RAVENNA
Salute Dieci Piu’
MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 12 - DICEMBRE 2016
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L’ARTRITE REUMATOIDE LE INTOSSICAZIONI DA PRODOTTI ITTICI DIFENDERSI DAGLI ACARI DELLA POLVERE L’OBESITA’ DI CANI E GATTI
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Salute Dieci Più
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BENESSERE
3 COME NON PRENDERE PESO DURANTE LE FESTE Dott.ssa Maria Nives Visani
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SANITA’
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Prof. Giancarlo Ferraccioli LONGEVITÀ
9 DUE SUPER NONNE A MASSA LOMBARDA Tiziano Zaccaria ALIMENTAZIONE
10 IL SALE NEL CIBO Dott. Vladimir Guluta SANITA’
13 INTOSSICAZIONI DA PRODOTTI ITTICI Dott. Andrea Drei MATERNITA’
17 PARTORIRE IN CASA Dott.sse Chiara Chiadini e Caterina Amadori SOCIETA’
21 COME È CAMBIATA L’ALIMENTAZIONE DURANTE QUESTI ANNI DI CRISI
Dott. Massimo Vincenzi ALLERGOLOGIA
24 DIFENDERSI DAGLI ACARI DELLA POLVERE Dott. Alessandro Fiocchi SANITA’
27 2017: NOVITA’ PER LE SPESE SANITARIE IN DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Dott. Gianni Carapia I NOSTRI AMICI ANIMALI
30 OBESITÀ DI CANE E GATTO Dott.ssa Alice Finazzer
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BENESSERE
RIMANERE IN FORMA
DURANTE LE FESTE DI NATALE Alcuni consigli per non rinunciare alla buona tavola, mantenendo controllata la bilancia.
Tra convivialità e goliardia
Dott.ssa
Maria Nives Visani
Farmacista - Naturopata
Se poi si aggiungono degustazioni di vini, brindisi e liquori, allora il calcolo calorico può toccare picchi inenarrabili, con indici glicemici degni di una scalata sull’Everest e una tragica ascesa della bilancia quando trepidanti vi saliremo dopo l’Epifania.
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Trovare la giusta misura Quindi si pone un dilemma: partecipare alla convivialità festaiola che fa bene al cuore e all’umore o rinunciare accontentandosi di una triste insalatina in solitudine? Credo che la risposta sia
implicita nella domanda, ma il mio consiglio è di usare il buonsenso sempre, dovunque e comunque. Ed ecco alcuni consigli per non rinunciare alla buona tavola, non perdere il sorriso e mantenere controllato il peso.
Se siete al ristorante… …consiglio di consumare sempre all’inizio del pasto una piccola porzione di verdure crude sotto forma di insalatina di radicchio, piuttosto che di pinzimonio (carote, sedano, finocchio, indivia, cipollotti, striscette colorate di peperoni). »SEGUE
Con dicembre arriva il freddo dell’inverno, ma anche il calore delle feste Natalizie, per molti occasione di ritrovo con familiari ed amici attorno a tavole imbandite casalinghe, ma sempre più spesso organizzate presso ristoranti, trattorie, localini vari e agriturismi, pur di stare insieme e gustare cibi caratteristici della località, della stagione o della tradizione. Questo tipo di cultura culinaria, supportata dalle varie trasmissioni tv che inneggiano al campione o alla campionessa chef, stimola la golosità invitando a gustare cibi e pietanze non sempre facilmente digeribili o perlomeno che apportano troppi grassi e zuccheri alla dieta. 3
Questo apporto vegetale fa abbassare il picco glicemico delle pietanze successive e ne facilita la digestione oltre che apportare enzimi, sali e vitamine meglio assorbite.
Se ci troviamo di fronte ad un menù alla carta e possiamo scegliere meglio ordinare una sola pietanza o un primo perchè quasi sempre completo di carboidrati e proteine (carne o pesce) oppure un secondo accompagnato da un abbondante contorno vegetale. Se invece siamo invitati dalla zia o dalla nonna, e ne conosciamo la sua maestria in cucina, chiediamo gentilmente di farci porzioni dimezzate, per poter assaggiare tutto senza offenderne la sensibilità. Inoltre meglio rinunciare al dolce alla fine del pasto, ma questo consiglio so benissimo che verrà disatteso da molti anche perché fa parte della nostra tradizione gustare una bella fetta di panettone guarnita da un delizioso mascarpone con gocce di cioccolato.
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E allora cosa fare per gustare senza rinunciare? Per gli incorreggibili golosi esiste una sostanza di origine naturale che riduce sensibilmente l’assorbimento dei grassi, quindi l’apporto calorico, si tratta di una macromolecola poliglucosaminica che va assunta sotto forma di capsule poco prima del pasto grasso, con abbondante acqua, essa forma un gel che giunto nello stomaco lega i grassi provenienti dagli alimenti impedendone l’assorbimento intestinale e facilitandone l’eliminazione attraverso le feci. Questo prodotto però deve essere preso lontano dall’assunzione di farmaci, non in gravidanza e non in presenza di allergia da crostacei. Per rendere più facile la richiesta di mezze porzioni e per i divoratori con fame insaziabile esiste un’altra macromolecola polisaccaridica di origine vegetale a base di galattosiannani, nota come Glucomannano, che può essere assunta almeno mezz’ora prima dei pasti con abbondante acqua. Anche in questo caso si avrà una massa viscosa che promuove una sensazione di sazietà precoce, riduce il senso di fame, forma una specie di rivestimento attorno alle
particelle di cibo impedendo nell’intestino la digestione da parte degli enzimi con conseguente riduzione dell’assorbimento degli alimenti stessi. Queste sostanze riducono i picchi glicemici e quindi sarà necessaria molta attenzione nei pazienti diabetici in cura farmacologica con ipoglicemizzanti.
Un aiuto dalla Fitoterapia… In fitoterapia esistono piante come la Gymnema e la Garcinia, che regolano il metabolismo di grassi FRUTTO DELLA GARCINIA e zuccheri, e CAMBOGIA sono in grado di controllare il rischio di accumulo dello strato adiposo tanto odiato a livello del punto vita. Il caro ed efficace caffè verde con il suo apporto in acido clorogenico interviene nel metabolismo dei grassi e tonifica il sistema dando minor senso di fame. L’Alga Fucus interviene come attivatore del metabolismo basale attra- ALGA FUCUS verso la stimolazione della tiroide per la presenza di iodio, ma deve essere presa con molta attenzione da chi ha disturbi di ipertiroidismo o tiroidite in atto.
Fitoterapia
Dermocosmesi
Veterinaria
Bio Make Up
Dr.ssa Maddalena Piffanelli:
laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (Università degli Studi di Ferrara) ed iscritta all’Ordine dei Farmacisti dal ‘97. Dopo una ventennale esperienza nel settore farmaceutico, dal giugno del 2015, è titolare e dirige la Parafarmacia Elisir di Ravenna ove, con professionalità e dedizione, mette a disposizione utili consigli per la tutela della salute e l’ottimizzazione del benessere corporeo.
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Via Bozzi, 43 (Zona Comet) - Ravenna - Tel. 0544.270629 - www.parafarmacia-elisir.it …dall’Omeopatia… Anche in omeopatia vi sono rimedi che possono essere usati per controllare la fame, come ad esempio Anacardium Orientalis per chi mangia quasi sempre, diciamo quasi “senza accorgersene”.
PIANTA DI LYCOPODIUM CLAVATUM
Lycopodium Clavatum, se c’è desiderio di dolci con difficoltà digestive, meteorismo e sensazione di sazietà dopo i primi bocconi.
Antomonium Crudum, da assumere mezz’ora prima dei pasti per ridurre l’appetito, è utile nella bulimia e per i cosiddetti mangioni con difficoltà ed eruttazioni con il gusto dei cibi ingeriti. Nux Vomica è utile soprattutto quando ci sono problemi digestivi con nausea e per l’abuso di alcolici. Pulsatilla, se si soffre di disturbi dovuti a latticini, creme e gelati e intolleranze ad aliPULSATILLA menti grassi. Natrum Sulfuricum, se siamo di fronte ad una ritenzione idrica con cellulite soprattutto a livello di cosce, addome e fianchi, a cui possiamo associare Bovista.
…e dai Fiori di Bach… …utili soprattutto per non perdere il controllo, come ad esempio il Cherry Plum oppure Hether per chi non può fare a meno di cioccolato e dolci, Agrimony se si mascherano i propri problemi e ci si sfoga con il cibo.
Conclusioni I rimedi che ci offre la medicina naturale sono veramente tanti e come sempre consiglio di rivolgersi a professionisti competenti e con una buona esperienza nel settore per individuare quelli più FINE adatti alla propria costituzione.
