si verifica nel 20% dei casi. Il detto "prevenire è meglio che curare" vale per tutte le malattie, ma in questo caso è ancora più importante. Infatti non esiste ancora una cura per l'ictus, in quanto le cellule del cervello non sono in grado di riformarsi e quando una parte del cervello muore, è persa per sempre e con essa molte o tutte delle sue funzioni.
L’ ICTUS ISCHEMICO noto anche come trombosi cerebrale, si genera quando all’interno di un’arteria del cervello si forma un coagulo di sangue, chiamato “trombo”, che restringe o chiude il vaso sanguigno. I trombi si formano molto spesso in vasi danneggiati dall’aterosclerosi, una patologia in cui le sostanze grasse, soprattutto colesterolo, si depositano sulle pareti delle arterie restringendone il lume e quindi riducendo il flusso di sangue. In altri casi l’occlusione del vaso si verifica perché un coagulo di sangue che si è formato in un'altra
Ictus ischemico Arteria ostruita e flusso di sangue bloccato
parte del corpo, di solito nel cuore a causa di una fibrillazione atriale o di un difetto valvolare, si immette nel flusso sanguigno generando un “embolo” e andando a chiudere un’arteria cerebrale di calibro più piccolo del coagulo stesso. Come un infarto cardiaco anche l’ictus può colpire improvvisamente, senza alcun »SEGUE preavviso e senza dolore.
DISGRAFIA Dott.ssa M. Germana Azzarello Consulente Grafologa Educatrice e Rieducatrice della scrittura. Associazione Nazionale Grafologi Rieducatori della Scrittura
Iscritta all’ANGRIS - nr.192 L. 4/2013.
- LA DISGRAFIA È UN DISTURBO DELL’APPRENDIMENTO CHE PUO’ ESSERE AFFRONTATO ESEMPIO DEL RISULTATO DI UNA RIEDUCAZIONE ALLA SCRITTURA: PRIMA DOPO
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SALUTE_10piu_n.7.15_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 29/06/15 08:38 Pagina 8
In certi casi può essere preceduto da uno o più Attacchi Ischemici Transitori, chiamati TIA, caratterizzati da un insieme di sintomi simili a quelli dell’ictus ma di minore gravita’ e durata, cioè inferiore alle 24 ore. SINTOMI TEMPORANEI DEL TIA Debolezza o insensibilità o comparsa di formicolii ad una metà del volto, un braccio, o ad una metà del corpo. Improvvisa incapacità di esprimersi o di comprendere qualcuno che parla. Improvviso oscuramento o perdita della visione da un solo occhio. Improvvisa e inspiegabile sensazione di vertigine, capogiro, sbandamento o cadute Improvviso, grave e inspiegabile mal di testa. I TIA sono dei campanelli d’allarme importantissimi poiché fortemente predittori di ictus.
Una persona che ha avuto uno o più TIA ha 10 volte in più la possibilità di avere un ictus rispetto a un’altra della stessa età e sesso che non ne ha mai avuto. Riconoscere e trattare in tempo un TIA (Attacchi Ischemici Transitori) riduce il rischio di danni permanenti per cui questo deve essere considerato un’emergenza medica ed immediatamente valutato da una figura medica professionale. Anche avere avuto un infarto cardiaco predispone ad un alto rischio di ictus a causa dei molteplici fattori di rischio comuni ad entrambi gli eventi.
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L’ictus è la terza causa di morte…
La stenosi…
…dopo malattie cardiovascolari e tumori nonchè la prima causa di invalidità e la sua incidenza aumenta progressivamente con l’età. Il 75% degli ictus colpisce i soggetti di oltre 65 anni ma, sia pure in misura minore, colpisce anche persone giovani. Secondo una recente statistica si stima che ogni anno il numero di persone in età produttiva, cioè sotto i 65 anni, colpite da ictus sia circa 27.000 e in totale i nuovi casi siano oltre 200.000 all’anno, di cui il 20% costituito da recidive. Il tasso di prevalenza nella popolazione anziana, fra 65-84 anni, in Italia è pari al 6,5% ed è leggermente più alto negli uomini (7,4%) rispetto alle donne (5,9%). Nel mondo colpisce ogni anno circa 15 milioni di persone, di cui attualmente muoiono circa 5,7 milioni all’anno.
…cioè restringimento, e l’occlusione completa di una carotide si possono verificare a causa dei fattori precedenti. Le carotidi sono arterie situate nel collo che portano il sangue al cervello. L’incidenza della stenosi carotidea aumenta con l’età e con i fattori di rischio sopra elencati. In presenza di questi ultimi è importante eseguire un primo esame ecocolordoppler già a 40 anni e in seguito effettuare controlli periodici secondo il risultato dell’esame.
La prevenzione… …si effettua controllando i fattori di rischio, abitudini di vita e alimentari sbagliate anche attraverso farmaci idonei. I fattori di rischio sono rappresentati da PRESSIONE ALTA, FUMO, DIABETE MELLITO, COLESTEROLO ALTO, FIBRILLAZIONE ATRIALE, OBESITA’, EREDITARIETÀ PER ICTUS, DIETA SCORRETTA, INATTIVITA’ FISICA, ABUSO DI ALCOOL.
Nei pazienti senza fattori di rischio invece il primo esame può essere eseguito a 55 anni.
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I vantaggi dell’ecocolor doppler Grazie alla mancanza di controindicazioni, ai costi contenuti, nonché alla sua affidabilità e immediatezza l’EcoDoppler carotideo è oggi un efficace esame preventivo utile a tutte le età, e permette di effettuare un primo controllo dei pazienti a rischio di malattie vascolari importanti. In caso di indicazione all’intervento chirurgico, all’ecocolordoppler seguiranno altri esami diagnostici come l’angio-TAC e l’angio-Risonanza magnetica che permettono di rilevare la circolazione anche all’interno del cranio e in base a questa scegliere il tipo di intervento chirurgico più idoneo. In questo caso comunque la chirurgia di un vaso importante come la carotide riveste sempre un certo rischio di complicanze intra e post-operatorie per cui è consigliabile un costante e periodico affidamento ai mezzi di prevenzione e ad esami strumentali ripetibili e non dannosi come l’ecodoppler carotideo per ridurre l’incidenza di un evento tragico e irreversibile come l’ictus cerebrale. FINE
COS’È UN ESAME ECOCOLOR DOPPLER? È un esame ecografico delle carotidi non invasivo, e che non necessita l’introduzione di mezzi di contrasto, che studia la conformazione dei vasi, delle loro pareti esterne ed interne e le caratteristiche del flusso sanguigno. Attraverso questo esame l’operatore specialista in diagnostica vascolare rileva su uno schermo a colori il flusso del sangue e le pareti interne delle carotidi e la presenza o meno di placche all’interno di esse che possono essere costituite da materiale grasso, prevalentemente colesterolo, o da calcificazioni, vere e proprie incrostazioni indurite (tipiche negli ipertesi e fumatori) sulle pareti dei vasi. La rilevazione di queste placche è molto frequente in caso di persone anziane ma rappresenta un grave pericolo di occlusione completa solo quando la percentuale di restringimento dell’arteria è superiore al 70% del suo diametro interno. Spesso in questo caso il paziente non presenta alcun sintomo e la scoperta della stenosi è puramente occasionale. In altri casi però la placca si presenta molto irregolare e friabile e potrebbe rilasciare frammenti che verrebbero trasportati dal sangue verso il cervello (emboli) causando un attacco ischePLACCA CAROTIDEA mico transitorio (TIA) o un vero e proprio ictus.
Giusy Rispo
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Massimiliano Perrone
Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 www.poliambulatoriodsc.com E-mail: info@poliambulatoriodsc.com
La cataratta, di cui questa rivista ha trattato approfonditamente nel n.9 anno 2012 (puoi sfogliare l’intero nr. su www.salute10piu.it) consiste nella progressiva opacizzazione del cristallino presente nel nostro occhio e fa parte del normale processo di invecchiamento. Il cristallino, con il tempo, può diventare talmente opaco da impedire che la luce e le immagini raggiungano la retina. Con la cataratta la visione diventa sfuocata, i colori sbiaditi e la vista, in condizioni di scarsa illuminazione, può peggiorare sensibilmente. Gli occhiali a questo punto, iniziano a non essere più di grande aiuto. La cataratta senile inoltre si sviluppa lentamente, senza dare sensazioni spiacevoli, molto spesso chi ne è affetto non se ne rende conto fino a quando non incontra difficoltà visive o la necessità di cambiare frequentemente gli occhiali. Al contrario di quanto talvolta si pensi, la cataratta non è un velo che scende sopra l’occhio, ma è una progressiva ossidazione, disidratazione ed opacizzazione del nostro cristallino. Oltre i 65 anni, circa la metà della popolazione sviluppa una cataratta e dai 75 anni in sù la percentuale raggiunge il 90%. 10
Oltre alla famigliarità ed alla predisposizione genetica, le principali cause che determinano l'insorgere della cataratta sono: l’età, i raggi ultravioletti, il fumo, il diabete, l'alcool, alcune importanti terapie cortisoniche, antitumorali ed i traumi diretti dell’occhio.
