Salute 10 più Nr. 12 Anno 2012

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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » N. 12 - DICEMBRE 2012

RAVENNA

IN QUESTO NUMERO - Contraccezione e sessualità - Come non prendere peso durante le feste natalizie - Lo shopping compulsivo

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Davide Melandri Direttore Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena

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SOMMARIO » Nr. 12 - Dicembre 2012

BENESSERE

3 SALUTE NATURALE

- Idee regalo per il Natale

Dott.ssa Maria Nives Visani PREVENZIONE

6 CONTRACCEZIONE E SESSUALITÀ Umberto Parani ALTA SPECIALITÀ

11 CENTRO GRANDI USTIONATI DI CESENA Tiziano Zaccaria ALIMENTAZIONE

14 COME NON PRENDERE PESO DURANTE LE FESTE Dott.ssa Monica Negosanti SANITÀ

16 COSA SONO LE LESIONI DA DECUBITO Dott. Giovanni Innocenti POLITICHE SANITARIE

18 LE NOVITÀ DELLA LEGGE BALDUZZI Dott. Andrea Baldisserri PSICOLOGIA

20 LA STERILITÀ PSICOGENA Dott.ssa Donatella Valmori OCULISTICA

21 PRESERVARE IL BENESSERE DEGLI OCCHI Dott. Ugo Cimberle ANDROLOGIA

24 LA PROSTATITE Dott. Roberto Nonni SOCIETÀ

26 LA COPPIA Dott. Angelo Lofino SOCIETÀ

28 LO SHOPPING COMPULSIVO Dott.ssa Serena Bagli I NOSTRI AMICI ANIMALI

31 CANI E BOTTI DI FINE ANNO Max Vismara

SALUTE 10+ N. 12.2012 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011. Proprietà, redazione e realizzazione Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it


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BENESSERE

A Natale, regala

salute naturale Dal magnesio alla papaya fermentata, dal succo di melograno al miele di Manuka, alcune buone idee per dimostrare il proprio affetto alle persone care. Cosa regalare all'amico manager, al cognato, al fratello stressato che macina chilometri in auto, pieno d’appuntamenti, continuamente al telefono, che dorme poco e male, irritabile con moglie e figli, ma anche all'amica, cugina, sorella che, sempre di corsa, divide il lavoro fuori con gli impegni casalinghi di spesa, cucina, pulizie, lezioni di piano, piscina, scout dei figli? Dott.ssa

Maria Nives Visani

Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it

Non deve essere solo uno slogan, ma un vero atto d'amore nei confronti delle persone care con cui condividiamo i momenti più belli del nostro Natale. Lo scambio dei doni non è altro che una dimostrazione dell'affetto che nutriamo verso amici e parenti. Pensare alla salute propria e del prossimo in termini biologici, preventivi e naturali, dovrebbe essere una di queste dimostrazioni. Cerchiamo di pensare a chi ci sta attorno ed individuiamo i suoi bisogni, ecco alcuni esempi.

In questo caso, per controllare lo stress, potremmo regalare una bella confezione di Magnesio, un minerale essenziale per il buon funzionamento di oltre 300 reazioni enzimatiche che riguardano il sistema nervoso, l'attività cardiaca, la contrazione muscolare, il tono vascolare, la pressione sanguigna, la circolazione periferica. Il dosaggio raccomandato è di 320 mg per le donne e 400 mg per gli uomini al giorno, ma normalmente, data la sempre maggior povertà dei terreni e l'utilizzo di colture in serra, la quantità che assumiamo è più bassa, occorre per questo integrare. »SEGUE 3


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BENESSERE

Erboristeria Centro Macrobiotico I FIORI DI BACH POSSONO AIUTARTI A Superare ansia e paura e calmare il panico interiore. Liberarti dalla dipendenza da fumo e da quella dei farmaci. Gestire gli attacchi di collera, nausea e vertigini. di Maria Luisa Monti Sconfiggere l’insonnia.

Erboristeria Centro Macrobiotico Via Guaccimanni, 66 - RAVENNA - Tel. 0544.39381 info@fioridibachonline.com In commercio si trovano diversi tipi di sali di magnesio, quali carbonato, citrato, chelato, pidolato, cloruro, in varie forme pastiglie, polveri, capsule ma ora anche per uso topico. È stato studiato una forma transdermica che si presenta come comodo spray da applicare (10-12 spruzzate) una volta al giorno nella cute. Insieme al magnesio per la gestione dello stress, possiamo donare la Rodiola Rosea, pianta studiata ed usata nel Nord Europa per le sue attività toniche, consigliata in dosaggio di 200 mg per due volte al dì. In Germania è considerata un farmaco; da poco tempo importata anche in Italia, viene consigliata per le sue attività adattogene, cioè utile nell'affrontare gli stati di richiesta energetica che i ritmi lavorativi, ma anche sportivi, ci impongono per ritrovare l'energia senza alterare il ritmo cardiaco e il sonno, come può avvenire per il ginseng o il guaranà. RODIOLA ROSEA PER UTILIZZI SPORTIVI E LAVORATIVI

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E al genitore, alla zia, all'amico di una certa età, ma anche di mezza età (50enne) cui vogliamo augurare un compleanno centenario? Un regalo molto gradito sarà la Papaya Fermentata. Da studi ormai affermati dal Premio Nobel 2008 Luc Montagner, la papaya ANTIOSSIDANTE svolge un'azione antiossidante e rivitalizzante del sistema nervoso e immunitario, tanto da diventare un vero e proprio lasciapassare di longevità. Un gran bel regalo sarà anche il Succo di Melograno. Frutto di stagione, il melograno veniva utilizzato come simbolo di fecondità e immortalità fino dalle antiche cultura egizia, greca e latina. Nel Rinascimento assume il simbolo di concordia, amicizia, riunione. Il succo concentrato di melograno fornisce all'organismo molti nutrienti quali vitamine del gruppo B, polifenoli quali acido gallico ed ellagico, bioflavonoidi, sali minerali, manganese, magnesio, calcio, ferro, zinco, bassa concentrazione di sodio ed alto contenuto di potassio. Questo basso rapporto sodio/potassio ne fa un ottimo alimento,

utile per ridurre il rischio di ipertensione ed ictus. Risulta essere utile come antiossidante, per prevenire arteriosclerosi e formazione di placche arteriosclerotiche, utile nell'ipercolesterolemia, nell'ipertensione, nel tumore della prostata e nella prevenzione dei tumori al seno. Anche il Succo di Mirtillo può essere un pensiero gradito, soprattutto per chi soffre di disturbi della vista, miopia, difficoltà di visione crepuscolare o notturna, perchè contiene flavonoidi, antocianosidi e polifenoli, che permettono la rigenerazione della rodopsina a livello retinico e modificano la struttura di coni e bastoncelli, che si presentano così più ricchi di porpora retinica. Per la sua attività vasoprotettiva, è utile per l'aumento della resistenza capillare.

MIRTILLO UTILE PER I DISTURBI VISIVI

Molto piacevoli saranno anche le confezioni che raccolgono vari tipi di tisane in filtri a cui si possono abbinare mieli biologici, tra questi troviamo il Miele di Manuka, ottenuto dai fiori di un grande albero Neozelandese che cresce spontaneamente in un ambiente naturale e non inquinato, utile per la prevenzione e cura delle malattie da raffreddamento tipicamente invernali perchè contiene principi attivi antibatterici e immunostimolanti, tanto da farne oggetto di studio da parte di ricercatori neozelandesi che hanno messo in luce le sue proprietà farmacologiche.


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BENESSERE Pensando alla bellezza, insieme ad una buona crema per il viso o per il corpo, completamente biologica e naturale (attenzione! non ne esistono molte in commercio, affidatevi ai consigli di professionisti seri) potrete regalare, per sostenere l'attivitĂ anti-age, compresse a base di Acido Ialuronico, che trova impiego medico giĂ da diverso tempo come agente lubrificante ed idratante per infiltrazioni articolari. Il suo utilizzo in formulazioni semplici o complesse sotto forma di compresse o bustine, sarĂ quello di migliorare l'aspetto della pelle, apportando idratazione nello strato dermico tanto da ridare tono, elasticitĂ ed idratazione alla pelle. Non dimentichiamo gli oli essenziali, puri o in miscele, da utilizzare per gli ambienti sfruttando i principi salutistici dell'Aromaterapia. CosĂŹ la Lavanda olio essenziale verrĂ usata come armonizzante riequilibrante utile per ambienti dove si riposa, la Vaniglia per favorire i rapporti interpersonali, la Menta per risvegliare attenzione e memoria, Arancio per migliorare il tono dell'umore, Ylang Ylang per risvegliare la sensualitĂ , Sandalo per l'equilibrio maschile, Rosa per il riequilibrio generale femminile, Eucalipto e Pino per disinfettare l'ambiente e tanti altri che potranno essere consigliati a seconda delle esigenze. FINE

DOLCE SALUTE

I nostri croissant della nuova linea “Dolce Salute� sono realizzati con materie prime naturali, come: burro di cacao, olio extravergine d’oliva, olio di riso, farina, uova, zucchero (q.b.) e sono arricchiti di Omega 3. Inoltre non contengono: latticini, grassi idrogenati, colesterolo “cattivo� grasso di cocco, e grasso di palma. E da oggi, a prendersi cura di te, ci sono 3 nuovi croissant:

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PIACERE MIO

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PREVENZIONE

CONTRACCEZIONE

E SESSUALITÀ Esistono molti modi per prevenire gravidanze non desiderate. Quello più efficace si basa sull’uso di ormoni, ma non è adatto a tutti e serve il controllo medico.

di Umberto Parani

Pillole vecchie e nuove I metodi contraccettivi basati sull’uso di preparati contenenti ormoni simili a quelli prodotti naturalmente dall’organismo femminile è in assoluto il sistema più efficace per evitare gravidanze indesiderate. La pillola classica è un anticoncezionale estroprogestinico, costituito cioè dalla combinazione di estrogeni e progesterone (i due principali ormoni sessuali femminili) in quantità e proporzioni variabili. La sua azione “infertilizzante” si basa sull’inibizione della produzione di particolari sostanze prodotte dal cervello, le gonadotropine Fsh e Lh, indispensabili per regolare la maturazione delle cellule uovo. Senza Fsh e Lh l'ovulazione si blocca e le pareti dell’utero diventano incapaci di accogliere l’ovulo accidentalmente prodotti e fecondati. Gli estroprogestinici esistono in formulazione monofasica, nella quale cioè tutte le compresse di una confezione sono identiche, e in varianti bi e trifasiche, comprendenti gruppi di pastiglie a diverso dosaggio che devono essere assunte rispettando rigorosa6

mente la tempistica e la sequenza indicata sul foglietto illustrativo. In generale comunque, il rischio di commettere errori è davvero bassissimo perché, anche per evitare pericolose dimenticanze che potrebbero inficiarne l’azione anticoncezionale, tutti gli estroprogestinici orali vengono venduti in confezioni da 21 compresse numerate secondo i giorni del ciclo in cui devono essere prese. L’assunzione della prima pillola deve sempre avvenire il giorno successivo al termine delle mestruazioni e proseguire per altri venti. Segue una settimana di pausa nella quale compare il flusso e poi si ricomincia con una nuova confezione.