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SANITA’
ARTRITE
REUMATOIDE NUOVE PROSPETTIVE DI CURA E’ stata di recente scoperta una molecola in grado di innescare anticorpi nocivi e processi infiammatori patologici nell’organismo dei pazienti.
Prof.
Giancarlo Ferraccioli
Ordinario di Reumatologia alla Cattolica e Direttore del Polo di Scienze Reumatologiche, Dermaotlogiche, Immuno-Allergologiche, Urologiche e Nefrologiche del Policlinico A. Gemelli - Roma
Scoperto un “grilletto molecolare” dell’artrite reumatoide che attiva la sintesi di anticorpi nocivi nell’organismo dei pazienti e amplifica processi infiammatori patologici. Si tratta di una molecola chiamata microRNA155 e i ricercatori hanno testato con successo un potenziale “farmaco” per disinnescare questo “grilletto”. Questo importante studio è stato svolto presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e il Policlinico Gemelli, e pubblicato su uno ultimo degli ultimi numeri della prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Una patologia poco conosciuta ma piuttosto dannosa L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria progressiva con una incidenza tra lo 0.5 e l’1 per cento della popolazione. Interessa primariamente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando un aumento di morbi6
dità (malattia) e la riduzione dell’aspettativa di vita. Affligge più frequentemente le donne, insorgendo più spesso nella quarta-quinta decade di vita. La base della malattia è una reazione “autoimmunitaria”, durante la quale cellule di difesa – i linfociti T e linfociti B - normalmente deputate a riconoscere ed eliminare agenti infettivi - si rivoltano contro lo stesso organismo e generano infiammazione distruttiva diretta contro le articolazioni e gli organi interni del paziente, nonché producono anticorpi (i cosiddetti autoanticorpi) patologici che attaccano a loro volta le articolazioni.
L’AMATA ATTRICE ANNA MARCHESINI, SCOMPARSA IL 30 LUGLIO SCORSO, ERA MALATA DI ARTRITE REUMATOIDE
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EROSIONE OSSEA Membrana sinoviale infiammata (sinovio) Cartilagine logorata
MENISCO
Nell’artrite reumatoide il sinovio (il rivestimento dell’articolazione) si infiamma e provoca il rilascio di sostanze chimiche che lo ispessiscono, danneggiando la cartilagine e l’osso dell’articolazione interessata.
Riduzione dello spazio articolare e conseguente dolore.
In questa ricerca…
E’ stato anche dimostrato che…
…che è il proseguimento di studi su specifiche sottopopolazioni delle B cellule, si è cercato di comprendere come vengono attivate le cellule immunitarie B, ovvero quelle che producono gli autoanticorpi e come sia possibile frenarle, evitando dunque la produzione di autoanticorpi e i processi infiammatori deleteri che da essi conseguono. Studiando campioni biologici di oltre 60 pazienti, è stato scoperto che la “chiave di volta” della malattia è il micro-RNA155 (miR155): si è visto che questa molecola è in grado di attivare le cellule B di memoria (oltre ai monociti-macrofagi) e farle divenire patogene. Inoltre si è scoperto che miR155 è a sua volta attivato da altre molecole infiammatorie.
…quando presente in eccesso, questo microRNA riduce la presenza di una importante molecola antiinfiammatoria chiamata Pu-1. Ridurre la espressione di Pu-1 significa aumentare l’infiammazione. Infine si è visto che bloccando miR155 attraverso una molecola specifica, è possibile spegnere l’infiammazione determinando l’aumento di Pu-1, che è, appunto, un potente inibitore dell’infiammazione.
Il lavoro è durato 5 anni… …e ha richiesto lo studio di vari campioni (oltre a cellule del sangue e cellule del liquido articolare) di cellule del tessuto sinoviale (riveste internamente le articolazioni) ottenuti attraverso biopsie sinoviali mirate, e la collaborazione di
oltre 60 pazienti che hanno acconsentito a essere studiati nel tempo, prima e durante le terapie. La scoperta di questa possibile via di controllo della malattia apre nuovissime prospettive terapeutiche e soprattutto insegna che il controllo dell’infiammazione prodotta dalle cellule B, che producono gli autoanticorpi nocivi, è realmente possibile senza l’uso di farmaci o di interventi con chemioterapiFINE ci che abbattono le cellule B.
LA SQUADRA DI RICERCA GUIDATA dal Prof. FERRACCIOLI
Gli autori di questo studio sono i ricercatori della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. La scoperta è frutto del lavoro dei reumatologi Dr. Stefano Alivernini e Dr.ssa Barbara Tolusso coordinati dal Prof. Gianfranco Ferraccioli, Ordinario di Reumatologia alla Cattolica e Direttore del Polo di Scienze Reumatologiche, Dermatologiche, Immuno-Allergologiche, Urologiche e Nefrologiche del Policlinico Agostino Gemelli. (ndr).
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LONGEVITA’ ANTONIA ANCARANI
DUE SUPER NONNE
A MASSA LOMBARDA Alla Casa di riposo“Giardino Santa Lucia” Antonia Ancarani ha spento 104 candeline e Nabresina Balbi 101.
NABRESINA BALBI
di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@gmail.com
Gli italiani sono sempre più longevi. In dieci anni i centenari sono quasi triplicati: si è passati dai settemila nel 2006, ai quasi ventimila di oggi. Sono soprattutto le donne a battere il record della longevità, visto che rappresentano l'83,8% del totale degli ultracentenari. Ovviamente, continuano ad aumentare anche gli anziani over 75: oggi sono quasi 5 milioni e rappresentano l’8% del totale della popolazione. Anche in provincia di Ravenna i centenari continuano ad aumentare e complessivamente sono già un’ottantina. Nella casa di riposo “Giardino Santa Lucia” di Massa Lombarda vivono in buona salute due ultracentenarie, che hanno festeggiato i rispettivi compleanni nello scorso settembre.
Nabresina Balbi Il 15 settembre Nabresina Balbi ha spento 101 candeline. Nata a Lugo nel 1915, ha lavorato come bracciante e come bidella nelle ex scuole elementari di Ca’ di Lugo. Per hobby ricamava. Oggi gode ancora di buona salute e ha superato bene la frattura ad un femore di qualche anno fa: riesce a camminare, pur con il supporto di qualcuno. Nabresina ha avuto due figli, prima di restare vedova ancora giovane. Nell’agosto 1944 suo marito fu fucilato dai fascisti a Conselice, dopo un
rastrellamento di partigiani avvenuto a Ca’ di Lugo. Probabilmente scioccata per questa morte violenta, la centenaria ha rimosso ogni ricordo: oggi, a chi le chiede del marito, risponde di non essere mai stata sposata.
101 ANNI PER LA SIGNORA NABRESINA Nabresina trascorre le sue giornate al “Giardino Santa Lucia” chiacchierando con gli altri anziani e le assistenti del centro. Non sopporta la televisione (quando la accendono, vuole allontanarsi) e ama invece cantare vecchie canzoni. Anche lei non ha alcun segreto di longevità legato al cibo, perché ha sempre mangiato di tutto. Nel suo caso certamente incide parecchio il fattore genetico: anche suo padre tagliò il traguardo dei cento anni e suo nonno arrivò perfino ai 102 anni, un caso eccezionale se si considera che nella prima metà del Novecento era estremamente raro raggiungere queste età. Un’ultima curiosità sul suo nome: Nabresina deriverebbe dalla località di Aurisina (Friuli Venezia Giulia), chiamata Nabrežina in sloveno, che compone
attualmente il Comune di DuinoAurisina in provincia di Trieste. Ad oggi non risultano altre persone viventi con tale nome.
Antonia Ancarani L’11 settembre ha tagliato il traguardo del 104esimo compleanno. Nata a Bagnacavallo nel 1912, da qualche anno è ospite della casa di riposo massese, tuttavia si presenta ancora in buone condizioni di salute. Cresciuta in una famiglia di contadini, nella sua vita ha lavorato nei campi, ha fatto la cuoca e la donna delle pulizie. Suo marito lavorava alla fornace di Bagnacavallo; morì in un incidente sul lavoro nel 1948. Ha avuto una figlia, scomparsa nel 1984, e due nipoti. Antonia è sempre stata in salute fino a 97 anni, quando la rottura di un femore l’ha costretta a non potersi più muovere in totale autonomia come aveva sempre fatto. Comunque, tuttora sta bene, non assume medicine e mangia di tutto. FINE
104 ANNI PER ANTONIA ANCARANI 9
ALIMENTAZIONE
SALE NEL CIBO COME COMPORTARSI? Quantità di SODIO presente nei principali TIPI di ACQUA in commercio.