Cristallino La luce entra nell’occhio attraverso la cornea, passa attraverso il cristallino naturale e viene focalizzata con precisione sulla retina, fornendo un’immagine nitida e chiara. OCCHIO CON CATARATTA
Come rimuoverla L’unica soluzione per risolvere definitivamente il problema è l’intervento chirurgico. Ogni anno vengono operati di cataratta 500.000 italiani e più di 3.000.000 di americani. L’eventuale diagnosi di cataratta non comporta necessariamente che dobbiate sottoporci subito all’intervento. Sino a qualche hanno fa si aspettava che la cataratta fosse matura, quindi in uno stato avanzato, per consigliare l’intervento. Oggi, grazie alle nuove tecniche e ai nuovi materiali, in genere ci si sottopone all’intervento quando lo sviluppo della cataratta e il peggioramento della vista iniziano ad interferire con lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Cataratta Con l’avanzare dell’età, il cristallino diventa più opaco e non consente a tutta la luce di attraversarlo. La luce che raggiunge la retina è diffusa e irregolare e crea un’immagine sfocata e confusa.
La maggior parte dei pazienti torna a casa immediatamente dopo l’intervento e può tornare alle sue normali attività già il giorno successivo. Il recupero visivo, infatti, è rapido e permette una vita quasi normale dopo sole 12 ore dall’intervento, però, a causa di una leggera fotofobia che potrebbe provocare, si consiglia di non effettuarlo in estate.
La tecnologia del Femtolaser
L'ultima evoluzione dell'intervento chirurgico della cataratta è il laser a Femtosecondi o Femtolaser. Negli ultimi anni infatti L’INTERVENTO CLASSICO… consiste nella rimo- abbiamo assistito a progreszione del cristallino naturale opacizzato e nella sua si tecnologici incredibili che sostituzione con una lente artificiale perfettamente tra- hanno reso questo intervensparente, si esegue in genere in anestesia topica, in to sempre più rapido e sicuregime ambulatoriale e di solito non richiede l’utilizzo ro, tanto che oggi la framdi punti di sutura. Attraverso una piccolissima incisione, mentazione della cataratta il chirurgo, dopo aver rimosso il cristallino opaco, posi- (facoemulsificazione) può ziona in modo permanente la nuova lente intraoculare. essere facilitata da un particolare laser detto a L’intervento dura in genere non più di 20 minuti. “Femtosecondi”.
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Il Femtolaser lavora, sotto l’attenta guida del chirurgo, ad una velocità astronomica (15.000 impulsi al secondo). Ogni fascio laser produce delle microbolle di gas che separano le fibre del cristallino divenuto opaco (cataratta), rendendolo così più morbido e più facile da rimuovere con l’emulsificazione.
Grazie alla tecnologia laser Femtosecondi… …inoltre è possibile controllare in modo assolutamente preciso alcune delle fasi più critiche dell’intervento di chirurgia refrattiva della cataratta: il laser sostituisce infatti i tradizionali bisturi migliorando la riproducibilità e la qualità delle incisioni. Grazie alla visione tridimensionale dell’immagine dell’occhio, il chirurgo ha il controllo in tempo reale di tutte le fasi dell’intervento di sostituzione del cristallino. ll laser agisce inoltre sul cristallino dividendolo in piccole parti cosicché, dopo il trattamento, il chirurgo potrà aspirare la cataratta in maniera più rapida e precisa, ma soprattutto utilizzando meno ultrasuoni rispetto alla tecnica tradizionale, provocando quindi meno insulto alla cornea e alla retina, e riducendo l’incidenza di infiammazioni che possono cronicizzarsi.
Dopo la rimozione…
I vantaggi
…della cataratta verrà inserita una lente intraoculare (IOL) nell’occhio del paziente, un cristallino artificiale al posto del cristallino opaco.
MAGGIOR PRECISIONE nelle fasi di preparazione e di taglio MINOR PERMANENZA di strumenti chirurgici dentro l’occhio POCHISSIME MANIPOLAZIONI all’interno dell’occhio
IOL (EVIDENZIATA)
L’evoluzione continua di questo tipo di lenti permette al paziente di eliminare, con un solo atto chirurgico, sia la cataratta che il suo vizio di vista se presente (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia), e ridurre quindi il bisogno di occhiali o lenti a contatto dopo l’intervento. Questa tipologia di laser permette quindi di minimizzare la manualità operatoria del chirurgo, di diminuire drasticamente il numero di strumenti che entrano in contatto con l’occhio, di incrementare la precisione dell’intervento: il tutto attraverso una procedura assolutamente indolore che viene eseguita in meno di due minuti.
MINOR TEMPO di esecuzione dell’intervento GUARIGIONE PIU’ RAPIDA e con risultati migliori
Accessibilità al Femtolaser L'intervento di cataratta con il laser a Femtosecondi è stato approvato negli Stati Uniti nel dicembre 2009 e dal settembre 2011 è finalmente disponibile anche in Italia. Purtroppo, i costi dell’apparecchiatura, il training e l’alta specialità che i chirurghi devono avere per il suo utilizzo, per ora ne limitano gli usi, soprattutto in ambiente pubblico. In Italia al momento è disponibile solo in pochissimi centri privati molto FINE specializzati.
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OTORINOLARINGOIATRIA
LABIRINTITE CAUSE SINTOMI E TERAPIA ,
ORECCHIO MEDIO
ORECCHIO ESTERNO
Incudine Martello
ORECCHIO INTERNO CANALI SEMICIRCOLARI (Labirinto dell’equilibrio) Coclea
Dott.
Cause
Andrea Baldisserri
L’orecchio è costituito da tre parti, deputate alla trasmissione dei suoni al cervello ed al mantenimento dell’equilibrio.
Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it
La labirintite è un’infezione dell’orecchio che determina gravi problemi d’equilibrio. Per la possibile confusione con altre patologie, la diagnosi e la cura di un disturbo così invalidante non devono essere “casalinghe”. Nel caso in cui appaiano i sintomi, è sempre necessario contattare il proprio medico di base, che, se lo ritiene opportuno, indirizza il paziente verso il consulto di uno specialista.
ORECCHIO ESTERNO: la parte visibile, costituita dal padiglione auricolare, che serve per convogliare le onde sonore all’interno. ORECCHIO MEDIO: ovvero l’area del timpano, una sottile membrana che trasforma le onde sonore in vibrazioni meccaniche, costituita da tre ossa, ovvero martello, incudine e staffa.
Condotto uditivo Timpano
ORECCHIO INTERNO: costituita dal labirinto dove trovano alloggio la coclea, fondamentale per la traduzione del suono, e l’apparato vestibolare, formato dal vestibolo e da tre canali, ripieni di endolinfa, deputati alle informazioni di posizione e movimento.
Il centro che si prende cura di te Via Lago di Como, 25 - 48122 Ravenna Tel. 0544.45.67.66 - Fax 0544.45.10.19
Direttore Sanitario Dr. Pier Luigi Fiorella Specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia Autorizzazione sanitaria n. PG6592 del 01/03/04
www.olympus.ra.it olympus@olympus.ra.it
PRESSO IL POLIAMBULATORIO OLYMPUS E’ OPERATIVO IL CENTRO PER LE CURE INALATORIE E SORDITA’ RINOGENA IRRIGAZIONE NASALE DOCCIA MICRONIZZATA INALAZIONE INSUFFLAZIONI TUBARICHE O CATETERISMO TUBARICO Responsabile Dott. Giorgio Mezzoli Medico Chirurgo Otorinolaringoiatra
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Per determinare il proprio equilibrio, il cervello analizza sia le informazioni visive che quelle di movimento trasferite dall’apparato vestibolare al nervo uditivo. Tale sistema garantisce la possibilità di spostarsi, o di inclinare velocemente la testa, mantenendo sempre il focus della vista e la posizione nello spazio.
meccanismo che regola i liquidi all'interno dell'apparato vestibolare di sconosciuta origine; altre volte cause infettive o traumi o tossine possono essere alla base del problema.
SENSAZIONE DI MOVIMENTO ROTATORIO
Sintomi
VISIONE ALTERATA
La labirintite otologica è un’alterazione dell’apparato vestibolare: compromettendo la normale funzionalità di recettori del movimento, crea la sensazione illusoria del movimento che è la vertigine. Le cause possono essere varie: spesso si tratta di alterazioni del
I sintomi della labirintite otologica sono caratterizzati da SENSAZIONE ILLUSORIA DI MOVIMENTO ROTATORIO, associato spesso ad acufeni (rumori di fondo o fischi), nausea, vomito possibile calo uditivo.