Per essere efficace la pillola deve essere presa ogni giorno alla stessa ora. In caso di dimenticanza o impossibilità temporanea, si può assumere la stessa compressa entro 12 ore e continuare secondo lo schema abituale nei giorni successivi. Qualora la “svista” si ripetesse più volte, si deve comunque terminare la confezione mensile, tenendo però conto del fatto che la protezione potrebbe non essere completa. Un “dettaglio”, generalmente noto, ma che vale sempre la pena di ricordare è che l’effetto degli anticoncezionali ormonali non è immediato. Nel caso della pillola serve circa un mese di assunzione regolare e costante per ottenere un buon livello di protezione, ma a volte possono essere necessari anche periodi più lunghi. Altrettanto dilazionato è il venir meno dell’azione quando si decide di smettere di prenderla: se si desidera intraprendere una gravidanza dunque è sempre caldamente consigliato attendere due o tre mesi dall’aver interrotto l’assunzione della pillola, utilizzando nel frattempo metodi anticoncezionali alternativi.


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PREVENZIONE

Le alternative: il cerotto e l’anello Si presenta come un normalissimo cerotto e può essere applicato sulla cute dell’addome, delle natiche, sulla parte superiore delle braccia dal lato esterno o sul torace, ma non sul seno, il giorno successivo al termine del flusso, lasciato agire per sette giorni e quindi sostituito con un nuovo cerotto, che dovrà essere tenuto per due settimane. Nella quarta settimana compare il flusso. Quindi si ricomincia con una nuova confezione e un nuovo cerotto, applicandolo però in un punto diverso per evitare di irritare la pelle. Il cerotto rilascia gradualmente quantità di ormoni piccole, ma sufficienti a garantire un’ottima sicurezza contraccettiva. Anche controindicazioni ed effetti collaterali sono sostanzialmente gli stessi, con l’eccezione della tensione al seno che con il cerotto è un po’ maggiore.

Nell’eventualità poco probabile che si stacchi, può essere riapplicato (se appiccica ancora ) oppure sostituito con un’altro, a patto che non siano passate più di 24 ore. Se l’inconveniente si è verificato da più tempo e si è nella seconda o nella terza settimana del ciclo si deve invece passare a una nuova confezione e utilizzare per una settimana un metodo anticoncezionale alternativo. AVVERTENZA D’OBBLIGO PER L’AMBIENTE

Dopo l’uso, il cerotto contiene ancora un po’ di ormoni che potrebbero inquinare fiumi e mari: non deve essere gettato nel water né smaltito con i comuni rifiuti domestici, ma sigillato nell’involucro fornito dalla ditta produttrice e portato negli appositi raccoglitori per i farmaci che si trovano vicino alle farmacie.

Veniamo all’anello, che si presenta come una coroncina di gomma trasparente e flessibile del diametro di circa cinque centimetri e mezzo, da inserire nella vagina una sola volta mese, dal primo al quinto giorno del flusso, ma non più tardi. È questo il suo principale, e non piccolo, vantaggio rispetto alla pillola, di cui per altri versi ricalca gli effetti. 7Applicare l’anello è semplice: basta lavarsi le mani, scegliere una posizione comoda (per esempio in piedi con una gamba leggermente sollevata in avanti) e inserire l’anello nella vagina tenendolo a ANELLO un’estremità con due dita (se già si utilizzano assorbenti interni non si avrà alcun problema di manualità, viceversa basterà fare un paio di tentativi). Se dà fastidio non c’è da preoccuparsi: significa semplicemente che deve essere spinto un po’ più in fondo. Quando l’anello viene rimosso dopo tre settimane esatte (per farlo basta tirare con delicatezza) compare il flusso. Il nuovo anello dovrà essere inseri-

to solo sette giorni più tardi, alla stessa ora e nello stesso giorno della settimana in cui era avvenuta l’applicazione precedente. Per esempio, se il primo anello viene inserito domenica 19 settembre alle dieci di sera, il secondo deve essere applicato domenica 17 ottobre alla stessa ora. Da ricordare anche in questo caso che l’azione contraccettiva inizia solo dopo la prima settimana. L’anello non pone problemi di smaltimento: non va gettato nel water, ma può essere eliminato insieme ai rifiuti umidi.

I profilattici È solo a partire dal 1839, dopo che Charles Goodyear riuscì a elasticizzate la gomma naturale, che i profilattici iniziarono a presentarsi nella forma che conosciamo oggi, indubbiamente più comoda e accettabile rispetto ai tamponi imbevuti di erbe dei Romani o alle vesciche di capra care a Casanova. Si tratta di un metodo di contraccezione pratico e sicuro, ma non infallibile dal momento che, indipendentemente dal tipo utilizzato (in gomma, lattice, lubrificati, ultrasottili eccetera), la protezione garantita non supera il 90 per cento. »SEGUE 7


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PREVENZIONE Presentano il vantaggio di essere molto facilmente reperibili e a basso costo, ma hanno l’inconveniente di dover essere indossati durante il rapporto sessuale, risultando a volte poco accettabili dal punto di vista psicologico. I profilattici costituiscono però l’unico metodo anticoncezionale capace di proteggere anche da tutte le malattie a trasmissione sessuale, dalle più banali come la candidosi alle più pericolose come l’Aids. Per questa ragione dovrebbero essere sempre utilizzati in caso di rapporti occasionali o a rischio, anche se ci si tutela in altro modo dal “pericolo” di gravidanze indesiderate. Oltre a quelli tradizionali per l’uomo, ne esiste ora anche una variante “al femminile”, disponibile da alcuni mesi anche in Italia. Ha una struttura simile a quello maschile, ma dimensioni maggiori e presenta due anelli flessibili alle estremità: uno ricopre parzialmente i genitali esterni (offrendo quindi una maggior protezione da malattie sessuali) l’altro arriva in profondità nella vagina. Va indossato poco prima del rapporto e non può essere riutilizzato. Svantaggi: costa di più di quello maschile, è meno facilmente reperibile ed è più difficile da usare. AVVERTENZA D’OBBLIGO

I profilattici si rovinano con il calore (quindi non tenerli nel cruscotto dell’automobile né nella tasca dei jeans e non appoggiarli sui termosifoni) e devono essere maneggiati il meno possibile, con le mani pulite (e preferibilmente con le unghie corte) dopo aver tolto anelli e monili appuntiti.

Il diaframma e la spirale Il diaframma è costituito da una coppa di gomma morbida montata su una spirale di rame e deve essere inserito in profondità nella vagina a contatto con l’ingresso nell’utero prima di ogni rapporto sessuale, dopo essere stato spalmato di prodotti spermicidi (l’ideale è farlo con 15-60 minuti di 8

anticipo, ricordando che dopo cinque ore gli spermicidi si inattivano ed è tutto da rifare). L’opportunità di utilizzare questo metodo contraccettivo deve essere sempre attentamente valutata dal medico, che dovrà anche individuare il tipo e la grandezza del dispositivo da utilizzare.

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COME APPLICARE IL DIAFRAMMA

La spirale è uno dei sistemi anticoncezionali più efficaci, garantendo una protezione del 98-99 per cento, ma bisogna fare attenzione a non perderla inavvertitamente: eventualità che può apparire remota, ma che si verifica piuttosto di frequente, specie durante il flusso mestruale. Per sapere se tutto è a posto basta sentire se dall’utero fuoriesce la cordicella legata all’estremità del dispositivo. In caso di fallimento della contraccezione e qualora si desideri portare a termine la gravidanza, il dispositivo deve essere rimosso nel primo trimestre. Dopo aver partorito, invece, si dovrebbe evitare di utilizzarlo per almeno sei settimane, ovvero finché l’utero non sia tornato alle dimensioni normali.

Oltre la contraccezione, le azioni utili della pillola

Questo metodo anticoncezionale L’uso della pillola, oltre a quello princigarantisce una protezione buona, ma pale di bloccare l’ovulazione, ha anche non assoluta (di circa il 78-79 per cento alcuni altri effetti positivi. È ben nota, se usato da solo, fino all’82 se viene per esempio, la sua capacità di atteabbinato agli spermicidi). E per essere nuare i dolori al basso ventre caratteefficace deve essere lasciato nella va- ristici del periodo ovulatorio e di prevegina per almeno sei ore dopo il rap- nire la sindrome premestruale e i disagi porto. Passato questo periodo, va tolto, dei primi giorni del flusso, al punto di lavato e asciugato con cura e riposto essere consigliata come vera e propria nella confezione (può essere riutilizzato terapia nei casi più gravi di dismenorper circa due anni). rea. Inoltre, regolarizza il ciclo e riduLa spirale è un dispositivo costituito ce la probabilità di avere perdite tra da una parte in plastica flessibile una mestruazione e l’altra o flussi avvolta da un filo di rame, che deve troppo abbondanti, rendendo meno essere inserito all’interno dell’utero e probabile l’instaurarsi di anemie. può quindi essere applicato e rimosso Gli estrogeni contenuti nella pillola infisolo dal medico. ne abbassano il rischio di sviluppare cisti È adatta per donne che hanno già e tumori delle ovaie, proteggono dalla avuto uno o più figli e preferibil- sindrome infiammatoria pelvica e dal mente con d’età superiore ai cancro dell’utero e del colon. trent’anni. Le più giovani dovrebbero invece usarla solo in casi eccezionali, sottoponendosi a controlli ginecologici abbastanza frequenti (di norma ogni sei mesi). Dopo l’applicazione si potranno avere per qualche tempo flussi più abbondanti LA PILLOLA HA LA CAPACITÀ DI ATTENUARE e perdite tra una mestruaI DOLORI DI PANCIA NEI GIORNI PREMESTRUALI zione e l’altra.