Dott.
Vladimir Guluta
Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Il nostro organismo prende la maggior parte del sodio dal cibo (nel quale il sodio si trova come tale) e dal sale da cucina (nel quale il sodio è combinato con il cloro), il cloruro di sodio. L’eliminazione del sodio avviene attraverso i reni, ma se c’è né troppo nel sangue, i reni faticano a tenere il passo. Di conseguenza la quantità di sodio nel sangue aumenta. Con l’aumento del sodio nel sangue (sodiemia) aumenta il volume di acqua, e quindi il volume di liquidi circolanti. La conseguenza è l’aumento della pressione arteriosa e del lavoro del cuore che deve pompare una più ampia quantità di liquidi contro una pressione alta. L’aumento cronico della pressione arteriosa e del lavoro del cuore determinano, nel tempo, un incremento del rischio di ictus e di infarto cardiaco.
Non tutti però… …rispondiamo nello stesso modo all’aumento del sodio nel sangue. La risposta al sodio dipende da molti fattori: genetici, età, sesso, etnia e soprattutto lo stato di salute. 10
Alcune persone sono più “sensibili” al sovraccarico di sodio rispetto ad altre. Si tratta soprattutto delle persone anziane, dei malati di ipertensione arteriosa, dei diabetici e delle persone affette da malattie croniche renali. La buona norma sarebbe quella di ridurre il contenuto di sale nei cibi. Gli adulti, soprattutto quelli con valori fuori norma della pressione arteriosa o in terapia medica per l’ipertensione arteriosa devono farne particolare attenzione.
Come introduciamo il sale? Le fonti principali di sale in eccesso
MARCA
Sodio mg/l
Sant’Anna
1,8
Levissima
1,9
Vera
2,1
Rocchetta
4,61
S. Benedetto
6
Vitasnella
3,5
Uliveto
73,1
S. Pellegrino
33,6
Ferrarelle
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sono le salse (per condire insalate, carne, pesce, ecc.), sottaceti, olive, formaggi, affettati, i cibi già preparati che acquistiamo dei negozi, i surgelati e molti snack salati. Attenzione anche al tipo di acqua che beviamo. Guardate le etichette sulle confezioni dell’acqua e fate attenzione al diverso contenuto in sodio in esse espresso. www.lafavolasenzaglutine.it
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Come possiamo regolarci? Molti studi hanno dimostrato un diretto legame tra la quantità di sodio che viene ingerita giornalmente, i valori della pressione arteriosa e le complicanze cardiovascolari (infarto, ictus, scompenso cardiaco e morte per cause cardiovascolari). Sotto il profilo cardiologico, una dieta “sana” deve essere ricca di frutta, verdure, legumi, alimenti poveri di grassi lipidi, cereali, carne magra, pesce e pollame. Il contenuto di sale deve essere moderato (meno di 2,5 grammi, e cioè meno di mezzo cucchiaino al giorno) o addirittura ristretto a meno di 1,5 grammi al giorno. Senza essere troppo restrittivi, diminuendo l’assunzione del sodio a non più
di 2-2,5 grammi al giorno si riduce il rischio cardiovascolare del 30% rispetto alle persone che ne mangiano di più. Il metodo migliore per ridurre il sale ingerito è quello di evitare da una parte gli alimenti salati per natura (affettati, formaggi, ecc.) e dall’altra parte di abituarsi a condire i piatti con aceto, limone, pepe, peperoncino e spezie varie piuttosto che aggiungere del sale ai piatti già preparati. Se proprio non possiamo farcela senza il sale, allora è opportuno discuterne o parlarne con il medico di fiducia. Una possibilità potrebbe essere quella di rimpiazzare il sale “normale” con quello contenente il potassio al posto del sodio.
Si trova nei supermercati e il sapore è molto piacevole ed estremamente vicino a quello del classico sale da cucina. Importante è non metterlo prima di cucinare (il cibo potrebbe diventare amaro) ma aggiungerlo se necessario, sui piatti FINE già preparati. Un sale da cucina completamente privo di sodio ma ricco di potassio, è adatto alle diete iposodiche e in tutti i casi in cui si deve tenere sotto controllo l'ipertensione e la ritenzione idrica. In particolare il potassio contrasta la ritenzione idrica stessa favorendo così l'abbassamento della pressione.
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MEDICINA ORIENTALE COME SUPPORTO ALLA MEDICINA TRADIZIONALE Il complesso mondo "olistico" trova le sue radici nelle millenarie filosofie orientali. Già a partire dal XIII secolo a.C. le filosofie-teologie indiane sono a carattere olistico e l'olismo è già uno degli elementi fondamentali di tutta la speculazione orientale, si ritrova anche in Cina, nel Taoismo, che ha origine verso il VI secolo a.C. L'approccio olistico nella medicina non considera il singolo sintomo come segnale da sopprimere ad ogni costo, ma legge questo come un avvertimento, un segnale emesso dal nostro corpo che cerca di ripristinare un equilibrio che è andato perso. I trattamenti olistici mirano ad equilibrare o riequilibrare le risorse naturali della persona per migliorarne le performance fisiche, mentali e spirituali. Il naturopata è una figura professionale che sa gestire al meglio questo mondo complesso di origini antiche. Il suo compito è quello di lavorare in sinergia con la medicina ufficiale cercando di insegnare una corretta alimentazione ed un corretto stile di vita. La millenaria medicina orientale può aiutare la medicina tradizionale, perché è molto utile nella fase di prevenzione, perché può ridurre quei fattori di rischio che, con il tempo, possono trasformarsi in patologie anche molto serie e perché limita l’accesso alle specifiche terapie farmacologiche. Il naturopata non è un medico ma aiuta il medico, non rilascia ricette o suggerisce esami ma chiede prontamente l’intervento della medicina tradizionale qualora si accorga dell’esistenza di una patologia cronicizzata. Le terapie olistiche e la naturopatia possono e devono collaborare con la scienza medica ufficiale nell’interesse del paziente e del cittadino.
Stefania Scarabelli - Laureata in Scienze Naturali - Naturopata Heil praktiker Operatore Olistico Trainer Opera a Ravenna presso Centro Olympus - www.stefaniascarabelli - info@stefaniascarabelli.com Professionista disciplinata ai sensi Legge 4/2013 iscritta nel registro professionale degli Operatori Olistici e Counselor Olistici della SIAF codice VE734-OP e VE361-CO.
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SANITA’
INTOSSICAZIONI DA PRODOTTI ITTICI La più diffusa è la cosiddetta “SINDROME SGOMBROIDE”, provocata dall'ingestione di pesce contaminato dall'istamina.
Dott.
Andrea Drei
Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza - E-mail: andrea.drei@alice.it
Numerose tossine possono produrre intossicazioni in seguito all'ingestione di pesci, crostacei o molluschi. La più comune forma tossica causata dal consumo di pesce è la cosiddetta sindrome sgombroide. E' diffusa in sindrome tutto il mondo, ma non esistono dati precisi sulla sua reale incidenza. C'è tuttavia condivisione sul fatto che la sua frequenza sia piuttosto sottostimata, in quanto i sintomi possono essere stati confusi in passato con quelli di una infezione da salmonella o di un'allergia alimentare. Inoltre l'assenza di alterazioni organolettiche può portare a non cogliere la correlazione fra l'assunzione degli alimenti e la successiva sintomatologia. Sono stati tuttavia descritti diversi casi di manifestazioni multiple di questa sindrome. Un focolaio a Palermo nel 1979 coinvolse 250 persone.
In cosa consiste?
E' infatti provocata dall'ingestione di pesce contaminato dall'istamina, una sostanza normalmente presente in tutti i mammiferi, compreso l'uomo, in cellule denominate mastociti e granulociti basofili. L’istamina viene liberata in grande quantità nel corso di reazioni allergiche. In molte specie di pesci esiste in quantità variabile un precursore dell'istamina denominata istidina. Quest'ultima può essere trasformata in istamina in particolari condizioni tramite un processo enzimatico reso possibile dalla presenza di alcuni batteri. Questa trasformazione enzimatica è favorita da temperature elevate.
Per questo motivo la sindrome sembra registrarsi più facilmente nella tarda estate quando la temperatura marina e quella del pesce sono più elevate. L'intervallo di tempo tra la morte del pesce e la sua refrigerazione è la fase più critica delle manipolazioni che avvengono a bordo delle imbarcazioni, in quanto nei pesci esposti ad alte temperature anche per breve tempo si stabilisce presto una notevole proliferazione batterica. »SEGUE
Direttore Sanitario: dott. Sergio Kraigher
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Non si tratta di una reazione allergica, ma le manifestazioni cliniche la simulano. 13
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manifestazioni. Ciò può dipendere da eventuali deficit enzimatici ma anche alla qualità del pasto assunto insieme al pesce. In particolare alcool e condimenti acidi possono inibire i meccanismi che metabolizzano l'istamina. I pesci più comunemente coinvolti sono sgombri, tonni, sardine, acciughe e pesce spada.