Terapia La corretta identificazione della malattia, così come l’approccio farmacologico per eliminare l’infezione, sono fon-
damentali per evitare danni a seguito di una labirintite. Sebbene l’equilibrio sia gradualmente riacquistato, anche se in certe forme il processo può essere lungo, non è raro che si manifesti una diminuzione importante dell’udito. Perciò bisogna sempre allertare il medico non appena i sintomi si manifestano: più è tempestivo l’intervento, maggiori sono le probabilità di non subire danni anche irreversibili. Dopo i dovuti accertamenti – anche con diagnostica per immagini, tac e risonanza magnetica – si somministrano normalmente farmaci antivertigine, medicinali per il controllo della nausea e del FINE vomito e sedativi.
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IL PERSONAGGIO
LA VOGLIA DI VIVERE
DELL’INVINCIBILE “
BEBE VIO
“
A causa di una meningite fulminante, ad undici anni subì l’amputazione di entrambe le gambe sotto il ginocchio ed entrambe le braccia a metà avambraccio. Ma LEI NON SI È PERSA D’ANIMO…
Intervista di Tiziano Zaccaria E-mail: zaccariatiziano@alice.it
Questa è la storia di una ragazza semplicemente fantastica. E’ la storia di Beatrice Vio, che nasce a Venezia nel 1997. Da piccola è una bambina come tante: va a scuola, frequenta gli scout e pratica scherma, sognando un giorno di partecipare alle Olimpiadi. Ma verso la fine del 2008, ad undici anni, un giorno come tanti la sua vita viene completamente stravolta da un evento che definire drammatico è forse poco. “Bebe” è colpita da una meningite acuta, che la costringe al ricovero d’urgenza. I medici riescono a salvarla, ma per i danni provocati dall’infezione, devono amputarle entrambe le gambe sotto il ginocchio ed entrambe le braccia a metà avambraccio. Dopo 104 giorni passati tra ospedali, riabilitazione e centro protesi, Beatrice torna finalmente a casa, guarita, con più voglia e determinazione di prima. Ed inizia per lei una “seconda vita”. E’ ospite a trasmissioni televisive e radiofoniche, partecipa a convegni sul tema della disabilità e dello sport, viene invitata a Bruxelles come relatrice a convegni del Parlamento Europeo, tiene rubriche per quotidiani e riviste. Nel 2012 vorrebbe partecipare alle Paraolimpiadi di Londra, ma è ancora troppo piccola, ha solo quindici anni, e non viene ammessa. 14
Ora, per “Bebe” il sogno di partecipare ad una Paraolimpiade sembra potersi avverare l’anno prossimo a Rio. «In queste settimane sto partecipando alle gare di qualificazione. Al termine di dieci prove di coppa del mondo, i primi dieci di ognuna delle tre categorie (A, B e C, basate sul grado di disabilità degli atleti, ndr.) si qualificheranno per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, in Brasile. Io per ora sono al primo posto nella mia categoria, la B, ma la qualificazione matematica ancora non c’è. Comunque, sono determinata. Mi sto già calando nello spirito olimpico e faccio vita da atleta: basta panini e hamburger, sto attenta all’alimentazione, faccio palestra con regolarità, vado a letto presto».
Credo molto nell’energia per la vita».
In questi mesi sei anche Ambasciatrice di Expo Milano 2015. Cosa ti comporta questo ruolo?
Facciamo un passo indietro e torniamo per un momento alla tua malattia. Quali sono stati i momenti più difficili e quelli più e quelli più incoraggianti?
«Gli ambasciatori dell’Expo sono una sessantina: io sono la più giovane e l’unica disabile. Questo ruolo non mi comporta impegni particolari. Ogni tanto mi invitano a fare qualche intervento e vado molto volentieri. All’interno del motto dell’Expo “Nutrire il pianeta”, sono fra i portavoce del tema “Energia per la vita”.
«Non ricordo il periodo critico dei mesi di ospedale. Ricordo invece i momenti belli dopo essere tornata a casa: le vacanze all’isola d'Elba, la scuola, gli scout, l’arte, gli amici, la “nuova” scherma, la nascita di art4sport, l'associazione Onlus fondata dai miei genitori per aiutare bimbi e ragazzi dai 7 ai 18 anni amputati come me a fare sport».
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Uscita dall’ospedale, sei tornata in pedana a tirare di scherma, su una carrozzella e con le protesi. «Avrei voluto tornare a fare scherma in piedi, però ovviamente non potevo. Ma dopo un paio di mesi ho imparato a usare le protesi per diverse attività, tra cui la scherma in carrozzina. E me ne sono innamorata di nuovo».
Oggi stai gareggiando in una categoria adatta alle tue abilità. «Sì, quando iniziai avevo avversarie appartenenti alla categoria A. Ora sono nella categoria B, dove ci sono atleti con disabilità paragonabili alla mia. In ogni caso, al momento, sono l’unica ad impugnare il fioretto con la protesi».
mamma Teresa, due persone fantastiche. L’anno prossimo sarà particolarmente impegnativo, perché a giugno dovrò sostenere l’esame di maturità in arti grafiche e comunicazione all’istituto San Marco di Mestre, e a settembre ci saranno i Giochi Paralimpici».
Si stanno progettando protesi bioniche sempre più efficienti e sofisticate, e probabilmente nei prossimi decenni potrai indossare impianti che quasi azzereranno le differenze con gli arti naturali. Ti incoraggia questa idea? Oppure, ha già totalmente accettato la tua nuova realtà? «So che la ricerca scientifica e tecnologica sta facendo enormi passi in avanti in questo settore, comunque io mi trovo già benissimo con le protesi che ho. Sono della Ottobock, una grande azienda internazionale, che è anche un mio sponsor e che ringrazio perché mi dà sempre la possibilità di provare i suoi nuovi modelli. Se fanno una mano nuova, me la mandano di sicuro».
“BEBE” COI GENITORI TERESA E RUGGERO
Come riesci a conciliare la scuola con gli allenamenti? «Organizzo al meglio il mio tempo, aiutata da mio papà Ruggero e mia
Cosa vorresti fare da grande? «Mi piacerebbe fare la grafica. E mi interessa anche la post produzione video, una passione che mi è presa andando spesso in televisione».
Intanto non ti fai mancare nulla. Hai scritto un libro: “Mi hanno regalato un sogno”. «Il titolo è quello della mia canzone preferita, scritta da Jovanotti, che fra l’altro è stato così gentile da firmarmi la prefazione. Nel libro racconto la mia storia, e le storie dei ragazzi che fanno sport con l’associazione Art4sport. L’ho scritto per dare un messaggio a tutti i ragazzi disabili, per dire che si possono fare tante cose anche su una carrozzina. E poi cerco di informare sulla malattia che mi ha colpito e sulla prevenzione: tanti bambini muoiono a causa della meningite e molti non sanno che c’è un vaccino. Ma il libro dice tante cose anche ai normodotati. Quando incontro qualcuno che si lamenta solo perché semplicemente insoddisfatto, mi viene voglia di urlargli: “ma hai visto me?”».
Qual è il sogno di Beatrice Vio? «La mia stessa vita è un sogno. FINE Bellissimo».
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CARDIOLOGIA
ARITMIE
CARDIACHE NATURA - SIGNIFICATO - DIAGNOSI
Dott.
Flaviano Jacopi
Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore Sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it
Come noto, il cuore si contrae in modo regolare mediamente dalle 60 alle 90 volte al minuto, ogni minuto della nostra vita. In condizioni particolari, quando aumentano le necessità dei vari organi (muscoli, intestino, ecc), la frequenza aumenta, proporzionalmente alla intensità delle richieste. Questa attività ritmica del cuore, molto complessa, è regolata da un centro posto nell’atrio destro (il nodo del seno), da cui partono gli stimoli che invadono prima gli atrii e poi progressivamente i due ventricoli. Il ritmo sotto controllo del nodo del seno si chiama ritmo sinusale. Ogni volta che si ha una modifica della normale attività sinusale si parla di aritmia cardiaca. Le aritmie sono moltissime e hanno caratteristiche molto diverse tra di loro. In sintesi, possono essere divise in: Le TACHIARITMIE sono caratterizzate da elevata frequenza anche per pochi battiti. Le BRADIARITMIE, quando, a causa dell’aritmia, la frequenza cardiaca è bassa.
Le tachiaritmie
Le bradiaritmie
Le più comuni tachiaritmie sono le extrasistoli, cioè battiti in sovrannumero che prendono origine dagli atri o dai ventricoli (extrasistoli atriali o ventricolari). Le extrasistoli possono essere rare (pochissime nel corso della giornata), ma a volte sono frequenti (molte in un'ora) o frequentissime (parecchie al minuto), possono essere a riposo, dopo sforzo, incrementate dallo stato emotivo o dallo sforzo o insorgere in corso di ischemia cardiaca; possono presentarsi isolate o con continuità.
Il blocco atrio-ventricolare totale è la più importante delle bradiaritmie: è la conseguenza di un disturbo delle propagazione dello stimolo elettrico dentro il cuore e può accompagnarsi a frequenze cardiache basse o addirittura a mancanza di battiti per alcuni (ma anche molti!) secondi durante i quali non si ha flusso cerebrale per mancanza di sistoli ventricolari. In questi casi si può avere perdita di coscienza. Il blocco atrio-ventricolare totale (o di terzo grado) è generalmente parossistico e può essere preceduto da fasi meno pronunciate (blocco di primo o secondo grado). Altra non rara bradiarimia è il blocco seno atriale in cui lo stimolo non riesce a nascere dal nodo del seno e si può associare a frequenze cardiache bassissime.