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PREVENZIONE

I prodotti spermicidi Il rischio di gravidanze indesiderate può essere ridotto anche con l’uso di creme, gel, compresse, schiume o “supposte” capaci di uccidere gli spermatozoi. Per essere certi di ottenere una protezione efficace, devono essere applicati profondamente nella vagina, in modo da ricoprire adeguatamente l’“ingresso” dell’utero, non più di un’ora prima del rapporto sessuale (il consiglio è di utilizzarli con circa un quarto d’ora o mezz’ora d’anticipo). Dal momento che la loro azione spermicida è relativa, non dovrebbero mai essere usati da soli, ma sempre associati con contraccettivi-barriera, quali profilattici e dispositivi intrauterini.

La pillola e i farmaci Salvo in caso di specifica indicazione medica, l’assunzione della pillola non deve essere sospesa quando ci si ammala. Si deve però tener presente che alcuni farmaci, quali per esempio certi antibiotici ad ampio spettro, antimicotici, psicofarmaci, lassativi e carbone vegetale, possono interferire con l’assorbimento, il metabolismo e l’eliminazione degli ormoni in essa contenuti, interferendo con la sua efficacia o aumentandone gli effetti collaterali. In ogni caso, qualora si dovessero uti-

lizzare principi attivi “a rischio”, è consigliabile ricorrere a un metodo contraccettivo di supporto (come il profilattico) per tutto il periodo di trattamento e per almeno quindici giorni dopo la sua interruzione.

Tutto sotto controllo Trattandosi di veri e propri farmaci che vanno ad agire su un equilibrio complesso e delicato, anche nelle versioni più nuove, gli anticoncezionali ormonali, specie quelli da assumere per bocca, devono essere sempre consigliati e prescritti per la prima volta dal ginecologo dopo un’attenta valutazione dello stato di salute generale. La loro efficacia e innocuità dovrebbero inoltre essere periodicamente testate con l'esecuzione di alcuni esami del sangue e delle urine, controllando la pressione e, almeno dopo i 35-40 anni, valutando la salute di cuore e vasi. Le donne con problemi cardiovascolari non devono necessariamente rinunciare alla pillola, ma preferire quelle a dosaggio molto basso e comunque sempre e solo dopo essersi sottoposte a un’attenta valutazione medica e aver considerato l’opportunità di ricorrere a sistemi diversi. Nei casi in cui sia assolutamente controindicato l’uso degli estrogeni si può invece optare per preparati per bocca a FINE base di soli progestinici.

RAVENNA - Via Magazzini Anteriori, 25 - Tel. 0544.422870 Cell. 340.8040248 - valentina.luciani86@alice.it

CHI DEVE STARE ALLA LARGA DAGLI ORMONI? PRIMA DI ASSUMERE LA PILLOLA BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE A:

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Calcoli della cistifellea Emicrania e cefalea persistenti Fumo di sigaretta Obesità grave Alti livelli di colesterolo e grassi nel sangue - Malattie congenite del fegato - Disturbi gastrointestinali acuti o cronici con episodi di nausea, vomito o diarrea; - Malassorbimento intestinale LA PILLOLA NON VA ASSUNTA IN QUESTI CASI:

- Gravidanza e allattamento - Alto rischio di tromboembolia o tromboflebite - Malattie cardiovascolari con e senza ipertensione arteriosa - Tumore della mammella - Disfunzioni gravi del fegato - Alterazioni del funzionamento della cistifellea - Diabete mellito non compensato dalla terapia - Interventi chirurgici o traumi gravi per i quali sia richiesta una lunga permanenza a letto o l’immobilizzazione delle gambe.

DOTT.SSA VALENTINA LUCIANI

Vieni a trovarci,

abbiamo per te

tante piccole idee per i regali di Natale, oltre a gentilezza e cortesia. 9


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CENTRO GRANDI

USTIONATI La rinomata struttura dell’Ospedale Bufalini di Cesena, diretta da un ravennate, copre un bacino d’utenza di cinque milioni di abitanti. Ecco come.

di Tiziano Zaccaria Il Centro Grandi Ustionati dell'Ospedale Bufalini di Cesena, situato in Viale Ghirotti, ha come Direttore il dottor Davide Melandri, nato a Castiglione di Ravenna nel 1957 sposato, padre di due figli e attualmente residente a Cervia. Laureatosi nel 1983 all’Università di Bologna in Medicina e Chirurgia con 110 e lode, il dottor Melandri si è poi specializzato in Dermatologia sempre a Bologna e in Chirurgia Plastica ed Estetica all’Università di Parma. Ha iniziato a lavorare al Bufalini nel 1989 sotto la guida del Prof. Giorgio Landi, poi nel 1996 ha assunto la responsabilità del Centro Grandi Ustionati, di cui nel 2004 è diventato il Direttore. Nel suo curriculum vanta anche studi all’estero: agli inizi e sul finire degli anni Novantain più riprese è stato a Vancouver, in Canada, per degli stage di formazione sulla chirurgia dermatologica e plastica, e a Galveston, in Texas, presso un Centro Ustioni di fama mondiale. Fanno parte della sua equipe i dottori Alessandro Benini, Carmine D'Acunto, Antonella Frassetto, Egisto Gnucci, Jutta Renate Lehmann, Roberto Neri e Roberto Orioli , Catuscia Orlandi, Andrea Carboni (chirurgo plastico) Paola Minghetti (biologa), Elena Bondioli (biotecnologa) 25 infermieri professionali e 1 Coordinatore Infermieristico. Sono consulenti dedicati Lorenzo Freschi (fisioterapista) e le dott.sse Barbara Novelli (psicologa) e Rosina Biondo (fisiatra). » SEGUE

DAVIDE MELANDRI

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ALTA SPECIALITÀ In Emilia Romagna esistono due centri per il trattamento delle gravi ustioni: uno all'Ospedale Bufalini di Cesena, l'altro all'Azienda Ospedaliera di Parma. Il Centro Grandi Ustionati di Cesena è responsabile per l’intera Area Romagnola e per l’Emilia orientale, ma non solo: «Copriamo per la verità un bacino d’utenza interregionale di cinque milioni di abitanti - spiega il dottor Davide Melandri, Direttore del Centro - Il 53 per cento dei nostri pazienti proviene da fuori regione, soprattutto dalle Marche, ma pure da Umbria,

Una struttura all’avanguardia Situato al terzo piano dell'Ospedale Bufalini, il Centro è concepito dal punto di vista architettonico per ridurre al minimo i rischi infettivi che possono derivare dall’ambiente. «Utilizziamo filtri per i degenti e un impianto di condizio-

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Toscana e Abruzzo. Disponiamo di otto posti letto, di cui quattro per la terapia intensiva e quattro subintensivi per i pazienti meno gravi e non ventilati. Nella terapia intensiva i letti sono fluidizzati e riscaldati, a pressione regolabile, per ridurre al minimo il trauma del contatto con le superfici del corpo ustionate e di conseguenza anche il dolore, perché è come se il paziente galleggiasse. Inoltre, ogni posto letto dispone di un sistema di monitoraggio centralizzato, di respiratori automatici e di una vasca di balneazione dedicata». namento sterile dell’aria e di flussi laminari sul letto dei pazienti. Disponiamo poi di una sala operatoria e di una palestra per fisioterapia. Ogni tre minuti, tutta l'aria del campo chirurgico è rinnovata automaticamente; lo stesso avviene ogni quattro minuti nelle camere dei degenti acuti e ogni otto in quelle dei post-acuti.

Anche i parametri di temperatura, umidità e pressione sono tenuti costantemente sotto controllo in ogni stanza, perché grande importanza è data alla prevenzione dei rischi di contaminazione e sovrainfezione». Quali sono i principali criteri di selezione dei pazienti ricoverati al Bufalini? «L’ustione deve coprire almeno il 15 per cento del corpo dell’adulto, oppure il 10 per cento del corpo del bambino; ricoveriamo però anche ustioni di estensione più limitata ma complicate dalla particolare profondità e insidiosità del danno come nelle ustioni chimiche e in quelle elettriche ad alto voltaggio oppure localizzate in sedi critiche dal punto di vista funzionale o estetico quali il volto, le mani e le superfici articolarie infine quelle associate ad altri traumi ed a danni da inalazione».

Alcol e acqua bollente le cause principali Si calcola che annualmente in Italia almeno 120mila persone subiscano delle ustioni più o meno gravi; di


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ALTA SPECIALITÀ queste meno di diecimila vengono ricoverate, ma solo le più gravi tra queste, circa un migliaio, finiscono nei Centri Grandi Ustioni. Dei 170 pazienti che ricoveriamo mediamente ogni anno a Cesena, circa 120 sono ustionati. «Possono sembrare numeri piccoli, ma sono giustificati dalla complessità di tali pazienti, che è almeno di cinque volte superiore ai ricoverati nei reparti di degenza ordinaria - chiarisce Melandri - Alcuni pazienti, quelli gravissimi, se sopravvivono, rimangono ricoverati anche per mesi. La causa primaria delle gravi ustioni da fiamma è l’utilizzo improprio dell’alcol etilico: in base ad una ricerca condotta proprio dall’ospedale Bufalini, il 25 per cento degli incidenti sono riconducibili ad un utilizzo improprio del liquido altamente infiammabile. Secondo agente, col 22 per cento, sono i liquidi bollenti, che costituiscono invece la prima causa di ustione tra i bambini in età prescolare».

Le paure del paziente L’ustionato è un paziente complesso e difficile: passa da una prima fase in cui predomina il dolore acuto e costante, alla fase della preoccupazione più di natura estetica che funzionale. E a seconda dell’età si preoccupa anche delle possibili riduzioni della propria capacità lavorativa: perciò è importante anche un supporto psicologico. Al Centro dell’Ospedale Bufalini i pazienti vengono seguiti dalla fase acuta alla riabilitazione, poi il follow up continua in un ambulatorio esterno, sia per la rieducazione motoria e la fisiatria articolare, ma anche per il controllo estetico e funzionale delle cicatrici.