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Una volta che la sostanza tossica si è formata nel corpo dell'animale, nessun procedimento di conservazione nè il riscaldamento sono in grado di inattivarla.
I sintomi… …insorgono da una decina di minuti a qualche ora dopo il consumo dell'alimento contaminato e sono riconducibili agli effetti biologici dell'istamina. Comunemente si rileva arrossamento cutaneo diffuso, cefalea, prurito, orticaria e sudorazione. Frequenti sono anche nausea, vomito, diarrea, dolori crampiformi addominali,
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arrossamento congiuntivale, bruciore orofaringeo. Occasionalmente possono presentarsi anche sintomi più gravi come edema del volto, della lingua, broncospasmo e ipotensione. Sono stati segnalati anche casi di ischemia miocardica. I sintomi tendono ad autolimitarsi ma a volte possono protrarsi anche per diversi giorni. Il trattamento terapeutico si avvale dell'uso di antistaminici. Sembra inoltre che fattori individuali possano incidere sulla gravità delle
Oltre alla sindrome sgombroide esistono numerosi quadri patologici prodotti da tossine di origine algale. Fra le migliaia di specie di microalghe che costituiscono il plancton marino, un centinaio producono tossine, potenzialmente tossiche per l'uomo. Queste tossine possono accumularsi lungo la catena alimentare, concentrandosi in molluschi, crostacei e pesci, che possono così fungere da vettori per l’intossicazione umana. Si tratta di tossine termostabili, per le quali quindi né la cottura dei prodotti ittici, né altri trattamenti riducono significativamente i loro effetti tossici. Il fenomeno è in aumento. Nel 2005 sul litorale di Genova 200 persone si rivolsero al Pronto Soccorso dopo essere state in spiaggia e lì contaminate dal proliferare di alcune specie di microalghe.
Alcune tossine ad azione neurotossica possono avere effetti anche mortali.
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CIGUATERA Un'intossicazione causata da una tossina presente in pesce contaminato, generalmente tropicale o subtropicale. Si manifesta con una gastroenterite che insorge dalle 4 alle 24 ore dopo l'assunzione e regredisce nell'arco di 4 giorni. Successivamente possono comparire formicolii e alterazioni della sensibilità agli arti e al volto con alterazioni del gusto, allucinazioni e marcata astenia. Questi sintomi possono cronicizzarsi protraendosi anche per mesi o anni. Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dei casi di Ciguatera in Europa. Ciò è dovuto in parte alla tropicalizzazione del Mediterraneo che ha portato alla proliferazione di microalghe tossino-producenti, dall'altro alla globalizzazione dell'industria ittica e del turismo che facilita l'esposizone di un maggior numero di persone. La ciguatera rappresenta un grave problema anche dal punto di vista economico, in quanto costituisce un ostacolo alla libera commercializzazione del pesce proveniente da tutto il mondo.
ANISAKIS Si tratta di un nematode (verme cilindrico) diffuso soprattutto nelle zone dove si mangia abitualmente il pesce crudo, come in Giappone.
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Con la diffusione della moda del sushi, sono stati segnalati casi negli Stati Uniti, in Europa, nel SudAmerica e in altre zone. Chiunque mangi pesce o calamari crudi o poco cotti è a rischio di ingerire anche le larve dei nematodi, che penetrate all’interno dell’organiANISAKIS smo invadono l’apparato digerente, nella cui parete possono incistarsi. Alcune persone durante o dopo l’ingestione di
pesce crudo, avvertono una sensazione di prurito in gola, che è provocato dal verme presente nella bocca o nella gola. In questi casi è possibile estrarlo dalla bocca oppure espellerlo con la tosse o col vomito prevenendo così l’infezione. I sintomi gastrointestinali dell'infezione da Anisakis possono essere molto acuti, con dolore addominale anche molto intenso, nausea, vomito e diarrea anche sanguinolenta. Il quadro clinico può simulare un'appendicite acuta. Il trattamento consiste nella rimozione endoscopica o chirurgica. FINE
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Il parto è un evento della vita di una donna straordinariamente normale e che perciò merita lo stesso luogo accogliente dove la famiglia trascorre giornalmente la propria vita: il nido di casa. Sono tante le motivazioni che spingono una coppia a scegliere di vivere l’evento nell’ambiente familiare.
La possibilità di partorire intimamente e in sicurezza, in una dimensione puramente affettiva e di grande rispetto. Per consentire alla famiglia di restare unita quando ci sono altri fratellini, nei propri luoghi conosciuti, le luci soffuse, un ambiente accogliente. Per ricevere un’assistenza personalizzata, senza procedure di routine ingiustificate.
A differenza di quanto molti pensano, partorire a casa propria non significa fare un tuffo nel passato, significa prendere una scelta consapevole ed informata, che risponde ad un desiderio di non medicalizzazione di un evento sano e sereno. L’odierna crescente medicalizzazione del parto sta purtroppo portando le donne a credere sempre meno nelle loro competenze, a delegare le proprie scelte in merito alla gravidanza e alla nascita, a pensare di non potercela fare senza il massiccio intervento di terapie o di azioni mediche.
Già nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità affermava che “la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza. Per donne con gravidanze a basso rischio, tali luoghi possono essere la casa, le case maternità, gli ospedali”. Oggi le più recenti evidenze scientifiche sono concordi nel ritenere che per un parto fisiologico l’ospedale non aumenti la sicurezza, anzi, a volte la mette a rischio a causa di una medicalizzazione eccessiva. »SEGUE
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La lughese Lisa Laurino è fra le ragazze che hanno deciso di partorire in casa Per partorire in casa occorre un’abitazione con determinate caratteristiche? «Direi proprio di no. Io abito in un appartamento semplice, in centro storico a Lugo. Chiunque può utilizzare casa propria, non c’è bisogno di avere una villa o spazi particolari». Quali sono i motivi che ti hanno portato a fare questa scelta? «Sono venuta a conoscenza della possibilità di partorire in casa per puro caso. Non sapevo di questa alternativa, perché al corso pre-parto non ne parlano, glissano su questo argomento, casomai preferiscono porre l’attenzione sul parto cesareo. Su internet ho invece scoperto l’opportunità offerta delle ostetriche Chiara e Caterina, che ho conosciuto e mi sono piaciute subito. La mia decisione è stata immediata». Una scelta coraggiosa? «No, per me è stata una decisione molto naturale ed istintiva. Io sono vegana, non utilizzo la medicina tradizionale e cerco di ricorrere il meno possibile ai dottori. Per carità: i medici sono bravi, ma nel caso di un parto in ospedale devono attenersi ad una serie di procedure standardizzate. Un evento naturale diventa troppo medicalizzato e meccanico. E io non gradivo questa soluzione».
Puoi raccontarci come è avvenuto il tuo parto? «Io ho partorito una settimana in anticipo rispetto alla scadenza naturale. Il giorno prima ho iniziato ad avere le contrazioni e ho messo in pre-allarme Chiara e Caterina, con le quale ci siamo tenute in contatto per tutto il giorno. Quando Chiara ha capito che stavo entrando in travaglio, in serata mi ha raggiunto a casa. È stata con me tutta la notte. Io era in camera da letto con mio marito, lei stava in salotto e veniva a controllare ogni tanto che tutto fosse ok. Verso le 6 del mattino ci ha raggiunto anche Caterina. Alle otto e mezzo mi sono spostata nella piscina gonfiabile con l’acqua, che avevo precedentemente predisposto in salotto. E lì ho partorito. In casa e in acqua, come volevo. Dopo il parto, io e mio figlio siamo stati lavati ed asciugati, poi mi hanno sistemata sul divano con il bambino sopra. Verso l’ora di pranzo le due ostetriche sono andate a casa, poi nel pomeriggio è venuto il pediatra a visitare il bimbo. E nei giorni successivi Chiara e Caterina sono tornate periodicamente a controllare la crescita del neonato. E’ stato tutto molto naturale».
Oggi la linea guida NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) del 2014 è la fonte più recente ed accreditata che conferma questa tesi. Essa conferma che il parto in casa e nei centri di maternità è associato ad un maggior numero di parti fisiologici, ad esiti neonatali paragonabili a quelli del parto ospedaliero e ad un minore ricorso ad interventi ostetrici. La soddisfazione delle famiglie, poi, è davvero grande.