EXTRASISTOLE
I sintomi
Altre sono la tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) che generalmente dura pochi minuti o poche ore, o la fibrillazione e il flutter atriale che possono durare anche alcuni giorni; a volte cronicizzano, cioè persistono per sempre. Temibili sono le tachicardie ventricolari, che possono degenerare in fibrillazione ventricolare, di cui abbiamo parlato in passato, che è la più grave di tutte le aritmie perché è fatale.
I sintomi delle aritmie sono in genere molto evidenti e ben avvertiti dal soggetto, non sono pochi però i soggetti che non le avvertono. In genere, le extrasistoli sono riferite come ''tuffi'' al cuore o battiti più forti, spesso in gola. Ben avvertita è la TPSV (tachicardia parossistica sopraventricolare) che il paziente descrive come un forte tremolio al petto o in gola, ad altissima frequenza (si possono raggiungere frequenze di 180\m'), a volte con senso di »SEGUE vertigine e di mancamento. 17
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CARDIOLOGIA Valutazione del significato delle aritmie
NELLA TACHICARDIA PAROSSISTICA SOPRAVENTRICOLARE, LA FREQUENZA DEI BATTITI È ALTISSIMA
Analogo disturbo, per quanto anche con senso di battito irregolare, in caso di Fibrillazione atriale; anche questa aritmia, tuttavia, non di rado non viene avvertita dal paziente. La tachicardia ventricolare è un’aritmia generalmente pericolosa e se persiste può dare importanti segni di ipoafflusso cerebrale. Quando insorge, un blocco atrioventricolare totale può manifestarsi con una perdita di conoscenza che in genere regredisce anche spontaneamente con la comparsa di ritmi sostitutivi o la ripresa della normale conduzione.
Anche la fibrillazione ventricolare determina una perdita immediata di conoscenza, ma non vi può essere alcuna ripresa, se non c'è un intervento esterno e non viene praticato uno shock elettrico con defibrillatore.
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banali e frequenti extrasistoli o per una fibrillazione atriale in atto, in altri casi, Il significato di un'aritmia è legato non essendo presente l’aritmia al alla situazione anatomica e funzio- momento del consulto, va impostato nale del cuore da cui prende origi- un monitoraggio elettrocardiografico ne. Può essere espressione, a volte l’u- molto diverso a seconda dei casi. nica, di una patologia cardiaca in atto, Innanzitutto, il monitoraggio potrà cronica (miocardiopatia, valvulopatia essere effettuato in corso di ricoveecc.) o acuta (infarto in atto) o transito- ro, nelle forme più gravi o subentranti ria (crisi ischemica, disturbi elettrolitici o in paziente allettato (Unità Di Terapia Intensiva Coronarica) o mediante ecc). A volte l’aritmia è la patologia in sé, Telemetria che consente al paziente di cioè il cuore anatomicamente e da un muoversi entro un raggio più o meno punto di vista ‘’meccanico’' è sano, ma ampio, ma sempre intraospedaliero: in esiste un ‘’disturbo elettrico’’ (TPSV, ogni caso il controllo si fa in diretta su Fibrillazioni atriali a cuore sano, ano- una centralina di monitoraggio sotto malie ereditarie del trasporto degli controllo continuo di un operatore. Questo monitoraggio diretto serve elettroliti nelle cellule cardiache ecc). soprattutto per combattere Esistono quindi aritmie legate a precise patologie cararitmie frequenti, gravi, peridiache anatomiche o funzionali e, al contrario, vi sono colose o incombenti con alta aritmie in cuore sano, che anche se in genere sono probabilità di comparsa, assolutamente benigne, a volte sono un problema come in corso di infarto non da poco sia per il paziente che per il cardiologo. acuto, angina instabile, severe condizioni di scompenso cardiaco, Diagnosi La scoperta di un’aritmia è spesso severi squilibri elettrolitici ecc. casuale nel corso di una visita cardiologica con ecg. A volte invece è il pazien- MOLTO PIÙ DIFFUSO te stesso che viene appositamente e il monitoraggio a distanza e, per così racconta disturbi che sta al cardiologo dire, differito mediante l’uso di particolari strumentazioni che consentono al decifrare e inquadrare. L’esatta diagnosi si fa solo con la paziente di condurre una via normale. visualizzazione elettrocardiografica Il più noto è l’ecg dinamico secondo dell’evento aritmico: se questo può Holter, che si attua mediante l’apessere facile con un semplice ecg (elet- plicazione di un rilevatore che regitrocardiogramma) durante la visita per stra in continuazione l’ecg per un
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periodo di 24-48 ore, al temine delle quali, tutto l’insieme dei battiti rilevati viene analizzato e valutato, in modo che si può fornire ogni dettaglio su tutti gli eventuali eventi aritmici comparsi.
UN ECG HOLTER “APPLICATO”
L’Holter è un’indagine fondamentale per lo studio delle aritmie, è ampiamente utilizzato e diffuso e non di rado è indispensabile. E’ evidente però che, se non ci sono aritmie durante la registrazione, queste non possono essere viste, e soprattutto per quegli eventi che si manifestano di rado, l’Holter non è utile. E’ stato da qualche anno introdotto un sistema sofisticato che si usa per le aritmie rare e pericolose, il cosiddetto LOOP RECORDER che consiste in un registratore che viene impiantato sottocute e può essere lasciato in situ anche per qualche anno.
Allorchè il paziente avverte il batticuore che lo infastidisce, e di cui vuole conoscere la natura, applica il rilevatore sul petto e trasmette per via etere un minuto di elettrocardiogramma ad un centro a distanza che lo registra e immediatamente lo avvia, sempre per via telematica, al cardiologo di riferimento. Con i moderni smartphone in ogni momento il cardiologo può leggere i tracciati sia del loop recorder esterno che dell'event record. Più recentemente per aritmie importanti, ma più fre- La tecnologia ha fatto quenti come incidenza, sono stati introdotti elettrodi passi da gigante ed il conparticolarmente resistenti, che consentono impianti trollo a distanza diventa esterni di 7 giorni consecutivi, ma che tuttavia con- sempre più immediato sentono una vita assolutamente normale, comprensi- nell'ambito della cosidetta va di attività sportiva, bagni ecc. Tali elettrodi sono telemedicina. Accanto alle connessi a microtrasmettitori che, con le stesse moda- indagini finalizzate a lità descritte per il loop recorder classico, inviano i determinare il tipo di aritdati ad un centro di rilevamento: è il cosidetto Loop mia, vanno impostati gli recorder esterno. accertamenti utili a deterUn ultimo sofisticato sistema di conminare la situazione anatomica e trolllo a distanza è L’EVENT RECORDER, funzionale del cuore. Un'aritmia un sistema di controllo a è molto più significativa e prodistanza del ritmo cardiaco gnosticamente sfavorevole se che tuttavia richiede l’attiva legata ad una cardiopatia collaborazione del paziente. Si organica ed il suo trattatratta di un rilevatore, delle mento eventuale, va dimensioni di un piccolo cellulare, associato a terapie per la ma più sottile. malattia cardiaca di base. FINE Il sistema monitorizza in continuazione il ritmo cardiaco e ogni volta che compare un’aritmia maggiore (fibrillazione atriale, TPSV, tachicardia ventricolare o blocco atrioventricolare o senoatriale) scatta una registrazione che viene trasmessa per via etere e rilevata in un centro a distanza. La registrazione può anche essere attivata dal paziente quando avverte i sintomi da chiarire. E’ evidente che tale monitoraggio va fatto in situazioni che si verificano molto di rado, ma che siano così gravi e pericolose da giustificare un impianto sotto cute.
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Classe 1915, di origini ferraresi, vive da ottant’anni a Cotignola. Da giovane è stato bersagliere e ha lavorato in uno zuccherificio. Da pensionato ha scoperto la sua passione per l’arte.
di Tiziano Zaccaria
La nascita del nucleo familiare…
E-Mail: zaccariatiziano@alice.it
Appena arrivato a Cotignola, Enzo Prampolini conobbe subito la sua futura moglie: Giuseppina Parra. «Faceva la centralista nell’ufficio telefonico. Ci sposammo un anno dopo, nel 1936». Hanno avuto due figlie, Adele e Anna; oggi Enzo ha anche due nipoti e due pronipoti. La moglie se ne è andata nel 2005, dopo quasi settant’anni di vita in comune.
Avere cent’anni e non sentirli affatto. Enzo Prampolini, un secolo di vita compiuto lo scorso 22 maggio, non sente per nulla il peso della sua longevità: mantiene intatta un’ottima lucidità e una buona memoria, e anche fisicamente, a parte un inevitabile calo della vista e dell’udito, non è molto segnato dal tempo.