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Non solo ustioni Il Centro Grandi Ustionati di Cesena è l’unico in Italia diretto e gestito da dermatologi e questa peculiarità ha fatto sì che nel corso degli anni sia diventato riferimento nazionale anche per gravi malattie dermatologiche che necessitano di ricovero e assistenza intensiva specifica. Inoltre nel Centro vengono attualmente trattate gravi ferite della cute e dei tessuti molli di origine trau-

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matica e non, ulcere cutanee di difficile guarigione. E’ attivo infatti un ambulatorio vulnologico (per le ferite gravi della cute) a gestione totalmente infermieristica e, da gennaio 2012, anche un ambulatorio di chirurgia plastica per visite ed interventi in anestesia locale su tumori cutanei e cicatrici. In tale ambulatorio in collaborazione con il biotecnologo vengono eseguiti trattamenti di medicina rigenerativa con gel piastrinico autologo e lipofilling. FINE

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ALIMENTAZIONE

Come non prendere peso durante le feste Un decalogo di buone regole per affrontare pranzi e cene luculliane. PIATTI PICCOLI E DECORATI

Dott.ssa

Monica Negosanti

Dietista Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: mnegosanti@gvmnet.it

Le feste natalizie portano a mangiare in quantità industriali: cenone della Vigilia, pranzo di Natale, pranzo di Santo Stefano, cenone di Capodanno e tanti altri momenti! Prendere peso durante tutte queste feste è quindi quasi scontato, ma esistono alcuni accorgimenti utili per limitare i chili di troppo. L’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) ha stilato un decalogo di consigli utili per affrontare pranzi e cene luculliane.

Se siete voi a preparare le portate, ingannate la gola privilegiando piatti dal diametro piccolo e guarnendoli con decorazioni o contorni ipocalorici per ridurre lo spazio destinato al cibo! All’occhio sembrerà di aver mangiato un piatto ricco, ma lo stomaco apprezzerà le quantità in verità ridotte. NO A BESCIAMELLE E CONDIMENTI PESANTI Sono sicuramente più appetibili, ma esistono altrettante ricette della tradizione che utilizzano ingredienti e condimenti più sani come il MODERARE pesce e le verdure. Ricordiamo che un piatto è pur sempre stuzzicante se l’olio si usa per il condimento a crudo e se al posto di sale o soffritti vari si utilizzano spezie ed odori. RISPARMIARE SULLE CALORIE IN PIÙ

RISPETTARE LA CADENZA DEI PASTI Se evitiamo i fuori pasto, togliamo al nostro introito calorico già in esubero, un'ulteriore fetta di calorie inutili. Quindi limitiamoci agli usuali colazione, pranzo e cena. MANGIARE TUTTO IN PICCOLE QUANTITÀ Nonostante mamme, nonne e suocere ci vogliano imporre piatti fuori dalla norma, decliniamo l’offerta, seppur allettante, limitandoci ad assaggiare un po’ di ogni portata, evitando il bis! Ove possibile, evitiamo pranzi o cene a buffet, dove non si riesce mai a controllare la quantità effettiva di cibo introdotto. Meglio stare seduti a tavola e prestare attenzione a ciò che ci viene servito. FRUTTA E VERDURA PRIMA DEL PASTO Questi alimenti apportano molta acqua e tante fibre, per cui ci aiutano a sentirci sazi con anticipo e quindi anche a ridurre l’introito calorico successivo. Frutta e verdure apportano inoltre poche calorie, perciò come antipasto sono l’ideale. Se arriviamo a tavola meno affamati, saremo meno indotti in tentazione. Anche uno yogurt magro può essere utile a tappare lo stomaco. 14

È possibile farlo evitando pane o derivati del pane come i cracker o le spianatine, evitando di aggiungere alle pietanze troppe salse ed evitando di farcire o guarnire i già supercalorici panettoni e pandori con creme di vario tipo. Altro piccolo e semplice trucchetto sta nel prediligere i contorni ricchi di verdura e i secondi con pochi condimenti ai sostanziosi primi piatti, che solitamente durante le feste la fanno da padrone. Limitiamo inoltre i calici di vino ed evitiamo completamente i superalcolici. Ricordo, a chi non lo sapesse, che ogni grammo di alcol equivale a 7 calorie. DISTRIBUIRE GLI ALIMENTI NELLA GIORNATA Se per merenda è previsto un dolce, cerchiamo di privarcene a pranzo o a cena. Con morigeratezza una piccola porzione di dolce è concessa, meglio se prima delle 16, poiché verso sera il metabolismo tende ad abbassarsi e si bruciano meno calorie. Sforziamoci di distribuire al meglio il nostro introito calorico. DAY AFTER: BANDITI GLI AVANZI! Il giorno dopo un pranzo o una cena abbondante evitiamo di consumare gli avanzi. Dobbiamo ristabilire, NO per quanto possibile, l’introito calorico della settimana: via libera quindi ad alimenti sazianti ed ipocalorici come frutta e verdura.


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ALIMENTAZIONE COMPENSARE CON ATTIVITÀ FISICA Se pensiamo che per smaltire una fetta di panettone ci vogliono 90 minuti di camminata sostenuta o mezz’ora di bicicletta, forse un po’ di fame ci passa. Ma si sa, questi pranzi e queste cene sono anche un momento di convivialità a cui è difficile rinunciare. Ritagliamoci quindi del tempo per praticare attività fisica... Più calorie assunte implicano più movimento. ESSERE PRONTI AL PIANO B DOPO LE FESTE

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SANITÀ

Lesione da

DECUBITO

Detta anche da pressione, è una lesione della pelle che interessa la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, il muscolo e l’osso. Dott. Giovanni

Innocenti

Medico Chirurgo Specializzato in malattie infettive Perfezionato in sessuologia medica e neuropsicologia Medico responsabile per il Consorzio Solco nella RSA San Rocco (Fusignano)

Cos’è L’eccessiva e/o prolungata pressione esercitata fra il piano di appoggio e la superficie ossea, a seguito di immobilità o permanenza per lungo tempo in posizione obbligata di un individuo, induce uno stress meccanico sui tessuti con forze di pressione e/o di taglio ed una strozzatura dei vasi sanguigni che alterano negativamente la circolazione locale. Il minore apporto di sangue e la conseguente riduzione di principi attivi ed ossigeno provocano una progressiva sofferenza cellulare che può portare, nei casi più gravi ad infezioni, alla necrosi ed alla morte. Se il posizionamento non è variato ogni due o tre ore nei pazienti a maggior rischio, si possono già verificare dei fenomeni compressivi pericolosi per l’integrità della cute. Le sedi predisposte alle lesioni sono le prominenze ossee come l’osso sacro, la cresta iliaca, i talloni, i gomiti, i trocanteri (i due rilievi presenti nella parte superiore del femore) le ginocchia, i malleoli, le scapole. 16

Tipi, gravità delle lesioni e fattori di causa I sistemi di classificazione delle lesioni da pressione identificano le stesse per stadi di gravità progressiva, basandosi sulle condizioni degli strati del tessuto interessato. La permanenza a lungo in una posizione può causare le lesioni da pressione (nel disegno, zone evidenziate dal pallino rosso).

Si parte da un eritema fisso su cute integra (stadio 1) per arrivare ad una profonda ferita con totale perforazione dei tessuti cutanei e muscolari (stadio 4). I fattori di rischio sono innumerevoli e sono differenziati in estrinseci (esterni alla persona) ed intrinseci (legati alla salute della persona). I FATTORI ESTRINSECI sono identificati in diverse azioni e cause come ad esempio tipi di forze che creano una compressione prolungata, oppure da forze che inducono danni cutanei con azioni di taglio o attrito. Inoltre vanno aggiunti anche il calore, l’umidità ed i liquidi fisiologici che provocando la macerazione

Anche la permanenza a lungo in posizione stesa può causare le lesioni da pressione (nel disegno, zone evidenziate in rosso).

della cute la indeboliscono in modo significativo, rendendola maggiormente vulnerabile agli eventi stressanti. I FATTORI INTRINSECI vengono invece indotti da patologie sistemiche debilitanti, da gravi patologie neurologiche, da complessi interventi chirurgici, da malattie curate con chemioterapie e radioterapie, da farmaci immunodepressori, dalle turbe del metabolismo riguardanti nutrizione e circolazione, dalle para e tetraplegie, dal diabete, dall’età e da pazienti gravemente obesi o eccessivamente sotto peso. Da sottolineare come le lesioni cutanee più frequenti siano innescate da forze di pressione, dalla insufficienza venosa cronica e dal diabete.

Estensione del problema Dimensione e diffusione di questa patologia sono sorprendentemente enormi, al punto che, da alcuni studi, emerge che la spesa sanitaria in Italia per le lesioni cutanee è vicina a quella sostenuta per le


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malattie vascolari e per i tumori. Le ricerche indicano anche che le lesioni da pressione sono, nella misura del 70%, prevenibili; una seria prevenzione, quindi, deve essere esercitata a 360° per ridurre i fattori di rischio. Considerato che la gran parte delle lesioni della cute viene indotta dalla pressione prolungata dovuta al mantenimento a lungo di una stessa posizione, seduta o a letto, è logico pensare che si deve agire fortemente su parte dei fattori estrinseci (compressione, scivolamenti ed instabilità, piano di appoggio inadeguato ecc…) agendo in modo efficace sulla formazione degli operatori e programmando adeguati investimenti sugli ausili e sulle superfici antidecubito.

Poche regole e prevenzione Per ridurre le forze di pressione e di taglio, gli attriti e la macerazione della cute, non dobbiamo inventare nulla di nuovo perché le moderne linee guida relative alle ulcere da decubito sono in grado di indicare tutto quello che serve,

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incominciando col variare la posizione del paziente allettato o comunque ipomobile, ridurre i carichi localizzati attraverso posizionamenti adeguati, stabilire un corretto apporto nutrizionale, prestare massima attenzione all’igiene. Naturalmente ad intervalli periodici in giornata va monitorata l’integrità cutanea, che rimane sempre la prima e semplice spia indicatrice del futuro problema. Per diffondere la buona prassi della prevenzione è, quindi, assolutamente necessario creare cultura, interesse, formazione ed informazione attraverso il

supporto medico che risulta determinante per trainare il contesto e prendersi in carico il paziente specialmente sotto il profilo della cura. Nelle strutture e negli ospedali, vanno promossi piani di lavoro integrati finalizzati all’obiettivo e procedure adeguate relative alle diverse posture, con particolare attenzione all’appropriatezza degli ausili e delle superfici antidecubito. Infine, l’assistenza di base dovrà poi preoccuparsi di garantire una buona igiene della persona, specialmente nelle zone critiche, quelle FINE inguinali e pelvico-perineali.