Dunque, chi può partorire a casa? Ciascuna donna che lo desideri e che sia in buona salute (“a basso rischio” secondo la classica definizione medica), che attenda un bimbo sano e con una buona crescita, che sia giunta al termine della gravidanza (una gravidanza è definita a termine tra le 37 e le 42 settimane di gestazione) in posizione cefalica, con il sostegno delle due ostetriche che ha scelto. Per consentire l’instaurarsi di un rapporto di fiducia, la coppia che sceglie di partorire a casa viene seguita dalla stessa ostetrica per tutto il corso della gravidanza o, qualora la scelta sia stata maturata più avanti nel corso dell’attesa, non più tardi delle 32 settimane. A partire dalle 37-38 settimane le ostetriche sono reperibili per la nascita e si recano a casa della mamma per assisterla durante il parto, assecondando i suoi bisogni, permettendole di esprimere liberamente sé stessa, con la presenza attiva del compagno e/o di un'altra figura che le sia di sostegno. Per la totale sicurezza della gestante e del nascituro, il 118 viene sempre pre-allertato e le ostetriche prenderanno contatto con la struttura ospedaliera di riferimento, solo quando ve ne fosse necessità.
Dopo la nascita… Nelle foto Edoardo Brini, nato l'11 giugno 2016 a Lugo, in casa.
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…l’ostetrica si reca a casa ogni giorno per controllare il benessere della mamma e del bimbo, mantenendo il contatto per tutto il periodo del puerperio.
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Anche il pediatra effettua la prima visita del piccolo al domicilio entro le
prime 12 ore di vita. A differenza di alcuni Paesi europei quali Inghilterra e Olanda, dove il parto a domicilio si configura come una realtà che trova pieno riconoscimento e valore sociale, solo lo 0,05 % delle donne italiane lo sceglie, e di queste lo 0,2% delle donne emilianoromagnole (ovvero due su mille). L’Emilia Romagna è una delle cinque regioni italiane che prevede
Dott. Mauro
un rimborso parziale alle famiglie per la spesa sostenuta, che corrisponde attualmente a 1540 euro, a fronte di una spesa media di circa 2500 euro.
Conclusioni Notiamo negli ultimi anni un interesse crescente nelle donne e speriamo che, attraverso l’informazione ed il sostegno, ogni mamma possa trovare il luogo del parto più adatto a sé. Noi ostetriche, dal canto nostro, ci sentiamo di prendere parte ad un momento molto prezioso della vita di una coppia e lo custodiamo ogni volta con grande gratitudine. Partorire in casa si può e noi ci siamo! FINE
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SOCIETA’
CRISI E ALIMENTAZIONE Come è cambiato il cibo sulle nostre tavole dal 2007 ad oggi: la nostra salute è a rischio?
Dott.
Massimo Vincenzi
Dietologo e gastroenterologo - Faenza
Parlare di crisi economica è ormai una triste abitudine. I mass media affrontano e analizzano la crisi da tutti i punti di vista; ma è in tavola che ogni giorno la crisi economica si nota in maniera sempre più evidente. Molte famiglie non possono permettersi di comprare determinati cibi ed il cosiddetto “food social gap” (divario nell’acquisto di cibo tra i diversi ceti sociali) aumenta progressivamente.
famiglie a basso reddito e il 4.4% di quelle più abbienti. Per la frutta il 16.3% delle meno abbienti e il 2.6% delle più ricche. Tuttavia questi dati non si limitano solo all’ultimo anno; nel periodo 20072015 la spesa alimentare è diminuita in media del 12.2%, ma nelle famiglie operaie è calata del 19.4% e addirittura del 28.9% in quelle con a capo un disoccupato. Nello stesso periodo in Europa solo i Greci hanno tagliato di più degli Italiani (24% vs 23%) il consumo pro-capite »SEGUE annuo della carne bovina.
In Italia Secondo un’indagine del Censis nell’ultimo anno 16.6 milioni di Italiani hanno ridotto il consumo di carne, 10,6 milioni hanno ridotto il consumo di pesce, 3.6 milioni la frutta e 3.5 milioni la verdura; il 45.8% delle famiglie a basso reddito hanno ridotto il consumo della carne contro il 32% di quelle benestanti. In particolare per la carne bovina il 52.5% delle prime e il 37.3% delle seconde. Per il pesce il 35.8% delle meno abbienti e il 12.6% di quelle con maggiori disponibilità economiche. Per la verdura, la riduzione riguarda il 15.9% delle 21
STOP AL 30% DI SPRECHI DI CIBO IN CASA A finire nella spazzatura è circa il 30 per cento del cibo acquistato, soprattutto frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati che possono però essere salvati dal bidone facendo ricorso alla cucina antispreco, che utilizza appunto gli scarti alimentari solitamente destinati al cestino. E' quanto afferma la Coldiretti che in occasione dell’XI° edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio (14 e 15 ottobre scorsi) ha apparecchiato la prima “tavola antispreco” con piatti che recuperano il cibo non consumato nei giorni precedenti e piatti realizzati con scarti che vengono abitualmente buttati via. Per Coldiretti non sprecare il cibo in tempo di crisi non solo è un modo per risparmiare senza rinunciare ad ingredienti di qualità, ma è anche un impegno concreto per l’ambiente, attraverso la minore produzione di rifiuti. I piatti antispreco che è possibile realizzare - sostiene la Coldiretti sono tanti, basta solo un po’ di estro e di passione. Per esempio è possibile realizzare un gustoso risotto con gambi e foglie di carciofo oppure un delicato sformato di finocchi con le foglie esterne e i ciuffi verdi da unire a formaggio grattugiato e mollica di pane. Se avanza del pane, invece, si può optare per la panzanella aggiungendo ingredienti sempre presenti in casa come pomodoro olio e sale o bollirlo insieme a della verdura per realizzare un tradizionale pane cotto e rape. Si può cucinare senza spreco un’ottima frittata di maccheroni che unisce ai carboidrati della pasta avanzata le proteine dell’uovo per un piatto unico, molto nutriente. Alcuni piatti poi - conclude la Coldiretti - come la ribollita, i canederli trentini o la pinza veneta rappresentano non solo una valida soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi ma aiutano anche a mantenere vive le tradizioni culinarie del passato con ricette storiche divenute simbolo della cultura enogastronomica e del territorio italiano. (ndr.)
Le differenze a tavola diventano distanze e ormai fratture: si mangia quel che ci si può permettere Secondo una ricerca della Fondazione “Giovanni Paolo II” dell’Università Sacro Cuore di Campobasso, le famiglie con un reddito di 25.000 euro annuo hanno quasi completamente eliminato dalla propria alimentazione l’olio di oliva e le verdure, consumano poca carne e non comprano più cereali e vino. Nel carrello finiscono cibi precotti, preconfezionati, o take-away, dolciumi, grassi animali, margarina e alcolici. In una famiglia con un reddito di almeno 40.000 euro annuo ci si può permettere l’acquisto di pesce, carni bianche, frutta, legumi e yogurt.
Le lancette della nostra Società, spiega il Censis, rischiano di tornare indietro alla tavola per ceti, quando la possibilità di accedere alla carne era il segno di un raggiunto stato di benessere. Il legame fra la crisi economica e l’alimentazione è molto forte; secondo il venticinquesimo rapporto Italia di Eurispes, il 72.6% degli Italiani preferisce fare la spesa nel discount e questa ten-
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denza è maggiore al Sud e nelle isole dove l’80% della popolazione sceglie di rifornirsi in market più convenienti; la percentuale è tuttavia alta anche nel Centro Italia (71,4%) , nel Nord Est (69,6%), e nel Nord Ovest (65,6%).
La dieta “italiana” o meglio “mediterranea” fatta di quantità adeguate di cereali, carne preferibilmente bianca, pesce, frutta, verdura, legumi, olio di oliva, che è sinonimo di longevità, con una aspettativa di vita media di 85 anni per le donne e di 80 anni per gli uomini, rischia di sparire, minacciando l’equilibrio nutrizionale della dieta delle famiglie italiane a lungo considerata nel mondo un modello di alimentazione equilibrata a cui ispirarsi.
Meno possibilità economiche a discapito di cosa? A pagare il prezzo più alto è la salute; le famiglie italiane a basso reddito hanno un tasso di obesità del 36%, quelle a reddito più alto del 20%. La causa è da ricercarsi nella frequente se non continua assunzione di alimenti ipercalorici low cost. Nel Sud Italia dove il reddito è inferiore del 24,2% rispetto al valore medio nazionale e la spesa alimentare è diminuita del 16.6% nel periodo 2007-2015, gli obesi e le persone in sovrappeso sono il 49,3% della popolazione, molto più che al Nord (42,1%) e al Centro ( 45%) dove i redditi medi sono più alti e la spesa alimentare ha registrato una riduzione minore. L’obesità è come noto una condizione che favorisce l’insorgere di patologie cardiovascolari, malattie metaboliche, in particolare il diabete, nonché neoplasie in vari distretti del nostro corpo.