…e la guerra Le origini del signor Prampolini Enzo abita a Cotignola da ottant’anni, ma è originario di Pontelagoscuro, paese in provincia di Ferrara, dove nacque il 22 maggio 1915. «Sono nato e ho vissuto la mia infanzia sulla riva del Po – tiene a precisare – Mio padre era un chimico che lavorava in una raffineria, mia madre era una casalinga. Eravamo due figli: io ero più grande di dieci anni di mio fratello (scomparso qualche anno fa ndr.), che faceva il dentista». Quando il padre venne trasferito all’Eridania di Granarolo Faentino, nel 1935 tutta la famiglia fece le valige e si trasferì nella vicina Cotignola: «Non riuscimmo a trovare casa a Granarolo e la soluzione di Cotignola, a pochi chilometri di distanza, ci sembrò la migliore. Anch’io iniziai a lavorare all’Eridania, facendo il tecnico e l’elettricista all’interno dell’impianto». 20
Ma prima del matrimonio, ci fu anche la parentesi del servizio militare: «A diciannove anni mi chiamarono nei bersaglieri a Zara (oggi in Croazia), ma non ho mai combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale, anche se
FESTA PER IL CENTENARIO
ogni tanto mi chiamavano alla Caserma Pasi di Faenza. Ricordo tuttavia un episodio drammatico avvenuto durante la Liberazione. Un giorno del 1944 i tedeschi mi catturarono e, assieme ad altri miei coetanei, mi portarono nella notte a piedi fino a Massa Lombarda, dove finimmo rinchiusi nel primo piano della scuola elementare. Eravamo terrorizzati, non sapevamo cosa volessero fare di noi. Poi io mi accorsi che di fianco alla finestra del bagno della scuola c’era una grondaia. Di nascosto mi aggrappai lì e scesi, assieme ad un mio amico, scappando nella notte. Non so ancora se quella grondaia mi abbia salvato la vita».
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La seconda metà del ‘900, tra interesse per l’arte… Finita la guerra, il ritorno al lavoro all’Eridania, fino al pensionamento avvenuto ormai una quarantina di anni fa. E una volta in pensione, Enzo ha iniziato una sua seconda vita, quella dell’artista: «Sono da sempre un appassionato d’arte. In passato frequentavo l’abitazione del maestro cotignolese Arialdo Magnani (oggi diventata una casa-museo, ndr), dove mi ritrovavo con altri amici per discutere di pittura, ceramica, poesia e altro. In casa mia ho creato un laboratorio artigianale, iniziando a realizzare dipinti, oggetti in vetro e soprattutto opere in ceramica, in particolare quelle realizza-
te con la tecnica di cottura giapponese del “raku”. Ma nonostante abbia ricevuto qualche offerta, mi sono sempre rifiutato di vendere le mie opere, preferendo regalarle ad amici e conoscenti».
…e passione per lo sport Oltre all’interesse culturale ed alla sua vena artistica, Enzo è anche un appassionato di sport. Fin da bambino è tifoso del Bologna calcio: «Da ragazzino andavo ogni tanto a vedere le partite dei rossoblu. Il mio idolo era Angelo Schiavio (l’attaccante col quale il Bologna, negli anni Venti e Trenta, vinse quattro scudetti e due Mitropa Cup, ndr.). Quando ho compiuto cento anni, mi hanno regalato una sciarpa
rossoblu: un dono molto gradito».
Oggi Da qualche mese Enzo si è trasferito nella casa di una delle sue figlie, ma fino all’anno scorso viveva ancora da solo, nella sua abitazione, dove quotidianamente si cucinava i pasti in totale autonomia: «Mangio di tutto, ma soprattutto a pranzo non rinuncio mai al mio piatto di pasta. Il vino? Certo che lo bevo, senza problemi. Per un certo periodo della mia vita ho anche fumato, smettendo ormai tanti anni fa. Per la verità qualche giorno fa mi era venuta la voglia di un sigaro avano e l’ho fatto presente. Ma non FINE sono stato accontentato».
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NEUROSCIENZE
PRIMA IMPRESSIONE LA
FARSI UN GIUDIZIO (spesso sbagliato) su una persona, guardando i lineamenti del suo volto.
Prof.
Alexander Todorov
Docente di Psicologia Università di Princeton (USA)
In quanto tempo ci facciamo un’idea su una persona appena conosciuta? E quanto conta la “prima impressione”? Se ne è parlato a Faenza, nel Polo Scientifico e Didattico “Faventia Sales”, in un workshop internazionale organizzato dai Corsi di Laurea di Infermieristica e Logopedia della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. “Percezione e decisioni - Il ruolo della prima impressione”: questo il titolo del convegno, al quale ha partecipato come primo relatore Alexander Todorov, docente di Psicologia della prestigiosa Università di Princeton, nel New Jersey, in Usa. Ecco una sintesi del suo intervento.
Giusta o sbagliata è quella che conta Vari studi di livello internazionale, alcuni dei quali sono stati condotti anche dalla mia Università, dimostrano che 33 millesimi di secondo sono più che sufficienti per farci un’opinione su una persona incontrata per la prima volta. 22
Tale frazione di secondo basta per farcela sembrare affidabile, competente, antipatica o prepotente. La fotografia di un volto è stata mostrata per quell’attimo di tempo a vari gruppi di persone, che hanno espresso immediatamente la loro prima opinione, e nella maggioranza dei casi l’hanno poi confermata dopo aver rivisto quel volto per un tempo indeterminato. Sembra una cosa di poco conto, eppure da questa “prima impressione” possono dipendere tante cose molto importanti: la probabilità di assunzione per un lavoro, la probabilità di votare un candidato eletto-
rale piuttosto che un altro, l’atteggiamento di fiducia o di ostilità di un paziente nei confronti di un medico o un infermiere.
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Un meccanismo quasi istantaneo… Se il volto di quel professionista sanitario e il suo modo di interagire con noi appare rassicurante, riusciremo a fidarci. Viceversa, non riusciremo a stabilire con lui una relazione efficace. Dunque, al nostro cervello basta un tempo brevissimo per capire se riporre fiducia nella persona che ci ritroviamo di fronte. Si tratta di un’attività cerebrale automatica, di cui non siamo consapevoli. Tutto ciò è innato in noi. Per esempio, un mento più affilato, la forma dell’arcata sopraccigliare e la larghezza del volto influiscono istantaneamente sulla percezione di affidabilità di una persona. Anche i neonati, che hanno un'esperienza visiva prossima allo zero, quando vengono stimolati alla visone di un volto, registrano immediatamente un aumento della loro attività neuronale.
Occorre precisare…
Di fatto, non è utile per sapere come sia veramente la persona che ci troviamo di fronte. A volte si tratta anche di giudizi dettati da stereotipi, come la somiglianza con altre persone a noi note, che apprezziamo oppure no. Dunque, non dobbiamo assolutamente fermarci all'aspetto ed alle caratteristiche di un volto. Le referenze sono sicuramente più importanti della nostra “prima impressione”.
…che non esistono prove scientifiche a dimostrare la veridicità e la precisione della “prima impressione”.
…il padre della fisiognomica (disciplina
Johann Kaspar Lavater…
pseudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona sulla base del suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto), nell’Ottocento descrisse in dettaglio come leggere la natura interiore di una persona dalle caratteristiche facciali. Oggi la maggior parte delle persone trova queste idee fantasiose. In effetti la teoria di Lavater era sbagliata nelle sue specifiche ipotesi, ma egli aveva ragione su una cosa: “Tutti gli uomini sono quotidianamente influenzati dalla fisiognomica”. FINE
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ORTOPEDIA
EPICONDILITE E’ una dolorosa INFIAMMAZIONE DEI TENDINI che vanno a gravare sull’epicondilo (gomito); viene chiamata anche “gomito del tennista.”