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POLITICHE SANITARIE

Finalmente il medico di base 24 ore su 24 Questa e altre novità nella nuova legge del Ministro Balduzzi: le analizziamo con il dott. Baldisserri. IL MINISTRO RENATO BALDUZZI

Dott.

Andrea Baldisserri

Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it

CURE PRIMARIE: SERVIZI SANITARI 24 ORE SU 24 Cosa prevede la nuova legge. Servizi sanitari territoriali attivi 24 ore su 24, sette giorni su sette, grazie all’aggregazione fra medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, ex guardia medica in forme monoprofessionali (aggregazioni funzionali territoriali) e multiprofessionali (unità complesse di cure primarie organizzate come reti di poliambulatori sempre aperti al pubblico). IL COMMENTO… Io, medico di famiglia, da otto anni lavoro in gruppo con altri sei colleghi e al nostro centro afferiscono oltre 10mila assistiti. Il lavoro in gruppo è stimolante per i professionisti, utile per limitare e smistare l'enorme mole di burocrazia che arriva, favorisce l'accesso e la gestione del paziente, permette un'offerta di prestazioni che altrimenti il medico singolo difficilmente potrebbe fornire. Noi siamo in grado di avere una segreteria aperta 12 ore al giorno E un’infermiera disponibile 42 ore alla settimana. 18

Il singolo medico di famiglia ben difficilmente potrebbe sobbarcarsi certi costi. Lo dico per evidenziare quanto io creda nell’aggregazione fra colleghi. Questa però è nata per nostra volontà, fra colleghi motivati. I medici di famiglia sono liberi professionisti, con tutti i vantaggi e svantaggi di questa posizione. Riuscirà la nuova normativa a far conciliare figure professionali così diverse anche giuridicamente? Vedremo. Mettiamo che i Centri 24 ore su 24 partano. I dati internazionali sottolineano che queste attività non riducono assolutamente gli accessi impropri al Pronto Soccorso. Regola dei servizi sanitari è che più ne offri, più ne chiedono. L'utilità sicuramente potrà essere quella di uniformarsi, confrontarsi e migliorarsi nella gestione delle patologie croniche. Temo tuttavia che il motivo che porta a favorire questi Centri non sia il miglioramento del servizio, ma considerando la crescente difficoltà nel reperire medici, in primis per coprire il Servizio di Guardia Medica, si voglia dare al Medico di famiglia questa incombenza, creando centri dove molte prestazioni sanitarie saranno svolte sempre più da validi infermieri, ma al tempo stesso verrà spersonalizzato il rapporto medico/paziente. Speriamo bene.

DIRIGENTI E PRIMARI: NOMINE PIÙ TRASPARENTI Cosa prevede la nuova legge. Per le nomine dei direttori generali delle Asl, le Regioni sono ora tenute ad attingere obbligatoriamente ad un elenco regionale di “idonei”, aggiornato almeno ogni due anni, creato da una commissione costituita dalla Regione stessa. Per la nomina dei primari è previsto che una commissione, composta dal direttore sanitario e da tre direttori di struttura complessa nella stessa disciplina dell’incarico, individui una terna di candidati idonei. Il direttore generale sceglie uno dei tre candidati, con l’obbligo di una motivazione analitica. Sono assicurate forme di pubblicità agli atti del procedimento. IL COMMENTO… Quando ero studente universitario, la gestione dei primariati era in mano ai tanto disprezzati "baroni", comunque professionisti legati a vita ad un ruolo e un luogo. Erano di enorme potere, ma con i loro pupilli ci mettevano anche la loro "faccia". Gli attuali Direttori Generali sono altrettanto legati a quei luoghi? La loro "motivazione analitica" vale tanto di più della conoscenza che i "baroni" avevano?


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POLITICHE SANITARIE MINORENNI, STRETTA SULLA VENDITA DI SIGARETTE E ALCOL Cosa prevede la nuova legge. Inasprite le sanzioni. Chiunque venda bevande alcoliche o tabacco a minorenni, viene ora punito con una multa da 250 a 1000 euro, che in caso di recidiva passano da 500 a 2000 euro, con la sospensione per tre mesi dell’attività commerciale. Stesse pene per chi mette a disposizione del pubblico distributori automatici che non consentano la rilevazione anagrafica mediante sistemi di lettura ottica dei documenti.

“Allarme del Censis: “Nove milioni di italiani senza i soldi per curarsi.” (Cit. Quotidiano la Stampa del 5 giugno 2012)

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IL COMMENTO…

IL COMMENTO… Benissimo! Tutto ciò che limita i rischi per i più giovani, è ben accetto. Si poteva mettere la norma che i minorenni possono essere fermati e interrogati su chi gli ha venduto sigarette o birra? FARMACI: AL VIA IL RIORDINO DEL PRONTUARIO Cosa prevede la nuova legge. Entro il 30 giugno 2013 l’Aifa, ovvero l’Agenzia Italiana del Farmaco, dovrà completare una revisione straordinaria del Prontuario, facendo slittare in fascia C (a pagamento) i prodotti superati. L’Aifa potrà comunque prevederne ancora la dispensazione gratuita per il completamento delle cure in corso. Le Regioni devono assicurare agli assistiti l’accesso ai medicinali definiti innovativi dall’Aifa, anche se non ancora inseriti nelle liste locali, che andranno comunque aggiornate ogni sei mesi.

La scorsa estate titoloni sulla norma che impone nella ricetta il nome della molecola e non più il farmaco "brend", per risparmiare 700 milioni di euro. Falso! Risparmio pari a zero per precedenti norme sulla dispensazione da parte del farmacista del farmaco di minor costo per il Servizio Sanitario Nazionale. Sicuramente disagi e rischio di confusione fra scatolette diverse per i cittadini. Chi ha fatto tali sparate saprà riordinare il Prontuario? Speriamo. GIOCHI: MINORI PIÙ DIFESI DALLE SCOMMESSE Cosa prevede la nuova legge. E’ vietato in qualsiasi pubblico esercizio la messa a disposizione di connessioni che consentano di giocare sulle piattaforme on line, così come non sarà più possibile trasmettere spot sul gioco nel corso di programmi e film rivolti ai minori, e nei trenta minuti prima e dopo le trasmissioni. Ogni pubblicità dei giochi deve riportare la percentuale di probabilità di vincita. I monopoli dello Stato pianificheranno su base annuale almeno 10mila controlli contro il gioco minorile. Entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministero dell’Economia dovrà emanare un decreto sui criteri per la ricollocazione delle sale giochi e la loro distanza da scuole, chiese e centri sportivi.

IL COMMENTO… Giusta l’indicazione sulla percentuale di probabilità della vincita. Speriamo che vengano fatti i controlli annunciati. BEVANDE ANALCOLICHE: ALMENO IL 20% DI SUCCO DI FRUTTA Cosa prevede la nuova legge. Per le bevande analcoliche è previsto l’obbligo di contenere succo di frutta in percentuale non inferiore al 20 per cento. Prima era del 12 per cento. IL COMMENTO… Aumentare il contenuto minimo succo di frutta è giusto, può favorire i nostri coltivatori, ma soprattutto la qualità dei prodotti che consumiamo. Le nostre buone aziende hanno percentuali di succo già nettamente superiore ai limiti minimi di legge: Valfrutta e altri produttori hanno FINE anche l'80-100 per cento. 19


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PSICOLOGIA

STERILITÀ

PSICOGENA Sto cercando una gravidanza, ma non arriva. Perché? Anche gli stress emozionali possono influenzare l’ovulazione o la spermatogenesi.

Dott.ssa

Donatella Valmori

Psicologa e Sessuologa Email: d.valmori@libero.it

Spesso il desiderio di avere un figlio viene frustrato da sterilità maschile o femminile, oppure da infertilità, ovvero incapacità a portare a termine una gravidanza in una donna in grado di concepire. Le stime dicono che un 20 per cento delle coppie presenta problemi di infertilità o sterilità “psicogena”, o senza una causa organica responsabile. In tali casi è determinante l’influenza di fattori psichici sul corpo, che entrano in gioco anche in presenza di effettivi disturbi fisiologici e nel favorire o mantenere l’infertilità durante il trattamento medico di procreazione assistita.

Lo stress E' ormai assodato che stress emozionali possono influenzare l’ovulazione, ma anche la spermatogenesi, e questi dati vengono sempre più supportati da studi di ricerca che illustrano la correlazione fra fattori psicologici e risposta ormonale. Lo stress psicofisico cronico comporta una serie di alterazio20

ni endocrine che possono giungere sino alla soppressione della funzione generativa. Questo avviene poiché le modificazioni biochimiche legate a stati emozionali e di pensiero, producono molecole che agiscono nel corpo, bloccando o inibendo l’ovulazione o la produzione di spermatozoi. Endocrinologi e ginecologi riconoscono da tempo l’amenorrea (assenza del flusso mestruale) definita da stress e l’influenza che quest'ultimo esercita sul trasporto dell'ovulo e sul suo impianto nell'utero.

Ansia eccessiva La sterilità psicogena può essere inoltre legata ad ansia eccessiva o vissuti inconsci (conflitti, paure, aspettative, sensi di colpa, pressioni sociali, ecc..) che possono a loro volta interagire con il corpo, influenzando la fisiologia della risposta ormonale. Spesso, infatti, riducendo gli apporti emozionali che generano ansia, come dopo un’adozione, la donna resta incinta spontaneamente. Vista in questi termini, una lettura psicologica della sterilità può fornire un’occasione per riflettere sugli aspetti inconsci, che fanno da contraltare al desiderio di divenire genitori, i quali possono riguardare la paura di avere un figlio, della gravidanza, delle alterazioni corporee e del parto, o ancora il senso di inadeguatezza ed altri conflitti psichici irrisolti. L’incapacità a generare un figlio comporta a sua volta frustrazione e senso di sconfitta, che

possono trasformare il desiderio in un vero e proprio malessere psicologico.