Gli anziani soli, fra i più colpiti La mancanza di risorse economiche si nota soprattutto nelle modalità alimentari degli anziani; due su tre ammettono di non mangiare abbastanza a causa della crisi e sono circa un milione gli over 65 a rischio malnutrizione per colpa di una dieta povera e non equilibrata che aumenta del 25 % la probabilità di un ricovero in ospedale oltre ad aumentare il tasso di mortalità. Uno studio della Società italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) ha dimostrato che è possibile un’alimentazione adeguata spendendo da un minimo di 1,60 euro ad un massimo di 5,20 euro al giorno che in un mese corrisponde ad una quota compresa fra i 50 e i 150 euro. Nella lista dei possibili alimenti sono compresi frutta e verdura di stagione, carne bianca, uova, pesce azzurro e legumi, cibi che costano poco o relativamente poco, ma che forniscono l’ideale contributo nutrizionale per gli anziani. FINE
LA NUOVA “LEGGE ANTISPRECO” Chi non butta via il cibo verrà premiato. È questo il principio alla base della lotta allo spreco alimentare che è diventato legge dello Stato il 2 agosto scorso. "Questa norma - sostiene il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina - è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l'Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa legge ci avviciniamo sempre di più all'obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi". I PUNTI SALIENTI DELLA LEGGE Il provvedimento, definisce per la prima volta nell'ordinamento italiano i termini di "eccedenza"e "spreco" alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta a semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Rispetto alla norma approvata in Francia, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. Consente la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito. Dice in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell'arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, permette ai clienti l'asporto dei propri avanzi con la 'family bag' o con la ‘doggy bag’. Non solo le onlus, ma anche gli enti pubblici, potranno essere considerati "soggetti donatori". Si possono poi donare anche i cibi con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l'indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze. Non sarà poi richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo e saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Infine più spazio alle cosiddette produzioni a 'chilometro zero', che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi. 23
ALLERGOLOGIA
ACARIDELLA
POLVERE Buoni consigli contro questi parassiti, principali responsabili di asma e riniti.
Dott.
Alessandro Fiocchi
Responsabile Allergologia Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero Bambin Gesù di Roma
Sono responsabili dei due terzi dei fenomeni asmatici e delle riniti allergiche in età pediatrica. Parliamo degli acari della polvere, piccoli artropodi di dimensioni sotto il millimetro, praticamente invisibili all’occhio umano. Vivono circa tre mesi e in condizioni favorevoli si riproducono facilmente: le femmine depongono in media un uovo al giorno. Nelle case si nutrono delle nostre desquamazioni: forfora, resti di pelle, capelli, unghie etc. Ai climi temperati, gli acari sono un allergene largamente diffuso e proliferano negli ambienti interni, anche nei più puliti. Si concentrano soprattutto nelle camere da letto, in particolare sul materasso e sul cuscino, oltre che sugli oggetti in cui la polvere tende a depositarsi, come tappeti, tende, libri e pupazzi di peluche. Ecco alcune buone regole per limitarne la presenza. 24
PROTEGGI IL TUO LETTO Il letto è probabilmente il luogo della casa con la più alta concentrazione di acari: questi piccoli insetti restano intrappolati nel materasso e sui cuscini, lasciando le feci sul loro percorso. Rivesti completamente tutti i materassi ed i cuscini con fodere antiacaro con tessuto a trama fitta, impenetrabile a questi antropodi. In questo modo blocchi i parassiti ed eviti che possa accumularsi della polvere (formatasi con i loro residui) all’interno del materasso stesso.
Lava le fodere antiacaro ogni 4-6 mesi a 60°C. Considera anche di sostituire ogni circa 2 anni i cuscini: insieme alle trapunte attraggono un gran numero di “animaletti”. In circa 2 anni infatti, a causa dell’accumulo di acari della polvere, il tuo cuscino può arrivare a pesare dal 10 al 15 per cento in più. MANTIENI PULITI I TESSUTI Come detto la biancheria da letto è probabilmente la zona dove questi fastidiosi LAVA A 60° insetti si insediano
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con maggior facilità, anche se sono presenti un po' in tutti i tipi di tessuto. Prefiggiti di lavare i tessuti della casa (lenzuola, federe, tende, coperte, eccetera) una volta ogni 1-2 settimane con un lavaggio ad alta temperatura (60°) in modo da uccidere gli acari che potrebbero essersi insediati. VENTILA QUOTIDIANAMENTE GLI AMBIENTI DOMESTICI Lascia aperte le finestre delle camere in cui dormi, per alcune ore al giorno: questo può essere di aiuto ad abbassare l’umidità interna ed a sfavorire così la sopravvivenza degli acari. Se ne sei in possesso utilizza il deumidificatore per mantenere un livello di umidità comunque non superiore al 50%. USA SPESSO L'ASPIRAPOLVERE E SPOLVERA I TUOI MOBILI Gli acari della polvere si insinuano e si aggrappano ai tessuti, quindi anche a moquette, sofà, poltrone ed indumenti. Usa regolarmente quindi l'aspirapolvere per pulire divani, materassi, poltrone ed altri oggetti sui quali le persone tendono a sedersi frequentemente.
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Monta un FILTRO contro gli acari: viene chiamato HEPA (High Efficiency Particulate Air) e montato nell’aspirapolvere o nelle prese d’aria, cattura e trattiene gli acari ed i relativi residui che lo attraversano.
Assicurati inoltre che l'ambiente in cui vivi sia il più possibile pulito, spolverando spesso (con un panno umido) accuratamente tutti gli oggetti, i soprammobili ed i mobili stessi.
RENDI LE CAMERE DA LETTO FACILI DA PULIRE Evita i tappeti, la moquette, i tendaggi pesanti e nella camere dei tuoi bambini evita possibilmente un numero eccessivo di LIMITANE LA PRESENZA peluche.
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A proposito di peluche, di tanto in tanto congelali nel freezer per 24 ore e poi lavali in lavatrice alla temperatura di 60°. Sostituite la carta da parati con vernice lavabile. UTILIZZA EVENTUALMENTE L'ACIDO TANNICO, che ti permette di neutralizzare gli allergeni degli acari della polvere in modo naturale. Distribuiscilo liberamente sui materassi, sui divani, sulle cucce degli animali, etc. In alternativa, puoi preparare una soluzione liquida fai da te con una tazza di prodotto prima dissolta in quattro litri d'acqua e poi spruzzata sui tappeti, lasciando trascorrere qualche ora prima di pulirli con l'aspirapolvere. Puoi acquistare l’acido tannico in un negozio specializzato o sul web.
Mantieni puliti i tuoi animali domestici: pulisci i tuoi amici a quattro zampe tutti i giorni mentre sei all'aperto. Per liberarti di più peli possibili spazzola il tuo animale in direzione pelo e contropelo: successivamente, in casa, passa l’aspirapolvere nelle zone in cui cane o gatto FINE amano soggiornare.
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SALUTE_10piu_n.12.16_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 30/11/16 08:54 Pagina 27
SANITA’
SPESE SANITARIE E DICHIARAZIONE DEI REDDITI LE PRINCIPALI NOVITA’
Dott.
Gianni Carapia
Commercialista - Società Ciesseci Faenza
La dichiarazione dei redditi precompilata è stata introdotta nel 2015 dall’Agenzia delle Entrate per facilitare e la trasmissione dei dati.
Essa utilizza le informazioni disponibili in Anagrafe Tributaria per completare i dati relativi ai singoli contribuenti, ed è disponibile online in modo che questi ultimi possano inviarla così com’è, oppure correggerla o integrarla. L’Agenzia delle Entrate, relativamente alle spese su prestazioni medico-sanitarie, ricava i dati per la compilazione della dichiarazione dei redditi precompilata direttamente dalle strutture autorizzate per l’erogazione dei servizi sanitari. Asl, aziende ospedaliere, farmacie e presidi di specialistica ambulatoriale, veterinari compresi, in sostanza, devono registrarsi al Sistema Tessera Sanitaria (portale gestito dalla Ragioneria dello Stato e inviare per via telematica tutti i dati relativi alle spese sanitarie sostenute dai cittadini.