La definizione “gomito del tennista”…
Dott.ssa
Sara Vignoli
Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 E-mail: vignolisara@gmail.com
Quando i muscoli che interessano la zona del gomito vengono sovraccaricati da un eccessivo e/o scorretto utilizzo, essi vanno in contrattura e le strutture che più ne soffrono sono i tendini, cioè le porzioni terminali del muscolo che si ancorano sull’osso: questo avviene perché i tendini sono meno elastici e meno irrorati dai vasi sanguigni rispetto al muscolo; l’apporto di sangue, ossigeno, nutrimenti cellulari, e cellule anti-infiammatorie stesse, risulta ancor più ridotto quando i tendini si accorciano e comprimono le estremità capillari. La sintomatologia che viene così a generarsi è: dolore quando il gomito è in flessione; dolore a livello laterale del gomito, proprio sull’epicondilo, costante ma accentuato dalla pressione; dolore diffuso in tutta la parte posteriore dell’avambraccio con difficoltà a sollevare pesi, a ruotare la mano in fuori, e a stringere oggetti. 24
…nacque perché una volta il tennis rappresentava il massimo pericolo per spalla e gomito essendo uno sport asimmetrico e che spesso non veniva accompagnato da esercizi di rinforzo e stretching bilaterali. Oggi non è più così, sempre più spesso si presentano da me impiegati o casalinghe, che non praticano sport alcuno, e che non si spiegano come mai in breve tempo sia comparsa questa sintomatologia. La risposta si trova nel cambiamento della postura.
nicchia ossea (glenoide) che accoglie l’omero si prospetta in avanti, dunque l’omero si intraruota e viene limitato dalla glenoide negli ultimi gradi di movimento in elevazione anteriore e laterale, e in extrarotazione. L’avambraccio si ruota internamente, il polso si flette, e tutti i muscoli antagonisti (supinatore ed estensori) per produrre movimento devono partire da una situazione di forzato allungamento e compensare al problema che si è creato a monte. Da qui nasce il sovraccarico funzionale. EPICONDILITE MEDIALE L’infiammazione coinvolge tendini e muscoli che flettono il polso verso il palmo. Il dolore si manifesta al gomito o sul lato interno dell’avambraccio. EPICONDIO MEDIALE
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Stare per molto tempo seduti davanti al pc con scrivanie ad altezze sbagliate, sedie distanti dalla tastiera, o fare lavori tenendo la spalla anteposta e intraruotata, come anche alcuni atteggiamenti di timidezza e chiusura, infatti, a lungo andare determinano una fissazione di questo atteggiamento delle spalle dove: la scapola resta esterna; la
TENDINE E MUSCOLI INFIAMMATI
EPICONDILITE LATERALE L’infiammazione coinvolge tendini e muscoli che estendono il polso verso il palmo. In questo caso il dolore si manifesta al gomito o sul lato esterno dell’avambraccio. EPICONDILO LATERALE
TENDINE E MUSCOLI INFIAMMATI
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Trattamenti La prima cosa da far presente al paziente è che, pur trattandosi di un’infiammazione, per i motivi di ossigenazione e irrorazione sanguigna che ho spiegato prima, non vi va applicato ghiaccio ma del caldo-umido, in modo che il corpo possa dare una risposta anche autonoma a ciò che sta avvenendo. Nel trattamento manuale dell’epicondilite poi, non bisogna dimenticarsi di intervenire anche sull’avambraccio, nella parte esterna fino al polso, eliminando le contratture e ripristinando i range di movimento completi. Una volta migliorata la situazione locale, per far si che il problema sia veramente eliminato e che non si ripre-
POSIZIONE POSIZIONE DI DI PARTENZA PARTENZA
senti, bisogna valutare e correggere la posizione della scapola e dell’omero con trattamenti manuali mirati ma, a volte, anche con un vero e proprio programma di rieducazione posturale globale se l’atteggiamento è più inveterato.
AZIONE
Per finire, si insegnano al paziente ESERCIZI DI STRETCHING dell’arto superiore da eseguire dopo sforzi o semplicemente quando e se riavvertirà un mutamento delle condizioni dell’arFINE to.
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PEDIATRIA
VIAGGIARE COL NEONATO I consigli per vacanze sicure con un bimbo di poche settimane. Come scegliere al meglio la meta, il mezzo di trasporto e le cure da dare al piccolo.
Dott.
Marcello Lanari
- Direttore Struttura Complessa di Pediatria e Neonatologia presso AUSL Imola - Consigliere SIN Società Italiana di Neonatologia
Dopo i primi dieci giorni di vita, i neonati possono affrontare ogni tipo di viaggio, purché si presentino le condizioni necessarie al suo comfort.
Auto, treno, aereo… I neonati possono viaggiare in auto, nelle ore più temperate della giornata. All’interno dell’abitacolo il neonato deve essere alloggiato nel suo “ovetto”, conforme alla normativa europea, fissato al sedile e rispettandone le regole di installazione. Fino ai 9 chili di peso del bambino, il seggiolino va installato obbligatoriamente in senso contrario a quello di marcia, perché in caso di urto la struttura scheletrica e muscolare ancora poco sviluppata rischia di subire danni maggiori da parte della cintura di sicurezza, piuttosto che contro lo schienale della navicella. E’ poi vietato posizionare il bebè sul sedile anteriore, per gli effetti potenzialmente lesivi dell’airbag; il posto più sicuro è il sedile centrale posteriore, più riparato in caso di urto sia frontale che laterale. 26
POSIZIONE CORRETTA DELL’OVETTO: CONTRARIA AL SENSO DI MARCIA E SUL SEDILE CENTRALE POSTERIORE
In auto non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla a temperature non molto inferiori a quelle esterne e comunque non inferiori a 22-23 gradi. Occorre inoltre prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il bimbo deve essere alimentato.
Non lasciarlo mai solo, poiché, ad esempio, la temperatura interna dell'auto potrebbe raggiungere livelli elevati e il piccolo potrebbe disidratarsi con facilità. Una soluzione comoda è il treno, dove il neonato può viaggiare in braccio alla mamma e c’è sicuramente più spazio per muoversi, per passeggiare e per collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità. Se strettamente necessario, il neonato può anche prendere l’aereo (previo contatto con la Compagnia aerea per le indicazioni del caso), ma sarà sottoposto ad uno stress dovuto ad eventuali sbalzi di temperatura, di pressione
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a luce e rumori che possono disturbarlo. Inoltre, specie in periodi epidemici, la possibilità di contrarre infezioni respiratorie è maggiore. Dunque, la scelta migliore è quella di rimandare, se possibile, il viaggio in aereo ad età successive. Nel caso dovesse essere utilizzato, è consigliabile stimolare frequentemente la suzione del piccolo, riducendo così la possibilità di creare depressione atmosferica negli orecchi, in particolare durante decollo e atterraggio, e dunque dolore.
Mare, montagna e campagna… Non c’è differenza sulla tipologia del luogo da scegliere, va bene sia il mare che la montagna o la campagna per trascorrere le vacanze con un neonato di poche settimane. IN CASO DI VACANZA AL MARE è fondamentale garantirgli le condizioni climatiche più adatte, che implicano l’uscire nelle ore più fresche, l’essere posto in ambienti temperati e arieggiati, non essere mai esposto direttamente ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Il neonato risulta particolarmente vulnerabile in caso di temperature troppo elevate e fortemente a rischio di disidratazione, rilevabile attraverso una
scarsa emissione di urine, secchezza delle mucose, irritabilità o sopore. Una corretta dieta lattea, soprattutto se con latte materno, soddisfa i bisogni calorici e liquidi necessari a mantenere un adeguato equilibrio idroelettrolitico del neonato; non occorre quindi somministrare altri liquidi, compresa l’acqua. Meglio evitare luoghi scarsamente sicuri per il bebè, ove il bisogno di una consultazione pediatrica diventi difficile o impossibile. L’ideale è scegliere spiagge “a misura di bambino”, stabilimenti ben attrezzati per la tranquillità dei genitori e la salvaguardia dei piccoli.
IN MONTAGNA Le temperature, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono assolutamente idonee ad una vacanza con un piccolo di poche settimane. Tuttavia, è preferibile che non si tratti di periodi così brevi da non permettere quei fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e dunque di pressione atmosferica. Altezze elevate, superiori a 2000/2500 metri, sono comunque sconsigliabili.
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Sono sconsigliabili anche passeggiate con bambini di poche settimane troppo lunghe ed impegnative. Ricordare che il neonato non ha una struttura ossea e muscolare adatta ad essere trasportato “a spalla”, cosa invece stimolante per i bambini più grandicelli.
LA CAMPAGNA È la destinazione ideale: il bambino, che dorme ancora per la maggior parte del tempo, ha bisogno di un ritmo regolare e la campagna offre un clima temperato e molta calma, evitando se si può aree vicine a stagni e stalle, nelle quali vi è una concentrazione eccessiva di insetti “ematofagi” (cioè che si nutrono di sangue) quali zanzare e pappataci, potenziali portatori di malattie anche gravi. »SEGUE
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Attenzione all’aria condizionata Una volta arrivati nel luogo prescelto, è bene accertarsi che sia attrezzato e a misura di bambino. E’ importante informarsi in anticipo circa pediatri, farmacie, guardia medica e tutto quello di cui potremmo avere improvvisamente bisogno per dei piccoli inconvenienti che possano presentarsi durante il soggiorno. L’ambiente in cui viviamo col neonato, che sia appartamento o albergo, deve essere igienicamente conforme ad accoglierlo. Ricordiamoci di fare un uso consapevole del condizionatore domestico.
gatorie, evitando così di non ritardare di troppo le date indicate e rispettare le relative scadenze.