Malessere psicologico Nell’uomo questo malessere si configura come senso di inadeguatezza riguardo la mascolinità e quindi della stima personale, poiché la sterilità maschile più di quella femminile è simbolicamente e culturalmente riconducibile alla sfera sessuale, anche se è evidente che i due elementi non sono in alcun modo collegati. Nella donna invece si osservano stati ansiosi e depressivi legati al trattamento di fecondazione assistita e si presentano sentimenti di gelosia e invidia nei confronti di chi riesce a concepire in modo facile e naturale. A questo si aggiunge che la programmazione dei rapporti toglie spontaneità all'intimità di coppia e l’apprensione generativa continua può sfociare sul piano affettivo in conflitti che possono portare alla rottura della coppia. Per tale ragione oggi sempre più clinici sollecitano un approccio integrato all’infertilità, in cui l’attenzione psicologica si configuri come parte integrante dei programmi diagnostici e terapeutici, la quale non si pone solo come contenimento dell'ansia e della frustrazione, né come ultima risorsa dopo il fallimento dei trattamenti medici, bensì come mezzo di prevenzione delle sequele psichiche individuali e di coppia.

FINE


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OCULISTICA

CURIAMO IL BENESSERE

DEGLI OCCHI Troppe ore davanti alla tv o al computer possono creare dei problemi. Quindi è errato parlare di “danni alla vista” per tutte quelle situazioni che invece sono da catalogare solo come “affaticamento”.

Cosa succede quando sforziamo la vista? Dott.

Ugo Cimberle

Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it

I nostri occhi sono organi assai complessi, strutturati per lavorare anche senza interruzioni. La luce passa attraverso la pupilla e stimola le cellule retiniche, le quali trasmettono l’immagine ricevuta al cervello, come segnale elettrico, attraverso il nervo ottico. Questa funzione, la funzione visiva propriamente detta, non viene assolutamente alterata o danneggiata né dal troppo uso né, come erroneamente si crede, da un uso improprio, da lenti sbagliate o di scarsa qualità. Possiamo guardare per ore e giorni uno schermo attraverso un fondo di bottiglia ed il massimo che ci accadrà sarà un bel mal di testa, ma la funzione visiva continuerà a funzionare come prima. Unica eccezione è il sistema visivo dei bambini, che essendo in fase di crescita necessita di uno stimolo corretto.

Molto semplicemente nel tentativo di vedere in maniera nitida nonostante delle difficoltà, staremo per più tempo con gli occhi sbarrati, faremo lavorare molto di più i muscoli dell’accomodazione e tutto questo richiamerà un maggior flusso di sangue alle palpebre, alla congiuntiva ed alle tuniche esterne dell’occhio. Ci ritroveremo con occhi arrossati, bruciore per la scarsa lubrificazione, senso di stanchezza e pesantezza per il grosso lavoro muscolare. Ma nonostante questo non ci sarà alcuna sofferenza della “funzione visiva”, non avremo danni alla cornea (se non qualche alterazione superficiale per carenza di lubrificazione) o al cristallino ed ancor meno alla retina o al nervo ottico.Il più delle volte gli occhi rossi sono il risultato di ore davanti al video senza alzare la testa, ma anche un uso eccessivo di lenti a contatto per troppo tempo di seguito, oppure un difetto della vista non corretto. Infine, sono anche uno stato irritativo causato dal vento, dall’aria troppo secca, dallo smog e, non meno importante, dal fumo di sigaretta.

In caso di dubbio, però, oppure se sono presenti altri sintomi come il dolore, è bene sentire uno specialista.

Buone norme da rispettare al computer Il computer va posizionato a 90 gradi rispetto alla finestra, per non avere riflessi sul video che costringerebbero la vista a sforzi eccessivi. L’illuminazione artificiale deve essere diffusa e non concentrata sul piano di lavoro, per evitare contrasti di luce eccessivi. Attenzione anche alla scrivania: deve essere opaca e non lucida, in modo da non incorrere in giochi di riflessi che altererebbero la visione. Di tanto in tanto vanno poi regolati il contrasto, la luminosità e i caratteri, perché a volte è proprio la scarsa nitidezza dello schermo a renderne difficoltosa la visione. Inoltre, quando si legge al video, la distanza tra gli occhi e lo schermo deve essere pari a circa 50-70 centimetri. Evitare infine di stare troppe ore » SEGUE incollati al computer. POSTURA CORRETTA

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OCULISTICA

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Almeno ogni ora, alzare lo sguardo e guardare altrove per qualche minuto, o ancora meglio alzarsi e fare quattro passi. Tutte queste precauzioni migliorano il confort e ci permettono di arrivare a fine giornata meno affaticati. Ricordiamoci che davanti ad uno schermo (pc o tv) tendiamo a stare con gli occhi sbarrati e ridurre l’ammiccamento, cosa che comporta un deficit di lubrificazione della superficie oculare. Bisogna ricordarsi di ammiccare più spesso e usare, se gli occhi tendono a seccarsi, un collirio a base di lacrime artificiali.

Gli occhiali hanno il vantaggio di ridurre l’evaporazione delle lacrime e migliorare la lubrificazione.

Prudenza davanti alla tv La distanza a cui piazzare la televisione rispetto al proprio divano dipende dal tipo di schermo che si utilizza. Le televisioni moderne in HD hanno una definizione sempre più elevata e molto maggiore rispetto alle vecchie tv a tubo catodico. Maggiore è la definizione dello schermo, e più piccolo esso è, più ravvicinata è la distanza ideale.

La distanza ideale per uno schermo moderno in HD deve essere circa 2 volte la diagonale dello schermo stesso, mentre per uno schermo a tubo catodico questa sale a 4-5 volte la diagonale. Per dare un’idea, se l’apparecchio ha uno schermo di 26 pollici, va posto a 3 metri dal luogo dove ci si siede se abbiamo un vecchio televisore a tubo catodico, mentre a 1,5 metri se lo schermo è in full HD. Il non corretto posizionamento dell’apparecchio comporta una visione non precisa e quindi maggiore affaticamento. Inoltre la luce nelle ore serali deve essere diffusa per attenuare il contrasto tra il buio dell’ambiente circostante e le immagini del video. Va bene allora una lampada con il fascio di luce rivolto al soffitto. Da evitare invece il piccolo lume dietro il televisore, perché crea solo un alone fastidioso intorno ai margini dello schermo. Infine, durante il giorno vanno abbassate le tapparelle a metà, in modo da creare una luce omogenea nella stanza, senza fasci di luce che possono disturbare la vista e affaticarla.

Buon Natale anche ai tuoi occhi

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OCULISTICA

Lenti a contatto? Si, ma... Ad essere più a rischio è soprattutto chi porta le lenti da molti anni, perché tende a perdere la prudenza, forte della sua esperienza. La lente a contatto si muove con l’ammiccamento e quindi l’immagine non è mai perfettamente stabile. Quando guardiamo uno schermo, la tendenza è quella di ammiccare poco, cosa che porta ad una maggiore secchezza delle lenti stesse, che perdono di nitidezza oltre che ad una maggiore sofferenza della cornea per scarsa lubrificazione ed ossigenazione. Conviene quindi usare dei colliri a base di lacrime artificiali quando si usano le lenti davanti ad uno schermo ed in ogni caso per lavorare al pc è preferibile il classico paio di occhiali. In ogni caso è meglio invece evitare di indossarle per troppe ore di seguito, evitare di metterle in ambienti polverosi, in piscina quando si nuota, in aereo se il viaggio ha una durata superiore a quattro, cinque ore, perché è più probabile che gli occhi si secchino. È necessaria inoltre la massima cura nella manutenzione, se non si utilizzano le lenti giornaliere. Evitare di sciacquare il contenitore delle lenti a contatto sotto l’acqua corrente, dal momento che potrebbe contaminarsi. Lavarlo invece sempre con la soluzione unica, che deterge e disinfetta. Lo stesso liquido è bene passarlo sulle mani dopo averle lavate, in modo da essere sicure di non contaminare le lenti quando si tolgono e smettono. Questo è un consiglio che vale sempre, ma che diventa categorico quando si va in luoghi dove non si è sicuri della qualità FINE dell’acqua.

Il centro che si prende cura di te Direttore Sanitario Dr. Pier Luigi Fiorella Specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia Autorizzazione sanitaria n. PG6592 del 01/03/04

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ANDROLOGIA

LA PROSTATITE E’ una malattia fastidiosa, causata da un’infezione o un’infiammazione, che colpisce le vie urinarie e la sfera sessuale. Si cura con cicli antibiotici e, nei casi gravi, con infiltrazioni.

Dott.

Roberto Nonni

Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital Faenza E-mail: rnonni@alice.it

Cos’è la prostata?

da una dieta sobria ed equilibrata, ricca di verdura, frutta e attenta a non eccedere nel consumo di grassi saturi, dolci, carni rosse e fritture. Può essere utile l'integrazione con zinco, selenio ed altri antiossidanti. Durante il corso della vita la prostata può essere colpita da diverse malattie: le più comuni sono le prostatiti, le patologie ipertrofiche e tumorali. Mentre le prostatiti colpiscono spesso in età giovanile, le altre due condizioni sono più comuni nell’età adulta. Perciò dopo i 50 anni è buona regola eseguire visite urologiche preventive, allo scopo di individuare sul nascere eventuali patologie ed intervenire tempestivamente per impedirne l’evoluzione.

La prostata è una ghiandola situata appena sotto la vescica e davanti al retto. Le dimensioni e la morfologia sono simili a quelle di una castagna. Attraverso la prostata decorre l'uretra, il canale che porta all'esterno le VESCICA urine e il liquido seminale. In prossimità della prostata ci sono importanti muscoli, chiamati sfinOSSO PUBICO teri, che intervengono attivamente nella minzione e nella stessa eiaculazione. La prostata, come tutte le ghiandole, ha la funzione di produrre sostanze utili all’organismo. Nello specifico, essa secerne il URETRA liquido prostatico, che al momento dell’eiaculazione si riversa nell’uretra, combinandosi ad altri secreti. La salute della prostata è garantita 24

RETTO

PROSTATA

PROSTATA NORMALE

PROSTATA IPERTROFICA

La prostatite La prostatite è una malattia caratterizzata da gravi sintomi urinari, tipici dell’infiammazione o dell’infezione della prostata, che colpisce un’elevata percentuale degli uomini sessualmente attivi. E’ una patologia fastidiosa e invalidante, poiché oltre ai disturbi irritativi urinari tocca anche l’intima sfera sessuale, col calo del desiderio, il dolore durante o dopo l’ejaculazione. Esistono comunque vari presidi terapeutici per prevenirla ed eventualmente curarla.