Fino al 2016…
Entrando nello specifico
…nella dichiarazione precompilata erano presenti solo i dati relativi alle spese sostenute dietro presentazione di ricetta medica, e non quelle per i farmaci da banco. Per cui, visto che si tratta di spese sulle quali sussiste il diritto alla detrazione, il contribuente era costretto comunque a inserirle manualmente. I modelli 730 e il Modello Unico precompilati per il 2017, conterranno i dati relativi alle spese per farmaci e a quelle per assistenza specifica, per esempio le prestazioni fornite da ottici, fisioterapisti o parafarmacie.
Dal 2017, i medici, gli ospedali, le strutture mediche convenzionate al SSN, quelle private e anche non convenzionate, studi privati, dentisti eccetera, sono obbligate a trasmettere all’Agenzia delle Entrate, entro il 28 febbraio di ciascun anno d'imposta (il prossimo sarà entro il 28 febbraio 2017), i dati delle spese sanitarie effettuate dai contribuenti; tutto questo accedendo al “Sistema Tessera Sanitaria” messo a disposizione dal Fisco, ai fini dell’elaborazione della »SEGUE dichiarazione precompilata.
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Dovranno essere quindi trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria i seguenti dati: 1 codice fiscale del contribuente o del familiare a carico di cui si riferisce la spesa o il rimborso; 2 codice fiscale o partita Iva e denominazione di chi ha erogato la prestazione;
(attraverso la quale il cittadino manifesta chiaramente la volontà di omettere i dati di una o più spese). Una volta in possesso di tutte le informazioni, l'Agenzia delle Entrate provvederà a determinare l'importo complessivo delle spese mediche detraibili ed ad indicarle nel modello 730 precompilato 2017 (riferito ai redditi dell’anno 2016).
troverà anche le informazioni relative a ciascuna spesa ed il relativo rimborso.
Come verificare le spese sanitarie così elaborate ed inserite nel modello 730 precompilato?
Come fare nel caso in cui non si voglia che i propri dati vengano elaborati dall’Agenzia delle Entrate?
Il cittadino contribuente per controllare o visualizzare le spese mediche e sanitarie elaborate ed inserite nella dichiarazione 730 precompilata, può accedere ad essa entro il 15 aprile 2017: qui
Il cittadino può opporsi all'utilizzo dei dati di spesa medica sanitaria sostenuta nel corso dell'anno precedente e dei relativi rimborsi nei modi indicati di seguito.
3 data della ricevuta o fattura della spesa medica-sanitaria; 4 tipo di spesa sostenuta, se si è trattato di ticket, farmaco, acquisto o affitto di dispositivi medici, servizi sanitari erogati dalle farmacie, farmaci per uso veterinario, visite mediche, prestazioni chirurgiche etc. Di conseguenza nel Sistema Tessera Sanitaria saranno elencati per ogni contribuente i totali di spesa e di rimborsi (distinti per tipologia) fatta eccezione delle spese per le quali l’assistito abbia manifestato una opposizione
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Quali spese si possono visionare? 1 Totale spese sanitarie automaticamente agevolabili e relativi rimborsi. 2 Totale spese sanitarie agevolabili solo in presenza di particolari condizioni, come per esempio l’acquisto o o il noleggio di protesi non rientranti nei dispositivi medici con marcatura Ce, cure termali, prestazioni di chirurgia estetica e relativi rimborsi.
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SCONTRINO PARLANTE ossia non comunicando a chi emette il documento fiscale (farmacia, studio medico, veterinario) il codice fiscale riportato sulla tessera sanitaria.
PER INFORMAZIONI
nel modello l'importo totale della spesa sostenuta nel corso del 2016 dal contribuente nel suo interesse o per conto del coniuge o familiare a carico o per assistenza al disabile. Dall'importo complessivo, il sostituto di RICHIESTA VERBALE imposta, CAF o professionista abilitato al medico o alla struttura sanitaria che sulla applica il 19% della detrazione sconricevuta/fattura venga annotata l’opposizione. tando la franchigia di 129,11 euro. ESEMPIO ACCEDENDO SPESE SANITARIE all'area autenticata del sito Sistema Tessera SOSTENUTE: G 2.000,00 Sanitaria: tale modalità è prevista a partire DETRAZIONE (19%): G 380,00 dal 2016 per i dati di spesa medica sanitaria. In questo caso quindi, il cittadino può maniFRANCHIGIA: G 129,11 festare la sua opposizione per ogni singola voce di spesa dal 1 al 28 febbraio dell’anno TOTALE SPESA successivo al periodo d’imposta di riferiDETRABILE: G 250,89 mento, per cui se la spesa è effettuata nel 2016, ha tempo dal 1 al 28 febbraio 2017. Il limite massimo di detrazione per le spese sanitarie 2016 per i familiari non La detrazione del 19%, a carico è pari a 6.197,48 euro, se tale la franchigia e il limite soglia viene superata ma non eccede i Le spese sanitarie hanno diritto ad 15.493,71 euro è possibile rateizzare una detrazione d’imposta pari al l'importo in 4 quote annuali di pari 19% del loro importo totale. importo per le successive quattro Tale detrazione, va calcolata indicando dichiarazioni dei redditi 2017-2021.
Spese veterinarie La detrazione spese veterinarie 2017 modello 730 comprese le spese per medicinali sostenute per gli animali di affezione o per lo svolgimento di attività sportive, è pari al 19% del totale di spesa sostenuta. La detrazione spetta a prescindere dalla proprietà dell'animale o dal loro numero, e la soglia massima per le spese veterinarie 2017 che è possibile detrarre è fino a 387,34 euro, limitatamente alla parte che eccede la franchigia di 129,11 euro. Non spetta invece la detrazione di imposta, per le spese veterinarie sostenute per la cura degli animali nell’esercizio di attività commerciali agricole. FINE
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I NOSTRI AMICI ANIMALI
OBESITA CANE GATTO ’
DI E E’ una problematica che non va sottovalutata, perché può portare a gravi patologie. Vediamo le cause ed i possibili rimedi.
Dott.ssa
Alice Finazzer
www.ambulatoriozama.it
L'obesità e il sovrappeso nella società odierna sono comuni non solo tra gli uomini, ma in Italia colpisce circa un terzo di gatti e cani. Ma il problema principale è che spesso i proprietari tendono a trascurare l’obesità, non rendendosi conto dei rischi legati all’aumento eccessivo di peso e alle patologie conseguenti. Un cane o un gatto viene considerato obeso quando la sua massa corporea supera del 15% il peso ideale. Il peso ideale del vostro animale può stimarlo solo il veterinario calcolando il BCS (“body condition score”, in italiano: punteggio di condizione corporea), ma vediamo come poter riconoscere a occhio se il cane o il gatto è nel giusto peso.
Alla base dell’obesità ci possono essere fattori fisiologici o meno In primis la razza influenza la tendenza ad ingrassare: Labrador, Golden Retriever, Bassotto, Cocker Spaniel tra i cani e Persiano tra i gatti, fanno parte delle razze maggiormente predisposte all’obesità. A favorire l’aumento di peso, sono 30
anche la riduzione del moto, l’irrequietezza tipica del periodo di accoppiamento; inoltre le variazioni metaboliche collegate alla sterilizzazione fanno aumentare l'appetito nell’animale e conseguentemente il suo peso. Inoltre, con il passare degli anni i problemi di peso cominciano a comparire perché rispetto a quando l’animale è cucciolo e non rimane fermo un momento, con l’arrivo dell’età “adulta” e dell’anzianità” la voglia di muoversi e giocare diminuisce.
LABRADOR
PERSIANO
Lo stile di vita del proprietario si ripercuote sull’animale Specialmente per i cani di proprietari più pigri ci sarà una maggiore tendenza ad ingrassare rispetto a quelli di proprietari “attivi” che ad esempio vanno a correre con il loro amico a quattro zampe oppuSANTERNO - RA
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re che fanno passeggiate regolarmente. Infine, ritornando alle cause fisiologiche, l’alimentazione e tutti quei piccoli errori che si possono commettere ingenuamente viziando sia cane che gatto, sono i fattori più critici da discutere e difficili da affrontare. Purtroppo infatti, non tutti i proprietari impongono una dieta specifica ed equilibrata e conseguentemente i loro cani o gatti, tendono a mangiare più del necessario, spesso con alimenti non idonei alla propria specie o al proprio stile di vita. PER ESEMPIO gli animali che vivono in casa hanno bisogno di una quantità di cibo equilibrata per il proprio stile di vita; se il proprietario accorre a riempire la ciotola del mangime umido al proprio gatto, pur sapendo che quella dei croccantini è piena, sbaglia. Se poi durante il giorno, questo proprietario indulgente offre snack e premi solo perché “a lui piacciono così tanto”, è sicuro che il gatto o il cane inizieranno a “lievitare”.