Cosa mettere in valigia
Per i climi caldi e soleggiati, indumenti chiari e leggeri, di fibre naturali, che lascino scoperti gli arti, un cappellino per proteggere il piccolo E’ importante soprattutto da esposizione solare ed un non dirigere le bocchette maglioncino in filo per dell’aria direttamente sul tutelarlo dall’umidità delle bambino, ma indirizzarle ore serali: questo il bagaverso l’alto. Il condizionatoglio minimo indispensabile re non solo rinfresca, ma per l’abbigliamento del deumidifica l’aria riducendone il contenuto di vapore bebè. acqueo. Attenzione dunque a non ridurre eccessivaE ancora salviette imbevumente l’umidità, cosa che potrebbe comportare una te, una riserva di pannolini secchezza eccessiva delle mucose. Anche i locali clied una copertina per promatizzati vanno arieggiati più volte al giorno, specie teggere il piccolo dall’aria dove soggiornano i neonati, per evitare l’accumulo di condizionata e dei bavaglisostanze inquinanti. ni (quelli usa e getta sono Ricordarsi infine nella programmazio- più pratici) e detergenti antisettici per ne del periodo di vacanza, di valutare le suppellettili e gli oggetti che verranbene i tempi per le vaccinazioni obbli- no in contatto con lui.
Avere una piccola scorta di prodotti per la sua cura poi non fa male. Inoltre, si può portare un antipiretico (paracetamolo in gocce), ma ricordiamoci che solo il neonatologo/pediatra è in grado di prescrivere farmaci ad un bambino di poche settimane e va pertanto sempre consultato. Può essere utile confrontarsi con lui anche prima della partenza, per un ulteriore eventuale consiglio sulla gestione del piccolo. Per prevenire le scottature, anche se è vero che la miglior prevenzione è una scarsa e mai diretta esposizione solare del neonato, da portare e utilizzare di tanto in tanto per le zone esposte, creme con filtro fisico, ovvero contenenti minerali quali ossido di zinco o titanio. Contro le punture d’insetto infine sono sconsigliati i fornelletti emanatori di sostanze potenzialmente tossiche e da evitare i prodotti repellenti da spruzzare sulla cute. Anche sostanze profumate vanno evitate, perché possono essere un forte richiamo per gli insetti. La più corretta prevenzione, specie nelle ore serali, è quella fatta con le zanzariere poste su culle, carrozzine e alle fineFINE stre.
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I NOSTRI AMICI ANIMALI
I BISOGNI FONDAMENTALI DEL CANE
Barbara Maioli Educatrice cinofila E-mail: barbara.maioli@alice.it
Il cane è un animale sociale che vive e coopera con l'uomo riconoscendolo come figura sociale. La sua storia di convivenza ha inizio almeno 10.000/15.000 anni fa, quando si stima sia avvenuta la domesticazione, un processo attraverso il quale ha accettato delle restrizioni nelle sue abitudini di vita, aderendo ad un "patto fondamentale". Con questo patto ha messo al servizio dell'uomo le sue doti naturali (caccia, guardia, difesa, ecc..) e l'uomo si è impegnato a soddisfare i suoi bisogni fondamentali.
Un “patto” diventato legame Nel tempo sono state selezionate decine e decine di razze, ciascuna finalizzata ad un precisa funzione, difesa delle greggi, difesa del territorio, difesa personale, cane da pista di sangue, cane da riporto, ecc.....- ma parallela-
mente a questo processo il cane è diventato via via sempre più legato all'uomo fino ad arrivare, ai giorni nostri, alla totale dipendenza per qualsiasi sua necessità, anche per il soddisfacimento dei suoi bisogni fondamentali. Ciò ha reso il rispetto di quel "patto" una esigenza fondamentale ed imprescindibile, perchè in caso contrario possono derivarne conseguenze sia fisiche che comportamentali quali ad esempio aggressività, paure eccessive, non rispetto delle regole, tendenza a non rispondere al richiamo, eccessivo abbaio ecc.... Anche molti dei comportamenti indesiderati lamentati dai proprietari, come tirare al guinzaglio o sporcare in casa, a volte nascondono il non soddisfacimento o il soddisfacimento parziale di questi bisogni.
Quali sono i bisogni fondamentali e perchè sono così importanti? 1 - SALUTE Si tratta di un bisogno primario il cui soddisfacimento assicura al cane una vita sana: consiste nel fornire acqua e cibo adeguati e sufficienti, protezione dalle malattie e cure mediche necessarie. E' bene sapere che anche i cani, come gli esseri umani, possono
sviluppare malattie somatiche se non trovano risposte ai loro bisogni fondamentali e la presenza di particolari patologie possono avere anche dei riflessi comportamentali. 2 - SPAZIO I cani hanno quattro spazi di vita: la tana, lo spazio ludico, il territorio del branco, la città. La TANA (cuccia) è uno spazio fondamentale perchè è il luogo di sicurezza per eccellenza; per questo è sempre indispensabile individuarne uno e non trasformarlo mai in un luogo di punizione. Sia che si tratti di una cuccia all'esterno dell'abitazione, di una cesta o una poltrona all'interno della casa, il cane la deve percepire come sua e solo sua e in quello spazio si deve sentire il padrone assoluto. Ovviamente deve essere solo una sua percezione che però deve essere… »SEGUE 29
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mantenuta perchè l'esistenza di quello spazio ha per lui un grosso valore in termini di protezione. E' il luogo in cui si rifugia a mangiare un bocconcino, in cui nasconde i suoi giochi preferiti e dove si rintana quando vuole stare solo e riposare; per questo, in quel luogo, deve essere lasciato sempre tranquillo.
Lo SPAZIO LUDICO ha una forte valenza fino a quando il cane è un cucciolo; deve essere uno spazio limitato e deputato al gioco. E' il luogo in cui il cucciolo trascorre la sua giornata in assenza dei padroni. Non deve mai coincidere con tutto l'appartamento sia per ragioni legate alla sua incolumità sia perchè, quando è solo, non deve considerare tutta la casa come un suo territorio di gioco. In nostra assenza è bene confinarlo in una stanza o in un recinto poi, una volta rientrati, lo si può lasciare libero di esplorare tutti gli spazi.
La CITTÀ è uno spazio non esclusivo del cane, non è il suo territorio ed è importante farglielo capire fin da piccolo, evitando di fargli marcare continuamente ogni angolo, muro, colonna o albero che incontriamo.
Così facendo è più facile che, durante gli incontri con altri cani, sia più disponibile e non assuma per primo atteggiamenti di sfida. Parlando di spazio occorre anche sfatare un luogo comune secondo il quale: "per il cane, soprattuto di grande taglia, ci vuole sempre un giardino"; in realtà non è mai una questione di quantità ma di qualità.
“NON LASCIARMI SOLO IN CORTILE, ANCHE IO HO BISOGNO DI TE”
Un cane che ha a disposizione ampio giardino e per questo non viene mai portato a fare delle passeggiate e viene lasciato quasi sempre da solo, ha una qualità di vita indiscutibilmente Si tratta di un territorio che il cane delimita peggiore rispetto ad un cane che con le proprie marcature e nei confronti del vive in un piccolo appartamento e quale sviluppa generalmente atteggiamenti di quindi ha a sua disposizione vigilanza e protezione. pochissimo spazio, tuttavia esce Per chi vive in appartamento è bene regolarmente 3/4 volte al giorno insiesapere che il cane considera come pro- me al proprio padrone e ne condivide prio territorio anche quello in cui viene la quotidianità. Per un cane niente è portato giornalmente a sporcare, ciò più gratificante che far parte del grupinfatti può avere dei riflessi nel suo com- po famigliare e condividere tempi e portamento durante gli incontri con gli spazi, avere un ruolo e una funzione ben precisa. altri cani. Il TERRITORIO DEL BRANCO è il luogo deputato alla vita quotidiana con gli altri membri della famiglia e a sporcare.
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3 - MOVIMENTO E' un bisogno importantissimo per qualsiasi razza anche la più piccola e dovrebbe essere garantito tutti i giorni lasciando il proprio cane libero di correre e muoversi senza costrizioni o portandolo a passeggiare con il guinzaglio. Il movimento consente di mantenere sano il proprio animale grazie all’allenamento muscolare e alla possibilità di scaricare le proprie energie ma ha anche una valenza psicologica. L'ottimale sarebbe abituarlo a frequentare il più possibile spazi diversi anche a passo veloce con il guinzaglio perchè ciò aiuta a sviluppare nel cane una capacità di orientarsi nello spazio. Grazie al movimento, il cane può rapportarsi con odori, suoni e immagini diverse. Dal punto di vista psicologico la passeggiata al guinzaglio ha una maggiore valenza rispetto a quella libera e risolve un’infinità di problemi all’origine perchè consente al cane di sviluppare e arricchire la sua percezione tridimensionale, la sua visuale, la percezione olfattiva e uditiva. 4 - SOCIALITA' Il cane è un essere sociale, e il suo bisogno di socialità è essenziale. Per questo fin da cucciolo è importante farlo interagire e giocare con i suoi simili (socialità intraspecifica), con persone di tutti i generi giovani, anziani, persone di diversa etnia, persone portatrici di handicap, ecc..(socialità interspecifica) e con i luoghi più disparati (giardini, ristoranti, bar, piazze, negozi, ecc...) stando sempre accorti alla positività di queste esperienze.
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GIOCO ED INTERAZIONE
Se questo bisogno non viene adeguatamente soddisfatto il cane può manifestare ansie, fobie, paure degli altri cani, di certi luoghi o delle persone. La socialità implica anche un altro aspetto fondamentale ossia il corretto posizionamento sociale del cane all'interno della famiglia e il fare insieme delle attività come ad esempio il gioco: se non si permette al cane di fare niente per noi, si frusta il suo bisogno di socialità.