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ANDROLOGIA

Le diverse patologie La prostatite può presentarsi in forma acuta o cronica. La prostatite acuta è solitamente una malattia febbrile ad insorgenza rapida, caratterizzata da importanti sintomi urinari, in cui la ghiandola in questione si presenta gonfia, ingrandita e dolente. La prostatite cronica, invece, è caratterizzata da infezioni persistenti e ricorrenti, causate da batteri, funghi e virus, mai debellata definitivamente nonostante diversi cicli di terapia antibiotica che generalmente il paziente pratica. Tali pazienti presentano in genere una lunga storia di sintomi irritativi, associati a disturbi minzionali, caratterizzati da difficoltà ad urinare, flusso rallentato, minzioni frequenti soprattutto durante la notte, difficoltà a svuotare la vescica con bisogno impellente di urinare dopo poco tempo dallo INGROSSAMENTO GHIANDOLA PROSTATICA VESCICA

svuotamento, fino al globo vescicale (importante ristagno di urina in vescica che non fuoriesce mai) e alla ritenzione completa, che richiede il posizionamento di un catetere vescicale.

un mancato rilasciamento dei muscoli del pavimento pelvico, situazione che può alterare le fasi del riempimento e dello svuotamento vescicale.

Le possibli terapie

Fra le varie le forme di trattamento, prima di tutto è necessario impostare uno stile di vita e un’alimentazione corretta, riducendo l’apporto di alcol,

Per quanto riguarda le cure della prostatite batterica acuta, dopo aver eseguito la relativa visita urologica con le varie indagini prescritte dallo specialista, una volta individuato l’agente causale si procederà a prescrivere la molecola farmacologica antibiotica più idonea per debellare l’infezione. Per quanto concerne la prostatite batterica cronica, dopo aver fatto eseguire al paziente i vari esami microbiologici ed individuato l’agente o gli agenti batterici responsabili, il ciclo terapeutico a base di antibiotici dovrà avere una durata molto più lunga, a cicli ripetuti, e in alcuni casi potrà essere utile una terapia loco-regionale eco-guidata, con infiltrazione dei farmaci necessari nella sede d’infezione (ascessi prostatici).

Regole utili da seguire

BERE MOLTA ACQUA

Le prostatiti abatteriche

TRIGONO VESCICALE CRESCITA CONCENTRICA DEI LOBULI PROSTATICI LATERALI

Anche se inferiore come numero di pazienti ed incidenza, non va dimenticata la prostatite cronica abatterica, che presenta disturbi del pavimento pelvico, con relativi spasmi della muscolatura. L’alterazione viene causata da un ipertono volontario o da

alimenti ricchi di sale, insaccati, dolci e alimenti piccanti e soprattutto bere molta acqua, dopodiché si rende opportuna una terapia farmacologica. In casi particolari può essere utile una riabilitazione del piano perineale e il rilasciamento del pavimento FINE pelvico.

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SOCIETÀ

LA COPPIA conviventi e dei single, ma anche per loro il rapporto di coppia è sempre più difficile da vivere: incomprensioni, litigi, crisi sono sempre più frequenti, mentre la durata media delle relazioni diminuisce vertiginosamente. Dott.

Angelo Lofino

Psicologo Psicoterapeuta www.psicologia-studio-sessuologia.it

Il rapporto di coppia è una relazione tra due persone che comunicano sulla presunzione di conoscersi più o meno approfonditamente. Ed è proprio questo aspetto, cioè la conoscenza dell'altro l'elemento più critico ed allo stesso tempo significativo della vita a due, che spesso riserva ad entrambi amare sorprese. Infatti, spesso si pensa di conoscere il proprio partner molto bene, salvo poi a scoprire con grande delusione che di questa persona con la quale si può aver vissuto anche a lungo, si aveva una conoscenza piuttosto superficiale.

Vecchi modelli in crisi Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una serie di profonde trasformazioni nei rapporti di coppia. Il modello tradizionale incentrato sul matrimonio è sempre più entrato in crisi, sia per l'emergere di una maggiore libertà sessuale, sia per la crescente intolleranza degli individui verso i vincoli, gli obblighi, le formalità e anche se molti ancora optano per il matrimonio si trovano poi spesso a separarsi e a divorziare nel giro di pochi anni, se non mesi. Aumenta il numero delle coppie 26

Ma perché tutto ciò accade? Quali sono le cause di questo fenomeno che genera grande sofferenza individuale e sociale, e cosa fare? GLI EGOISMI INDIVIDUALI Sono il voler avere sempre ragione o la pretesa che le proprie esigenze siano sempre assecondate, escludendo di poter arrivare a un compromesso e senza curarsi dei bisogni del partner: il classico "facciamo come dico io". Quando finiscono per prevalere sui progetti comuni, li minano alle fondamenta e la coppia crolla. Come contrastarli: con il dialogo, e stabilendo una regola di equità, del tipo: una volta tu, una volta io. LA PIGRIZIA La routine esiste, ma spesso non si fa abbastanza per contrastarla. Perché? Con il tempo, tende a svilupparsi un atteggiamento accidioso che porta a dare persone e sentimenti per scontati, pensando che non ci sia bisogno o il tempo di fare quel gesto romantico, di sedurre, di avere attenzioni particolari o di ritagliarsi dello spazio per stare insieme... Ma l'amore non accetta l'indifferenza. Come contrastarla: mettendo in atto una routine che faccia bene alla coppia, anche se costa un piccolo sforzo. LA GELOSIA In una certa misura può essere persino sintomo della buona salute della coppia, ma più spesso diventa una pulsione distruttiva, che affonda le sue radici nell'insicurezza e nella paura dell'abbando-

no di chi la prova, sfibrando la fiducia tra i partner. A mietere vittime è soprattutto la gelosia retroattiva, quella che si prova nei confronti delle ex del partner. Come contrastarla: valutando lucidamente la situazione. Se sta con te e non con lei, un motivo ci sarà: non funzionava. STARE SEMPRE INSIEME All'inizio si ha voglia di passare molto tempo insieme, in qualsiasi occasione. Così oltre a infastidire gli amici, che non ci possono più vedere se non "accompagnati" si rischia di abituarsi a un legame simbiotico, in cui mancano gli spazi individuali, e prima o poi la sensazione di asfissia arriva. Inoltre, la mancanza di spazi individuali porta a perdere di vista sé stessi e i propri obiettivi personali, con il risultato che piano piano il partner non vedrà più la persona di cui si è innamorato. Cosa fare: sforzarsi di prendersi del tempo per sé, per coltivare i propri interessi e amicizie; e poi si sa: stare da soli ogni tanto tiene vivo il desiderio!


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SOCIETÀ

NON EVITARE SEMPRE IL CONFLITTO A volte si chiude un occhio su atteggiamenti e comportamenti del partner che ci infastidiscono o ci feriscono. Ma se non si affronta l'argomento per paura di litigare, poi si rischia di esplodere come una pentola a pressione, provocando danni maggiori. Cosa fare: imparare a discutere con calma e a trasformare il conflitto in un'occasione di crescita adottando le strategie del litigio intelligente. MEGLIO CHIEDERE E ASCOLTARE E quando pretendiamo di essere nella testa del partner, di sapere esattamente come si sente, cosa sta pensando, che cosa vuole e di cosa ha bisogno, come si comporterà e perché, magari sbagliando. Cosa fare: cercare di ascoltare il partner al di là dell'immagine a volte stereotipata che ci siamo fatti, e preferire una comunicazione diretta e sincera.

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LA MANCANZA DI SINCERITÀ Bugie grandi o piccole nei confronti del partner o mancanza di onestà verso i propri desideri, pensieri, bisogni, sentimenti. Nel primo caso, se vengono scoperte le bugie, si forma una falla nel tessuto della fiducia ed è facile che si estenda, fino a strapparla. Nel secondo, si rischia di ritrovarsi a vivere una relazione che non si desidera. Cosa fare: guardarsi dentro; riflettere prima di agire, chiedendoci se le nostre azioni ci porteranno a mentire.

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PENSARE DI NON FARCELA DA SOLI Spesso si ha la tendenza a basare sul partner tutta la propria vita; ci si affida e ci si appoggia all'altro. Il risultato è che così si innesca un legame di dipendenza per cui non riusciamo più a vederci come individui, ma solo come parte di una coppia, e in cui la nostra crescita individuale rischia di bloccarsi, adagiata sulla sicurezza che "tanto c'è X". Non bisognerebbe mai dimenticare che una coppia è formata da due persone indipendenti. Cosa fare: ogni tanto chiedersi "cosa farei se non ci fosse Y" e farlo.

LE INGERENZE Tra moglie e marito non mettere il dito. E se la suocera ci mette del suo, anche i partner a volte si fanno influenzare negativamente da amici e parenti, che instillano dubbi. Ma solo la coppia conosce davvero com'è il rapporto, quindi solo alla coppia spetta prendere decisioni e fare il punto della situazione. Come contrastarle: ringraziando per i consigli, ma sforzandosi di pensare sempre con la propria testa. FINE

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.SOCIETÀ

SHOPPING COMPULSIVO Il bisogno irrefrenabile di acquistare è una vera e propria patologia, che colpisce soprattutto le donne 30-40enni. Se ci si rende conto di perdere il controllo della situazione, occorre rivolgersi ad uno specialista.

Dott.ssa

Serena Bagli

Psicologa – Riceve a Lugo Email: info@serenabagli.it www.serenabagli.it

COSA CAMBIA DALLO SHOPPING NORMALE A QUELLO PATOLOGICO? Risulta difficile parlare di dipendenza quando si tratta di un’attività che da sempre è considerata come piacevole, gratificante e innocua. Ma il comportamento d’acquisto nel disturbo da shopping compulsivo subisce numerose trasformazioni rispetto ai processi di scelta ragionata osservati in condizioni normali. Di solito, infatti, l’acquisto è guidato da alcuni bisogni, da atteggiamenti e preferenze personali. Questo nel disturbo non avviene, perché si è mossi da un bisogno irrefrenabile e incontenibile. CRITERI DIAGNOSTICI

Lo shopping compulsivo fa parte delle dipendenze che hanno per oggetto un comportamento e non una sostanza chimica. Si tratta di dipendenze sociali, perché non si collocano nella dimensione della trasgressione, ma nascono e si costruiscono nella quotidianità, perdendo quindi sia la dimensione del giusto o sbagliato, sia il senso del limite. Si ricerca una soddisfazione immediata al bisogno irrefrenabile di acquisto e le sue conseguenze sono simili a quelle delle tossico-dipendenze: escalation, tolleranza e astinenza. 28

Per quanto riguarda i criteri diagnostici utilizzati, l’elemento fondamentale è rappresentato dalla frequente preoccupazione o impulso a comprare, esperiti come irresistibili, intrusivi o insensati. Si arriva a comprare frequentemente al di sopra delle proprie possibilità, spesso oggetti inutili o non necessari, per un periodo di tempo molto lungo. La preoccupazione, l’impulso o l’atto del comprare causano stress forte, fanno perdere tempo, interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari anche gravi. Inoltre, il problema non deve far parte di un altro disturbo, come ad esempio il disturbo maniacale.