Mi puoi dare un altro biscottino?
ALTRO ESEMPIO: il proprietario che a pranzo non resiste agli occhi dolci e sup-
plicanti del proprio cane, e gli “allunga” fette di formaggio, pane e salumi, può gratificarlo al momento, ma non tiene conto delle conseguenze.
Un’altra domanda che un proprietario deve porsi è se dedica al proprio animale il tempo necessario per il gioco e il movimento.
Esistono anche patologie ormonali o farmaci che alterano l’equilibrio tra l’apporto di sostanze nutrienti ed il loro effettivo utilizzo Alcuni esempi possono essere l’ipotiroidismo e la sindrome di Cushing. Nel primo caso il cane produce meno ormoni tiroidei, quindi tende a depositare la maggior parte delle sostanze nutritive contenute nei cibi, senza riuscire ad utilizzarle e ingrassando di conseguenza. Nel secondo caso, invece, le ghiandole surrenali producono troppo cortisolo, che induce un aumento del senso della fame e favorisce la produzione di un’elevata quantità di zuccheri nel sangue, che spesso si trasformano in grasso a livello addominale (addome a botte).
L'obesità non solo non è esteticamente gradevole e impedisce all'animale di muoversi agilmente, ma può comportare alcuni problemi di salute, come l'artrite, le patologie cardiache, il diabete, la lipidosi epatica, problemi respiratori ecc. È bene cominciare la prevenzione non appena il cane o il gatto ha completato il suo sviluppo fisico, in modo da non dover ricorrere a misure severe, (dieta), quando l'animale sarà già obeso.
Quali soluzioni adottare? DIETA e FARMACI: è fondamentale contattare il veterinario per un parere sullo stato di salute dell'animale e su un prodotto che tenga a bada l'obesità (il più possibile adatto al caso del vostro “amico”). E’ buona cosa attenersi anche alle dosi di cibo suggerite dal veterinario stesso. LE BUONE REGOLE ALIMENTARI andrebbero sempre seguite: suddividete la razione in diversi piccoli pasti, con porzioni pesate in base al fabbisogno giornaliero totale. Non dare al tuo cane o gatto avanzi di cibo. ESERCIZIO FISICO: cane e gatto che passano le loro giornate sul divano, di sicuro non bruciano le calorie, proprio come gli esseri umani. È importante quindi una regolare attività con passeggiate e giochi all’aperto. Nel caso dei gatti di casa, li si può invitare al gioco, prendendo tiragraffi e palline che inducono all’attività. FINE
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HANNO COLLABORATO al numero 12_DICEMBRE_2016 di SALUTE 10+ Dott. Gianni Carapia Commercialista - Società Ciesseci Faenza
Ostetriche Chiara Chiadini - Cell. 346.7543586 Caterina Amadori - Cell. 347.4962453 Studio Associato “Due ostetriche in famiglia” Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it Prof. Giancarlo Ferraccioli - Ordinario di Reumatologia alla Cattolica e Direttore del Polo di Scienze Reumatologiche, Dermaotlogiche, Immuno-Allergologiche, Urologiche e Nefrologiche del Policlinico A. Gemelli - Roma Dott.ssa Alice Finazzer www.ambulatoriozama.it
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Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com Dott. Alessandro Fiocchi Responsabile Allergologia Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero Bambin Gesù di Roma Dott. Massimo Vincenzi Dietologo e gastroenterologo - Faenza
Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it Ti piacerebbe vedere pubblicato un articolo firmato con il tuo nome? Stiamo ricercando collaboratori motivati ed interessati a scrivere per SALUTE 10+. Contattaci allo 0544.501950 oppure scrivi a multiredazione@linknet.it
I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott. Francesco Antonaccio - Dermatologo - Parma www.dermstologiacosmetologica.it Dott. Antonio Ascari Raccagni Responsabile U.O. Dermatologia AUSL di Forlì Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinaria - www.avanzimorivet.it Prof. Gherardo Buccianti - Presidente Aspremare Fondazione Buccianti - Ospedale Niguarda Cà Grandi - Milano Dott.ssa Marina Buzzi - Responsabile Struttura Semplice Banca dei Tessuti, del Sangue cordonale e Biobanca - Policlinico Sant’Orsola-Malpighi - BO
Sonia Collina - Consulente Macrobiotica, Operatore Shiatsu e Terapia Cranio Sacrale - E-mail: soniacol50@gmail.com Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle Ravenna - E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Prof. Salvo Caruso Ginecologo e sessuologo Past President presso FISS - Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica Dott.ssa Margherita D’Amato Medico Chirurgo Oculista - Studio: Piazza della Resistenza, 3 Alfonsine (RA) - Cell. 333.1671952
Stefania De Fazio - Consigliere nazionale della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE Dott. Andrea Drei - Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza - E-mail: andrea.drei@alice.it
Nicoletta Fabbri - Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza - E-Mail: nicofabbri@libero.it Paola Ferrari - Medico Veterinario della Società Scientifica Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva Email: segreteria.fvmromagna@yahoo.it Dott.ssa Alice Finazzer - www.ambulatoriozama.it Dott. Maurizio Fontana - Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia - Presidio Ospedaliero di Faenza
Dott.ssa Elisabetta Giusti - Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova - E-mail: ela.giusti@gmail.com
Roberta Rossi Presidente Federazione Italiana Sessuologia Scientifica
Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Prof.ssa Chiara Ruini Professore Associato di Psicologia Clinica Università di Bologna
Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza AUSL di Ravenna
Dott. Andrea Sagona Senologo - Itituto Clinico Humanitas - www.humanitasalute.it
Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia Dott.ssa Maria Luisa Madera Specialista in Ginecologia e Ostetricia Ambulatorio - Via Spalato, 37 - Marina di Ravenna Tel. 333.3302252
Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668
Betty Soccio Educatrice Sociale E-mail: betty.soccio91@gmail.com
Dott. Andrea Maccolini - Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it
Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Professore associato Università di Parma - E-mail: igstanga@tin.it
Dott.ssa Annalisa Marinoni - Medico Chirurgo Psicoterapeuta Specializzata in Psicoterapia Sistemico-Relazionale e Terapia della Famiglia Sessuologia Clinica e Psicotrerapia della Gestalt
Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it
Prof. Paolo Morselli - Docente di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica - Università di Bologna
Dott.ssa Paola Stefanelli - Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie ed Immuno-mediate Istituto Superiore di Sanità - Roma
Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott. Marco Quarantini - Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it Dott. Pietro Querzani Neurologo - E-mail: querzani@gmail.com Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Cell: 393.4825681 - E-mail: dott.stefanopalo@gmail.com Dott. Massimiliano Perrone Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 E-mail: info@poliambulatoriodsc.com Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it
Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org
Edda Plazzi Psicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com
Dott. Francesco Giuseppe Foschi Ambulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse Presidio Ospedaliero di Faenza - Azienda USL di Ravenna
Prof.ssa Annalisa Pantosti Dipartimento Malattie Infettive Parassitarie ed Immunomediate Istituto Superiore di Sanità - Roma
Dott. Francesco Giambelli Specialista in Ginecologia e Ostetricia Presidio Ospedaliero di Ravenna Email: francesco.giambelli@auslromagna.it
Dott. Claudio Pedicelli Dirigente medico, specialista radiologo
Dott. Emanuele Giordano Direttore Sanitario Centro Veterinario Riminese
Tiziano Rondinini - Apicoltore - Faenza
Antonio Ravaglioli Esperto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici per impiego biomedico E-mail: ravaglioli.antonio@alice.it
Prof. Piero Stettini - Professore di Psicologia Generale e Psicologia Clinica c/o Università di Genova. Membro dei Consiglio direttivo della FISS Dott. Mauro Stronati - Presidente S.I.N. Società Italiana Neonatologia
Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio Medico Via Anastagi, 2 - Ravenna - Cell. 333.3537612 E-mail: vignolisara@gmail.com Dott. Nicola Vanuzzo Odontoiatra - Centro Dentale Vanuzzo - Padova Tel. 049.8790496 - info@centrodentalevanuzzo.it www.centrodentalevanuzzo.it Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Ing. Nicola Vitiello Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Dott. Giuseppe Vieni - Responsabile servizio di Allergologia e Pneumologia pediatrica Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia Ospedale S. M. delle Croci di Ravenna e Presidi Ospedalieri di Faenza e Lugo - AUSL Romagna Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna
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Al fine di soddisfare le esigenze del cliente che intende detrarre le spese sanitarie, verrà effettuata una lettura della tessera sanitaria prima dell’emissione dello scontrino, mentre per la scelta del farmaco generico il farmacista si accorderà con il cliente per la marca desiderata. Si accettano pagamenti Bancomat.
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