Questa sua posizione non solo deve essere chiara fin da subito ma deve essere anche rimarcata in modo non ambi- EVITARE guo, per esempio evitando di dargli da mangiare da tavola, impedendogli di saltarci addosso o consentendogli di prendere sempre l'iniziativa rispetto al gioco o ai momenti in cui uscire per andare a passeggiare. Per fare questo occorre tenere sempre presente la diversità del cane ed evitarne l'umanizzazione che, pur gratificando profondamente il proprietario, nulla ha che fare con il suo benessere psico-fisico.
La più grande forma di rispetto che possiamo sviluppare nei confronti del nostro cane è stabilire fin da subito un chiaro posizionamento sociale, facendogli capire quale posizione occupa all'interno della nostra famiglia e quale è il suo ruolo, perchè questo è per lui una delle fonti principali delle sue sicurezze.
seconda della razza e dello specifico individuo: ci sono cani che hanno una socialità piuttosto contenuta verso gli altri cani o verso le persone, altri estremamente sociali, razze per cui il movimento libero in ampi spazi aperti è essenziale altri per i quali è sufficiente un movimento più contenuto in intensità e durata. Comunque sia, il rispetto dei bisogni fondamentali non va dimenticato perchè è una premessa indispensabile per garantire al nostro cane un buon equilibrio emotivo, metterci al riparo dai più comuni problemi comportamentali e soprattutto è il pilastro su cui costruire una meravigliosa relazione con il nostro amico a quattro zampe. FINE
Conclusioni Concludendo si può dire che tutti i cani, nessun escluso, possiedono i bisogni fondamentali ed è indispensabile soddisfarli. Ovviamente questi bisogni si presentano con declinazioni ed intensità diverse a
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HANNO COLLABORATO al numero 7_LUGLIO 2015 di SALUTE 10+ Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it Dott.ssa Elisabetta Giusti - Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova E-mail: ela.giusti@gmail.com Dott. Marcello Lanari Direttore Struttura Complessa di Pediatria e Neonatologia presso AUSL Imola Consigliere SIN - Società Italiana di Neonatologia
Barbara Maioli Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - Reg. Emilia Romagna Disciplinato ai sensi della Legge nr. 4/2013 E-mail: barbara.maioli@alice.it Dott. Massimiliano Perrone Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 E-mail: info@poliambulatoriodsc.com Prof. Alexander Todorov Docente di Psicologia Università di Princeton (USA) Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it
I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza - E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com
Denny Conti - Sport GM Solarolo Rivenditore specializzato scarpe da running Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it
Nicoletta Fabbri Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza E-Mail: nicofabbri@libero.it Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org
Dott. Andrea Maccolini Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it
Gianna Manna Optometrista E-mail: giannamanna@yahoo.it Dott. Marco Manfrini Specialista in terapie Chirurgiche Innovative
Alberto Mantovani Direttore Scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University Dott.ssa Francesca Negosanti Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna - www.centro-dermatologico.it Dott.ssa Monica Negosanti - Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it Dott. Pietro Querzani - Neurologo E-mail: querzani@gmail.com
Dott. Emanuele Guagnini Responsabile Centro Salute Mentale www.radioshock.biz
Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it Edda Plazzi - Psicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com
Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Dott. Giuseppe Plazzi Dipartimento di Scienze Neurologiche Università di Bologna - E-mail: giuseppe.plazzi@unibo.it
Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna
Dott. Oliviero Quercia Responsabile Unità di Alta Specializzazione di Allergologia Ospedale di Faenza
Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia Dott.ssa Enza Lamanna - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it
Dott. Alessandro Repici Responsabile Endoscopia Digestiva Humanitas Milano
Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza
Dott. Luciano Lozio - Docente universitario e consulente farmaceutico
Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it
Dott. Antonio Salzetta Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna
Barbara Maioli - Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 Reg. Emilia Romagna Disciplinato ai sensi della Legge nr. 4/2013 E-mail: barbara.maioli@alice.it
Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668
Francesco Spadoni Tecnico ortopedico Email: francesco@ortopediaspadoni.it Dott. Sergio Spinato Odontoiatra - Sassuolo - Tel. 0536.883868 www.studiodentisticospinato.it E-mail: studiodentisticospinato@gmail.com Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola - www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it
Fabrizio Tagliavini Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Prof. Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone)
Doriana Togni Bottega dei Servizi - E-mail: info@bottegadeiservizi.it Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Ing. Nicola Vitiello Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Dott. Salvatore Voce Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott. Roberto Zabberoni Centro Dentale La Cura - Ravenna Dott. Alfonso Zaccaria Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna Dott. Franco Ziccardi - Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza E-mail: caspitafaenza@gmail.com Prof. Dott. Raul Zini Maria Cecilia Hospital Cotignola
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Direttore Sanitario Dott. Paolo Balella
DUE DELLE NOSTRE ECCELLENZE GRANDE AUTO-EMO-TERAPIA OZONIZZATA
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La GAET è una pratica medica innovativa, sicura ed efficace per molte malattie, soprattutto quando le terapie convenzionali non danno i risultati attesi. I campi di applicazione sono numerosi: ortopedia, reumatologia, malattie vascolari, patologie neurologiche, malattie infettive croniche, malattie autoimmuni, coadiuvante nelle patologie oncologiche ed ancora, in molte altre patologie da stress ossidativo. Ampiamente sperimentata ed utilizzata abitualmente in molti paesi europei ed americani ora a disposizione anche in Italia, con la garanzia di ottimi risultati e di notevole sicurezza secondo le linee guida della F.I.O. depositate presso l’Istituto Superiore della Sanità.
Finalmente esiste una cura innovativa, efficace e sicura per tutti coloro che soffrono di problemi ai tendini, alle articolazioni, alle ossa ed alle cartilagini. Si tratta dell’utilizzo dei cosiddetti fattori di ricrescita, sostanze che si ottengono grazie ad un semplice prelievo di sangue e che opportunamente coltivate in laboratorio, riescono a rigenerare i tessuti danneggiati dall’usura o da traumi improvvisi. Questa tecnica, studiata per gli sportivi, ora è a disposizione di tutti e garantisce ottimi risultati in notevole sicurezza. Questa terapia si sviluppa in tre fasi: la prima prevede il prelievo del sangue, la seconda un procedimento di separazione per l’acquisizione del siero ricco di fattori di crescita e la terza prevede l’infiltrazione articolare nella zona interessata.
EFFETTI OLTRE LE TERAPIE CONVENZIONALI SENZA EFFETTI COLLATERALI NON E’ UNA CURA FARMACOLOGICA
PER LO SPORT
AZIONI DELL’OZONO Antiossidante - Antinfiammatoria Antiedemigena Antidolorifica - Immunomodulante Immunostimolante - Neoangiogenesi Riattivante del microcircolo Rigenerante per i tessuti - Neurotrofica
UTILIZZO DELLE CAPACITA’ RIGENERATIVE NATURALI DEL CORPO TENDINI, LEGAMENTI, MUSCOLI E ARTICOLAZIONI PER L’ARTROSI Consigliata nelle iniziali forme di artrosi (grado I° e III°) e nelle infiammazioni tendinee Aumento della concentrazione di fattori di crescita del sangue Nessun effetto collaterale
Dott. Toia Maurizio
Dott. Alessandro Di Martino
Specialista in anestesia e rianimazione ed in terapia del dolore. Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù
Specialista in ortopedia Ospedale Rizzoli di Bologna
Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù - Via Don Angelo Lolli, 20 - Ravenna - Tel. 0544.38513
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POLIAMBULATORIO
Santa RITA Struttura che si affida a specialisti con esperienza pluritrentennale nel settore della medicina odontoiatrica ed estetica. ODONTOIATRIA - IMPLANTOLOGIA GENERALE IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO DENTI FISSI IN UN SOLO GIORNO CHIRURGIA ORALE - ODONTOIATRIA PROTESICA ODONTOIATRIA E MEDICINA ESTETICA Il Poliambulatorio Santa Rita nonostante l'utilizzo di tecnologie innovative e all'avanguardia, di fornitori certificati e di alta qualità, riesce ad offrire prezzi totalmente accessibili per combattere e contrastare non solo la crisi economica del settore, non solo l'evasione dei pazienti verso l'estero, ma anche un disagio e un disservizio del paziente stesso. Per una maggiore trasparenza e fiducia nel rapporto paziente-struttura tutti i lavori e i manufatti sono seguiti da documento di identificazione e certificato di conformità, garanzie dovute per legge e garanzie di conformità. Inoltre, tutti i materiali e biomateriali sono rigidamente conformi alle direttive europee in tema di sicurezza e biocompatibilità. Visite e piani di trattamento per il paziente non comportano alcun impegno economico. Le modalità di pagamento verranno concordate direttamente all'interno della struttura con possibilità di rateizzare senza ricorrere a finanziamenti tramite banca e/o finanziaria.
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