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SOCIETÀ COSA DICONO GLI STUDI? Gli studi fatti finora sostengono che la dipendenza da shopping si manifesta soprattutto nelle donne di età compresa tra i 30 e i 40 anni, anche se l'inizio del problema si stima intorno ai 20 anni. Sottovalutare questo comportamento, può far sì che esso si trasformi in un disturbo cronico che si manifesterà 10 o 20 anni dopo. I prodotti più acquistati durante lo shopping compulsivo sembrano essere principalmente legati all’apparenza fisica, all’attrattività e all’immagine esteriore.

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- Altre forme di dipendenza; - Variabili di personalità che includono bassa autostima ed autoefficacia scarsa; - In famiglia si rileva la presenza di comportamenti problematici; - L'abitudine di fare regali come meccanismo compensatorio, uno stile educativo autoritario, chiuso o iperprotettivo. I FATTORI PROTETTIVI ALTI LIVELLI DI AUTOEFFICACIA, di autostima, strategie di gestione dello stress centrate sulla soluzione dei problemi;

COMPETENZE RELAZIONALI E SOCIALI che permettono il passaggio dalla dimensione dell'essere insieme, al fare insieme.

QUANTO INCIDE LA SOCIETÀ? Lo shopping compulsivo va concepito come dipendenza che poggia le basi sui grandi cambiamenti economici, sociali e culturali degli ultimi anni, che stanno modificando il comportamento del consumatore nel mondo occidentale. Da una parte c’è più denaro da spendere, dall’altra c’è la possibilità di spendere denaro senza possederlo (carta di cre-

Seguici anche su

dito), con la conseguente illusione di un credito sempre disponibile. I beni materiali cominciano a giocare un ruolo molto potente per ognuno di noi e si tende a comprare tentando di regolare l’umore, di guadagnare uno status sociale e di acquisire o esprimere agli » SEGUE altri la nostra identità.

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SALUTE_10piu_n.12.12_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 03/12/12 14:56 Pagina 30

SOCIETÀ CATEGORIE DI COMPRATORI I prodotti preferiti dai dipendenti dello shopping complulsivo sono stati identificati in quattro principali categorie: I COLLEZIONISTI, che acquistano solo alcuni oggetti in particolare. GLI ONNIVORI comprano di tutto, senza distinzione. I MANIACI DELL'AFFARE comprano qualsiasi oggetto purché sia conveniente; I COMPRATORI VIRTUALI, che fanno acquisti in rete. Chi dipende dallo shopping vive un forte stress ed un caos sia interno che esterno. Ad esempio può riferire una sorta di black-out che lo rende incapace di ricordare cosa ha comprato, dove e perché; mentre, riferendoci al caos esterno, molti vivono in ambienti caotici e disordinati. I loro argomenti risultano ridondanti, si sentono persi se privi di carta di credito e pensano con ossessione ai soldi. Lo shopping compulsivo porta ad una sensazione di potere ed eccitazione che, inevitabilmente, lascia spazio a sensi di colpa e di vuoto. Diventa un “rifugio della mente”, in cui ritirarsi quando si desidera sfuggire ad

una realtà insostenibile, perché angosciosa. Paradossalmente, se lo shopping compulsivo è dovuto ad un forte bisogno di affetto, come conseguenza ha che spesso gli altri vengono allontanati. IL RUOLO DELLA FAMIGLIA Si ritiene che le radici della problematica possano risalire almeno in parte a vicende familiari, come difficoltà in ambito evolutivo derivate da un'educazione genitoriale troppo permissiva o iperprotettiva. Genitori che esprimono l'affetto tramite attenzioni materiali, porteranno i figli a ricercare le attenzioni attraverso acquisti ripetuti. Si parla anche di una “patologia dell'autonomia”: il disagio esprime una distorsione dell'autonomia che, attraverso una transitoria ricerca di libertà, riporta alla dipendenza. COME TRATTARLO? Esistono diversi approcci psicoterapeutici: Approccio familiare: tramite il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia; Tecniche cognitivo-comportamentali quali: rilassamento muscolare, desensibilizzazione, fare liste, pagare in contanti; Trattamento multimodale: cure individuali, terapie di coppia, di gruppo e consulenze con esperti finanziari; Gruppi di auto mutuo che aiutano ad acquisire consapevolezza del problema e danno supporto.

Occorre rivolgersi ad uno specialista nel momento in cui ci si rende conto di perdere il controllo della situazione. Se avvertiamo il bisogno irrefrenabile di acquistare, se ci sentiamo veramente bene solo dopo aver acquistato e dopo pochi minuti passa tutto, se ci rendiamo conto che spendiamo decisamente più di quanto possiamo permetterci, allora è il caso di valutare la possibilità che ci sia qualcosa che non va. Le dipendenze di questo genere vanno a colmare un vuoto, ma una volta instaurate diventano così forti che l’unico modo per uscirFINE ne è farsi aiutare.

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e botti di capodanno Sono una sofferenza per i nostri amici a quattro zampe, ecco come aiutarli. TIENILO IN CASA Se lo tieni in giardino, rischi che il tuo cane tenti di scappare. CHIUDI LE FINESTRE accendi la tv e alza il volume della musica. Serve ad attutire il rumore dei botti. Invita degli amici, soprattutto se il tuo cane li trova simpatici: il loro baccano servirà a creare un’allegra confusione.

Max Vismara www.dicasavismara.it

Si calcola che ogni anno in Italia cinquemila animali, fra cani e gatti, muoiono a causa dei botti di Capodanno, ma potrebbero essere anche di più. Di sicuro, milioni di essi soffrono tantissimo. Sparare botti a Capodanno è un’usanza per certi aspetti barbara, considerata la grande sofferenza che procurano ai nostri amici animali. Il primo compito è quello di cercare di far capir alla gente che questa tradizione non è poi un comportamento così evoluto. Quindi, non acquistate i botti, non usateli e se avete un profilo Facebook, Twitter o un blog condividete le notizie relative a questo argomento coi vostri amici, per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica. Ecco intanto alcuni consigli per aiutare il nostro cane.

SVOLGI I SUOI ESERCIZI PREFERITI Se la paura non è esagerata, gioca col tuo cane cercando di fargli capire che i botti non sono nulla di così preoccupante. Divertiti! Questo fa circolare tra voi emozioni positive! MOSTRATI SICURO E TRANQUILLO Per il tuo cane sei un’ancora di salvezza in quel momento e l’ultima cosa di cui ha bisogno è che ti lanci verso di lui con fare ansioso. Poggia una mano su di lui come per dire “è tutto a posto”, mentre rilassi spalle e mandibola. Ricorda: le emozioni si comportano come virus: se ti fai prendere dall’ansia gliela trasmetterai e amplificherai le sue paure. MICROCHIP E MEDAGLIETTA Se non li ha, vai dal veterinario per il microchip e dal negoziante per la medaglietta. Nel caso in cui, durante una passeggiata, in questi giorni di feste dovesse scappare in reazione ad un botto, hai molte più probabilità di ritrovarlo. FINITO CAPODANNO, rivolgiti ad un esperto, se il tuo cane ha dimostrato eccessiva paura e sofferenza, ha bisogno di aiuto. Un esperto ti darà i consigli utili per superare, o se non altro gestire questa situazione, l’anno prossimo. FINE 31


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HANNO COLLABORATO AL NUMERO DI DICEMBRE DI Dott.ssa Serena Bagli Psicologa - Lugo Email: info@serenabagli.it www.serenabagli.it

Dott.ssa Monica Negosanti Dietista Maria Cecilia Hospital Cotignola

Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it

Dott. Roberto Nonni Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza E-mail: rnonni@alice.it

Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it

Dott.ssa Donatella Valmori Psicologa e Sessuologa

Dott. Giovanni Innocenti Medico Chirurgo - Specializzato in malattie infettive Medico responsabile per il Consorzio Solco/Corif nella RSA San Rocco (Fusignano)

Max Vismara Psicologo Psicoterapeuta

Dott. Angelo Lofino Psicologo Psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata

www.psicologia-studio-sessuologia.it

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E-mail: mnegosanti@gvmnet.it

E-mail: d.valmori@libero.it

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I NOSTRI COLLABORATORI Dott. Giuseppe Ballardini Medico Specialista Reparto Infettivi c/o Ospedale di Ravenna E-mail: campehna@me.com Dott.ssa Chiara Barboni Medico Veterinario - Ravenna E-mail: sanbartolovet@libero.it Dott. Pier Luigi Bedei - Medico, ginecologo E-mail: plbedei@hotmail.com Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com

Dott. Maurizio Grilli Medico Specialista in Anestesia e Rianimazione Terapia del Dolore e Agopuntura Componente dell’Osservatorio per le medicine non convenzionali Regione Emilia Romagna Cell. 338.5346832 Dott. Davide Guglielminetti Responsabile Reparto Chirurgia d’urgenza Ospedale Santa Maria delle Croci E-mail: d.guglielminetti@ausl.ra.it Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it

Dott. Roberto Salgemini Medico-Chirurgo convenzionato SSN. E-mail: robertosalgemini@alice.it Dott. Maurizio Santarini Medico Veterinario, Ravenna E-mail: maurizio.santarini@gmail.com

Barbara Sartoni Insegnante di Scuola Primaria Fondazione Marri Sant’Umiltà - Faenza Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it

Dott. Michele Ciani - Dottore in psicologia Osteopata Fisioterapista c/o Studio di Terapia Manuale e Poliambulatorio Osteolab E-mail: ciani.michele08@gmail.com www.micheleciani.com

Dott. Maurizio Marangolo Specialista in Medicina Interna ed Oncologia Medica Ricercatore volontario Istituto Oncologico Romangolo E-mail: m.marangolo@libero.it

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